Risoluzione del Parlamento europeo del 21 gennaio 2021 sull'arresto di Aleksej Naval'nyj (2021/2513(RSP))
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sulla Russia, in particolare quella del 17 settembre 2020 sulla situazione in Russia: l'avvelenamento di Alexei Navalny(1),
– visti la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, la Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU) e il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici,
— vista la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani, adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 9 dicembre 1998,
– vista la Convenzione sulla proibizione dello sviluppo, della produzione, dell'immagazzinaggio e dell'uso di armi chimiche e sulla loro distruzione (Convenzione sulle armi chimiche),
– visti la Costituzione della Federazione russa, in particolare il capitolo 2 e in modo specifico l'articolo 29 che tutela la libertà di parola, e gli obblighi internazionali in materia di diritti umani che la Russia si è impegnata a rispettare in quanto membro del Consiglio d'Europa, dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) e delle Nazioni Unite,
– viste le dichiarazioni del Presidente del Consiglio europeo e del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 17 gennaio 2021, come pure della Presidente della Commissione europea del 18 gennaio 2021, a seguito del fermo di Aleksej Naval'nyj,
– viste le dichiarazioni dei leader degli Stati membri dell'UE a riguardo al fermo di Aleksej Naval'nyj avvenuto al suo arrivo a Mosca,
— viste le conclusioni del Consiglio europeo del 1° ottobre 2020,
— visti l'esito del Consiglio "Affari esteri" del 12 ottobre 2020 e l'accordo politico raggiunto per imporre misure restrittive nei confronti delle persone legate al tentato assassinio di Aleksej Naval'nyj,
— viste le sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) nelle cause Navalny c. Russia del 17 ottobre 2017, Navalny c. Russia del 15 novembre 2018 e Navalny c. Russia (n. 2) del 9 aprile 2019,
— visto il regime globale di sanzioni dell'UE in materia di diritti umani, anche noto come legge Magnitskij europea, adottato dal Consiglio il 7 dicembre 2020,
– visto l'articolo 132, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che Aleksej Naval'nyj, politico di spicco russo, avvocato e attivista anticorruzione, ha fatto emergere numerosi casi di corruzione che vedono coinvolte imprese commerciali e politici russi, ha guidato diverse manifestazioni pubbliche di protesta in tutta la Russia ed è diventato uno degli esponenti più influenti dell'opposizione russa;
B. considerando che Aleksej Naval'nyj è uno dei maggiori avversari delle autorità russe e del Presidente Putin e, grazie alla sua determinazione e al suo coraggio, rappresenta un faro di speranza per tutti coloro che in Russia ritengono che la libertà, la democrazia, il pluralismo politico e l'assunzione di responsabilità siano possibili nel loro paese;
C. considerando che il 17 gennaio 2021 Aleksej Naval'nyj è stato trattenuto all'aeroporto internazionale Šeremét'evo di Mosca, al suo rientro in Russia dopo aver ricevuto cure mediche in Germania a seguito del suo avvelenamento in Russia, e che gli è stato impedito di vedere i suoi avvocati;
D. considerando che il 18 gennaio 2021 Aleksej Naval'nyj è stato condannato a 30 giorni di reclusione, in attesa di processo, nel corso di un'udienza senza precedenti e organizzata frettolosamente, svoltasi presso una stazione di polizia in assenza dell'avvocato di Naval'nyj;
E. considerando che circa 70 persone, tra cui giornalisti e sostenitori di Aleksej Naval'nyj, sono state trattenute mentre attendevano il suo ritorno;
F. considerando che Aleksej Naval'nyj era stato trasportato in Germania con l'assenso delle autorità russe per ricevere cure mediche dopo essere stato avvelenato il 20 agosto 2020; che un progetto di rete comune di giornalisti investigativi, a cui ha preso parte anche la squadra investigativa di Bellingcat, è riuscito a identificare diversi responsabili coinvolti nell'avvelenamento, tutti agenti dei servizi di sicurezza della Federazione russa;
G. considerando che l'ospedale Charité di Berlino ha constatato che Aleksej Naval'nyj è stato avvelenato con un agente nervino chimico militare del gruppo "Novičok", sviluppato prima dall'Unione Sovietica e successivamente dalla Federazione russa e disponibile unicamente per le strutture militari e i servizi segreti in Russia; che la natura dell'avvelenamento è stata confermata da diversi laboratori in Germania, Francia e Svezia, nonché dall'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW);
H. considerando che, a norma della Convenzione sulle armi chimiche, l'avvelenamento di un individuo mediante l'uso di un agente nervino è considerato uso di armi chimiche e che l'uso di dette armi da parte di chiunque in qualsiasi circostanza costituisce una grave violazione del diritto internazionale e delle norme internazionali in materia di diritti umani;
I. considerando che l'UE, insieme ai partner internazionali, ha invitato le autorità russe a indagare in maniera approfondita sul tentato assassinio di Alexej Naval'nyj mediante un agente chimico nervino vietato, a cooperare pienamente con l'OPCW per garantire un'indagine internazionale imparziale e a consegnare i responsabili alla giustizia; che finora le autorità russe non hanno condotto siffatte indagini approfondite e imparziali e che la Russia ha esplicitamente respinto qualsiasi richiesta di indagine;
J. considerando che il 15 ottobre 2020, in assenza di indagini o di cooperazione della Russia con l'OPCW, l'UE ha imposto sanzioni nei confronti di sei cittadini russi e di un'entità coinvolti nel reato;
K. considerando che il tentato assassinio di Alexej Naval'nyj, che è avvenuto nel periodo precedente le elezioni locali e regionali del settembre 2020 in Russia, getta una luce inquietante sullo stato della democrazia, delle libertà fondamentali e dei diritti umani nel paese;
L. considerando che il Servizio penitenziario federale russo ha annunciato che Aleksej Naval'nyj è stato trattenuto in attesa di un'udienza per violazione dei termini di una precedente sospensione condizionale della pena in relazione alla cosiddetta causa Yves Rocher, laddove si stava semplicemente riprendendo da un tentato assassinio orchestrato dalle autorità russe;
M. considerando che, in una sentenza del 17 ottobre 2017, la CEDU ha stabilito che Aleksej Naval'nyj e suo fratello Oleg sono stati condannati ingiustamente per reati finanziari nella cosiddetta causa Yves Rocher del 2014 e che i tribunali russi hanno emesso decisioni "arbitrarie e manifestamente irragionevoli" nella causa, condannando la Federazione russa a pagare ai due fratelli oltre 80 000 EUR a titolo di risarcimento di danni e spese;
N. considerando che Aleksej Naval'nyj è già stato attaccato, trattenuto, arrestato e condannato in passato, nel tentativo di bloccare le sue attività politiche e pubbliche; che le autorità russe si sono servite di precedenti condanne per motivi politici a suo carico per impedirgli di candidarsi alle elezioni presidenziali russe del 2018;
O. considerando che il 18 gennaio 2021 le autorità russe hanno avviato un nuovo procedimento penale a carico di Aleksej Naval'nyj, con l'accusa di frode connessa al trasferimento di denaro a varie organizzazioni di beneficenza;
P. considerando che il diritto alla libertà di pensiero e di parola, di associazione e di riunione pacifica è sancito dalla Costituzione della Federazione russa; che la Federazione russa è firmataria della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e della CEDU, nonché membro del Consiglio d'Europa, e si è pertanto impegnata a rispettare le norme e i principi internazionali che disciplinano lo Stato di diritto, i diritti umani e le libertà fondamentali;
Q. considerando che, secondo la rinomata società per i diritti umani russa Memorial, nella Federazione russa vi sono oltre 300 prigionieri politici e religiosi; che l'UE è solidale con tutti i dissidenti e i cittadini russi che, nonostante le minacce alla loro libertà e alla loro stessa vita e le pressioni da parte del Cremlino e delle autorità russe, continuano a lottare per la libertà, i diritti umani e la democrazia;
R. considerando il continuo peggioramento della situazione dei diritti umani e dello Stato di diritto in Russia, tenuto conto degli sforzi sistematici delle autorità di soffocare la libertà di parola, limitare la libertà di riunione, impedire le attività dell'opposizione, reagire in modo repressivo a qualsiasi attività volta a denunciare la corruzione e soffocare le attività della società civile russa;
S. considerando che la violazione del diritto internazionale in Ucraina e Georgia e gli assassini e l'eliminazione fisica, avvenuti per mano dello Stato, di leader dell'opposizione, giornalisti e altri, come nei casi di Boris Nemcov, Anna Politkovskaja, Sergej Magnitskij e altri, sono rimasti impuniti; che questi numerosi tentativi di assassinio per avvelenamento e con altri mezzi, nonché il rifiuto di cooperare al procedimento giudiziario riguardante l'abbattimento del volo MH17, hanno portato a un minimo storico le relazioni con la Federazione russa;
T. considerando che dal dicembre 2020 tra gli strumenti di cui dispone l'Unione europea figura il regime globale di sanzioni in materia di diritti umani che riguarda persone ed entità responsabili, coinvolte o associate a gravi violazioni e abusi dei diritti umani in tutto il mondo;
1. chiede il rilascio immediato e incondizionato di Aleksej Naval'nyj e di tutti gli individui trattenuti in occasione del suo rientro in Russia, che si tratti di giornalisti, collaboratori della sua équipe o cittadini che lo sostengono;
2. condanna con fermezza l'arresto di Aleksej Naval'nyj e dei suoi sostenitori, nonché la repressione per ragioni politiche nei suoi confronti da parte delle autorità russe, anche mediante il ricorso al sistema giudiziario; condanna altresì l'attentato alla vita di Aleksej Naval'nyj ed esprime la sua più profonda preoccupazione per il fatto che si stia riducendo lo spazio per l'opposizione politica, le voci dissidenti e la società civile nella Federazione russa;
3. condanna con la massima fermezza il comportamento della Federazione Russa, che considera indegno di un paese membro del Consiglio d'Europa e dell'OSCE impegnatosi a rispettare le libertà fondamentali, i diritti umani e lo Stato di diritto sanciti dalla CEDU e dal Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici; incoraggia il Consiglio d'Europa e l'OSCE ad adottare misure adeguate per valutare le violazioni degli impegni assunti dalla Federazione russa;
4. ricorda che la detenzione di oppositori politici è contraria agli impegni internazionali della Russia e insiste affinché il sistema giudiziario venga depoliticizzato e siano rispettati i diritti a un processo equo e all'accesso all'assistenza legale; invita il Comitato dei ministri e gli Stati membri del Consiglio d'Europa ad avvalersi dei poteri di cui all'articolo 46, paragrafo 4, della CEDU per presentare dinanzi alla Corte europea dei diritti dell'uomo una procedura d'infrazione contro la Federazione russa;
5. invita le autorità russe a porre fine alle vessazioni, alle intimidazioni, alle violenze e alla repressione nei confronti delle voci indipendenti e dissidenti, mettendo fine all'impunità prevalente che ha già causato la morte di molti giornalisti, attivisti e difensori dei diritti umani ed esponenti politici dell'opposizione, e a garantire che queste persone possano svolgere le loro attività senza dover temere per la propria vita e per quella dei propri familiari o amici;
6. ritiene che il tentato assassinio di Aleksej Naval'nyj e il suo immediato arresto al rientro in Russia siano finalizzati a impedire ulteriori denunce di gravi casi di corruzione nel regime e rientrino negli sforzi sistematici volti ad eliminare Naval'nyj e a mettere a tacere l'opposizione politica e le altre voci dissidenti nel paese, in particolare in vista delle prossime elezioni parlamentari previste nell'autunno 2021; ritiene che, agendo in tal modo, il regime riveli il proprio disdegno nei confronti del suo popolo, persegua senza scrupoli l'obiettivo di rimanere al potere e privi le persone di qualsivoglia possibilità di democrazia e libertà; esprime solidarietà alle forze democratiche in Russia, che sono impegnate a favore di una società libera e aperta;
7. pone in risalto la propria determinazione a monitorare attentamente l'evolversi della situazione di Aleksej Naval'nyj e il suo benessere, sia fisico che mentale, di cui le autorità russe sono le uniche responsabili;
8. condanna il ripetuto ricorso da parte della Federazione russa ad agenti nervini chimici contro i propri cittadini e ricorda che l'uso di armi chimiche in qualsiasi circostanza costituisce un reato riprovevole ai sensi del diritto internazionale, segnatamente a norma della Convenzione sulle armi chimiche; esorta nuovamente le autorità russe a fornire informazioni esaurienti e complete sul programma Novičok all'OPCW e, senza ulteriore indugio, a svolgere indagini per tradurre in giudizio e chiamare a rispondere delle proprie azioni i responsabili del reato di cui è stato vittima Aleksej Naval'nyj; rinnova l'invito ad avviare un'indagine internazionale sulle violazioni degli impegni internazionali della Russia nel settore delle armi chimiche;
9. invita il Consiglio europeo ad adottare una posizione ferma al riguardo nel corso delle sue prossime riunioni e a inasprire sensibilmente le misure restrittive dell'UE nei confronti della Russia, anche imponendo sanzioni alle persone fisiche e giuridiche coinvolte nella decisione di arrestare e incarcerare Aleksej Naval'nyj; ritiene altresì che l'UE debba imporre ulteriori misure restrittive mirate nel quadro del suo regime globale di sanzioni in materia di diritti umani nei confronti di tutte le persone coinvolte o responsabili degli attentati ai danni di Aleksej Naval'nyj;
10. invita il Consiglio a introdurre sanzioni contro gli oligarchi russi legati al regime, ai membri della cerchia ristretta del Presidente Putin e ai propagandisti dei media che possiedono beni nell'Unione europea e godono della libertà di spostamento negli Stati membri; ritiene che tali sanzioni debbano essere estese anche ai loro familiari diretti; sostiene che l'Unione europea non dovrebbe più accogliere patrimoni russi di dubbia provenienza;
11. invita l'UE e gli Stati membri a delineare una nuova strategia per le relazioni dell'Unione con la Russia, che sia incentrata sul sostegno alla società civile e promuova i valori democratici, lo Stato di diritto, le libertà fondamentali e i diritti umani; invita l'UE e gli Stati membri a riesaminare in maniera critica la cooperazione dell'UE con la Russia attraverso varie piattaforme di politica estera e diversi progetti come Nord Stream 2, di cui l'UE deve immediatamente interrompere il completamento;
12. invita il governo russo e la Duma di Stato a rivedere il quadro giuridico relativo alle elezioni come pure le leggi sugli agenti stranieri e sulle organizzazioni indesiderate, al fine di agevolare il pluralismo e lo svolgimento di elezioni libere ed eque in conformità delle norme internazionali e di creare condizioni di parità per i candidati dell'opposizione; chiede che il governo russo garantisca a tutti i partiti democratici parità di accesso e di opportunità in occasione delle prossime elezioni della Duma, dal momento che la mancata registrazione dei partiti rappresenta un abuso della procedura di registrazione che distrugge la competizione politica e la democrazia pluralista; evidenzia la crescente convergenza tra gli atteggiamenti e le tattiche del regime russo e quelli della dittatura bielorussa; rileva che entrambi i regimi temono le crescenti richieste di cambiamento da parte dei loro cittadini, motivo per cui i brogli elettorali costituiscono per loro la soluzione politica più comoda;
13. deplora che Aleksej Naval'nyj non sia stato autorizzato a intervenire dinanzi alla commissione giuridica e per i diritti umani dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (APCE), come previsto per il 19 gennaio 2021, mentre la delegazione parlamentare russa è stata recentemente autorizzata a ritornare all'APCE;
14. ribadisce la sua richiesta al Servizio europeo per l'azione esterna e agli Stati membri di continuare a monitorare attentamente la situazione dei diritti umani nella Federazione russa e invita la delegazione dell'UE in Russia e le ambasciate degli Stati membri a continuare a monitorare i procedimenti giudiziari che vedono coinvolti le organizzazioni della società civile, i politici dell'opposizione e gli attivisti, compreso il procedimento a carico di Aleksej Naval'nyj; invita l'UE a potenziare il sostegno ai dissidenti, alle organizzazioni non governative e alle organizzazioni della società civile russi, nonché ai media e ai giornalisti indipendenti del paese;
15. invita gli Stati membri dell'UE a coordinare le loro posizioni nei confronti della Russia e ad esprimersi con una sola voce nei forum bilaterali e multilaterali con le autorità russe; sottolinea inoltre che l'UE dovrebbe approfittare del cambio di amministrazione a Washington per rafforzare l'unità transatlantica onde tutelare la democrazia e i valori fondamentali dai regimi autoritari; ricorda che il Parlamento è al fianco del popolo russo e lo sostiene nella sua lotta per le libertà fondamentali, i diritti umani e la democrazia;
16. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Consiglio d'Europa, all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa e al Presidente, al governo e alla Duma di Stato della Federazione russa.