Risoluzione del Parlamento europeo del 22 ottobre 2020 sul futuro dell'istruzione europea nel contesto della COVID-19 (2020/2760(RSP))
Il Parlamento europeo,
– visti gli articoli 165 e 166 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),
– visti l'articolo 5, paragrafo 3, del trattato sull'Unione europea (TUE) e il protocollo n. 2 sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità,
– visto l'articolo 14 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,
– vista la proclamazione interistituzionale sul pilastro europeo dei diritti sociali(1),
– vista la comunicazione della Commissione del 30 settembre 2020 sulla realizzazione di uno spazio europeo dell'istruzione entro il 2025 (COM(2020)0625),
– vista la comunicazione della Commissione del 30 settembre 2020, dal titolo "Piano d'azione per l'istruzione digitale 2021-2027: Ripensare l'istruzione e la formazione per l'era digitale" (COM(2020)0624),
– vista la comunicazione della Commissione del 1° luglio 2020 dal titolo "Un'agenda per le competenze per l'Europa per la competitività sostenibile, l'equità sociale e la resilienza" (COM(2020)0274),
– vista la comunicazione della Commissione del 17 gennaio 2018 sul piano d'azione per l'istruzione digitale (COM(2018)0022),
– vista la comunicazione della Commissione, del 14 novembre 2017, dal titolo "Rafforzare l'identità europea grazie all'istruzione e alla cultura" (COM(2017)0673),
– vista la sua risoluzione del 17 aprile 2020 sull'azione coordinata dell'UE per lottare contro la pandemia di COVID-19 e le sue conseguenze(2),
– vista la sua risoluzione dell'11 dicembre 2018 su "L'istruzione nell'era digitale: sfide, opportunità e insegnamenti da trarre per la definizione delle politiche dell'Unione europea"(3),
– vista la sua risoluzione del 12 giugno 2018 sulla modernizzazione dell'istruzione nell'UE(4),
– viste le interrogazioni al Consiglio e alla Commissione sul futuro dell'istruzione europea nel contesto della COVID-19 (O-000052/2020 – B9-0020/2020 and O-000053/2020 – B9-0021/2020),
– visti l'articolo 136, paragrafo 5, e l'articolo 132, paragrafo 2, del suo regolamento,
– vista la proposta di risoluzione della commissione per la cultura e l'istruzione,
A. considerando che, conformemente al pilastro europeo dei diritti sociali, l'accesso a un'istruzione di qualità e inclusiva e all'apprendimento permanente è un diritto umano fondamentale ed essenziale per l'acquisizione e il mantenimento delle competenze, una partecipazione piena e attiva alla società e l'effettivo accesso a un mercato del lavoro in evoluzione;
B. considerando che, secondo l'UNESCO, quasi 1,6 miliardi di discenti in più di 190 paesi – il 94 % della popolazione mondiale di discenti – sono stati colpiti dalla chiusura degli istituti di istruzione e formazione al culmine della crisi COVID-19; che a livello mondiale è tuttora colpito oltre il 60 % dei discenti; che meno del 25 % dei paesi a basso reddito ha fornito una qualche forma di apprendimento a distanza; che nei paesi più sviluppati l'accesso all'istruzione digitale si è aggirato intorno al 90 %, il che significa che ancora il 10 % degli alunni delle scuole è stato lasciato indietro(5);
C. considerando che vi sono ancora gravi discrepanze a livello dell'UE, ove si registra una percentuale che arriva al 32 % di alunni che non hanno avuto accesso all'istruzione per diversi mesi in alcuni Stati membri; che, per molti studenti, questa mancanza di accesso derivava dall'assenza di attrezzature digitali, da competenze digitali inadeguate o da uno svantaggio preesistente; che, anche laddove gli allievi hanno avuto accesso all'istruzione digitale, spesso hanno dovuto imparare senza insegnante, senza sostegno da parte di un coetaneo o a casa e talvolta in un ambiente domestico instabile;
D. considerando che la pandemia di COVID-19 ha causato forse la più grave perturbazione nella storia dei sistemi di istruzione e formazione del mondo, minacciando una perdita di apprendimento per un'intera generazione di studenti, e potrebbe cancellare decenni di progressi; che tale perdita di apprendimento è suscettibile di ridurre i futuri livelli di reddito della generazione colpita e di produrre un impatto potenzialmente negativo anche sulla crescita della produttività del lavoro e sulla competitività dell'Unione nel suo complesso; che la stessa generazione deve affrontare l'ingresso in un mercato del lavoro fortemente colpito dalla crisi economica alimentata dalla COVID-19;
E. considerando che gli istituti di istruzione hanno un ruolo sociale ed educativo molto più ampio e contribuiscono alla salute fisica e mentale dei discenti; che la mancanza di un'interazione diretta tra insegnante e studente ha dimostrato di influire spesso sul benessere e sulla salute mentale degli studenti; che la pandemia ha sottolineato il ruolo critico che gli insegnanti svolgono nell'istruzione e nella società; che gli insegnanti e gli altri operatori del settore dell'istruzione sono stati spesso sovraccaricati, evidenziando la necessità di un maggiore sostegno per loro e di un maggiore riconoscimento del loro lavoro;
F. considerando che la crisi ha accelerato la transizione verso l'apprendimento digitale e ha stimolato l'innovazione nell'istruzione, come il miglioramento delle opportunità di apprendimento online; che gli investimenti nelle aziende di tecnologia dell'apprendimento negli ultimi anni hanno migliorato l'istruzione online e le soluzioni di apprendimento online; che i partenariati tra imprese e istituti di istruzione svolgono un ruolo nella promozione dell'innovazione nel settore dell'istruzione; che l'istituto di insegnamento dovrebbe rimanere l'organo decisionale finale in materia di contenuti educativi;
G. considerando che, al tempo stesso, il passaggio improvviso, accelerato dalla crisi, all'apprendimento online di massa e all'apprendimento a distanza ha messo a nudo enormi lacune nella concezione e nell'attuazione della politica dell'istruzione digitale all'interno dell'Unione europea e in tutti gli Stati membri; che la crisi ha ugualmente messo in evidenza la necessità di una maggiore cooperazione e di un maggiore coordinamento tra gli Stati membri in materia di politiche dell'istruzione e della formazione;
H. considerando che la transizione digitale è avvenuta da un giorno all'altro in un contesto in cui il 43 % degli europei non dispone di competenze digitali di base(6); che vi è una correlazione diretta tra, da un lato, il livello di competenza digitale di una persona e, dall'altro, lo Stato membro e il luogo all'interno di tale Stato in cui vive, la sua situazione socioeconomica, la sua età, il suo reddito, il suo livello di istruzione e la sua occupazione; che la trasformazione digitale e l'uso delle nuove tecnologie hanno un impatto sul mercato del lavoro, richiedendo livelli più elevati di alfabetizzazione digitale;
I. considerando che la pandemia rappresenta un'opportunità per ripensare il futuro dell'istruzione;
J. considerando che la Commissione mira a creare uno Spazio europeo dell'istruzione entro il 2025;
K. considerando che l'accordo politico raggiunto dal Consiglio europeo sul quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027 comporterebbe gravi tagli a programmi faro nell'ambito dell'istruzione come Erasmus+; che il Parlamento ha ripetutamente chiesto un bilancio ambizioso per i programmi di istruzione; che l'attuale crisi economica non dovrebbe condurre a tagli della spesa pubblica per l'istruzione;
L. considerando che, conformemente al principio di sussidiarietà, la politica in materia di istruzione è di competenza esclusiva degli Stati membri e l'Unione svolge un ruolo di sostegno e di coordinamento;
1. accoglie con favore la creatività e l'intraprendenza mostrate dagli istituti di istruzione e formazione, in particolare dal loro personale docente ed educativo e dagli studenti e dai genitori nell'adattarsi all'apprendimento online e a distanza, soprattutto alla luce delle circostanze in rapido mutamento e del periodo di incertezza; accoglie con analogo favore gli esempi positivi dati dai cittadini, dalla società civile e dai fornitori di istruzione non formale nell'adattare le loro pratiche didattiche e nello sviluppare iniziative che hanno permesso la continuazione dell'apprendimento; chiede maggiori sforzi per sviluppare e rendere più visibili iniziative efficaci e per promuovere le migliori pratiche in tutti i settori dell'istruzione; invita la Commissione a fornire una piattaforma che consenta agli Stati membri di condividere le buone pratiche e, a questo proposito, a esaminare le possibilità di nuove iniziative, come la creazione di un'università europea online;
2. sottolinea, tuttavia, che l'improvvisa transizione digitale nel settore dell'istruzione e della formazione ha altresì evidenziato un divario digitale per quanto riguarda l'accesso alle infrastrutture e ai dispositivi digitali, la qualità della didattica a distanza e le competenze di studenti, insegnanti e formatori;
3. deplora il fatto che in Europa abbiamo ancora studenti e alunni che non hanno accesso all'istruzione digitale; ribadisce la necessità di migliorare la connettività a livello europeo, in particolare nelle zone rurali e remote, e di aumentare l'accesso alle apparecchiature digitali; attira l'attenzione sull'innovazione di punta in Europa in materia di computer, tablet e software a fini didattici;
4. esprime preoccupazione per il divario di competenze digitali tra insegnanti e studenti, che ostacola un'efficace educazione digitale; ricorda pertanto la necessità di investire in opportunità di aggiornamento e di sviluppo professionale per gli insegnanti e i formatori in tutta Europa, per garantire che non solo abbiano, ma possano anche insegnare competenze digitali; sottolinea il valore della mobilità degli insegnanti e della condivisione delle conoscenze come strumento chiave a tale riguardo e invita la Commissione a sostenere ulteriormente queste attività;
5. osserva che la crisi ha colpito in varia misura i diversi settori dell'istruzione e della formazione e che gli istituti di istruzione superiore ne hanno spesso sofferto meno grazie alle preesistenti infrastrutture, risorse ed esperienza con gli strumenti digitali; sottolinea che le perturbazioni sono state più gravi per l'istruzione della prima infanzia, l'istruzione scolastica, l'istruzione e formazione professionali, l'istruzione degli adulti e l'istruzione non formale e chiede maggiori sforzi per assicurare un'efficace apprendimento a distanza per questi settori; ricorda la necessità di un adeguato sostegno finanziario a tale riguardo;
6. invita la Commissione a raccogliere, valutare e pubblicare i dati di tutti gli Stati membri riguardanti l'impatto della pandemia sulla partecipazione dei discenti all'apprendimento a distanza, prestando particolare attenzione ai casi in cui la partecipazione non è stata possibile a causa della mancanza di mezzi digitali; invita inoltre la Commissione a raccogliere dati sulle competenze digitali degli insegnanti negli Stati membri;
7. osserva con preoccupazione che le lacune dell'istruzione digitale hanno aggravato le disuguaglianze esistenti, sia tra gli Stati membri che al loro interno, e hanno avuto un impatto sproporzionato sulle persone che devono già affrontare svantaggi sociali, economici o di altro tipo, su quelle con difficoltà di apprendimento e disabilità e su quelle appartenenti a gruppi vulnerabili o a minoranze; sottolinea che colmare tale divario digitale è una priorità immediata;
8. ricorda inoltre il fondamentale ruolo sociale svolto dalle scuole e da altri istituti di istruzione, per esempio nel fornire accesso a pasti regolari e sostegno sociale; sottolinea gli effetti negativi delle misure di confinamento sulla salute e sul benessere mentale dei discenti, unitamente allo stress connesso alla valutazione e ai voti, nonché all'isolamento dai coetanei;
9. si compiace, pertanto, degli sforzi compiuti dai professionisti dell'istruzione e dagli Stati membri per garantire che l'apprendimento in presenza possa riprendere in condizioni di sicurezza nell'ambito della pandemia di COVID-19; invita tutti gli Stati membri a fare quanto necessario per garantire l'apprendimento in presenza per tutti; riconosce la sfida insita nella riapertura degli istituti di istruzione e deplora la mancanza di coordinamento o scambio di migliori prassi a livello europeo; invita la Commissione e gli Stati membri a collaborare strettamente per ridurre al minimo i rischi sanitari per il personale e per i discenti e per massimizzare la possibilità che l'istruzione in presenza possa continuare; ritiene, al contempo, che nell'eventualità di un altro confinamento gli istituti di istruzione debbano essere attrezzati per fornire un apprendimento digitale di qualità a tutti i discenti e per affrontare la questione della salute mentale e del benessere in cooperazione con i genitori e le altre pertinenti parti interessate;
10. sottolinea che le disuguaglianze sociali e nel campo dell'istruzione spesso si consolidano nella prima infanzia e tendono ad ampliarsi nel corso dell'età adulta, dal momento che un minore livello di istruzione conduce generalmente a peggiori prospettive occupazionali, che a loro volta tendono a ridurre l'accesso alle opportunità di formazione e sviluppo dei lavoratori;
11. esprime preoccupazione per i livelli disomogenei di analfabetismo digitale evidenziati dalla crisi, dal momento che molte persone hanno difficoltà a comprendere questioni relative alla protezione dei dati online di base, alla cibersicurezza e all'alfabetizzazione informatica; evidenzia, a tale riguardo, la particolare sfida della disinformazione e delle notizie false; sottolinea l'importanza dell'insegnamento di competenze di base in materia di alfabetizzazione digitale e cultura dell'informazione attraverso un autentico approccio di apprendimento permanente e pone l'accento sulla necessità di migliorare l'accesso all'insegnamento delle competenze digitali per gli anziani e le persone appartenenti a gruppi svantaggiati; chiede iniziative europee di alfabetizzazione digitale su vasta scala, da inserire nel piano d'azione per l'istruzione digitale riveduto;
12. ritiene che il principale insegnamento da trarre dalla crisi sia che l'inclusione e le pari opportunità, sia in termini di accesso che di qualità, devono essere poste al centro delle future politiche dell'Unione in materia di istruzione e formazione;
13. sottolinea che la crisi ha mostrato la necessità di un approccio alla politica in materia di istruzione che sia multilaterale e basato sulla co-creazione e includa insegnanti e formatori, discenti, erogatori di istruzione e formazione non formali, genitori, imprese, società civile, sindacati e autorità locali sia nella concezione che nella realizzazione; ricorda che l'apprendimento avviene in contesti formali, non formali e informali e che la definizione delle politiche deve essere orientata verso tale approccio basato su diversi contesti;
14. è convinto che la crisi offra un'occasione per una profonda riflessione sul futuro orientamento della politica in materia di istruzione e formazione e sulla sua collocazione all'interno della più ampia agenda per la ripresa post-pandemia; sottolinea il ruolo centrale svolto dall'istruzione nella transizione verde e nella transizione digitale; ricorda che il Green Deal europeo riconosce il ruolo fondamentale delle scuole, degli istituti di formazione e delle università nel dare impulso al cambiamento;
15. ritiene inoltre che sia giunto il momento di ripensare e modernizzare i programmi di studio e i metodi di apprendimento e di accelerare il ritmo del cambiamento; incoraggia gli Stati membri a promuovere la digitalizzazione e l'innovazione e a integrare tecnologie nuove ed emergenti quali l'intelligenza artificiale, le blockchain, le soluzioni di apprendimento adattivo e la ludicizzazione nei loro sistemi di istruzione e formazione in un modo intelligente e incentrato sul discente; sottolinea la necessità di esaminare l'impatto delle tecnologie innovative nell'istruzione e di promuovere esempi di migliori prassi a livello europeo; rammenta l'importanza dei principi giuridici ed etici alla base della proprietà intellettuale nel contesto dei contenuti didattici digitali; sottolinea che l'uso delle tecnologie digitali dovrebbe essere integrato nell'istruzione fin dalla più giovane età, con un'adeguata supervisione di adulti e professionisti e gli standard più elevati in materia di protezione dei dati e dei diritti d'autore;
16. sottolinea che l'interazione diretta tra docenti e discenti è insostituibile e che soltanto l'insegnamento in presenza può assicurare efficacemente l'acquisizione di competenze interpersonali e sociali; ritiene pertanto che, pur essendo probabile che la pandemia comporti il passaggio a un modello di istruzione più ibrido che unisca l'apprendimento in aula e in presenza a soluzioni di e-learning, l'apprendimento in presenza debba rimanere al centro dell'istruzione e della formazione; ricorda l'importanza dello studio delle discipline umanistiche e ritiene che esse siano essenziali per integrare le materie STEAM e le competenze imprenditoriali;
17. ritiene che un miglioramento della cooperazione e del coordinamento tra gli Stati membri e una politica dell'Unione più ambiziosa in materia di istruzione e formazione avrebbero migliorato l'efficacia della risposta alla crisi della COVID-19 ed esorta l'Unione a svolgere in futuro un ruolo più attivo di coordinamento;
18. invita pertanto la Commissione a proporre un quadro strategico coraggioso per la futura politica europea in materia di istruzione, che trasformi lo spazio europeo dell'istruzione da una visione approssimativa basata su principi generali in un programma di lavoro concreto con una serie di obiettivi misurabili, tra cui la realizzazione del riconoscimento reciproco automatico delle qualifiche, dei diplomi e dei periodi di apprendimento all'estero nell'Unione al più tardi entro il 2025; esorta la Commissione ad adottare un approccio altrettanto coraggioso riguardo al piano d'azione per l'istruzione digitale, passando da un insieme di azioni eterogenee a una vera e propria strategia in materia di istruzione e competenze digitali; insiste affinché la Commissione coinvolga attivamente il Parlamento in tutte le fasi della definizione delle politiche;
19. insiste sul fatto che la futura politica europea in materia di istruzione deve basarsi su un quadro politico concertato che garantisca che le iniziative strategiche pertinenti, quali l'agenda europea per le competenze, lo spazio europeo dell'istruzione, il piano d'azione per l'istruzione digitale, la garanzia per i giovani e la garanzia per l'infanzia, siano complementari e sostengano chiari obiettivi politici generali; ritiene che la dimensione dell'istruzione debba far parte del dialogo con i cittadini, per esempio nel quadro della futura conferenza sul futuro dell'Europa;
20. osserva che i progressi compiuti verso uno spazio europeo dell'istruzione superiore sono considerevolmente maggiori rispetto a processi analoghi in altri settori dell'istruzione; esorta pertanto la Commissione a concentrare maggiori sforzi su altri settori dell'istruzione, in particolare l'educazione della prima infanzia, l'istruzione scolastica, l'istruzione degli adulti e l'istruzione e la formazione professionale, attraverso un approccio basato sull'apprendimento permanente;
21. ricorda che il programma Erasmus+ è il principale strumento di finanziamento a sostegno della creazione dello spazio europeo dell'istruzione; sottolinea il valore degli strumenti elaborati con il sostegno di Erasmus+ per produrre e condividere risorse didattiche, ad esempio con l'eTwinning, e per elaborare moduli di formazione degli insegnanti, ad esempio attraverso lo School Education Gateway; ritiene che tali strumenti debbano essere potenziati, dotati di maggiori finanziamenti e promossi attivamente nella comunità dell'istruzione per poter fare davvero la differenza per l'insegnamento e l'apprendimento online; ricorda il proprio sostegno al programma Erasmus+ affinché integri la mobilità, ma non la sostituisca, con l'apprendimento virtuale e gli strumenti di cooperazione; sottolinea il prezioso contributo apportato da una serie di progetti pilota e azioni preparatorie (PP/PA) in materia di istruzione proposti dal Parlamento e chiede che i PP/PA di successo siano integrati nelle politiche e nei programmi;
22. sottolinea inoltre il potenziale contributo dei centri di eccellenza professionale, dell'iniziativa DiscoverEU e dell'iniziativa delle università europee allo spazio europeo dell'istruzione; deplora, tuttavia, che la proposta della Commissione del maggio 2020 relativa a un QFP rivisto, ridotta ulteriormente dal Consiglio europeo nel luglio 2020, privi il programma Erasmus+ dei finanziamenti necessari per realizzare tali iniziative faro senza incidere su parti fondamentali del programma, in particolare l'ampliamento delle opportunità di mobilità ai fini dell'apprendimento e la realizzazione di una maggiore inclusività del programma;
23. evidenzia che la politica in materia di istruzione può essere sostenuta da una serie di programmi di finanziamento dell'Unione; invita la Commissione a dare priorità a investimenti mirati nelle infrastrutture e nelle attrezzature digitali per gli istituti di istruzione e i discenti al fine di consentire l'apprendimento a distanza e online, con particolare riferimento ai dispositivi digitali e all'accesso a Internet nelle zone remote e rurali; sottolinea che il meccanismo per collegare l'Europa, il dispositivo per la ripresa e la resilienza e il Fondo europeo di sviluppo regionale dovrebbero essere utilizzati a tal fine;
24. sottolinea che i sistemi di istruzione di alta qualità rappresentano il fondamento della competitività dell'UE a livello mondiale e ricorda che il buon funzionamento dei sistemi di istruzione e formazione richiede elevati livelli di investimenti pubblici; evidenzia, a tale riguardo, che politiche ambiziose prive dei finanziamenti corrispondenti mancano di credibilità; deplora profondamente il fatto che i programmi soggetti a tagli di bilancio nell'accordo politico sul prossimo QFP raggiunto al Consiglio europeo di luglio includano specificamente quelli che sostengono le politiche in materia di istruzione e formazione, in particolare Erasmus+, Orizzonte Europa e il Fondo sociale europeo Plus; ribadisce il suo invito a triplicare la dotazione di Erasmus+ rispetto a quella prevista nel QFP 2014-2020; invita gli Stati membri a utilizzare in modo ambizioso i fondi disponibili nel quadro del piano per la ripresa al fine di stimolare gli investimenti nell'istruzione; incoraggia gli Stati membri ad aumentare in misura significativa la spesa pubblica per l'istruzione;
25. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.