Risoluzione del Parlamento europeo del 13 febbraio 2020 sul lavoro minorile nelle miniere del Madagascar (2020/2552(RSP))
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sul Madagascar, in particolare quelle del 9 giugno 2011(1) e del 16 novembre 2017(2),
– vista la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo,
– vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,
– viste la Dichiarazione di Ginevra del 1924 sui diritti del fanciullo e la sua adozione da parte dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1959,
– visti gli orientamenti dell'UE in materia di diritti del bambino,
– visto l'articolo 3 del trattato sull'Unione europea, che riconosce esplicitamente la promozione dei diritti dei minori negli affari interni ed esterni quale obiettivo dell'UE,
– viste la convenzione n. 138 dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), del 6 giugno 1973, sull'età minima per l'accesso al lavoro e la convenzione n. 182 dell'OIL, del 1° giugno 1999, relativa alla proibizione delle forme peggiori di lavoro minorile e all'azione immediata per la loro eliminazione,
– vista la sua posizione approvata in prima lettura il 16 marzo 2017 sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un sistema europeo di autocertificazione dell'esercizio del dovere di diligenza nella catena di approvvigionamento per gli importatori responsabili di stagno, tungsteno, tantalio, dei loro minerali e di oro, originari di zone di conflitto e ad alto rischio(3) (regolamento sui minerali originari di zone di conflitto),
– vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea (la Carta),
– visto il Comitato sui diritti del fanciullo,
– viste le conclusioni del Consiglio del 20 giugno 2016 sul lavoro minorile,
– visti l'agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile e gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS),
– visti i Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani: attuare il quadro delle Nazioni Unite "Proteggere, rispettare e rimediare" del 2011,
– vista la sua risoluzione del 26 novembre 2019 sui diritti del bambino in occasione del 30° anniversario della Convenzione sui diritti del fanciullo(4),
– vista la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 25 luglio 2019 che proclama il 2021 Anno internazionale dell'eliminazione del lavoro minorile,
– viste le conclusioni del Consiglio del 10 dicembre 2019 dal titolo "Costruire un'Europa sostenibile entro il 2030"(5),
– viste le linee guida dell'OCSE sul dovere di diligenza per una catena di approvvigionamento responsabile dei minerali provenienti da zone di conflitto e ad alto rischio, inclusi i relativi allegati e supplementi,
– vista la sua risoluzione del 5 luglio 2016 sull'attuazione delle raccomandazioni 2010 del Parlamento sulle norme sociali e ambientali, i diritti umani e la responsabilità delle imprese(6),
– vista la sua risoluzione del 12 settembre 2017 sull'impatto del commercio internazionale e delle politiche commerciali dell'Unione europea sulle catene globali del valore(7),
– visti i principi guida delle Nazioni Unite in materia di imprese e diritti umani (PGNU, 2011),
– vista l'osservazione generale n. 24 (2017) del Comitato delle Nazioni Unite per i diritti economici, sociali e culturali (CESCR) sugli obblighi dello Stato a norma del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali nel contesto delle attività commerciali (E/C.12/GC/24),
– visti i diritti dei minori e i principi delle imprese elaborati dall'UNICEF,
– viste le conclusioni del Consiglio del 12 maggio 2016 sull'UE e le catene globali del valore responsabili,
– vista la sua risoluzione del 25 ottobre 2016 sulla responsabilità delle imprese per gravi violazioni dei diritti umani nei paesi terzi(8),
– vista la relazione stilata nel novembre 2019 dalla federazione internazionale Terre des Hommes dal titolo "Child Labour in Madagascar's Mica Sector from November 2019" (Lavoro minorile nel settore della mica in Madagascar)(9),
– visto l'articolo 26 dell'accordo di Cotonou,
– visti l'articolo 144, paragrafo 5, e l'articolo 132, paragrafo 4, del suo regolamento,
A. considerando che l'articolo 32 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo, che stabilisce che "gli Stati parti riconoscono il diritto del fanciullo a essere protetto contro lo sfruttamento economico e qualsiasi tipo di lavoro rischioso o che interferisca con la sua educazione o che sia nocivo per la sua salute o per il suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale e sociale";
B. considerando che la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo è una delle convenzioni internazionali sui diritti umani più ratificate, essendo stata ratificata da tutti gli Stati membri dell'Unione europea, e fissa chiari obblighi in termini di promozione, protezione e realizzazione dei diritti di ciascun minore nelle giurisdizioni dei paesi firmatari;
C. considerando che l'Unione europea si è impegnata a promuovere e tutelare i diritti del minore nel quadro delle sue azioni interne ed esterne e ad agire in linea con il diritto internazionale, ivi comprese le disposizioni della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo e i relativi protocolli opzionali(10);
D. considerando che la Carta impone che l'interesse superiore del minore sia considerato preminente in tutte le azioni dell'UE, vieta il lavoro minorile, precisando che l'età minima per l'ammissione al lavoro non può essere inferiore all'età in cui termina la scuola dell'obbligo, e afferma che i giovani ammessi al lavoro devono beneficiare di condizioni di lavoro appropriate alla loro età ed essere protetti contro lo sfruttamento economico o contro ogni lavoro che possa minarne la sicurezza, la salute, lo sviluppo fisico, psichico, morale o sociale o che possa mettere a rischio la loro istruzione;
E. considerando che l'articolo 12 della Convenzione sui diritti del fanciullo e l'articolo 24 della Carta rispettano il diritto dei minori a essere ascoltati e di veder prese in considerazione le loro opinioni sulle questioni che li riguardano in funzione della loro età e della loro maturità;
F. considerando che l'UE si è impegnata ad attuare l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, raggiungendone gli obiettivi e i traguardi, compreso l'OSS n. 8.7 volto a "prendere provvedimenti immediati ed effettivi per sradicare il lavoro forzato, porre fine alla schiavitù moderna e alla tratta di esseri umani e garantire la proibizione ed eliminazione delle peggiori forme di lavoro minorile, compreso il reclutamento e l'impiego dei bambini soldato, nonché porre fine entro il 2025 al lavoro minorile in ogni sua forma"(11);
G. considerando che il fenomeno del lavoro minorile interessa, a livello mondiale, circa 152 milioni di minori di entrambi i sessi di età compresa tra i 5 e i 17 anni(12), di cui la percentuale più elevata vive nei paesi meno sviluppati; che l'Africa, con 72,1 milioni di vittime del lavoro minorile, e l'Asia e il Pacifico, con 62,1 milioni, sono le regioni che registrano il maggior numero di vittime del lavoro minorile a livello mondiale; che l'agricoltura, i servizi e l'industria, compresa l'attività estrattiva, sono i tre principali settori che si avvalgono del lavoro minorile; che, sebbene siano stati compiuti alcuni progressi nella riduzione del lavoro minorile, l'OIL stima che, con l'attuale ritmo di riduzione, circa 121 milioni di minori di entrambi i sessi saranno ancora vittime del lavoro minorile entro il 2025;
H. considerando che l'articolo 3, lettera d), della convenzione n. 182 dell'Organizzazione internazionale del lavoro del 1999 relativa alla proibizione delle forme peggiori di lavoro minorile e all'azione immediata per la loro eliminazione definisce come lavoro minorile pericoloso "un lavoro che, per la sua natura o le condizioni nelle quali è esercitato, può nuocere alla salute, alla sicurezza o alla moralità del minore"; che il Madagascar ha ratificato tutti i principali trattati internazionali sul lavoro minorile, tra cui la Convenzione sui diritti del fanciullo (e i due protocolli opzionali), la convenzione n. 138 dell'OIL sull'età minima di ammissione al lavoro, nonché la convenzione n. 182 dell'OIL sulle peggiori forme di lavoro minorile; che il governo ha elaborato un piano d'azione nazionale per combattere il lavoro minorile nel Madagascar, in collaborazione, tra l'altro, con organizzazioni internazionali di datori di lavoro e di lavoratori; che tali impegni e misure non producono risultati efficaci sul campo:
I. considerando che, nel definire il concetto di "lavoro minorile", l'Organizzazione internazionale del lavoro sostiene che non tutte le forme di lavoro svolte dai bambini dovrebbero essere classificate quale lavoro minorile da eliminare; che il lavoro che viene svolto da bambini e adolescenti senza comprometterne la salute e lo sviluppo personale o interferire con la loro istruzione è solitamente considerato in modo positivo; che attraverso l'Agenda 2063 dell'Unione africana e il piano d'azione decennale per l'eliminazione del lavoro minorile, del lavoro forzato, della tratta di esseri umani e della schiavitù moderna in Africa (2020-2030), firmato di recente, i paesi africani si sono impegnati a eliminare tutte le forme di lavoro minorile nel continente conformemente all'obiettivo di sviluppo sostenibile 8.7 dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite;
J. considerando che tra le peggiori forme di lavoro minorile la più diffusa è il lavoro minorile pericoloso, in cui sono coinvolti circa 73 milioni di minori di età compresa tra i 5 e i 17 anni che lavorano in condizioni pericolose in svariati settori, incluso quello minerario(13); che nel 2018 il 47 % dei minori malgasci di età compresa tra i 5 e i 17 anni erano coinvolti nel lavoro minorile, di cui circa 86 000 nel settore minerario(14); che in tale settore si registra il più elevato tasso di mortalità minorile, con una media di 32 decessi ogni 100 000 minori di età compresa tra i 5 e i 17 anni;
K. considerando che il Madagascar si classifica al quinto posto a livello mondiale per numero di minori che non frequentano la scuola(15); che nel paese la metà dei bambini di età inferiore ai 5 anni soffre di ritardo della crescita e solo il 13 % ha accesso all'energia elettrica(16); che il 74 % della popolazione totale vive al di sotto della soglia nazionale di povertà e l'80 % risiede in zone rurali(17); che tre quarti dei malgasci vivono con meno di 1,90 USD al giorno; che, secondo l'UNICEF, solo il 30 % dei bambini ha accesso alla scuola primaria; che l'istruzione è fondamentale per prevenire il lavoro minorile e tenere i bambini lontani dalle strade, dove rischiano di diventare vittime della tratta e dello sfruttamento;
L. considerando che il Madagascar è il terzo più importante esportatore di mica al mondo (con un valore stimato di 6,5 milioni di USD nel 2017) e che rappresenta uno dei paesi in cui si registra il più elevato rischio di violazioni dei diritti dei minori nel settore dell'estrazione della mica, insieme a India, Cina, Sri Lanka, Pakistan e Brasile;
M. considerando che il termine mica si riferisce a un gruppo di vari minerali utilizzati nell'industria elettronica e automobilistica nonché in un'ampia gamma di prodotti, dalle vernici agli ammendanti, dai cosmetici agli smartphone;
N. considerando che il settore della mica in Madagascar impiega circa 11 000 minori; che questo tipo di lavoro minorile si concentra per la maggior parte nelle tre regioni meridionali di Anosy, Androy e Ihorombe, dove i minori sono colpiti da forti carenze in termini di salute, alimentazione e istruzione;
O. considerando che i minori impiegati nel settore della mica in Madagascar lavorano in condizioni difficili e pericolose, a causa delle quali soffrono di dolori alla schiena, emicranie dovute alle elevate temperature e alla mancanza di acqua o di ossigeno nelle miniere, dolori muscolari legati al trasporto ripetuto e gravoso di carichi pesanti nonché tosse e problemi respiratori frequenti causati dalle polveri sottili di mica respirate all'interno o nelle vicinanze di miniere e centri di trasformazione, e che essi rischiano altresì la morte in caso di crollo delle miniere o di frane; che le autorità del Madagascar non sono in grado di fornire a molte delle comunità minerarie un adeguato accesso all'assistenza sanitaria, all'istruzione o all'acqua potabile;
P. considerando che tra le cause profonde del lavoro minorile figurano la povertà, la migrazione, la guerra, il degrado ambientale e i cambiamenti climatici, la mancanza di accesso a un'istruzione di qualità, l'assenza di lavori dignitosi per i genitori e la mancanza di protezione sociale e di norme sociali; che per contrastare il fenomeno del lavoro minorile sono pertanto necessari un approccio pluridimensionale e un'analisi delle caratteristiche del lavoro minorile in uno specifico contesto;
Q. considerando che il Madagascar si colloca agli ultimi posti dell'indice di sviluppo umano delle Nazioni Unite (161° su 189 paesi nel 2017), che secondo l'indice di povertà multidimensionale il 57 % della popolazione si trova in una situazione di grave povertà multidimensionale e che nel marzo 2019 1,3 milioni di persone erano fortemente colpite dall'insicurezza alimentare(18); che il lavoro minorile è un sintomo di cause profonde che si rafforzano a vicenda, tra cui la povertà, la diseguaglianza e la mancanza di accesso ai servizi sociali di base; che il lavoro minorile non può pertanto essere considerato un fenomeno a sé stante;
R. considerando che il settore della mica in Madagascar viene tassato attraverso una serie di complessi meccanismi in base ai quali i livelli di imposizione delle esportazioni sono relativamente ridotti e non sempre garantiscono benefici diretti per le comunità minerarie; che sono state rilasciate solo circa 40 licenze di esportazione, il che lascia pensare che le attività di estrazione della mica vengano per la maggior parte condotte illegalmente presso siti non regolamentati, provvisori e artigianali; che l'aumento delle esportazioni e la significativa diminuzione del prezzo per tonnellata hanno aggravato il rischio di sfruttamento della manodopera;
S. considerando che il piano d'azione dell'Unione europea per i diritti umani e la democrazia 2015-2019 mira a combattere il lavoro minorile, in particolare aiutando i paesi partner a promuovere, tutelare e rispettare i diritti dei minori, con particolare attenzione ai diritti economici, sociali e culturali, quali il diritto all'istruzione, alla salute e nutrizione, alla protezione sociale, e la lotta contro le peggiori forme di lavoro minorile, sempre guidati dall'interesse superiore del minore(19);
T. considerando che, nella sua osservazione generale n. 16, il Comitato sui diritti del fanciullo riconosce che il dovere e la responsabilità di rispettare i diritti dei minori si estendono nella pratica al di là dello Stato e dei servizi e organi da esso controllati e si applicano anche agli attori e alle imprese commerciali del settore privato; che tutte le imprese devono adempiere alle proprie responsabilità in materia di diritti dei minori e gli Stati devono garantire il rispetto di tale obbligo;
U. considerando che la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen si è impegnata a includere una politica di tolleranza zero in materia di lavoro minorile negli accordi commerciali dell'UE(20) e ha invitato la vicepresidente designata per la Democrazia e la demografia Dubravka Šuica a mettere a punto una strategia globale sui diritti dell'infanzia(21);
V. considerando che negli ultimi anni l'UE ha iniziato ad adottare una legislazione volta a rafforzare la responsabilità delle imprese e ad integrare nella legislazione elementi di dovuta diligenza in materia di diritti umani, ad esempio attraverso il regolamento sui minerali originari di zone di conflitto e la direttiva sulla comunicazione di informazioni di carattere non finanziario; che gli Stati membri hanno iniziato ad adottare norme nazionali aventi lo stesso obiettivo, ad esempio la legge del Regno Unito sulle moderne forme di schiavitù, la legge francese sul dovere di diligenza per le società multinazionali, la legge dei Paesi Bassi sul dovere di diligenza in materia di lavoro minorile e i piani d'azione nazionali di Germania e Italia per l'attuazione dei principi guida delle Nazioni Unite; che la Commissione ha annunciato che intende valutare nuove strategie per migliorare la trasparenza dell'intera catena di approvvigionamento, inclusi gli obblighi relativi al dovere di diligenza;
W. considerando che il Parlamento ha esortato la Commissione a prendere in considerazione la possibilità di vietare le importazioni nell'UE di prodotti realizzati sfruttando il lavoro minorile in una risoluzione del 2010 e ha ribadito tale invito in una risoluzione del 2016 in cui ha chiesto "una proposta legislativa equilibrata e realistica" che comprenda misure quali l'etichettatura dei prodotti con la dicitura "senza ricorso al lavoro minorile" e il divieto di importazione per i prodotti fabbricati ricorrendo al lavoro minorile;
1. condanna fermamente l'inaccettabile ricorso a qualsiasi forma di lavoro minorile;
2. esprime profonda preoccupazione per l'elevato numero di minori che lavorano nelle miniere del Madagascar e per la violazione dei loro diritti; ricorda alle autorità malgasce che hanno la responsabilità di rispettare i diritti dei minori e di garantire la loro sicurezza e integrità;
3. valuta positivamente il fatto che l'eliminazione del lavoro minorile figuri tra le priorità della nuova Commissione e la invita a fornire maggiori informazioni su come intende contrastare tale fenomeno attraverso la politica, la legislazione e i finanziamenti dell'UE, anche per mezzo di nuove iniziative;
4. accoglie con favore l'impegno della nuova Commissione a presentare una nuova strategia globale sui diritti dei minori e invita la Commissione a garantire che detta strategia contribuisca ad affrontare le cause profonde del lavoro minorile, anche nelle sue forme peggiori; invita l'Unione europea ad assicurare che il rispetto dei diritti umani, compresa la lotta contro il lavoro e lo sfruttamento minorili, rimanga un elemento centrale del suo dialogo politico con il Madagascar;
5. si compiace del fatto che gli Stati membri abbiano sottolineato la necessità di accelerare le azioni sia all'interno che all'esterno dell'Unione europea, onde realizzare la visione e gli obiettivi dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite(22); ribadisce l'urgente necessità di far fronte in modo efficace alle violazioni dei diritti umani da parte delle società transnazionali; accoglie pertanto con favore i negoziati in corso per l'elaborazione di un trattato vincolante delle Nazioni Unite per le società transnazionali e i diritti umani; ribadisce il suo invito alla Commissione e agli Stati membri ad impegnarsi in maniera costruttiva in tali negoziati e a svolgere un ruolo attivo e a contribuire allo sviluppo di proposte concrete, compreso l'accesso ai mezzi di ricorso; invita pertanto gli Stati membri a incaricare la Commissione di partecipare attivamente ai negoziati;
6. si compiace del fatto che l'UE abbia intrapreso iniziative intese a elaborare regolamenti vincolanti in materia di dovere di diligenza delle imprese in settori specifici, dove sussiste un elevato rischio di violazioni dei diritti umani, per esempio nei settori del legname e dei minerali provenienti da zone di conflitto; osserva che taluni Stati membri hanno elaborato atti legislativi, come la legge francese sul dovere di diligenza delle società multinazionali e il progetto di legge olandese sul dovere di diligenza in materia di lavoro minorile; rileva inoltre che l'Unione europea ha sviluppato una serie di iniziative finalizzate alla promozione del dovere di diligenza e che in numerose risoluzioni del Parlamento europeo si invita l'UE a elaborare ulteriori norme vincolanti in questo settore;
7. invita la Commissione e gli Stati membri dell'UE a collaborare strettamente con i differenti settori per garantire un monitoraggio efficiente delle diverse catene di approvvigionamento, onde evitare l'immissione di prodotti e servizi legati al lavoro minorile nei mercati dell'Unione; ribadisce il suo appello all'armonizzazione e al rafforzamento dei controlli delle importazioni e della catena di approvvigionamento, anche adoperandosi per elaborare disposizioni vincolanti in materia di dovere di diligenza e attuando le norme dell'OCSE;
8. ricorda che le attività minerarie figurano tra i settori con il più elevato rischio di abusi dei diritti dei lavoratori; prende atto del fatto che il regolamento sui minerali originari di zone di conflitto entrerà in vigore nel gennaio 2021, mentre si prevede che la Commissione riferisca al Parlamento in merito alla sua attuazione entro gennaio 2023; ritiene che la revisione debba tenere conto dell'impatto concreto del regolamento e valutare la possibilità di includere minerali quali la mica;
9. sollecita l'UE e gli Stati membri a lavorare con il Madagascar per sostenere l'adozione e l'attuazione di atti legislativi, politiche, bilanci e programmi d'azione che contribuiscano alla piena realizzazione di tutti i diritti di ogni bambino, compresi i bambini lavoratori, e al miglioramento delle condizioni di lavoro di quanti sono coinvolti nelle attività estrattive; invita la delegazione dell'UE in Madagascar a continuare a monitorare attentamente la situazione dei diritti dei minori nel paese;
10. sottolinea l'importanza che il quadro finanziario pluriennale 2021-2027 rifletta l'impegno dell'UE a favore dell'eliminazione della povertà e delle forme peggiori di lavoro minorile e il suo impegno a porre fine al lavoro minorile entro il 2025 come previsto dagli OSS, anche in Madagascar(23), nei termini previsti dall'Agenda 2030 delle Nazioni Unite(24); chiede al governo malgascio di rispettare pienamente gli impegni presi nell'ambito della convenzione dell'OIL n. 182 sulle peggiori forme di lavoro minorile e della convenzione dell'OIL n. 138 sull'età minima di ammissione al lavoro, in particolare potenziando la sua capacità finanziaria di monitorare e verificare le condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori delle miniere e, più in generale, fornendo un accesso adeguato all'istruzione di base, all'assistenza sanitaria, alle strutture igienico-sanitarie e all'acqua potabile; invita il governo del Madagascar a tutelare i diritti dei minori e a favorire l'eliminazione del lavoro minorile;
11. esorta la Commissione a sollevare con il Madagascar la questione del lavoro minorile nelle società minerarie malgasce, onde accertarsi che la loro produzione non sia importata in alcuna misura all'interno dell'UE, direttamente o indirettamente;
12. chiede una riforma dell'accordo di partenariato economico tra l'Unione, il Madagascar e altri partner dell'Africa orientale e meridionale in modo da includere un solido capitolo relativo al commercio e allo sviluppo sostenibile, che sancisca il rispetto delle norme concordate a livello internazionale in materia di diritti dei lavoratori, tra cui la lotta al lavoro minorile;
13. invita tutte le imprese internazionali e dell'UE a rispettare i principi del commercio equo e della provenienza eticamente responsabile di beni e materiali;
14. raccomanda la futura applicazione del regolamento sullo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI) all'ambito dell'eliminazione del lavoro minorile, per esempio nel settore dell'inclusione sociale e dello sviluppo umano, garantendo in tal modo che l'UE investa nell'istruzione, nella salute, nell'alimentazione, nella protezione sociale e nel rafforzamento globale dei sistemi di tutela dei minori;
15. esorta la Commissione e le delegazioni dell'UE ad assicurare consultazioni significative con le organizzazioni della società civile a livello locale e internazionale, al fine di garantire che i dati raccolti dai programmi e le esperienze dei bambini lavoratori siano tenuti in considerazione nel processo di programmazione dello strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale, anche per il processo di programmazione relativo al Madagascar;
16. raccomanda alla Commissione di continuare a sostenere l'attuazione dei Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani, a contrastare il lavoro minorile e le forme moderne di lavoro forzato e a proteggere i difensori dei diritti umani attraverso il programma tematico dello strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale sui diritti umani e la democrazia;
17. invita l'Unione europea, in quanto principale attore per la promozione dei diritti umani nel mondo, ad assumere un ruolo guida nell'eliminazione del lavoro minorile e nell'adozione tempestiva di misure efficaci intese a porre fine al lavoro minorile in tutte le sue forme entro il 2025;
18. raccomanda al servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) di accordare la priorità alla protezione e alla promozione dei diritti dei minori, nonché all'eliminazione del lavoro minorile, nel prossimo piano d'azione dell'UE per la democrazia e i diritti umani;
19. raccomanda al SEAE di elaborare il prossimo piano d'azione dell'UE per la democrazia e i diritti umani avvalendosi della significativa ed efficace partecipazione delle organizzazioni della società civile, comprese le organizzazioni per i diritti dei minori, nonché dei bambini stessi;
20. invita la Commissione a garantire che la prossima strategia dell'UE per l'Africa sia guidata dall'ambizione di conseguire gli OSS e di investire in un ampio ventaglio di diritti dei minori, garantendo nel contempo che l'eliminazione del lavoro minorile sia al centro di tale strategia; raccomanda alla Commissione di riservare ai diritti dei bambini un ruolo centrale nell'accordo post-Cotonou;
21. invita la Commissione a sviluppare una strategia globale di attuazione per l'Agenda 2030 e a fissare come obiettivo principale l'eliminazione del lavoro minorile; sottolinea la necessità di attuare pienamente il principio della coerenza delle politiche per lo sviluppo, sancito dall'articolo 208 TFUE, e di applicare l'approccio del "non nuocere" ai diritti dei minori; sottolinea l'importanza, a tal fine, di includere la lotta contro il lavoro forzato e il lavoro minorile in tutti gli accordi partenariato economico dell'UE, attraverso capitoli vincolanti e applicabili sullo sviluppo sostenibile, che riflettano le più elevate norme ambientali e sociali, segnatamente in materia di lavoro minorile, in linea con l'impegno assunto dalla presidente della Commissione von der Leyen a favore di una politica di "tolleranza zero" nei confronti del lavoro minorile;
22. ricorda che una delle principali sfide dei paesi in via di sviluppo è quella di risalire lungo le catene globali del valore (CGV) tramite la diversificazione economica, il che necessita di norme commerciali globali eque e favorevoli allo sviluppo; sottolinea, in tale contesto, che l'UE dovrebbe astenersi dall'adottare una politica commerciali che vieti in generale ai paesi in via di sviluppo di imporre tasse sulle esportazioni di materie prime nell'ambito degli accordi di partenariato economico, nella misura in cui ciò sia compatibile con l'OMC; invita la Commissione a lavorare attivamente in seno all'OMC per promuovere norme multilaterali per la gestione sostenibile delle CGV, anche per quanto riguarda l'obbligo di dovuta diligenza lungo la catena di approvvigionamento;
23. chiede al Madagascar di integrare l'inclusione dei giovani nei programmi nazionali per lo sviluppo, di introdurre meccanismi atti a rafforzarne la rappresentanza a tutti i livelli del processo decisionale e a prevedere dotazioni di bilancio specifiche e adeguate nei programmi, onde consentire a tutti i giovani di beneficiare dell'istruzione primaria, secondaria e terziaria;
24. prende atto dell'attuale revisione del codice minerario malgascio e invita il governo a dare priorità al rispetto degli impegni internazionali, anche in termini di norme sociali e ambientali, lavoro dignitoso e rispetto dei diritti umani, in generale, e dei diritti dei minori, in particolare, basandosi su iniziative esistenti quali l'"iniziativa mica responsabile";
25. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, agli Stati membri, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio ACP-UE, al Segretario generale delle Nazioni Unite, alla Comunità di sviluppo dell'Africa australe, alla Commissione dell'Unione africana e al governo del Madagascar.
Nazioni Unite, 2015, Transforming our world: the 2030 Agenda for Sustainable Development (Trasformare il nostro mondo: l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile), documento delle Nazioni Unite A/RES/70/1. Disponibile al seguente indirizzo: https://www.un.org/ga/search/view_doc.asp?symbol=A/RES/70/1&Lang=E
OIL, 2017, Global Estimates of Child Labour: Results and trends, 2012-2016. (Stime globali del lavoro minorile: risultati e tendenze, 2012-2016). https://www.ilo.org/global/publications/books/WCMS_575499/lang--en/index.htm
Sito web della Banca mondiale, "Where We Work/Madagascar", "Overview" (Dove lavoriamo/Madagascar, Panoramica), https://www.worldbank.org/en/country/madagascar/overview
Ministero dell'Economia e della pianificazione, "Rapport National sur le Développement Humain" (Relazione nazionale sullo sviluppo umano), RNDH n. 6, 2018, https://bit.ly/2IWdx8o
OCHA, "Madagascar, Aperçu de la situation humanitaire" (Madagascar, panoramica della situazione umanitaria), marzo-aprile 2019, https://tinyurl.com/y4z3zrbo
Consiglio dell'Unione europea, 2015, Piano d'azione dell'UE per i diritti umani e la democrazia 2015-2019, azione 15.b, https://eeas.europa.eu/sites/eeas/files/eu_action_plan_on_human_rights_and_democracy_en_2.pdf
"A Union that strives for more. My agenda for Europe by candidate for President of the European Commission Ursula von der Leyen. Political Guidelines for the Next European Commission 2019-2024" (Un'Unione più ambiziosa – Il mio programma per l'Europa, a cura della candidata alla presidenza della Commissione europea Ursula von der Leyen. Orientamenti politici per la prossima Commissione europea 2019-2024). Disponibile al seguente indirizzo: https://ec.europa.eu/commission/sites/beta-political/files/political-guidelines-next-commission_en.pdf
Ursula von der Leyen, Presidente eletta della Commissione europea, lettera di incarico a Dubravka Šuica, vicepresidente designata per la Democrazia e la demografia, 10 settembre 2019. Disponibile al seguente indirizzo: https://ec.europa.eu/commission/sites/beta-political/files/mission-letter-dubravka-suica_en.pdf
Nuovo consenso europeo in materia di sviluppo: "Il nostro mondo, la nostra dignità, il nostro futuro". 2017. https://www.consilium.europa.eu/media/24011/european-consensus-for-development-st09459en17.pdf