Risoluzione del Parlamento europeo del 25 ottobre 2018 sulla conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in programma nel 2018 a Katowice, Polonia (COP 24) (2018/2598(RSP))
Il Parlamento europeo,
– visti la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) e il relativo protocollo di Kyoto,
– visti l'accordo di Parigi e la decisione 1/CP.21 nonché la ventunesima conferenza delle parti (COP21) dell'UNFCCC e l'undicesima conferenza delle parti che funge da riunione delle parti del protocollo di Kyoto (CMP11), tenutesi a Parigi (Francia) dal 30 novembre all'11 dicembre 2015,
– viste la diciottesima conferenza delle parti (COP18) dell'UNFCCC e l'ottava conferenza delle parti che funge da riunione delle parti del protocollo di Kyoto (CMP8), tenutesi a Doha (Qatar) dal 26 novembre all'8 dicembre 2012, come pure l'adozione di un emendamento al protocollo di Kyoto che istituisce un secondo periodo di impegno – dal 1º gennaio 2013 al 31 dicembre 2020 – nell'ambito del protocollo stesso,
– visti l'apertura alla firma, il 22 aprile 2016, dell'accordo di Parigi presso il quartier generale delle Nazioni Unite a New York, che si è conclusa il 21 aprile 2017, con la firma del suddetto accordo da parte di 195 paesi e il deposito da parte di 175 paesi di strumenti per la sua ratifica,
– viste la ventitreesima conferenza delle Parti (COP 23) nell'ambito dell'UNFCCC, la tredicesima sessione della riunione delle Parti al protocollo di Kyoto (CMP13), nonché la seconda sessione della Conferenza delle Parti che funge da riunione delle Parti all'accordo di Parigi (CMA2) tenutesi a Bonn, Germania, dal 4 novembre al 16 novembre 2017,
– vista l'agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite,
– vista la sua risoluzione del 3 luglio 2018 sulla diplomazia climatica dell'UE(1),
– vista la sua risoluzione del 4 ottobre 2017 sulla conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in programma nel 2017 a Bonn (Germania) (COP23)(2),
– vista la comunicazione della Commissione del 20 luglio 2016 dal titolo "Accelerare la transizione dell'Europa verso un'economia a basse emissioni di carbonio" (COM(2016)0500),
– viste le conclusioni del Consiglio del 15 febbraio 2016, del 30 settembre 2016, del 23 giugno 2017 e del 22 marzo 2018,
– viste le conclusioni del Consiglio del 13 ottobre 2017, del 26 febbraio 2018 e del 9 ottobre 2018,
– vista la decisione (UE) 2017/1541 del Consiglio, del 17 luglio 2017, relativa alla conclusione, a nome dell'Unione europea, dell'emendamento di Kigali del protocollo di Montreal sulle sostanze che riducono lo strato di ozono(3),
– visti i contributi previsti stabiliti a livello nazionale (INDC) relativi all'UE e ai suoi Stati membri, presentati all'UNFCCC dalla Lettonia e dalla Commissione il 6 marzo 2015,
– viste la quinta relazione di valutazione del gruppo di esperti intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC), la relativa relazione di sintesi e la relazione speciale dell'IPCC dal titolo "Riscaldamento globale di 1,5ºC",
– viste l'ottava relazione di sintesi del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP), del novembre 2017, intitolata "The Emissions Gap Report 2017" (Relazione 2017 sul divario delle emissioni), nonché la terza relazione dell'UNEP dal titolo "Adaptation Gap Report 2017" (Relazione 2017 sul divario in termini di adattamento),
– vista la relazione dal titolo "Global Energy and CO2 Status Report 2017" (relazione sullo stato globale di energia e CO2 nel 2017) dell'Agenzia internazionale per l'energia,
– visti la "Dichiarazione sulla situazione del clima mondiale nel 2017" del marzo 2018 dell'Organizzazione meteorologica mondiale (OMM), nonché il tredicesimo "Bollettino sui gas a effetto serra" dell'OMM del 30 ottobre 2017,
– vista la "Relazione 2018 sui rischi globali" del Forum economico mondiale(4),
– vista la dichiarazione del Gruppo di crescita verde del 5 marzo 2018, firmata da 14 ministri dell'ambiente e del clima dell'UE sul "Finanziamento dell'azione per il clima dell'UE – incremento e integrazione della spesa per il clima nell'ambito del prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP)"(5),
– vista la relazione dal titolo "CO₂ – An Operational Anthropogenic CO₂ Emissions Monitoring & Verification Support Capacity" (CO2 – Capacità operativa di supporto al monitoraggio e alla verifica delle emissioni antropogeniche di CO2), pubblicata dal Centro comune di ricerca della Commissione nel novembre 2017(6),
– vista la dichiarazione di Fairbanks, adottata dai ministri degli Affari esteri degli Stati artici in occasione della decima riunione ministeriale del Consiglio artico, svoltasi a Fairbanks, in Alaska, dal 10 all'11 maggio 2017,
– visti la prima edizione del vertice One planet, tenutosi a Parigi il 12 dicembre 2017, e i 12 impegni da esso adottati,
– vista l'enciclica di Papa Francesco Laudato Si',
– vista la dichiarazione di Meseberg del 19 giugno 2018,
– visti l'articolo 128, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che l'accordo di Parigi è entrato in vigore il 4 novembre 2016 e che, all'11 ottobre 2018, 181 delle 197 parti della convenzione avevano depositato presso le Nazioni Unite i loro strumenti di ratifica, accettazione, approvazione o adesione;
B. considerando che il 6 marzo 2015 l'UE ha presentato all'UNFCCC l'INDC dell'UE e dei suoi Stati membri, impegnandosi così a conseguire un obiettivo vincolante di riduzione interna delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 40 % entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990;
C. considerando che gli impegni assunti finora dai firmatari dell'accordo di Parigi non saranno sufficienti a conseguire l'obiettivo comune; che, inoltre, l'attuale contributo stabilito a livello nazionale (NDC) presentato dall'UE e dai suoi Stati membri non è conforme agli obiettivi fissati nell'accordo di Parigi e deve essere pertanto rivisto;
D. considerando che gli elementi essenziali del diritto dell'UE che concorrono al conseguimento del contributo stabilito a livello nazionale (NDC) dell'UE sono stati conclusi con un maggiore livello di ambizione, in particolare la direttiva sulle energie rinnovabili e la direttiva sull'efficienza energetica, portando l'UE verso una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 45 % entro il 2030; che una riduzione del 45 % entro il 2030 a livello dell'UE non è ancora sufficiente per conseguire gli obiettivi dell'accordo di Parigi e l'obiettivo delle emissioni nette nulle entro metà del secolo;
E. considerando che la trasparenza nella misurazione delle emissioni è fondamentale per compiere progressi significativi in termini di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra a livello globale in maniera equa;
F. considerando che, dopo tre anni in cui le cifre sono rimaste stazionarie, nel 2017 si è registrato un aumento delle emissioni di carbonio a livello globale e dell'UE; che detto aumento è distribuito in modo disomogeneo a livello mondiale;
G. considerando nel 2017 è stata registrata un'elevata frequenza di eventi climatici estremi e temperature record che rendono ancor più urgente un'azione globale per il clima;
H. considerando che una politica ambiziosa in materia di mitigazione dei cambiamenti climatici può generare crescita e occupazione; che, tuttavia, alcuni settori specifici sono vulnerabili alla rilocalizzazione delle emissioni di carbonio se gli altri mercati non condividono un'ambizione analoga; che, pertanto, è necessaria una protezione adeguata contro la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio per proteggere l'occupazione in tali settori specifici;
I. considerando che il cambiamento climatico ha un effetto moltiplicatore su una serie di altre minacce che incidono in maniera sproporzionata sui paesi in via di sviluppo; che la siccità e altri eventi meteorologici avversi degradano e distruggono le risorse da cui gli indigenti dipendono direttamente per il loro sostentamento e determinano una maggiore concorrenza per le risorse rimanenti, contribuendo alle crisi umanitarie e alle tensioni, agli sfollamenti forzati, alla radicalizzazione e ai conflitti; che esistono prove del fatto che il cambiamento climatico ha inciso sull'instabilità e sulla diffusione della violenza in Medio Oriente, nel Sahel e nel Corno d'Africa, con ripercussioni di ben più ampia portata;
J. considerando che la relazione dell'IPCC sul riscaldamento globale di 1,5°C dimostra ulteriormente che le conseguenze di un tale aumento di temperatura saranno probabilmente meno gravi rispetto a quelle generate da un aumento di 2°C;
K. considerando che il successo a lungo termine della mitigazione del cambiamento climatico richiede un'azione molto più incisiva, in particolare da parte dei paesi sviluppati, per abbandonare l'economia basata sul carbonio e promuovere una crescita intelligente sotto il profilo climatico, anche nei paesi in via di sviluppo; che è necessario profondere continui sforzi per rafforzare il sostegno finanziario e tecnologico e allo sviluppo di capacità nei paesi in via di sviluppo;
L. considerando che l'incapacità dei grandi produttori di emissioni di gas a effetto serra di ridurne i volumi, in linea con l'azione necessaria per limitare l'aumento della temperatura media globale a 1,5°C o 2°C, accresce la portata, già notevole, e i costi del necessario adattamento ai cambiamenti climatici, con conseguenze particolarmente gravi per i paesi meno sviluppati e i piccoli Stati insulari in via di sviluppo; che è opportuno sostenere tutte le iniziative intraprese da detti paesi e detti Stati insulari finalizzate a produrre informazioni sul rischio e allarmi preventivi;
M. considerando che il crescente divario tra le esigenze e gli sforzi di adattamento deve essere urgentemente colmato ricorrendo a misure di mitigazione e adattamento molto più rigorose;
N. considerando che è inconcepibile lasciare che i costi di adattamento siano sostenuti dalle parti colpite e che è necessario che i principali responsabili delle emissioni di gas a effetto serra sostengano la maggior parte degli oneri a livello globale;
O. considerando che l'articolo 7 dell'accordo di Parigi fissa un obiettivo globale di adattamento, che deve ora essere reso operativo senza ulteriori ritardi; che i piani nazionali di adattamento (NAP) dovrebbero svolgere un ruolo importante;
P. considerando che le foreste contribuiscono in modo sostanziale alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all'adattamento ad essi; che la deforestazione è responsabile di quasi il 20 % delle emissioni globali di gas a effetto serra ed è causata in particolare dall'espansione degli allevamenti su scala industriale e della produzione industriale di soia e olio di palma, destinati anche al mercato dell'UE; che è opportuno che l'UE riduca il suo contributo indiretto alla deforestazione ("deforestazione incorporata"), di cui è responsabile;
Q. considerando che il suolo è una risorsa scarsa e che il suo utilizzo per la produzione di materie prime per biocarburanti tradizionali e di prima generazione può aggravare l'insicurezza alimentare e distruggere i mezzi di sussistenza delle popolazioni indigenti dei paesi in via di sviluppo, segnatamente attraverso gli accaparramenti dei terreni, lo sfollamento forzato, l'inquinamento e le violazioni dei diritti delle popolazioni indigene; che anche i sistemi di compensazione delle emissioni di carbonio e di riforestazione possono causare tali danni se non adeguatamente progettati e attuati;
1. ricorda che i cambiamenti climatici, quale causa e moltiplicatore di altri rischi, rappresentano la sfida più urgente per l'umanità e che tutti i paesi e gli attori a livello mondiale devono fare del loro meglio per contrastarli mediante azioni individuali incisive; sottolinea altresì che una tempestiva cooperazione internazionale, la solidarietà nonché un coerente e costante impegno a favore di un'azione comune rappresentano l'unica soluzione per onorare la responsabilità collettiva di preservare l'intero pianeta e la sua biodiversità per le generazioni presenti e future; sottolinea che l'UE è pronta a continuare a guidare questo sforzo globale, assicurando al contempo uno sviluppo economico sostenibile a basse emissioni di gas a effetto serra, che garantisca la sicurezza energetica, un vantaggio competitivo per le industrie europee e la creazione di posti di lavoro;
Base scientifica per l'azione per il clima
2. evidenzia che l'OMM ha confermato che il 2015, il 2016 e il 2017 sono stati i tre anni più caldi mai registrati, con un conseguente riscaldamento artico decisamente pronunciato che avrà ripercussioni di lunga durata sul livello dei mari e sui regimi climatici a livello globale;
3. ritiene che gli effetti profondi, e molto probabilmente irreversibili, di un aumento di 2°C delle temperature globali possano essere evitati perseguendo l'obiettivo più ambizioso di 1,5°C, ma ciò implicherebbe la necessità di rendere nulle al più tardi entro il 2050 le emissioni globali di gas a effetto serra, che sono invece in aumento; sottolinea che le soluzioni tecnologiche necessarie sono disponibili e diventano sempre più competitive sul piano dei costi e che tutte le politiche dell'UE dovrebbero essere strettamente allineate agli obiettivi a lungo termine dell'accordo di Parigi e riviste con cadenza regolare per conformarsi a detti obiettivi; attende quindi con interesse le conclusioni della relazione speciale 2018 dell'IPCC concernente le conseguenze di un riscaldamento globale di 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali;
4. sottolinea che, secondo l'OMS, il cambiamento climatico incide sui determinanti sociali e ambientali della salute, ossia aria pulita, acqua potabile, cibo a sufficienza e sicurezza dell'alloggio, e che tra il 2030 e il 2050, sono previsti altri 250 000 decessi l'anno per malnutrizione, malaria, diarrea e stress da calore; rileva che le temperature atmosferiche estremamente elevate contribuiscono direttamente ai decessi per malattie cardiovascolari e respiratorie, in particolare fra gli anziani; riconosce che i cambiamenti climatici fungono da catalizzatore per i conflitti; è dell'avviso che la piena attuazione degli impegni assunti nell'accordo di Parigi contribuirà notevolmente alla promozione della sicurezza e della pace a livello europeo e internazionale;
Ratifica dell'accordo di Parigi e attuazione degli impegni
5. si compiace del ritmo senza precedenti a cui è avvenuta la ratifica dell'accordo di Parigi, nonché della mobilitazione globale e della determinazione degli attori statali e non statali a favore della sua piena e rapida attuazione, come affermato negli impegni assunti in occasione di grandi eventi globali come il Vertice climatico nordamericano del 2017, svoltosi a Chicago tra il 4 e il 6 dicembre 2017, il vertice One Planet, svoltosi a Parigi il 12 dicembre 2017 e il Vertice globale sull'azione per il clima, tenutosi a San Francisco dal 12 al 14 settembre 2018;
6. sottolinea che gli NDC attuali limiteranno il riscaldamento globale solo a un livello di circa 3,2°C(7) e non si avvicineranno nemmeno ai 2°C; invita tutte le Parti a contribuire in modo costruttivo al processo da attuare in vista del 2020, quando dovranno essere aggiornati i contributi stabiliti a livello nazionale, e a garantire che i loro NDC siano in linea con l'obiettivo a lungo termine in materia di temperature previsto dall'accordo di Parigi di mantenere l'aumento delle temperature a livello globale al di sotto di 2°C rispetto ai livelli preindustriali, nonché a profondere sforzi per limitare ulteriormente l'aumento a 1,5°C; riconosce che gli impegni attuali, ivi compresi quelli presentati dall'Unione e dai suoi Stati membri, non sono sufficienti per conseguire gli obiettivi dell'accordo; sottolinea pertanto che le emissioni globali di gas a effetto serra dovrebbero raggiungere quanto prima il loro apice e che tutte le Parti, specialmente l'UE e i paesi del G20, devono intensificare i loro sforzi e aggiornare i loro NDC entro il 2020 sulla base del dialogo di Talanoa del 2018 al fine di colmare il divario rimanente per il raggiungimento di tale obiettivo;
7. ritiene che, qualora altre grandi economie non assumano impegni paragonabili a quelli dell'UE in materia di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, sarà necessario mantenere le disposizioni in materia di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio, in particolare quelle rivolte ai settori che presentano un elevato rischio di rilocalizzazione delle emissioni, al fine di garantire la competitività globale dell'industria europea;
8. deplora che nella maggior parte dei paesi terzi che hanno assunto impegni nel quadro dell'accordo di Parigi la discussione sull'aumento dei loro contributi si stia avviando solo molto lentamente; chiede pertanto alla Commissione di razionalizzare l'idea dell'UE di aumentare l'impegno, con maggiori sforzi per motivare altri partner a fare altrettanto;
9. sottolinea l'importanza di una politica climatica ambiziosa che consenta all'UE di agire come partner affidabile e credibile a livello mondiale, di mantenere la leadership dell'UE a livello mondiale in materia climatica e dell'adesione all'accordo di Parigi; accoglie con favore l'accordo raggiunto dal Parlamento europeo e dal Consiglio volto ad aumentare gli obiettivi per le energie rinnovabili e l'efficienza energetica rispettivamente al 32 % e al 32,5 % entro il 2030, il che comporterà una riduzione delle emissioni di gas serra superiore al 45 % entro lo stesso anno; si compiace delle osservazioni della Commissione secondo cui l'aggiornamento dell'NDC dell'UE deve tenere conto di tale ambizione più elevata e aumentare il suo obiettivo di riduzione delle emissioni entro il 2030; invita la Commissione a predisporre, entro la fine del 2018, una strategia unionale ambiziosa a emissioni nulle per la metà del secolo, che definisca un percorso efficiente in termini di costi per raggiungere l'obiettivo delle zero emissioni nette approvato con l'accordo di Parigi e un'economia a zero emissioni nette di carbonio nell'Unione al più tardi entro il 2050, in linea con una giusta quota dell'Unione nel restante bilancio globale del carbonio; sostiene l'aggiornamento dell'NDC dell'Unione con un obiettivo relativo a tutta l'economia di riduzione interna delle emissioni di gas a effetto serra del 55 % entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990;
10. accoglie con favore l'annuncio del Segretario generale delle Nazioni Unite di organizzare un vertice sul clima nel settembre 2019 a margine della 74a Assemblea generale per accelerare l'azione a favore del clima in modo da conseguire gli obiettivi dell'accordo di Parigi e, in particolare, promuovere una maggiore ambizione degli impegni assunti in materia di clima; invita l'UE e gli Stati membri a sostenere tale sforzo mostrando l'impegno e la volontà politica di rafforzare i propri impegni e sollecitare forti contributi da altre Parti;
11. deplora l'intenzione annunciata dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump di ritirare gli Stati Uniti dall'accordo di Parigi in quanto ciò costituisce un passo indietro; esprime soddisfazione per il fatto che, a seguito della dichiarazione del Presidente Trump, tutte le Parti principali hanno confermato il loro impegno nei confronti dell'accordo di Parigi; accoglie con grande favore la continua mobilitazione per l'azione a favore del clima da parte dei principali stati, città, università e di altri attori non statali negli Stati Uniti nel quadro della campagna "We are still in" (Noi ci siamo ancora);
12. insiste sul fatto che, soprattutto dopo l'annuncio del Presidente Trump, è importante adottare disposizioni adeguate contro la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio e garantire che le aziende più virtuose ottengano quote a titolo gratuito, come stabilito dalla direttiva ETS; invita la Commissione a esaminare l'efficacia e la legalità di misure supplementari per tutelare le industrie dal rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio, quali ad esempio l'adeguamento della tassa sul carbonio alle frontiere e la tassa sul consumo, soprattutto in relazione ai prodotti provenienti da paesi che non rispettano gli impegni assunti nel quadro dell'accordo di Parigi;
13. si compiace dell'entrata in vigore, dal 1º gennaio 2019, dell'emendamento di Kigali al protocollo di Montreal, di cui 27 Parti, compresi sette Stati membri, hanno già depositato gli strumenti di ratifica; invita tutte le Parti al protocollo di Montreal, segnatamente gli Stati membri che non hanno ancora presentato i loro strumenti di ratifica, a compiere tutti i passi necessari verso una rapida ratifica, quale necessario contributo all'attuazione dell'accordo di Parigi e al conseguimento degli obiettivi di medio e lungo termine in materia di clima ed energia;
14. si compiace della ratifica dell'emendamento di Doha al protocollo di Kyoto da parte di tutti gli Stati membri e del deposito della ratifica comune da parte dell'Unione il 21 dicembre 2017; ritiene che tale misura fornirà un importante potere negoziale per la positiva conclusione dei negoziati sul clima del 2018 e, grazie agli sforzi di collaborazione, ridurrà efficacemente le emissioni di gas a effetto serra;
15. sottolinea che le ambizioni e l'attuazione in vista del 2020 sono state un punto chiave nel corso dei negoziati della COP23; accoglie con favore la decisione di tenere due esercizi di valutazione durante le COP 2018 e 2019; invita la Commissione e gli Stati membri a preparare contributi per ridurre le emissioni fino al 2020 da presentare nel quadro del bilancio globale antecedente al 2020 in occasione della COP24; ritiene che tutte le Parti debbano compiere tali passi in quanto sono importanti per alzare l'asticella per il periodo successivo al 2020 e attende, pertanto, con interesse i risultati della prima valutazione di Katowice, che dovrebbero assumere la forma di una decisione della COP a riconferma dell'impegno di aumentare entro il 2020 l'ambizione degli NDC delle Parti per il 2030 onde allinearli agli obiettivi a lungo termine dell'accordo di Parigi;
16. invita la Commissione e gli Stati membri a utilizzare strategie e attività di comunicazione per aumentare il sostegno pubblico e politico a favore dell'azione per il clima e a sensibilizzare in merito ai benefici complementari della lotta ai cambiamenti climatici, quali il miglioramento della qualità dell'aria e della salute pubblica, la conservazione delle risorse naturali, la crescita economica e occupazionale, l'aumento della sicurezza energetica e la riduzione dei costi dell'importazione di energia nonché i vantaggi derivanti dalla concorrenza internazionale attraverso l'innovazione e lo sviluppo tecnologico; sottolinea che è altresì opportuno prestare attenzione all'interconnessione tra i cambiamenti climatici e l'ingiustizia sociale, la migrazione, le instabilità e la povertà e al fatto che l'azione globale per il clima può contribuire ampiamente a risolvere tali problemi;
17. mette in evidenza le sinergie esistenti tra l'accordo di Parigi, l'agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, il quadro di Sendai e il programma d'azione di Addis Abeba (finanziamento dello sviluppo) nonché altre convenzioni di Rio, poiché rappresentano progressi importanti e interconnessi nel garantire che l'eliminazione della povertà e lo sviluppo sostenibile possano essere affrontati simultaneamente;
COP 24 a Katowice
18. riconosce il risultato conseguito dalle presidenze della COP 22 e COP 23 che insieme hanno elaborato il progetto del dialogo Talanoa 2018, che è stato largamente approvato dalle Parti e avviato nel gennaio 2018; attende con interesse i primi risultati nel corso della COP 24 e le conclusioni politiche che ne scaturiranno, al fine di allineare entro il 2020 l'ambizione collettiva agli obiettivi a lungo termine dell'accordo di Parigi; apprezza che il dialogo Talanoa non si limiti alle discussioni tra i governi nazionali, ma consenta a varie parti interessate, tra cui le regioni e le città nonché i loro rappresentanti eletti, di portare le questioni fondamentali in materia di azione per il clima all'attenzione dei responsabili politici nazionali e globali; accoglie con favore i dialoghi Talanoa delle città e delle regioni e auspica che in Europa siano organizzati ulteriori dialoghi; attende con interesse il contributo degli attori non statali e invita tutte le Parti a presentare i loro contributi in modo tempestivo al fine di agevolare le discussioni politiche a Katowice;
19. riconosce inoltre che, nonostante tutti i progressi realizzati sul programma di lavoro d'azione di Parigi (il Codice) durante la COP 23, si prospettano grandi sfide per completarlo e raggiungere decisioni concrete durante la COP24; chiede che tutti i lavori preparatori necessari siano svolti prima del vertice al fine di ultimare il Codice che riveste un'importanza cruciale per una tempestiva attuazione dell'accordo di Parigi;
20. è favorevole a un Codice che esiga un livello elevato di trasparenza, con solide norme vincolanti per tutte le Parti al fine di misurare accuratamente i progressi e consolidare la fiducia tra le Parti che partecipano al processo internazionale; esprime preoccupazione per il fatto che alcune Parti siano tuttora restie ad adoperarsi ai fini della piena trasparenza nella misurazione delle emissioni; invita tutte le principali economie ad assumere un ruolo guida nei negoziati per il Codice e a promuovere requisiti vincolanti per i sistemi di monitoraggio e di verifica, ivi compresi dati e stime tempestivi e affidabili relativi alle emissioni di gas a effetto serra;
21. sottolinea l'importanza di integrare il Codice con dati atmosferici basati sull'osservazione per aumentare l'affidabilità e la precisione delle relazioni; invita la Commissione, l'Agenzia spaziale europea (ESA), l'Organizzazione europea per l'esercizio dei satelliti meteorologici (EUMETSAT), il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (CEPMMT), l'infrastruttura di ricerca europea del Sistema integrato di osservazione del carbonio (ICOS), le agenzie incaricate dell'inventario e i centri di ricerca a livello nazionale e altri attori importanti a sviluppare una capacità operativa che possa produrre informazioni sulle emissioni antropogeniche mediante l'utilizzo di dati satellitari e il rispetto dei requisiti necessari, ivi compresa una costellazione di satelliti;
22. pone l'accento sull'importanza che l'UE parli con una sola voce unita in occasione della COP24 a Katowice, al fine di garantirne il potere politico e la credibilità; esorta tutti gli Stati membri a sostenere il mandato dell'UE nei negoziati e nel quadro degli incontri bilaterali con altri attori;
23. invita la Commissione e gli Stati membri a inserire l'azione per il clima all'ordine del giorno di importanti consessi internazionali in seno alle Nazioni Unite nonché in sede di G7 e G20, e ad adoperarsi per realizzare partenariati multilaterali su questioni specifiche relative all'attuazione dell'accordo di Parigi e al conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS);
Apertura, inclusività e trasparenza
24. invita la Commissione e gli Stati membri a mantenere e rafforzare partenariati strategici con i paesi sviluppati nonché con le economie emergenti al fine di creare nei prossimi anni un gruppo di leader in materia di clima, e a mostrare maggiore solidarietà nei confronti degli Stati vulnerabili; sostiene l'impegno costante e attivo dell'Unione all'interno della "coalizione di alta ambizione" e con i suoi paesi membri, per conferire visibilità alla loro determinazione ad attuare efficacemente l'accordo di Parigi, definendo un solido Codice nel 2018 e favorendo la riuscita del dialogo Talanoa in occasione della COP24;
25. sottolinea che, al fine di conseguire la limitazione dell'aumento della temperatura media globale a 1,5 °C, è necessaria una partecipazione effettiva di tutte le Parti, il che impone, in cambio, di affrontare la questione degli interessi acquisiti o dei conflitti d'interesse; ribadisce, in questo contesto, il proprio sostegno a favore dell'iniziativa intrapresa dai governi che rappresentano la maggioranza della popolazione mondiale di introdurre una politica specifica in materia di conflitti d'interessi nel quadro nell'UNFCCC; invita la Commissione e gli Stati membri a impegnarsi in maniera costruttiva in tale processo senza compromettere gli scopi e gli obiettivi dell'UNFCCC e dell'accordo di Parigi;
26. sottolinea che l'80 % delle persone sfollate a causa dei cambiamenti climatici è costituito da donne che, in generale, risentono degli effetti dei cambiamenti climatici in misura superiore rispetto agli uomini e sostengono un onere maggiore, in quanto non sono coinvolte allo stesso modo nei processi decisionali chiave in materia di azione per il clima; sottolinea che l'emancipazione femminile nonché una partecipazione e una leadership piene e paritarie delle donne in consessi internazionali, quali l'UNFCCC e ad azioni per il clima a livello nazionale, regionale e locale, sono essenziali per il successo e l'efficacia di tali azioni; invita l'UE e gli Stati membri a integrare la prospettiva di genere nelle politiche climatiche e a promuovere la partecipazione delle donne indigene e dei difensori dei diritti delle donne all'interno del quadro dell'UNFCCC;
27. si compiace del fatto che la COP 23 abbia deciso di continuare a utilizzare il Fondo di adattamento nel quadro dell'accordo di Parigi; riconosce l'importanza del Fondo per le comunità più vulnerabili ai cambiamenti climatici e accoglie quindi con favore i nuovi impegni assunti dagli Stati membri verso il Fondo pari a 93 milioni di USD;
28. riconosce che l'UE e i suoi Stati membri sono il principale fornitore di finanziamenti pubblici per il clima; esprime preoccupazione per il fatto che le promesse effettive da parte dei paesi avanzati rimangono ben al di sotto del loro obiettivo collettivo di 100 miliardi di dollari l'anno; sottolinea che è fondamentale che tutte le Parti sviluppate rispettino i loro contributi a questo obiettivo, in quanto il finanziamento a lungo termine è determinante affinché i paesi in via di sviluppo siano in grado di conseguire i loro obiettivi in materia di adattamento e mitigazione;
29. sottolinea che il bilancio dell'UE dovrebbe essere coerente con i suoi impegni internazionali in materia di sviluppo sostenibile a medio e lungo termine e con gli obiettivi in materia climatica ed energetica e non dovrebbe essere controproducente per tali obiettivi od ostacolarne l'attuazione; osserva con preoccupazione che l'obiettivo che prevede l'assegnazione del 20 % della spesa totale dell'Unione all'azione per il clima non verrà probabilmente raggiunto e sollecita pertanto un'azione correttiva; sottolinea altresì che le discussioni politiche sul quadro finanziario pluriennale post-2020 dovrebbero costituire il fulcro sin dall'inizio degli obiettivi energetici e climatici, al fine di garantire la disponibilità delle risorse necessarie per realizzarli; ricorda la sua intenzione di incrementare la spesa attualmente connessa al clima dal 20 % al 30 % il prima possibile e al più tardi entro il 2027; ritiene che la spesa residua del QFP debba essere conforme alle disposizioni dell'accordo di Parigi e non debba essere controproducente per gli sforzi sul clima;
30. chiede di mettere a punto un meccanismo speciale e automatico di finanziamento pubblico dell'Unione europea, che apporti un congruo sostegno aggiuntivo affinché l'UE possa contribuire equamente alla realizzazione dell'obiettivo di finanziamento internazionale di 100 miliardi di USD a favore del clima;
Ruolo degli attori non statali
31. ricorda che l'accordo di Parigi riconosce il ruolo importante svolto dalla governance multilivello nelle politiche in materia di clima e la necessità di avviare un dialogo con le regioni, le città e gli attori non statali;
32. esprime soddisfazione per la crescente mobilitazione globale di una serie sempre più ampia di attori non statali impegnati a favore dell'azione per il clima con obiettivi concreti e misurabili; evidenzia il ruolo cruciale della società civile, del settore privato e dei governi a livello subnazionale nel persuadere e guidare l'opinione pubblica e l'azione dello Stato; invita l'UE, gli Stati membri e tutte le Parti a promuovere, facilitare e avviare un dialogo completamente trasparente con gli attori non statali, che sono sempre più spesso in prima linea nella lotta contro il cambiamento climatico, nonché con gli attori a livello subnazionale, in particolare nei casi in cui le relazioni dell'UE con i governi nazionali nel settore della politica in materia climatica si siano deteriorate; esprime apprezzamento, in tale contesto, per l'impegno assunto da 25 città pioniere nel corso della COP23, in rappresentanza di 150 milioni di cittadini, a diventare città con zero emissioni nette entro il 2050;
33. invita la Commissione a intensificare ulteriormente le proprie relazioni con gli enti locali e regionali, a rafforzare la cooperazione tematica e settoriale tra città e regioni all'interno e all'esterno dell'UE, a elaborare iniziative di adattamento e resilienza e a rafforzare modelli di sviluppo sostenibile e piani di riduzione delle emissioni in settori chiave come energia, industria, tecnologia, agricoltura e trasporti nelle zone sia urbane che rurali, per esempio attraverso programmi di gemellaggio, il programma di cooperazione urbana internazionale, il sostegno a piattaforme come il Patto dei sindaci e la creazione di nuovi consessi per lo scambio delle migliori prassi; invita l'UE e gli Stati membri a sostenere gli sforzi da parte degli attori regionali e locali per introdurre contributi stabiliti a livello regionale e locale (analoghi agli NDC) laddove il grado di ambizione in campo climatico può essere aumentato mediante questo processo;
34. incoraggia la Commissione a definire obiettivi concreti di riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra per il 2050 per tutti i settori nella sua proposta relativa alla strategia dell'Unione a lungo termine a "zero emissioni nette" per la metà del secolo e a elaborare un percorso chiaro relativo alle modalità per raggiungere detti obiettivi, ivi comprese tappe concrete per il 2035, il 2040 e il 2045; invita la Commissione a includere proposte relative alle modalità per aumentare l'assorbimento dai pozzi, in linea con l'accordo di Parigi, in modo da azzerare le emissioni nette di gas a effetto serra nell'Unione al più tardi entro il 2050 per poi passare quanto prima alle emissioni negative; chiede che tale strategia garantisca un'equa ripartizione degli sforzi tra i settori, comprenda un meccanismo che integri i risultati del bilancio globale quinquennale e tenga conto dei risultati della prossima relazione speciale dell'IPCC, delle raccomandazioni e delle posizioni del Parlamento europeo, nonché delle opinioni degli attori non statali quali le autorità locali e regionali, la società civile e il settore privato;
35. sottolinea che la strategia a lungo termine dell'UE dovrebbe essere vista come un'opportunità per definire priorità strategiche future per un'economia dell'Unione moderna e verde che sfrutti appieno il potenziale del progresso tecnologico e garantisca un elevato livello di sicurezza sociale nonché elevati standard in materia di protezione dei consumatori e che sia vantaggiosa per l'industria e la società civile, in particolare nel lungo periodo;
36. incoraggia la Commissione e gli Stati membri a elaborare strategie e programmi intesi ad affrontare la transizione causata dalla decarbonizzazione e dagli sviluppi tecnologici all'interno dei settori e a consentire lo scambio di conoscenze e buone pratiche tra regioni, lavoratori e aziende interessati nonché a fornire sostegno alle regioni e ai lavoratori per aiutarli a prepararsi ai cambiamenti strutturali, cercare attivamente nuove possibilità economiche ed elaborare politiche di localizzazione strategica al fine di garantire una transizione equa a un'economia a zero emissioni nette in Europa;
37. ritiene che, al fine di garantire che gli NDC siano coerenti con gli impegni in campo economico richiesti dall'accordo di Parigi, sia opportuno esortare le Parti a includere le emissioni del trasporto marittimo e aereo internazionale, nonché concordare e attuare misure a livello internazionale, regionale e nazionale per far fronte alle emissioni prodotte da suddetti settori;
Sforzi globali di tutti i settori
38. si compiace del costante sviluppo di sistemi di scambio delle emissioni a livello globale e, in particolare, dell'avvio della fase iniziale del sistema cinese di scambio di emissioni di carbonio a livello nazionale concernente il settore energetico, avvenuto nel dicembre 2017; accoglie inoltre con favore l'accordo sul collegamento dell'ETS dell'UE e quello svizzero, siglato a fine 2017, e incoraggia la Commissione a esaminare ulteriormente tali collegamenti e altre forme di cooperazione con i mercati del carbonio di paesi e regioni terzi, nonché a stimolare la creazione di ulteriori mercati del carbonio e altri meccanismi di fissazione del prezzo del carbonio che contribuiranno a ridurre le emissioni globali e permetteranno di realizzare ulteriori incrementi di efficienza e risparmi di costo nonché di ridurre il rischio di rilocalizzazione delle emissioni, creando condizioni di parità a livello globale; invita la Commissione a istituire misure di protezione per garantire che il collegamento dell'ETS dell'UE continui a contribuire in modo permanente e complementare alla mitigazione e non comprometta gli impegni assunti dall'Unione in materia di emissioni interne di gas a effetto serra;
39. deplora che il settore dei trasporti sia l'unico ad aver registrato un aumento delle emissioni a partire dal 1990; sottolinea che ciò non è compatibile con lo sviluppo sostenibile a lungo termine ed esige invece una diminuzione maggiore e più rapida delle emissioni di tutti i settori della società; ricorda che entro il 2050 sarà necessaria una piena decarbonizzazione di tale settore;
40. esprime il suo forte disappunto per i livelli di emissione di CO2 delle autovetture e dei veicoli commerciali leggeri proposti dalla Commissione per il periodo successivo al 2020, in quanto non sono in linea con gli obiettivi a lungo termine dell'accordo di Parigi;
41. esprime preoccupazione per il livello di ambizione del sistema di compensazione e riduzione delle emissioni di carbonio nel settore del trasporto aereo internazionale (CORSIA) dell'ICAO, tenuto conto dei lavori in corso sugli standard e le pratiche raccomandate (SARP) volte ad attuare il sistema a partire dal 2019; si oppone fermamente agli sforzi di imporre il sistema CORSIA sui voli interni all'Europa, il che prevale sulle normative dell'UE e sull'indipendenza nell'ambito del processo decisionale; sottolinea che l'ulteriore diluizione del progetto di SARP del sistema CORSIA è inaccettabile; invita la Commissione e gli Stati membri a compiere tutto ciò che è in loro potere per rafforzare le disposizioni del sistema CORSIA e, di conseguenza, il suo futuro impatto;
42. ricorda il regolamento (UE) 2017/2392 del Parlamento europeo e del Consiglio del 13 dicembre 2017 che modifica la direttiva 2003/87/CE al fine di mantenere gli attuali limiti di portata per le attività di trasporto aereo e di prepararsi ad attuare una misura globale basata sul mercato a partire dal 2021(8), in particolare l'articolo 1, punto 7, che afferma chiaramente che, in qualità di colegislatori, il Parlamento europeo e il Consiglio sono le uniche istituzioni a decidere in merito a eventuali modifiche future della direttiva ETS; invita gli Stati membri, nello spirito dell'accordo interistituzionale "Legiferare meglio", a presentare una riserva formale in merito agli standard e alle pratiche raccomandate (SARP) del sistema CORSIA che indicano che l'attuazione di detto sistema e la partecipazione alle sue fasi volontarie richiede un previo accordo del Consiglio e del Parlamento europeo;
43. ricorda che l'Unione ha concesso un'ulteriore proroga della deroga che prevede l'esenzione dei voli extra SEE dal sistema ETS dell'UE fino al 2024 onde facilitare l'iter ICAO a favore di una soluzione globale alle emissioni prodotte dal trasporto aereo; sottolinea tuttavia che qualsiasi ulteriore modifica della legislazione dovrebbe essere apportata solo se coerente con l'impegno di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra di tutta l'economia dell'Unione, che non prevede l'uso di crediti di compensazione dopo il 2020;
44. accoglie con favore il fatto che nel settore aereo l'ETS dell'UE abbia già realizzato circa 100 milioni di tonnellate di CO2 di riduzioni/compensazioni;
45. ricorda che è previsto un aumento delle emissioni di CO2 del trasporto marittimo dal 50 % al 250 % di qui al 2050 e che esistono soluzioni tecniche per ridurre in modo significativo le emissioni marittime; accoglie con favore l'accordo sulla strategia iniziale dell'OMI per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra delle navi nel corso della 72a sessione del comitato per la protezione dell'ambiente marino dell'OMI dell'aprile 2018, come primo passo del settore per contribuire alla realizzazione dell'obiettivo in materia di temperatura stabilito all'accordo di Parigi; invita l'OMI a raggiungere rapidamente un accordo su nuove misure obbligatorie di riduzione delle emissioni necessarie per conseguire gli obiettivi e sottolinea l'importanza e l'urgenza di attuarle entro il 2023; sottolinea che sono necessarie ulteriori misure e azioni per affrontare le emissioni marittime e invita, pertanto, l'UE e gli Stati membri a monitorare attentamente l'impatto e l'attuazione dell'accordo OMI e a prendere in considerazione ulteriori azioni dell'UE per garantire che le emissioni di gas a effetto serra del traffico marittimo siano in linea con l'obiettivo relativo alla temperatura previsto dall'accordo di Parigi; esorta la Commissione a includere il trasporto marittimo internazionale nella sua futura strategia di decarbonizzazione per il 2050 per orientare le decisioni dell'UE in materia di investimenti verso combustibili a zero emissioni di carbonio e tecnologie di propulsione per il trasporto marittimo;
46. rileva che la deforestazione e il degrado forestale sono responsabili del 20 % delle emissioni mondiali di gas serra; sottolinea il ruolo importante delle foreste e delle zone umide nella mitigazione dei cambiamenti climatici, in quanto queste forniscono un elevato potenziale di cattura del carbonio; ritiene che i pozzi naturali di assorbimento e le riserve di carbonio nell'UE e a livello mondiale debbano essere conservati e potenziati sul lungo periodo, e che le dimensioni complessive delle foreste e le loro capacità di adattamento e resilienza ai cambiamenti climatici debbano essere ulteriormente aumentati onde conseguire l'obiettivo di lungo termine dell'accordo di Parigi; sottolinea che sono necessari ulteriori sforzi di mitigazione concentrati sul settore delle foreste tropicali e che occorre cominciare ad affrontare le cause alla base della perdita di foreste e dei cambiamenti climatici;
Resilienza ai cambiamenti climatici tramite l'adattamento
47. invita la Commissione a rivedere la strategia di adattamento dell'UE, in quanto gli interventi di adattamento sono una necessità ineluttabile per tutti i paesi se intendono ridurre al minimo gli effetti negativi dei cambiamenti climatici e sfruttare appieno le opportunità di crescita resiliente ai cambiamenti climatici e di sviluppo sostenibile;
48. ritiene che la messa in opera della piattaforma delle comunità locali e delle popolazioni indigene costituisca uno dei successi della COP23 e un'altra tappa importante nella realizzazione delle decisioni di Parigi; è dell'avviso che la piattaforma faciliterà lo scambio efficace di esperienze e migliori pratiche in materia di sforzi e strategie di adattamento;
49. sottolinea l'esigenza di sviluppare sistemi e strumenti pubblici, trasparenti e facili da utilizzare per tenere traccia dei progressi compiuti e dell'efficacia dei piani e delle misure di adattamento nazionali;
Diplomazia climatica
50. sostiene fermamente il proseguimento e l'ulteriore rafforzamento della politica dell'Unione di sensibilizzazione e diplomazia climatica, che è essenziale per dare visibilità all'azione a favore del clima nei paesi partner e presso l'opinione pubblica mondiale; chiede le risorse umane e finanziarie del SEAE e della Commissione siano ripartite in modo da rispecchiare meglio il forte impegno a favore della diplomazia climatica e il maggiore coinvolgimento in tale ambito; insiste sulla necessità di mettere a punto una strategia globale per la diplomazia climatica dell'UE e di integrare il clima in tutti i settori dell'azione esterna dell'Unione, compresi il commercio, la cooperazione allo sviluppo, gli aiuti umanitari, la sicurezza e la difesa;
51. sottolinea le crescenti implicazioni dei cambiamenti climatici per la sicurezza internazionale e la stabilità regionale riconducibili al degrado ambientale, alla perdita dei mezzi di sussistenza, agli spostamenti umani indotti dal clima e alle forme associate di tensione dove i cambiamenti climatici possono spesso essere considerati come un moltiplicatore delle minacce; esorta pertanto l'UE e gli Stati membri a collaborare con i loro partner di tutto il mondo per comprendere meglio, integrare, anticipare e gestire gli effetti destabilizzanti dei cambiamenti climatici; sottolinea, di conseguenza, l'importanza di integrare la diplomazia climatica dell'UE nelle politiche di prevenzione dei conflitti;
52. invita la Commissione e gli Stati membri ad avviare alleanze altamente ambiziose per fungere da esempio nell'integrazione dell'azione a favore del clima nelle diverse questioni di politica estera, tra cui commercio, migrazione internazionale, riforma delle istituzioni finanziarie internazionali e pace e sicurezza;
53. invita la Commissione a integrare la dimensione dei cambiamenti climatici negli accordi commerciali e di investimento internazionali rendendo la ratifica e l'attuazione dell'accordo di Parigi una condizione necessaria per la conclusione di futuri accordi commerciali; invita la Commissione a effettuare una valutazione globale della coerenza degli accordi esistenti con l'accordo di Parigi;
Industria e competitività
54. sottolinea che il cambiamento climatico è soprattutto una sfida sociale e che la lotta contro di esso dovrebbe pertanto rimanere uno dei principi guida delle politiche e delle azioni dell'UE, anche nel settore dell'industria, dell'energia, della ricerca e delle tecnologie digitali;
55. si compiace degli sforzi profusi e dei progressi compiuti finora dai cittadini, dalle imprese e dall'industria europei per rispettare gli obblighi derivanti dall'accordo di Parigi; li incoraggia ad avere ambizioni più elevate e a sfruttare appieno le opportunità derivanti dall'accordo di Parigi, tenendo il passo con gli sviluppi tecnologici;
56. sottolinea che un quadro giuridico stabile e prevedibile e chiari segnali programmatici a livello sia di UE sia globale agevolano e migliorano gli investimenti per il clima; sottolinea, a tale riguardo, l'importanza delle proposte legislative contenute nel pacchetto "Energia pulita per tutti gli europei" per rafforzare la competitività dell'UE, responsabilizzare i cittadini e fissare obiettivi in linea con gli impegni assunti dall'UE nel quadro dell'accordo di Parigi e del suo meccanismo di revisione quinquennale;
57. si compiace che molti dei paesi in cui si trovano i principali concorrenti dei settori dell'UE ad alta intensità energetica abbiano introdotto meccanismi di scambio delle quote di emissione o altri meccanismi di fissazione del prezzo; incoraggia gli altri paesi a fare altrettanto;
58. sottolinea l'importanza di aumentare il numero di posti di lavoro di qualità e di lavoratori qualificati nell'industria dell'UE al fine di guidarne la transizione verso l'innovazione e la sostenibilità; chiede che sia seguito un processo olistico e inclusivo per sviluppare una visione di un modello imprenditoriale alternativo nelle regioni ad alta intensità di carbone e di carbonio con un'elevata percentuale di lavoratori in settori dipendenti dal carbonio, in modo da facilitare una trasformazione sostenibile per industrie e servizi floridi, riconoscendo al contempo il patrimonio e le competenze della forza lavoro disponibile; sottolinea l'importante ruolo svolto dagli Stati membri nell'accelerare le riforme che possono portare ad una giusta transizione della forza lavoro in dette regioni; ricorda che il sostegno finanziario aggiuntivo dell'UE svolge un ruolo indispensabile a tale riguardo;
Politica energetica
59. ricorda che nell'UE si osserva a un calo degli investimenti nelle energie rinnovabili; sottolinea pertanto l'importanza dell'efficienza energetica e delle energie rinnovabili per la riduzione delle emissioni e la sicurezza energetica, nonché per la prevenzione e la mitigazione della povertà energetica al fine di tutelare e aiutare le famiglie vulnerabili e povere; chiede che siano promosse a livello mondiale le misure di efficienza energetica e di risparmio energetico, e che siano sviluppate energie rinnovabili (ad esempio promuovendo l'autoproduzione e il consumo di energia da fonti rinnovabili) e vengano diffuse in maniera efficace;
60. ricorda che la priorità attribuita all'efficienza energetica, segnatamente mediante il principio che pone quest'ultima al primo posto, e la leadership mondiale nelle energie rinnovabili sono due degli obiettivi principali dell'Unione dell'energia dell'UE; sottolinea l'importanza di una legislazione ambiziosa nel quadro del pacchetto "Energia pulita" per il conseguimento di tali obiettivi, nonché dell'imminente strategia per la metà del secolo per l'effettiva attuazione, nelle politiche dell'UE, dell'impegno assunto nel quadro dell'accordo di Parigi di contenere l'aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C, con l'ulteriore obiettivo di mantenerla al di sotto di 1,5°C;
61. sottolinea l'importanza di mettere a punto tecnologie di stoccaggio dell'energia, reti intelligenti e capacità di risposta alla domanda, che contribuiranno a rafforzare l'efficace diffusione delle energie rinnovabili nel settore della produzione di elettricità e in quello del riscaldamento e del raffreddamento domestici;
62. invita l'UE a spingere la comunità internazionale ad adottare senza indugio misure concrete, compreso un calendario, per l'eliminazione progressiva delle sovvenzioni dannose sul piano ambientale, che causano distorsione della concorrenza, scoraggiano la cooperazione e ostacolano l'innovazione;
Ricerca, innovazione, tecnologie digitali e politica spaziale
63. sottolinea che la ricerca e l'innovazione continue e rafforzate in materia di mitigazione dei cambiamenti climatici, le politiche di adattamento, l'efficienza delle risorse, le tecnologie sostenibili a emissioni nulle, l'uso sostenibile di materie prime secondarie ("economia circolare") e la raccolta di dati sui cambiamenti climatici sono la chiave per lottare contro i cambiamenti climatici in modo economicamente efficace, nonché per contribuire a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili; chiede pertanto un impegno globale per favorire e concentrare gli investimenti in tali settori; sottolinea la necessità di attribuire priorità al finanziamento di progetti nel settore dell'energia sostenibile, nel quadro del nuovo programma Orizzonte Europa, visti li impegni assunti dall'Unione europea nell'ambito dell'Unione dell'energia e dell'accordo di Parigi;
64. sottolinea che gli OSS rappresentano un cambiamento radicale nelle politiche internazionali in materia di cooperazione allo sviluppo e che l'UE si è impegnata ad attuarli nelle sue politiche sia interne che esterne; sottolinea, in linea con la dimensione esterna degli OSS, la necessità di esplorare diversi metodi per assistere i paesi in via di sviluppo e le economie emergenti nella loro transizione energetica attraverso, tra l'altro, misure di sviluppo delle capacità, un contributo alla riduzione dei costi di capitale delle energie rinnovabili e dei progetti di efficienza energetica, il trasferimento tecnologico e soluzioni per lo sviluppo delle città intelligenti e delle comunità rurali e remote, aiutandoli così a rispettare gli impegni assunti nel quadro dell'accordo di Parigi accoglie con favore, a tale riguardo, il Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile istituito di recente;
65. rammenta che la ricerca, l'innovazione e la competitività rientrano tra i cinque pilastri della strategia dell'UE per l'Unione dell'energia; osserva che l'UE è intenzionata a mantenere la sua posizione di leader globale in questi ambiti e nel contempo a sviluppare una stretta collaborazione scientifica con i partner internazionali; sottolinea l'importanza di creare e mantenere una solida capacità di innovazione sia nei paesi sviluppati che in quelli emergenti ai fini della diffusione di tecnologie energetiche pulite e sostenibili;
66. ricorda il ruolo fondamentale delle tecnologie digitali nel sostenere la transizione energetica e, in particolare, migliorare l'efficienza e il risparmio energetici; sottolinea i benefici climatici che la digitalizzazione dell'industria europea può apportare grazie all'uso efficiente delle risorse, alla riduzione dell'intensità dei materiali e al potenziamento dell'attuale forza lavoro;
67. è fermamente convinto che i programmi spaziali dell'Unione debbano essere progettati in modo da garantire un contributo alla lotta contro il cambiamento climatico e alle strategie di mitigazione; ricorda, in questo contesto, lo specifico ruolo svolto dal sistema Copernicus e la necessità di garantire che esso comprenda un servizio di monitoraggio delle emissioni di CO2; sottolinea l'importanza di mantenere una politica di accesso gratuito, totale e aperto ai dati, in quanto ciò è essenziale per la comunità scientifica ed è alla base della cooperazione internazionale in questo settore;
L'azione per il clima nei paesi in via di sviluppo
68. insiste sulla necessità di mantenere aperta la possibilità di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C e sul dovere dei principali produttori di emissioni, compresa l'UE, di intensificare rapidamente i loro sforzi di mitigazione, che possono generare significativi benefici collaterali per lo sviluppo sostenibile, nonché di aumentare sostanzialmente il loro sostegno all'azione per il clima nei paesi in via di sviluppo;
69. sottolinea l'importanza di un processo decisionale informato in merito al clima e di sostenerlo attraverso il miglioramento dei servizi climatici di particolare rilevanza per i paesi in via di sviluppo; chiede che questo divenga un obiettivo importante della ricerca finanziata dall'UE e che l'UE si adoperi attivamente per facilitare il trasferimento di tecnologia verso i paesi in via di sviluppo; chiede una dichiarazione dell'OMC sui diritti di proprietà intellettuale e i cambiamenti climatici, paragonabile a quella sull'accordo TRIPS e la salute pubblica adottata a Doha nel 2001;
70. ricorda l'impegno dei paesi sviluppati a fornire nuovi finanziamenti aggiuntivi per l'azione a favore del clima nei paesi in via di sviluppo, raggiungendo i 100 miliardi di USD all'anno entro il 2020; riconosce la necessità di un aumento costante dello sforzo finanziario e di norme contabili più rigorose al riguardo, anche prestando attenzione al requisito che stabilisce che il finanziamento debba essere nuovo e supplementare e includere esclusivamente gli equivalenti sovvenzione dei prestiti, calcolati secondo il metodo concordato in seno al comitato per l'aiuto allo sviluppo dell'OCSE; raccomanda agli Stati membri dell'UE di attenersi alle pratiche elaborate dalla Commissione per l'uso dei marcatori di Rio per l'aiuto pubblico allo sviluppo con un obiettivo climatico;
71. invita l'UE a rispettare il principio della coerenza delle politiche per lo sviluppo, sancito dall'articolo 208 TFUE, in quanto costituisce un aspetto fondamentale del contributo dell'UE all'accordo di Parigi; invita pertanto l'UE a garantire la coerenza tra le sue politiche in materia di sviluppo, commercio, agricoltura, energia e clima;
72. ricorda che il cambiamento climatico comporta effetti sia diretti che indiretti sulla produttività agricola; ribadisce la sua richiesta di un cambiamento profondo nei metodi di produzione e consumo degli alimenti in vista dell'adozione di pratiche agro-ecologiche, in linea con le conclusioni della valutazione internazionale delle conoscenze agricole, della scienza e della tecnologia per lo sviluppo (IAASTD) e con le raccomandazioni del relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto all'alimentazione; plaude alle iniziative intraprese dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) volte a incrementare il ricorso all'agro-ecologia al fine di conseguire gli OSS; esorta l'UE e i suoi Stati membri a orientare le loro politiche di sviluppo in tale direzione, anche per quanto riguarda la finestra di investimenti per l'agricoltura dell'EFSD;
73. ritiene che il costante incremento delle emissioni di CO2 dovute ai trasporti e correlate al commercio comprometta l'efficacia della strategia in materia di cambiamenti climatici dell'UE; osserva che la promozione di uno sviluppo orientato all'esportazione, anche attraverso un'agricoltura industriale orientata all'esportazione, è difficile da conciliare con l'imperativo della mitigazione dei cambiamenti climatici;
74. ritiene che l'UE debba esaminare le modalità per introdurre controlli sul commercio e il consumo europei di prodotti che mettono a rischio le foreste quali soia, olio di palma, eucalipto, carne bovina, cuoio e cacao, tenendo conto degli insegnamenti tratti dal piano d'azione FLEGT, del regolamento dell'UE sul legname e dalle misure unionali per regolamentare altre catene di approvvigionamento al fine di porre fine a gravi danni o prevenirli; osserva che l'applicazione degli obblighi di tracciabilità e di dovuta diligenza lungo tutta la catena di approvvigionamento è la chiave per il successo di detti sforzi;
75. invita la Banca europea per gli investimenti a porre rapidamente fine ai prestiti a favore di progetti basati sui combustibili fossili e chiede agli Stati membri dell'UE di cessare tutte le garanzie per i crediti all'esportazione a favore di progetti basati sui combustibili fossili; sollecita garanzie pubbliche specifiche per gli investimenti verdi ed etichette e vantaggi fiscali per i fondi d'investimento verdi e per l'emissione di eco-obbligazioni;
76. sottolinea l'importanza di rendere operativo l'obiettivo globale in materia di adattamento e di mobilitare nuovi importanti fondi per l'adattamento nei paesi in via di sviluppo; invita l'Unione europea e i suoi Stati membri a impegnarsi ad aumentare in maniera significativa i finanziamenti forniti a favore dell'adattamento; riconosce la necessità di compiere progressi anche sulla questione delle perdite e dei danni, per la quale dovrebbero essere reperite risorse supplementari attraverso fonti innovative di finanziamento pubblico ricorrendo al meccanismo internazionale di Varsavia;
77. sottolinea la necessità di progetti "dal basso verso l'alto", condotti a livello locale, che raggiungano persone e comunità particolarmente vulnerabili; osserva che l'accento attualmente posto sulle operazioni di finanziamento misto e sulle garanzie per facilitare gli investimenti privati favorisce i progetti su larga scala e chiede che vi sia un adeguato equilibrio nell'uso dei fondi di assistenza;
78. rileva che il settore dell'aviazione dipende ampiamente dalla compensazione delle emissioni di carbonio e che la compensazione legata alle foreste è difficile da misurare e impossibile da garantire; sottolinea la necessità di garantire che il sistema di compensazione e riduzione delle emissioni di carbonio del trasporto aereo internazionale (CORSIA) e altri progetti non pregiudichino in alcun modo la sicurezza alimentare, i diritti fondiari, i diritti delle popolazioni indigene o la biodiversità, e che sia rispettato il principio del libero, previo e informato consenso;
Ruolo del Parlamento europeo
79. ritiene di dover essere parte integrante della delegazione dell'UE, in quanto l'approvazione del Parlamento è necessaria per la conclusione di accordi internazionali e riveste un ruolo cruciale per l'attuazione nazionale dell'accordo di Parigi in qualità di colegislatore; si attende pertanto di poter partecipare alle riunioni di coordinamento dell'UE a Katowice e di poter avere garanzia di accesso a tutti i documenti preparatori fin dall'avvio della fase negoziale;
o o o
80. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e al Segretariato dell'UNFCCC, con richiesta di distribuirla a tutte le parti esterne all'UE.