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Procedura : 2020/2685(RSP)
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Ciclo del documento : B9-0196/2020

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B9-0196/2020

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PV 17/06/2020 - 21
CRE 17/06/2020 - 21

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P9_TA(2020)0173

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Venerdì 19 giugno 2020 - Bruxelles
Le proteste antirazzismo a seguito della morte di George Floyd
P9_TA(2020)0173B9-0196/2020

Risoluzione del Parlamento europeo del 19 giugno 2020 sulle proteste contro il razzismo a seguito della morte di George Floyd (2020/2685(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  visto il trattato sull'Unione europea (TUE), in particolare il secondo, quarto, quinto, sesto e settimo considerando del preambolo, nonché l'articolo 2, l'articolo 3, paragrafo 3, secondo comma, e l'articolo 6,

–  visti gli articoli 10 e 19 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

–  vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, in particolare gli articoli 2, 3, 4, 5 e 21,

–  vista la direttiva 2000/43/CE del Consiglio, del 29 giugno 2000, che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica(1),

–  vista la decisione quadro 2008/913/GAI del Consiglio, del 28 novembre 2008, sulla lotta contro talune forme ed espressioni di razzismo e xenofobia mediante il diritto penale(2),

–  vista la direttiva 2012/29/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, che istituisce norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato e che sostituisce la decisione quadro 2001/220/GAI(3),

–  viste la relazione 2020 sui diritti fondamentali a cura dell'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali (FRA), la seconda indagine dell'Unione europea su minoranze e discriminazione (EU-MIDIS II), pubblicata a dicembre 2017 dalla FRA, le indagini della FRA sul tema "Being black in the EU" (Essere neri nell'UE), pubblicate rispettivamente il 23 novembre 2018 e il 15 novembre 2019, e la relazione della FRA sulle esperienze di discriminazione razziale e violenza razzista tra le persone di origine africana nell'UE,

–  vista la sua risoluzione del 16 gennaio 2019 sulla situazione dei diritti fondamentali nell'Unione europea nel 2017(4),

–  viste le sue precedenti risoluzioni sul razzismo e l'odio nei confronti delle minoranze nel mondo,

–  vista la sua risoluzione del 26 marzo 2019 sui diritti fondamentali delle persone di origine africana in Europa(5),

–  vista la sua risoluzione del 14 febbraio 2019 sul diritto di manifestazione pacifica e sull'uso proporzionato della forza(6),

–  vista l'istituzione, nel giugno 2016, del gruppo ad alto livello dell'UE sulla lotta contro il razzismo, la xenofobia e altre forme di intolleranza,

–  viste le raccomandazioni di politica generale della Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza (ECRI),

–  vista la video-conferenza stampa del 2 giugno 2020 alla presenza dal vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza a seguito della morte di George Floyd,

–  visto il suo scambio di opinioni del 5 giugno 2020 sul caso di George Floyd svoltosi in seno alla sua sottocommissione per i diritti dell'uomo,

–  vista la pubblicazione della FRA del 5 dicembre 2018 dal titolo "Preventing unlawful profiling today and in the future: a guide" (Una guida per prevenire la profilazione illecita odierna e futura),

–  visto il protocollo n. 12 alla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali che vieta la discriminazione,

–  vista la raccomandazione del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa del 19 settembre 2001 sul Codice europeo di etica della polizia,

–  vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,

–  visto il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici (ICCPR) del 1966,

–  vista la convenzione internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale e le raccomandazioni generali del Comitato delle Nazioni Unite per l'eliminazione della discriminazione razziale (CERD),

–  vista la dichiarazione rilasciata il 28 maggio 2020 dall'Alta Commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, in cui condannava l'assassinio di George Floyd,

–  vista la dichiarazione del 5 giugno 2020 relativa alle proteste contro il razzismo sistematico negli Stati Uniti rilasciata dagli esperti indipendenti delle procedure speciali del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite,

–  visti la dichiarazione di Durban e il programma d'azione del 2002 e il relativo seguito, nonché la relazione del relatore speciale sulle forme attuali di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza sulla lotta al razzismo, alla discriminazione razziale, alla xenofobia e all'intolleranza,

–  visto il Decennio internazionale delle persone di origine africana,

–  vista la Costituzione degli Stati Uniti,

–  visto l'articolo 132, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.  considerando che il 25 maggio 2020 George Floyd, un uomo afroamericano disarmato di 46 anni, è stato arrestato per il presunto utilizzo di una banconota falsa e ucciso a Minneapolis (Minnesota) dopo che un agente di polizia bianco ha tenuto premuto il ginocchio sul suo collo per 8 minuti e 46 secondi; che George Floyd ha ripetutamente detto di non riuscire a respirare;

B.  considerando che il decesso di George Floyd, che si aggiunge all'elenco di altri esempi di uso eccessivo della forza e omicidi da parte di agenti di polizia, ha scatenato manifestazioni e proteste di massa contro il razzismo e la brutalità della polizia in tutti gli Stati Uniti e in tutto il mondo;

C.  considerando che a seguito delle proteste di massa l'accusa iniziale di omicidio di terzo grado senza l'intenzione di uccidere a carico dell'agente di polizia Derek Chauvin è stata commutata in accusa di omicidio colposo di secondo grado, e che tali accuse comportano una pena massima combinata di 35 anni; che altri tre agenti di polizia coinvolti nell'arresto di George Floyd sono stati licenziati e accusati di favoreggiamento;

D.  considerando che la violenza e la distruzione di proprietà non risolveranno il problema della discriminazione radicata e devono essere fortemente stigmatizzate; che i manifestanti devono esprimere le loro richieste di giustizia in modo pacifico e che la polizia e le altre forze di sicurezza devono astenersi dall'intensificare ulteriormente l'attuale tensione attraverso l'uso di una forza eccessiva;

E.  considerando che le proteste a seguito della morte di George Floyd sono precedute da una lunga storia di proteste contro la brutalità della polizia e il razzismo negli Stati Uniti; che negli Stati Uniti i neri e le persone di colore costituiscono fino al 40 % della popolazione carceraria, mentre rappresentano il 13 % della popolazione totale; che il tasso di mortalità nei fermi di polizia negli Stati Uniti è per i neri sei volte superiore rispetto ai bianchi ed è tre volte più elevato per gli ispanici(7), così come l'uso della forza eccessiva o letale che ha colpito in modo sproporzionato le persone di colore;

F.  considerando che durante le proteste si sono verificati alcuni singoli episodi di violenza, anche a Minneapolis;

G.  considerando che il Presidente Trump ha inviato la Guardia nazionale;

H.  considerando che la reazione e la retorica incendiaria utilizzate dal Presidente degli Stati Uniti, comprese le minacce per lo schieramento dell'esercito degli Stati Uniti qualora le proteste in corso non si fossero fermate, sono servite soltanto a rafforzare le proteste;

I.  considerando che il giornalista della CNN, Omar Jimenez, e i suoi colleghi sono stati arrestati mentre seguivano la protesta di Minneapolis e sono stati successivamente rilasciati dopo la conferma di essere esponenti dei media; che a un elevato numero di giornalisti è stato impedito di riferire liberamente circa le manifestazioni, nonostante esibissero chiaramente le proprie credenziali di giornalisti, e che decine di giornalisti sono stati aggrediti dalle forze di polizia, alcuni dei quali riportando gravi lesioni;

J.  considerando che l'Unione europea si impegna a rispettare la libertà di espressione e di informazione, nonché la libertà di riunione e di associazione; che, secondo la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) e della Corte di giustizia dell'Unione europea (CGUE), tutte le restrizioni dei diritti fondamentali e delle libertà civili devono rispettare i principi di legalità, necessità e proporzionalità;

K.  considerando che l'esercizio di queste libertà comporta doveri e responsabilità e può quindi essere sottoposto alle formalità, condizioni, restrizioni o sanzioni che sono previste dalla legge e che, in una società democratica, costituiscono misure necessarie alla sicurezza nazionale, all'integrità territoriale o alla pubblica sicurezza, alla difesa dell'ordine e alla prevenzione dei reati, alla protezione della salute o della morale, alla protezione della reputazione o dei diritti altrui, per impedire la divulgazione di informazioni riservate o per garantire l'autorità e l'imparzialità del potere giudiziario, come prescritto dall'articolo 10 della CEDU;

L.  considerando che, conformemente all'articolo 4, paragrafo 2, del trattato sull'Unione europea, l'UE "rispetta le funzioni essenziali [degli Stati membri], in particolare le funzioni di salvaguardia dell'integrità territoriale, di mantenimento dell'ordine pubblico e di tutela della sicurezza nazionale"; che, "in particolare, la sicurezza nazionale resta di esclusiva competenza di ciascuno Stato membro";

M.  considerando che a seguito della morte di George Floyd e delle proteste negli Stati Uniti migliaia di persone hanno marciato nelle città europee e in altre città del mondo per sostenere le proteste negli Stati Uniti e per protestare contro il razzismo con il movimento "Black Lives Matter" (La vita dei neri conta); che il movimento "Black Lives Matter" non è nuovo;

N.  considerando che in alcuni Stati membri dell'UE le proteste hanno rafforzato il movimento contro il razzismo che prende di mira i neri e le persone di colore, oltre ad aver riportato alla memoria il passato coloniale europeo e il suo ruolo nella tratta transatlantica degli schiavi; che tali ingiustizie e crimini contro l'umanità dovrebbero essere riconosciuti a livello UE e nazionale ed essere affrontati a livello istituzionale e nell'ambito dell'istruzione;

O.  considerando che alcuni nella comunità internazionale hanno respinto con fermezza l'uso eccessivo della forza, hanno condannato ogni forma di violenza e di razzismo e hanno chiesto che tutti gli incidenti di questo tipo siano affrontati in modo rapido, efficace e nel pieno rispetto dello Stato di diritto e dei diritti umani; che i leader delle istituzioni dell'UE dovrebbero condannare pubblicamente e senza riserve il razzismo e la brutalità della polizia che hanno condotto alla morte di George Floyd e altri;

P.  considerando che la democrazia, lo Stato di diritto e diritti fondamentali sono principi essenziali sanciti dal diritto dell'UE; che tali principi e valori condivisi dovrebbero unirci nella lotta contro l'ingiustizia, il razzismo e la discriminazione in qualsiasi forma;

Q.  che il diritto alla parità di trattamento e alla non discriminazione è un diritto fondamentale sancito dai trattati e dalla Carta dei diritti fondamentali e dovrebbe essere pienamente rispettato;

R.  considerando che l'articolo 21, paragrafo 1, della Carta dei diritti fondamentali sancisce che è vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale;

S.  considerando che il motto dell'UE "Unita nella diversità" comprende non solo la nazionalità, ma anche tutti gli aspetti summenzionati;

T.  considerando che il razzismo è un problema preoccupante a livello planetario e che gli atteggiamenti razzisti e xenofobi persistono ovunque nel mondo;

U.  considerando che il razzismo strutturale si riflette anche nelle disuguaglianze socioeconomiche e nella povertà, e che tali fattori interagiscono e si rafforzano a vicenda; che tale fenomeno è particolarmente evidente nel mercato del lavoro, in cui le persone di colore hanno impieghi più precari, nonché nell'accesso agli alloggi e all'istruzione; che le azioni a favore dell'uguaglianza e quelle contro il razzismo strutturale devono andare di pari passo ed essere affrontate in modo sistematico;

V.  considerando che, secondo l'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali (FRA), la discriminazione e le molestie a sfondo razziale continuano a essere un fenomeno comune in tutta l'Unione europea(8); che le minoranze razziali ed etniche sono oggetto di molestie, violenze e incitamento all'odio, sia online che offline; che le minoranze razziali ed etniche subiscono discriminazioni strutturali nell'UE in tutti i settori, compresi gli alloggi, l'assistenza sanitaria, l'occupazione e l'istruzione;

W.  considerando che l'indagine dell'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali ha indicato che i gruppi razziali maggiormente colpiti dal razzismo e dalla discriminazione in Europa sulla base dell'origine etnica o lo status di migrante sono i Rom e le persone provenienti dal Nord Africa e dall'area subsahariana(9); che dalle indagini svolte da suddetta agenzia emergono elevati livelli di discriminazione e razzismo nei confronti di musulmani(10) ed ebrei(11);

X.  che in tutta l'UE alcuni leader di opinione e politici adottano atteggiamenti razzisti e xenofobi favorendo un clima sociale che offre un terreno fertile alla proliferazione del razzismo, delle discriminazioni e dei reati generati dall'odio; che tale clima è alimentato ulteriormente dai movimenti populisti ed estremisti che cercano di dividere le nostre società; che queste posizioni sono contrarie ai valori europei comuni ai quali tutti gli Stati membri hanno aderito;

Y.  considerando che l'operato delle forze di polizia e delle forze dell'ordine mira a difendere la sicurezza delle persone nell'UE, a proteggerle dalla criminalità, dal terrorismo e da attività o azioni illegali e ad applicare la legge, talvolta in circostanze difficili; che gli agenti di polizia spesso mettono a repentaglio la propria vita per proteggere gli altri;

Z.  considerando che il razzismo, la discriminazione e l'uso eccessivo e letale della forza da parte della polizia esistono anche all'interno dell'UE; che le autorità di contrasto in diversi Stati membri sono state criticate per l'uso eccessivo della forza; che quando una persona viene interpellata dalla polizia o da altri agenti dello Stato, il ricorso alla forza fisica che non è strettamente necessario in ragione del comportamento della persona sminuisce la dignità umana e costituisce, in linea di principio, una violazione del diritto sancito dall'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell' uomo (CEDU)(12); che l'uso sproporzionato della forza dovrebbe essere condannato con fermezza;

AA.  considerando che la FRA ha riferito che i neri e le persone di colore nell'UE sono soggetti a una profilazione razziale e discriminatoria; che un quarto di tutte le persone di origine africana intervistate dalla FRA è stato fermato dalla polizia nei cinque anni precedenti il sondaggio e, di questi, il 41 % ha descritto l'ultimo episodio come profilazione razziale(13);

AB.  considerando che la maggioranza (il 63 %) delle vittime di aggressioni fisiche a sfondo razzista da parte della polizia non ha denunciato l'incidente, ritenendo che la denuncia non avrebbe cambiato nulla (il 34 %) o per sfiducia o timore della polizia (il 28 %)(14); che è necessario garantire la protezione e l'accesso alla giustizia per le vittime di violenze da parte della polizia;

AC.  considerando che la relazione annuale sui reati generati dall'odio, presentata dall'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti dell'uomo dell'OSCE, ha constatato che i neri e le persone di colore sono spesso vittima di violenza razzista e che, però, in vari paesi mancano l'assistenza legale e il sostegno finanziario per coloro i quali si stanno riprendendo da aggressioni violente;

AD.  considerando che le istituzioni dell'UE devono adottare misure concrete per affrontare il razzismo strutturale, la discriminazione e la sottorappresentanza delle minoranze razziali ed etniche nelle loro strutture;

AE.  considerando che occorre intensificare la lotta contro il razzismo e la discriminazione nelle nostre società poiché si tratta di una responsabilità condivisa; che l'Unione europea deve riflettere con urgenza e impegnarsi a combattere il razzismo e la discriminazione strutturali cui sono esposte molte minoranze;

1.  dichiara che la vita dei neri conta (Black Lives Matter);

2.  condanna fermamente l'atroce morte di George Floyd negli Stati Uniti, nonché le uccisioni analoghe dovunque nel mondo; esprime le sue condoglianze alla sua famiglia e ai suoi amici e alle famiglie e agli amici delle altre vittime; invita le autorità a condurre indagini approfondite su questo e altri casi analoghi e ad assicurare i responsabili alla giustizia;

3.  condanna risolutamente tutte le forme di razzismo, odio e violenza, come pure qualsiasi aggressione fisica o verbale ai danni di persone di una determinata origine razziale o etnica, religione o convinzione personale e nazionalità, sia nella sfera pubblica che in quella privata; ricorda che nelle nostre società non sono ammessi il razzismo e la discriminazione; chiede alla Commissione, al Consiglio europeo e al Consiglio di adottare una posizione forte e decisa contro il razzismo, la violenza e l'ingiustizia in Europa;

4.  invita il governo e le autorità degli Stati Uniti ad adottare misure risolute per affrontare il razzismo e le disuguaglianze strutturali nel paese che si rispecchiano nella brutalità della polizia; condanna la repressione da parte della polizia statunitense di manifestanti pacifici e giornalisti e deplora vivamente la minaccia del Presidente degli Stati Uniti di dispiegare l'esercito;

5.  sostiene le recenti proteste di massa nelle capitali europee e nelle città di tutto il mondo contro il razzismo e la discriminazione in seguito alla morte di George Floyd; sottolinea l'appello dei manifestanti a prendere posizione contro l'oppressione e il razzismo strutturale in Europa; esprime solidarietà, rispetto e sostegno alle proteste pacifiche e ritiene che le nostre società debbano porre fine al razzismo e alle disuguaglianze strutturali; ricorda che il diritto di ogni individuo a manifestare pacificamente è sancito dai trattati internazionali; condanna i singoli episodi di violenza verificatisi;

6.  condanna il suprematismo bianco, in tutte le sue forme, compreso l'uso di slogan che hanno lo scopo di danneggiare o sminuire il movimento Black Lives Matter e ridurne l'importanza;

7.  condanna gli episodi di saccheggio, incendio doloso, vandalismo e distruzione della proprietà pubblica e privata causati da alcuni manifestanti violenti; denuncia le forze estremiste e antidemocratiche che hanno deliberatamente approfittato delle proteste pacifiche per esacerbare i conflitti con l'intenzione di diffondere disordine e anarchia;

8.  invita tutti i leader e i cittadini ad astenersi da qualsiasi arretramento sul piano dei valori e a rafforzare la promozione dei diritti umani, della democrazia, dell'uguaglianza dinanzi alla legge e dei media liberi e indipendenti; condanna le dichiarazioni e le azioni da parte di alcuni leader che rischiano di minare tali valori e approfondire le divisioni all'interno delle nostre società; osserva che questi valori sono comuni ai fondamenti dell'UE e degli Stati Uniti e alla nostra cooperazione transatlantica; sottolinea l'importanza di una più stretta cooperazione interparlamentare attraverso il dialogo legislativo transatlantico per scambiarsi opinioni e migliori prassi nel corso della prossima riunione di tale dialogo e individuare strumenti giuridici per la lotta al razzismo strutturale e la protezione dei diritti umani;

9.  chiede una più stretta cooperazione multilaterale per combattere il razzismo e la discriminazione; invita la Commissione a mantenere stretti contatti con attori internazionali quali l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, le Nazioni Unite, l'Unione africana e il Consiglio d'Europa e con altri partner internazionali per combattere il razzismo a livello internazionale; accoglie con favore la richiesta di 54 paesi africani di tenere un dibattito urgente in sede di Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite il 17 giugno 2020 sulle "attuali violazioni dei diritti umani che sono ispirate da ragioni razziali, razzismo sistemico, brutalità della polizia e violenza contro le proteste pacifiche";

10.  sollecita le istituzioni, le agenzie e gli organi dell'UE e gli Stati membri a denunciare con fermezza e pubblicamente l'uso sproporzionato della forza da parte delle autorità di contrasto e gli atteggiamenti razzisti da queste assunti ogniqualvolta si verifichi un tale episodio nell'UE, negli Stati Uniti e nel resto del mondo;

11.  ritiene che la lotta al razzismo sia una questione orizzontale e debba essere presa in considerazione in tutti i settori della politica dell'Unione; ricorda che tutti i cittadini dovrebbero avere diritto a essere tutelati da tali disuguaglianze, sia come individui che come gruppo, e che tale protezione dovrebbe comprendere misure positive per la promozione e il pieno ed equo godimento dei loro diritti;

12.  ricorda la sua risoluzione del 26 marzo 2019 sui diritti fondamentali delle persone di discendenza africana ed esorta l'UE e gli Stati membri ad attuarla con urgenza;

13.  esprime profonda preoccupazione per le segnalazioni relative a casi di estremismo di destra nelle forze di sicurezza, portati alla luce negli ultimi anni nell'UE(15),

14.  chiede alle istituzioni dell'UE e agli Stati membri di riconoscere ufficialmente le ingiustizie e i crimini contro l'umanità che in passato sono stati commessi nei confronti delle persone nere, di colore e Rom; dichiara che la schiavitù costituisce un reato contro l'umanità e chiede che la data del 2 dicembre sia designata come la Giornata europea di commemorazione dell'abolizione della tratta degli schiavi; incoraggia gli Stati membri a inserire nei loro programmi didattici la storia delle persone nere, delle persone di colore e dei Rom;

15.  ribadisce il ruolo cruciale che l'istruzione svolge per sfatare i pregiudizi e gli stereotipi e promuovere la tolleranza, la comprensione e la diversità, e sottolinea che l'istruzione è uno strumento chiave per porre fine alla discriminazione strutturale e al razzismo nelle nostre società;

16.  invita gli Stati membri a denunciare tradizioni razziste e afrofobe, quali la pratica del "blackface", e ad astenersi dal farvi ricorso;

17.  invita i leader dell'UE a indire, nel prossimo futuro, un vertice europeo contro il razzismo e sulla lotta alla discriminazione strutturale in Europa; sollecita la Commissione a presentare una strategia globale contro il razzismo e la discriminazione e un quadro dell'UE per i piani d'azione nazionali contro il razzismo dotati di una componente specifica relativa alla lotta a tali fenomeni in seno alle autorità di contrasto, adottando un approccio intersezionale; esorta il Consiglio a istituire una configurazione del Consiglio dedicata all'uguaglianza; invita le istituzioni dell'UE a istituire una task force interistituzionale incaricata di contrastare il razzismo e la discriminazione a livello dell'UE;

18.  invita gli Stati membri a promuovere politiche antidiscriminatorie in tutti i settori e a elaborare piani d'azione nazionali contro il razzismo che riguardino ambiti quali l'istruzione, gli alloggi, la salute, l'occupazione, il mantenimento dell'ordine pubblico, i servizi sociali, il sistema giudiziario e la partecipazione e la rappresentanza politica, in stretta collaborazione con la società civile e le comunità interessate;

19.  chiede che tutte le politiche antidiscriminazione siano dotate di un approccio intersettoriale e di genere al fine di affrontare la discriminazione multipla;

20.  esorta gli Stati membri a intensificare le misure volte a rafforzare la diversità all'interno delle forze di polizia e a istituire quadri per il dialogo e la cooperazione tra le forze di polizia e le comunità;

21.  esorta con urgenza a contrastare la discriminazione fondata su qualsiasi motivo nell'UE e invita pertanto il Consiglio a sbloccare e concludere senza indugio i negoziati sulla direttiva orizzontale sulla non discriminazione che è rimasta bloccata da quando è stata proposta dalla Commissione nel 2008;

22.  condanna tutti gli episodi di incitamento all'odio e i reati generati dall'odio, sia online che offline, che si verificano quotidianamente nell'UE e reitera che il discorso razzista e xenofobo non rientra nella libertà di espressione;

23.  ribadisce la necessità che gli Stati membri procedano all'attuazione e alla corretta applicazione della decisione quadro del Consiglio 2008/913/GAI, del 28 novembre 2008, sulla lotta contro talune forme ed espressioni di razzismo e xenofobia mediante il diritto penale, in modo particolare considerando il pregiudizio come movente per i reati basati sulla razza, la nazionalità o l'origine etnica e garantendo che i reati generati dall'odio siano registrati, indagati, perseguiti e puniti; invita altresì la Commissione a esaminare e, se del caso, rivedere la decisione quadro e la sua attuazione, nonché ad agire contro gli Stati membri che non la applicano integralmente;

24.  ricorda agli Stati membri che dovrebbero essere istituiti meccanismi indipendenti di gestione delle denunce contro la polizia onde condurre indagini riguardo ai casi di comportamenti scorretti e abusi; sottolinea che le attività democratiche di polizia impongono che la polizia risponda delle sue azioni dinanzi alla legge, alle autorità pubbliche e all'intero pubblico per cui opera; ritiene che il requisito fondamentale per la rendicontabilità sia il mantenimento di strumenti di vigilanza efficaci ed efficienti;

25.  invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare misure per la raccolta di ulteriori dati disaggregati per razza ed origine etnica (quali definiti dalla direttiva dell'UE sull'uguaglianza razziale), che siano forniti volontariamente e in forma anonima; ritiene che l'eventuale raccolta di dati sulle discriminazioni etniche e i reati generati dall'odio dovrebbe avvenire unicamente allo scopo di individuare le cause di discorsi e atti razzisti e discriminatori e combattere gli stessi, conformemente ai pertinenti quadri giuridici nazionali e alla legislazione dell'Unione in materia di protezione dei dati;

26.  osserva che la prima delle relazioni annuali della Commissione sullo Stato di diritto presenterà un ambito di applicazione limitato; ribadisce i suoi inviti a sviluppare un meccanismo globale in materia di democrazia, Stato di diritto e diritti fondamentali, che dovrebbe comprendere il monitoraggio della situazione del razzismo e della discriminazione negli Stati membri dell'UE;

27.  condanna la profilazione razziale o etnica di cui si avvalgono le forze di polizia e le autorità di contrasto e ritiene che queste debbano avere una condotta esemplare quanto alla lotta contro il razzismo e la discriminazione; invita l'UE e gli Stati membri a elaborare politiche e misure volte a contrastare la discriminazione e a porre fine a qualsiasi forma di profilazione razziale o etnica nell'ambito dell'applicazione del diritto penale, delle misure antiterrorismo e dei controlli sull'immigrazione; sottolinea, in particolare, che le nuove tecnologie di cui le autorità incaricate dell'applicazione della legge sono tenute ad avvalersi devono essere concepite in modo tale da non generare rischi di discriminazione per le minoranze etniche e razziali; propone di realizzare azioni volte a consolidare la formazione dei membri delle forze di polizia e delle autorità incaricate dell'applicazione della legge relativamente alle strategie di lotta contro il razzismo e la discriminazione, nonché di prevenire, identificare e rispondere alla profilazione razziale; invita gli Stati membri a non lasciare che gli episodi di violenza e gli abusi da parte delle forze di polizia rimangano impunti e a indagare su tali casi, perseguendone e sanzionandone i responsabili;

28.  condanna l'uso di interventi violenti e sproporzionati da parte delle autorità statali; incoraggia le autorità competenti a garantire indagini trasparenti, imparziali, indipendenti ed efficaci in caso di sospetti o denunce di uso sproporzionato della forza; ricorda che le autorità di contrasto devono sempre rispondere delle loro azioni nell'ambito dell'adempimento dei loro doveri e del rispetto dei pertinenti quadri giuridici e operativi, segnatamente i Principi fondamentali delle Nazioni Unite sul ricorso all'uso della forza e delle armi da fuoco da parte dei responsabili dell'applicazione della legge;

29.  invita gli Stati membri a garantire che l'uso della forza da parte delle autorità di contrasto sia sempre legittimo, proporzionato e necessario e avvenga come ultima ratio, e che preservi la vita umana e l'integrità fisica della persona; osserva che l'uso eccessivo della forza contro le folle è in contrasto con il principio di proporzionalità;

30.  ricorda il diritto dei cittadini di registrare le scene di violenza perpetrata dalla polizia che possono essere utilizzate come prova e che le persone non dovrebbero mai essere minacciate dalla polizia o dall'autorità competente quando registrano, né essere costrette a distruggere le prove o essere private di oggetti di loro proprietà per impedire loro di rilasciare testimonianze;

31.  chiede alla Commissione di istituire un gruppo di esperti indipendenti incaricato di elaborare un Codice europeo di etica della polizia che fornisca una serie di principi e orientamenti riguardo agli obiettivi, alle prestazioni, alla vigilanza e al controllo della polizia nelle società democratiche governate dallo Stato di diritto e possa aiutare le forze dell'ordine ad applicare correttamente nel loro lavoro quotidiano il divieto di atti razzisti, discriminatori e di profilazione etnica;

32.  rammenta che la libertà di stampa è un pilastro fondamentale di ogni democrazia; rileva l'importante ruolo che i giornalisti e i fotoreporter svolgono nel denunciare gli episodi di violenza sproporzionata e condanna tutti i casi in cui essi sono stati deliberatamente presi di mira;

33.  invita le pertinenti agenzie dell'UE, tra cui l'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali (FRA), l'Agenzia dell'Unione europea per la formazione delle autorità di contrasto (CEPOL) e l'Agenzia dell'Unione europea per la cooperazione nell'attività di contrasto (Europol), nell'ambito dei rispettivi mandati, a intensificare gli sforzi volti a contrastare il razzismo e la discriminazione;

34.  chiede un serio impegno finanziario nel prossimo QFP per combattere il razzismo e la discriminazione in tutta l'UE; deplora il fatto che l'importo proposto per la voce "Giustizia, diritti e valori" sia stato significativamente ridotto nelle proposte riviste del quadro finanziario pluriennale della Commessione; invita la Commissione a rispondere efficacemente riguardo alla preoccupazione circa la crescente riduzione dello spazio per la società civile indipendente in alcuni Stati membri; rammenta l'importanza di garantire finanziamenti adeguati per sostenere le attività degli attori della società civile che si adoperano per lottare contro il razzismo e la discriminazione;

35.  sottolinea che i soggetti che svolgono attività discriminatorie nei confronti delle comunità vittime di episodi razzisti, o che prendono decisioni o applicano misure a tal fine, non dovrebbero essere ammissibili al finanziamento a titolo del bilancio dell'Unione;

36.  condanna il fatto che forze politiche estremiste e xenofobe nel mondo ricorrano con sempre maggior frequenza alla distorsione dei fatti storici, statistici e scientifici e utilizzino simbologie e retoriche che richiamano aspetti della propaganda totalitaria, tra cui il razzismo, l'antisemitismo e l'odio nei confronti delle minoranze;

37.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al rappresentante speciale dell'UE per i diritti umani, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Consiglio d'Europa, all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, alle Nazioni Unite, al Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e alla sua amministrazione nonché al Congresso degli Stati Uniti.

(1) GU L 180 del 19.7.2000, pag. 22.
(2) GU L 328 del 6.12.2008, pag. 55.
(3) GU L 315 del 14.11.2012, pag. 57.
(4) Testi approvati, P8_TA(2019)0032.
(5) Testi approvati, P8_TA(2019)0239.
(6) Testi approvati, P8_TA(2019)0127.
(7) https://www.ncbi.nih.gov/pmc/articles/PMC5559881/
(8) https://fra.europa.eu/en/news/2019/rising-inequalities-and-harassment-fundamental-rights-protection-falters
(9) https://fra.europa.eu/en/publication/2017/second-european-union-minorities-and-discrimination-survey-main-results/
(10) https://fra.europa.eu/en/publication/2017/second-european-union-minorities-and-discrimination-survey-muslims-selected
(11) https://fra.europa.eu/en/publication/2018/experiences-and-perceptions-antisemitism-second-survey-discrimination-and-hate
(12) Sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo del 17 aprile 2012, causa Rizvanov c. Azerbaigian, paragrafo 49.
(13) FRA, seconda indagine sulle minoranze e la discriminazione nell'Unione europea: Being black in the EU (Essere nero nell'UE), https://op.europa.eu/en/publication-detail/-/publication/c046fe4f-388-11e8-9982-01aa75ed71a1/language-en
(14) FRA, seconda indagine sulle minoranze e la discriminazione nell'Unione europea: Being black in the EU (Essere nero nell'UE), https://op.europa.eu/en/publication-detail/-/publication/c046fe4f-388-11e8-9982-01aa75ed71a1/language-en
(15) https://www.dw.com/en/germany-over-500-right-wing-extremists-suspected-in-bundeswehr/a-52152558

Ultimo aggiornamento: 8 settembre 2020Note legali - Informativa sulla privacy