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Procedura : 2018/2097(INI)
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A8-0392/2018

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PV 11/12/2018 - 16
CRE 11/12/2018 - 16

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Mercoledì 12 dicembre 2018 - Strasburgo
Relazione annuale sull'attuazione della politica estera e di sicurezza comune
P8_TA(2018)0513A8-0392/2018

Risoluzione del Parlamento europeo del 12 dicembre 2018 sulla relazione annuale sull'attuazione della politica estera e di sicurezza comune (2018/2097(INI))

Il Parlamento europeo,

–  vista la relazione annuale del Consiglio al Parlamento europeo sulla politica estera e di sicurezza comune,

–  visti gli articoli 21 e 36 del trattato sull'Unione europea (TUE),

–  vista la Carta delle Nazioni Unite,

–  visto l'Atto finale di Helsinki del 1975, pubblicato dall'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE),

–  visto il trattato del Nord-Atlantico,

–  vista la dichiarazione congiunta, del 10 luglio 2018, sulla cooperazione UE-NATO,

–  vista la dichiarazione del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) sulla responsabilità politica(1),

–  vista la strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell'Unione europea del 2016,

–  vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 7 giugno 2017, dal titolo "Un approccio strategico alla resilienza nell'azione esterna dell'UE" (JOIN(2017)0021),

–  visto l'articolo 52 del suo regolamento,

–  vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A8-0392/2018),

A.  considerando che, dalla fine della guerra fredda, il contesto di sicurezza nell'Unione non è mai stato più instabile, imprevedibile, complesso e ambiguo di oggi e che deve far fronte a conflitti tra Stati, disastri naturali, terrorismo, Stati falliti, attacchi informatici e guerre ibride; che le attuali politiche dell'UE potrebbero non essere più sufficienti a promuovere un vicinato stabile e prospero; che l'Unione ha una responsabilità crescente di garantire la propria sicurezza, difendendo nel contempo i suoi interessi e valori;

B.  considerando che l'azione esterna dell'UE ha un impatto diretto sulla vita dei cittadini, sia all'interno che all'esterno dell'Unione europea, sostenendo la pace, la cooperazione economica, la sicurezza e la stabilità dentro e fuori i suoi confini, prevenendo le crisi prima che si verifichino oppure gestendole per evitare ripercussioni negative, o facilitando la risoluzione pacifica dei conflitti;

C.  considerando che la popolazione dell'UE è in calo e che si stima che nel 2050 rappresenterà appena il 5 % della popolazione mondiale, contro il 13 % del 1960;

D.  considerando che più della metà della crescita demografica mondiale entro il 2050 dovrebbe registrarsi in Africa, il che dovrebbe corrispondere a 1,3 miliardi dei 2,4 miliardi di persone supplementari sul pianeta; che il concentrarsi di tale crescita in alcuni dei paesi più poveri comporterà una serie di nuove sfide che, se non affrontate fin da subito, avranno effetti devastanti sia per i paesi in questione che per l'Unione europea;

E.  considerando che, entro il 2050, la Cina, gli Stati Uniti e l'India potrebbero essere diventate le principali potenze economiche al mondo e godere di un peso politico ancor più forte, mentre in una ridistribuzione a lungo termine del peso economico e politico nessuno Stato membro dell'UE si collocherà tra le maggiori economie mondiali, e che l'Unione sarà pertanto confrontata a un profondo cambiamento degli equilibri mondiali che richiederà nuovi sforzi per rafforzare le attuali istituzioni di governance globale;

F.  considerando che il nuovo ordine mondiale è caratterizzato sempre più da un'asimmetria e che, nell'ultimo decennio, numerosi attori non statali hanno ampliato la loro influenza, dalle ONG che difendono i diritti umani, il commercio equo e solidale e la gestione sostenibile delle risorse naturali, alle società transnazionali che influenzano la politica governativa, passando per gli attivisti dei social media che chiedono un cambiamento democratico; che gruppi criminali organizzati e le organizzazioni terroristiche operanti a livello internazionale stano attentando ai principi democratici; che, tuttavia, il multilateralismo a cui l'Europa è profondamente legata è sempre più spesso messo in discussione, ma che nessun attore emergente, statale o non statale, può imporre una visione del mondo indiscussa;

G.  considerando che la globalizzazione ha aumentato l'interdipendenza, per cui le decisioni prese a Pechino o a Washington hanno un impatto diretto sulla nostra vita; che, a sua volta, l'interdipendenza ha portato a una presa di coscienza, da parte dell'opinione pubblica mondiale, circa la necessità di rispondere ai problemi transazionali con soluzioni transnazionali, nonché di un miglioramento della governance globale ad opera delle organizzazioni multilaterali;

H.  considerando che quasi un quarto della popolazione mondiale vive in Stati o società fragili; che questi ultimi sono sempre più spesso un terreno fertile per le disuguaglianze socioeconomiche che, insieme ai cambiamenti climatici, rappresentano una minaccia immediata per la stabilità, la democrazia e la pace;

I.  considerando che la leadership e l'influenza mondiali cui aspira l'UE sono state compromesse dalla crisi finanziaria, dalla sua gestione della crisi, senza precedenti, migratoria e dei rifugiati, dall'aumento dell'euroscetticismo, dalla proliferazione delle crisi alle porte dell'Unione, dalla mancanza di coerenza nella politica estera, da un crescente scetticismo dell'opinione pubblica europea sullo spiegamento di forze all'estero e dall'assenza di un'effettiva autonomia strategica dell'UE, che ha determinato una tendenza a far fronte agli eventi piuttosto che a plasmarli; che l'UE rimane tuttavia il leader mondiale nelle norme di regolamentazione;

J.  considerando che alcune democrazie occidentali sono diventate più vulnerabili, protezionistiche e chiuse su se stesse e si stanno orientando verso posizioni estreme in un momento in cui la cooperazione multilaterale è l'unico modo per rispondere efficacemente alle sfide globali; che potenze come la Cina o la Russia stanno cercando di colmare tale vuoto e di mettere alla prova, piuttosto che adottare, l'attuale sistema di governance globale basato sul diritto internazionale; che detti Stati hanno un approccio diverso alla cooperazione allo sviluppo, che non è legato ai miglioramenti dello Stato di diritto o ad altre riforme democratiche;

K.  considerando che il piano d'azione congiunto globale (PACG) con l'Iran è un importante risultato multilaterale sulla strada verso un Medio Oriente stabile e pacifico; che la decisione del presidente Trump di ritirarsi dal PACG e di imporre sanzioni secondarie alle imprese europee che svolgono attività commerciali legittime con l'Iran è profondamente deplorevole e mette a repentaglio la sovranità economica europea, evidenziando in tal modo la problematica dipendenza dell'UE dal sistema commerciale in dollari; che l'UE e gli Stati membri hanno riaffermato il loro impegno a favore del PACG e hanno adottato misure volte a tutelare i legittimi interessi economici europei;

L.  considerando che l'ISIS, Al Qaeda e altre organizzazioni terroristiche internazionali costituiscono ancora una minaccia significativa per l'Europa e le nazioni del mondo;

M.  considerando che la sicurezza europea si basa sull'ambizione di un'autonomia strategica comune, come evidenziato nella Strategia globale dell'Unione; che una politica estera comune ambiziosa, credibile ed efficace deve essere sostenuta da risorse e mezzi finanziari adeguati e deve basarsi su un approccio costante, tempestivo e coerente degli Stati membri;

1.  sottolinea che è ormai ora che l'Unione europea diventi il fautore del proprio destino; ritiene che l'UE debba assumere, nelle relazioni internazionali, un ruolo di vera e propria potenza politica ed economica sovrana che contribuisce a risolvere i conflitti mondiali e che plasma la governance globale; sottolinea pertanto che, al fine di promuovere i nostri interessi comuni nonché i nostri principi e valori, è necessaria una vera e propria politica estera e di sicurezza comune europea, basata sull'autonomia strategica e sulla sua integrazione, anche in termini di capacità, nei settori dell'industria e delle operazioni;

2.  è convinto che nessun singolo Stato membro dell'UE possa, da solo, rispondere efficacemente alle sfide mondiali attuali; ritiene che, unendo le forze all'interno dell'UE, gli Stati membri possano esercitare un'influenza sulla scena mondiale che altrimenti non avrebbero; è convinto che, insieme, 28 Stati membri che agiscono di concerto per adottare posizioni coerenti e comuni e che rappresentano 500 milioni di cittadini, abbiano un maggiore peso nei negoziati internazionali, nella promozione dei diritti umani e della responsabilità e nella definizione di regolamenti internazionali e di norme in ambito politico, democratico, ambientale, sociale, ed economico; ritiene inoltre che, sotto la protezione del modello sociale dell'UE, la globalizzazione possa rappresentare, per i cittadini dell'Unione, un'opportunità e non una minaccia, opportunità che deve essere comunicata in modo chiaro e positivo dai leader europei e nazionali;

3.  deplora che troppo spesso gli Stati membri diano priorità ai propri interessi nazionali, a prescindere dalle possibili conseguenze a livello europeo, compromettendo in tal modo l'unità, la coerenza e l'efficacia dell'UE e, di conseguenza, la sua credibilità come attore globale; chiede una migliore ripartizione delle responsabilità, una maggiore solidarietà e un miglior coordinamento tra l'UE e gli Stati membri; rammenta che le politiche esterne dell'Unione devono essere coerenti fra loro e con le altre politiche dotate di una dimensione esterna, nonché coordinate con partner internazionali; ritiene che sia essenziale una buona cooperazione tra gli Stati membri per salvaguardare la nostra democrazia, i nostri valori comuni, la nostra libertà e le nostre norme sociali e ambientali; sottolinea la necessità di estendere la cooperazione tra gli Stati membri, i paesi partner e le organizzazioni internazionali;

4.  ricorda che, considerando i 28 Stati membri nel loro complesso, l'UE è la più grande economia al mondo, con oltre mezzo miliardo di persone, e che l'euro è la seconda valuta di riserva in ordine di importanza; evidenzia che, sulla base dei contributi collettivi delle istituzioni dell'Unione e dei singoli Stati membri, l'UE è anche il principale donatore di aiuti allo sviluppo a livello mondiale;

5.  sottolinea che l'approccio europeo alle relazioni esterne è caratterizzato da:

   la promozione e la salvaguardia dei valori universali quali la pace, la democrazia, l'uguaglianza, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, compresi i diritti delle minoranze;
   un impegno a favore del multilateralismo e di un ordine internazionale basato su regole con il sostegno del sistema dell'ONU e delle organizzazioni regionali quali l'OSCE;
   un accento sulla prevenzione dei conflitti, nonché sulla gestione, mediazione e risoluzione pacifica dei conflitti, sulla costruzione della pace e sul rafforzamento delle istituzioni;
   la promozione dello sviluppo sostenibile, degli aiuti e della cooperazione economica, del commercio equo e solidale, degli accordi rispettosi del clima e delle fonti energetiche alternative;

6.  sottolinea che l'UE dovrebbe rimanere fedele ai suoi principi di democrazia, diritti umani e Stato di diritto come sancito nei trattati; pone l'accento sull'importanza di valutare se la promozione di tali principi nei paesi terzi abbia ottenuto risultati positivi, e se ci sia un margine di ulteriore miglioramento; sottolinea che la reputazione dell'UE in qualità di promotore di tali principi può essere sostenuta soltanto garantendo che gli stessi principi siano protetti e rispettati all'interno di tutti gli Stati membri;

7.  esorta ulteriormente a prendere in considerazione un'impostazione "less for less" (minori aiuti a fronte di un minore impegno) nei confronti dei paesi che regrediscono in termini di governance, democrazia e diritti umani; ritiene che l'UE dovrebbe utilizzare in modo più efficace i propri strumenti di politica estera, inclusi gli strumenti commerciali e di sviluppo quali gli accordi bilaterali con paesi terzi, in caso di violazione delle norme democratiche e dei diritti umani, garantendo in particolare che nessun accordo venga ratificato prima che siano soddisfatti i parametri di riferimento in materia di diritti umani; invita l'UE e gli Stati membri ad adottare decreti relativi al patrimonio ingiustificato per combattere la corruzione nei paesi terzi; rammenta che le sanzioni economiche sono uno strumento potente di diplomazia coercitiva; rileva come, in certi casi, le posizioni di politica estera assunte dal Parlamento non abbiano un seguito a livello dell'Unione e insiste affinché il Consiglio e il servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) ne tengano maggiormente conto;

8.  invita il SEAE, la Commissione, il Consiglio e i singoli Stati membri ad agire in modo strategico seguendo un approccio integrato e utilizzando tutti i mezzi a loro disposizione, compresi il commercio, lo sviluppo, gli strumenti diplomatici, civili e militari della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC), nonché la comunicazione strategica e la diplomazia pubblica, al fine di rafforzare l'influenza geopolitica l'immagine generale dell'Unione nel mondo e proteggerne gli interessi, anche rafforzando la sovranità economica e l'autonomia strategica dell'UE; sottolinea il ruolo complementare che la diplomazia ambientale, culturale, accademica e altre forme di diplomazia "alternative" possono svolgere in tale processo;

9.  chiede che siano messe a disposizione, per l'azione esterna dell'UE, sufficienti risorse finanziarie nell'ambito del prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP) per il periodo 2021-2027 e che l'UE concentri le proprie risorse sulle priorità strategiche; ricorda il ruolo importante svolto dagli strumenti finanziari esterni dell'UE nella promozione dei suoi interessi di politica estera; sottolinea l'importanza del rafforzamento della coerenza, dell'efficacia, della reattività e della flessibilità degli strumenti finanziari esterni; insiste sulla necessità di coinvolgere in modo adeguato il Parlamento nel controllo e nella guida strategica degli strumenti; ritiene che le crescenti sfide nel vicinato dell'Unione europea e oltre necessitino di stanziamenti significativamente più elevati destinati all'azione esterna e di un sostanziale rafforzamento delle missioni civili PSDC;

10.  invita il SEAE a sviluppare "coalizioni su singole tematiche" con paesi che condividono gli stessi orientamenti, al fine di sostenere e promuovere un ordine internazionale basato su regole, il multilateralismo e il commercio libero ed equo, e a perseguire soluzioni cooperative alle sfide mondiali, compresi i nuovi rapporti di forza; esorta il SEAE a collaborare con le potenze emergenti per la fornitura di beni pubblici globali, quali la pace e la sicurezza, anche tramite la cooperazione in materia di operazioni di prevenzione e gestione delle crisi in tutto il mondo, di mitigazione dei cambiamenti climatici, compresa la gestione sostenibile delle risorse naturali, di aria e acqua pulite e di terreno non inquinato, nonché di difesa e promozione dei diritti umani e di stabilità finanziaria; ricorda l'importanza delle relazioni interparlamentari per sostenere tali obiettivi;

11.  condanna il reiterato esercizio del diritto di veto da parte della Russia in seno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e ritiene che comprometta gli sforzi internazionali di pace e risoluzione dei conflitti; sottolinea che gli stalli all'interno del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite costituiscono un ostacolo all'azione da parte della comunità internazionale e impediscono la risoluzione delle crisi; chiede ancora una volta agli Stati membri di sostenere le riforme nella composizione e nel funzionamento del Consiglio di sicurezza; sottolinea che l'UE è impegnata a rafforzare il ruolo internazionale delle Nazioni Unite;

12.  osserva che l'UE ha svolto un ruolo essenziale per la mitigazione delle crisi di politica estera, e per la loro risoluzione, specialmente nel momento in cui alcuni Stati membri hanno assunto un ruolo guida sotto l'egida dell'Unione nel suo complesso, ad esempio nel caso del formato Normandia e dei negoziati UE3+3 con l'Iran; osserva che, pur perseguendo una maggiore cooperazione per la sicurezza e la difesa nel lungo termine, l'istituzione, ove opportuno, di coalizioni ad hoc di Stati membri che possano intervenire rapidamente in risposta alle crisi internazionali potrebbe rendere l'azione esterna dell'UE più flessibile e reattiva nel breve termine nell'affrontare situazioni in evoluzione, attraverso la riduzione della pressione dovuta alla necessità di ottenere un consenso unanime tra gli Stati membri;

13.  accoglie con favore il ruolo sempre più importante svolto dall'UE, compreso quello delle sue missioni civili e militari PSDC, nel mantenimento della pace, nella prevenzione dei conflitti, nel rafforzamento della sicurezza internazionale e nella ricostruzione postbellica, quale mezzo per garantire la pace duratura; ricorda il maggiore successo della risoluzione dei conflitti quando le donne assumono un ruolo formale nel processo e chiede una maggiore partecipazione delle donne a tali missioni;

14.  comprende che la vicinanza alle minacce determina le priorità politiche; invita, tuttavia, tutti gli Stati membri a rispettare il principio di solidarietà sancito dai trattati (articolo 80 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea) e ad adottare le misure necessarie per fornire una risposta comune alla crisi migratoria, così come tutti gli Stati membri hanno reagito in modo solidale alle sfide poste da una Russia e da una Cina risolute in un contesto economico e di sicurezza; ritiene inoltre che la crisi attuale abbia messo alla prova la volontà degli Stati membri di cooperare in modo più efficace per far fronte alle sfide comuni; chiede ulteriori aiuti umanitari e assistenza alle popolazioni colpite dai conflitti;

15.  osserva che la sicurezza interna e quella esterna sono sempre più interconnesse; sottolinea la necessità di rafforzare la resilienza interna dell'UE all'interferenza esterna e di stabilire una strategia comune con i partner internazionali per quanto riguarda sia la protezione delle infrastrutture critiche che le istituzioni di base e gli elementi distintivi delle nostre democrazie; sostiene la Commissione e il VP/AR negli sforzi per rafforzare ulteriormente, nel quadro della strategia di riduzione del rischio, la resilienza dell'UE rispetto ad attacchi terroristici, in particolare il terrorismo jihadista che costituisce oggi una delle principali sfide per la sicurezza pubblica nell'UE, radicalizzazione, migrazione irregolare, uso ripetuto delle armi chimiche, propaganda, campagne di disinformazione online e offline, tentativi russi di effettuare attacchi informatici e di interferire durante le elezioni e campagne referendarie e ad altre minacce ibride che richiedono una reazione rapida, risoluta e coordinata; evidenzia la necessità di adottare tutte le misure possibili per evitare qualsiasi ingerenza nelle elezioni del Parlamento europeo del 2019;

16.  evidenzia il fatto che il partenariato transatlantico sta affrontando un significativo numero di sfide e perturbazioni nel breve termine, esso rimane, tuttavia, indispensabile per la sicurezza e la prosperità su entrambe le sponde dell'Atlantico; si rammarica del graduale ritiro degli Stati Uniti dall'ordine mondiale multilaterale basato su regole, in particolare del ritiro dall'accordo di Parigi, dal PACG, dall'accordo sul partenariato transpacifico (TPP) e dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, dell'interruzione dei finanziamenti destinati all'Agenzia delle Nazioni Unite di soccorso e lavori per i rifugiati palestinesi del Vicino Oriente (UNRWA) e a diverse agenzie delle Nazioni Unite e consessi multilaterali, nonché alle operazioni di mantenimento della pace, e degli attacchi nei confronti della Corte penale internazionale (CPI); invita l'UE a mostrare unità, fermezza e proporzionalità nelle sue risposte a tali decisioni, a ribadire il suo pieno sostegno al PACG, a garantire risultati economici concreti con l'Iran e a proteggere le imprese europee che investono in Iran dalle sanzioni statunitensi; chiede inoltre all'UE di incrementare gli sforzi nell'ambito della diplomazia in materia di cambiamenti climatici e di integrare l'adesione all'accordo di Parigi in tutti gli accordi commerciali e di investimento;

17.  sottolinea che investire nella stabilità e nella prosperità dei Balcani occidentali deve continuare a essere una priorità fondamentale per l'Unione europea; ribadisce che la prospettiva europea per i paesi dei Balcani occidentali deve condurre a una piena adesione dei paesi coinvolti, a condizione che tutti i criteri siano rispettati; evidenzia che il processo di allargamento è fondato sul merito, basato su condizionalità rigide ed eque conformemente alla rigorosa applicazione dei criteri di Copenaghen, e che deve dipendere solo dai risultati concreti conseguiti da ogni singolo paese su questioni come la corruzione, le pratiche di riciclaggio, la trasparenza e l'indipendenza giudiziaria; ribadisce l'importanza, nel corso di tale processo, della promozione delle riforme necessarie per un ordine economico internazionale e politico basato su regole e cooperativo, incentrato sullo Stato di diritto, il rispetto dei diritti umani, segnatamente dei diritti delle minoranze, la riconciliazione e le relazioni di buon vicinato, la sicurezza e la migrazione, lo sviluppo socioeconomico e sostenibile, la connettività dei trasporti ed energetica, la protezione dell'ambiente nonché l'agenda digitale;

18.  riconosce l'importanza della stabilità del vicinato orientale per la stabilità dell'Unione e incoraggia lo sviluppo di relazioni ancora più strette con il partenariato orientale; invita la Commissione e il SEAE a continuare a utilizzare il potere di trasformazione dell'UE sulle sue frontiere orientali, rafforzare i legami economici e di connettività, ricorrere ad accordi commerciali e di associazione, all'accesso al mercato unico e a contatti interpersonali approfonditi, anche mediante l'agevolazione e la liberalizzazione dei visti, qualora tutti i requisiti siano soddisfatti, come incentivi per la promozione di riforme democratiche e l'adozione di regole e norme europee; chiede inoltre al SEAE di monitorare i processi democratici nel vicinato diretto dell'UE e di garantire che tale progresso democratico non venga interrotto o invertito;

19.  ribadisce l'impegno dell'UE a sostegno della sovranità, dell'indipendenza e dell'integrità territoriale dei suoi partner; sottolinea la necessità di affrontare tutti i conflitti congelati in conformità del diritto, delle norme e dei principi internazionali, di aumentare il sostegno per i cittadini residenti nelle zone di conflitti, per gli sfollati interni e per i rifugiati e di contrastare i tentativi di destabilizzazione da parte di paesi terzi, in particolare la Russia; ribadisce la sua condanna dell'annessione illegale della Crimea e dell'intervento militare nell'Ucraina orientale da parte della Russia; chiede il proseguimento degli sforzi al fine di garantire l'attuazione degli accordi di Minsk e che le sanzioni dell'UE contro la Russia siano prorogate fino a quando essa non rispetterà tali accordi; condanna, inoltre, la continua militarizzazione e il deterioramento della situazione umanitaria e di sicurezza nei territori georgiani occupati della regione dell'Abkhazia e della regione di Tskhinvali/Ossezia del Sud ed esorta la Russia a rispettare gli obblighi derivanti dall'accordo di cessate il fuoco del 2008 mediato dall'UE;

20.  ricorda che il Mediterraneo è la frontiera che separa alcune delle regioni del mondo in cui si manifestano disparità particolarmente forti; ribadisce l'urgente necessità di stimolare lo sviluppo economico e sociale equo del bacino del Mediterraneo meridionale e dell'Africa subsahariana e di assistere i paesi nel contrastare le cause profonde dell'instabilità, ad esempio conflitti armati, governance non democratica e inefficiente, corruzione e cambiamenti climatici, creando opportunità economiche a livello locale, specialmente per i giovani e per le donne, in particolare nei paesi di origine dei migranti, operando con gli attori pertinenti sul territorio e coinvolgendo le comunità locali; prende atto della proposta del Presidente della Commissione Juncker di costruire una nuova alleanza per gli investimenti e l'occupazione sostenibili tra l'Europa e l'Africa e della sua iniziativa volta a far evolvere i diversi accordi commerciali UE-Africa in un accordo di libero scambio da continente a continente, che può conseguire risultati positivi solo se presentato come un partenariato economico tra pari e se è possibile creare un contesto favorevole alle imprese e agli investimenti; esorta l'UE a utilizzare gli altri meccanismi della PEV per aumentare ulteriormente la cooperazione tra l'Unione, gli Stati partner del vicinato meridionale e gli attori regionali chiave sulle sfide regionali quali la buona governance, la sicurezza, l'energia e la lotta ai cambiamenti climatici; ribadisce il suo sostegno alla zona di stabilizzazione della PSDC dell'UE e ne chiede il rafforzamento;

21.  sottolinea che l'UE deve svolgere un ruolo guida in Medio Oriente e nel Golfo Persico, attraverso il suo decisivo potere di persuasione e la piena attuazione di tutti gli accordi di associazione esistenti; si rammarica profondamente della decisione presa dal governo degli Stati Uniti di trasferire l'ambasciata americana in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme; invita l'UE ad assumere il ruolo di forza motrice per la ripresa di un vero e proprio processo di pace in Medio Oriente che miri a una soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati; ribadisce il primato del processo di Ginevra guidato dalle Nazioni Unite nella risoluzione del conflitto siriano, in linea con la risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; condanna il sostegno russo e iraniano al regime di Assad, ai suoi crimini di guerra e crimini contro l'umanità e invita l'UE e i suoi Stati membri a fare il massimo per porre fine ai crimini contro il popolo siriano e soprattutto all'uso di armi chimiche contro quest'ultimo;

22.  condanna le gravi violazioni del diritto internazionale umanitario e delle norme internazionali in materia di diritti umani commesse da tutte le parti nello Yemen, compresi gli attacchi indiscriminati contro i civili sferrati dalla coalizione guidata dall'Arabia Saudita e dai ribelli Houthi; richiede l'immediata revoca del blocco in atto nei confronti dello Yemen e invita tutte le parti coinvolte nel conflitto a riprendere il dialogo sotto l'egida delle Nazioni Unite e ad adoperarsi per un cessate il fuoco sostenibile; accoglie positivamente la decisione dei governi della Germania, della Danimarca e della Finlandia di bloccare le vendite di armi all'Arabia Saudita; chiede l'imposizione di sanzioni a livello dell'UE nei confronti dei responsabili dell'omicidio del giornalista saudita Jamal Khashoggi;

23.  sottolinea che il rafforzamento della sicurezza regionale nella regione indo-pacifica è di importanza cruciale per gli interessi dell'UE e dei suoi Stati membri; invita tutte le parti interessate della regione a risolvere le divergenze con mezzi pacifici e ad astenersi dall'intraprendere azioni unilaterali per modificare lo status quo, anche nel Mar Cinese orientale e meridionale, al fine di salvaguardare la sicurezza regionale; incoraggia una rapida ripresa dei colloqui bilaterali tra la Cina e Taiwan e ribadisce il suo sostegno a una significativa partecipazione di Taiwan alle organizzazioni, ai meccanismi e alle attività internazionali; sostiene misure volte ad approfondire le relazioni tra l'Unione europea, i suoi Stati membri e i suoi partner in Asia e incoraggia la cooperazione economica, diplomatica e di sicurezza;

24.  a seguito delle recenti elezioni presidenziali e parlamentari nella regione, riafferma il suo impegno a continuare a instaurare relazioni forti con i paesi dell'America latina (ALC), promuovendo la difesa della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti umani in quanto pietre angolari per una più profonda integrazione e cooperazione; esprime grave preoccupazione per il mancato rispetto della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto a Cuba, in Nicaragua e in Venezuela; osserva con preoccupazione gli sviluppi elettorali in Brasile e auspica che il nuovo governo manterrà fede al percorso democratico e allo Stato di diritto; elogia gli sforzi di tutte le parti coinvolte nel processo di pace in Colombia; ribadisce il suo completo sostegno a tale processo di pace e alla sua effettiva attuazione;

25.  ritiene che, nonostante la loro importanza, il potere di persuasione e il rafforzamento istituzionale da soli non possano essere sufficienti a influire su un mondo in cui le politiche di potenza e il potere di coercizione assumono una rilevanza sempre maggiore; ritiene che l'efficacia della politica estera dell'UE dipenderà, in definitiva e in larga misura, da un'efficace combinazione degli strumenti del potere di coercizione e del potere di persuasione, compreso il dialogo aperto, dalla sua capacità di dare l'esempio e dalle risorse e dalle capacità in suo sostegno, comprese risorse finanziarie sufficienti, un efficace multilateralismo, una combinazione di potere di persuasione e potere di coercizione credibile, la messa in comune delle capacità militari e la disponibilità degli Stati membri a cedere il processo decisionale in tale ambito, nonché di collaborare con la NATO e altri paesi con gli stessi orientamenti;

26.  plaude a una maggiore cooperazione in materia di difesa tra gli Stati membri dell'UE e alle misure adottate per rafforzare l'autonomia militare dell'Unione, in particolare l'istituzione, a Bruxelles, di un centro di comando unico europeo per le missioni di formazione militare dell'UE, e alla rimozione degli ostacoli allo schieramento dei gruppi tattici dell'UE; ritiene che l'istituzione della cooperazione strutturata permanente (PESCO) in materia di progetti di difesa e la revisione coordinata annuale sulla difesa (CARD) contribuiranno a far sì che gli Stati membri rafforzino la loro cooperazione in materia di difesa e spendano i propri bilanci destinati alla difesa in modo più efficace; accoglie con favore la proposta del VP/AR concernente uno Strumento europeo per la pace e il nuovo quadro per le missioni PSDC civili, nonché l'impegno a progredire in materia di mobilità militare al fine di far avanzare l'autonomia strategica europea, anche mediante l'iniziativa di intervento europeo; ritiene che lo sviluppo di una solida industria della difesa rafforzi l'indipendenza tecnologica dell'UE, anche attraverso la promozione di un mercato unico per i prodotti di sicurezza informatica, per il quale è necessario aumentare le capacità dell'UE;

27.  ritiene che la capacità di inviare esperti civili e forze militari nelle zone di conflitto in tutto il mondo, nell'ottica di promuovere pace e stabilità, sia una condizione preliminare essenziale per diventare una potenza politica credibile in grado di strutturare la prevenzione di conflitti armati, l'attuazione di accordi di pace e la stabilizzazione di delicate situazione postbelliche; invita il SEAE e gli Stati membri a sviluppare capacità civili e militari sufficienti, a copertura dell'intero spettro delle capacità terrestri, aeree, spaziali, marittime e informatiche e a operare per la realizzazione di uno strumento giuridicamente vincolante relativo ai sistemi d'arma pienamente autonomi per difendere gli obiettivi del trattato; sottolinea l'importanza della continua cooperazione tra l'Unione europea e la NATO, come evidenziato nella strategia globale dell'UE e nella dichiarazione congiunta UE-NATO; evidenzia che l'ulteriore sviluppo dell'Unione della difesa dovrebbe integrare gli obiettivi delle relazioni esterne dell'UE;

28.  sottolinea che lo sviluppo di nuovi formati, ad esempio un Consiglio di sicurezza dell'UE, come auspicato dalla cancelliera Merkel e dal Presidente Macron, e di nuove modalità per un più stretto coordinamento all'interno dell'UE e con le autorità internazionali potrebbe potenzialmente facilitare un processo decisionale più efficiente per la PESC; ritiene che, di pari passo alla creazione di queste strutture, dovrebbero essere sviluppati meccanismi per garantirne il controllo democratico;

29.  sostiene la discussione in seno all'UE concernente i nuovi formati, compresa la proposta, formulata dal Presidente della Commissione Juncker nel suo discorso sullo stato dell'Unione del 12 settembre 2018, di passare al voto a maggioranza qualificata (VMQ) in settori specifici della PESC, laddove i trattati richiedono attualmente l'unanimità, in particolare le questioni relative ai diritti umani, le sanzioni e le missioni civili; incoraggia gli Stati membri a esaminare i modi in cui essi possono agire in maniera più efficace nel contesto della PESC e della PSDC; è del parere che l'impiego del VMQ consentirebbe all'UE di agire in modo più risoluto, rapido ed efficace; invita il Consiglio europeo a sostenere tale iniziativa facendo uso della clausola passerella (articolo 31, paragrafo 3, TUE); incoraggia il Consiglio europeo a prendere in considerazione la possibilità di estendere il VMQ ad altri settori della PESC nel quadro di un dibattito più ampio sull'uso del voto a maggioranza per le politiche dell'UE; riconosce la necessità di cercare soluzioni creative per la futura cooperazione tra l'Unione europea e il Regno Unito nei settori della PESC e della PSDC, tenendo conto dei principi stabiliti nella sua risoluzione del 14 marzo 2018 sul quadro delle future relazioni tra l'Unione europea e il Regno Unito;

30.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza nonché agli Stati membri.

(1) GU C 210 del 3.8.2010, pag. 1.

Ultimo aggiornamento: 7 ottobre 2019Note legali - Informativa sulla privacy