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Procedura : 2019/2982(RSP)
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Testi presentati :

RC-B9-0258/2019

Discussioni :

PV 19/12/2019 - 2.3
CRE 19/12/2019 - 2.3

Votazioni :

PV 19/12/2019 - 6.3

Testi approvati :

P9_TA(2019)0108

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Giovedì 19 dicembre 2019 - Strasburgo
Legge russa sugli "agenti stranieri"
P9_TA(2019)0108RC-B9-0258/2019

Risoluzione del Parlamento europeo del 19 dicembre 2019 sulla legge russa sugli "agenti stranieri" (2019/2982(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sulla Russia e sulle relazioni UE-Russia,

–  viste le dichiarazioni rese dal portavoce del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) il 23 novembre 2019 sulle modifiche alla legge sugli "agenti stranieri" nella Federazione russa e il 26 novembre 2017 sulla legge russa che consente la registrazione dei media stranieri come "agenti stranieri",

–  vista la dichiarazione dell'11 dicembre 2019 della delegazione dell'UE al Consiglio d'Europa sulle modifiche alla legge sugli "agenti stranieri" nella Federazione russa,

–  vista la Dichiarazione universale dei diritti umani, in particolare l'articolo 19 sul diritto alla libertà di opinione e di espressione e l'articolo 20 sul diritto alla libertà di riunione e di associazione pacifica,

–  vista la dichiarazione delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani, in particolare l'articolo 13 sulla libertà di associazione,

–  visto il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici (ICCPR), in particolare l'articolo 22 sul diritto alla libertà di associazione,

–  vista la Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (Convenzione europea dei diritti dell'uomo),

–  vista la Convenzione europea dei diritti dell'uomo e i relativi protocolli, in particolare l'articolo 10 sul diritto alla libertà di espressione e l'articolo 11 sul diritto alla libertà di riunione e di associazione,

–  visti gli orientamenti dell'Unione europea sui difensori dei diritti umani,

–  vista la Costituzione della Federazione russa, in particolare il capitolo 2 sui diritti e le libertà dei cittadini,

–  vista la dichiarazione del 20 novembre 2019 del rappresentante dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) sulla libertà dei media,

–  visti il parere del 15 luglio 2013 del Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa concernente la legislazione della Federazione russa sulle organizzazioni non commerciali alla luce delle norme del Consiglio d'Europa, nonché il parere aggiornato del 9 luglio 2015 concernente la legislazione e la prassi nella Federazione russa sulle organizzazioni non commerciali alla luce delle norme del Consiglio d'Europa;

–  visti il parere del 27 giugno 2014 della Commissione europea per la democrazia attraverso il diritto (Commissione di Venezia) concernente la legge federale sulle organizzazioni non commerciali (legge sugli "agenti stranieri"), il parere del 13 giugno 2016 concernente la legge federale russa n. 129-FZ (sulle attività indesiderabili delle organizzazioni non governative straniere e internazionali) e la relazione del 18 marzo 2019 della Commissione di Venezia sul finanziamento delle associazioni,

–  visti l'articolo 144, paragrafo 5, e l'articolo 132, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.  considerando che i diritti alla libertà di pensiero e di parola, di associazione e di riunione pacifica sono sanciti dalla Costituzione della Federazione russa;

B.  considerando che la Federazione russa è firmataria della Dichiarazione universale dei diritti umani e della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, nonché membro del Consiglio d'Europa, e si è pertanto impegnata a rispettare le norme e i principi internazionali che disciplinano lo Stato di diritto, i diritti umani e le libertà fondamentali;

C.  considerando che nel luglio 2012 il Parlamento russo ha adottato una legge sugli "agenti stranieri" che impone alle ONG russe di registrarsi presso il Ministero della Giustizia della Federazione russa come "organizzazioni che svolgono funzioni di agenti stranieri" qualora ricevano finanziamenti esteri ed esercitino attività vagamente descritte come "attività politiche"; che nel giugno 2014 la legge è stata modificata per consentire al Ministero della Giustizia di registrare di propria iniziativa le ONG come "agenti stranieri"; che nel novembre 2017 il campo di applicazione della legge è stato esteso per imporre l'uso dell'etichetta "agenti stranieri" a tutti i media stranieri che ricevono direttamente o indirettamente finanziamenti esteri;

D.  considerando che le ultime modifiche alla legge sugli "agenti stranieri", che estendono lo status di "agenti stranieri" alle persone fisiche, compresi i blogger e i giornalisti indipendenti, sono state approvate dal Parlamento russo il 21 novembre 2019 e firmate e promulgate il 2 dicembre 2019 dal Presidente Vladimir Putin; che la legge impone requisiti specifici per la registrazione, la contabilità e l'etichettatura delle pubblicazioni e rende reato il mancato rispetto di tali requisiti, prevedendo la possibilità di pesanti sanzioni amministrative pecuniarie o la reclusione fino a due anni;

E.  considerando che, ai sensi di questa legge, i russi e gli stranieri che lavorano per organi di informazione etichettati come "agenti stranieri" o ne distribuiscono i contenuti verrebbero dichiarati "agenti stranieri", il che può esporre i giornalisti, le loro fonti o persino coloro che condividono materiale sulle reti sociali alla stigmatizzazione come "agenti stranieri" e condurre all'autocensura, dissuadendoli non solo dal pubblicare contenuti ma anche dal condividere pubblicazioni;

F.  considerando che la legge russa sugli "agenti stranieri" viola la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, ossia l'accordo internazionale del Consiglio d'Europa che difende, tra l'altro, la libertà di parola e dei mezzi di informazione; che la Russia pertanto non sta adempiendo ai suoi obblighi in quanto membro del Consiglio d'Europa; che il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa ha giudicato questa legge incompatibile con le norme internazionali ed europee in materia di diritti umani; che la legge sugli "agenti stranieri" viola gli impegni della Russia in quanto membro dell'OSCE e firmataria della Dichiarazione universale dei diritti umani; che l'UE si aspetta che la Federazione russa, in quanto membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, rispetti pienamente gli impegni internazionali che ha assunto;

G.  considerando che diverse organizzazioni di difesa dei diritti umani e ONG, quali Amnesty International e Human Right Watch, ritengono che la legge modificata avrà un impatto avverso sul contesto già restrittivo per il giornalismo indipendente in Russia, compromettendo quindi ulteriormente la libertà di espressione; che la legge prende di mira i mezzi di informazione di qualità, indipendenti da strutture governative o filogovernative, che lavorano con molti corrispondenti russi in tutto il paese e costituiscono spesso l'unica fonte di informazioni affidabili e un'alternativa ai media statali nelle regioni remote, ostacolando così il loro lavoro e quindi l'accesso a una copertura mediatica imparziale;

H.  considerando che le restrizioni legislative e le azioni penali mirate previste dalla legge sugli "agenti stranieri" in Russia hanno assunto negli ultimi mesi forme più repressive, che come conseguenza limitano l'accesso dei media e della società civile a finanziamenti indipendenti, ne offuscano la reputazione e ne ostacolano le attività, limitando così l'esercizio delle libertà fondamentali e riducendo lo spazio per gli attori indipendenti e dissidenti in Russia;

I.  considerando che la legge sugli "agenti stranieri" fa parte di una più ampia campagna per soffocare il dissenso, l'opposizione e la società civile in tutta la Russia; considerando che lo spazio sempre più ristretto per la società civile indipendente russa consente una maggiore presenza di organizzazioni non governative non indipendenti organizzate dal governo (GONGO); che il governo russo utilizza le GONGO per promuovere le proprie politiche e al tempo stesso mantenere la parvenza di una società civile indipendente;

J.  considerando che finora la legge ha preso di mira principalmente le ONG; che, ai sensi di questa legge, circa 80 ONG sono considerate "agenti stranieri", comprese praticamente tutte le principali ONG per i diritti umani in Russia; che 49 ONG russe hanno presentato ricorso dinanzi alla Corte europea dei diritti dell'uomo, sostenendo che la legge sugli "agenti stranieri" viola una serie di diritti umani, compresi i diritti alla libertà di espressione e di associazione, e protestando contro la qualità della legge e la persecuzione di cui sono vittime per non essersi registrati come "agenti stranieri", nonché contro l'eccessivo controllo statale;

K.  considerando che dal 2014 decine di organizzazioni che si occupano di questioni ambientali sono state inserite forzatamente nell'elenco degli "agenti stranieri", nonostante la sentenza della Corte costituzionale russa abbia escluso esplicitamente i gruppi ambientalisti dal campo di applicazione di tale legge; che molti dei gruppi interessati hanno dovuto chiudere per evitare di essere etichettati come "agenti stranieri" o perché non in grado di pagare le ammende;

L.  considerando che nell'ultimo decennio è emersa una tendenza globale allarmante, che vede un numero crescente di Stati introdurre e utilizzare le leggi per interferire con il diritto alla libertà di espressione, la quale include la libertà di ricevere e diffondere informazioni e idee senza interferenze da parte delle autorità pubbliche e a prescindere dalle frontiere, nonché la libertà di riunione e di associazione; che tali leggi ostacolano anche il lavoro delle organizzazioni della società civile e delle singole persone;

M.  considerando che in diverse sue sentenze la Corte europea dei diritti dell'uomo ha sottolineato che il ruolo di controllo pubblico esercitato dalle ONG è fondamentale per una società democratica oltre a essere di importanza analoga al ruolo dei media;

N.  considerando che l'obiettivo legittimo di garantire la trasparenza delle ONG che ricevono finanziamenti esteri non può giustificare misure che limitano le attività delle ONG attive nel campo della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto;

1.  invita le autorità russe ad abrogare immediatamente la legge sugli "agenti stranieri" e ad allineare la legislazione esistente alla Costituzione della Russia e ai suoi obblighi nel quadro del diritto internazionale; esorta la Federazione russa a smettere deliberatamente di creare un'atmosfera ostile nei confronti della società civile e condanna pertanto il ricorso alla legge sugli "agenti stranieri" quale mezzo per vessare e reprimere le organizzazioni della società civile che cooperano con i donatori internazionali o esprimono opinioni politiche;

2.  condanna le modifiche recentemente approvate della legge sugli "agenti stranieri", che ampliano notevolmente il campo di applicazione della legge e consentiranno di stigmatizzare gli individui come "agenti stranieri", violando in tal modo i loro diritti umani, in particolare la loro libertà di espressione e di associazione, e i loro diritti di cittadini, limitando il loro impegno e contributo nei confronti della società civile russa e mettendo a rischio la loro sicurezza personale in quanto oggetto di tale stigmatizzazione;

3.  condanna i continui sforzi delle autorità russe volti a limitare il dibattito online e offline nonché il giornalismo indipendente; ricorda loro che la libertà di parola è un diritto umano fondamentale che rafforza tutti gli altri diritti umani, consentendo alla società di svilupparsi e progredire; invita la Federazione russa a riconoscere il contributo positivo di una società civile vitale e attiva a favore dello stato della democrazia e della società;

4.  ritiene che tale legge e il ricorso eccessivo a multe e alla messa in liquidazione nei confronti dei media, delle organizzazioni per i diritti umani e della società civile siano deliberatamente volte a costringerli a concentrare le loro risorse sul pagamento di ammende e delle spese legali, limitando in questo modo la libertà di espressione; è profondamente preoccupato per le azioni nei confronti delle organizzazioni e dei difensori dei diritti umani, che si aggiungono al deterioramento della situazione dei diritti umani in Russia; condanna, tra l'altro, lo scioglimento del movimento storicamente importante denominato "Per i diritti umani";

5.  esprime preoccupazione per il rischio di applicabilità selettiva della legge al fine di prendere di mira singoli individui, in particolare giornalisti indipendenti e attivisti dell'opposizione politica, a causa della mancanza di criteri chiari e delle incertezze giuridiche circa i motivi e le conseguenze della sua applicazione ai comuni cittadini; invita le autorità russe a istituire un quadro per le attività delle organizzazioni non commerciali (ONG) il quale sia chiaro, coerente, uniforme e in linea con le norme europee e internazionali, in particolare mediante l'utilizzo di definizioni chiare, evitando l'uso di espressioni stigmatizzanti come "agenti stranieri" o di disposizioni giuridiche discriminatorie riguardo alle fonti di finanziamento, e impedendo l'azione penale contro le ONG, i media e i blogger, o contro singole persone che svolgono attività per le ONG o i media; esprime preoccupazione per l'estromissione delle organizzazioni indipendenti della società civile da parte delle ONG organizzate a livello governativo; prende atto con preoccupazione, in particolare, della situazione riguardante Anastasiya Shevchenko a Rostov sul Don;

6.  si oppone fermamente ai metodi delle autorità russe di utilizzare il potere dello Stato per sopprimere la libertà di espressione e di parola e infondere quindi paura nella società; invita le autorità russe a sostenere l'imparzialità dei canali mediatici, compresi quelli di proprietà di imprese statali russe, e a migliorare la sicurezza e l'ambiente di lavoro dei giornalisti in Russia, anche attraverso la promozione delle loro competenze professionali mediante il ricorso ai programmi internazionali esistenti; sottolinea la necessità di garantire procedure di ricorso legali ed efficienti per i giornalisti la cui libertà di lavorare sia stata minacciata, in modo da evitare l'autocensura;

7.  elogia e sostiene tutte le persone e organizzazioni che continuano ancora a svolgere il loro lavoro legittimo e pacifico per i diritti umani nonostante siano bersagli della repressione; esorta le autorità russe a porre fine alle vessazioni, alle intimidazioni e agli attacchi ai danni della società civile, dei media, delle organizzazioni e dei difensori dei diritti umani; condanna l'incapacità delle autorità russe di proteggere tali attori da attacchi, vessazioni e intimidazioni da parte di terzi o di indagare in modo imparziale contro tali attacchi;

8.  osserva che il registro russo dei mezzi di comunicazione qualificati come "agenti stranieri" è costituito da 10 voci, tutte sedi collegate a Radio Free Europe o Voice of America; ricorda che il governo russo ha criticato altri mezzi di comunicazione stranieri per aver riportato notizie sulle manifestazioni svoltesi nel paese;

9.  si attende che il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR), il Consiglio e la Commissione sollevino preoccupazioni in merito alla legge sugli "agenti stranieri" nei loro contatti, nelle riunioni e nelle comunicazioni con i rappresentanti russi, anche ai massimi livelli, e li invita a riferire al Parlamento in merito ai loro scambi con le autorità russe;

10.  ribadisce la sua richiesta alla Commissione, al SEAE e agli Stati membri di continuare a monitorare attentamente la situazione dei diritti umani nella Federazione russa e invita la delegazione dell'UE in Russia e le ambasciate degli Stati membri a continuare a monitorare i procedimenti giudiziari che coinvolgono le organizzazioni e gli attivisti della società civile; invita inoltre il VP/AR e il SEAE a garantire che i casi delle persone perseguitate per motivi politici siano sollevati nelle loro comunicazioni con le autorità russe e che i rappresentanti russi siano formalmente chiamati a rispondere in tali casi; chiede al VP/AR e al SEAE di riferire al Parlamento in merito ai loro scambi con le autorità russe;

11.  invita il VP/AR ad avvalersi di tutte le possibilità per sostenere la società civile che promuove i valori democratici, lo Stato di diritto, le libertà fondamentali e i diritti umani in Russia e a rafforzare i contatti interpersonali con i cittadini russi;

12.  chiede agli Stati membri dell'UE di sollevare la questione della legge sugli "agenti stranieri" nelle istituzioni del Consiglio d'Europa, principalmente in seno al Comitato dei ministri e all'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa; chiede alla commissione di Venezia di esaminare la legge modificata sugli "agenti stranieri" al fine di elaborare un parere giuridico e raccomandazioni appropriate; invita le autorità russe ad attuare pienamente tutte le raccomandazioni della commissione di Venezia del Consiglio d'Europa, in conformità degli obblighi internazionali della Russia in materia; invita gli Stati membri dell'UE ad esercitare una pressione costante sulle autorità russe in seno ai consessi OSCE al fine di rispettare le norme dell'OSCE in materia di diritti umani, democrazia, Stato di diritto e indipendenza della magistratura;

13.  incoraggia l'UE a chiedere continuamente alla Russia di abrogare o modificare tutte le leggi incompatibili con le norme internazionali; invita il VP/AR a elaborare una nuova strategia globale UE-Russia volta a rafforzare la pace e la stabilità; ribadisce che qualsiasi dialogo dovrebbe basarsi su principi rigorosi, tra cui il rispetto del diritto internazionale e l'integrità territoriale dei vicini della Russia; sottolinea che le sanzioni contro la Russia possono essere revocate solo quando la Russia rispetta pienamente i propri obblighi;

14.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Consiglio d'Europa, all'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, all'OSCE e al Presidente, al governo e al parlamento della Federazione russa.

Ultimo aggiornamento: 4 maggio 2020Note legali - Informativa sulla privacy