Risoluzione del Parlamento europeo dell'8 ottobre 2020 sullo Stato di diritto e i diritti fondamentali in Bulgaria (2020/2793(RSP))
Il Parlamento europeo,
– visti gli articoli 2, 3, 4, 6, 7, 9 e 10 del trattato sull'Unione europea (TUE) e l'articolo 20 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),
– vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,
– viste la Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU) e la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo,
– viste la decisione della Commissione del 13 dicembre 2006 che istituisce un meccanismo di cooperazione e verifica (MCV) dei progressi compiuti dalla Bulgaria per rispettare i parametri di riferimento in materia di riforma giudiziaria e di lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata(1), le relazioni annuali corrispondenti per il periodo 2007-2019 e la relazione della Commissione del 22 ottobre 2019 sui progressi compiuti dalla Bulgaria in base all'MCV (COM(2019)0498),
– viste le raccomandazioni specifiche per paese sulla Bulgaria pubblicate il 20 maggio 2020 nel quadro del semestre europeo (COM(2020)0502),
– vista la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo del 5 novembre 2009 nella causa Kolevi/Bulgaria(2),
– vista la relazione annuale 2019 sulla gestione e il rendimento del bilancio dell'UE presentata dalla Commissione,
– vista la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo del 1° luglio 2014 nella causa Dimitrov e a./Bulgaria(3),
– vista la relazione dell'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) del 2019,
– visto il parere della commissione di Venezia del 9 dicembre 2019 sui progetti di modifica al codice di procedura penale e alla legge sul sistema giudiziario della Bulgaria, concernente le indagini penali a carico di magistrati di alto livello,
– vista la relazione speciale n. 06/2019 della Corte dei conti europea, dal titolo "Lotta alle frodi nella spesa UE per la coesione: le autorità di gestione devono potenziare le attività di individuazione, risposta e coordinamento",
– visto il parere della commissione di Venezia del 9 ottobre 2017 relativo alla legge sul sistema giudiziario della Bulgaria,
– visto il parere congiunto della commissione di Venezia e dell'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani (ODIHR) dell'OSCE, del 19 giugno 2017, sulle modifiche al codice elettorale della Bulgaria,
– visto il parere della commissione di Venezia del 23 ottobre 2015 sul progetto di atto volto a modificare e integrare la Costituzione (nel settore giudiziario) della Repubblica di Bulgaria,
– vista la decisione del comitato dei ministri del Consiglio d'Europa, del 3 settembre 2020, sull'esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo nelle cause S.Z./Bulgaria e Kolevi/Bulgaria,
– vista la relazione annuale 2020 delle organizzazioni partner della piattaforma del Consiglio d'Europa per promuovere la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti,
– vista la risoluzione 2296 (2019) dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, del 27 giugno 2019, sul dialogo post-monitoraggio con la Bulgaria,
– vista l'azione del Consiglio d'Europa contro la criminalità economica e la corruzione,
– vista la seconda relazione di conformità sulla Bulgaria del gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO) del Consiglio d'Europa, del 6 dicembre 2019,
– viste la dichiarazione della commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa, del 3 settembre 2020, sulla violenza esercitata dalla polizia nei confronti dei giornalisti in Bulgaria e la sua relazione a seguito della visita effettuata in Bulgaria dal 25 al 29 novembre 2019,
– vista la dichiarazione del rappresentante dell'OSCE per la libertà dei mezzi d'informazione, del 18 marzo 2020, sull'attacco brutale nei confronti del giornalista bulgaro Slavi Angelov,
– vista la dichiarazione del presidente della Conferenza delle organizzazioni internazionali non governative del Consiglio d'Europa, del 9 luglio 2020, sulle proposte di modifica della legge bulgara sui soggetti giuridici senza scopo di lucro,
– vista la dichiarazione congiunta dei relatori speciali delle Nazioni Unite sul razzismo e sulle questioni inerenti alle minoranze, del 13 maggio 2020,
– vista la dichiarazione del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne, le sue cause e le sue conseguenze, del 21 ottobre 2019,
– viste le recenti osservazioni conclusive degli organi previsti dai trattati delle Nazioni Unite sulla Bulgaria,
– vista la proposta relativa a una nuova Costituzione della Repubblica di Bulgaria, presentata il 17 agosto 2020,
– vista la sua risoluzione del 3 maggio 2018 sul pluralismo e la libertà dei media nell'Unione europea(4),
– visto il suo dibattito del 5 ottobre 2020 sullo Stato di diritto e i diritti fondamentali in Bulgaria,
– vista la discussione organizzata il 10 settembre 2020 dalla commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni sulla situazione dell'MCV,
– visti gli scambi di opinioni tenuti dal gruppo di monitoraggio della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali successivamente alla sua costituzione da parte della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni il 5 settembre 2019, in particolare lo scambio di opinioni del 28 agosto 2020 sulla situazione in Bulgaria,
– vista la comunicazione della Commissione del 30 settembre 2020 intitolata "Relazione sullo Stato di diritto 2020: La situazione dello Stato di diritto nell'Unione europea" (COM(2020)0580) e il documento di accompagnamento dal titolo "Capitolo nazionale sulla situazione dello Stato di diritto in Bulgaria" (SWD(2020)0301),
– visto l'articolo 132, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che l'Unione europea si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze, e che questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini (articolo 2 TUE);
B. considerando che lo Stato di diritto e il rispetto della democrazia, dei diritti umani e delle libertà fondamentali, nonché dei valori e dei principi sanciti dai trattati dell'UE e dagli strumenti internazionali in materia di diritti umani, sono obblighi che incombono all'Unione e ai suoi Stati membri e vanno pertanto osservati;
C. considerando che l'articolo 6, paragrafo 3, TUE afferma che i diritti fondamentali, garantiti dalla CEDU e risultanti dalle tradizioni costituzionali comuni agli Stati membri, fanno parte del diritto dell'Unione in quanto principi generali;
D. considerando che la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e i principi ivi sanciti sono una fonte di diritto primario dell'Unione;
E. considerando che la libertà di espressione come pure la libertà dei media e il loro pluralismo sono sanciti dall'articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali e dall'articolo 10 della CEDU;
F. considerando che l'indipendenza della magistratura è un requisito essenziale del principio democratico della separazione dei poteri ed è sancita dall'articolo 19, paragrafo 1, TUE, dall'articolo 47 della Carta dei diritti fondamentali e dall'articolo 6 della CEDU;
G. considerando che l'azione dell'Unione poggia sulla presunzione della fiducia reciproca nel rispetto, da parte degli Stati membri, della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali sanciti dalla CEDU e dalla Carta dei diritti fondamentali;
H. considerando che lo Stato di diritto è uno dei valori comuni sui quali si fonda l'Unione, nonché un presupposto indispensabile per il funzionamento efficace di tutta l'UE, e che la Commissione, di concerto con il Parlamento e il Consiglio, è tenuta, in virtù dei trattati, a garantire il rispetto dello Stato di diritto quale valore fondamentale dell'Unione, come pure ad assicurare il rispetto del diritto, dei valori e dei principi dell'UE;
I. considerando che il rifiuto sistematico da parte di uno Stato membro di rispettare i valori fondamentali dell'Unione europea e i trattati ai quali ha liberamente aderito ha ripercussioni sull'Unione nel suo complesso e rappresenta una minaccia per quest'ultima; che la mancata reazione a una tale situazione comprometterebbe la credibilità dell'Unione;
J. considerando che la commissione di Venezia e l'OSCE/ODIHR hanno rilevato che il codice elettorale bulgaro ostacola la diversità linguistica e i diritti di voto dei cittadini che vivono all'estero(5);
K. considerando che negli ultimi anni sono stati segnalati diversi episodi di incitamento all'odio contro le minoranze, anche da parte di ministri del governo; che l'immunità parlamentare è sistematicamente invocata per evitare che i membri dell'Assemblea nazionale bulgara siano ritenuti responsabili in caso di discorsi d'odio(6);
L. considerando che, negli ultimi anni, si sono moltiplicate le segnalazioni di casi di uso improprio dei fondi dell'Unione in Bulgaria e che tali casi dovrebbero essere oggetto di indagini approfondite; che, negli ultimi mesi, i cittadini bulgari hanno assistito a un elevato numero di accuse di corruzione ad alto livello, alcune delle quali hanno coinvolto direttamente il primo ministro; che, sempre negli ultimi mesi, i media internazionali hanno ripetutamente segnalato possibili interconnessioni tra i gruppi criminali e le autorità pubbliche in Bulgaria;
M. considerando che la procura ha formulato accuse a carico dell'ex ministro dell'Ambiente e delle risorse idriche, dell'ex viceministro dell'Ambiente e delle risorse idriche e dell'ex viceministro dell'Economia, che il governo ha immediatamente rimosso dai rispettivi incarichi;
N. considerando che tali rivelazioni hanno condotto a grandi manifestazioni e proteste della società civile, che continuano ininterrottamente da oltre tre mesi, nell'ambito delle quali i cittadini bulgari rivendicano giustizia, il rispetto dello Stato di diritto e l'indipendenza della magistratura e protestano contro l'erosione della democrazia e la corruzione endemica; che le richieste dei manifestanti includono, tra l'altro, le dimissioni del governo e del procuratore generale, così come l'indizione immediata di elezioni parlamentari; che le autorità preposte all'applicazione della legge avrebbero risposto alle proteste con una violenza sproporzionata;
O. considerando che il diritto di protesta è un diritto fondamentale che non può essere soggetto a divieti o misure di controllo in maniera generale e assoluta e che può essere limitato solo da misure di polizia legittime, proporzionate e necessarie e in circostanze eccezionali; che nessuna manifestazione dovrebbe essere considerata non tutelata da tale diritto; che le autorità di contrasto devono dare la priorità alla dispersione volontaria senza l'uso della forza; che la libertà di riunione va di pari passo con la libertà di espressione, prevedendo il diritto di ogni persona alla libertà di espressione, diritto che include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza ingerenze da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera;
P. considerando che il ministro dell'Interno, il ministro delle Finanze, il ministro dell'Economia e il ministro del Turismo si sono dimessi il 15 luglio 2020, mentre il ministro della Giustizia ha rassegnato le dimissioni il 26 agosto 2020;
Q. considerando che il primo ministro ha annunciato che si dimetterà nel momento in cui l'Assemblea nazionale indirà le elezioni della Grande assemblea nazionale(7);
R. considerando che persistono serie preoccupazioni per quanto riguarda la lotta contro la corruzione in Bulgaria; che ciò rischia di pregiudicare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni pubbliche;
S. considerando che, secondo un sondaggio speciale Eurobarometro sull'atteggiamento dei cittadini dell'UE nei confronti della corruzione, pubblicato nel giugno 2020, l'80 % dei cittadini bulgari interpellati ritiene che la corruzione sia diffusa nel paese e il 51 % è dell'opinione che la corruzione sia aumentata negli ultimi tre anni;
T. considerando che, secondo l'indice dello Stato di diritto per il 2020 del World Justice Project, la Bulgaria occupa la 53a posizione su 128, mentre a livello dell'Unione è al penultimo posto; che, in base all'indice di percezione della corruzione per il 2019 di Transparency International, pubblicato all'inizio di quest'anno, la Bulgaria è il fanalino di coda dei paesi della regione dell'Unione e si colloca al 74° posto su scala mondiale;
U. considerando che una società civile vivace e il pluralismo dei mezzi di informazione svolgono un ruolo determinante nel promuovere una società aperta e pluralistica e la partecipazione del pubblico al processo democratico, come pure nel rafforzare la responsabilità dei governi; che la libertà dei media in Bulgaria va deteriorandosi, come dimostrato dal posizionamento del paese nelle relazioni pubblicate da Reporter senza frontiere; che la Bulgaria figura al 111° posto nell'indice sulla libertà di stampa nel mondo per il 2020 e, per il terzo anno consecutivo, chiude la classifica degli Stati membri dell'UE; che la piattaforma del Consiglio d'Europa per la tutela del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti include tre allerte di livello 1 che segnalano violazioni gravi e dannose a scapito della libertà dei media e alle quali le autorità bulgare non hanno ancora risposto; che desta preoccupazione l'influenza dei paesi terzi nel panorama dei media come parte di una più ampia strategia volta a diffondere la propaganda antieuropeista e la disinformazione;
V. considerando che la Bulgaria presenta ancora numerose carenze istituzionali, in particolare in termini di indipendenza della magistratura, e che, negli anni, la Commissione ha preso atto di tali lacune nelle relazioni elaborate nell'ambito dell'MCV; che, tuttavia, nell'ultima relazione dell'MCV, pubblicata il 22 ottobre 2019, la Commissione ha rilevato che i progressi dimostrati dalla Bulgaria nel quadro dell'MCV erano sufficientemente in linea con gli impegni assunti in fase di adesione all'Unione e ha raccomandato pertanto di revocare il meccanismo di supervisione; che, dopo aver preso in considerazione le osservazioni del Parlamento e del Consiglio, la Commissione deve ancora adottare una decisione finale in merito alla revoca dell'MCV; che il Presidente Sassoli ha inviato una lettera nella quale si esprimeva a favore della revoca dell'MCV, sottolineando tuttavia la necessità di attuare e far rispettare gli impegni e le riforme e ponendo in evidenza la situazione dell'indipendenza della magistratura, della corruzione e della libertà dei media;
W. considerando che il nuovo meccanismo globale in materia di democrazia, Stato di diritto e diritti fondamentali, come auspicato dal Parlamento, con il suo ciclo di monitoraggio annuale che si applicherebbe in modo equo a tutti gli Stati membri, dovrebbe contemplare tutti i valori sanciti dall'articolo 2 TUE e dovrebbe in ultima analisi sostituire gli MCV per la Romania e la Bulgaria;
X. considerando che la relazione sullo Stato di diritto 2020, di recente pubblicazione, riconosce che permangono sfide per la Bulgaria in merito all'indipendenza del pubblico ministero per quanto riguarda l'esecutivo, e sottolinea il mancato completamento di un efficace regime di responsabilità per il procuratore generale; che la relazione menziona altresì i timori relativi all'efficacia delle indagini, dell'azione penale e del giudizio relativamente ai casi di corruzione in Bulgaria; che, a riguardo del settore della libertà dei media, la relazione mette in risalto diverse preoccupazioni circa, tra l'altro, l'efficacia delle autorità nazionali dei media in Bulgaria, la mancanza di trasparenza della proprietà dei media, nonché le minacce e gli attacchi che prendono di mira i giornalisti;
1. deplora profondamente il fatto che gli sviluppi in Bulgaria abbiano comportato un deterioramento significativo nel rispetto dei principi dello Stato di diritto, della democrazia e dei diritti fondamentali, in particolare per quanto riguarda l'indipendenza della magistratura, la separazione dei poteri, la lotta alla corruzione e la libertà dei media; esprime solidarietà al popolo della Bulgaria nelle sue legittime rivendicazioni e aspirazioni in materia di giustizia, trasparenza, assunzione di responsabilità e democrazia;
2. sottolinea che è di fondamentale importanza assicurare che i valori sanciti dall'articolo 2 TUE siano pienamente rispettati e che i diritti fondamentali stabiliti nella Carta dei diritti fondamentali siano garantiti; invita le autorità bulgare a garantire che tali valori e diritti siano rispettati appieno e senza condizioni;
3. prende atto della proposta di convenire la Grande assemblea nazionale ai fini dell'adozione di una nuova Costituzione; evidenzia che qualsiasi riforma costituzionale dovrebbe essere oggetto di un dibattito approfondito e inclusivo, sulla base di opportune consultazioni con tutte le parti interessate, in particolare con la società civile, e dovrebbe essere adottata con il maggiore consenso possibile; prende atto della lettera inviata dal presidente dell'Assemblea nazionale al presidente della commissione di Venezia il 18 settembre 2020, nella quale si trasmetteva una richiesta ufficiale per la prestazione di assistenza da parte di esperti e la formulazione di un parere della commissione di Venezia sul progetto della nuova Costituzione della Repubblica di Bulgaria; invita le autorità bulgare a sollecitare in maniera proattiva la commissione di Venezia e altri organismi pertinenti facenti capo a organizzazioni internazionali affinché valutino le misure in questione prima della loro approvazione definitiva;
4. prende atto dell'adozione in seconda lettura delle modifiche al codice elettorale bulgaro; osserva con preoccupazione che il parlamento bulgaro è in procinto di adottare una nuova legge elettorale, nonostante le elezioni parlamentari ordinarie debbano tenersi entro sette mesi; invita le autorità bulgare a garantire che la legislazione elettorale sia pienamente conforme a tutte le raccomandazioni della commissione di Venezia e dell'OSCE/ODIHR, in particolare per quanto riguarda la stabilità degli elementi fondamentali del diritto elettorale, che non dovrebbero essere soggetti a modifiche a meno di un anno dalle elezioni;
5. è profondamente convinto che il parlamento bulgaro dovrebbe svolgere un ruolo cruciale nel garantire l'assunzione di responsabilità da parte dell'esecutivo e che esso rappresenta uno dei necessari pesi e contrappesi per la difesa dello Stato di diritto; è preoccupato per la prassi della maggioranza al governo di approvare frettolosamente gli atti legislativi, spesso senza procedere a un adeguato dibattito o senza consultare le parti interessate; rileva che i cittadini nutrono scarsissima fiducia nel parlamento bulgaro(8); si rammarica per le recenti restrizioni imposte ai giornalisti nei locali dell'Assemblea nazionale, che limitano il loro accesso ai parlamentari e, pertanto, le possibilità di controllo da parte dei media sulle attività della legislatura;
6. esprime profonda preoccupazione per il fatto che alcune questioni sistemiche del sistema giudiziario individuate dalla Corte europea dei diritti dell'uomo e dalla commissione di Venezia restino irrisolte, in particolare a riguardo delle disposizioni relative al Consiglio superiore della magistratura e al procuratore generale, segnatamente l'assenza di meccanismi efficaci per la responsabilità o il funzionamento dei controlli sul loro operato e sul bilanciamento dei poteri; insiste sulla necessità che le autorità bulgare rispettino pienamente la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo e le raccomandazioni della commissione di Venezia e del GRECO relative alla magistratura, in particolare per quanto riguarda il Consiglio superiore della magistratura e lo status del procuratore generale, al fine di garantirne l'indipendenza; osserva che dalla relazione della Commissione del 22 ottobre 2019 sui progressi compiuti in Bulgaria nell'ambito dell'MCV si evince che si è svolto un ampio dibattito sui media, in cui alcune parti interessate hanno espresso preoccupazioni in merito alla procedura di nomina del procuratore generale e al candidato principale, e che le organizzazioni della società civile avevano organizzato manifestazioni di protesta al riguardo;
7. è preoccupato per la costante mancanza di indagini sulla corruzione ad alto livello che producano risultati tangibili; osserva che la corruzione, l'inefficienza e la mancanza di responsabilità continuano a costituire problemi dilaganti nel sistema giudiziario e che la fiducia dei cittadini nel sistema giudiziario rimane bassa a causa dell'impressione che i magistrati siano sottoposti a pressioni politiche e rendano giustizia in maniera iniqua; prende atto dell'aumento del numero di indagini sulla corruzione ad alto livello, compresi i casi con aspetti transfrontalieri, avviate nei confronti di alti funzionari e di personalità pubbliche di spicco; rileva con preoccupazione le discrepanze tra le decisioni delle giurisdizioni superiori e inferiori, che contribuiscono anche alla mancanza di condanne definitive ed efficaci; sottolinea la necessità di condurre indagini serie, indipendenti e attive e di ottenere risultati nei settori della lotta alla corruzione, alla criminalità organizzata e al riciclaggio di denaro, nonché di esaminare attentamente le accuse di corruzione ad alto livello a seguito delle registrazioni audio emerse nell'estate del 2020 e in relazione agli scandali "Apartment gate" e "Guesthouse gate", ai casi della petroliera e della residenza balneare a Rosenets e allo scandalo relativo al presunto trasferimento illecito di denaro dalla Banca per lo sviluppo bulgara, tutti elementi che, considerati insieme, suggeriscono la presenza di carenze sistemiche nello Stato di diritto e nelle misure anticorruzione in Bulgaria; esprime inoltre preoccupazione per gli esempi meno evidenti di carenze dello Stato di diritto in Bulgaria, come il trattamento riservato ai proprietari degli appartamenti del Sunset Resort a Pomorie; plaude all'istituzione di nuova agenzia anticorruzione unificata nel paese; invita le autorità bulgare a garantire che l'agenzia sia in grado di gestire efficacemente l'ampia gamma delle sue responsabilità, tra cui la prevenzione, l'indagine e la confisca dei beni illeciti;
8. esprime viva preoccupazione per il grave deterioramento subito dalla libertà dei media in Bulgaria nel corso dell'ultimo decennio; invita le autorità bulgare a promuovere un ambiente favorevole alla libertà di espressione, in particolare aumentando la trasparenza della proprietà dei media e impedendo l'eccessiva concentrazione della proprietà di questi ultimi e delle reti di distribuzione, anche attraverso la corretta applicazione del quadro legislativo esistente, nonché abrogando le disposizioni penali contro i reati di diffamazione; sottolinea la necessità di rendere più indipendenti ed efficaci il Consiglio per i mezzi di comunicazione elettronici e il suo mandato; esprime preoccupazione per le segnalazioni relative alla prassi costante di influenzare i media ricorrendo all'assegnazione preferenziale di fondi dell'Unione a mezzi di comunicazione favorevoli al governo;
9. rileva che la tutela dei giornalisti è di interesse vitale per la società; invita le autorità bulgare a garantire in ogni momento la protezione dei giornalisti e a salvaguardarne dunque l'indipendenza; condanna fermamente i casi dei giornalisti che, dopo aver criticato il governo, sono diventati oggetto di campagne diffamatorie e invita le autorità bulgare a limitare tali pratiche antidemocratiche; deplora gli episodi di violenza contro i giornalisti e la distruzione delle loro attrezzature tecniche; esorta le autorità bulgare ad avviare un'indagine completa su tutti i casi di violenza contro i giornalisti che si occupano delle proteste; invita le autorità bulgare a garantire che gli agenti di polizia e gli altri funzionari rispettino la libertà di stampa e consentano ai giornalisti e ai professionisti dei media di coprire le manifestazioni in modo sicuro; sottolinea che l'esercizio della violenza da parte degli agenti statali è contrario al dovere degli Stati membri di rispettare la libertà di stampa e di proteggere la sicurezza dei giornalisti(9);
10. invita le autorità bulgare a trattare in modo esauriente e completo tutte le segnalazioni presentate sulla la piattaforma del Consiglio d'Europa per la tutela del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti e ad aderire pienamente alle raccomandazioni della commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa, al fine di garantire che i giornalisti possano svolgere il proprio lavoro in sicurezza in Bulgaria;
11. esprime il proprio inequivocabile sostegno alle legittime richieste del popolo della Bulgaria e alle aspirazioni che esso nutre in materia di giustizia, trasparenza, assunzione di responsabilità e democrazia; è fermamente convinto che le manifestazioni pacifiche siano un diritto fondamentale in ogni paese democratico e sostiene il diritto delle persone di manifestare pacificamente; condanna qualsiasi forma di violenza contro le manifestazioni pacifiche; sottolinea che la libertà di espressione e la libertà di informazione devono essere sempre rispettate; evidenzia che il ricorso alla violenza e alla forza sproporzionata è inaccettabile; esprime viva costernazione per il presunto uso della forza contro donne e minori, tra cui bambini affetti da disabilità; è preoccupato per gli audit illeciti ed eccessivi condotti presso imprese private che hanno espresso pubblicamente il proprio sostegno alle proteste; condanna l'intervento violento e sproporzionato della polizia durante le proteste dei mesi di luglio, agosto e settembre 2020; invita le autorità bulgare a garantire indagini trasparenti, imparziali ed efficaci in merito alle azioni della polizia;
12. condanna le condizioni disumane che la Corte europea dei diritti dell'uomo ha riscontrato nelle carceri bulgare, tra cui sovraffollamento, condizioni sanitarie e materiali scadenti, possibilità limitate di attività al di fuori delle celle, cure mediche inadeguate e l'applicazione prolungata di regimi penitenziari restrittivi(10);
13. esprime profonda preoccupazione per il fatto che, a seguito di oltre 45 sentenze pronunciate dalla Corte europea dei diritti dell'uomo nei confronti della Bulgaria, le autorità bulgare continuino a non rispettare l'obbligo di svolgere indagini efficaci; ritiene che tali carenze regolari abbiano messo in luce l'esistenza di un problema sistemico(11); sottolinea che, secondo la relazione annuale 2019 del Consiglio d'Europa sul controllo dell'esecuzione delle sentenze e delle decisioni della Corte europea dei diritti dell'uomo, devono essere ancora attuate 79 sentenze guida pronunciate contro la Bulgaria;
14. è preoccupato per il fatto che, malgrado le numerose direttive dell'UE sui diritti processuali degli indiziati e degli imputati e nonostante quanto indicato dalla tabella di marcia del 2009, in Bulgaria tali diritti non sono rispettati a sufficienza; ritiene che ciò comporti un profondo impatto sui diritti fondamentali(12);
15. condanna tutti gli episodi di incitamento all'odio, discriminazione e ostilità nei confronti delle persone di origine romanì, delle donne, delle persone LGBTI e delle persone appartenenti ad altri gruppi minoritari, che continuano a destare grave preoccupazione; invita le autorità a rispondere con determinazione agli episodi di incitamento all'odio, anche da parte di politici di alto livello, a rafforzare la tutela giuridica contro la discriminazione e i reati generati dall'odio nonché a indagare su tali reati e perseguirli efficacemente; accoglie con favore il divieto giudiziale imposto all'annuale marcia neo-nazista di Lukov, nonché il fatto che sia stata avviata un'indagine sulla "BNU", l'organizzazione che ne è alla base; invita il governo bulgaro a rafforzare la cooperazione con gli osservatori internazionali e locali dei diritti umani e ad adottare tutte le misure del caso per tutelare efficacemente i diritti delle minoranze, in particolare i diritti alla libertà di espressione e di associazione, anche attraverso l'attuazione delle pertinenti sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo(13); invita le autorità e i funzionari bulgari a condannare fermamente tutti gli atti di violenza e di incitamento all'odio perpetrati nei confronti delle minoranze;
16. deplora il clima di ostilità nei confronti delle persone di origine romanì in alcune comunità popolate, segnatamente nei confronti di coloro che hanno dovuto lasciare le loro case a seguito di proteste rivolte alle loro comunità in diverse località; si rammarica del terrore psicologico e delle espulsioni violente operati nei confronti delle persone romanì nella zona di Voyvodinovo; invita le autorità ad affrontare con urgenza la situazione in cui versano queste persone; ritiene che si debbano continuare ad adottare misure risolute per migliorare la situazione abitativa generale delle persone di origine romanì; è del parere che è necessario eliminare completamente la segregazione scolastica dei bambini di origine romanì; invita le autorità a porre fine all'incitamento all'odio e alla discriminazione razziale nei confronti delle persone appartenenti alla minoranza romanì nella loro risposta alla COVID-19, nonché a cessare le operazioni di polizia che prendono i quartieri abitati da romanì durante la pandemia;
17. prende atto della sentenza della Corte costituzionale del 27 luglio 2018 relativa alla non conformità della convenzione di Istanbul con la Costituzione bulgara; si rammarica del fatto che tale decisione impedisca alla Bulgaria di ratificare la convenzione; esprime profonda preoccupazione per la persistente e fuorviante retorica pubblica usata a riguardo della convenzione, dovuta a una diffusa disinformazione e a una campagna diffamatoria a seguito di una copertura mediatica negativa sull'argomento da parte di vari media con presunti legami con il governo e i partiti di opposizione, resa ancor più preoccupante dalla partecipazione di politici e partiti politici rappresentati nel parlamento bulgaro; è preoccupato per il persistente atteggiamento negativo nei confronti della convenzione, che contribuisce ulteriormente alla stigmatizzazione dei gruppi vulnerabili a rischio di violenza di genere, la cui situazione è stata particolarmente aggravata dalla pandemia di COVID-19 e dalle misure di confinamento in tutta Europa, compresa la Bulgaria, e che esalta e instilla ulteriormente un sentimento di impunità tra gli autori dei reati di genere; deplora che le recenti modifiche al codice penale, che hanno introdotto sanzioni più severe per la violenza di genere, si siano rivelate inadeguate per affrontare la complessità della questione e soprattutto per prevenirla; invita pertanto le autorità bulgare a rafforzare la prevenzione e la lotta contro la violenza domestica, a fare quanto necessario per consentire la ratifica della convenzione di Istanbul e ad applicare tutti gli elementi di quest'ultima in linea con il suo ordine costituzionale, cercando nel contempo una soluzione più ampia per i restanti elementi, nonché aumentando il numero di centri di accoglienza e altri servizi sociali necessari per fornire sostegno alle vittime di violenza domestica;
18. ritiene necessario eliminare la discriminazione basata sull'orientamento sessuale o l'identità di genere, sul piano sia giuridico che pratico in tutti i settori; invita le autorità bulgare a modificare la legge sulla tutela contro le discriminazioni per includere esplicitamente l'identità di genere tra i motivi di discriminazione; invita le autorità bulgare a modificare il codice penale vigente per includervi i reati generati dall'odio e l'incitamento all'odio basati sull'orientamento sessuale, l'identità e l'espressione di genere e le caratteristiche sessuali; invita le autorità bulgare ad attuare la pertinente giurisprudenza della Corte di giustizia e della Corte europea dei diritti dell'uomo e, in tale contesto, ad affrontare la situazione delle unioni tra persone dello stesso sesso e genitori dello stesso sesso, affinché possano godere del diritto alla non discriminazione, ex lege e di fatto, nonché a stabilire un adeguato quadro giuridico che garantisca la parità dei diritti per tutte le coppie;
19. è preoccupato per il fatto che sia stato impedito l'ingresso in territorio bulgaro a coloro che potrebbero necessitare di protezione internazionale o che essi siano stati espulsi, a volte con forza, senza avere la possibilità di chiedere asilo o una valutazione personalizzata(14); manifesta viva preoccupazione per l'allarmante deportazione dei membri dell'opposizione turca, che viola i trattati internazionali e le valide ordinanze emesse dai tribunali bulgari competenti(15); invita le autorità bulgare a garantire che la legislazione e le prassi in materia di asilo rispettino pienamente il pertinente acquis e la Carta dei diritti fondamentali; invita la Commissione ad occuparsi con la massima urgenza della procedura d'infrazione nei confronti della Bulgaria;
20. esprime profonda preoccupazione per le modifiche proposte alla legge sugli organismi senza scopo di lucro dotati di personalità giuridica, che creerebbe un ambiente molto ostile per le organizzazioni della società civile con uno status di pubblica utilità che beneficiano di finanziamenti esteri, e rischierebbe di essere in conflitto con il principio della libertà di associazione e il diritto alla vita privata(16); esorta le autorità bulgare a esaminare approfonditamente la giurisprudenza consolidata della Corte di giustizia dell'Unione europea al riguardo;
21. rileva che la Bulgaria ha compiuto progressi nell'ambito dell'MCV; invita il governo bulgaro a cooperare con la Commissione in virtù del principio di leale cooperazione stabilito nel TUE, onorando gli impegni assunti in maniera costante; invita le autorità bulgare ad astenersi dal realizzare qualsiasi riforma unilaterale che possa mettere a rischio il rispetto dello Stato di diritto, in particolare l'indipendenza della magistratura e la separazione dei poteri; osserva che la Commissione ha indicato di non voler ancora revocare l'MCV per la Bulgaria; invita la Commissione a continuare a monitorare la riforma della magistratura e la lotta alla corruzione in Bulgaria nel quadro dell'MCV, fino a quando non sarà completamente operativo un meccanismo per monitorare il rispetto della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali, applicabile in egual misura a tutti gli Stati membri; invita altresì la Commissione ad avvalersi, se del caso, di altri strumenti disponibili, tra cui le procedure di infrazione, il quadro per lo Stato di diritto e gli strumenti di bilancio, una volta disponibili;
22. si compiace della pubblicazione della prima relazione annuale dell'UE sullo Stato di diritto riguardante tutti gli Stati membri; prende atto dei timori individuati dalla Commissione in una serie di settori riguardanti la Bulgaria; invita le autorità bulgare ad agire rapidamente per rispondere a tali preoccupazioni;
23. evidenzia che è necessario che il governo bulgaro, in cooperazione con la Commissione, garantisca un controllo più rigoroso delle modalità di spesa dei fondi dell'Unione e affronti immediatamente i sospetti secondo cui il denaro dei contribuenti viene utilizzato per arricchire i circoli vicini al partito al potere;
24. accoglie con favore l'adesione della Bulgaria alla Procura europea (EPPO) e nutre fiducia nel fatto che tale partecipazione comporterà di per sé un controllo più rigoroso sul corretto utilizzo dei fondi dell'UE a tale riguardo;
25. ribadisce la sua posizione in merito alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla tutela del bilancio dell'Unione in caso di carenze generalizzate riguardanti lo Stato di diritto negli Stati membri(17), compresa la necessità di salvaguardare i diritti dei beneficiari, e invita il Consiglio ad avviare quanto prima negoziati interistituzionali;
26. invita le autorità bulgare a indagare sulle rivelazioni contenute nei fascicoli FinCEN, dai quali è emerso che tre banche bulgare erano coinvolte nel trattamento di pagamenti identificati come ad alto rischio di riciclaggio di denaro e legati al finanziamento della criminalità organizzata e del terrorismo; ritiene che la Bulgaria debba intraprendere azioni risolute per migliorare la vigilanza del settore bancario e intensificare le misure antiriciclaggio, anche attraverso il rafforzamento delle istituzioni che indagano su tali questioni; sottolinea che i fascicoli FinCEN hanno messo in luce le carenze del sistema globale e la sua vulnerabilità agli abusi commessi dai criminali e alla corruzione, e ha sottolineato l'urgente necessità di migliorare la vigilanza bancaria a livello mondiale e di adottare meccanismi migliori per affrontare le transazioni transfrontaliere; invita la Commissione e gli Stati membri ad accelerare i lavori in questo settore, anche attraverso l'istituzione di un'autorità europea di vigilanza, come già richiesto dal Parlamento;
27. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Consiglio d'Europa, all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa e alle Nazioni Unite.
Commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa, relazione a seguito della visita in Bulgaria dal 25 al 29 novembre 2019, 31 marzo 2020, pag. 33 e pag. 38.
Dichiarazione della commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa, dal titolo "La Bulgaria deve indagare sulla violenza esercitata dalla polizia nei confronti dei giornalisti", Strasburgo, 3 settembre 2020.
Cfr le sentenze del 27 gennaio 2015, Neshkov et al. contro Bulgaria (domande nn. 36925/10, 21487/12, 72893/12, 73196/12, 77718/12 e 9717/13); del 12 maggio 2017, Simeonovi contro Bulgaria (domanda n. 21980/04); del 21 gennaio 2016, Boris Kostadinov contro Bulgaria (domanda n. 61701/11); del 29 giugno 2017, Dimcho Dimov contro Bulgaria (n. 2) (domanda n .77248/12); del 17 novembre 2015, Dimitrov e Ridov contro Bulgaria (domanda n. 34846/08) e del 5 ottobre 2017, Kormev contro Bulgaria (domanda n. 39014/12).
Cfr. le più recenti relazioni periodiche sulle visite del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti.
Sentenze del 19 gennaio 2006, The United Macedonian Organisation Ilinden et al. contro Bulgaria (domanda n. 59491/00); del 18 ottobre 2011, The United Macedonian Organisation Ilinden et al. contro Bulgaria (n. 2) (domanda n. 34960/04); dell'11 gennaio 2018, The United Macedonian Organisation Ilinden et al. contro Bulgaria (n. 3) (domanda n. 29496/16) e dell'11 gennaio 2018, Yordan Ivanov et al. contro Bulgaria (domanda n. 70502/13).
Nazioni Unite, Commissione per i diritti umani, osservazioni conclusive sulla quarta relazione periodica della Bulgaria, 15 novembre 2018, parr. 29 e 30;
Corte europea dei diritti dell'uomo, domanda in attesa di esame, Abdullah Büyük contro Bulgaria (domanda n. 23843/17); Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, Bureau of Democracy, Human Rights and Labor (Ufficio per la democrazia, i diritti umani e il lavoro) Relazione 2016 sui diritti umani in Bulgaria, pag. 16.
Consiglio d'Europa, dichiarazione del presidente della Conferenza delle organizzazioni internazionali non governative, del 9 luglio 2020, "Le modifiche proposte alla legge sugli organismi senza scopo di lucro dotati di personalità giuridica desta preoccupazioni in Bulgaria".