Risoluzione del Parlamento europeo del 12 febbraio 2020 su una strategia dell'UE per porre fine alle mutilazioni genitali femminili nel mondo (2019/2988(RSP))
Il Parlamento europeo,
– visti gli articoli 8 e 9 della direttiva 2012/29/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, che istituisce norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato e che sostituisce la decisione quadro 2001/220/GAI (direttiva sui diritti delle vittime)(1), le cui disposizioni si applicano anche alle vittime di mutilazioni genitali femminili (MGF),
– visti gli articoli 11 e 21 della direttiva 2013/33/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, recante norme relative all'accoglienza dei richiedenti protezione internazionale (direttiva sulle condizioni di accoglienza)(2), in cui si menzionano espressamente le vittime di MGF tra le categorie di persone vulnerabili che dovrebbero ricevere un'adeguata assistenza sanitaria durante le procedure di asilo,
– visto l'articolo 20 della direttiva 2011/95/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 dicembre 2011, recante norme sull'attribuzione, a cittadini di paesi terzi o apolidi, della qualifica di beneficiario di protezione internazionale, su uno status uniforme per i rifugiati o per le persone aventi titolo a beneficiare della protezione sussidiaria, nonché sul contenuto della protezione riconosciuta (direttiva qualifiche)(3), in cui le MGF come forma grave di violenza psicologica, fisica o sessuale sono incluse come criterio da prendere in considerazione per la concessione di protezione internazionale,
– vista la sua risoluzione del 14 giugno 2012 sull'abolizione delle mutilazioni genitali femminili(4), in cui si chiedeva di porre fine alle MGF in tutto il mondo attraverso misure di prevenzione e protezione e la legislazione,
– vista la sua risoluzione del 6 febbraio 2014 sulla comunicazione della Commissione dal titolo: "Verso l'eliminazione delle mutilazioni genitali femminili"(5),
– vista la sua risoluzione del 7 febbraio 2018 sulla tolleranza zero per le mutilazioni genitali femminili (MGF)(6),
– viste le relazioni annuali dell'UE sui diritti umani e la democrazia nel mondo, in particolare la sua risoluzione del 15 gennaio 2020(7),
– viste le conclusioni del Consiglio del giugno 2014 su "Prevenire e combattere tutte le forme di violenza contro le donne e le ragazze, compresa la mutilazione genitale femminile",
– viste le conclusioni del Consiglio dell'8 marzo 2010 sull'eliminazione della violenza contro le donne nell'Unione europea,
– vista la comunicazione della Commissione del 25 novembre 2013 dal titolo "Verso l'eliminazione delle mutilazioni genitali femminili" (COM(2013)0833),
– vista la dichiarazione congiunta del 6 febbraio 2013 relativa alla Giornata internazionale contro le mutilazioni genitali femminili, in cui il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e cinque commissari hanno ribadito l'impegno dell'UE a lottare contro le MGF nell'ambito delle sue relazioni esterne,
– visto il piano d'azione dell'UE per i diritti umani e la democrazia 2015-2019, in particolare l'obiettivo n. 14(b) che menziona espressamente le MGF, e tenendo conto della revisione in corso del piano d'azione e dei negoziati per il suo rinnovo,
– vista l'esperienza acquisita attraverso l'attuazione dell'impegno strategico della Commissione per la parità di genere 2016-2019 e il proseguimento delle misure stabilite nel piano d'azione previsto dalla comunicazione della Commissione del 25 novembre 2013,
– vista l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, in particolare l'obiettivo 5.3 sull'eradicazione di tutte le pratiche dannose, come il matrimonio infantile, precoce e forzato, e le mutilazioni genitali femminili,
– visti la Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo (ICPD) tenutasi al Cairo nel 1994 e il suo programma d'azione, nonché l'esito delle successive conferenze di revisione, in particolare il Vertice di Nairobi sulla ICPD25 e il suo impegno a favore dell'eradicazione delle MGF,
– visti la piattaforma d'azione di Pechino e l'esito delle sue successive conferenze di revisione,
– visto il piano d'azione dell'UE sulla parità di genere 2016-2020 (GAP II), in particolare la priorità tematica B che contiene un indicatore specifico sulle MGF, e tenendo conto della revisione in corso del piano d'azione e dei negoziati per il suo rinnovo,
– visto l'impegno assunto dalla Presidente della Commissione europea ad adottare misure di lotta alla violenza contro le donne, come indicato nei suoi orientamenti politici,
– vista la nuova strategia dell'UE per la parità di genere che sarà annunciata prossimamente,
– viste la relazione dell'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (EIGE) del 2013 su "Mutilazioni genitali femminili nell'Unione europea e in Croazia", nonché le due relazioni successive dal titolo "Stima delle bambine e adolescenti a rischio di mutilazioni genitali femminili nell'Unione europea" rispettivamente del 2015 su Irlanda, Portogallo e Svezia, e del 2018 su Belgio, Grecia, Francia, Italia, Cipro e Malta,
– vista la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul) del 2014, il cui articolo 38 chiede la penalizzazione delle MGF da parte di tutti gli Stati firmatari,
– vista la sua risoluzione del 12 settembre 2017 sulla proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione da parte dell'Unione europea della convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (COM(2016)0109 – 2016/0062(NLE))(8),
– vista la sua risoluzione del 28 novembre 2019 sull'adesione dell'UE alla convenzione di Istanbul e altre misure per combattere la violenza di genere(9),
– vista la dichiarazione del comitato dei ministri del Consiglio d'Europa del 13 settembre 2017 sulla necessità di intensificare gli sforzi per prevenire e combattere la mutilazione genitale femminile e il matrimonio forzato in Europa,
– viste le linee guida dell'OMS sulla gestione delle complicazioni sanitarie derivanti dalle mutilazioni genitali femminili,
– vista la risoluzione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite del 5 luglio 2018 sull'eliminazione delle mutilazioni genitali femminili,
– vista la relazione del Segretario generale delle Nazioni Unite del 27 luglio 2018 dal titolo "Intensificare gli sforzi globali per l'eliminazione delle mutilazioni genitali femminili",
– vista la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 14 novembre 2018 dal titolo "Intensificare gli sforzi globali per l'eliminazione delle mutilazioni genitali femminili",
– visti l'Accordo di Cotonou e il suo attuale processo di revisione,
– vista l'iniziativa Spotlight UE-ONU del settembre 2017 sull'eliminazione della violenza contro le donne e le ragazze,
– visto l'articolo 132, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che le MGF sono considerate a livello internazionale una grave e sistematica violazione dei diritti umani, una forma di violenza nei confronti delle donne e delle ragazze, nonché una manifestazione di disuguaglianza di genere, non legata a una religione o a una cultura specifica, e sono oggi riconosciute come un problema globale che interessa almeno 200 milioni di donne e ragazze in 30 paesi, secondo le relazioni statistiche dell'UNICEF, del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA) e dell'OMS; che tuttavia esistono prove attestanti la pratica delle MGF in più di 90 paesi di tutti i continenti;
B. considerando che, secondo i dati dell'UNFPA del 2018, se non vi sarà un'inversione di rotta delle attuali tendenze demografiche, 68 milioni di ragazze in tutto il mondo saranno a rischio di subire MGF entro il 2030, con un aumento annuale che si stima passerà da 4,1 milioni nel 2019 a 4,6 milioni all'anno entro il 2030;
C. considerando che, stando ai più recenti dati nazionali disponibili per l'Europa, circa 600 000 donne e ragazze in Europa sarebbero costrette a convivere con le conseguenze fisiche e psicologiche permanenti delle MGF, e che altre 180 000 ragazze, in solamente 13 paesi europei, sarebbero esposte a un elevato rischio di subire MGF;
D. considerando che le MGF comprendono tutte le pratiche che comportano la rimozione parziale o totale dei genitali esterni femminili, quali la clitoridectomia, l'escissione, l'infibulazione e altre pratiche dannose, e che intenzionalmente alterano o causano lesioni agli organi genitali femminili per motivi non medici, causando complicazioni sanitarie di natura fisica, sessuale e psicologica che possono condurre alla morte;
E. considerando che le MGF sono praticate principalmente su bambine di età compresa tra la prima infanzia e i 15 anni; che, inoltre, una ragazza o una donna può essere sottoposta a MGF in vari momenti nel corso della sua vita, ad esempio prima del matrimonio o della partenza per un viaggio all'estero;
F. considerando che il recente aumento della percentuale delle donne e delle ragazze che potrebbero già aver subito MGF, secondo i dati dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) del 2018, indica che il problema sta assumendo una sempre maggiore importanza e che il numero delle persone colpite o a rischio continua a crescere; che, secondo l'UNHCR, solo negli ultimi cinque anni sono arrivate in Europa oltre 100 000 donne richiedenti asilo che potrebbero aver subito MGF;
G. considerando che, secondo l'UNICEF, sono stati compiuti progressi per quanto riguarda il numero delle ragazze a rischio di MGF, che attualmente è ridotto di un terzo rispetto a 30 fa; che ciononostante, alla luce di tutti i dati disponibili, a 10 anni dal 2030, l'obiettivo di sviluppo sostenibile 5.3 sull'eliminazione delle MGF è lungi dall'essere stato raggiunto; che il numero in termini assoluti delle donne e delle ragazze colpite sembra invece essere in aumento e continuerà ad aumentare a meno che non vengano urgentemente intensificati gli sforzi per contrastare tale evoluzione;
H. considerando che, per accelerare il cambiamento e raggiungere l'obiettivo di eliminare le MGF in tutto il mondo entro il 2030, è urgentemente necessario intensificare e coordinare gli sforzi in atto per porre fine a tale pratica a livello locale, nazionale, regionale e internazionale, far leva su tali sforzi e realizzare un cambiamento radicale e duraturo attraverso strategie efficaci e globali;
I. considerando che le MGF sono una forma di violenza di genere e che per porvi fine è essenziale affrontare le cause profonde delle disuguaglianze di genere a livello di comunità, compresi gli stereotipi di genere e le norme sociali dannose;
J. considerando che le MGF sono spesso indissociabili da altre questioni di disuguaglianza di genere e non sono altro che una delle tante violazioni dei diritti delle donne, come la mancanza di accesso all'istruzione per le ragazze, compresa un'educazione sessuale completa, la mancanza di lavoro per le donne, l'impossibilità di possedere o ereditare proprietà, il matrimonio infantile forzato o precoce, la violenza sessuale e fisica, e la mancanza di assistenza sanitaria di qualità, compresi i servizi per la salute sessuale e riproduttiva e i diritti ad essa connessi;
K. considerando che la "medicalizzazione" delle MGF è la pratica delle MGF eseguita da un operatore sanitario o in un ospedale o in una struttura medica; che la medicalizzazione delle MGF è un tentativo pericoloso di legittimare tale pratica e persino di trarne potenzialmente profitto;
1. ribadisce il suo impegno a contribuire all'eliminazione della pratica delle MGF in tutto il mondo, in quanto costituisce una forma di violenza di genere che ha conseguenze fisiche e psicologiche di lunga durata per le donne e le ragazze e in alcuni casi ne provoca la morte;
2. rileva che il riconoscimento delle "Restorers" come finaliste del Premio Sacharov segna un passo importante in questo senso e nella lotta contro le MGF; riconosce inoltre l'importante ruolo dei giovani nell'emancipare se stessi e gli altri diventando modelli di riferimento all'interno delle loro comunità;
3. sottolinea che l'obiettivo primario di ogni azione riguardante le MGF deve essere la loro prevenzione attraverso un cambiamento sostenibile della società e l'emancipazione delle comunità, e in particolare delle donne e delle ragazze al loro interno, nonché attraverso l'offerta di istruzione e di informazione e la creazione delle condizioni preliminari per l'emancipazione economica delle donne e delle ragazze; sottolinea che la protezione e la cura delle donne che sono sopravvissute alle MGF deve essere una priorità che va realizzata offrendo una protezione e un'informazione appropriate, nonché l'accesso a un'assistenza e a un sostegno professionali e adeguati dal punto di vista fisico, psicologico, medico e sessuologico alle donne sopravvissute a questa pratica attraverso un aumento degli investimenti;
4. sottolinea che coinvolgere gli uomini e i ragazzi nel processo di ridefinizione delle relazioni di genere e di modifica dei comportamenti, come anche nel sostegno all'emancipazione delle donne e delle ragazze, è altrettanto decisivo ai fini dell'eliminazione di questa pratica dannosa; sottolinea, inoltre, l'importanza di coinvolgere i leader delle comunità nell'eliminazione delle MGF, dal momento che queste si trasmettono attraverso le tradizioni e la cultura, tramite gli escissori e i circoncisori tradizionali, che spesso hanno ruoli influenti all'interno delle comunità, e il ricorso a diverse religioni per legittimarne la pratica e la diffusione;
5. sottolinea che le MGF devono essere affrontate con un approccio olistico e intersettoriale, affrontando le cause profonde delle disuguaglianze di genere che sono alla base di tutte le forme di violenza di genere nei confronti di tutte le donne e le ragazze, comprese le violazioni dei loro diritti umani, della loro integrità fisica e della loro salute sessuale e riproduttiva, nonché dei diritti ad essa connessi, e segnatamente collegando le MGF ad altre pratiche dannose come il matrimonio precoce e forzato, lo stiramento del seno, l'imenoplastica e i test di verginità;
6. è preoccupato per il fenomeno sempre più diffuso della "medicalizzazione" delle MGF in alcuni paesi – anche quelli in cui le MGF sono illegali – e per il crescente coinvolgimento dei professionisti sanitari in tale pratica; insiste sul fatto che questa è una risposta inaccettabile nell'ambito della lotta contro le cause profonde delle MGF, come già stabilito dalle Nazioni Unite e dall'OMS; invita i paesi interessati a vietare esplicitamente la medicalizzazione delle MGF e contemporaneamente a sensibilizzare il personale medico al problema attraverso l'informazione e la formazione, nonché mediante un'adeguata vigilanza e applicazione della legge;
7. sottolinea che, a norma dell'articolo 38 della Convenzione di Istanbul, gli Stati membri hanno l'obbligo di perseguire penalmente le MGF, nonché l'atto di indurre, costringere o fornire a una ragazza i mezzi per subirle, e che la Convenzione protegge non solo le ragazze e le donne esposte al rischio di subire MGF, ma anche le ragazze e le donne che subiscono le conseguenze permanenti di tali pratiche; è lieto di notare che in tutti gli Stati membri il diritto penale protegge le ragazze e le donne dalle MGF, ma è estremamente preoccupato per la sua evidente inefficacia, visto il numero estremamente ridotto di casi che arrivano in tribunale nell'UE;
8. osserva che in molti paesi dell'UE è anche possibile perseguire penalmente le MGF eseguite all'estero, conformemente al principio di extraterritorialità, in base al quale è quindi anche vietato portare le bambine in paesi terzi per sottoporle a MGF; osserva che la criminalizzazione deve essere accompagnata da procedimenti penali e indagini; sottolinea che l'interesse superiore del minore deve sempre rimanere una considerazione primaria e che, nel processo di perseguire penalmente e condannare i familiari che praticano le MGF, è necessario anche garantire che le ragazze e le bambine coinvolte non debbano subire ulteriori rischi in conseguenza di ciò;
9. invita la Commissione e gli Stati membri a garantire che il futuro bilancio dell'UE, nelle sue dimensioni sia interna che esterna, continui ad appoggiare la sostenibilità dell'impegno delle comunità in progetti e programmi attraverso un finanziamento adeguato, che tenga conto delle realtà operative delle organizzazioni radicate nelle comunità e delle organizzazioni e iniziative guidate dalle donne sopravvissute e da giovani; invita, a tal fine, la Commissione e il Consiglio a garantire la flessibilità, l'accessibilità e la sostenibilità dei finanziamenti sulla base di un sostegno finanziario strutturale a più lungo termine nell'ambito delle discussioni di bilancio sul prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP);
10. si compiace del lavoro già svolto mediante il programma "Diritti, uguaglianza e cittadinanza" e invita la Commissione e gli Stati membri a garantire che il futuro bilancio dell'UE tenga conto della necessità di una maggiore flessibilità e di sinergie tra programmi di finanziamento interni ed esterni, al fine di promuovere bilanci che affrontino la complessità della questione, nonché interventi transnazionali e transfrontalieri più completi per conseguire l'eliminazione globale delle MGF;
11. incoraggia la Commissione e gli Stati membri a rafforzare il loro impegno nei confronti delle reti europee e nazionali di professionisti, comprese quelle attive nei settori della salute, dell'assistenza sociale, delle attività di contrasto e della società civile, e a far sì che i finanziamenti dell'UE siano destinati a progetti finalizzati alla formazione e a campagne di sensibilizzazione per professionisti sulle modalità per prevenire, individuare e rispondere efficacemente ai casi di MGF e di violenza contro le donne e le ragazze;
12. sollecita la Commissione ad assicurare che tutti gli Stati membri recepiscano nel proprio diritto nazionale la direttiva sui diritti delle vittime e la attuino pienamente, al fine di assicurare che le donne sopravvissute alle MGF possano accedere a servizi di supporto specialistici confidenziali, anche di assistenza e consulenza post-traumatiche, nonché a centri di accoglienza, in situazioni di emergenza nell'UE;
13. rileva che l'accesso all'assistenza sanitaria specialistica, compresa l'assistenza psicologica, per le donne richiedenti asilo e le rifugiate sopravvissute alle MGF deve essere considerato una priorità a livello sia dell'UE che degli Stati membri, alla luce dei dati più recenti dell'UNHCR;
14. invita la Commissione e il Consiglio a garantire che, nell'ambito della riforma del sistema europeo comune di asilo (CEAS), siano applicate in modo uniforme in tutta l'UE le più rigorose norme di protezione internazionale in materia di qualifica, condizioni di accoglienza e diritti procedurali, facilitando un'intensa cooperazione tra gli Stati membri, in particolare per quanto riguarda le donne vulnerabili richiedenti asilo che sono colpite o esposte al rischio di MGF e di altre forme di violenza di genere;
15. esorta la Commissione, alla luce dell'aumento del numero di donne e ragazze colpite da MGF, ad avviare una revisione della sua comunicazione del 2013 intitolata "Verso l'eliminazione delle mutilazioni genitali femminili", al fine di garantire che siano potenziate le azioni volte a contrastare tali pratiche in tutto il mondo e che siano profusi sforzi per affrontare le disparità nelle leggi, nelle politiche e nella prestazione di servizi tra gli Stati membri, in modo che le donne e le ragazze colpite o esposte al rischio di MGF possano avere accesso agli stessi standard di trattamento in tutta l'UE;
16. invita la Commissione ad assicurare che la prossima strategia per la parità di genere includa azioni volte a porre fine alle MGF e fornire assistenza alle donne sopravvissute e a provvedere affinché tale strategia contenga un linguaggio inclusivo, impegni forti e indicatori chiari in tutti i settori di competenza dell'UE, unitamente a relazioni periodiche e un solido meccanismo di monitoraggio, in modo da garantire la responsabilità di tutte le istituzioni dell'UE e degli Stati membri;
17. invita la Commissione, il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) e gli Stati membri a intensificare la cooperazione con i paesi terzi al fine di incoraggiarli ad adottare leggi nazionali che vietino le MGF, a sostenere le autorità di contrasto nel garantire l'attuazione di tali leggi e a dare priorità alla questione delle MGF e di altre pratiche dannose per le donne e le ragazze nella sua politica esterna in materia di diritti umani, in particolare nei suoi dialoghi bilaterali e multilaterali sui diritti umani e in altre forme di impegno diplomatico; sottolinea che l'UE può contribuire a eliminare le MGF in tutto il mondo, istituendo e incoraggiando le migliori pratiche qui nell'UE;
18. invita la Commissione a garantire che il prossimo piano d'azione dell'UE sulla parità di genere (III) continui a includere tra le sue azioni fondamentali l'eliminazione delle MGF e la prestazione di assistenza alle donne sopravvissute, nell'ambito della lotta contro tutte le forme di violenza contro le donne e le ragazze, attraverso indicatori concreti e rintracciabili;
19. invita la Commissione, compreso il SEAE, a garantire che il prossimo nuovo piano d'azione dell'UE per i diritti umani e la democrazia continui a includere tra i suoi obiettivi l'eliminazione delle MGF e la prestazione di assistenza alle donne sopravvissute;
20. ribadisce il suo invito al Consiglio a concludere con urgenza la ratifica della Convenzione di Istanbul da parte dell'UE sulla base di un'ampia adesione senza limitazioni e a promuovere la sua ratifica da parte di tutti gli Stati membri; invita il Consiglio e la Commissione a garantire la piena integrazione della Convenzione nel quadro legislativo e politico dell'UE per assicurare la prevenzione delle MGF, la protezione delle donne e i procedimenti penali contro i responsabili, nonché la prestazione di servizi adeguati in risposta alle MGF da parte di tutti gli Stati contraenti;
21. ribadisce il suo invito alla Commissione e agli Stati membri a integrare la prevenzione delle MGF in tutti i settori, in particolare in quello sanitario, tra cui la salute e i diritti sessuali e riproduttivi, il lavoro sociale, l'asilo, l'istruzione, compresa l'educazione sessuale, l'occupazione, l'applicazione della legge, la giustizia, la tutela dei minori, i media, la tecnologia e la comunicazione; chiede la creazione di piattaforme multilaterali tra i diversi settori per coordinare meglio la cooperazione;
22. si compiace degli sforzi della Commissione e della sua promozione attiva dell'eliminazione delle MGF attraverso discussioni interne con la società civile e politiche esterne condotte attraverso il dialogo con i paesi partner, come pure del suo impegno a favore di una valutazione annuale della lotta dell'UE contro le MGF;
23. invita la Commissione e gli Stati membri a garantire la predisposizione di meccanismi adeguati e strutturati per coinvolgere in modo significativo i rappresentanti delle comunità colpite da MGF e le organizzazioni femminili di base, comprese le organizzazioni guidate dalle donne sopravvissute, nell'elaborazione delle politiche e nel processo decisionale;
24. invita la Commissione a provvedere affinché, attraverso l'inclusione di clausole sui diritti umani, gli accordi commerciali e di cooperazione dell'UE con i paesi terzi siano negoziati e riveduti in base alla loro conformità alle norme internazionali in materia di diritti umani, compresa l'eliminazione delle MGF come violazione sistematica dei diritti umani e come forma di violenza che ostacola il pieno sviluppo delle donne e delle ragazze;
25. accoglie con favore la metodologia aggiornata contenuta nella "Stima delle bambine e adolescenti a rischio di mutilazioni genitali femminili nell'Unione europea: guida passo per passo (seconda edizione)" pubblicata dall'EIGE e volta a raccogliere dati più accurati e attendibili; invita la Commissione e gli Stati membri ad aggiornare i dati pertinenti e a risolvere il problema della mancanza di statistiche affidabili e comparabili a livello dell'UE sulla prevalenza delle MGF e sulle relative tipologie, nonché a coinvolgere gli accademici, come pure le comunità in cui tali pratiche sono diffuse e le donne sopravvissute, nel processo di raccolta dei dati e di ricerca, attraverso un approccio partecipativo e basato sulla comunità; esorta le organizzazioni, i governi e le istituzioni dell'UE a collaborare per fornire informazioni qualitative e quantitative più accurate sulle MGF e a renderle disponibili e accessibili al grande pubblico; incoraggia inoltre lo scambio delle migliori pratiche e la cooperazione tra le autorità competenti (polizia e magistratura), anche attraverso le segnalazioni internazionali;
26. invita la Commissione a investire maggiori fondi sostenibili nella ricerca sulle MGF, in quanto la produzione di ricerche qualitative e quantitative approfondite è l'unico modo per promuovere una migliore comprensione del fenomeno e garantire che sia affrontato in modo mirato ed efficace;
27. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione e al Consiglio.