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Procedura : 2018/2685(RSP)
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Ciclo del documento : B8-0547/2018

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B8-0547/2018

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PV 29/11/2018 - 5
CRE 29/11/2018 - 5

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PV 29/11/2018 - 8.19
CRE 29/11/2018 - 8.19
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P8_TA(2018)0484

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Giovedì 29 novembre 2018 - Bruxelles
La situazione delle donne con disabilità
P8_TA(2018)0484B8-0547/2018

Risoluzione del Parlamento europeo del 29 novembre 2018 sulla situazione delle donne con disabilità (2018/2685(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  viste la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, la Convenzione europea dei diritti dell'uomo e la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

–  viste la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (CRPD), e la sua entrata in vigore il 21 gennaio 2011, conformemente alla decisione 2010/48/CE del Consiglio, del 26 novembre 2009, relativa alla conclusione, da parte della Comunità europea, della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità(1), in particolare l'articolo 6 relativo alle donne e alle minori con disabilità,

–  visti la Convenzione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (CEDAW, 1979) e il relativo protocollo facoltativo (1999),

–  vista la Carta comunitaria dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori(2),

–  visti gli articoli 10, 19 e 168 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

–  vista la direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro(3),

–  vista la proposta della Commissione relativa a una direttiva del Consiglio recante applicazione del principio di parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla religione o le convinzioni personali, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale (COM(2008)0426) e la relativa posizione del Parlamento del 2 aprile 2009(4),

–  visto lo studio della direzione generale "Politiche interne dell'Unione" del Parlamento intitolato "Discrimination Generated by the Intersection of Gender and Disability" (Discriminazione dovuta all'intersezione di genere e disabilità),

–  vista la relazione dell'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (EIGE) dal titolo "Poverty, gender and intersecting inequalities in the EU" (Povertà, genere e disuguaglianze che si intersecano nell'UE), con particolare attenzione al capitolo 8 su genere e disabilità",

–  visto l'indice indice sull'uguaglianza di genere relativo al 2017,

–  vista l'interrogazione alla Commissione sulla situazione delle donne con disabilità (O-000117/2018 – B8-0418/2018),

–  vista la proposta di risoluzione della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere,

–  visti l'articolo 128, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.  considerando che nell'UE vivono oltre 80 milioni di persone con disabilità; che un europeo su quattro ha un familiare disabile; che nell'UE vi sono circa 46 milioni di donne e ragazze con disabilità, pari a circa il 16 % della sua popolazione femminile totale e al 60 % della popolazione complessiva di persone con disabilità;

B.  considerando che il termine "disabilità" comprende un'ampia gamma di situazioni personali temporanee, a breve o a lungo termine che richiedono risposte politiche su misura e includono questioni di salute mentale;

C.  considerando che i cambiamenti demografici e l'invecchiamento della popolazione si traducono in un maggior numero di persone disabili più avanti nella vita;

D.  considerando che ogni giorno alle persone con disabilità sono negati diritti fondamentali, con il perpetuarsi delle difficoltà di accesso a un'occupazione retribuita e ai relativi diritti, sia nel settore pubblico che in quello privato; che la formazione professionale delle persone con disabilità non corrisponde a quella che dovrebbe e potrebbe essere per poter consentire l'acquisizione delle conoscenze e delle competenze necessarie per l'inclusione nella vita lavorativa;

E.  considerando che solo il 18,8 % delle donne con disabilità è occupato nell'UE; che il 45 % delle donne in età lavorativa (20-64 anni) con disabilità è inattivo, mentre per gli uomini la percentuale equivalente è del 35 %;

F.  considerando che il 75 % delle persone con gravi disabilità non ha la possibilità di partecipare pienamente al mercato del lavoro europeo e che le donne con disabilità hanno una probabilità di essere vittime di violenza da due a cinque volte superiore rispetto alle donne non disabili;

G.  considerando che il 34 % delle donne con problemi di salute o disabilità ha subito violenze fisiche o sessuali da parte di un partner nel corso della propria vita;

H.  considerando che la sterilizzazione delle donne disabili a loro insaputa o senza il loro consenso è una forma diffusa di violenza, in particolare nei confronti di membri di minoranze etniche come le donne rom;

I.  considerando che vi è una mancanza di visibilità delle persone disabili nella vita pubblica e nei media;

J.  considerando che circa due terzi dei prestatori di assistenza in Europa sono donne; che l'80 % dei servizi di assistenza all'interno dell'UE è fornito da prestatori informali non retribuiti, il 75 % dei quali sono donne; che si stima che il valore economico dell'assistenza informale non retribuita nell'Unione, come percentuale del costo complessivo della prestazione di assistenza formale a lungo termine, sia compreso tra il 50 % e il 90 %.

K.  considerando che la partecipazione sociale ed economica delle donne con disabilità è essenziale per il successo della strategia economica e sociale globale dell'Europa;

L.  considerando che le donne disabili devono spesso affrontare molteplici forme di discriminazione, tra l'altro a causa della loro identità di genere, della loro espressione di genere e delle loro caratteristiche sessuali, il che contribuisce alla femminilizzazione della povertà;

M.  considerando che le persone con disabilità, e in particolare le donne disabili, hanno redditi più bassi e sono a più alto rischio di povertà ed esclusione sociale; che le situazioni di povertà e di esclusione si protraggono laddove la protezione sociale è manifestamente insufficiente; che la situazione delle donne disabili lavoratrici si è deteriorata nel tempo rispetto a quella degli uomini (la percentuale delle donne che vivono in condizioni di povertà lavorativa era del 10 % nel 2007 e del 12 % nel 2014);

N.  considerando che gli sviluppi tecnologici sono pieni di opportunità e sfide, soprattutto per le donne con disabilità, dato che la forza lavoro globale utilizza sempre più spesso strumenti digitali;

O.  considerando che persistono difficoltà di accesso ai centri sanitari, alle cure ospedaliere, ai prodotti di supporto, ai medicinali e alle terapie essenziali per il monitoraggio e la riabilitazione; che permangono gravi problemi di mobilità, dovuti a barriere architettoniche che ostacolano il transito nei luoghi pubblici e sulle strade o a un accesso limitato al trasporto pubblico e collettivo; che vi sono tuttora ostacoli alla comunicazione (ad esempio la carenza di interpreti di lingua dei segni nei servizi pubblici e la scarsa accessibilità televisiva per i non udenti), che limitano e impediscono l'accesso ai servizi pubblici e all'informazione; che i servizi di sostegno, protezione e comunicazione nonché sanitari e di assistenza, quali quelli connessi alla sanità di base, alla violenza contro le donne e all'assistenza all'infanzia e alla maternità, dovrebbero essere pienamente accessibili in tutte le lingue, forme e formati a tutte le donne, in particolare alle donne e alle minori con disabilità;

P.  considerando che la piena partecipazione delle persone con disabilità, conformemente all'articolo 29 della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, alla vita politica e pubblica, dove spesso sono sottorappresentate, rimarrà una pia illusione, in particolare per le donne, se la questione non viene adeguatamente affrontata;

Q.  considerando che, nonostante le numerose convenzioni internazionali e disposizioni del diritto europeo, nonché l'attuale strategia europea in materia di disabilità, le persone con disabilità non godono ancora pienamente dei diritti sociali e di cittadini; che non sono garantiti l'accesso paritario alla cultura, allo sport e alle attività ricreative né la partecipazione paritaria alla vita sociale e politica; che i professionisti che operano in questi ambiti sono sottovalutati; che tutte le suddette convenzioni e disposizioni sono sistematicamente ignorate, e i lavoratori e le persone con disabilità continuano a vedere negati i propri diritti fondamentali; che le donne e le minori con disabilità rimangono ai margini dei processi decisionali e dei progressi nell'ambito dell'uguaglianza di genere;

R.  considerando che l'uguaglianza di genere non è stata integrata orizzontalmente nella strategia europea sulla disabilità 2010-2020;

S.  considerando che gli articoli 21 e 26 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea vietano esplicitamente la discriminazione fondata sulla disabilità e prevedono la partecipazione paritaria delle persone con disabilità alla vita della comunità; che la parità di trattamento può essere garantita applicando politiche e misure positive a favore delle donne disabili e delle madri di bambini disabili;

T.  considerando che includere la dimensione di genere nella strategia europea sulla disabilità post-2020 contribuirà a un approccio integrato all'eliminazione delle discriminazioni a danno di donne e ragazze con disabilità;

U.  considerando che il salario mensile degli uomini disabili è superiore a quello delle donne disabili, mentre entrambi i salari sono generalmente inferiori a quelli degli altri lavoratori, in una realtà discriminatoria che persiste;

V.  considerando che l'attuale mercato del lavoro è instabile e precario e che l'aumento della disoccupazione comporta una diminuzione delle opportunità di accesso all'occupazione per le persone disabili;

W.  considerando che vi è una carenza di risorse umane, materiali e pedagogiche nel sistema scolastico statale per l'adeguato accompagnamento e l'effettiva inclusione dei bambini e dei giovani con esigenze educative specifiche; che la piena integrazione nella società si ottiene principalmente attraverso un'occupazione di qualità e un'istruzione accessibile; che l'occupazione non è soltanto considerata una fonte di reddito, ma è divenuta anche un meccanismo di integrazione sociale in quanto crea un legame con la società, relazioni interpersonali e un senso di partecipazione alla vita sociale, culturale ed economica;

X.  considerando che le donne con disabilità possono subire forme uniche di abusi difficili da riconoscere, come la rimozione o la distruzione dei dispositivi per la mobilità di una persona o il diniego di accesso alle risorse legate alla disabilità nella comunità e/o agli appuntamenti sanitari;

Y.  considerando che i tassi di tumore al seno per le donne disabili sono molto più elevati di quelli della popolazione femminile in generale, a causa della mancanza di apparecchiature di screening e diagnosi adeguate;

Z.  considerando che l'indice sull'uguaglianza di genere dell'EIGE relativo al 2017 evidenzia che in media il 13 % e il 5 % delle donne disabili lamentano di non vedere soddisfatti i propri bisogni rispettivamente medici e dentali, mentre nel caso delle donne senza disabilità è il 5 % a vedere non soddisfatte le proprie esigenze mediche;

Raccomandazioni generali

1.  ribadisce che tutte le persone con disabilità devono avere la possibilità di beneficiare pienamente dei propri diritti sulla base dell'inclusione e della piena partecipazione alla società; sottolinea che ciò è possibile solo attraverso l'attuazione di politiche attive e pubbliche e l'eliminazione di tutti gli ostacoli alla partecipazione;

2.  invita gli Stati membri ad attuare politiche di prevenzione, trattamento, riabilitazione e integrazione per quanto riguarda le persone con disabilità e di sostegno alle loro famiglie, e ad assumersi la responsabilità dell'effettiva realizzazione dei loro diritti, fatti salvi i diritti e i doveri dei genitori o dei tutori; chiede inoltre lo sviluppo di una pedagogia che sensibilizzi la società ai doveri di rispetto e solidarietà nei confronti delle persone con disabilità, per contrastare la discriminazione sociale di cui sono oggetto;

3.  invita gli Stati membri a rispettare gli impegni assunti in merito alla ratifica della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità e ad adottare tutte le misure necessarie per garantire i diritti e le libertà nonché le responsabilità in essa sancite, in particolare in settori quali occupazione, istruzione, salute, protezione sociale, alloggio, mobilità, accesso alla giustizia, cultura, sport, tempo libero e partecipazione alla vita sociale e politica, nonché le responsabilità specifiche definite in suddetta convenzione per i diritti delle donne e dei minori con disabilità;

4.  sottolinea che le donne e le minori con disabilità sono soggette a una doppia discriminazione a causa dell'intersecarsi di genere e disabilità e spesso possono essere esposte persino a difficoltà multiple dovute, in molti casi, all'intersezione di genere e disabilità con l'orientamento sessuale, l'identità di genere, l'espressione di genere, le caratteristiche sessuali, lo status di migrante, l'età, la religione o l'etnia;

5.  ribadisce il suo invito alla Commissione e agli Stati membri a integrare una prospettiva relativa alle donne e alle minori con disabilità nei loro programmi, strategie e politiche in materia di parità di genere, una prospettiva di genere nelle loro strategie in materia di disabilità e una prospettiva sia di genere che di disabilità in tutte le altre politiche;

6.  invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere la ricerca e l'innovazione per quanto riguarda lo sviluppo di prodotti e servizi a sostegno delle persone con disabilità nelle loro attività quotidiane;

7.  sottolinea che il numero di persone anziane è in aumento e che, in base ai dati dell'Organizzazione mondiale della sanità, la disabilità è più diffusa tra le donne, le quali sono più colpite dal fenomeno a causa della loro aspettativa di vita più lunga; sottolinea che il numero di donne disabili aumenterà pertanto in misura proporzionale;

8.  insiste affinché siano raccolti dati disaggregati per genere allo scopo di individuare le forme di discriminazione multipla trasversale cui sono esposte le donne e le minori con disabilità in tutti i settori contemplati dalla Convenzione di Istanbul e ovunque sia opportuno;

9.  invita l'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere a continuare a fornire analisi e contributi a livello dell'UE e degli Stati membri per quanto riguarda la situazione specifica delle donne e delle minori con disabilità, con particolare attenzione alla discriminazione intersettoriale;

10.  ribadisce che spesso le donne con disabilità affrontano sfide e pericoli persino maggiori nei paesi coinvolti in conflitti e nelle zone di conflitto; sottolinea pertanto la necessità di proteggere le donne disabili nelle politiche esterne dell'UE;

Diritti delle donne con disabilità

11.  sottolinea che alle donne con disabilità deve essere garantito il pieno godimento dei diritti per quanto riguarda un'istruzione di qualità, accessibile e a prezzi abbordabili, l'assistenza sanitaria, comprese cure sanitarie specifiche per le persone transgender e per la salute sessuale e riproduttiva e i diritti ad essa connessi, l'occupazione, la mobilità, la vita familiare, l'autonomia fisica, la sessualità e il matrimonio, nonché le salvaguardie che garantiscono tali diritti;

12.  ricorda che le autorità a tutti i livelli e le parti interessate devono rispettare e sostenere il diritto a una vita indipendente e, pertanto, fornire gli strumenti e il sostegno necessari per consentire alle persone con disabilità, in particolare alle donne, di godere della libertà di scelta e di controllo sulla propria vita e sul proprio stile di vita;

13.  sottolinea che le donne e le minori con disabilità devono essere informate dei loro diritti e dei servizi al cittadino a loro disposizione; sottolinea che tali informazioni devono essere fornite in modo semplice e sicuro, tenendo conto dei diversi metodi di comunicazione, media e formati da esse scelti e ad esse adattati; sottolinea che il diritto all'informazione non deve essere confuso con la concettualizzazione della necessità di ricercare attivamente l'accesso ai diritti (trasferendo la responsabilità della giusta fruizione a chi ne ha bisogno), in quanto gli Stati membri devono assumersi la responsabilità di raggiungere tutte le persone con disabilità e assicurare e garantire loro i diritti sanciti dalla legge o dalle convenzioni internazionali;

14.  chiede l'integrazione delle persone con disabilità nelle strutture regolari della società a tutti i livelli, compresa la sanità, l'istruzione e l'occupazione, tenendo conto del fatto che l'uso persistente e generalizzato di strutture o servizi speciali porta alla segregazione e riduce le pari opportunità;

15.  riconosce la necessità che le persone con disabilità possano accedere a spazi sicuri, ad esempio sotto forma di club e associazioni;

16.  invita l'UE a rimuovere gli ostacoli al diritto di voto per le persone con disabilità, in particolare per le elezioni europee del 2019;

17.  esorta gli Stati membri ad applicare il principio della parità di retribuzione a parità di lavoro svolto, a contrastare le discriminazioni salariali e a garantire la parità tra donne e uomini, anche per quanto riguarda le persone con disabilità;

Accessibilità

18.  invita gli Stati membri e la Commissione ad attuare politiche che promuovano l'accessibilità, quale passo essenziale verso l'inclusione e condizione imprescindibile per l'integrazione e la partecipazione delle persone con disabilità; sottolinea altresì l'importanza del rispetto dei principi della parità di trattamento e delle pari opportunità in materia di accessibilità e mobilità;

19.  insiste sulla necessità che gli Stati membri adottino misure, in particolare nei settori della sanità, dell'istruzione, dei trasporti, della pianificazione urbana e dell'edilizia abitativa;

20.  esprime profonda preoccupazione per il fatto che, troppo spesso, alle donne e alle ragazze con disabilità sia negato l'accesso alle strutture nel settore della salute e dei diritti sessuali e riproduttivi; ritiene preoccupante il fatto che alle donne e alle ragazze con disabilità sia negato il consenso informato sull'uso dei contraccettivi e che siano addirittura a rischio di sterilizzazione forzata; invita gli Stati membri ad attuare misure legislative a tutela dell'integrità fisica, della libertà di scelta e dell'autodeterminazione per quanto riguarda la vita sessuale e riproduttiva delle donne e delle ragazze con disabilità;

21.  esprime preoccupazione per il fatto che pochi paesi hanno disposizioni che garantiscono il diritto delle persone con disabilità di accedere al riconoscimento giuridico del genere; osserva che il riconoscimento giuridico del genere, anche laddove consentito, potrebbe essere inaccessibile per le donne e le ragazze sotto tutela legale; osserva che l'obbligo di valutazione psichiatrica per accedere al riconoscimento giuridico del genere ostacola l'accesso delle donne e delle ragazze con problemi di salute mentale; invita gli Stati membri ad adottare una legislazione giuridica in materia di riconoscimento del genere basata sull'autodeterminazione e che tenga conto delle esigenze di accessibilità per le persone con disabilità;

22.  individua la necessità, per quanto riguarda i trasporti, che gli Stati membri sviluppino politiche di trasporto pubblico che facilitino la mobilità delle persone con disabilità, unitamente all'eliminazione delle barriere architettoniche; invita il Consiglio e la Commissione a stanziare i fondi dell'Unione necessari per sostenere lo sviluppo di tali politiche;

Relazioni di lavoro e sul luogo di lavoro, nell'ottica di un'occupazione di qualità e di un giusto equilibrio tra vita professionale e vita privata

23.  invita gli Stati membri a sviluppare politiche che promuovano l'integrazione delle persone con disabilità nel mercato del lavoro; ritiene che tali politiche dovrebbero incoraggiare l'accesso all'occupazione come condizione per l'inclusione sociale, promuovendo le pari opportunità;

24.  invita gli Stati membri a garantire forme specifiche di regolamentazione del lavoro che affrontino e integrino le esigenze specifiche delle persone con disabilità, in particolare per quanto riguarda la regolamentazione dell'orario di lavoro; sottolinea la necessità di definire una legislazione del lavoro specifica che tenga conto delle esigenze delle donne con disabilità in materia di gravidanza e maternità, salvaguardando la permanenza sul mercato del lavoro e garantendo la tutela del lavoro;

25.  invita gli Stati membri a valutare la necessità di disposizioni volte a garantire che l'applicazione del congedo di maternità, di paternità e parentale, come pure di un orario di lavoro flessibile, sia adattata alle diverse esigenze connesse alle nascite multiple, ai parti prematuri, ai genitori adottivi, ai co-genitori, ai genitori con disabilità, ai genitori con problemi di salute mentale e ai genitori di figli con disabilità, malattie croniche o problemi di salute mentale;

26.  chiede la promozione del diritto alla salute e alla riabilitazione e l'adozione di politiche volte a prevenire e porre rimedio agli infortuni sul lavoro e alle malattie professionali delle persone con disabilità;

27.  invita la Commissione a mettere a disposizione degli Stati membri le competenze necessarie per affrontare la discriminazione intersettoriale;

28.  invita la Commissione a sostenere e incoraggiare gli Stati membri nell'affrontare la discriminazione generata dall'intersezione tra identità di genere, espressione di genere, orientamento sessuale, caratteristiche sessuali e disabilità, attraverso la formazione alla diversità e la collaborazione con i datori di lavoro per introdurre misure sul posto di lavoro, ad esempio volte a promuovere procedure di assunzione anonime;

Istruzione

29.  invita gli Stati membri a porre l'accento, nel garantire servizi di assistenza all'infanzia in età prescolare, non solo sull'accessibilità, ma anche sulla qualità e l'accessibilità economica di tale assistenza, in particolare per i bambini con disabilità, tenendo conto nel contempo delle esigenze dei genitori con disabilità; invita inoltre gli Stati membri a migliorare gli investimenti pubblici nell'istruzione della prima infanzia e nella cura di tali gruppi di persone;

30.  sottolinea l'importanza di integrare le donne con disabilità all'interno dei sistemi professionali e di istruzione ordinari;

31.  sottolinea che un livello e una qualità più elevati dell'istruzione e della formazione porteranno a una maggiore autonomia delle donne con disabilità, in quanto l'istruzione è uno degli strumenti che influenzano maggiormente il progresso della società, fornendo le conoscenze e i valori necessari per raggiungere livelli più elevati di benessere e di crescita economica e personale; sottolinea la particolare importanza di un'istruzione e di una formazione di qualità per le persone con disabilità;

32.  invita gli Stati membri a garantire una reale parità di opportunità nell'accesso all'istruzione, garantendo l'effettiva integrazione dei bambini e dei giovani con disabilità nei loro sistemi di istruzione a tutti i livelli; chiede che siano soddisfatte le esigenze educative specifiche e il fabbisogno di materiale didattico specifico, con l'ausilio di scuole inclusive, al fine di garantire un accesso equo, ma anche buoni risultati, all'interno del sistema educativo;

33.  invita gli Stati membri a investire in un'istruzione di alta qualità per i bambini e gli adulti con disabilità nel quadro dell'istruzione generale, facilitando così l'accesso, in particolare per le fasce più svantaggiate della popolazione;

34.  chiede politiche dell'istruzione che mirino a eliminare i numerosi ostacoli che rimangono per le persone con disabilità; esorta gli Stati membri a conseguire, nell'ambito dei loro istituti scolastici tradizionali, le condizioni fisiche e/o pedagogiche che consentono alle persone con disabilità di frequentarli; sottolinea, pertanto, la necessità di aumentare il numero di insegnanti che accompagnano i bambini con disabilità;

35.  invita gli Stati membri a sviluppare strategie per combattere il bullismo e le molestie, anche in ambito educativo e online, contro i bambini e i giovani per motivi di disabilità, identità di genere o espressione di genere, orientamento sessuale, status di migrante, classe, età, religione o etnia;

36.  ricorda l'importanza di tenere conto delle esigenze delle donne e delle ragazze con disabilità nell'elaborazione e nell'attuazione dei programmi e delle iniziative dell'UE, in particolare nel settore dell'istruzione, della mobilità e delle azioni a favore dei giovani, nonché di intraprendere tutte le azioni pertinenti per garantire una maggiore partecipazione a tali opportunità;

Salute

37.  ritiene che le donne e le ragazze con disabilità debbano avere accesso completo a cure mediche rispondenti alle loro particolari esigenze, in settori quali la consulenza ginecologica, le visite mediche, la salute sessuale e riproduttiva, la pianificazione familiare e un sostegno adeguato durante la gravidanza, nonché un'assistenza sanitaria specifica per le persone transessuali; esorta gli Stati membri a garantire investimenti pubblici in questo settore e ad assicurare che la loro assistenza sanitaria pubblica nazionale includa un accesso adeguato a tali servizi;

38.  sottolinea che le donne e le ragazze con disabilità devono ricevere tutte le informazioni adeguate per consentire loro di prendere liberamente decisioni che riguardano la loro salute; sottolinea l'importanza che gli Stati membri adottino tutte le misure necessarie per combattere la sterilizzazione forzata;

39.  invita la Commissione a introdurre obiettivi per i servizi di assistenza alle persone con disabilità, in linea con gli obiettivi di Barcellona, con strumenti di monitoraggio per misurare la qualità e l'accessibilità, anche economica, di tali servizi;

40.  invita l'UE e gli Stati membri ad adottare tutte le misure atte a garantire che le donne e le ragazze con disabilità abbiano un accesso paritario sia all'assistenza sanitaria specifica per le persone con disabilità, sia ai servizi tradizionali;

41.  invita la Commissione a mettere a disposizione degli Stati membri le competenze necessarie per affrontare la discriminazione intersettoriale;

Violenza basata sul genere

42.  si compiace della decisione del Consiglio che ha autorizzato l'UE a firmare la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul), quale passo importante per contrastare la violenza sulle donne e le ragazze con disabilità; invita l'UE a ratificare rapidamente la Convenzione di Istanbul ed esorta gli Stati membri che non l'hanno ancora ratificata a provvedere in tal senso; incoraggia il Consiglio a procedere quanto prima alla conclusione dell'adesione dell'UE;

43.  sottolinea con preoccupazione che le donne e le ragazze con disabilità hanno più probabilità di diventare vittima di violenza basata sul genere, in particolare di violenza domestica e sfruttamento sessuale; evidenzia che ciò riguarda anche la sterilizzazione e l'aborto forzati; invita gli Stati membri ad adottare misure adeguate e a fornire servizi di alta qualità, accessibili e su misura per porre fine alla violenza contro le donne e i bambini e sostenere le vittime di violenza, fornendo personale qualificato per fornire consulenza specializzata nonché una protezione e un sostegno adeguati in termini giuridici;

44.  incoraggia gli Stati membri a fornire a tutti i professionisti della salute e dell'istruzione una formazione adeguata per la prevenzione della discriminazione e della violenza contro le donne e le ragazze con disabilità;

45.  rinnova il suo invito alla Commissione affinché presenti una strategia europea globale per contrastare la violenza contro le donne, corredata di una proposta di atto legislativo volto a prevenire e combattere la violenza di genere, prestando una particolare attenzione alle donne e alle ragazze con disabilità; chiede inoltre che sia istituito un osservatorio dell'UE sulla violenza di genere;

46.  chiede misure politiche specifiche per affrontare il problema della violenza e degli abusi nei confronti delle persone con disabilità e difficoltà di apprendimento, in particolare donne e ragazze, tra cui l'intimidazione, il bullismo e le molestie online, nonché la violenza in situazioni di assistenza formale e informale;

Inclusione digitale e mediatica

47.  evidenzia che sono necessari maggiori sforzi per superare gli stereotipi e i pregiudizi sulla disabilità e che le donne e le ragazze con disabilità devono avere maggiore visibilità nei mezzi di informazione al fine di cambiare le norme sociali predominanti che ne prevedono l'esclusione; invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere la parità di genere nelle organizzazioni dei media, negli organi rappresentativi e negli istituti di formazione, specialmente in seno ai consigli di amministrazione, e a investire in iniziative di sensibilizzazione del pubblico, nonché a monitorare e seguire da vicino i progressi compiuti;

48.  invita la Commissione e gli Stati membri a sviluppare programmi e servizi per le donne con disabilità, che si concentrino sulla loro inclusione digitale e valorizzino l'enorme potenziale di digitalizzazione a disposizione delle donne con disabilità;

49.  sottolinea la necessità di aumentare l'accessibilità ai servizi di media, con servizi Internet pienamente accessibili che soddisfino i più elevati standard di eccellenza adattati alle persone con disabilità;

50.  invita gli Stati membri a incoraggiare le emittenti a coinvolgere pienamente le donne con disabilità, in qualità di partecipanti e presentatrici, in tutti i tipi di mezzi di comunicazione radiotelevisiva;

Legislazione e attuazione

51.  deplora che l'attuale strategia europea sulla disabilità 2010-2020 non abbia dato impulso all'adozione di atti legislativi, misure e politiche efficaci per combattere la segregazione e il rifiuto delle donne con disabilità nel mercato del lavoro, nella vita politica, nelle scuole e nei contesti di apprendimento;

52.  invita la Commissione e gli Stati membri a introdurre politiche che consentano e incoraggino la partecipazione delle donne e delle ragazze con disabilità alla vita pubblica, sociale, culturale, economica e politica, in particolare riducendo gli ostacoli alla mobilità e incoraggiando le donne con disabilità a costituire organizzazioni e reti e ad aderirvi, anche attraverso programmi di formazione e tutoraggio;

53.  invita l'UE e gli Stati membri a sviluppare azioni positive rivolte alle donne con disabilità al fine di promuovere la formazione, l'inserimento professionale, l'accesso all'occupazione, il mantenimento del posto di lavoro, la parità di percorsi professionali, l'adattamento sul posto di lavoro e l'equilibrio tra vita professionale e vita privata;

54.  invita la Commissione a sviluppare azioni positive per promuovere i diritti delle donne e delle ragazze con disabilità, a istituire un meccanismo per monitorare i progressi e a finanziare la raccolta di dati e la ricerca sulle donne e le ragazze con disabilità, conformemente ai principi della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità;

55.  chiede alla Commissione di presentare una proposta di strategia europea sulla disabilità 2020-2030 che integri pienamente le disposizioni della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità nella legislazione, nelle politiche e nei programmi futuri dell'UE e che sia coerente con la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo e con l'impegno strategico a favore della parità di genere 2016-2019, al fine di assicurare che le donne e le ragazze con disabilità possano godere pienamente dei propri diritti come ogni altra persona;

56.  invita l'UE e i suoi Stati membri a inserire le norme della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità nei rispettivi quadri giuridici e politici, al fine di garantire che l'approccio alla disabilità basato sui diritti umani sia pienamente rispecchiato nella legislazione e nell'elaborazione delle politiche;

57.  sottolinea che le donne e le ragazze con disabilità, attraverso le loro organizzazioni rappresentative, dovrebbero essere strettamente consultate e attivamente coinvolte nello sviluppo e nell'attuazione della legislazione e delle politiche volte a garantire la non discriminazione e le pari opportunità, nonché nel monitoraggio della loro efficacia; chiede un autentico dialogo strutturato fra l'UE e le organizzazioni che rappresentano le persone con disabilità ai fini della formulazione della strategia europea sulla disabilità 2020-2030;

58.  sottolinea che le organizzazioni di persone con disabilità devono essere coinvolte nella preparazione, nell'esecuzione e nella valutazione ex post dei progetti intrapresi nel quadro della politica di coesione dell'UE;

Contributo finanziario

59.  invita la Commissione e gli Stati membri a ottimizzare i fondi strutturali dell'UE, compreso il Fondo sociale europeo, al fine di promuovere l'accessibilità e la non discriminazione delle donne con disabilità e di aumentare la visibilità delle opportunità di finanziamento, ad esempio per la creazione di start-up e il sostegno all'imprenditorialità in generale;

o
o   o

60.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione e al Consiglio.

(1) GU L 23 del 27.1.2010, pag. 35.
(2) GU C 364 del 18.12.2000, pag. 1.
(3) GU L 303 del 2.12.2000, pag. 16.
(4) GU C 137 E del 27.5.2010, pag. 68.

Ultimo aggiornamento: 6 febbraio 2020Note legali - Informativa sulla privacy