Risoluzione del Parlamento europeo del 17 settembre 2020 sulla situazione in Bielorussia (2020/2779(RSP))
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sulla Bielorussia, in particolare quelle del 4 ottobre 2018 sul deterioramento della libertà dei media in Bielorussia, in particolare il caso Carta 97(1), del 19 aprile 2018 sulla Bielorussia(2), del 6 aprile 2017 sulla situazione in Bielorussia(3), del 24 novembre 2016 sulla situazione in Bielorussia(4) e dell'8 ottobre 2015 sulla pena di morte in Bielorussia(5),
– visto l'avvio a Praga, il 7 maggio 2009, del partenariato orientale quale impegno comune dell'UE e dei suoi sei partner dell'Europa orientale, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Repubblica di Moldova e Ucraina,
– viste le dichiarazioni congiunte dei vertici del partenariato orientale tenutisi nel 2009 a Praga, nel 2011 a Varsavia, nel 2013 a Vilnius, nel 2015 a Riga e nel 2017 a Bruxelles,
– viste le elezioni presidenziali tenutesi in Bielorussia il 9 agosto 2020,
– viste le dichiarazioni rilasciate dall'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza a nome dell'Unione europea sulle elezioni presidenziali, in particolare quelle dell'11 agosto 2020 e del 17 agosto 2020,
– viste le dichiarazioni dell'alto rappresentante/vicepresidente, in particolare quelle del 7 agosto 2020 in vista delle elezioni presidenziali e del 14 luglio 2020 sulla mancata registrazione dei candidati alla presidenza, la dichiarazione congiunta dell'alto rappresentante/vicepresidente e del ministro degli Affari esteri del Canada del 26 agosto 2020, nonché la dichiarazione congiunta dell'alto rappresentante/vicepresidente e del commissario per la politica di vicinato e l'allargamento del 10 agosto 2020 sulle elezioni presidenziali,
– viste la dichiarazione del Presidente del Parlamento europeo, in data 13 agosto 2020, e quella dei leader dei cinque gruppi politici, in data 17 agosto 2020, sulla situazione in Bielorussia a seguito delle cosiddette elezioni presidenziali del 9 agosto 2020,
– visto l'esito principale della riunione straordinaria del Consiglio "Affari esteri", in data 14 agosto 2020, e le conclusioni del Presidente del Consiglio europeo, in data 19 agosto 2020, sulla situazione in Bielorussia a seguito delle elezioni presidenziali del 9 agosto 2020,
– viste le dichiarazioni rese dal vicepresidente/alto rappresentante il 7 settembre 2020 sugli arresti arbitrari e inesplicati e le detenzioni per motivi politici e dell'11 settembre 2020 sull'escalation di violenze e intimidazioni nei confronti dei membri del Consiglio di coordinamento,
– viste la strategia globale dell'UE e la politica europea di vicinato riveduta,
– viste le dichiarazioni del portavoce del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), in particolare quelle del 19 giugno 2020 sui recenti sviluppi in vista delle elezioni presidenziali e del 18 novembre 2019 sulle elezioni parlamentari in Bielorussia,
– vista la decisione del Consiglio, del 17 febbraio 2020, di prorogare l'embargo dell'UE del 2004 nei confronti della Bielorussia riguardante le armi e le attrezzature che potrebbero essere utilizzate a fini di repressione interna(6),
– vista la dichiarazione dell'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani (ODHIR) dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), del 15 luglio 2020, sul mancato invio di una missione di osservazione elettorale in Bielorussia in assenza di un invito,
– viste la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e tutte le convenzioni in materia di diritti umani di cui la Bielorussia è parte,
– vista la relazione del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Bielorussia, del 10 luglio 2020,
– viste la dichiarazione dell'ODHIR dell'OSCE, del 17 luglio 2020, e le sue precedenti relazioni sulle elezioni in Bielorussia,
– viste le dichiarazioni del Segretario generale delle Nazioni Unite in data 10 e 14 agosto 2020 sugli sviluppi post-elettorali in Bielorussia,
– visto l'articolo 132, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,
A. considerando che dal 2000 in Bielorussia non è stato registrato nessun nuovo partito politico, nonostante ripetuti tentativi; che la Commissione elettorale centrale bielorussa ha rifiutato la registrazione come candidati alle elezioni presidenziali del 2020 di alcuni politici critici nei confronti del regime i quali, secondo quanto riferito, avevano raccolto oltre 100 000 firme, come richiesto dalla legislazione nazionale, il che sottolinea l'esistenza di ostacoli sproporzionati e irragionevoli alla presentazione di candidature, in contrasto con gli impegni dell'OSCE e altre norme internazionali;
B. considerando che già dall'inizio di maggio 2020 la campagna presidenziale era stata caratterizzata da una repressione su scala nazionale nei confronti di manifestanti pacifici, attivisti della società civile, blogger e giornalisti, nonché da dure intimidazioni nei confronti degli attivisti politici, delle loro famiglie e dei loro sostenitori; che in tutto il paese oltre 650 manifestanti pacifici, giornalisti e attivisti civili sono stati detenuti per aver protestato contro il regime;
C. considerando che i processi elettorali bielorussi non hanno rispettato gli orientamenti dell'OSCE, nei quali si chiede il rispetto delle libertà fondamentali, dell'uguaglianza, dell'universalità, del pluralismo politico, della fiducia, della trasparenza e della responsabilità, sebbene la Bielorussia sia uno Stato partecipante all'OSCE;
D. considerando che il processo elettorale non ha potuto essere osservato da una missione di osservazione elettorale dell'OSCE/ODIHR a causa della deliberata mancanza di un invito in tempo utile da parte delle autorità bielorusse;
E. considerando che nel corso delle elezioni sono state segnalate irregolarità e violazioni sistematiche delle norme elettorali internazionali, tra cui l'intimidazione degli elettori, la negazione del loro diritto di voto e la falsificazione su vasta scala dei protocolli dei seggi elettorali; che osservatori indipendenti nazionali, compresi quelli che hanno monitorato il voto anticipato nelle elezioni presidenziali bielorusse, sono stati detenuti in tutto il paese dopo aver documentato numerose violazioni della legge elettorale;
F. considerando che la Commissione elettorale centrale della Bielorussia ha dichiarato il Presidente in carica Aliaksandr Lukashenka vincitore delle cosiddette elezioni;
G. considerando che informazioni credibili a livello nazionale e iniziative di base sui social media dimostrano brogli elettorali su vasta scala a favore del Presidente in carica Aliaksandr Lukashenka e che numerosi cittadini bielorussi ritengono che la vincitrice sia Sviatlana Tsikhanouskaya;
H. considerando che subito dopo l'annuncio dei cosiddetti risultati elettorali sono iniziate proteste pacifiche senza precedenti, espressione di un desiderio di cambiamento democratico e di rispetto delle libertà fondamentali e dei diritti umani, che continuano ad oggi riunendo centinaia di migliaia di persone nelle strade della Bielorussia e raggiungono l'apice nei fine settimana con le Marce dell'Unità, dimostrando il livello di malcontento e mobilitazione della società bielorussa;
I. considerando che le proteste sono state accompagnate da scioperi diffusi in stabilimenti industriali, compresi quelli di importanti imprese statali di vari settori economici, nonché in aziende, scuole, università, città, paesi e villaggi, in tutto il paese;
J. considerando che l'Unione europea e i suoi Stati membri non hanno riconosciuto i risultati delle elezioni presidenziali a causa di dubbi sostanziali riguardo alla correttezza delle procedure e di diffuse notizie di falsificazioni; che l'attuale mandato del Presidente in carica Lukashenka terminerà il 5 novembre 2020;
K. considerando che le proteste in Bielorussia hanno raggiunto dimensioni senza precedenti, hanno carattere nazionale e intergenerazionale e mostrano in modo evidente il ruolo di primo piano assunto dalle donne;
L. considerando che le autorità bielorusse hanno reagito alle proteste legittime e pacifiche con violenze sproporzionate; che la risposta delle forze di sicurezza alle proteste pacifiche è stata estremamente dura, con l'uso frequente di una forza eccessiva, non necessaria e indiscriminata, ad esempio con l'impiego massiccio di gas lacrimogeni, manganelli, granate lampo e cannoni ad acqua; che l'Alto Commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite riferisce che circa 6 700 persone sono state detenute nelle ultime settimane mentre esercitavano il loro diritto alla libertà di riunione pacifica; che gli esperti hanno ricevuto segnalazioni di almeno 450 casi di torture, violenze sessuali, stupri e maltrattamenti di persone private della loro libertà, e che dal 9 agosto 2020 diverse persone sono scomparse o sono state trovate morte, tra cui Alyaksandr Taraykouski, Konstantin Shishmakov, Alexander Vikhor e Gennady Shutov;
M. considerando che è stato istituito un Consiglio di coordinamento per fornire un partner istituzionale temporaneo per un processo di dialogo nazionale volto a organizzare nuove elezioni, che si terrebbero secondo le norme internazionali e nel quadro dell'osservazione elettorale dell'ODIHR; che diverse migliaia di persone hanno da allora espresso il loro sostegno alle sue richieste di nuove elezioni e che tutti i principali membri del Consiglio di coordinamento sono stati soggetti a vessazioni, interrogati o arrestati (Liliya Ulasava, Maksim Znak, Siarhei Dyleuski, Maria Kalesnikava); che le continue vessazioni e minacce hanno portato i principali membri dell'opposizione, Sviatlana Tsikhanouskaya, Veranika Tsapkala, Pavel Latushka e Volha Kovalkova, a cercare rifugio nell'Unione europea; che un'altra leader, Maria Kalesnikava, è stata rapita il 7 settembre 2020 in una strada di Minsk, in pieno giorno, da uomini mascherati in un furgone privo di identificazione; che Sviatlana Aleksijevic, vincitrice del premio Nobel, è l'unico membro del Presidium del Consiglio di coordinamento che rimane in libertà in Bielorussia; che persistono gravi preoccupazioni in merito alla sua sicurezza, nonostante l'eccezionale sostegno che ha ricevuto dai diplomatici europei;
N. considerando che il Consiglio europeo del 19 agosto 2020 ha deciso di imporre sanzioni a un numero considerevole di persone responsabili di violenze, repressioni e falsificazioni dei risultati elettorali in Bielorussia, vietando loro l'ingresso nell'UE e congelando i loro beni finanziari nell'Unione;
O. considerando che la campagna elettorale e le elezioni presidenziali si sono svolte durante la pandemia di COVID-19, i cui effetti sono stati sistematicamente negati dalla leadership politica e dalle autorità bielorusse, con la conseguenza che giornalisti, personale medico e ordinari cittadini si sono mobilitati per condividere informazioni fondamentali sulla pandemia e le necessarie misure precauzionali, dimostrando in tal modo l'impegno sociale della popolazione e la vitalità della società civile bielorussa;
P. considerando che il 27 agosto 2020 il Presidente della Federazione russa ha espresso il proprio sostegno alle autorità bielorusse nella loro repressione del legittimo malcontento civico, offrendo lo spiegamento di forze di polizia speciali; che il 21 agosto 2020 Lukashenka ha annunciato la sostituzione dei giornalisti in sciopero e dimissionari che lavoravano per i media di Stato con cosiddetti esperti mediatici russi; che la Russia, la Cina e la Turchia sono state tra i primi Stati a congratularsi con Lukashenka per la sua vittoria elettorale fraudolenta;
Q. considerando che le autorità bielorusse continuano a reprimere violentemente i giornalisti bielorussi indipendenti e i cittadini giornalisti e si adoperano deliberatamente per ostacolare le segnalazioni oggettive al fine di soffocare le preoccupazioni e le condanne nazionali e internazionali, anche attraverso il ritiro, il 29 agosto 2020, dell'accreditamento giornalistico di oltre una dozzina di reporter internazionali;
R. considerando che la situazione dei diritti umani in Bielorussia ha continuato a deteriorarsi durante la campagna elettorale e dopo le elezioni; che il contesto in cui operano i difensori dei diritti umani ha subito un costante deterioramento e che questi ultimi sono sistematicamente soggetti a intimidazioni, vessazioni e restrizioni delle libertà fondamentali; che la Bielorussia è l'unico paese in Europa ad applicare ancora la pena capitale;
1. sottolinea che il Parlamento europeo, in linea con la posizione del Consiglio europeo, respinge i risultati delle cosiddette elezioni presidenziali che si sono svolte in Bielorussia il 9 agosto 2020, poiché sono state condotte in flagrante violazione di tutte le norme riconosciute a livello internazionale; non riconoscerà Aliaksandr Lukashenka quale Presidente della Bielorussia quando scadrà il suo attuale mandato;
2. condanna con la massima fermezza le autorità bielorusse per la loro brutale repressione delle proteste pacifiche per la giustizia, la libertà e la democrazia a seguito delle fraudolente elezioni presidenziali del 9 agosto 2020; chiede la cessazione immediata delle violenze, il rilascio immediato e incondizionato di tutte le persone detenute per motivi politici, prima e dopo le cosiddette elezioni del 9 agosto 2020, e il ritiro di tutte le accuse nei loro confronti, ivi incluse tutte le persone detenute per aver partecipato alle proteste contro i risultati elettorali o contro le violenze messe in atto dalle autorità o per aver espresso sostegno nei confronti di tali proteste;
3. condanna le continue intimidazioni, la persecuzione e l'uso sproporzionato della forza nei confronti dei partecipanti agli scioperi, dei membri del Consiglio di coordinamento e di altri esponenti dell'opposizione, degli attivisti della società civile e dei giornalisti e blogger indipendenti; chiede il rilascio immediato e incondizionato di tutti coloro che sono stati arbitrariamente trattenuti prima e dopo le elezioni del 9 agosto 2020, tra cui Pavel Sevyarynets, Mikalaj Statkievich, Maria Kalesnikava, Andrei Yahorau, Anton Radniankou e Ivan Krautsou; chiede altresì che tutti i procedimenti giudiziari fondati su motivi politici siano sospesi;
4. accoglie con favore il Consiglio di coordinamento quale rappresentanza provvisoria del popolo che chiede un cambiamento democratico in Bielorussia, aperta a tutti gli attori politici e sociali;
5. sostiene una transizione pacifica e democratica del potere a seguito di un dialogo nazionale inclusivo, nel pieno rispetto dei diritti democratici e fondamentali del popolo bielorusso; ribadisce, a tale riguardo, gli appelli rivolti dal popolo bielorusso affinché si svolgano quanto prima nuove elezioni libere ed eque sotto la supervisione internazionale, guidata dall'OSCE/ODIHR, e nel rispetto delle norme riconosciute a livello internazionale;
6. esprime il proprio inequivocabile sostegno al popolo bielorusso nelle sue legittime richieste e aspirazioni a elezioni libere ed eque, alle libertà fondamentali e ai diritti umani, alla rappresentanza democratica, alla partecipazione politica, alla dignità e al diritto di scegliere il proprio destino; riconosce che l'attuale movimento di protesta in Bielorussia si basa su una richiesta ampia e generalizzata di democratizzazione della Bielorussia, il cui popolo deve godere degli stessi diritti fondamentali di democrazia e libertà di tutti gli altri cittadini del continente europeo;
7. invita la Commissione, il VP/AR e il Consiglio a fornire assistenza all'opposizione democratica bielorussa, compreso il Consiglio di coordinamento guidato da Sviatlana Tsikhanouskaya;
8. esprime apprezzamento per l'importante contributo apportato dalle coraggiose donne della Bielorussia, guidate da Sviatlana Tsikhanouskaya, Veranika Tsapkala e Maria Kalesnikava, e dai loro sostenitori nell'esprimere e rappresentare le legittime richieste del popolo bielorusso; osserva che molti bielorussi considerano Sviatlana Tsikhanouskaya la vincitrice delle elezioni presidenziali e la Presidente eletta della Bielorussia;
9. chiede il rilascio immediato dei membri del Consiglio di coordinamento in stato di arresto, Liliya Ulasava, Maksim Znak, Siarhei Dyleuski e Maria Kalesnikava; insiste sul fatto che qualsiasi dialogo nazionale deve svolgersi con la partecipazione, piena e senza ostacoli, del Consiglio di coordinamento; accoglie con favore la protezione concessa a Sviatlana Aleksijevic da parte dei rappresentanti degli Stati membri dell'UE e di altri paesi che condividono gli stessi principi;
10. deplora con la massima fermezza gli spaventosi atti di violenza, la crudele repressione e la tortura perpetrati nei confronti di manifestanti pacifici e detenuti; chiede un'indagine indipendente ed efficace sulle morti, connesse alle proteste, di Alyaksandr Taraykouski, Alexander Vikhor, Artsyom Parukou, Gennady Shutov e Konstantin Shishmakov;
11. chiede di porre fine a tutti i maltrattamenti e le torture, di introdurre una definizione specifica di tortura nel codice penale bielorusso conformemente alle norme internazionali in materia di diritti umani e di realizzare modifiche legislative per qualificare come reato le sparizioni forzate;
12. insiste sulla necessità di garantire i diritti dei cittadini alla libertà di riunione, di associazione, di espressione e di opinione, nonché la libertà dei media, e di eliminare pertanto tutte le restrizioni, nella normativa e nella pratica, che ostacolano tali libertà; condanna fermamente il fatto che la pena di morte continui ad essere applicata, ne chiede l'immediata e permanente abolizione e, in attesa di tale provvedimento, chiede un effettivo diritto di ricorso contro le condanne a morte;
13. sostiene pienamente i lavoratori e i sindacati indipendenti bielorussi e invita le autorità e i datori di lavoro bielorussi a rispettare il diritto fondamentale dei lavoratori bielorussi di scioperare senza rischio di licenziamento, arresto o altre rappresaglie, in linea con le convenzioni 87 e 98 dell'OIL; sostiene l'appello rivolto dalla Confederazione internazionale dei sindacati all'Organizzazione internazionale del lavoro affinché intervenga con urgenza contro gli arresti e le condanne dei leader dei comitati di sciopero e degli attivisti sindacali indipendenti al fine di tutelare la loro libertà di riunione e di associazione; esprime il proprio sostegno al ruolo di coordinamento svolto dal Congresso bielorusso dei sindacati democratici;
14. sostiene con determinazione le sanzioni dell'UE contro i responsabili della falsificazione dei risultati elettorali e della repressione in Bielorussia, tra cui Aliaksandr Lukashenka; invita il Consiglio ad attuare senza indugio, in stretto coordinamento con i partner internazionali, sanzioni ampie ed efficaci nei confronti di tutti i bielorussi responsabili di brogli elettorali, di violenze e di repressione in Bielorussia; invita il Consiglio a seguire l'esempio degli Stati baltici, che hanno incluso Lukashenka nel loro elenco di sanzioni, e ad ampliare il gruppo di persone oggetto di sanzioni inizialmente proposto in modo da includervi un numero rilevante di funzionari di alto e medio livello, nonché di imprenditori noti per il loro sostegno al regime o per il licenziamento di loro dipendenti a causa della loro partecipazione agli scioperi; invita il VP/AR e il Consiglio a valutare la possibilità di includere nell'elenco i cittadini russi direttamente coinvolti nel sostegno al regime di Lukashenka in Bielorussia;
15. accoglie con grande favore la proposta del presidente in carica dell'OSCE, in coordinamento con il suo successore, di assistere la Bielorussia nell'organizzazione di un processo di dialogo; insiste affinché le autorità bielorusse accettino l'offerta ad esse estesa dall'attuale e dal futuro presidente in carica dell'OSCE;
16. esorta il SEAE e la Commissione a elaborare una revisione globale della politica dell'UE nei confronti della Bielorussia, intesa a sostenere il popolo bielorusso e le sue aspirazioni democratiche, nonché la società civile, i difensori dei diritti umani, i sindacati indipendenti e i media indipendenti; chiede di aumentare i finanziamenti dell'UE alla società civile bielorussa, congelando al contempo i trasferimenti di fondi dell'UE all'attuale governo bielorusso e ai progetti controllati dallo Stato e interrompendo i prestiti della BEI, della BERS e di altro tipo all'attuale regime; esorta l'UE a organizzare una conferenza dei donatori per una Bielorussia democratica, che riunisca istituzioni finanziarie internazionali, i paesi del G-7, gli Stati membri e le istituzioni dell'UE, e altri disposti a promettere un pacchetto finanziario di miliardi di euro volto a sostenere i futuri sforzi di riforma e la ristrutturazione dell'economia;
17. invita il SEAE a sospendere i negoziati sulle priorità del partenariato UE-Bielorussia fino a quando non si saranno svolte elezioni presidenziali libere ed eque;
18. esorta il governo a rafforzare il sistema sanitario e a fornire ai cittadini bielorussi, in modo trasparente e inclusivo, tutte le pertinenti informazioni sulla pandemia che sono fondamentali per salvare vite; sottolinea la necessità di migliorare l'accesso, la disponibilità e la qualità dell'assistenza sanitaria nei luoghi di detenzione, in particolare alla luce della pandemia di COVID-19, nonché le condizioni di lavoro del personale medico, tenuto conto delle segnalazioni in base alle quali la polizia avrebbe impedito di prestare soccorso ai manifestanti feriti e avrebbe arrestato operatori sanitari;
19. incoraggia gli Stati membri dell'UE a facilitare e accelerare l'istituzione di un corridoio umanitario e la procedura per il rilascio dei visti per coloro che fuggono dalla Bielorussia per motivi politici o per coloro che necessitano di cure mediche a seguito delle violenze perpetrate nei loro confronti e a offrire a loro e alle loro famiglie tutto il sostegno e l'assistenza necessari; invita la Commissione a procedere rapidamente all'effettiva attuazione dell'assistenza finanziaria dell'UE a sostegno della società civile e delle vittime della repressione e a mobilitare maggiori risorse per il loro sostegno fisico, psicologico e materiale;
20. invita l'UE a rafforzare ulteriormente i contatti interpersonali sostenendo le ONG bielorusse indipendenti, le OSC, i difensori dei diritti umani, i rappresentanti dei media e i giornalisti indipendenti, creando ulteriori opportunità di studio nell'UE per i giovani bielorussi e continuando a sostenere l'Università europea di studi umanistici; chiede alla Commissione di istituire con urgenza un programma di borse di studio per gli studenti e i ricercatori espulsi dalle università bielorusse per le loro posizioni filodemocratiche;
21. sottolinea la necessità di un'indagine approfondita sui crimini commessi dal regime contro il popolo bielorusso ed evidenzia la sua determinazione a contribuire a tali indagini;
22. condanna la soppressione dei media e di Internet, nonché l'intimidazione di giornalisti e blogger volta a bloccare il flusso di informazioni sulla situazione nel paese; sottolinea il diritto del popolo bielorusso di avere libero accesso alle informazioni; invita l'UE ad avvalersi del Fondo europeo per la democrazia e di altri strumenti per sostenere tali organi di informazione e giornalisti che sono oggetto di repressione da parte del regime;
23. invita la Commissione, gli Stati membri e il SEAE a fornire pieno sostegno agli sforzi del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite e del meccanismo di Mosca dell'OSCE al fine di assicurare la documentazione e la segnalazione, da parte delle organizzazioni internazionali, delle violazioni dei diritti umani e di garantire la successiva assunzione di responsabilità e la giustizia per le vittime;
24. sottolinea che è importante contrastare il diffondersi in Bielorussia della disinformazione riguardo all'UE, ai suoi Stati membri e alle sue istituzioni, nonché il diffondersi all'interno dell'UE della disinformazione riguardo alla situazione in Bielorussia, nonché altre forme di minacce ibride da parte di terzi; mette in guardia il regime da qualsiasi tentativo di utilizzare le minoranze nazionali, religiose, etniche e di altro tipo come obiettivo indiretto, sviando l'attenzione della società dalla frode elettorale e dalle conseguenti proteste e repressioni su vasta scala; condanna il rifiuto di consentire il ritorno nel paese del capo della Chiesa cattolica bielorussa, l'arcivescovo Tadeusz Kondrusiewicz;
25. condanna l'ingerenza ibrida della Federazione russa in Bielorussia, operata segnatamente mediante l'invio di cosiddetti esperti di media presso gli organi di informazioni statali bielorussi e di consulenti presso le agenzie militari e di contrasto, e invita il governo della Federazione russa a porre fine a qualsiasi ingerenza occulta o palese nei processi interni della Bielorussia; esorta la Federazione russa a rispettare il diritto internazionale e la sovranità della Bielorussia; avverte che Alexander Lukashenka non ha alcun mandato politico o morale per avviare ulteriori relazioni contrattuali a nome della Bielorussia, ivi compreso con le autorità russe, suscettibili di minacciare la sovranità e l'integrità territoriale di tale paese;
26. sottolinea che è importante continuare a considerare l'evoluzione della situazione in Bielorussia come una priorità per l'UE; ricorda la necessità che l'UE sia unita e perseverante nella sua risposta alla situazione in Bielorussia;
27. deplora il fatto che la Bielorussia abbia già caricato combustibile nucleare nel primo reattore della centrale nucleare di Astravyets e stia pianificando l'avvio della produzione di energia nel novembre 2020 senza attuare pienamente le raccomandazioni sulle prove di stress, il che è ancora più preoccupante in questa fase di alta instabilità politica;
28. invita le federazioni nazionali di hockey su ghiaccio degli Stati membri dell'UE e di tutti gli altri paesi democratici a esortare la Federazione internazionale hockey su ghiaccio (IIHF) a ritirare la sua decisione di svolgere parzialmente in Bielorussia il campionato mondiale di hockey su ghiaccio del 2021 fino a quando la situazione e, in particolare, lo stato dei diritti umani nel paese non saranno migliorati;
29. ribadisce il suo invito al Consiglio dell'UE affinché istituisca senza ulteriore indugio un meccanismo di sanzioni efficace, tempestivo e ad ampio raggio a livello di UE (la cosiddetta lista Magnitsky), che consenta di concentrarsi sulle persone, gli attori statali e non statali e altre entità responsabili di gravi violazioni e abusi dei diritti umani o in esse coinvolti;
30. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e alle autorità della Repubblica di Bielorussia e della Federazione russa.