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Procedura : 2019/2733(RSP)
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RC-B9-0014/2019

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PV 18/07/2019 - 3.2
CRE 18/07/2019 - 3.2

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PV 18/07/2019 - 7.2
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Giovedì 18 luglio 2019 - Strasburgo
Situazione alla frontiera tra Stati Uniti e Messico
P9_TA(2019)0005RC-B9-0014/2019

Risoluzione del Parlamento europeo del 18 luglio 2019 sulla situazione alla frontiera tra Stati Uniti e Messico (2019/2733(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  visto l'articolo 24 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, il quale sancisce che l'interesse superiore del minore deve essere considerato preminente e che il minore ha diritto di intrattenere relazioni personali e contatti diretti con i due genitori,

–  vista la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie,

–  viste le dichiarazioni rilasciate da membri del Congresso degli Stati Uniti a seguito di una visita presso centri di detenzione nel luglio 2019,

–  visti la Convenzione sullo status dei rifugiati (Convenzione del 1951) e il protocollo del 1967 relativo allo status dei rifugiati,

–  vista la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia del 1989,

–  vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,

–  visti gli orientamenti dell'UE sui difensori dei diritti umani del 2008,

–  visti le iniziative politiche dell'attuale amministrazione statunitense in materia di migrazione e asilo nonché i protocolli per la protezione dei migranti (PPM),

–  vista la dichiarazione rilasciata l'8 luglio 2019 dall'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Michelle Bachelet,

–  vista la dichiarazione rilasciata il 9 luglio 2019 dal segretario facente funzioni del Dipartimento della sicurezza interna degli Stati Uniti,

–  visto il memorandum dell'Ufficio dell'ispettorato generale degli Stati Uniti, destinato al segretario facente funzioni del Dipartimento della sicurezza interna degli Stati Uniti, sulla situazione nel centro di accoglienza della valle del Rio Grande, del 2 luglio 2019,

–  visto il patto globale sulla migrazione adottato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 19 dicembre 2018,

–  vista la Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti del 1776,

–  visti l'articolo 144, paragrafo 5, e l'articolo 132, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.  considerando che sia gli Stati Uniti che l'Unione europea riconoscono i diritti umani quale diritto fondamentale inalienabile inerente a tutti gli esseri umani;

B.  considerando che, negli ultimi anni, una complessa crisi caratterizzata da violenza e povertà radicata ha indotto famiglie, inclusi giovani e minori, ad abbandonare il Messico e il triangolo settentrionale dell'America centrale – El Salvador, Guatemala e Honduras – per cercare sicurezza, protezione e stabilità economica negli Stati Uniti;

C.  considerando che gli Stati Uniti sono storicamente un paese di immigrazione che racchiude comunità diverse;

D.  considerando che ogni Stato sovrano ha la prerogativa di stabilire le condizioni di ingresso e di soggiorno applicabili ai cittadini stranieri, ma deve rispettare nel contempo tutti i pertinenti obblighi internazionali in materia di diritti umani;

E.  considerando che nel 2018 gli Stati Uniti sono stati di gran lunga il maggior donatore dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), con un contributo complessivo di 1 589 776 543 USD;

F.  considerando che gli Stati Uniti hanno adottato misure rigorose nei confronti dei migranti e dei richiedenti asilo che attraversano la frontiera per entrare nel paese con l'obiettivo di esercitare il loro diritto inalienabile alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità;

G.  considerando che è in corso un'emergenza umanitaria alla frontiera tra Stati Uniti e Messico, dove migranti e richiedenti asilo vengono detenuti negli Stati Uniti non appena attraversano il confine; che la situazione nella quale si trovano i minori è particolarmente allarmante e deplorevole, dal momento che centinaia di loro languiscono in tendopoli lungo il confine o vengono incarcerati in centri di detenzione che non rispettano le norme minime in materia di diritti umani, in quanto risultano sovraffollati e non offrono adeguate strutture sanitarie, un'alimentazione dignitosa e servizi igienico-sanitari appropriati;

H.  considerando che, in un memorandum destinato al Dipartimento della sicurezza interna sulla situazione presso il centro di accoglienza della valle del Rio Grande, l'Ufficio dell'ispettorato generale degli Stati Uniti ha evidenziato "problemi urgenti che richiedono attenzione e azioni immediate" a causa "del grave sovraffollamento e della detenzione prolungata di minori apolidi non accompagnati, famiglie e adulti soli, questioni che richiedono attenzione immediata", chiedendo dunque "un intervento immediato per alleviare problemi quali il sovraffollamento, che costituisce un pericolo, e la detenzione prolungata di minori e adulti nella valle del Rio Grande";

I.  considerando che la privazione della libertà dei minori sulla base del loro status di migranti o di quello dei loro genitori è un atto che non va mai a beneficio dell'interesse superiore del minore, eccede il requisito di necessità, è fortemente sproporzionato e può configurarsi come trattamento crudele, inumano o degradante dei minori migranti; che qualsiasi privazione della libertà di migranti o richiedenti asilo adulti dovrebbe costituire una misura di ultima istanza e, qualora si renda necessaria, dovrebbe durare il minor tempo possibile, con garanzie in termini di giusto processo e in condizioni pienamente conformi a tutte le pertinenti norme internazionali in materia di diritti umani;

J.  considerando che, in base ai dati trasmessi ad Amnesty International dall'Agenzia delle dogane e della protezione delle frontiere degli Stati Uniti, tra il 2017 e l'agosto 2018 circa 8 000 nuclei familiari sono stati separati dopo aver attraversato la frontiera; che tali stime non tengono conto di numerosi altri casi di separazione, come ad esempio la separazione dei minori dai rispettivi fratelli e sorelle, zii, nonni e altri familiari con un grado di parentela più lontano;

K.  considerando che nel giugno 2018 un giudice federale di San Diego ha ordinato all'amministrazione statunitense di porre fine alle separazioni; che, ciononostante, dai dati trasmessi al giudice federale emerge che l'Agenzia delle dogane e della protezione delle frontiere degli Stati Uniti avrebbe continuato a procedere a tali separazioni, che sono risultate nell'allontanamento di almeno 245 minori dalle loro famiglie a partire dal giugno 2018, in molti casi senza una documentazione chiara che consenta di rintracciare i minori in questione;

L.  considerando che, al dicembre 2018, il Dipartimento della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti aveva identificato 2 737 casi di minori separati, ammettendo nel contempo che il numero di minori separati dal 2017 potrebbe contare migliaia di casi in più e che l'amministrazione, non disponendo di un sistema efficace per rintracciarli, non è in grado di identificarli;

M.  considerando che la separazione delle famiglie e la detenzione a tempo indeterminato costituiscono atti di maltrattamento; che i minori che vivono in istituti, lontano dalle rispettive famiglie, sono molto vulnerabili ad abusi emotivi, fisici e psicologici, il che può provocare problemi a lungo termine per il loro sviluppo, lesioni e traumi profondi, oltre ad avere importanti conseguenze negative sul piano sociale;

N.  considerando che, sulla base di relazioni dell'Unione americana per le libertà civili e di diverse dichiarazioni rilasciate da portavoce del Dipartimento della salute e dei servizi umani nonché del Dipartimento della sicurezza interna degli Stati Uniti, dall'anno scorso almeno sei minori sarebbero morti mentre si trovavano in stato di detenzione nel quadro dell'immigrazione, ponendo fine a un decennio in cui, apparentemente, non si sarebbero verificati casi analoghi sotto la responsabilità dell'Ufficio delle dogane e della protezione delle frontiere degli Stati Uniti;

O.  considerando che, secondo i dati dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), dall'inizio del 2019 ad oggi 197 persone, di cui almeno 13 minori, hanno perso la vita tentando di attraverso la frontiera tra Stati Uniti e Messico; che il numero di decessi ha registrato un costante aumento negli ultimi cinque anni, per un totale di oltre 1 900 casi nel periodo compreso tra il 2014 e il 2018;

P.  considerando che nelle ultime settimane le autorità messicane hanno intensificato in misura significativa gli sforzi di attuazione delle politiche migratorie, il che ha condotto a un aumento del numero di migranti detenuti e deportati;

Q.  considerando che le situazioni estreme che si trovano ad affrontare spingono i migranti, perlopiù originari dell'America centrale, a dirigersi verso la frontiera con gli Stati Uniti e ad attraversarla; che le pressioni esercitate sul confine settentrionale e su quello meridionale inducono migliaia di migranti, principalmente donne e bambini, a mettere a serio rischio la loro vita;

R.  considerando che, secondo il governo messicano, il paese sta attraversando una violenta crisi della sicurezza pubblica; che, in conformità dei PPM degli Stati Uniti, i richiedenti asilo vengono rimpatriati in Messico – anche in Baja California e Chihuahua, due Stati settentrionali tra i più violenti del paese – e vivono in condizioni estremamente precarie ed esposti al rischio di essere vittime di reati gravi, tra cui rapimenti, aggressioni sessuali e violenza;

S.  considerando che il respingimento su larga scala dei richiedenti asilo, la separazione illegale delle famiglie nonché la detenzione arbitraria e a tempo indeterminato dei richiedenti asilo senza possibilità di libertà condizionale costituiscono politiche crudeli e violazioni palesi sia del diritto statunitense in materia di asilo, sia del diritto internazionale;

T.  considerando che il 27 giugno 2019 la Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato un pacchetto da 4,6 miliardi di USD per affrontare la situazione alla frontiera tra Stati Uniti e Messico;

U.  considerando che alcune sedi dell'Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani distaccate in Messico e in America centrale hanno documentato molteplici violazioni dei diritti umani e abusi nei confronti dei migranti e dei richiedenti asilo in transito, tra cui casi di ricorso eccessivo alla forza, privazione arbitraria della libertà, separazione delle famiglie, negato accesso ai servizi, respingimento ed espulsioni arbitrarie;

V.  considerando che 195 Stati parte hanno firmato e ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia; che gli Stati Uniti sono l'unico Stato membro delle Nazioni Unite a non aver ratificato la Convenzione;

W.  considerando che il partenariato tra l'Unione europea e gli Stati Uniti si basa storicamente su forti legami politici, culturali, economici e storici e su valori condivisi quali la libertà, la democrazia, la promozione della pace e della stabilità, i diritti umani e lo Stato di diritto; che il mantenimento di salde relazioni tra l'UE e gli Stati Uniti è fondamentale per costruire un mondo più democratico, sicuro e prospero;

1.  esprime profonda preoccupazione per la situazione dei migranti e dei richiedenti asilo alla frontiera tra Stati Uniti e Messico, in particolare per la situazione dei minori migranti;

2.  deplora il fatto che numerose persone abbiano perso la vita lungo le rotte che conducono alla frontiera tra Stati Uniti e Messico; esprime massima solidarietà a tutte le vittime e alle loro famiglie;

3.  è preoccupato per le pessime condizioni nelle quali vengono trattenuti i migranti e i richiedenti asilo, in particolare i minori, presso i centri di detenzione dei servizi di immigrazione statunitensi, dove mancano adeguate strutture sanitarie, un'alimentazione dignitosa e servizi igienico-sanitari appropriati; esprime profondo rammarico per la morte, negli ultimi mesi, di sette minori migranti che erano detenuti dal Dipartimento della sicurezza interna degli Stati Uniti; sostiene tutti gli sforzi profusi dal Congresso e dall'amministrazione statunitensi per garantire vigilanza, trasparenza, rendicontabilità e la conduzione di indagini in relazione alle circostanze di tali decessi;

4.  sottolinea che le misure di gestione delle frontiere devono rispettare gli obblighi internazionali che incombono agli Stati Uniti in materia di diritti umani e non dovrebbero basarsi su politiche di strette vedute volte a individuare, detenere e deportare rapidamente i migranti irregolari;

5.  chiede che siano garantiti i diritti umani, la sicurezza e l'accesso a procedure di asilo che siano conformi ai diritti umani, segnatamente rispettando il principio di non respingimento e assicurando condizioni di accoglienza dignitose;

6.  deplora il ricorso alla separazione delle famiglie, che può traumatizzare in modo sistematico i minori e i loro familiari più prossimi, e deplora altresì il fatto che l'attuale amministrazione statunitense sembrerebbe utilizzare tale strumento nel quadro della politica in materia di immigrazione come deterrente nei confronti delle persone in cerca di sicurezza;

7.  sottolinea che la separazione delle famiglie e la detenzione nel quadro dell'immigrazione sono azioni che non vanno mai a beneficio dell'interesse superiore del minore;

8.  prende atto del memorandum dell'Ufficio dell'ispettorato generale degli Stati Uniti e di relazioni analoghe, e invita gli Stati Uniti a rivedere tutte le politiche e le pratiche esistenti nel settore della migrazione che violano il diritto internazionale in materia di diritti umani, segnatamente il diritto fondamentale di chiedere asilo, il principio di non respingimento e il diritto alla dignità umana;

9.  invita il governo degli Stati Uniti a porre fine alla separazione delle famiglie e a procedere d'urgenza al ricongiungimento familiare di tutti i minori che sono ancora separati dai loro genitori o tutori, in modo da garantire la loro riabilitazione, prestando particolare attenzione alle esigenze dei minori interessati;

10.  sollecita le autorità competenti degli Stati Uniti ad assicurare quanto prima che tutte le persone detenute abbiano accesso ai diritti di base, quali il diritto all'acqua, all'alimentazione, alla salute e all'alloggio;

11.  invita le autorità statunitensi a trovare urgentemente alternative diverse dalla detenzione per i migranti e i richiedenti asilo, siano essi minori o adulti; chiede che i minori interessati siano ricongiunti con le loro famiglie;

12.  esorta il governo statunitense a ratificare la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia, già firmata nel 1995, dal momento che la mancata adozione della stessa rende gli Stati Uniti l'unico paese al mondo a non avere ratificato il testo; lo esorta inoltre a ratificare il terzo protocollo opzionale della suddetta Convenzione, relativo alla procedura di reclamo;

13.  esprime profonda preoccupazione per le recenti incursioni effettuate dall'Agenzia responsabile del controllo dell'immigrazione e delle dogane degli Stati Uniti, che mirano a individuare i migranti sprovvisti di documenti (in particolare in provenienza dall'America centrale), i loro genitori e i loro figli e che stanno conducendo alla criminalizzazione di tali persone;

14.  ritiene che rispondere ai flussi migratori con atti di repressione o criminalizzazione favorisca l'insorgere di xenofobia, odio e violenza;

15.  è preoccupato per le modifiche apportate di recente dalle autorità messicane alle politiche migratorie e invita il governo del Messico a occuparsi di migrazione rispettando le norme internazionali e la legislazione in materia di diritti umani;

16.  è dell'opinione che l'esercito non sia lo strumento adatto per affrontare le questioni inerenti alla migrazione; evidenzia che la situazione alla frontiera dovrebbe essere gestita da forze di polizia specializzate che abbiano ricevuto una formazione adeguata e alle quali sia stato impartito di rispettare i diritti umani e la dignità dei migranti;

17.  riconosce che la migrazione è una sfida globale e invita i paesi di origine, transito e destinazione a lavorare insieme per affrontare le cause profonde dei flussi migratori sulla base di un approccio globale; esprime nuovamente, in tal senso, il suo pieno sostegno a favore dello sviluppo e dell'attuazione del patto globale sui rifugiati e del patto globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare, che rappresentano un'importante opportunità per migliorare la governance in materia di migrazione e affrontare le sfide ad essa associate;

18.  ribadisce la sua convinzione nel commercio aperto ed equo e ritiene che la coercizione economica e la minaccia di sanzioni punitive siano misure controproducenti e inaffidabili per aiutare gli Stati sovrani a trovare soluzioni costruttive e sostenibili a sfide politiche come la migrazione;

19.  plaude al lavoro svolto da privati e organizzazioni della società civile per garantire il rispetto dei diritti più elementari dei migranti, come il diritto all'acqua, all'alimentazione, alla salute, a un alloggio adeguato e ad altre forme di assistenza analoghe, da entrambi i lati della frontiera e in tutta la regione; reitera il suo appello a non criminalizzare l'assistenza umanitaria ed esorta ancora una volta la Commissione ad adottare orientamenti in materia, in linea con la sua risoluzione del 5 luglio 2018;

20.  accoglie con favore la dichiarazione dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani; si dichiara favorevole a una missione conoscitiva dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) o di esperti delle Nazioni Unite in materia, al fine di indagare sulla situazione dei diritti umani alla frontiera tra Stati Uniti e Messico;

21.  si impegna a monitorare attentamente gli aiuti allo sviluppo destinati dall'UE a tale regione, in modo da garantire standard di sviluppo efficaci, dal momento che ciò può contribuire a contrastare le cause profonde della migrazione forzata;

22.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al rappresentante speciale dell'Unione europea per i diritti umani, al Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e alla sua amministrazione, al Congresso degli Stati Uniti, nonché al governo e al parlamento del Messico.

Ultimo aggiornamento: 13 settembre 2019Note legali - Informativa sulla privacy