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Procedura : 2019/2952(RSP)
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RC-B9-0211/2020

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PV 09/07/2020 - 11
PV 10/07/2020 - 4

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P9_TA(2020)0193

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Venerdì 10 luglio 2020 - Bruxelles
Situazione umanitaria in Venezuela e crisi migratoria e dei rifugiati
P9_TA(2020)0193RC-B9-0211/2020

Risoluzione del Parlamento europeo del 10 luglio 2020 sulla situazione umanitaria in Venezuela e la crisi migratoria e dei rifugiati (2019/2952(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sul Venezuela, in particolare la risoluzione del 16 gennaio 2020 sulla situazione in Venezuela in seguito all'elezione illegale della nuova presidenza e del nuovo Ufficio di presidenza dell'Assemblea nazionale (golpe parlamentare)(1),

–  vista la dichiarazione rilasciata dal portavoce del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) del 1° aprile 2020 sulla proposta statunitense e sulla situazione nel contesto della pandemia di coronavirus in Venezuela,

–  vista la dichiarazione rilasciata il 30 aprile 2020 dagli esperti di diritti umani delle Nazioni Unite riguardo all'emergenza sanitaria in Venezuela,

–  visto il monito degli esperti di diritti umani delle Nazioni Unite del 6 maggio 2020 riguardo agli effetti devastanti sui diritti umani della crisi umanitaria ed economica nel paese,

–  vista la relazione dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Michelle Bachelet sul Venezuela del 2 luglio 2020,

–  visto il comunicato stampa congiunto dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) e dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) del 1º aprile 2020 sulla situazione dei profughi e dei migranti provenienti dal Venezuela durante la crisi COVID-19,

–  viste le dichiarazioni rese il 5 gennaio 2020 e il 26 giugno 2020 dal Segretario generale dell'Organizzazione degli Stati americani sulla situazione in Venezuela,

–  viste le dichiarazioni del gruppo di Lima del 20 febbraio, del 2 marzo, del 2 aprile e del 16 giugno 2020,

–  viste le dichiarazioni rilasciate il 4 e il 16 giugno 2020 dal VP/AR sugli ultimi sviluppi in Venezuela,

–  vista la dichiarazione della sua commissione per gli affari esteri dell'11 giugno 2020 sui recenti attacchi all'Assemblea nazionale del Venezuela,

–  viste le dichiarazioni del gruppo di contatto internazionale del 16 giugno 2020, sulla compromessa credibilità dell'organo elettorale venezuelano, e del 24 giugno 2020, sul peggioramento della crisi politica in Venezuela,

–  vista la decisione (PESC) 2020/898 del Consiglio, dell'29 giugno 2020, che modifica la decisione (PESC) 2017/2074 concernente misure restrittive in considerazione della situazione in Venezuela(2), che aggiunge 11 funzionari venezuelani di spicco all'elenco delle persone soggette a misure restrittive,

–  vista la conferenza internazionale dei donatori organizzata il 26 maggio 2020 per esprimere solidarietà ai rifugiati e ai migranti venezuelani,

–  vista la Costituzione venezuelana,

–  visto lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale,

–  visto l'articolo 132, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,

A.  considerando che l'Unione europea e i suoi Stati membri sostengono da anni la popolazione venezuelana e le comunità che accolgono i rifugiati; considerando che il 26 maggio 2020 l'Unione europea e il governo spagnolo, con il sostegno dell'UNHCR e dell'OIM, hanno convocato una conferenza internazionale dei donatori per esprimere solidarietà ai rifugiati e ai migranti venezuelani; che i donatori internazionali si sono impegnati a versare un totale di 2,544 miliardi di EUR, di cui soltanto 595 milioni di EUR sono sovvenzioni dirette, mentre per il resto trattasi semplicemente di prestiti condizionali; che nel corso della conferenza alcuni dei debitori hanno espresso preoccupazione per le difficoltà burocratiche e la complessità normativa cui devono far fronte per l'ottenimento di prestiti; che i 595 milioni di EUR in sovvenzioni dirette saranno appena sufficienti per ovviare alle incidenze annuali di una crisi senza precedenti nei paesi limitrofi del Venezuela; che la comunità internazionale deve trovare soluzioni innovative per sbloccare altre eventuali risorse finanziarie per aiutare il popolo venezuelano a sopperire alle sue necessità urgenti al di là dell'assistenza umanitaria e degli aiuti per la cooperazione allo sviluppo più a lungo termine;

B.  considerando che l'assistenza dell'UE ammonta a oltre 319 milioni di EUR, sia all'interno che all'esterno del Venezuela; che 156 milioni di EUR sono stati destinati all'assistenza umanitaria, 136 milioni di EUR allo sviluppo e 27 milioni di EUR alla stabilità e alla pace;

C.  considerando che la già gravissima crisi politica, economica, istituzionale, sociale e umanitaria multidimensionale in Venezuela si è ulteriormente acuita, diventando esasperata durante la pandemia; che la crescente penuria di medicinali e di alimenti, le massicce violazioni dei diritti umani, l'iperinflazione, l'oppressione politica, la corruzione e la violenza stanno mettendo in pericolo la vita delle persone, costringendole ad abbandonare il paese;

D.  considerando che in Venezuela un numero crescente di persone, in particolare tra i gruppi vulnerabili, quali donne, minori e malati, soffre di malnutrizione a causa della limitata disponibilità di servizi sanitari di qualità, medicinali, generi alimentari e acqua;

E.  considerando che il sistema sanitario nazionale venezuelano è stato sensibilmente indebolito dalla pessima gestione da parte del regime, con una conseguente carenza drastica di medicinali e l'assenza di cure mediche; che le cifre fornite dal regime in relazione alla pandemia di COVID-19 non sono credibili e non vi fanno affidamento né la popolazione venezuelana né la comunità internazionale;

F.  considerando che la crisi pluridimensionale in atto in Venezuela sta dando luogo al più grande spostamento di popolazione cui si è mai assistito nella regione; che hanno abbandonato il paese circa cinque milioni di venezuelani, 80 % dei quali sono sfollati nei paesi della regione; che, secondo l'UNHCR, la crisi dei profughi venezuelani è la seconda più grave al mondo dopo quella siriana; che, secondo le stime, entro la fine del 2020 il numero complessivo di persone in fuga da una situazione in costante peggioramento nel paese, supererà i 6,5 milioni;

G.  considerando che, secondo l'UNHCR, il numero di venezuelani richiedenti asilo a livello mondiale è cresciuto del 2 000 %; che 650 000 hanno presentato richieste di asilo in tutto il mondo e circa due milioni hanno ottenuto permessi di soggiorno in altri paesi delle Americhe; che il 12 % della popolazione è fuggito dal paese e che la fuga prosegue a un ritmo medio di 5 000 persone al giorno;

H.  considerando che l'attuale emergenza sanitaria mondiale ha complicato una situazione già disperata per molti rifugiati e migranti provenienti dal Venezuela, nonché per i paesi che li ospitano; che numerosi rifugiati e migranti dipendono da un salario giornaliero insufficiente a soddisfare i bisogni di base quali vitto, alloggio e assistenza sanitaria;

I.  considerando che, stando ai primi resoconti della pandemia che ha sommerso il già debilitato sistema sanitario del paese, gli ospedali sono pieni di pazienti di coronavirus e decine di operatori sanitari sono stati contagiati;

J.  considerando che il 26 maggio 2020 la Corte suprema venezuelana "illegittima", controllata dal regime di Nicolás Maduro, ha ratificato senza alcuna motivazione la nomina di Luis Parra a Presidente dell'Assemblea nazionale; considerando che la sessione illegale svoltasi nel gennaio 2020 non ha rispettato né la procedura legale né i principi costituzionali democratici impedendo, in alcuni casi con la forza, alla grande maggioranza dei rappresentanti democraticamente eletti di presenziare alla sessione e, pertanto, di votare; che la decisione illegale adottata nel corso della predetta seduta parlamentare illegittima ha indotto il Consiglio dell'Unione europea a imporre sanzioni ad altri 11 funzionari per il loro ruolo nel compromettere la democrazia e lo Stato di diritto, e tra questi Luis Parra e Juan Jose Mendoza, presidente della Sezione costituzionale della Corte suprema; che Juan Guaidó si è tagliato fuori da qualsiasi governo di transizione e Nicolás Maduro non può essere membro di un siffatto governo;

K.  considerando che il 13 giugno 2020 la Corte suprema illegittima ha nuovamente designato nuovi membri del Consiglio elettorale nazionale, pur non avendo alcuna competenza giuridica per farlo; che, in virtù degli articoli 187 e 296 della Costituzione venezuelana, tali nomine sono di sola ed esclusiva competenza dell'Assemblea nazionale, un organo democraticamente eletto dai cittadini venezuelani; che il Parlamento europeo non intende riconoscere alcuna decisione od ordinanza adottata unilateralmente dai suddetti organismi illegittimi; che anche i funzionari responsabili di tali decisioni sono stati inseriti nell'elenco delle sanzioni dell'UE;

L.  considerando che Nicolás Maduro ha ordinato all'ambasciatrice dell'Unione europea di lasciare il paese appena 72 ore dopo che l'UE aveva imposto sanzioni mirate a vari funzionari responsabili di gravi violazioni dei diritti umani, oltre ad aver minacciato l'ambasciatore spagnolo di ulteriori rappresaglie; che nel maggio 2020 sono stati denunciati atti di vessazione nei confronti dell'ambasciata francese a Caracas, tra cui l'interruzione della fornitura di acqua e di elettricità alla residenza dell'ambasciatore; che il regime ha deciso di revocare tale decisione e di non espellere l'ambasciatrice dell'UE;

M.  considerando che il regime di Maduro si è scagliato contro i partiti politici Acción Democrática, Primero Justicia e Un Nuevo Tiempo, perseguitandoli sistematicamente mediante sentenze della Corte suprema illegittima che ne ha destituito le direzioni nazionali contro la volontà dei loro membri; che il regime di Maduro ha inserito il partito politico democratico Voluntad Popular tra le organizzazioni terroristiche;

N.  considerando che la comunità internazionale democratica, tra cui l'UE, ha respinto fermamente tale farsa elettorale e tutte le misure illegali descritte; che ciò ha ulteriormente ridotto al minimo assoluto lo spazio democratico nel paese e ha creato gravi ostacoli alla risoluzione della crisi politica in Venezuela; che la formazione di un governo nazionale di emergenza equilibrato e inclusivo, composto da tutte le forze politiche e sociali democratiche del paese e in grado di far fronte alle attuali necessità umanitarie del Venezuela, è indispensabile per ovviare all'aggravarsi della crisi;

O.  considerando che il rispetto delle norme internazionali, un Consiglio elettorale nazionale indipendente ed equilibrato e condizioni di parità che garantiscano la partecipazione senza restrizioni di partiti politici e candidati, rappresentano i capisaldi di un processo elettorale credibile, che rende possibile lo svolgimento di elezioni legislative e presidenziali libere ed eque;

P.  considerando che i finanziamenti illeciti e l'ingerenza straniera del regime nelle elezioni rappresentano una grave minaccia per le democrazie europee;

Q.   considerando che, sebbene l'attuazione delle decisioni di politica estera dell'UE sia di competenza delle autorità nazionali, la Commissione ha comunque la responsabilità di monitorare l'attuazione del diritto dell'Unione;

R.  considerando che il 12 giugno 2020 le autorità di Capo Verde hanno arrestato Alex Saab, uomo d'affari implicato in diverse vicende di corruzione che vedono coinvolto il regime di Maduro, attualmente in attesa di giudizio e di eventuale estradizione; che il caso Saab illustra come il fenomeno della corruzione sia ormai dilagante in Venezuela mentre il paese è attanagliato da una crisi umanitaria senza precedenti; che il paese si colloca al 173° posto su 180 paesi secondo l'indice di percezione della corruzione di Transparency International relativo al 2019;

S.  considerando che il numero di prigionieri politici è aumentato dall'inizio dei disordini civili di massa nel 2014 e ha ormai superato le 430 unità; che, apparentemente, anche 11 cittadini europei sarebbero detenuti in Venezuela; che numerosi resoconti di torture compiute dal regime sono attualmente al vaglio preliminare della CPI per crimini contro l'umanità; che le detenzioni arbitrarie e gli atti di repressione e tortura sono aumentati nel corso della crisi COVID-19; che dalla relazione sul Venezuela dell'Alto Commissario Bachelet, del 2 luglio 2020, risulta che tra il 1° gennaio e il 31 maggio 2020 le forze di sicurezza hanno compiuto oltre 1 300 esecuzioni extragiudiziali;

T.  considerando che il regime di Maduro non è stato in grado di fornire informazioni trasparenti, accettare l'assistenza umanitaria internazionale e privilegiare i bisogni e i diritti delle fasce più vulnerabili della popolazione; che il 1° giugno 2020 è stato concluso un accordo tra il ministro del Potere popolare per la salute e il gruppo consultivo dell'Assemblea nazionale per la COVID-19 per consentire la fornitura apolitica di aiuti umanitari in Venezuela attraverso l'Organizzazione panamericana della salute (OPS); che negli anni il regime ha respinto qualsiasi forma di aiuto umanitario;

U.  considerando che il regime di Maduro sostiene fin dal 2016 l'estrazione artigianale illegale di oro nell'Amazzonia venezuelana per finanziare gruppi armati irregolari; che l'oro è stato esportato di contrabbando attraverso canali irregolari per essere venduto e scambiato illecitamente all'estero; che il cosiddetto "oro insanguinato" è estratto e utilizzato in condizioni illecite e criminali che mettono in grave pericolo sia i diritti umani che l'ambiente;

V.  considerando che è necessario intraprendere azioni efficaci per porre fine alla minaccia alla sicurezza nell'intera regione posta dai legami tra il regime dittatoriale di Maduro, i gruppi terroristici e i gruppi armati organizzati che svolgono le loro attività criminali in Venezuela;

1.  esprime una volta di più profonda preoccupazione per la gravità dell'emergenza umanitaria, che minaccia seriamente la vita della popolazione venezuelana; esprime la propria solidarietà a tutti i venezuelani costretti ad abbandonare il loro paese per l'assenza delle condizioni di vita più basilari, come ad esempio l'accesso al cibo, all'acqua potabile, ai servizi sanitari e ai medicinali;

2.  richiama l'attenzione sull'aggravarsi della crisi migratoria diffusasi in tutta la regione, vale a dire Colombia, Perù, Ecuador, Bolivia, Cile, Brasile, Panama e Argentina, nonché in alcuni Stati membri dell'UE e nei Caraibi, e sottolinea le circostanze estremamente difficili, ulteriormente esacerbate dalla lotta alla pandemia di COVID-19; plaude agli sforzi compiuti dai paesi limitrofi e alla solidarietà di cui hanno dato prova; chiede alla Commissione e al Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) di continuare a cooperare con tali paesi e territori, non soltanto fornendo assistenza umanitaria, ma anche mettendo a disposizione maggiori risorse e attraverso la politica di sviluppo;

3.  esorta le autorità venezuelane a riconoscere la crisi umanitaria in corso, a prevenirne un ulteriore deterioramento e a promuovere soluzioni politiche ed economiche al fine di garantire la sicurezza di tutti i civili e la stabilità del paese e della regione; prende atto dell'accordo raggiunto tra il Venezuela e l'OPS in materia di lotta alla COVID-19;

4.  chiede un intervento urgente per evitare che si aggravi la crisi umanitaria e sanitaria e, in particolare, che ritornino malattie quali il morbillo, la malaria, la difterite e l'afta epizootica; chiede la rapida attuazione di una risposta a breve termine per lottare contro la malnutrizione tra i gruppi più vulnerabili, come le donne, i minori e i malati;

5.  accoglie con favore gli impegni e gli sforzi della conferenza internazionale dei donatori in solidarietà ai rifugiati e ai migranti venezuelani; chiede, in tale contesto, che gli oneri burocratici vengano ridotti e sia posto in essere un quadro semplificato che garantisca che i contributi annunciati raggiungano coloro che hanno disperatamente bisogno al più presto possibile;

6.  respinge fermamente le violazioni del funzionamento democratico, costituzionale e trasparente dell'Assemblea nazionale, come pure gli atti intimidatori, la violenza e le decisioni arbitrarie nei confronti dei suoi membri; denuncia la nomina antidemocratica di nuovi membri del Consiglio elettorale nazionale e la privazione dei partiti dei rispettivi consigli direttivi nazionali contro la volontà dei loro membri;

7.  riafferma che, in virtù della votazione trasparente e democratica dell'Assemblea nazionale, Juan Guaidó è il legittimo presidente dell'Assemblea nazionale e legittimo presidente ad interim della Repubblica bolivariana del Venezuela, conformemente all'articolo 233 della Costituzione venezuelana;

8.  ribadisce il suo pieno sostegno all'Assemblea nazionale, che è l'unico organo democratico legittimamente eletto del Venezuela e i cui poteri devono essere rispettati, come vanno rispettate le prerogative e la sicurezza dei suoi membri; insiste sul fatto che una soluzione politica pacifica può essere raggiunta soltanto nel pieno rispetto delle prerogative costituzionali dell'Assemblea nazionale;

9.  ricorda che il rispetto delle istituzioni e dei principi democratici e la difesa dello Stato di diritto sono condizioni essenziali per trovare una soluzione alla crisi in Venezuela che vada a beneficio del suo popolo; chiede pertanto la creazione urgente di condizioni che rendano possibili elezioni presidenziali e legislative libere, trasparenti e credibili sulla base di un calendario definito, di condizioni eque per tutti gli attori coinvolti, della trasparenza e della presenza di osservatori internazionali credibili, in quanto si tratta dell'unica via d'uscita dalla crisi escludendo qualsiasi violenza o azione militare;

10.  invita l'UE e altri attori internazionali a mobilitare una risposta della comunità internazionale che contribuisca all'urgente ripristino della democrazia e dello Stato di diritto in Venezuela;

11.  ricorda che gli Stati membri sono giuridicamente vincolati dalla decisione (PESC) 2017/2074 del Consiglio ad applicare le misure restrittive in essa contenute, segnatamente il divieto di ingresso o transito nel loro territorio delle persone cui si applicano dette misure, nonché l'obbligo di comunicare immediatamente per iscritto al Consiglio le eventuali deroghe concesse;

12.  prende atto della decisione del Consiglio del 29 giugno 2020 di aggiungere 11 funzionari venezuelani all'elenco delle persone oggetto di sanzioni individuali che non danneggiano la popolazione venezuelana e chiede che tale elenco sia rafforzato e ampliato se la situazione dei diritti umani e della democrazia dovesse continuare a peggiorare; ritiene che le autorità dell'UE debbano limitare i movimenti delle persone che figurano nell'elenco in questione e dei loro parenti più prossimi, nonché congelarne i beni e i visti; chiede altresì l'imposizione immediata del divieto di commercio e circolazione dell'"oro insanguinato" illegale proveniente dal Venezuela;

13.  deplora profondamente le minacce formulate da Nicolás Maduro di espellere l'ambasciatrice dell'UE da Caracas come forma di rappresaglia per le sanzioni irrogate a 11 funzionari venezuelani macchiatisi di gravi violazioni dei diritti umani; prende atto, a tale riguardo, della dichiarazione iniziale del VP/AR in cui si annuncia la reciprocità e invita gli Stati membri a valutare altresì la possibilità di agire in virtù del principio di reciprocità nel caso in cui la situazione si dovesse ripresentare, segnatamente revocando le credenziali degli ambasciatori di Maduro presso l'UE; ribadisce il suo invito agli Stati membri a riconoscere i rappresentanti politici nominati da Juan Guaidó;

14.  denuncia la corruzione dilagante che è ormai parte integrante del regime di Maduro; denuncia il fatto che il regime di Maduro utilizzi i finanziamenti politici come strumento di ingerenza straniera; denuncia e deplora con forza i casi di corruzione, compresi quelli oggetto di indagine giudiziaria negli Stati membri;

15.  chiede la liberazione immediata di tutti i prigionieri politici, la cessazione delle torture, dei maltrattamenti e delle vessazioni nei confronti di oppositori politici, attivisti per i diritti umani e manifestanti pacifici, nonché la possibilità per chi è stato ingiustamente costretto all'esilio di fare rientro nel paese;

16.  sostiene pienamente le indagini della CPI sui crimini e gli atti di repressione diffusi perpetrati dal regime venezuelano; esorta l'Unione europea a sostenere l'iniziativa degli Stati parte della CPI di avviare un'inchiesta sui crimini contro l'umanità commessi dal governo de facto di Maduro, in modo che i responsabili siano chiamati a rispondere delle loro azioni;

17.  prende atto della decisione della Corte britannica del 2 luglio 2020, che riconosce inequivocabilmente la legittimità democratica della Repubblica bolivariana del Venezuela, nella persona del suo presidente Juan Guaidó, e conferisce a questi l'accesso legale alle riserve auree della Repubblica;

18.  chiede l'invio di una missione conoscitiva nel paese per valutare la situazione;

19.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al legittimo presidente ad interim della Repubblica e dell'Assemblea nazionale della Repubblica bolivariana del Venezuela, ai governi e ai parlamenti dei paesi del gruppo di Lima, all'Assemblea parlamentare euro-latinoamericana e al Segretario generale dell'Organizzazione degli Stati americani.

(1) Testi approvati, P9_TA(2020)0013.
(2) GU L 205 I del 29.6.2020, pag. 6.

Ultimo aggiornamento: 9 dicembre 2020Note legali - Informativa sulla privacy