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Procedura : 2019/2209(INI)
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Ciclo del documento : A9-0112/2020

Testi presentati :

A9-0112/2020

Discussioni :

PV 18/06/2020 - 6
CRE 18/06/2020 - 6

Votazioni :

PV 19/06/2020 - 9
PV 19/06/2020 - 12

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P9_TA(2020)0167

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Venerdì 19 giugno 2020 - Bruxelles
Partenariato orientale in vista del vertice di giugno 2020
P9_TA(2020)0167A9-0112/2020

Raccomandazione del Parlamento europeo del 19 giugno 2020 al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza sul partenariato orientale, in vista del vertice di giugno 2020 (2019/2209(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visti gli articoli 2, 3 e 8 e il titolo V, in particolare gli articoli 21, 22, 36 e 37, del trattato sull'Unione europea (TUE), e la parte quinta del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

–  visto l'avvio del partenariato orientale a Praga, il 7 maggio 2009, quale impegno comune dell'UE e dei suoi sei partner dell'Europa orientale: Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, repubblica di Moldova e Ucraina,

–  viste le dichiarazioni congiunte dei vertici sul partenariato orientale del 2009 a Praga, del 2011 a Varsavia, del 2013 a Vilnius, del 2015 a Riga e del 2017 a Bruxelles,

–  visti l'accordo di associazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Georgia, dall'altra(1), l'accordo di associazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Moldova, dall'altra(2), e l'accordo di associazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e l'Ucraina, dall'altra(3), comprese le zone di libero scambio globali e approfondite (DCFTA), nonché l'accordo di partenariato globale e rafforzato tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica d'Armenia, dall'altra(4),

–  viste le priorità del partenariato UE-Azerbaigian approvate dal consiglio di cooperazione il 28 settembre 2018(5),

–  viste le dichiarazioni finali e le raccomandazioni delle riunioni delle commissioni parlamentari di associazione con l'Ucraina e la Moldova del 19 dicembre 2019,

–  vista la relazione annuale del Parlamento sull'attuazione della politica estera e di sicurezza comune del 18 dicembre 2019(6),

–  visto il regolamento (UE) 2018/1806 del Parlamento europeo e del Consiglio(7) che adotta l'elenco dei paesi terzi i cui cittadini devono essere in possesso del visto all'atto dell'attraversamento delle frontiere esterne e l'elenco dei paesi terzi i cui cittadini sono esenti da tale obbligo,

–  visti gli accordi di facilitazione del rilascio dei visti tra l'Unione europea e la Repubblica d'Armenia(8) e la Repubblica dell'Azerbaigian(9) e la firma, avvenuta l'8 gennaio 2020, di un accordo di facilitazione del rilascio dei visti tra l'Unione europea e la Repubblica di Bielorussia(10),

–  vista la comunicazione congiunta della Commissione e del vicepresidente/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 18 marzo 2020, al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, La politica del partenariato orientale oltre il 2020, dal titolo "Rafforzare la resilienza - Un partenariato orientale vantaggioso per tutti",

–  viste le conclusioni del Consiglio Affari esteri sulla politica europea di vicinato e il partenariato orientale,

–  viste le raccomandazioni e le attività dell'Assemblea parlamentare Euronest, del Comitato economico e sociale europeo, del forum della società civile del partenariato orientale, del Comitato delle regioni e della Conferenza degli enti regionali e locali del partenariato orientale (CORLEAP),

–  vista la risoluzione dell'Assemblea parlamentare Euronest del 9 dicembre 2019 sul futuro della strategia Trio plus 2030: costruire un futuro di partenariato orientale,

–  viste la strategia globale dell'UE e la politica europea di vicinato rivista,

–  viste la Convenzione quadro del Consiglio d'Europa per la protezione delle minoranze nazionali e la Carta europea delle lingue regionali e minoritarie,

–  viste le sue risoluzioni del 20 maggio 2010 sull'esigenza di una strategia UE per il Caucaso meridionale(11), del 23 ottobre 2013, sulla politica europea di vicinato(12), del 18 settembre 2014 sulla situazione in Ucraina e sullo stato delle relazioni UE-Russia(13), del 15 gennaio 2015 sulla situazione in Ucraina(14), del 15 aprile 2015 sul centenario del genocidio armeno(15), del 9 luglio 2015 sulla revisione della politica europea di vicinato(16), del 21 gennaio 2016 sugli accordi di associazione/le zone di libero scambio globali e approfondite con la Georgia, la Moldova e l'Ucraina(17), del 23 novembre 2016 sulla comunicazione strategica dell'UE per contrastare la propaganda nei suoi confronti da parte di terzi(18), del 13 dicembre 2016 sui diritti della donna negli Stati del partenariato orientale(19), del 16 marzo 2017 sui detenuti politici ucraini in Russia e la situazione in Crimea(20), del 19 aprile 2018 sulla Bielorussia(21), del 14 giugno 2018 sui territori georgiani occupati a 10 anni dall'invasione russa(22), del 4 luglio 2018 concernente il progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione, a nome dell'Unione europea, dell'accordo di partenariato globale e rafforzato tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica d'Armenia, dall'altra(23), del 4 ottobre 2018 sul deterioramento della libertà dei media in Bielorussia, in particolare il caso Carta 97(24), del 14 novembre 2018 sull'applicazione dell'accordo di associazione tra l'UE e la Moldova(25), del 14 novembre 2018 sull'applicazione dell'accordo di associazione tra l'UE e la Georgia(26) e del 12 dicembre 2018 sull'attuazione dell'accordo di associazione UE-Ucraina(27),

–  viste le sue precedenti risoluzioni sulla Russia, segnatamente quelle relative alle azioni della Russia nei territori dei paesi del partenariato orientale, alle violazioni dei diritti dei tatari di Crimea, all'occupazione di parti del territorio della Georgia e alle attività connesse di delimitazione delle frontiere e alla propaganda ostile e alla disinformazione nei confronti dell'UE e dei paesi del PO,

–  viste le sue raccomandazioni del 15 novembre 2017 al Consiglio, alla Commissione e al SEAE sul partenariato orientale nella fase preparatoria del vertice di novembre 2017(28) e la sua raccomandazione del 4 luglio 2018 al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza riguardo ai negoziati relativi all'accordo globale tra l'UE e l'Azerbaigian(29),

–  visto l'articolo 118 del suo regolamento,

–  vista la lettera della commissione per il commercio internazionale,

–  vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A9-0112/2020),

A.  considerando che nel prossimo futuro l'UE rimane la potenza politica ed economica dominante dell'Europa, il che comporta responsabilità nei confronti dei suoi paesi vicini;

B.  considerando che la strategia globale dell'UE del giugno 2016 afferma che la priorità dell'UE consiste nel promuovere la resilienza, il buon governo, la prosperità e l'allineamento degli Stati nel vicinato;

C.  considerando che il partenariato orientale (PO) è inclusivo per natura, si fonda sulla comprensione e sugli interessi reciproci, sulla titolarità e sulla responsabilità condivise, sulla differenziazione e sulla condizionalità e mira ad un impegno condiviso tra Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Repubblica di Moldova, Ucraina e Unione europea volto ad approfondire le loro relazioni e a rispettare il diritto internazionale e i valori fondamentali quali la democrazia, il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, lo Stato di diritto, l'indipendenza e l'imparzialità del sistema giudiziario, un'economia sociale di mercato, lo sviluppo sostenibile e la buona governance, con l'obiettivo di aumentare la stabilità e la prosperità;

D.  considerando che un aumento della cooperazione tra l'UE e i paesi del partenariato orientale non è un processo lineare e una cooperazione a pieno titolo può essere realizzata e mantenuta soltanto nella misura in cui i valori e i principi fondamentali europei siano rispettati durante il processo costituzionale e legislativo e se è garantita la lotta contro la corruzione, la criminalità organizzata, il riciclaggio di denaro, le strutture oligarchiche e il nepotismo; sottolinea, tuttavia, che la cooperazione può essere annullata in casi gravi di regressione;

E.  considerando che taluni paesi del partenariato orientale hanno scelto di perseguire una più stretta integrazione politica, umana ed economica con l'UE, sulla base del principio di differenziazione e in conformità delle aspirazioni e dei risultati in termini di prestazioni, e hanno concluso ambiziosi accordi di associazione (AA) corredati di zone di libero scambio globali e approfondite (DCFTA), nonché di regimi di esenzione dal visto e accordi sullo spazio aereo comune; hanno, inoltre, dichiarato l'obiettivo strategico dell'adesione all'UE e hanno già dimostrato la loro capacità di garantire maggiore stabilità, sicurezza, prosperità e resilienza nel vicinato orientale; che, nelle loro società, il sostegno pubblico all'integrazione europea resta molto elevato;

F.  considerando che altri paesi del partenariato orientale perseguono un livello più articolato di ambizione nei confronti dell'UE; che l'Armenia fa parte delle strutture di integrazione regionale economica e militare (Unione economica eurasiatica e Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva) guidate dalla Russia e ha concluso l'accordo di partenariato globale e rafforzato con l'UE; che l'Azerbaigian, a partire dal 2017, sta negoziando un nuovo accordo globale con l'UE che sostituirà l'accordo di partenariato e di cooperazione del 1999; che la Bielorussia non intrattiene alcun rapporto contrattuale con l'UE sancito dai trattati, ma che di recente sono stati firmati gli accordi di facilitazione del rilascio dei visti e di riammissione;

G.  considerando che, dall'istituzione del PO, i paesi partner hanno mostrato un diverso ritmo di riforma politica ed economica, dovuto a fattori interni ed esterni, e non hanno ancora raggiunto un punto in cui tali riforme siano irreversibili;

H.  considerando che un mantenimento della prospettiva europea a lungo termine per i paesi interessati nell'ambito del partenariato orientale costituisce un catalizzatore della democratizzazione e di ulteriori riforme nei paesi del partenariato orientale;

I.  considerando che è necessario incoraggiare l'elaborazione di strategie ad hoc con tutti i paesi del partenariato orientale, nonché procedere a forme più ambiziose di cooperazione e integrazione, ove auspicato dai paesi partner, e supportare e sostenere un ritmo ambizioso di attuazione delle riforme in materia di integrazione europea;

J.  considerando che tale obiettivo può essere raggiunto ove i progressi in materia di rispetto dello Stato di diritto e di rafforzamento della democrazia siano conseguiti e riforme globali siano attuate in modo tempestivo, autentico, sostenibile ed efficace, con il sostegno di strumenti flessibili dell'UE e conformemente agli impegni e agli obblighi internazionali, rispettando altresì i diritti umani fondamentali e i diritti delle minoranze;

K.  considerando che i risultati e il rafforzamento della differenziazione nelle relazioni bilaterali tra l'UE e i paesi del partenariato orientale con cui essa ha firmato un accordo di associazione sono accolti con favore e che ora è il momento di fornire a tali paesi orientamenti più chiari su specifiche priorità di riforma, sui criteri di allineamento e sulle prossime fasi del processo di integrazione nell'UE;

L.  considerando che gli accordi di associazione e gli accordi di libero scambio globali e approfonditi (AA/DCFTA) si prefiggono principalmente l'obiettivo di creare le condizioni necessarie ad accelerare l'associazione politica e l'ulteriore integrazione economica tra l'UE e i paesi partner interessati;

M.  considerando che l'indipendenza, la sovranità e l'integrità territoriale dei paesi del partenariato orientale sono tuttora violate da conflitti regionali irrisolti, da aggressioni esterne e dall'attuale occupazione dei territori di alcuni di questi paesi, che compromettono la situazione dei diritti umani, rappresentano un ostacolo al miglioramento della prosperità, della stabilità e della crescita del partenariato orientale e compromettono l'azione dell'UE, mettendo così in pericolo l'intero progetto del partenariato orientale; che, nella maggior parte di questi conflitti, la Russia svolge un ruolo attivo di aggressore, attraverso la sua guerra ibrida, la sua politica di occupazione illegale e di annessione, gli attacchi informatici, la propaganda e la disinformazione, che minacciano la sicurezza europea nel suo complesso;

N.  considerando che la prosperità e la sicurezza europee sono strettamente legate alla situazione dei paesi del vicinato, segnatamente i paesi del partenariato orientale; che il partenariato orientale persegue gli obiettivi comuni di relazioni di buon vicinato e di cooperazione regionale e che la politica europea di vicinato rivista dovrebbe promuovere e rafforzare le capacità per risolvere le controversie bilaterali e adoperarsi per la riconciliazione tra le società nel vicinato orientale;

O.  considerando che il Parlamento europeo condanna la violazione della sovranità e dell'integrità territoriale dei paesi del partenariato orientale, non riconosce le modifiche apportate con la forza alle loro frontiere e il tentativo di annessione dei loro territori, e respinge l'uso della forza o la minaccia della forza, condividendo l'impegno dell'UE a sostenere una risoluzione pacifica dei conflitti attraverso strumenti diplomatici e in conformità delle norme e dei principi del diritto internazionale, della Carta delle Nazioni Unite e dell'Atto finale di Helsinki, segnatamente nei conflitti cui partecipa la Russia;

P.  considerando che dall'istituzione del partenariato orientale l'UE ha ampliato e sostenuto la sua presenza politica, economica e in materia di sicurezza nei paesi del partenariato orientale, ottenendo così un aumento della sua influenza e delle opportunità di promuovere i suoi valori e i suoi principi e accrescendo l'interdipendenza tra l'UE e i paesi del partenariato orientale;

Q.  considerando che i paesi del partenariato orientale possono svolgere un ruolo significativo per l'accesso diretto all'Asia centrale e contribuire alla strategia dell'UE per l'Asia centrale in qualità di partner orientali europei affidabili;

R.  considerando che, attraverso il partenariato orientale, l'UE ha contribuito ad avviare riforme strutturali, compresa la riforma delle istituzioni e delle strutture di governance, e a gettare le basi per una profonda trasformazione socioeconomica e politica in tutto il vicinato orientale; che sono stati compiuti progressi nel ravvicinamento dei paesi del partenariato orientale al quadro normativo dell'UE e alle sue norme, disposizioni e prassi;

S.  considerando che il partenariato orientale ha avuto come conseguenza diretta il conferimento di poteri alla società civile e un aumento delle aspettative e delle richieste di responsabilità e trasparenza della stessa nei confronti dei governi dei paesi del partenariato orientale, il che si è rivelato un importante motore di riforma interno; considerando che il successo della trasformazione nei paesi del partenariato orientale, e in particolare nei tre paesi partner associati, può generare un esempio positivo per altri paesi;

T.  considerando che giudici e pubblici ministeri indipendenti, istituzioni e tribunali liberi, una società civile forte e media indipendenti, aventi tutti funzioni di controllo, sono elementi fondamentali che l'UE dovrebbe continuare a sostenere attivamente nel suo vicinato orientale;

U.  considerando che istituzioni forti e resilienti, la prevalenza dello Stato di diritto, l'attuazione delle riforme giudiziarie e la lotta alla corruzione e al riciclaggio di denaro, sono fondamentali nella creazione di un contesto equo, stabile e affidabile, che possa poi a sua volta attrarre e sostenere la crescita e gli investimenti a lungo termine nei paesi del partenariato orientale;

V.  considerando che in occasione del decimo anniversario del partenariato orientale il Consiglio europeo ha sottolineato l'importanza del partenariato strategico con i paesi del partenariato orientale e ha invitato la Commissione e il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza a presentare proposte strategiche a lungo termine al fine di preparare il vertice di giugno 2020;

W.  considerando che il Parlamento europeo si è impegnato ad adottare risoluzioni annuali sull'attuazione degli accordi di associazione e degli accordi di libero scambio globali e approfonditi da parte dei paesi associati e raccomandazioni almeno semestrali sulle relazioni con gli altri paesi del partenariato orientale e sulla politica di partenariato orientale nel complesso;

1.  raccomanda al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza:

   a) di riconoscere che i paesi del partenariato orientale hanno assunto sempre più spesso maggiore responsabilità e titolarità rispetto all'iniziativa del partenariato orientale; riconoscere l'importanza di promuovere un impulso continuo alla cooperazione efficace, al dialogo intenso e alla stretta collaborazione nell'ambito del partenariato orientale, potenziato dall'impatto trasformatore della politica del partenariato orientale a sostegno di riforme che generino un cambiamento politico, sociale, economico e giuridico positivo in tutti i paesi del partenariato orientale, tenendo conto del loro livello di ambizione nei confronti dell'UE; evidenziare i paesi associati che aspirano a una relazione sempre più stretta con l'UE; confermare il diritto sovrano dei paesi del partenariato orientale di scegliere liberamente il loro livello individuale di cooperazione o integrazione con l'UE e di respingere qualsiasi pressione esterna su tale scelta;
   b) di sottolineare che, a norma dell'articolo 49 TUE, qualsiasi Stato europeo può domandare di diventare membro dell'UE purché rispetti i valori della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze, di cui all'articolo 2 TUE; riconoscere che, sebbene l'adesione non sia prevista nel quadro del partenariato orientale, la politica del partenariato orientale può facilitare un processo di graduale integrazione nell'UE; prendere in considerazione il fatto che, in vista di un eventuale processo di adesione, sia l'UE che il paese del partenariato orientale interessato devono essere ben preparati, tenendo conto del processo di future riforme dell'UE e dell'allineamento del paese partner all'acquis dell'UE, nonché della sua conformità ai criteri di adesione all'UE; assicurare che la piena attuazione degli attuali accordi tra l'UE e i paesi del partenariato orientale sarà il primo passo in questo processo di graduale integrazione;
   c) di adottare rapidamente una visione strategica e orientata al futuro per il prossimo decennio della politica del partenariato orientale oltre il 2020, al fine di offrire benefici innanzitutto ai cittadini, di potenziare la resilienza, di promuovere lo sviluppo sostenibile, di garantire risultati irreversibili e approfondire la cooperazione e il processo di integrazione tra l'UE e il partenariato orientale che è negli interessi della stessa UE sotto il profilo economico e della sicurezza;
   d) di garantire che le conclusioni del vertice di giugno 2020 comprendano una chiara strategia e una visione comune a lungo termine per l'ulteriore impegno e sviluppo del quadro del partenariato orientale oltre il 2020, il rafforzamento degli impegni degli incentivi politici dell'UE e l'impegno da parte dei paesi del partenariato orientale a fornire risultati autonomamente; incoraggiare le presidenze future del Consiglio dell'UE, in linea con le risoluzioni e le raccomandazioni del Parlamento europeo, a elaborare programmi dettagliati e ambiziosi di cooperazione con i paesi del partenariato orientale, che contribuiscano a plasmare le relazioni con i paesi del partenariato orientale in una direzione auspicata da entrambe le parti nei prossimi decenni;
   e) di riconoscere che il partenariato orientale dovrebbe continuare a rappresentare un quadro interessante di cooperazione e sostenere questo processo, in linea con il principio "dare di più per ricevere di più", al fine di continuare a coinvolgere i paesi del partenariato orientale nel processo di riforma e nel loro percorso verso l'UE;
   f) di riconoscere che il partenariato orientale procede nei due sensi visto che l'esperienza dei paesi del partenariato orientale può essere condivisa a beneficio reciproco dell'UE e dei suoi Stati membri e dei paesi del partenariato orientale;
   g) di mantenere un approccio equilibrato tra una differenziazione ad hoc nell'ambito del partenariato orientale e l'inclusività, la coerenza e l'uniformità del quadro multilaterale, che resta un punto di riferimento per tutti i paesi del partenariato orientale; evitare di dividere il partenariato orientale in base alle ambizioni dei vari paesi nei confronti dell'UE; tenere conto del fatto che la portata e il livello di cooperazione tra l'UE e i paesi del partenariato orientale devono essere determinati dalle ambizioni delle parti, nonché dall'attuazione delle riforme; riconoscere che gli accordi di associazione e gli accordi di libero scambio globali e approfonditi firmati con la Georgia, la Repubblica di Moldova e l'Ucraina testimoniano un approccio differenziato e dovrebbero portare a un ulteriore rafforzamento dei formati e delle tabelle di marcia delle relazioni bilaterali sulla base del principio "dare di più per ricevere di più";
   h) alla luce di un approccio personalizzato, di prendere in considerazione la creazione, per i tre paesi associati, di una strategia di cooperazione rafforzata, che potrebbe istituire un programma di sostegno alle riforme e agli investimenti in settori quali lo sviluppo delle capacità, i trasporti, le infrastrutture, la connettività, l'energia, la giustizia e l'economia digitale, che potrebbe successivamente prevedere un'estensione ai restanti paesi del partenariato orientale sulla base di valutazioni individuali degli impegni in materia di riforma dell'Unione e dei progressi realizzati, tenendo presente la necessità di mantenere la coerenza del partenariato orientale e in linea con il principio di inclusione; tale dialogo potrebbe comprendere riunioni a margine del Consiglio europeo con i leader dei paesi associati su una base strutturata e la regolare partecipazione dei loro rappresentanti alle riunioni dei gruppi di lavoro e dei comitati del Consiglio europeo;
   i) di avviare un processo volto a creare uno spazio economico comune, in vista di un'integrazione con le quattro libertà, che faciliterebbe l'approfondimento dell'integrazione economica e la convergenza dei paesi del partenariato orientale con le politiche dell'UE e una più profonda cooperazione economica tra gli stessi paesi del partenariato orientale seguendo il percorso compiuto con i paesi dei Balcani occidentali;
   j) di stabilire ulteriori misure per un'integrazione più profonda e un'ulteriore cooperazione settoriale dei paesi del PO con l'UE e la loro partecipazione a determinate agenzie dell'UE, piattaforme quadro per gli investimenti e programmi e iniziative intra-UE, nel pieno rispetto delle condizionalità esistenti e in conformità dell'approccio dell'UE basato su incentivi, onde conseguire un'ulteriore convergenza nello spirito del principio "di più a chi fa di più" e tenendo conto delle migliori pratiche di sostegno alle riforme;
   k) di fornire ai paesi del PO maggiore assistenza finanziaria, subordinandola a condizioni, anche nel contesto dei negoziati legislativi in corso sugli strumenti finanziari esterni per il periodo 2021-2027; garantire che tale assistenza sia adattata alle esigenze specifiche dei singoli paesi del PO sotto la guida del Parlamento europeo mediante atti delegati e sia utilizzata per attuare le attività previste nel quadro del programma del PO; riconoscere che l'assistenza finanziaria dell'UE è anche un investimento nel futuro, poiché sostiene le riforme che aumentano la stabilità economica e sociale dei paesi del PO e pone le basi per una cooperazione futura proficua;
   l) di riconoscere la necessità di un quadro di sostegno politico, amministrativo e finanziario supplementare per i tre paesi associati nell'ambito del PO complessivo, sulla base di approcci individuali, che affronti le loro riforme strutturali specifiche, la loro modernizzazione e le loro esigenze in termini di rafforzamento delle istituzioni; osservare che tale accesso ai finanziamenti dell'UE dovrebbe essere connesso a impegni di riforma e dovrebbe includere una serie di parametri di riferimento ambiziosi;
   m) di privilegiare l'imperativo del principio "di più a chi fa di più" nell'ambito della democrazia e dello Stato di diritto alla luce dei recenti sviluppi sia nell'UE che nei paesi del PO, e assicurare che il funzionamento e la resilienza delle istituzioni democratiche, lo Stato di diritto, la buona governance, la lotta contro la corruzione e il nepotismo, la libertà dei media e il rispetto dei diritti umani rimangano i criteri e le condizioni fondamentali per un partenariato politico più stretto e l'assistenza finanziaria;
   n) di eseguire valutazioni d'impatto periodiche dei programmi di sostegno dell'UE al fine di aumentarne l'efficienza e applicare adeguamenti tempestivi; rispondere in maniera più rapida al deterioramento dello Stato di diritto e della responsabilità democratica nei paesi del PO e applicare una condizionalità intelligente, anche collegando la fornitura di assistenza macrofinanziaria alla democratizzazione e alle riforme, in modo da evitare un'ulteriore involuzione da parte dei governi partner; creare le condizioni per essere in grado di spostare l'assistenza in un determinato paese del PO dalle autorità centrali, qualora non rispettino gli impegni, alle autorità locali o agli attori della società civile;
   o) di rafforzare il ruolo del Parlamento europeo nel controllo e nel monitoraggio dei programmi mediante atti delegati per quanto concerne l'applicazione degli strumenti finanziari esterni dell'UE;
   p) di rafforzare la diplomazia parlamentare e rivedere il funzionamento di Euronest, al fine di consentirgli di raggiungere il suo pieno potenziale;
  

Dialogo strutturato, costruzione dello Stato e responsabilità democratica

   q) di riconoscere, mantenendo nel contempo la natura inclusiva del partenariato e continuando a impegnarsi con tutti i paesi del PO, lo status associato dei paesi avanzati del PO, in particolare i firmatari di accordi di associazione che prevedono DCFTA, e istituire con essi più sedi per un dialogo politico rafforzato onde promuovere un'ulteriore integrazione economica e armonizzazione legislativa; includere ad esempio i paesi associati come osservatori nei lavori dei comitati istituiti a norma dell'articolo 291 TFUE e del regolamento (UE) n. 182/2011 quale mezzo per mostrare l'impegno dell'UE a favore di un'ulteriore integrazione e per rafforzare l'orientamento alle riforme e le competenze amministrative dei paesi;
   r) di impegnarsi con i paesi del PO in un'ulteriore assistenza nella costruzione dello Stato e nel rafforzamento delle istituzioni e della loro responsabilità, mettendo a disposizione di tutti i paesi del PO strumenti simili al gruppo di sostegno per l'Ucraina e attribuendo la priorità ai partner associati; sviluppare gli strumenti esistenti e nuovi dell'UE in materia di Stato di diritto e buona governance per monitorare e valutare i progressi da parte dei partner associati, in particolare il quadro di valutazione UE della giustizia e il meccanismo per lo Stato di diritto; fornire efficaci orientamenti e parametri di riferimento per le riforme, anche adottando tabelle di marcia per specificare gli impegni di associazione; elaborare documenti di lavoro dettagliati con una metodologia chiara e una prospettiva comparata attingendo alla pratica del piano d'azione per la liberalizzazione dei visti e al processo di adesione e al fine di integrare le attuali relazioni sui progressi compiuti e le agende di associazione;
   s) di includere il monitoraggio multipartecipativo nel processo di valutazione delle riforme nei paesi del PO e, sulla scorta della prassi già in uso in Ucraina, renderlo obbligatorio per i governi del PO; assicurare il proseguimento delle relazioni annuali di attuazione degli accordi di associazione da parte della Commissione e del SEAE sui progressi compiuti dai tre partner associati e applicare una metodologia di valutazione unificata, in particolare nell'esaminare le riforme negli stessi ambiti e settori; pubblicare relazioni periodiche, almeno semestrali, sulle relazioni con i paesi non associati del PO; fornire una relazione sull'attuazione degli accordi commerciali e di associazione tra l'Unione e i paesi del PO, con particolare riferimento allo sviluppo sociale, ambientale ed economico nelle società dei paesi del PO, anche nel quadro dell'accordo di Parigi;
   t) di riconoscere che istituzioni forti, indipendenti ed efficienti a livello centrale e locale sono fondamentali per la responsabilità democratica, la deoligarchizzazione e la lotta alla corruzione e "appropriazione" dello Stato; mirare pertanto a un rinnovato impegno da parte dei paesi del PO per attuare riforme globali del sistema giudiziario e della pubblica amministrazione onde garantire l'indipendenza, la competenza e l'assunzione meritocratica di giudici e dipendenti pubblici, e assegnare la priorità alla lotta alla corruzione, tra l'altro riducendo lo spazio per la corruzione mediante una maggiore trasparenza e responsabilità e la promozione di un comportamento corretto tra la popolazione in generale, rafforzando lo Stato di diritto e promuovendo la buona governance; riconoscere che senza il conseguimento degli obiettivi summenzionati sarà praticamente impossibile raggiungere una crescita sostenibile, rilanciare l'attività e lo sviluppo economici, ridurre la povertà, aumentare gli investimenti esteri diretti (IED) e migliorare la fiducia sociale e la stabilità politica;
   u) di portare avanti in uno spettro più ampio le riforme giuridiche ed economiche con un trasferimento di esperienze dagli Stati membri dell'UE tramite progetti di gemellaggio, in particolare estendendo il programma di gemellaggio ai governi locali e regionali;
   v) di sviluppare una pubblica amministrazione europea di qualità nei paesi associati del PO, avviando programmi di affiancamento lavorativo e offrendo ai dipendenti pubblici dei paesi del PO un distacco temporaneo nei servizi pertinenti delle istituzioni e degli Stati membri dell'UE in settori specifici;
   w) di incoraggiare il lavoro delle fondazioni politiche nel favorire la prossima generazione di leader politici nei paesi del PO;
   x) di riconoscere le iniziative dei governi dei paesi associati volte a rilanciare la loro cooperazione reciproca e posizione comune all'interno del PO, e incoraggiare la loro espansione fino al livello multisettoriale, in particolare nei settori dell'energia, dei trasporti, delle questioni digitali, della cibersicurezza, della protezione ambientale, dell'economia marittima, dei controlli alle frontiere, della cooperazione doganale, dell'agevolazione degli scambi e della giustizia e degli affari interni; un approccio simile dovrebbe essere applicato alla cooperazione tra tutti i paesi del PO su varie questioni;
   y) di promuovere il commercio intraregionale tra i paesi del PO, dato che un aumento del commercio con più partner contribuisce a sviluppare la resilienza dei paesi e delle loro economie; incoraggiare un maggiore coinvolgimento dei paesi del PO nell'attuazione di strategie macroregionali dell'UE e un dialogo di cooperazione interregionale e transfrontaliera efficiente per rafforzare le capacità nazionali e regionali dei partner e favorirne lo sviluppo sociale ed economico;
   z) di favorire le riforme elettorali al fine di assicurare elezioni libere, regolari, competitive e trasparenti e incoraggiare la piena conformità dei processi elettorali, in particolare riguardo all'adozione degli emendamenti legislativi nei confronti delle leggi elettorali e del finanziamento dei partiti, alle norme internazionali, alle raccomandazioni dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) e ai pareri della Commissione di Venezia; sollecitare i paesi del PO a garantire il divieto di vessazioni a livello giudiziario, fisico o istituzionale ai danni degli attori politici non allineati al governo in carica, salvaguardando la libertà di espressione, associazione e riunione, ivi compreso il diritto a manifestare in maniera pacifica; elogiare gli Stati del PO che hanno convenuto l'attuazione di riforme politiche finalizzate alla democratizzazione e sostenere il rafforzamento del quadro legislativo elettorale attraverso dialoghi politici inclusivi;
   aa) di garantire che nel corso del processo di modifica della loro legislazione elettorale i paesi del PO creino pari possibilità di rappresentanza di tutte le minoranze etniche e nazionali;
   ab) di garantire missioni europee di osservazione elettorale nei paesi del PO al fine di sostenere il processo di rafforzamento delle istituzioni, i processi elettorali e la responsabilità democratica;
   ac) di contribuire a prevenire l'ingerenza di terzi nei processi politici, elettorali e negli altri processi democratici degli Stati del PO, al fine di influenzare un'elezione a favore di un candidato o partito o minare la fiducia nel sistema democratico, in particolare attraverso la disinformazione, il finanziamento politico illecito, gli attacchi informatici contro gli attori politici e dei mezzi d'informazione o attraverso qualsiasi altro mezzo illegale;
   ad) di adottare un meccanismo di sanzioni dell'UE per le violazioni dei diritti umani o un "atto Magnitsky" dell'UE applicabili a persone o entità che violano i diritti umani o le libertà fondamentali in particolare attraverso il coinvolgimento in arresti, rapimenti e percosse ai danni di attivisti della società civile o dell'opposizione e giornalisti e mediante la repressione violenta di proteste pacifiche, nonché nei confronti di coloro che sono coinvolti in casi di corruzione ad alto livello nei paesi del PO;
  

La cooperazione settoriale verso uno spazio economico comune

   ae) di incoraggiare l'attuazione continua ed efficace delle DCFTA al fine di creare gradualmente le condizioni per l'apertura del mercato unico dell'UE; prendere in considerazione la creazione di uno strumento speciale di ravvicinamento giuridico inteso ad assistere i paesi associati nell'armonizzazione della loro legislazione con l'acquis dell'UE e nei loro sforzi volti ad attuarlo; riconoscere che l'attuazione delle DCFTA ha fornito numerosi risultati positivi, sebbene persistano alcune questioni che devono essere adeguatamente affrontate;
   af) di prendere atto dell'importanza di approfondire la cooperazione economica e l'integrazione dei mercati con i paesi del PO mediante un'apertura graduale del mercato unico dell'UE, tra cui la piena attuazione delle DCFTA e il rispetto delle regolamentazioni e delle norme giuridiche, economiche e tecniche, e attraverso l'istituzione di uno spazio economico comune;
   ag) di mirare a esaminare e garantire la cooperazione e l'integrazione settoriale gradualmente differenziata dei paesi del PO ammissibili e interessati all'interno, tra gli altri settori, dell'Unione dell'energia, della Comunità dei trasporti e del Mercato unico digitale; porre l'accento sulle telecomunicazioni e dare priorità alla creazione di un regime di roaming senza tariffe tra l'UE e i paesi del PO e uno tra i paesi del PO il prima possibile; creare servizi fiduciari, tra cui le capacità informatiche per proteggere le infrastrutture critiche e i dati personali, e conseguire una maggiore cooperazione in materia di dogane, servizi bancari e finanziari, il che aiuterebbe i paesi del PO a lottare contro il riciclaggio di denaro e a rafforzare la vigilanza finanziaria, conducendo nel contempo alla possibile espansione dell'area unica dei pagamenti in euro (SEPA) verso i paesi del PO;
   ah) di introdurre strumenti come lo screening giuridico e le tabelle di marcia settoriali per determinare la preparazione dei paesi del PO a conformarsi all'acquis dell'UE e confermare la loro disponibilità all'integrazione settoriale differenziata;
   ai) di promuovere lo sviluppo di servizi elettronici, sia commerciali che pubblici, e dell'economia digitale, nonché di una vasta gamma di capacità di telelavoro, al fine di rafforzare la resilienza e la resistenza in caso di crisi, come sperimentato con la pandemia;
   aj) di garantire il forte coinvolgimento e il contributo dei paesi del PO nell'ambito della lotta contro i cambiamenti climatici, anche attraverso la partecipazione al nuovo Green Deal europeo e assicurando che le DCFTA non siano in contraddizione con gli obiettivi e le iniziative in materia di clima ivi previste; far sì che tale impegno sia attuato attraverso il sostegno agli investimenti dell'UE, anche da parte della BERS e della BEI, e sia subordinato a una solida valutazione dell'impatto ambientale e degli effetti sulle comunità locali, prestando particolare attenzione ai settori che potrebbero essere interessati e necessitare di un sostegno supplementare;
   ak) di assicurare che siano destinate azioni e finanziamenti adeguati per il miglioramento della gestione delle acque reflue in linea con la capacità di assorbimento dei paesi partner e ai fini del miglioramento della sicurezza energetica e dell'interconnettività, in particolare per quanto concerne l'inversione del flusso di gas, l'efficienza energetica e l'uso delle energie rinnovabili nei paesi del PO; riconoscere il ruolo importante dell'Azerbaigian nella diversificazione dell'approvvigionamento energetico verso l'UE, nonché il successo dell'Ucraina riguardo alla disaggregazione del sistema di trasporto del gas, e sostenere gli sforzi tesi all'indipendenza energetica e alla diversificazione dell'approvvigionamento energetico in altri paesi del PO; incoraggiare i paesi del PO a completare le loro riforme nel settore energetico in conformità del diritto dell'UE, ivi comprese la politica ambientale e di sicurezza;
   al) di fornire un sostegno continuo nei confronti dell'adeguamento del sistema di gestione dei rifiuti solidi dei paesi del PO alle norme dell'UE stabilendo traguardi e sistemi di riciclaggio per soddisfare gli obiettivi; affrontare l'impatto negativo sull'ambiente e sulla salute pubblica degli impianti per il trattamento dei rifiuti solidi obsoleti e non autorizzati; identificare gli strumenti finanziari per sostenere il finanziamento dei progetti di gestione dei rifiuti mediante i fondi nazionali/locali e dell'UE;
   am) di assicurare che gli impianti nucleari esistenti e nuovi nei paesi del PO rispettino le norme ambientali e di sicurezza nucleare più rigorose, conformemente alle convenzioni internazionali; assicurare che progetti energetici non sicuri come la centrale nucleare di Ostrovets non faranno parte della rete europea dell'elettricità;
   an) di adottare un piano globale per la costruzione delle infrastrutture, tra cui i valichi di frontiera, e sostenere l'attuazione dei progetti prioritari individuati nel piano indicativo della rete transeuropea di trasporto (TEN-T) e in altri piani d'azione per gli investimenti al fine di migliorare la connettività nell'ambito dei trasporti, dell'energia e del digitale tra l'UE e i paesi del PO e tra gli stessi paesi del PO, garantendo nel contempo la sostenibilità ambientale durante il processo di attuazione; incoraggiare la convergenza normativa nel settore dei trasporti;
   ao) di sollecitare i paesi del PO, in collaborazione con la Commissione, a sfruttare appieno le opportunità offerte dal piano d'azione per gli investimenti della rete transeuropea di trasporto (TEN-T); sottolineare la necessità di sfruttare meglio il potenziale di connettività del Mar Nero e di sostenere i progetti infrastrutturali che sono essenziali per aumentare la connettività con la regione e l'Asia centrale; riconoscere, a tale riguardo, l'ubicazione geografica strategica dei paesi del PO quale legame tra l'Unione europea, l'Asia e il grande vicinato, che potrebbe comportare un valore maggiore per gli impegni di politica estera dell'UE;
   ap) di attuare l'ambiziosa strategia dell'UE per l'Asia centrale con il coinvolgimento attivo dei paesi del PO quali partner affidabili che beneficiano di un accesso diretto a tale regione;
   aq) di assicurare che il QFP confermi il sostegno finanziario dell'UE ai progetti infrastrutturali e di investimento dei paesi del PO, aumentando la loro resilienza alle minacce informatiche e migliorando e modernizzando i loro sistemi di istruzione; adottare misure attive per migliorare le capacità di assorbimento dei paesi del PO; applicare l'esperienza del quadro per gli investimenti nei Balcani occidentali per attrarre e coordinare l'assistenza finanziaria e tecnica e aumentare l'efficienza dei progetti infrastrutturali;
   ar) di assegnare priorità alla necessità di investimenti sostenibili e credibili nei paesi del PO mediante l'elaborazione di una strategia per un impegno a lungo termine, incentrata non solo sulla stabilizzazione, ma anche sulla democratizzazione;
   as) di estendere ad altri partner associati l'approccio adottato dall'UE nei suoi sforzi volti a sostenere la ripresa dell'economia ucraina, anche mediante un'assistenza e strumenti macrofinanziari ad hoc e flessibili e l'impegno e il coordinamento delle istituzioni finanziarie e dei donatori internazionali, e attraverso il miglioramento del contesto in cui operano gli investimenti esteri diretti (IED), tenendo conto dei diritti sociali, del lavoro e ambientali; rendere la promozione degli IED dell'UE un aspetto fondamentale della politica del PO ed elaborare un piano d'azione a tal fine, con l'obiettivo di migliorare ulteriormente il contesto imprenditoriale e garantendo la certezza del diritto;
   at) di sostenere una maggiore diversificazione e competitività delle economie dei paesi del PO, attraverso un sostegno rafforzato alle PMI e lo smantellamento dei monopoli, la deoligarchizzazione e la privatizzazione, rafforzando e ampliando il campo di applicazione, la copertura geografica e la pertinenza rispetto alle esigenze dei destinatari di programmi come EU4Business; erogare in particolare prestiti alle PMI nelle valute locali, sviluppare nuove iniziative concepite per attrarre capitale di rischio nei paesi del PO, e fornire sostegno continuo per lo sviluppo delle industrie orientate alle esportazioni;
   au) di affrontare il divario tra zone urbane e zone rurali nei paesi del PO attraverso efficaci incentivi finanziari e tecnici alle micro, piccole e medie imprese (MPMI), ai piccoli agricoltori e alle imprese a conduzione familiare nelle zone rurali e suburbane, e attraverso il miglioramento della connettività umana e delle infrastrutture tra le città e le zone rurali al fine di favorire la coesione sociale;
  

Promuovere il capitale umano

   av) di sostenere una maggiore mobilità dei lavoratori tra l'UE e i paesi del PO, nonché tra i paesi del PO, prestando particolare attenzione alla legalità e alla sostenibilità del processo, consentendo lo scambio di competenze ed esperienze ed evitando la fuga di cervelli e la carenza di manodopera locale; fare pienamente tesoro, a tale riguardo, dell'efficace attuazione dei regimi di esenzione dal visto con i tre paesi associati;
   aw) di tenere conto delle sfide poste ai paesi del PO dalla fuga di cervelli e affrontarle promuovendo programmi di istruzione e formazione professionale e altri programmi di formazione inclusivi e di qualità, e creando opportunità di lavoro al fine di fornire prospettive socioeconomiche ai giovani e alle famiglie nelle loro comunità locali;
   ax) di far fronte agli effetti dello spopolamento e della migrazione nei paesi del PO coinvolgendoli nell'agenda europea sulla migrazione;
   ay) di sostenere e avviare piani d'azione per paese onde combattere la disoccupazione e contrastare le disuguaglianze sociali e regionali; investire nei giovani, favorire l'imprenditorialità e creare nuovi programmi e incentivi affinché i giovani professionisti ritornino al mercato del lavoro dei paesi del PO;
   az) di incoraggiare i paesi del PO a perseguire riforme globali in materia di politica del lavoro al fine di migliorare le condizioni lavorative e i diritti dei lavoratori; sviluppare un piano d'azione per combattere il lavoro sommerso, sostenere la creazione di veri e propri sindacati e chiedere il recepimento nel diritto nazionale e l'attuazione delle convenzioni dell'ILO;
   ba) di affrontare le carenze in termini di attuazione degli impegni per quanto concerne le politiche sociali e i diritti del lavoro e proteggere il mercato del lavoro dell'UE dal dumping sociale; controllare non solo il recepimento delle direttive e delle norme pertinenti dell'UE nel diritto nazionale, ma anche la loro effettiva attuazione; creare insieme ai paesi del PO un sistema di monitoraggio per i diritti fondamentali del lavoro che coinvolga i sindacati e le organizzazioni della società civile; utilizzare l'erogazione dell'assistenza macrofinanziaria come effetto leva o la condizionalità per obbligare i paesi del PO a migliorare le condizioni di lavoro;
   bb) di fornire sostegno alle riforme nel settore dell'istruzione nei paesi del PO interessati, dal momento che ciò è fondamentale per il loro futuro, al fine di colmare le carenze tra la riforma dei sistemi di istruzione e la domanda del mercato del lavoro, e di promuovere, tra l'altro, la formazione professionale; di riconoscere l'importanza della mobilità transfrontaliera ai fini del rafforzamento dei contatti interpersonali, di ampliare i finanziamenti a favore dei paesi del PO e la loro partecipazione ai programmi pedagogici, di sviluppo delle competenze professionali e di scambio quali Erasmus+ ed Europa creativa, nonché di rafforzare la capacità di partecipazione dei paesi del PO a Orizzonte Europa;
   bc) di rafforzare la cooperazione accademica e in materia di istruzione tra l'UE e i paesi del PO, ivi compresa la cooperazione all'interno del partenariato orientale, mediante i) l'avvio di un programma regionale a sostegno dei centri di eccellenza accademica e di ricerca nella regione, ii) l'istituzione dell'Università del partenariato orientale in Ucraina, iii) la creazione di programmi mirati per il PO presso università specializzate e di una piattaforma didattica elettronica per corsi di formazione online incentrati sui valori europei e lo Stato di diritto, la buona governance, la pubblica amministrazione e l'eliminazione della corruzione nei paesi del PO, e iv) la messa a disposizione di uno spazio per la formazione congiunta dei funzionari pubblici dei paesi del PO, anche a livello delle autorità locali e regionali;
   bd) di avviare un progetto pilota volto a istituire il Centro per la scienza aperta e l'innovazione del partenariato orientale, una rete di centri tematici di competenza, con sede in ciascun paese del PO, per fornire sostegno e servizi in materia di ricerca e innovazione;
   be) di garantire che tutti i programmi di sostegno dell'UE includano una dimensione coerente in termini di uguaglianza di genere e diritti umani e siano rivolti e mirati ai gruppi più svantaggiati e vulnerabili della società, tra cui le minoranze etniche e di altro genere, come i rom, i rifugiati e gli sfollati interni provenienti da zone caratterizzate da conflitti violenti; di rafforzare le iniziative che mirano all'emancipazione politica e socioeconomica di tali gruppi e al miglioramento del loro accesso all'istruzione, all'assistenza sanitaria e ad alloggi dignitosi;
   bf) di assicurare che l'assistenza e i programmi dell'UE raggiungano il livello locale, incluse le parti remote dei paesi del PO, in particolare le zone rurali, in modo da consentire alla popolazione di promuovere cambiamenti positivi nelle comunità, segnatamente in quelle più inclini a sentimenti post-sovietici e manipolazioni russe;
   bg) di insistere con forza sulla non discriminazione di tutte le persone LGBTI+, sulla loro protezione dalla discriminazione nel diritto e sul perseguimento di qualsiasi abuso, incitamento all'odio e violenza fisica commessa contro di loro; di riconoscere i paesi associati del PO che hanno allineato in tal senso il loro quadro giuridico;
   bh) di sostenere la libertà di pensiero, opinione ed espressione e il diritto di informazione nella lingua materna di tutti i cittadini; di condannare e contrastare l'incitamento all'odio e la discriminazione per motivi etnici o linguistici, come pure le notizie false e la disinformazione inconsapevole nei confronti delle minoranze etniche e nazionali;
   bi) di garantire il diritto fondamentale alla libertà di religione o di credo tutelando e promuovendo i diritti di tutte le componenti religiose presenti nella regione, sulla base del concetto della cittadinanza piena e paritaria;
   bj) di rafforzare il dialogo e la cooperazione con le Chiese e le comunità e le organizzazioni religiose in settori quali la costruzione della pace e la riconciliazione, consolidando così la fiducia in una società giusta e libera, nonché l'istruzione, l'assistenza sanitaria e i servizi sociali di base;
  

Sicurezza, stabilità, integrità territoriale e risoluzione dei conflitti

   bk) di riconoscere che, attraverso i suoi investimenti politici, culturali ed economici nei paesi del PO, l'UE investe nella sicurezza e nella stabilità della regione;
   bl) di prendere atto dell'accresciuta interdipendenza in materia di sicurezza tra l'UE e i paesi del PO, come pure dell'importanza della sicurezza, della stabilità e della pace per il futuro sviluppo dei paesi del PO, dal momento che negli ultimi anni tali paesi sono diventati oggetto dell'interesse e dell'ambizione di paesi terzi come la Cina, la Turchia o gli Stati del Golfo, che non condividono necessariamente i valori e gli interessi dell'UE; di potenziare pertanto la cooperazione UE-PO in materia di sicurezza e difesa, prestando particolare attenzione alla risoluzione pacifica dei conflitti regionali nonché alla prevenzione e alla risoluzione di nuove tipologie di sfide, quali le minacce ibride, gli attacchi informatici, inclusa l'ingerenza informatica nelle elezioni, le campagne propagandistiche e di disinformazione, come pure le interferenze di terzi nei processi politici, elettorali e in altri processi democratici; di rafforzare la cooperazione e il sostegno a favore della resilienza dei paesi del PO alla corruzione, al riciclaggio di denaro, al terrorismo e alla criminalità organizzata in generale, e di sottolineare la necessità di rinsaldare la resilienza delle persone, delle comunità e delle istituzioni statali;
   bm) di ribadire l'impegno dell'UE a favore della sovranità, dell'integrità territoriale e dell'indipendenza politica dei paesi del PO all'interno dei loro confini riconosciuti a livello internazionale, e di sostenere gli sforzi di tali paesi al fine di applicare appieno tali principi; di porre in evidenza l'importanza dell'unità e della solidarietà degli Stati membri a tale riguardo;
   bn) di condannare fermamente le continue violazioni dei principi e delle norme fondamentali di diritto internazionale commesse nella regione del PO, in particolare la destabilizzazione, l'invasione, l'occupazione e l'annessione di territori di diversi paesi del PO da parte della Federazione russa e il rifiuto di quest'ultima di rispettare le decisioni dei tribunali e delle corti internazionali; di istituire una politica maggiormente coordinata nei confronti della Federazione russa tra gli Stati membri dell'UE, in particolare in termini di impegno per quanto riguarda le questioni concernenti i paesi del PO;
   bo) di chiedere l'immediato ritiro delle truppe straniere da tutti i territori occupati e la cessazione delle ostilità militari, che costano inutilmente la vita a civili e soldati ostacolando al tempo stesso lo sviluppo socioeconomico, in modo da consentire a centinaia di migliaia di sfollati interni di tornare nei loro paesi di origine;
   bp) di prevedere un ruolo più attivo per l'UE, rappresentata dal vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, nella risoluzione pacifica dei conflitti in corso e nella prevenzione di eventuali conflitti futuri nel vicinato orientale, tenendo conto dei formati e dei processi di negoziato convenuti, come le discussioni internazionali di Ginevra, il gruppo di Minsk dell'OSCE, il formato Normandia e i negoziati 5+2; di nominare un inviato speciale dell'UE per la Crimea e la regione del Donbass;
   bq) di continuare a promuovere un contesto favorevole alla risoluzione dei conflitti e a sostenere attività che incentivano la fiducia e i contatti interpersonali tra le comunità divise da conflitti; di conferire priorità e ampliare i finanziamenti destinati agli sforzi nell'ambito della costruzione preventiva della pace, ivi compresa la diplomazia preventiva, nonché ai meccanismi di allarme e intervento rapidi;
   br) di riaffermare il suo sostegno agli sforzi dei copresidenti del gruppo di Minsk dell'OSCE volti a risolvere il conflitto del Nagorno-Karabakh e ai loro principi fondamentali del 2009, al fine di conseguire una soluzione basata sulle norme e i principi del diritto internazionale, sulla Carta delle Nazioni Unite e sull'Atto finale di Helsinki del 1975 dell'OSCE; di incoraggiare tutte le parti a intensificare il dialogo e ad astenersi da una retorica incendiaria che comprometterebbe ulteriormente qualsiasi prospettiva di risoluzione;
   bs) di adoperarsi per garantire attività efficaci e l'esecuzione di un pieno mandato per le seguenti missioni dell'UE in corso nella regione del PO, ivi compreso il coordinamento delle loro attività: la missione di vigilanza dell'Unione europea in Georgia, la missione consultiva dell'Unione europea in Ucraina, la missione dell'UE di assistenza alle frontiere per i valichi Moldova/Ucraina e la missione del rappresentante speciale dell'Unione europea per il Caucaso meridionale e la crisi in Georgia;
   bt) di tenere conto delle richieste del governo ucraino relative a uno stazionamento prolungato della forza internazionale di mantenimento della pace lungo il confine ucraino-russo e nei distretti di Luhansk e Donetsk; di mettere a disposizione delle parti coinvolte nel conflitto, non appena la situazione lo consentirà e nel quadro della piena attuazione degli accordi di Minsk, una missione dell'UE in ambito PSDC, onde fornire assistenza nello svolgimento di compiti quali lo sminamento, la preparazione delle elezioni locali e la garanzia del libero accesso per le organizzazioni che forniscono aiuti umanitari;
   bu) di sostenere la libertà di navigazione e di opporsi fermamente al blocco del Mar d'Azov e all'annessione continua e insidiosa del Mar Nero da parte della Federazione russa;
   bv) di riconoscere l'esperienza e le competenze uniche dei paesi del PO; di prendere atto del contributo dei paesi del PO alle missioni, ai gruppi tattici e alle operazioni in ambito PSDC dell'UE; di continuare a sostenere la riforma del settore della sicurezza (SSR); di approfondire la cooperazione nelle politiche di difesa collegate all'UE, compresa la partecipazione alla cooperazione strutturata permanente (PESCO) non appena sarà risolta la questione della partecipazione dei paesi terzi;
   bw) di riconoscere che la cibersicurezza è uno dei settori in cui l'Unione europea e i paesi del PO possono collaborare in maniera più efficace e che l'UE può trarre vantaggio dall'esperienza dei paesi del PO nel combattere le minacce ibride o alla cibersicurezza; di istituire un ciberdialogo formale con i paesi del PO interessati e di promuovere piattaforme di cooperazione tra i paesi nella regione del PO per affrontare le minacce ibride in modo più efficace, al fine di rafforzare la resilienza di tali paesi, in particolare a seguito dell'attacco informatico su vasta scala lanciato dalla Federazione russa contro la Georgia nell'ottobre 2019;
   bx) di condannare l'influenza dei paesi terzi nel minare l'ordine democratico dei paesi del PO, nonché nell'influenzare le elezioni, divulgare disinformazione e effettuare campagne di disinformazione mirate;
   by) di migliorare la cooperazione nello sviluppo della resilienza delle società e delle istituzioni dei paesi del PO, ponendo maggiormente l'accento sulla lotta alla disinformazione, alla propaganda, alla manipolazione e all'influenza ostile operate da forze esterne con il fine di dividere e destabilizzare i paesi del PO e minare l'integrità dei loro processi politici e delle loro relazioni con l'UE; di fornire assistenza ai paesi del PO interessati nell'ambito delle attività realizzate a livello dell'UE per contrastare le suddette ostilità, ivi inclusa l'attuazione di buone prassi e soluzioni, come il piano d'azione contro la disinformazione e il codice di buone pratiche dell'UE sulla disinformazione, facendo altresì ricorso alle competenze del Centro europeo di eccellenza per la lotta contro le minacce ibride di Helsinki, del Centro di eccellenza delle comunicazioni strategiche della NATO di Riga e della task force East StratCom dell'UE;
   bz) di promuovere la gestione integrata delle frontiere e la cooperazione tra l'UE e i paesi associati e di favorire la cooperazione nell'attività di contrasto;
   ca) di accogliere con favore la cooperazione rafforzata tra l'UE e i paesi del PO finalizzata a promuovere la stabilità e la sicurezza internazionali, in linea con la strategia globale dell'UE, e di proporre nuove forme di cooperazione volontaria nel settore della sicurezza e della difesa, considerandolo un settore in cui riporre ambizione per il prossimo futuro, tenuto conto della volontà dell'UE di creare gradualmente un'Unione europea della difesa;
   cb) di promuovere la cooperazione in materia di ricerca e sviluppo e la cooperazione industriale tra gli Stati membri dell'UE e i paesi del PO ai fini dello sviluppo degli armamenti nonché delle tecnologie e delle capacità militari;
   cc) di riconoscere che qualsiasi assenza o inazione dell'UE nei confronti dei partner del PO lasceranno spazio all'intervento di altri attori globali; di accrescere la cooperazione o di creare un forum di alleati democratici e attori internazionali affini e di contrastare l'influenza negativa delle potenze terze nella regione del PO;
  

Autorità locali e regionali e società civile

   cd) di riconoscere il contributo degli attori e delle organizzazioni della società civile del PO ai processi di democratizzazione e di riforma nei rispettivi paesi e nell'intera regione del PO, e di chiedere maggiore apertura e impegno nei loro confronti da parte dei governi dei paesi del PO, in particolare un coinvolgimento più significativo ed efficace nei processi di elaborazione delle politiche;
   ce) di portare avanti un ampio dialogo con gli attori della società civile del PO e di potenziare il sostegno dell'UE all'operato delle organizzazioni della società civile orientate alla democrazia, promuovendo le loro attività e la loro sicurezza e salvaguardando la protezione del loro ambiente di lavoro;
   cf) di aumentare gli sforzi profusi dall'UE per accrescere la propria partecipazione e il proprio sostegno alle iniziative di base nelle regioni e nelle zone rurali, in modo da sviluppare le capacità organizzative e di monitoraggio della società civile e le pratiche democratiche locali;
   cg) di rafforzare la capacità della società civile del PO di assumere funzioni di controllo sulle riforme e di chiamare le rispettive istituzioni statali a rispondere del loro operato, riducendo la burocrazia e garantendo che sia presente alle riunioni trilaterali, ivi inclusi tutti i dialoghi sui diritti umani e le riunioni dei consigli di associazione e di cooperazione;
   ch) di incoraggiare la cooperazione tra le società civili dei paesi del PO attraverso l'istituzione di un centro regionale per il potenziamento delle competenze e lo scambio delle migliori pratiche e degli approcci di lavoro nell'ambito del nuovo progetto dell'Università del partenariato orientale in Ucraina;
   ci) di continuare a fornire sostegno strutturale, finanziario e allo sviluppo delle capacità alle organizzazioni che assistono gli attori indipendenti della società civile che si battono a favore della democrazia; di insistere affinché l'UE, i suoi Stati membri e i programmi indipendenti a sostegno della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto, ivi compreso il Fondo europeo per la democrazia, continuino a operare liberamente e senza vessazioni o limitazioni giudiziarie; di adottare tutte le misure possibili per evitare l'esclusione delle ONG indipendenti mediante l'imposizione di limitazioni giudiziarie e ostacoli finanziari, l'applicazione selettiva delle disposizioni giuridiche o la presenza rafforzata delle ONG organizzate dal governo (GONGO);
   cj) di sensibilizzare in merito agli attacchi contro gli attivisti civili nei paesi del PO perpetrati da forze estremiste nonché da autorità statali, che minano i valori dell'UE, le norme internazionali in materia di diritti umani e gli obblighi comuni previsti dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo;
   ck) di intensificare il sostegno e le iniziative dell'UE per rafforzare e consentire alle autorità locali e alle loro associazioni di attuare riforme nazionali a livello locale; di promuovere il ruolo delle autorità locali quali responsabili delle politiche e delle decisioni e di incoraggiare scambi regolari tra il governo centrale e locale in materia di programmi di riforma, con la partecipazione attiva e inclusiva della società civile e di altri soggetti interessati pertinenti;
   cl) di elaborare tabelle di marcia e indicatori nazionali per la collaborazione con i governi locali e regionali, seguendo gli esempi di una simile collaborazione con la società civile;
   cm) di ampliare la rappresentanza della Conferenza degli enti regionali e locali del partenariato orientale (CORLEAP) nell'ambito della formulazione e dell'attuazione delle politiche del PO, e di aumentare le sue capacità di sostegno agli enti locali e regionali in interventi sostanziali; di elaborare, in collaborazione con la CORLEAP e il Comitato europeo delle regioni, un programma di sviluppo delle capacità per la governance locale e regionale nei paesi del PO, che preveda l'adozione di misure sistematiche per rafforzare il ruolo degli enti locali e regionali;
   cn) di incoraggiare i cittadini dei paesi del PO a essere coinvolti in misura significativa nei progetti finanziati dall'UE e nella loro titolarità, in linea con un approccio dal basso verso l'alto basato sui valori e sulle norme dell'UE;
  

Una migliore gestione dei media, della comunicazione e delle politiche

   co) di riconoscere che l'assenza di un'adeguata campagna di comunicazione e informazione dinanzi all'ondata di disinformazione cui i paesi del PO sono esposti potrebbe comportare una perdita degli sforzi, degli investimenti e dei risultati decennali di tale partenariato; di intensificare gli sforzi di comunicazione strategica e, nel quadro di un dialogo aperto con i cittadini, aumentare la visibilità del sostegno fornito dall'UE nei paesi del PO, a livello sia nazionale che locale; di rivolgersi a tal fine alle persone che vivono in piccole comunità e nelle zone rurali, alle personalità di punta dell'imprenditoria e delle comunità nonché alle diaspore e alle minoranze nazionali, oltre ai gruppi già favorevoli all'UE;
   cp) di contrastare la disinformazione e la propaganda contro l'UE potenziando la resilienza alle informazioni e la consapevolezza dei cittadini dell'UE e dei paesi del PO in merito a tale partenariato nonché alle opportunità e ai vantaggi che comporta, in particolare quelli derivanti da una stretta cooperazione politica ed economica tra l'UE e i paesi del PO e dall'attuazione degli accordi di associazione/DCFTA, associandoli alla crescita economica e all'aumento degli scambi;
   cq) di utilizzare in maniera più efficiente le strutture esistenti dell'UE, come la task force East StratCom del SEAE, per individuare le campagne di disinformazione e propaganda che minano la relazione tra l'UE e i paesi del PO e i suoi obiettivi e rispondervi;
   cr) di potenziare le delegazioni dell'UE nei paesi del PO, consentendo loro di aiutare tali paesi a ultimare le riforme e di spiegare in modo più efficace in che modo l'UE assiste i cittadini di tale regione; di sviluppare legami più orizzontali e di promuovere la cooperazione tra le delegazioni dell'UE, nonché di incoraggiare scambi periodici di informazioni e competenze e di altri approcci di lavoro proficui;
   cs) di garantire che gli uffici di collegamento dell'UE negli Stati membri abbiano un ruolo più attivo nel promuovere l'importanza dei paesi del PO ai fini del progetto europeo;
   ct) di migliorare la condivisione delle informazioni tra le istituzioni dell'UE, segnatamente la Commissione e il SEAE, e di preservare la memoria istituzionale, in particolare per quanto riguarda il sostegno fornito e i progetti di assistenza tecnica attuati, in modo da potersi basare sui loro risultati al momento dell'avvio di nuovi progetti e programmi;
   cu) di sfruttare il programma Giovani ambasciatori e le borse di studio relative alla società civile del PO istituendo una rete attiva di ex partecipanti sulla base dei modelli esistenti rivelatisi efficaci;
   cv) di promuovere la libertà dei media e la libertà di espressione quale principio fondamentale e, pertanto, di sostenere un panorama mediatico democratico, indipendente, pluralistico ed equilibrato nei paesi del PO che garantisca che i giornalisti, i formatori di opinioni e i dissidenti locali siano protetti da molestie e intimidazioni, che consenta l'accesso non discriminatorio alle informazioni sia online che offline e una partecipazione civica significativa, e che tuteli e garantisca i diritti umani e civili;
   cw) di sostenere maggiormente la lotta locale contro le notizie false, la guerra ibrida in materia di comunicazione e il degrado dei programmi mediatici, che possono compromettere la lotta alla corruzione e alla diffusione di informazioni false allo scopo di ottenere vantaggi economici o politici; di sostenere lo sviluppo di azioni volte a garantire la piena trasparenza della titolarità dei media; di aiutare e monitorare costantemente l'agenzia di regolamentazione ufficiale locale in ogni paese del PO;
   cx) di sostenere programmi e riforme in materia di alfabetizzazione mediatica e informatica al fine di rispecchiare l'attuale era digitale;
   cy) di promuovere la trasmissione delle produzioni mediatiche europee nei paesi del PO, e viceversa, al fine di colmare le differenze generate dalla Storia e dalle informazioni false diffuse negli ultimi decenni; di sostenere gli organi di informazione locali nell'ottenere accesso ai programmi e alle iniziative europei in materia al fine di stabilire una stretta collaborazione tra gli organi di informazione dell'UE e del PO;
   cz) di denunciare l'uso improprio delle misure connesse alla pandemia da parte delle autorità per mettere a tacere l'opposizione politica, la società civile e i media limitandone i diritti legittimi;
   da) di rafforzare e, ove possibile, accrescere gli sforzi comuni profusi dall'UE e dai paesi del PO in materia di contatti e scambi interpersonali, al fine di creare un'immagine reciprocamente positiva tra la popolazione e far buon uso del sentimento europeista tra i cittadini del PO;
   db) di promuovere piattaforme inclusive e partecipative di dialogo e cooperazione che riuniscano le parti interessate di diversi settori e livelli, tra cui responsabili politici, attori economici, mondo accademico e società civile, nonché Chiese, comunità religiose e cittadini con minori possibilità, con l'obiettivo di contrastare le tendenze polarizzanti ed estremiste presenti nella politica e nella società e l'impatto delle campagne di disinformazione e propaganda;

2.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente raccomandazione al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione / alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza.

(1) GU L 261 del 30.8.2014, pag. 4.
(2) GU L 260 del 30.8.2014, pag. 4.
(3) GU L 161 del 29.5.2014, pag. 3.
(4) GU L 23 del 26.1.2018, pag. 4.
(5) Raccomandazione n. 1/2018 del Consiglio di cooperazione UE–Azerbaigian del 28 settembre 2018 sulle priorità del partenariato UE-Azerbaigian (GU L 265 del 24.10.2018, pag. 18).
(6) Risoluzione del Parlamento europeo del 15 gennaio 2020 sull'attuazione della politica estera e di sicurezza comune - relazione annuale (Testi approvati, P9_TA(2020)0008).
(7) Regolamento (UE) 2018/1806 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 novembre 2018, che adotta l'elenco dei paesi terzi i cui cittadini devono essere in possesso del visto all'atto dell'attraversamento delle frontiere esterne e l'elenco dei paesi terzi i cui cittadini sono esenti da tale obbligo (GU L 303 del 28.11.2018, pag. 39).
(8) GU L 289 del 31.10.2013, pag. 2.
(9) GU L 128 del 30.4.2014, pag. 49.
(10) 12363/19 VISA 191 COEST 210.
(11) GU C 161 E del 31.5.2011, pag. 136.
(12) GU C 208 del 10.6.2016, pag. 119.
(13) GU C 234 del 28.6.2016, pag. 14.
(14) GU C 300 del 18.8.2016, pag. 27.
(15) GU C 328 del 6.9.2016, pag. 2.
(16) GU C 265 dell'11.8.2017, pag. 110.
(17) GU C 11 del 12.1.2018, pag. 82.
(18) GU C 224 del 27.6.2018, pag. 58.
(19) GU C 238 del 6.7.2018, pag. 42.
(20) GU C 263 del 25.7.2018, pag. 109.
(21) GU C 390 del 18.11.2019, pag. 100.
(22) GU C 28 del 27.1.2020, pag. 97.
(23) GU C 118 dell'8.4.2020, pag. 43.
(24) GU C 11 del 13.1.2020, pag. 18.
(25) Testi approvati, P8_TA(2018)0458.
(26) Testi approvati, P8_TA(2018)0457.
(27) Testi approvati, P8_TA(2018)0518.
(28) GU C 356 del 4.10.2018, pag. 130.
(29) GU C 118 dell'8.4.2020, pag. 158.

Ultimo aggiornamento: 8 settembre 2020Note legali - Informativa sulla privacy