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Procedura : 2019/2126(INI)
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Ciclo del documento : A9-0081/2020

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A9-0081/2020

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PV 08/07/2020 - 18
PV 10/07/2020 - 4

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P9_TA(2020)0190

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Venerdì 10 luglio 2020 - Bruxelles
Attività finanziarie della Banca europea per gli investimenti - relazione annuale 2019
P9_TA(2020)0190A9-0081/2020

Risoluzione del Parlamento europeo del 10 luglio 2020 sulle attività finanziarie della Banca europea per gli investimenti – relazione annuale 2019 (2019/2126(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visti gli articoli 15, 126, 174, 175, 177, 208, 209, 271, 308 e 309 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) e il protocollo (n. 5) sullo statuto della Banca europea per gli investimenti (BEI),

–  visto il piano di attività 2019 del gruppo BEI, pubblicato sul sito internet della BEI,

–  vista la relazione di attività 2018 della BEI, dal titolo "Potenziale liberato",

–  viste la relazione finanziaria e la relazione statistica della BEI per il 2018,

–  vista la relazione della BEI dal titolo "Operazioni della BEI all'interno dell'Unione europea – Relazione annuale 2018", pubblicata nel 2019,

–  vista la relazione della BEI dal titolo "La BEI all'esterno dell'Unione europea – Finanziamento con impatto globale – Relazione annuale 2018", dedicata alle operazioni della BEI all'esterno dell'Unione europea e pubblicata nel 2019,

–  vista la relazione della BEI dal titolo "Relazione annuale 2018: Polo europeo di consulenza sugli investimenti", pubblicata nel 2019,

–  vista la nuova strategia per il clima e la nuova politica di prestiti nel settore energetico, adottata dalla BEI nel novembre 2019,

–  visto il regolamento (UE) 2017/2396 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 dicembre 2017, che modifica i regolamenti (UE) n. 1316/2013 e (UE) 2015/1017 per quanto riguarda la proroga del Fondo europeo per gli investimenti strategici e il potenziamento tecnico di tale Fondo e del polo europeo di consulenza sugli investimenti(1),

–  vista la raccomandazione del Mediatore europeo nel caso 146/2017/DR in merito al trattamento da parte della Banca europea per gli investimenti di una denuncia concernente la violazione dei requisiti in materia di ambiente, salute e sicurezza in un progetto finanziato da tale istituzione,

–  vista la comunicazione della Commissione dell'11 dicembre 2019, dal titolo "Il Green Deal europeo" (COM(2019)0640),

–  vista la comunicazione della Commissione del 14 gennaio 2020 dal titolo "Piano di investimenti per un'Europa sostenibile – Piano di investimenti del Green Deal europeo" (COM(2020)0021),

–  vista la proposta di regolamento della Commissione del 14 gennaio 2020 che istituisce il Fondo per una transizione giusta (COM(2020)0022),

–  vista la comunicazione della Commissione dell'8 marzo 2018 dal titolo "Piano d'azione per finanziare la crescita sostenibile" (COM(2018)0097),

–  vista l'iniziativa della BEI in materia di "resilienza economica",

–  vista l'approvazione da parte della BEI della ratifica dell'accordo di Parigi da parte dell'Unione europea del 7 ottobre 2016,

–  visti l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile e i suoi obiettivi di sviluppo sostenibile,

–  visto il discorso di apertura pronunciato il 16 luglio 2019 da Ursula von der Leyen in veste di candidata a Presidente della Commissione europea, in occasione della seduta plenaria del Parlamento a Strasburgo;

–  visto il discorso della Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, pronunciato l'11 dicembre 2019 in occasione della seduta plenaria del Parlamento a Bruxelles,

–  visto l'articolo 3 del trattato sull'Unione europea,

–  visto l'articolo 54 del suo regolamento,

–  visto il parere della commissione per i problemi economici e monetari,

–  vista la relazione della commissione per i bilanci (A9-0081/2020),

A.  considerando che, a norma dell'articolo 309 TFUE e vista la giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea, la BEI deve contribuire al conseguimento degli obiettivi dell'Unione, e che a norma dell'articolo 18 dello statuto della BEI, essa deve utilizzare i suoi fondi nel modo più razionale possibile nell'interesse dell'Unione; che ciò comprende il rispetto dell'accordo di Parigi sul clima e gli obblighi dell'Unione in materia di protezione dell'ambiente di cui agli articoli 11 e 191 TFUE;

B.  considerando che le obbligazioni della BEI sono classificate AAA dalle principali agenzie di rating del credito in virtù, tra l'altro, della sua appartenenza agli Stati membri e della sua prudente gestione dei rischi;

C.  considerando che la BEI ha mantenuto la redditività nel 2018, con un avanzo netto di 2,3 miliardi di EUR; considerando che il gruppo BEI dovrebbe mantenere il proprio elevato livello di affidabilità creditizia nonché un portafoglio di attivi solidi e di buona qualità;

D.  considerando che, essendo il principale mutuatario e finanziatore multilaterale del mondo ed essendo di proprietà congiunta degli Stati membri dell'UE, la BEI rappresenta il partner naturale dell'UE per l'applicazione di strumenti finanziari, in stretta cooperazione con gli istituti finanziari nazionali e multilaterali;

E.  considerando che, a norma del trattato, il gruppo BEI è tenuto a contribuire all'integrazione dell'Unione europea, alla coesione economica e sociale e allo sviluppo regionale tramite vari strumenti di investimento quali prestiti, titoli azionari, garanzie, strumenti di condivisione del rischio e servizi di consulenza;

F.  considerando che, secondo le stime della Commissione, saranno necessari 1 115 miliardi di EUR di investimenti all'anno per conseguire gli obiettivi dell'UE per il 2030(2); che il piano di investimenti per un'Europa sostenibile della Commissione mira a mobilitare 1 000 miliardi di EUR di investimenti nel prossimo decennio;

G.  considerando che investimenti sostenibili hanno di norma rendimenti più elevati rispetto a quelli standard e i volumi tendono quindi a essere contenuti mentre i rischi associati tendono a essere superiori; che la liquidità dei mercati nei prodotti finanziari sostenibili deve essere intensificata e ciò può avvenire solo aumentando il numero di prodotti sul mercato; evidenzia che non ci si può aspettare che il settore privato raggiunga da solo la massa critica e che il settore pubblico deve essere più presente nei mercati delle attività finanziarie sostenibili e aumentare la sua quota di mercato, contribuendo in tal modo alla riduzione dei rischi e dei rendimenti, nonché ad accrescere la partecipazione al mercato e la liquidità;

H.  considerando che la BEI svolge un ruolo importante nella strategia dell'UE per affrontare le sfide legate al clima e all'ambiente – sfide che rappresentano il compito che definisce la nostra generazione, come sottolineato dalla Commissione – con 260 miliardi di EUR di investimenti supplementari necessari ogni anno per conseguire gli attuali obiettivi in materia di clima ed energia per il 2030;

I.  considerando che è opportuno prestare costante attenzione allo sviluppo delle migliori pratiche correlate alla politica delle prestazioni, alla gestione, alla governance e alla trasparenza del gruppo BEI;

Consigli generali

1.  sottolinea l'importanza delle attività della BEI, in qualità di banca dell'Unione, per aumentare gli attuali livelli di investimento nell'UE, che si attestano al di sotto della media storica e sono insufficienti a soddisfare le ambizioni dell'UE in termini di sostenibilità, aspetti economici e sociali e creazione di posti di lavoro, o a conseguire la coesione sociale, l'innovazione e la competitività a livello dell'UE e a garantire finanziamenti a livello locale, anche da parte dei comuni, che rispondono alle esigenze dei cittadini;

2.  riconosce che l'Unione europea e gli Stati membri devono investire di più nella lotta contro i cambiamenti climatici, nella rivoluzione digitale e nei servizi pubblici;

3.  accoglie con favore la risposta coordinata dell'UE alla pandemia Covid-19 e ribadisce la necessità di un'azione urgente per trasformare le nostre economie e attenuare l'impatto sociale ed economico della crisi; accoglie con particolare favore il ruolo che la BEI è chiamata a svolgere nel sostenere l'economia dell'UE attraverso il Fondo europeo di garanzia, il programma InvestEU rivisto, il meccanismo per una transizione giusta e lo strumento di sostegno alla solvibilità; sottolinea che tale ruolo è particolarmente importante per le PMI e i settori maggiormente interessati; invita nel contempo la BEI a rispettare il proprio impegno ad allineare tutte le sue azioni all'obiettivo dell'UE di conseguire la neutralità climatica entro il 2050; prende atto del documento di sintesi della BEI, del 15 giugno 2020, sulla sua tabella di marcia per il clima e ribadisce la sua richiesta di misure ambiziose e obiettivi chiari, in particolare in relazione alla subordinazione del sostegno a misure di eliminazione graduale in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione dell'UE per il 2050;

4.  prende atto del peggioramento del contesto economico mondiale, in cui la crescita del PIL reale è rallentata e le sfide globali contribuiscono a generare incertezza; osserva i deboli livelli di investimento nell'UE durante lo scorso decennio; chiede di aumentare gli investimenti pubblici e privati nell'UE a livello nazionale, regionale e locale;

5.  prende atto della relazione sugli investimenti della BEI 2019-2020, che evidenzia le sfide cui l'UE si trova a far fronte in termini di competitività, ad esempio le crescenti disuguaglianze e gli insufficienti livelli di investimento, in particolare nella ricerca e sviluppo in materia di clima e nella digitalizzazione, che minacciano il futuro economico dell'Europa; esorta la BEI ad adoperarsi quanto più possibile per affrontare tali questioni nelle sue attività;

6.  osserva che nel 2018 la BEI ha investito 64 miliardi di EUR in 854 progetti; osserva che la BEI rispetta il principio prudenziale, con crediti deteriorati pari solo allo 0,3 %;

7.  sottolinea ancora una volta la necessità di rendere la ripartizione geografica dei finanziamenti della BEI più equilibrata; invita la BEI ad affrontare le carenze sistemiche che impediscono a talune regioni o taluni paesi di beneficiare appieno delle sue attività finanziarie, tra l'altro rafforzando i suoi sforzi per espandere le sue attività creditizie, fornendo assistenza tecnica e consulenza, in particolare nelle regioni con scarsa capacità di investimento, e fornendo consulenza in merito allo sviluppo di progetti, al fine di promuovere la crescita inclusiva e la convergenza e la coesione economica, sociale e territoriale e considerando la natura dei finanziamenti della BEI basata sulla domanda;

8.  invita la BEI a svolgere un ruolo importante nel rafforzare la finanza sostenibile sia all'interno sia all'esterno dell'Europa e a dare priorità, mediante le sue attività di concessione di prestiti, all'attuazione dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, mobilitando ulteriormente gli investimenti nei progetti sociali, ecologici e sostenibili;

9.  chiede un sostegno adeguato per rafforzare le disposizioni relative alla fornitura di assistenza tecnica, consulenza finanziaria e costruzione di capacità alle autorità locali e regionali prima di approvare i progetti, al fine di migliorare l'accessibilità e coinvolgere tutti gli Stati membri; chiede altresì, a tale riguardo, maggiore sostegno per i servizi di consulenza, quali il polo di consulenza InvestEU, Jaspers, il meccanismo e la piattaforma Fi-Compass; chiede una maggiore cooperazione con le banche e gli istituti di promozione nazionali;

10.  si compiace degli sforzi puntuali compiuti dalla BEI per accompagnare i progetti da essa finanziati nella loro fase di attuazione (messa a disposizione di esperti, strumenti di sostegno e produzione di studi preparatori); chiede alla BEI e alla Commissione di formulare insieme proposte volte a un coinvolgimento più sistematico delle squadre della BEI nell'attuazione dei progetti negli Stati che ne fanno richiesta, segnatamente negli ambiti che necessitano di competenze avanzate o negli ambiti strategici per l'Unione, quali la lotta contro i cambiamenti climatici;

11.  plaude al sostegno della BEI agli obiettivi di coesione, che è pari ad oltre 200 miliardi di EUR solo per il periodo compreso tra il 2009 e il 2018;

12.  invita la BEI a porre l'accento sulle consultazioni con tutte le parti interessate dai suoi progetti, segnatamente le comunità locali, la società civile e il pubblico generale;

13.  ritiene che l'innovazione e le competenze siano elementi fondamentali per garantire la crescita sostenibile, creare posti di lavoro di alta qualità e stimolare la competitività a lungo termine; accoglie con favore il fatto che nel 2018 la BEI abbia sostenuto l'innovazione e le competenze con 13,5 miliardi di EUR; auspica che la BEI mantenga il suo sostegno a favore di innovazione e competenze;

14.  ritiene che, per rimanere competitiva, l'Europa debba accelerare l'adozione di tecnologie digitali e gli investimenti in infrastrutture e competenze digitali; invita la BEI ad affrontare la transizione tecnologica con maggiore sostegno alla digitalizzazione;

15.  ritiene essenziali le dieci norme definite nel manuale della BEI in materia sociale e ambientale, che costituiscono un prerequisito per la partecipazione alle sue operazioni di prestito, segnatamente in settori quali la prevenzione e la riduzione dell'inquinamento, la biodiversità e gli ecosistemi, le norme in materia di clima, il patrimonio culturale, il reinsediamento involontario, i diritti e gli interessi dei gruppi vulnerabili, le norme sul lavoro, la salute pubblica e sul luogo di lavoro, la sicurezza, la protezione e l'impegno delle parti interessate;

16.  invita la Commissione a prestare particolare attenzione alla necessità di garantire che le norme di bilancio dell'UE sostengano gli sforzi futuri volti ad aumentare il livello di investimenti pubblici nell'UE, il che consentirà alla BEI di valorizzare tali investimenti;

17.  ritiene che i criteri di valutazione dei progetti sociali dovrebbero tenere conto dei principi del pilastro europeo dei diritti sociali; sottolinea in tale contesto l'importanza di effettuare valutazioni ex-ante ed ex-post sulla sostenibilità, sulla competitività e sull'impatto economico, sociale e ambientale dei progetti;

18.  si compiace delle misure adottate finora dalla BEI; invita la BEI a migliorare la comunicazione e la valutazione dei risultati effettivi conseguiti e l'analisi dei reali effetti economici, sociali e ambientali dei suoi investimenti;

19.  invita la BEI a dare seguito alle conclusioni della relazione speciale della Corte dei conti 03/2019, che ha valutato l'efficacia del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) nella raccolta di finanziamenti a sostegno di investimenti aggiuntivi in tutta l'UE; osserva che la relazione ha concluso che alcune operazioni del FEIS hanno semplicemente sostituito altre operazioni della BEI e che parte dei finanziamenti è andata a beneficio di progetti che avrebbero potuto essere finanziati da altre fonti pubbliche o private, sopravvalutando, in alcuni casi, la misura in cui il sostegno del FEIS induceva di fatto investimenti supplementari;

20.  sottolinea che l'obiettivo quantitativo principale del FEIS, ossia la mobilitazione di 500 miliardi di EUR in investimenti pubblici e privati aggiuntivi, non dovrebbe rappresentare il principale motore del successo per il fondo e che gli obiettivi misurabili sulla sostenibilità, sull'addizionalità, sulla copertura geografica e sull'impatto sociale dovrebbero perlomeno ricoprire un ruolo altrettanto importante nelle future strategie di investimento;

21.  chiede alla BEI di aumentare la quota dei finanziamenti a titolo del FEIS e di InvestEU a favore dei progetti che contribuiscono in maniera sostanziale alla sostenibilità e agli obiettivi sociali dell'UE, in linea con i regolamenti pertinenti dell'UE; chiede alla Commissione di garantire che le metodologie di verifica della sostenibilità di InvestEU siano pienamente coerenti con gli obiettivi di sostenibilità dell'UE e che i criteri di valutazione dei progetti sociali tengano conto dei principi del pilastro europeo dei diritti sociali; sottolinea in tale contesto l'importanza di effettuare valutazioni ex-ante ed ex-post sulla sostenibilità, sulla competitività e sull'impatto economico, sociale e ambientale dei progetti;

22.  ritiene che sia necessaria un'ulteriore valutazione esterna del carattere addizionale della politica della BEI in materia di prestiti e che i risultati della valutazione debbano essere resi pubblici;

23.  è del parere che, a seguito della pubblicazione dei risultati della valutazione esterna, sia opportuno considerare se sia necessario un aumento generale della capitalizzazione della BEI, per consentire maggiori prestiti sul lungo periodo e strumenti innovativi nel finanziamento di progetti con elevate potenzialità in termini di sostenibilità e di benefici per la società e l'innovazione, ivi compresi progetti intesi a creare crescita sostenibile e a ridurre le disuguaglianze;

24.  chiede alla BEI di garantire uno stretto coordinamento, la coerenza e la concordanza tra le politiche, gli strumenti di finanziamento e gli investimenti dell'UE, al fine di evitare le duplicazioni e di potenziare le sinergie di finanziamento;

Una BEI maggiormente incentrata sul clima e su una transizione giusta

25.  si compiace delle decisioni adottate il 14 novembre 2019 dal consiglio di amministrazione della BEI per allineare la politica della BEI su una curva di riscaldamento non superiore a 1,5 ºC rispetto ai livelli preindustriali;

26.  sottolinea che potrebbe essere necessario un approccio più orientato all'assunzione di rischi da parte della BEI, in particolare nei settori e nelle regioni che attirano investimenti minori, al fine di realizzare le ambizioni summenzionate e quelle avanzate nel Green Deal, a condizione che tale prestito rispetti i criteri di ammissibilità della BEI e che la BEI mantenga il rating AAA;

27.  plaude al fatto che la BEI sia il maggior emittente di obbligazioni verdi nel mondo e sia stata pioniera nell'introdurre efficaci obbligazioni verdi, che hanno raccolto oltre 23 miliardi di EUR in undici anni, e che attualmente il valore del mercato mondiale delle obbligazioni verdi è pari a oltre 400 miliardi di EUR; rileva che un'importante sfida ha riguardato la definizione di norme comuni in modo da evitare il "greenwashing"; accoglie con favore le nuove obbligazioni responsabili dal punto di vista della sostenibilità della BEI, introdotte nel 2018 e concepite per sostenere gli investimenti relativi agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite; sottolinea l'importanza di fissare norme comuni in merito a queste nuove obbligazioni per assicurare che i progetti siano trasparenti, verificabili e misurabili; invita la BEI a continuare ad ampliare l'emissione di eco-obbligazioni intese a facilitare l'attuazione del Green Deal europeo e destinate ad essere acquistate dalla Banca centrale europea, e a contribuire a sviluppare il mercato delle obbligazioni verdi basato sul lavoro nell'ambito del piano di azione dell'UE per finanziare la crescita sostenibile, inclusa la tassonomia europea in materia di finanza sostenibile ;

28.  chiede che il Fondo europeo per gli investimenti (FEI) sia pienamente integrato in tutte le misure per il clima della BEI; invita il FEI a dare maggiore priorità alle innovazioni necessarie per la transizione verso un'Europa climaticamente neutra; chiede al FEI di far sì che in tutti i suoi investimenti si impegni attivamente con le società partecipate per migliorare le loro comunicazioni relative al clima, ridurre le loro emissioni e dirigere gli investimenti verso alternative efficaci in termini di costi (ad esempio efficienza energetica o verifica climatica ai fini della resilienza);

29.  si compiace del fatto che nel 2018 il 29 % dei prestiti concessi dalla BEI fosse correlato clima;

30.  invita la BCE, nell'ambito del suo riesame strategico in corso, a valutare strumenti per il sostegno e il coordinamento con la BEI, in particolare nel suo ruolo di banca climatica dell'UE, specie nel finanziamento della transizione verde e della sostenibilità dell'economia;

31.  ricorda che la strategia per il clima della BEI è stata adottata nel 2015, unitamente ai settori ammissibili e ai criteri di ammissibilità per il clima e alla strategia di attuazione per il clima; chiede di rivedere nel 2020 la strategia di attuazione per l'allineamento all'accordo di Parigi, ivi compresa una tabella di marcia concreta per il conseguimento dell'obiettivo granulare del 50 %(3) entro il 2025, nonché garanzie per la neutralità climatica dei prestiti rimanenti, a seguito di un processo di consultazione pubblica aperto e trasparente; chiede alla BEI di informare in maniera dettagliata le parti interessate e un pubblico più ampio una volta che i documenti saranno adottati; ricorda alla BEI che gli investimenti verdi devono essere sostenibili e facilitare la coesione tra gli Stati membri;

32.  sollecita vivamente il rafforzamento dei criteri di ammissibilità all'azione per il clima, onde evitare il rischio che gli investimenti non comportino riduzioni significative dei gas a effetto serra, garantendo la coerenza con la legislazione pertinente dell'UE e allineando le attività della BEI al nuovo quadro di tassonomia; ritiene che una disposizione generale volta a evitare ogni pregiudizio dovrebbe sostenere tutte le operazioni della BEI ed essere inclusa nella sua dichiarazione sulle norme ambientali e sociali, che nel 2020 deve essere rivista e allineata sull'obiettivo di un riscaldamento non superiore a 1,5ºC;

33.  accoglie con favore la metodologia riveduta della BEI in materia di valutazione dell'impronta di carbonio e ne chiede l'attuazione sistematica, con un'attenzione particolare alle emissioni legate alla domanda marginale e alle emissioni indirette (di cosiddetto "tipo 3"); chiede che i progetti siano valutati in modo completo e non siano sottoposti a una semplice analisi economica del ciclo di vita delle loro emissioni; chiede una contabilità climatica rigorosa, segnatamente nella valutazione economica e finanziaria dei progetti per il monitoraggio climatico delle risorse assegnate e delle spese effettive; chiede, a tale riguardo, di aggiornare la stima dei calcoli dei tassi di utilizzazione;

34.  è del parere che la BEI dovrebbe imporre ai suoi clienti intermediari di rivelare la propria esposizione ai combustibili fossili e dovrebbe applicare gradualmente restrizioni agli intermediari fortemente esposti; si attende che, entro la fine del 2025, tutti gli intermediari dispongano di un piano di decarbonizzazione, dato che esso è indispensabile per poter continuare a finanziarli; sottolinea che questi nuovi obblighi non dovrebbero andare a scapito dell'accesso ai finanziamenti per le PMI;

35.  accoglie con favore il fatto che la BEI abbia posto fine in maniera efficace al suo sostegno al settore del carbone già nel 2013 con l'adozione della versione del 2013 della sua politica in materia di prestiti energetici; ritiene che il finanziamento della BEI dovrebbe essere subordinato a un piano di transizione su base scientifica, con obiettivi chiari e impegni con precise scadenze per allinearsi all'accordo di Parigi, al fine di eliminare gradualmente il suo sostegno ai progetti la cui attività comporta significative emissioni di gas a effetto serra, in linea con le migliori pratiche del settore bancario commerciale(4); invita la BEI a offrire consulenza in merito alle modalità di decarbonizzazione disponibili per le imprese;

36.  invita la BEI a includere clausole nella documentazione relativa al finanziamento, che impongano ai beneficiari dei propri prestiti di impegnarsi per raggiungere pienamente qualsiasi eventuale obiettivo di decarbonizzazione incluso nella loro richiesta di prestito; ritiene che tali clausole dovrebbero contenere una disposizione che preveda che i pagamenti siano subordinati alle prestazioni soddisfacenti di tali imprese e che, nel caso in cui i pagamenti debbano essere effettuati prima del conseguimento degli obiettivi di decarbonizzazione, vi sia un regime efficiente di indennità ex post;

37.  si rallegra della nuova politica della BEI in materia di prestiti energetici, in particolare delle sue potenzialità per fungere da motore di cambiamento tra gli istituti finanziari, in termini di effetto a catena sulle altre banche; plaude al fatto che la politica comprenda intermediari finanziari e dia priorità all'efficienza energetica e alle energie rinnovabili, facendo riferimento in maniera positiva alle comunità energetiche e alle microreti, e al potenziale che essa rappresenta per un maggiore sostegno finanziario alle fonti energetiche locali per porre fine all'elevata dipendenza dell'Europa dalle fonti esterne di energia e per assicurare l'approvvigionamento; nota che si applicano deroghe per l'approvazione di progetti nel settore del gas fino al termine del 2021 e che viene mantenuto il sostegno ai progetti nel settore del gas previsti per il trasporto di gas a basse emissioni di carbonio; sottolinea il rischio di investire in attivi non recuperabili tramite prestiti alle infrastrutture per i combustibili fossili; invita la BEI a chiarire che non avvierà alcuna valutazione di eventuali progetti relativi ai combustibili fossili che non siano stati sottoposti alla banca prima del 14 novembre 2019; chiede che tale politica sia periodicamente rivista e costantemente mantenuta in linea con la tassonomia europea in materia di finanza sostenibile, e che, una volta formalmente adottata, la tassonomia sia utilizzata come parametro di riferimento per i suoi investimenti climatici e ambientali, in modo da rimanere coerente con una tabella di marcia compatibile con il mantenimento del riscaldamento globale al di sotto di 1,5 °C e con lo sviluppo di nuove opportune azioni esterne nell'Unione;

38.  insiste affinché la BEI attui il principio dell'efficienza energetica e persegua l'obiettivo di combattere la povertà energetica in tutti i suoi prestiti a favore dell'energia, tenendo conto dell'impatto dell'efficienza energetica sulla domanda futura e del suo contributo alla sicurezza energetica;

39.  ritiene che la revisione della politica di prestiti nel settore dei trasporti della BEI costituisca una priorità fondamentale; sollecita la rapida adozione di una nuova politica di finanziamento dei trasporti volta a decarbonizzare il settore dei trasporti dell'Unione entro il 2050; sottolinea che la BEI dovrebbe mantenere il suo impegno nel finanziamento dell'innovazione e della tecnologia verde per il trasporto aereo, ivi compreso lo sviluppo dei biocarburanti sostenibili, dell'elettrificazione e della tecnologia ibrida, al fine di decarbonizzare il settore del trasporto aereo e conseguire l'obiettivo primario dell'accordo di Parigi;

40.  chiede l'attuazione di nuove politiche nei settori industriali ad alta intensità di carbonio in cui la BEI è attiva, come il cemento, la petrolchimica e l'acciaio, ponendo l'accento sulla sostenibilità di tali settori e sulla promozione di un'economia circolare basata su cicli di materiali non tossici, al fine di allineare tutti i prestiti settoriali per conseguire la neutralità climatica entro il 2050; ricorda che un cambiamento su vasta scala può essere conseguito solo se viene coinvolta l'industria;

41.  ricorda alla BEI che la protezione della biodiversità è un elemento chiave dell'adattamento ai cambiamenti climatici e che il ripristino degli ecosistemi è l'unica tecnologia sperimentata in materia di emissioni negative; invita la BEI a sviluppare ulteriormente controlli in materia di biodiversità nei propri strumenti finanziari onde evitare effetti negativi sulla biodiversità; invita inoltre la BEI a impegnarsi a porre fine al finanziamento di progetti che contribuiscono alla perdita e al degrado della biodiversità e degli ecosistemi e alla deforestazione illegale, ad incrementare in modo sostanziale i suoi finanziamenti per conseguire gli obiettivi dell'UE in questo settore, in particolare l'obiettivo della deforestazione netta pari a zero e gli obiettivi di protezione marina e costiera, nonché a sostenere azioni di adattamento e a favore della biodiversità, i servizi ecosistemici fondamentali come l'impollinazione e le infrastrutture verdi;

42.  accoglie con favore gli orientamenti per l'energia idroelettrica adottati nel 2018(5) e chiede l'estensione degli obblighi di trasparenza a tutti i progetti infrastrutturali, ivi compresi quelli finanziati dagli intermediari finanziari;

43.  invita la BEI a collaborare con i piccoli attori del mercato e le cooperative delle comunità al fine di consolidare i progetti in materia di energie rinnovabili su piccola scala e consentire loro quindi di rispettare le condizioni per ottenere i finanziamenti della BEI;

Ruolo della BEI nel quadro del Green Deal europeo e del meccanismo per una transizione giusta

44.  sottolinea il ruolo cruciale della BEI nel conseguire gli obiettivi stabiliti nel piano di investimenti per un'Europa sostenibile così come gli obiettivi del Green Deal europeo e del meccanismo per una transizione giusta, pur riconoscendo l'importanza del settore privato e di quello pubblico nel realizzare, nel corso dei prossimi sette anni, gli obiettivi di investimento di 1 000 miliardi di EUR e di 100 miliardi di EUR nel quadro, rispettivamente, del Green Deal europeo e del meccanismo per una transizione giusta;

45.  incoraggia la BEI a sostenere i progetti volti ad agevolare una transizione giusta negli Stati membri; ritiene che, in ragione dei diversi punti di partenza degli Stati membri, la BEI dovrebbe concentrare il proprio sostegno sugli Stati membri che presentano il cammino più lungo da percorrere; sottolinea che la transizione verso un'economia neutra in termini di emissioni di carbonio non deve lasciare nessuno indietro; invita pertanto la BEI a garantire un sostegno adeguato, compresa l'assistenza tecnica, alle regioni più colpite, tenendo conto delle differenze esistenti tra gli Stati membri in termini di situazione e capacità economiche; evidenzia, nello specifico, la necessità di sostenere in modo proattivo le zone dove i posti di lavoro dipendono attualmente da industrie ad alta emissione, fornendo investimenti nella formazione e nelle opportunità economiche alternative al fine di mobilitare efficacemente le risorse pubbliche e private necessarie e promuovere la transizione verso un'economia più verde;

46.  sottolinea la necessità di un approccio proattivo e partecipativo al fine di garantire che tutte le fasce della società traggano beneficio dalla transizione; chiede di sostenere le regioni (quelle carbonifere e quelle ad alta intensità di carbonio) le comunità interessate nonché la forza lavoro dei settori maggiormente colpiti dalla decarbonizzazione, favorendo nel contempo lo sviluppo di nuovi progetti congiunti e tecnologie a favore di tali comunità e regioni e in collaborazione con esse;

47.  ritiene che, per diventare la banca per il clima dell'UE e contribuire alla transizione giusta, la BEI debba promuovere meccanismi volti a una migliore integrazione nella sua strategia di investimento dei contributi delle varie parti interessate, quali gli enti locali e regionali, i sindacati, le ONG e gli esperti competenti;

48.  invita la BEI ad adoperarsi in favore di un piano equo, coerente e inclusivo e a presentarlo, in consultazione con gli Stati membri e le regioni e in funzione delle loro condizioni sociali e geografiche, al fine di mobilitare efficacemente le risorse pubbliche e private necessarie e promuovere la transizione verso un'economia più verde; evidenzia, a tale riguardo, che occorre prestare un'attenzione particolare alla protezione dei cittadini e dei lavoratori che saranno maggiormente interessati dalla transizione garantendo, tra l'altro, l'accesso a programmi di riqualificazione e promuovendo investimenti in nuovi settori economici che creeranno nuovi posti di lavoro di alta qualità;

Piccole e medie imprese (PMI) e imprese a media capitalizzazione

49.  accoglie con favore la volontà del gruppo BEI di rafforzare la competitività dell'UE e di fornire sostegno alla crescita e alla creazione di posti di lavoro, supportando settori quali l'innovazione, le PMI, le infrastrutture, la coesione sociale, il clima e l'ambiente;

50.  sottolinea che, a prescindere dal suo coinvolgimento attivo nel conseguimento degli obiettivi di neutralità climatica, la BEI dovrebbe continuare a concentrarsi sul sostegno a progetti che perseguono una crescita rigenerativa e la creazione di posti di lavoro;

51.  valuta positivamente il forte sostegno della BEI alle PMI, con un investimento complessivo, nel 2018, di 23,27 miliardi di EUR, del quale hanno potuto beneficiare 374 000 imprese che danno lavoro a cinque milioni di persone; prende atto dei risultati del rapporto della BEI sugli investimenti 2019/2020 per quanto riguarda i finanziamenti alle PMI e alle imprese a media capitalizzazione; ritiene che il sostegno alle PMI e alle imprese a media capitalizzazione debba rimanere un obiettivo fondamentale per la BEI ed esorta a prodigare maggiori sforzi e a prestare maggiore attenzione al finanziamento delle PMI al fine di ridurre il loro deficit di finanziamento; accoglie con favore, a tale proposito, lo sportello PMI del fondo InvestEU; sottolinea la necessità di porre l'accento sui finanziamenti a lungo termine, nello specifico sostenendo i progetti che altrimenti non sarebbero finanziati, in particolare per le start-up e le PMI innovative; evidenzia tuttavia che le attività di finanziamento della BEI non possono sostituire politiche di bilancio sostenibili negli Stati membri;

52.  osserva che le PMI hanno il doppio delle probabilità rispetto alle grandi imprese di essere soggette a difficoltà finanziarie in termini di finanziamenti esterni e che la percentuale di imprese con difficoltà di finanziamento in tutta l'UE varia dall'1 % ad addirittura il 13 %;

53.  osserva che il finanziamento esterno per tutte le imprese dell'UE rappresenta poco più di un terzo del loro finanziamento per gli investimenti;

54.  ritiene che, alla luce del ruolo strategico delle PMI, la BEI dovrebbe mantenere il suo sostegno finanziario e rafforzare le sue capacità amministrative e di consulenza, al fine di fornire informazioni e assistenza tecnica alle PMI onde facilitarne l'accesso ai finanziamenti, tenendo in considerazione le regioni meno sviluppate;

55.  sottolinea che, per concretizzare le sue ambizioni, la BEI potrebbe essere tenuta ad assumersi più rischi, parallelamente all'aumento dei fondi propri e alla formazione di competenze in materia di strumenti di finanziamento innovativi; chiede agli azionisti della BEI di assicurare risorse adeguate per essere in grado di utilizzare strumenti innovativi nel finanziamento di progetti che presentano un potenziale significativo di benefici sostenibili, sociali e innovativi; chiede pertanto un aumento della capitalizzazione della BEI a seguito della pubblicazione dei risultati della valutazione esterna, al fine di consentire un aumento dei prestiti a lungo termine e degli strumenti innovativi nel finanziamento dei progetti con un elevato potenziale di ottenere risultati in ambito sociale, di sostenibilità e di innovazione, compresi i progetti che creano un'occupazione sostenibile e riducono le disuguaglianze, come pure capitale di crescita necessario per consentire alle PMI di intensificare le loro operazioni; sottolinea l'importanza del fattore dell'addizionalità che la BEI può far valere negli investimenti in tutta l'UE e della cooperazione con numerosi partner; osserva inoltre che il valore aggiunto derivante dal finanziamento della BEI consiste altresì nel fornire consulenza tecnica e sviluppo delle capacità al fine di contribuire a rendere i progetti pronti per gli investimenti e garantire il maggiore equilibrio geografico possibile;

56.  suggerisce alla BEI di rendere più ecologico il suo portafoglio per le PMI, ad esempio assegnando quote più elevate a progetti più verdi e fornendo sostegno alle banche intermediarie per la realizzazione di prodotti che incentivano l'efficienza energetica o le energie rinnovabili; suggerisce alla BEI di sostenere la digitalizzazione delle PMI onde colmare il divario digitale;

57.  mette in dubbio, in tale contesto, la capacità della BEI di attrarre investimenti verso le piccole imprese e si chiede se questa sia soggetta a eccessive restrizioni a causa delle limitazioni al finanziamento di progetti che presentano una componente di rischio significativa;

Erogazione di prestiti al di fuori dell'UE

58.  si compiace che la BEI sia attiva in oltre 130 paesi al di fuori dell'UE e conceda prestiti a progetti intesi a sostenere le politiche di cooperazione esterna e di sviluppo dell'Unione;

59.  osserva che nel 2018 la BEI ha firmato contratti di finanziamento per 101 nuovi progetti al di fuori dell'UE con un finanziamento complessivo approvato di 9,05 miliardi di EUR finalizzato a consentire investimenti totali pari a 41 miliardi di EUR, con prestiti record per il clima e le infrastrutture sociali ed economiche;

60.  esorta la BEI, principale erogatore multilaterale di prestiti a livello mondiale, a mantenere il suo ruolo guida nei futuri finanziamenti dell'UE e a promuovere la finanza sostenibile al di fuori dell'Europa, continuando a contribuire in maniera significativa alla messa a punto dei meccanismi di finanziamento dell'Unione destinati ai paesi terzi;

61.  rileva che il 10 % circa dei prestiti della BEI sono destinati a paesi terzi e che la maggior parte del sostegno è assegnata ai paesi a reddito medio-alto e solo alcune operazioni sono finanziate nei paesi meno sviluppati;

62.  prende atto della valutazione della Commissione sulla garanzia dell'Unione concessa alla BEI in caso di perdite relative ad operazioni di finanziamento a sostegno di progetti di investimento al di fuori dell'Unione; ritiene che la BEI dovrebbe migliorare la coerenza e l'allineamento dei suoi prestiti esterni con gli obiettivi della politica estera e di sviluppo dell'UE e gli interventi degli Stati membri, al fine di migliorare il sostegno agli obiettivi strategici dell'UE;

63.  incoraggia la BEI a migliorare le sue competenze nell'ambito dei progetti di sviluppo, in particolare i progetti concernenti prestiti diretti al settore privato;

64.  incoraggia la BEI a rafforzare la cooperazione locale, anche prima e durante l'attuazione dei progetti, e a migliorare la cooperazione con le delegazioni dell'UE;

65.  ritiene che la BEI debba rafforzare il monitoraggio dei progetti e migliorare la comunicazione e la valutazione dei risultati effettivamente conseguiti e l'analisi dei reali effetti economici, sociali e ambientali; suggerisce pertanto di incrementare il numero degli agenti locali nei paesi partner;

66.  osserva che il volume di finanziamenti connessi al clima, sottoscritto nel periodo 2014-2018, è superiore all'obiettivo del mandato per i prestiti esterni (MPE) del 25 %;

67.  chiede alla BEI di avvalersi appieno di clausole contrattuali che le consentano di sospendere i pagamenti nel caso in cui i progetti non rispettino le norme ambientali, sociali, fiscali e in materia di diritti umani e trasparenza;

68.  constata che circa il 40 % delle operazioni MPE passano da intermediari finanziari, e chiede alla BEI di fornire informazioni più complete e sistematiche riguardo alla ridistribuzione dei prestiti ad opera degli intermediari finanziari; chiede alla BEI di consolidare il suo controllo sui prestiti assegnati tramite intermediari finanziari non locali; evidenzia, in relazione alle banche e agli istituti nazionali di promozione (NPB), l'importanza, da un lato, di rivedere le loro relazioni con la BEI, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) e le banche per lo sviluppo al fine di garantire la coerenza tra i rispettivi mandati e, dall'altro, di rafforzare la loro cooperazione con la Commissione, la BEI e le autorità nazionali, regionali e locali, in modo da creare maggiori sinergie tra i fondi SIE e gli strumenti di finanziamento e i prestiti della BEI, ridurre gli oneri amministrativi, semplificare le procedure, aumentare la capacità amministrativa, stimolare lo sviluppo territoriale e la coesione nonché migliorare la visibilità dei fondi SIE e dei finanziamenti della BEI;

69.  prende atto della relazione di valutazione della BEI del luglio 2017 sulle operazioni di prestito gestite da intermediari nei paesi ACP (regione Africa-Caraibi-Pacifico)(6); è preoccupato per la palese mancanza di controllo sui fondi gestiti dagli intermediari finanziari e la difficoltà di monitorare i benefici dei prestiti; sottolinea in particolare che, tra il 2015 e il 2018, il 30 % circa dei prestiti gestiti da intermediari non aveva una destinazione specifica(7);

70.  osserva che i principi in materia di diritti umani sono integrati nelle procedure e nelle norme fondamentali di dovuta diligenza della banca; esorta la BEI, nel contesto della futura revisione della sua politica in materia di norme ambientali e sociali, a rafforzare la strategia sui diritti umani, inclusi i rischi di rappresaglie contro i difensori dei diritti umani e gli informatori, nonché a rispettare l'obbligo di informare e consultare debitamente le comunità locali; ritiene che tale strategia andrebbe perseguita attraverso una valutazione dei rischi in materia di diritti umani e, nello specifico, dovrebbe contenere una metodologia per evitare impatti negativi sui difensori dei diritti umani, nonché prevedere risposte adeguate nel caso in cui ciò si verifichi, garantendo, tra l'altro, l'effettivo diritto di accesso alle informazioni e l'obbligo di una consultazione autentica ed ex ante della popolazione indigena interessata dall'investimento; ritiene che tale strategia dovrebbe altresì comprendere la valutazione sistematica dei rischi in materia di diritti umani, inclusa una valutazione ex ante, nonché un monitoraggio costante sul terreno; invita la BEI a includere nei suoi contratti clausole che consentano la sospensione dei pagamenti in caso di gravi violazioni dei diritti umani o delle norme ambientali e sociali e ad assicurare che i meccanismi di denuncia siano facilmente accessibili anche alle comunità remote ed emarginate e siano tempestivi ed efficaci;

71.  si compiace che la BEI impieghi già specialisti dedicati alle questioni dei diritti umani e raccomanda l'ulteriore assunzione di tali figure dai paesi partner, in modo da comprendere meglio le situazioni locali e poter controllare qualsiasi abuso;

72.  accoglie con favore la firma di un protocollo d'intesa da parte della BEI e dell'Agenzia di cooperazione internazionale del Giappone (Japanese International Cooperation Agency, JICA) il 26 settembre 2019, che consentirà di effettuare ulteriori cofinanziamenti e coinvestimenti nei paesi in via di sviluppo; è del parere che tale cooperazione rafforzi l'importante partenariato strategico tra la BEI e la JICA nel sostenere progetti nei paesi terzi che affrontano questioni globali;

73.  prende atto delle recenti dichiarazioni del presidente della BEI Werner Hoyer sull'accento posto dalla banca sullo sviluppo; osserva inoltre che ha BEI ha proposto la creazione di una controllata dedicata allo sviluppo, ossia la Banca europea per lo sviluppo sostenibile; chiede alla BEI di tenere un dialogo con il Parlamento in merito all'intenzione di creare una controllata che integri le attività della banca in materia di sviluppo, segnatamente nel quadro delle discussioni con il Consiglio in seguito alla relazione del gruppo di saggi ad alto livello sull'architettura finanziaria europea per lo sviluppo;

74.  invita la BEI a seguire le migliori pratiche e a estendere il principio del consenso libero, previo e informato a tutte le comunità interessate in caso di investimenti basati sulle risorse terresti e naturali e a non rivolgersi solo alle popolazioni indigene;

Governance, trasparenza e rendicontabilità

75.  ricorda che gli stessi principi di responsabilità e di trasparenza dovrebbero applicarsi a tutti gli organi dell'Unione(8); insiste sul fatto che il ruolo economico rafforzato del gruppo BEI, l'aumento della sua capacità di investimento e l'utilizzo del bilancio dell'Unione a garanzia delle operazioni del gruppo devono andare di pari passo con una trasparenza, una responsabilità e una rendicontabilità in merito alle sue operazioni economiche, al suo impiego della garanzia di bilancio dell'UE, all'addizionalità delle operazioni della BEI e ai possibili piani futuri per la creazione di una controllata all'interno della BEI dedicata allo sviluppo; chiede un processo decisionale trasparente e una forte collaborazione con le istituzioni dell'UE al fine di assicurare la coerenza e la credibilità degli obiettivi fissati; osserva che la politica di trasparenza del gruppo BEI si basa sulla presunzione di divulgazione e ricorda alla BEI i suoi obblighi giuridici a norma della convenzione di Aarhus sull'accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia ambientale nell'UE;

76.  sostiene l'impegno assunto dalla BEI, nel quadro della terza strategia per la diversità e l'inclusione, che riguarda il periodo 2018-2021, di aumentare il numero di donne con incarichi di alti funzionari fino al 50 % entro il 2021; invita la BEI ad assicurare il conseguimento del suo obiettivo di ottenere la certificazione relativa ai dividendi economici per la qualità di genere (EDGE) nei prossimi 12 mesi;

77.  si compiace che, come raccomandato nelle ultime relazioni del Parlamento, per le riunioni del comitato direttivo vengano ormai elaborate sintesi pubbliche; sottolinea la necessità di rendere sistematicamente pubblico il contenuto delle riunioni di tutti gli organi direttivi della BEI e chiede maggiore trasparenza in merito alle riunioni del comitato direttivo e ai relativi risultati;

78.  esorta la BEI a rendere pubbliche, in linea con la legislazione dell'UE, le informazioni relative ai prestiti diretti soggetti ad approvazione del comitato direttivo, pubblicando inoltre per ogni progetto il parere della Commissione e quello dello Stato membro in cui è situato il progetto e, su richiesta, la documentazione relativa alla misurazione dei risultati (ReM);

79.  invita la BEI a rivedere nel 2020 la sua politica di trasparenza, onde garantire la tempestiva pubblicazione di maggiori informazioni su tutte le sue attività di finanziamento, in modo da assicurare che la politica di trasparenza rispetti i suoi impegni in materia di clima e ambiente; sottolinea l'importanza della coerenza delle attività della BEI con le politiche dell'UE;

80.  invita la BEI a migliorare ulteriormente la trasparenza e l'accesso alle informazioni, in particolare per quanto concerne il sistema di appalti e subappalti, i risultati delle indagini interne nonché la selezione, il monitoraggio e la valutazione delle sue attività e dei suoi programmi;

81.  chiede che la BEI garantisca il massimo livello di integrità dei suoi intermediari finanziari e che i loro prestiti siano soggetti agli stessi obblighi di trasparenza previsti per altri tipi di prestiti; invita la BEI a cessare la collaborazione con intermediari finanziari con precedenti negativi in termini di trasparenza, frode, corruzione, criminalità organizzata o riciclaggio di denaro ovvero rispetto dei diritti umani; sottolinea che questi nuovi obblighi non dovrebbero andare a scapito dell'accesso ai finanziamenti per le PMI;

82.  caldeggia la revisione del quadro normativo sugli obblighi del dovere di diligenza della BEI, che dovrà segnatamente rafforzare i termini contrattuali nei confronti dei suoi clienti, ad esempio, in merito a frode e corruzione;

83.  invita la BEI a migliorare la partecipazione delle parti interessate e i processi di consultazione pubblica correlati ai progetti che la banca finanzia; chiede alla BEI di migliorare la vigilanza e il monitoraggio delle varie fasi della partecipazione delle parti interessate e di assicurare che i promotori dei progetti dispongano di solide garanzie tramite requisiti vincolanti;

84.  invita la BEI a rafforzare i suoi obblighi di dovuta diligenza in linea con la normativa dell'UE in materia di antiriciclaggio e a fornire un quadro normativo completo che le consenta di impedire efficacemente la partecipazione ad attività illegali e assicurare un adeguato regime sanzionatorio per il mancato rispetto del diritto dell'UE;

85.  si attende che la BEI adegui le proprie politiche interne per tenere conto del nuovo quadro giuridico messo in atto per combattere, oltre alla frode fiscale, l'evasione e l'elusione fiscali; sottolinea l'importanza dell'indipendenza e dell'efficienza della sua divisione Indagini sulle frodi; incoraggia la BEI a cooperare maggiormente con l'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) e le autorità nazionali, al fine di prevenire le frodi e il riciclaggio di denaro, nonché a provvedere affinché la Procura europea (EPPO) sia informata al riguardo e a segnalare tutti i casi di potenziale frode alle autorità competenti; si interessa in modo proattivo alle attività della BEI; è del parere che l'EPPO debba essere incaricata in futuro di perseguire le attività criminali relative ai fondi della BEI negli Stati membri che fanno parte dell'EPPO; chiede di assegnare risorse finanziarie adeguate a questo nuovo incarico;

86.  esprime seria preoccupazione per il recente articolo(9) relativo a un audit interno della BEI, che ha individuato gravi carenze nell'applicazione delle norme antiriciclaggio di denaro da parte della banca; accoglie con favore il fatto che la BEI stia affrontando tali carenze e la esorta a completare il suo lavoro in via prioritaria entro luglio 2020 e a riferire al Parlamento in merito alle misure concrete adottate, in particolare quelle intese a rafforzare il dovere di diligenza nei confronti dei clienti della BEI; invita la BEI a condividere con il Parlamento tale relazione di audit interno e a pubblicare una sintesi significativa della relazione di audit e una valutazione del modo in cui ciascuna delle carenze è stata affrontata concretamente, mettendo tali documenti a disposizione del pubblico in modo da valutare i progressi compiuti dalla BEI su tali questioni; suggerisce pertanto al gruppo BEI di aggiornare la sua politica in materia di denuncia delle irregolarità per tenere conto della direttiva (UE) 2019/1937 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2019, sulla protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell'Unione(10), attualmente in fase di attuazione da parte degli Stati membri;

87.  osserva che la BEI dispone di una politica antifrode nonché di un ufficio indipendente per indagare sulle accuse di frode segnalate al suo interno o all'esterno; invita la BEI a prendere in considerazione la possibilità di aggiornare la sua politica al fine di migliorare il quadro antifrode e di garantire risorse adeguate, in particolare dato il ruolo principale che la banca svolge nell'attuazione di politiche dell'UE come InvestEU e il Green Deal europeo; osserva che la politica antifrode della BEI prevede già sanzioni e mezzi di ricorso, che permettono, ad esempio, di sospendere i pagamenti, chiedere rimborsi e sospendere o cancellare i progetti; invita la BEI a sospendere i pagamenti in caso di accuse gravi di cattiva gestione e/o corruzione;

88.  si compiace dell'adozione della politica rivista del gruppo BEI nei confronti delle giurisdizioni scarsamente regolamentate, non trasparenti e non collaborative(11); invita le istituzioni finanziarie europee ad applicare le medesime norme; si attende che la BEI adotti dettagliate procedure operative e misure di dovuta diligenza per attuare la nuova politica nei confronti delle giurisdizioni scarsamente regolamentate, non trasparenti e non collaborative; osserva che la BEI pubblica sul suo sito web informazioni dettagliate relative ai suoi clienti per ciascuna operazione e verifica la titolarità effettiva della sua clientela quando i prestiti ad essa erogati dalla BEI sono garantiti dal bilancio dell'UE in linea con la legislazione dell'Unione; chiede inoltre che il sito web della BEI presenti un collegamento ai registri a livello degli Stati membri laddove sia possibile ottenere dati sulla titolarità effettiva; insiste sulla massima importanza di rafforzare la politica in materia di giurisdizioni non trasparenti e non collaborative, alla luce delle modalità nuove ed esistenti di eludere le tasse, ad esempio i disallineamenti da ibridi, il trattamento preferenziale per i diritti di proprietà intellettuale o le giurisdizioni a imposizione bassa o zero per trasferire gli utili, in particolare subordinando la concessione di prestiti diretti e indiretti alla pubblicazione dei dati fiscali e contabili paese per paese; invita la BEI a presentare un elenco delle operazioni in essere, soprattutto se riguardano l'elenco dei paradisi fiscali internazionali; invita la BEI a utilizzare pienamente il suo pacchetto di strumenti per la lotta all'elusione fiscale per i progetti sensibili al rischio durante la sua dovuta diligenza fiscale e a ricorrere ai requisiti di trasferimento, se necessario; prende atto del quadro rivisto del gruppo BEI in materia di antiriciclaggio e lotta al finanziamento del terrorismo (AML-CFT) ed esorta la BEI ad aggiornare la sua politica alla luce della quinta direttiva antiriciclaggio e a cooperare con le autorità competenti per garantire l'imposizione di sanzioni adeguate in caso di violazioni della legge come pure norme rigorose sugli intermediari finanziari;

89.  prende atto della revisione della politica e delle procedure relative al meccanismo della BEI per il trattamento delle denunce onde garantire che detto meccanismo sia pienamente operativo così da individuare le possibili violazioni dei diritti umani nei progetti connessi alla BEI e porvi rimedio; invita la BEI a garantire l'indipendenza e l'efficacia di tale meccanismo; invita ad attuare le raccomandazioni formulate dal Mediatore europeo;

90.  invita la BEI a rafforzare la cooperazione con il Mediatore europeo;

91.  accoglie con favore la strategia del gruppo BEI per la parità di genere e il suo piano d'azione in materia e attende con interesse la seconda fase di attuazione del piano d'azione;

92.  invita la BEI a incoraggiare la partecipazione delle donne e a promuovere attivamente una rappresentanza di genere equilibrata nelle posizioni di alto livello;

93.  invita la Commissione, la Corte dei conti europea e la BEI a rafforzare il ruolo della Corte dei conti nell'ambito del futuro rinnovo dell'accordo tripartito che disciplina le regole di ingaggio; chiede che la Corte dei conti europea sia abilitata a controllare tutte le operazioni della BEI, ivi compresa la valutazione dell'efficacia in termini di costi degli sforzi di investimento e l'addizionalità dei progetti della banca, e invita a rendere pubblici tali audit; invita inoltre la Corte dei conti europea a formulare raccomandazioni sui risultati delle attività di concessione di prestiti esterni della BEI e sulla loro conformità con le politiche dell'UE;

94.  chiede la conclusione di un accordo interistituzionale tra la BEI e il Parlamento per migliorare l'accesso ai documenti e ai dati della BEI;

95.  chiede in via d'urgenza il rafforzamento delle competenze del Parlamento per quanto concerne l'orientamento strategico e le politiche della BEI, al fine di garantire il controllo democratico degli investimenti, ivi compresa la capacità di presentare interrogazioni con richiesta di risposta scritta alla BEI, come già previsto per la BCE; invita il gruppo BEI a migliorare la propria assunzione di responsabilità su tali questioni e suggerisce l'idea di un dialogo trimestrale con la pertinente commissione del Parlamento per garantire la partecipazione alla strategia di investimento della BEI e un adeguato controllo; sottolinea l'importanza di un maggiore controllo sulle decisioni del consiglio di amministrazione della BEI da parte del Parlamento e avanza la possibilità che il Parlamento riceva lo status di osservatore nelle riunioni di tale consiglio per garantire una migliore condivisione delle informazioni; invita la Commissione ad aumentare la propria trasparenza verso il Parlamento per quanto riguarda le posizioni da essa adottate in seno al consiglio di amministrazione della BEI; chiede che sia elaborato un protocollo d'intesa tra la BEI e il Parlamento per migliorare l'accesso ai documenti e ai dati della BEI relativi all'orientamento strategico e alle politiche di finanziamento in futuro, al fine di rafforzare l'assunzione di responsabilità da parte della banca;

96.  chiede al presidente della BEI di trasmettere la presente risoluzione ai direttori e ai governatori della BEI, e caldeggia un dibattito al riguardo in seno al comitato direttivo;

o
o   o

97.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

(1) GU L 345 del 27.12.2017, pag. 34.
(2) Commissione europea, SWD(2016)0405 del 6 dicembre 2016, tabella 22 (scenario UECO30, fonte: Primes model).
(3) Granularità: ove possibile e pertinente, la Banca cercherà di registrare solo le componenti dell'azione per il clima incorporate in progetti o programmi generali più ampi. Tale approccio consente una maggiore granularità ed è in linea con la metodologia MDB armonizzata (BEI: "Climate Action Lending – List of eligible sectors and eligibility criteria" ("prestiti a favore dell'azione per il clima – elenco dei settori ammissibili e criteri di ammissibilità", 20 dicembre 2017).
(4) Il Crédit Agricole si è impegnato a non sostenere più le imprese che sviluppano o prevedono di sviluppare le proprie attività nel settore del carbone. La sua politica di tolleranza zero si applica a tutte le imprese che sviluppano o prevedono di sviluppare le proprie attività nel settore del carbone, dall'estrazione del carbone alla produzione di elettricità a partire dal carbone, passando dal commercio e al trasporto del carbone.
(5) BEI "Orientamenti ambientali, climatici e sociali in materia di sviluppo dell'energia idroelettrica", ottobre 2019.
(6) BEI: "Valutazione delle attività di prestito della BEI gestite da intermediari a titolo dello strumento per gli investimenti nei paesi ACP", luglio 2017.
(7) Relazione: "Cachez ces fossiles que l'on ne saurait voir: 3 institutions financières publiques à l'épreuve de l'Accord de Paris" (Nascondete questi fossili impossibili da vedere: 3 istituzioni finanziarie pubbliche alla prova dell'accordo di Parigi), Les Amis de la Terre France, Oxfam France et Réseau Action Climat-France, luglio 2019.
(8) Come ricordato dalla Corte dei conti europea nel 2018.
(9) https://luxtimes.lu/european-union/40483-eib-under-scrutiny-for-failings-after-whistleblowing-complaints
(10) GU L 305 del 26.11.2019, pag. 17.
(11) BEI, "Politica del gruppo BEI nei confronti delle giurisdizioni con una regolamentazione debole, non trasparenti e non cooperative nonché in materia di buona governance fiscale", marzo 2019.

Ultimo aggiornamento: 9 dicembre 2020Note legali - Informativa sulla privacy