Risoluzione del Parlamento europeo del 16 gennaio 2020 sulla Nigeria, in particolare i recenti attacchi terroristici (2020/2503(RSP))
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sulla Nigeria, in particolare quella più recente del 18 gennaio 2018(1),
– vista la dichiarazione del 24 dicembre 2019 (sulla Nigeria), attribuibile al portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite,
– vista la relazione dell'inviato speciale per la promozione della libertà di religione o di credo al di fuori dell'Unione europea, del 25 novembre 2019,
– vista la dichiarazione rilasciata il 2 settembre 2019 dal relatore speciale delle Nazioni Unite sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie, al termine della sua visita in Nigeria,
– vista la dichiarazione rilasciata alla stampa il 31 luglio 2019 dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sugli atti di terrorismo nella Nigeria nordorientale,
– vista la dichiarazione rilasciata il 29 luglio 2018 dal portavoce della VP/AR sugli attacchi terroristici di Boko Haram a Borno, nella Nigeria nordorientale,
– vista la sezione sulla Nigeria contenuta nella relazione annuale 2019 (World Report 2019) di Human Rights Watch,
– viste le osservazioni conclusive della commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani sulla Nigeria, del 29 agosto 2019, in assenza della sua seconda relazione periodica,
– vista la dichiarazione dell'ONU sull'eliminazione di ogni forma di intolleranza e di discriminazione basata sulla religione e sul credo;
– visti gli orientamenti dell'UE in materia di promozione e protezione della libertà di religione o di credo del 2013,
– vista l'assegnazione del premio Sacharov del Parlamento europeo per la libertà di pensiero al difensore dei diritti umani, Hauwa Ibrahim, nel 2005,
– visto l'indice globale sul terrorismo (Global Terrorism Index) del 2019,
– vista la lettera sulle restrizioni degli interventi umanitari nella Nigeria nordorientale destinata al VP/AR e al Commissario responsabile per gli Aiuti umanitari e la gestione delle crisi da parte del presidente della commissione per lo sviluppo,
– vista la Costituzione della Repubblica federale della Nigeria, in particolare le disposizioni del titolo IV sulla protezione della libertà di religione e del diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione,
– vista la Convenzione delle Nazioni Unite del 1989 sui diritti dell'infanzia, ratificata dalla Nigeria nel 1991,
– vista la Convenzione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (CEDAW) del 1979,
– visto l'accordo di Cotonou,
– vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo,
– visti l'articolo 144, paragrafo 5, e l'articolo 132, paragrafo 4, del suo regolamento,
A. considerando che le condizioni di sicurezza in Nigeria sono nettamente peggiorate negli ultimi anni, rappresentando una grave minaccia per la sicurezza regionale e internazionale; che le violazioni dei diritti umani e gli omicidi di massa sono ampiamente diffusi, segnatamente nella regione nordorientale del paese; che dal 2009 sono state uccise oltre 36 000 persone in Nigeria a causa dell'insurrezione di Boko Haram;
B. considerando che il paese è afflitto da dieci anni da un conflitto armato regionalizzato; che sono in aumento, in particolare, l'estremismo violento e le attività terroristiche, con i gruppi jihadisti come Boko Haram e lo Stato islamico nella provincia dell'Africa occidentale (ISWAP), il cui potere e influenza stanno aumentando; che Boko Haram ha attaccato la polizia, l'esercito, politici, scuole, edifici religiosi, istituzioni pubbliche e civili in Nigeria con crescente regolarità dal 2009; che la grande maggioranza delle vittime è rappresentata da musulmani;
C. considerando che la Nigeria si colloca al terzo posto su 163 paesi nell'indice globale di terrorismo dopo l'Iraq e l'Afghanistan, il che colloca il paese al terzo posto nell'elenco dei paesi maggiormente colpiti dal terrorismo;
D. considerando che le condizioni di sicurezza sono peggiorate in ragione dell'escalation della violenza religiosa ed etnica in alcune parti del paese, tra cui il conflitto nella fascia agricola centrale, in cui gli agricoltori e i pastori nomadi si contendono la terra e le risorse idriche;
E. considerando che l'ISWAP tiene attualmente prigioniere decine di persone, tra cui leader cristiani, forze di sicurezza e operatori umanitari;
F. considerando che la popolazione nigeriana, che è la più numerosa dell'Africa, è pressoché equamente suddivisa tra musulmani e cristiani; che il paese ospita la più grande comunità cristiana della regione, con quasi 30 milioni di cristiani insediati nel nord della Nigeria; che la rivalità storica tra il nord prevalentemente musulmano e il sud cristiano si è fortemente intensificata con la diffusione dell'Islam radicale;
G. considerando che l'ISWAP ha rivendicato l'esecuzione di 11 persone in un video divulgato il 26 dicembre 2019; che, secondo le dichiarazioni del gruppo, tutte le vittime sarebbero cristiani e che l'attacco sarebbe stato perpetrato come ritorsione per la morte del leader dello Stato islamico (IS), Abu Bakr al-Baghdadi, in Siria;
H. considerando che tali uccisioni rientrano in una serie più ampia di atti terroristici, tra cui l'attentato del 24 dicembre 2019 contro un villaggio cristiano vicino a Chibok, che ha provocato la morte di sette abitanti del villaggio e il rapimento di una ragazza, l'uccisione di tre civili al di fuori di Biu il 23 dicembre 2019 e l'uccisione di sette civili a Nganzai il 22 dicembre 2019;
I. considerando che, secondo l'organizzazione Humanitarian Aid Relief Trust, oltre 6 000 cristiani sarebbero stati assassinati dal 2015 da gruppi jihadisti o avrebbero perso la vita a causa della politica "Your Land or Your Blood" (la vostra terra o il vostro sangue) portata avanti da militanti Fulani; che nei paesi della Sharia i cristiani sono costantemente discriminati e spesso considerati cittadini di seconda classe;
J. considerando che, sebbene il presidente Muhammadu Buhari abbia condannato le uccisioni e abbia esortato la popolazione a non dividersi su base religiosa, gli attacchi sono stati perpetrati in totale impunità e raramente i responsabili sono chiamati a rispondere delle loro azioni; che una relazione di Amnesty International ha dimostrato negligenza deliberata da parte delle forze di sicurezza nigeriane per quanto riguarda gli attacchi mortali contro le comunità degli agricoltori;
K. considerando che, secondo quanto riferito da Human Rights Watch, l'esercito nigeriano avrebbe detenuto oltre 3 600 minori, metà dei quali ragazze, sospettate di essere legate a gruppi islamisti e attori armati non statali, spesso sulla base di prove scarse o inesistenti; che molti detenuti hanno subito abusi, tra cui violenze sessuali, e sono morti in detenzione per malattia, fame, disidratazione o ferite da arma da fuoco; che l'esercito ha sistematicamente negato l'accesso ai centri di detenzione per verificare le condizioni di detenzione dei minori;
L. considerando che la situazione delle ragazze e delle donne in Nigeria rappresenta un particolare problema a causa di pratiche discriminatorie generalizzate, dell'accesso limitato ai servizi sanitari e all'istruzione, nonché dell'ampia diffusione delle mutilazioni genitali femminili e dei matrimoni infantili;
M. considerando che la Corte penale internazionale (CPI) ha dichiarato che sussistono validi motivi per ritenere che in Nigeria Boko Haram e le forze di sicurezza nigeriane si siano macchiate di crimini contro l'umanità di cui all'articolo 7 dello Statuto di Roma, tra cui omicidi e persecuzioni; che, nella sua relazione sugli esami preliminari del 2019, la CPI constata che, nonostante una serie di misure adottate dalle autorità nigeriane per accertare la responsabilità penale dei presunti responsabili, le misure investigative o giudiziarie adottate finora nei confronti dei membri di Boko Haram e delle forze di sicurezza nigeriane sembrano essere state limitate in termini sia di portata che di incisività;
N. considerando che dal 2015 il governo è stato criticato per il modo inadeguato in cui ha affrontato l'insurrezione islamica in tutto il paese; che l'esercito e la polizia della Nigeria si trovano confrontati a una miriade di minacce alla sicurezza e sembrano trovarsi sotto estrema pressione e incapaci di affrontare contemporaneamente le crisi di sicurezza;
O. considerando che, sin dalla sua creazione nel 2015, la task force comune multinazionale ha respinto i gruppi terroristici da molte zone che erano sotto il loro controllo, sebbene la regione permanga fortemente instabile; che il recente ritiro di 1 200 soldati del Ciad, in concomitanza con un'ondata di violenze nella regione nordorientale, ha destato preoccupazione tra la popolazione; che centinaia di civili nigeriani residenti nelle vicinanze ha abbandonato la zona temendo nuovi attacchi dei jihadisti dopo il ritiro delle truppe;
P. considerando che nell'ottobre 2019 l'UE, la Repubblica federale di Germania e la Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (ECOWAS) hanno avviato il progetto "Peace and Security Architecture and Operations" (architettura e operazioni di pace e sicurezza) (EPSAO); che l'obiettivo del progetto consiste nel rafforzare i meccanismi e le capacità dell'ECOWAS di gestire i conflitti e sostenere un clima postbellico nell'Africa occidentale;
Q. considerando che, secondo l'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), la situazione in Nigeria ha provocato una crisi umanitaria senza precedenti e lo sfollamento di oltre 2 milioni di persone nel nord-est del paese; che secondo Human Rights Watch la maggior parte degli sfollati interni non può esercitare i propri diritti fondamentali all'alimentazione, a un alloggio, all'istruzione, alla salute, alla tutela dell'integrità fisica, nonché il diritto alla libertà di movimento; che l'UE ha stanziato 28,3 milioni di EUR per sostenere l'assistenza umanitaria nel paese; che le necessità in materia di aiuti umanitari sono lungi dall'essere soddisfatte con i fondi attuali;
R. considerando che, secondo la sezione del rapporto World Report 2019 di Human Rights Watch sulla Nigeria, oltre 35 000 sfollati interni sono tornati nelle comunità nordorientali nel 2018, nonostante le preoccupazioni per la sicurezza e la mancanza di beni di prima necessità, tra cui cibo e alloggio;
S. considerando che quasi la metà della popolazione nigeriana vive in condizioni di estrema povertà; che, secondo le stime, oltre sette milioni di nigeriani hanno urgente bisogno di assistenza di primo soccorso;
T. considerando che migliaia di nigeriani rischiano la vita sulle rotte migratorie verso l'UE nella speranza di una vita in migliori condizioni economiche, sociali e di sicurezza;
U. considerando che lo spazio umanitario nel paese si è contratto in ragione del rapimento e dell'uccisione di diversi operatori umanitari; che otto operatori umanitari sono stati uccisi nel 2019, su un totale di 26 persone che hanno perso la vita nel conflitto dal 2011; che i rischi di sicurezza ostacolano spesso la prestazione degli aiuti e hanno spinto alla fuga numerose organizzazioni umanitarie;
V. considerando, inoltre, che il governo ha sospeso una serie di agenzie e associazioni per gli aiuti internazionali, sostenendo che avevano riciclato denaro per conto di gruppi islamisti; che nel settembre 2019 le forze armate nigeriane hanno chiesto la chiusura delle organizzazioni Action Against Hunger e Mercy Corps senza dare alcun preavviso, impedendo a 400 000 persone di beneficiare degli aiuti;
W. considerando che, a norma dell'articolo 8 dell'accordo di Cotonou, l'Unione europea intrattiene un regolare dialogo politico con la Nigeria sui diritti umani e i principi democratici, nonché su questioni come la discriminazione per motivi etnici, religiosi e razziali;
1. deplora gli attentati terroristici avvenuti nel paese; ribadisce la propria preoccupazione per il protrarsi della crisi in Nigeria e per la volatilità della situazione della sicurezza nel nord-est del paese, e condanna fermamente le ripetute violazioni dei diritti umani, del diritto internazionale e umanitario, siano esse per ragioni religiose o etniche;
2. condanna in particolare la recente recrudescenza della violenza nei confronti delle comunità etniche e religiose, compresi gli attacchi contro istituzioni religiose e fedeli;
3. esprime il proprio cordoglio alle famiglie delle vittime e la propria solidarietà al popolo nigeriano che da oltre un decennio subisce le conseguenze del terrorismo nella regione;
4. esorta le autorità nigeriane a garantire il rispetto dei diritti umani nel paese e a proteggere la popolazione civile dal terrorismo e dalla violenza; insiste affinché tali sforzi siano condotti nel pieno rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto, in linea con gli obblighi internazionali del paese;
5. ritiene qualsiasi forma di sterminio di esseri umani o di pulizia etnica una barbarie e un crimine contro l'umanità; esorta il governo nigeriano ad affrontare le cause profonde della violenza garantendo pari diritti a tutti i cittadini e una legislazione antidiscriminazione; insiste, a tale proposito, sulla necessità di promuovere ulteriormente il dialogo interreligioso e la coesistenza pacifica dei cittadini indipendentemente dalla loro religione, con il coinvolgimento di tutte le parti interessate pertinenti, compreso il Consiglio interreligioso della Nigeria;
6. ricorda che le donne e i minori sono più vulnerabili agli effetti del conflitto, del terrorismo e della violenza nel paese; deplora il fatto che i minori siano sempre più spesso reclutati dai gruppi terroristici e utilizzati come bambini soldato o attentatori suicidi;
7. è profondamente preoccupato per le segnalazioni di maltrattamenti di minori detenuti nelle strutture militari; invita le autorità nigeriane a consentire l'accesso delle Nazioni Unite alle sue strutture di detenzione militari, a firmare un protocollo formale di consegna per garantire che i minori detenuti dall'esercito siano consegnati rapidamente ad appropriate autorità di tutela dei minori e a porre fine alla detenzione militare dei minori; insiste sulla necessità di adattare la risposta al terrorismo, nonché il sistema giudiziario e il quadro di contrasto, per proteggere i diritti delle popolazioni più vulnerabili, compresi i bambini;
8. ricorda alle autorità nigeriane il loro obbligo di proteggere i diritti dei minori, garantire la protezione e prestare assistenza alle persone vittime del terrorismo o di conflitti, garantendone anche l'accesso all'istruzione; ricorda inoltre che l'istruzione e le opportunità economiche sono strumenti efficaci contro la radicalizzazione ed esorta i partner internazionali a sostenere la garanzia di un'istruzione accessibile e di qualità nell'ambito di una strategia antiterrorismo nella regione;
9. esprime profonda preoccupazione per il fatto che le donne nigeriane continuino ad essere vittime di discriminazioni, violenze, abusi sessuali e stupri; esorta la Nigeria ad attuare pienamente la CEDAW; sollecita un maggiore sostegno nei confronti delle vittime della diffusa violenza sessuale e di genere, compresa l'assistenza psicologica;
10. sottolinea che la lotta contro l'impunità è fondamentale per la stabilità del paese e per la costruzione di una pace duratura; invita pertanto le autorità nigeriane a svolgere senza indugio indagini approfondite e trasparenti per assicurare i responsabili alla giustizia e far sì che rispondano delle loro azioni; chiede altresì misure per migliorare la capacità e l'indipendenza del sistema giudiziario nigeriano quale mezzo per promuovere efficacemente la giustizia penale nella lotta contro la violenza, il terrorismo e la corruzione;
11. deplora lo stallo dei progressi nella lotta contro Boko Haram, l'ISWAP e la maggiore frequenza e gravità degli attacchi suicidi e degli attacchi diretti contro le postazioni militari; ricorda che il presidente della Nigeria, Buhari, è stato rieletto nel 2019 con la promessa di sconfiggere l'estremismo violento promosso da Boko Haram e da altri gruppi terroristici ed esorta il presidente ad attuare le promesse formulate durante la campagna elettorale;
12. sostiene gli obiettivi del progetto relativo all'architettura e alle operazioni di pace e di sicurezza condotto dall'UE e dall'ECOWAS; incoraggia un forte sostegno degli Stati membri affinché contribuiscano alla creazione di capacità e alla risoluzione dei conflitti nell'Africa occidentale;
13. ribadisce il proprio sostegno alla task force comune multinazionale regionale e plaude agli sforzi compiuti per combattere efficacemente il terrorismo e ripristinare la stabilità nella regione del lago Ciad; ricorda che il terrorismo non conosce confini e invita i paesi della regione a continuare a coordinare i loro sforzi per rendere sicura l'intera regione;
14. incoraggia l'ulteriore riforma del settore della sicurezza in Nigeria al fine di rafforzare la capacità degli attori nazionali e regionali di combattere il terrorismo; invita il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) e gli Stati membri a portare avanti l'assistenza tecnica dell'UE in materia;
15. mette in guardia contro una strumentalizzazione del conflitto tra agricoltori e pastori quale mezzo per diffondere l'odio per ragioni religiose; esorta il governo nigeriano ad attuare il piano nazionale di trasformazione del bestiame, che mira a proteggere gli interessi sia degli agricoltori che dei pastori; ritiene che siano necessarie ulteriori misure come il rafforzamento dei meccanismi di mediazione dei conflitti, risoluzione, riconciliazione e costruzione della pace;
16. sottolinea l'interdipendenza tra sviluppo, democrazia, diritti umani, buon governo e sicurezza nel paese; ritiene che l'azione militare da sola non sia sufficiente a combattere efficacemente il terrorismo; invita il governo nigeriano a sviluppare una strategia globale che affronti le cause profonde del terrorismo, concentrandosi su un approccio preventivo teso a eliminare l'attrattiva esercitata dall'ideologia terrorista, a limitare le opportunità di reclutamento e radicalizzazione e a sospenderne gli aiuti finanziari, anche attraverso il sostegno e il finanziamento a favore di programmi delle organizzazioni della società civile incentrati sulle comunità;
17. invita l'UE, l'Unione africana e la comunità internazionale a intensificare gli sforzi volti a sostenere la lotta contro il terrorismo in Nigeria e a portare avanti l'assistenza politica e in materia di sicurezza nel paese e nell'intera regione;
18. è profondamente preoccupato per l'impatto della situazione della sicurezza nel paese sull'efficacia degli aiuti umanitari e allo sviluppo; invita l'UE a portare avanti i suoi sforzi umanitari e in materia di sviluppo non solo in Nigeria, ma anche nell'intera regione; accoglie con favore i 50 milioni di EUR supplementari promessi dall'UE nel 2019 per sostenere la ripresa e la resilienza in Nigeria;
19. riconosce le pressioni che subiscono la Nigeria e i paesi vicini a causa dello sfollamento regionale; chiede un maggiore sostegno e un maggiore coordinamento dei donatori per gli sfollati in Nigeria, comprese risorse finanziarie supplementari da parte della comunità internazionale; ricorda che i fondi per lo sviluppo non dovrebbero essere deviati dal loro obiettivo originario di eliminare la povertà in tutte le sue forme;
20. condanna tutti gli attacchi contro il personale o le strutture per gli aiuti umanitari e sollecita l'adozione di misure per garantire la sicurezza degli operatori umanitari e un contesto sicuro, affinché le organizzazioni umanitarie possano svolgere le loro attività essenziali;
21. è estremamente preoccupato per il rapido intensificarsi del cambiamento climatico e il suo impatto sulla vita e sui mezzi di sussistenza, in particolare nella fascia centrale del paese; ribadisce la necessità di trovare soluzioni a lungo termine per proteggere le risorse naturali e garantire l'accesso alle stesse; ricorda che affrontare l'emergenza climatica è una componente essenziale per garantire la stabilità economica e la pace nella regione;
22. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Servizio europeo per l'azione esterna, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Presidente e al Parlamento della Nigeria, all'Unione africana, all'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE e al Parlamento panafricano.