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Procedura : 2020/2201(INI)
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Ciclo del documento : A9-0213/2021

Testi presentati :

A9-0213/2021

Discussioni :

PV 05/07/2021 - 21
CRE 05/07/2021 - 21

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PV 07/07/2021 - 2
PV 07/07/2021 - 18

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P9_TA(2021)0345

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Mercoledì 7 luglio 2021 - Strasburgo
Dialoghi dei cittadini e partecipazione dei cittadini al processo decisionale dell'Unione europea
P9_TA(2021)0345A9-0213/2021

Risoluzione del Parlamento europeo del 7 luglio 2021 sui dialoghi dei cittadini e la partecipazione dei cittadini al processo decisionale dell'Unione europea (2020/2201(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visto l'articolo 10, paragrafo 3 del trattato sull'Unione europea (TUE),

–  visto l'articolo 11 TUE,

–  vista la sua risoluzione del 15 gennaio 2020 sulla posizione del Parlamento europeo in merito alla conferenza sul futuro dell'Europa(1),

–  vista la sua risoluzione del 18 giugno 2020 sulla posizione del Parlamento europeo in merito alla conferenza sul futuro dell'Europa(2),

–  visto l'articolo 54 del suo regolamento,

–  vista la posizione sotto forma di emendamenti della commissione per le petizioni,

–  visti i pareri della commissione per la cultura e l'istruzione e della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni,

–  vista la relazione della commissione per gli affari costituzionali (A9-0213/2021),

A.  considerando che i risultati delle elezioni europee del 2019 hanno inviato un segnale positivo, mostrando che i cittadini europei si stanno interessando sempre di più agli sviluppi a livello dell'UE e che ritengono che la legislazione dell'Unione abbia un impatto sulle loro vite quotidiane; che l'affluenza generale nel 2019 è stata pari al 50,6 %, segnando il dato più elevato dal 1994 e facendo registrare un notevole aumento rispetto alle elezioni del 2014, in occasione delle quali l'affluenza si era attestata al 42,6 %; che, sebbene nel 2019 si sia registrata un'affluenza più alta fra tutti i gruppi della popolazione, l'aumento è stato trainato dalle generazioni più giovani, con forti incrementi fra le persone di età inferiore ai 25 anni o compresa fra i 25 e i 39 anni; che, nonostante l'aumento generale dell'affluenza, persistono grandi differenze fra i singoli Stati membri;

B.  considerando che dall'Eurobarometro sull'impegno civico del giugno 2020(3) è emerso che il 55 % degli intervistati considerava il voto alle elezioni europee come il modo più efficace per far sentire la propria voce ai decisori politici a livello dell'UE; che, benché vi sia l'obiettivo di migliorare continuamente il funzionamento della democrazia nell'UE, diverse indagini Eurobarometro mostrano che i cittadini non sono soddisfatti del funzionamento della democrazia; che tale percezione è non solo misurata a livello dell'UE, ma anche a livello nazionale; che una percentuale considerevole di cittadini dell'UE non si sente ascoltata e ritiene che l'UE sia un'entità lontana;

C.  considerando che gli articoli 10 e 11 TUE e gli articoli 20, 21, 24, 227 e 228 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) costituiscono il fondamento per la partecipazione dei cittadini all'elaborazione delle politiche e della legislazione dell'UE;

D.  considerando che l'articolo 10, paragrafo 3, TUE stabilisce che "ogni cittadino ha il diritto di partecipare alla vita democratica dell'Unione" e che "le decisioni sono prese nella maniera il più possibile aperta e vicina ai cittadini";

E.  considerando che l'articolo 11, paragrafi 1 e 2, TUE stabilisce che le istituzioni sono tenute, tramite mezzi adeguati, a dare ai cittadini e alle associazioni rappresentative la possibilità di far conoscere e di scambiare pubblicamente le loro opinioni in tutti i settori di azione dell'Unione e a mantenere un dialogo aperto, trasparente e regolare con le associazioni rappresentative e la società civile;

F.  considerando che l'accordo interistituzionale "Legiferare meglio"(4) del 13 aprile 2016 sottolinea al suo paragrafo 19 che la consultazione del pubblico e dei portatori di interesse è parte integrante di un processo decisionale ben informato e del miglioramento della qualità di tale processo;

G.  considerando che l'articolo 165, paragrafo 2, TFUE prevede che l'UE favorisca lo sviluppo degli scambi di giovani e di animatori di attività socio-educative e incoraggi la partecipazione dei giovani alla vita democratica europea;

H.  considerando che i cittadini dell'UE possono adire direttamente la Corte di giustizia dell'Unione europea (CGUE) solo a determinate condizioni, al fine di far valere i propri diritti ai sensi dei trattati, compresa la Carta dei diritti fondamentali; che le elezioni democratiche del Parlamento europeo costituiscono il principale strumento dal basso per i cittadini dell'UE, mentre gli altri strumenti, vale a dire l'iniziativa dei cittadini europei (ICE), le denunce al Mediatore europeo e le petizioni al Parlamento, che sono importanti mezzi supplementari all'attività parlamentare, devono essere rafforzati;

I.  considerando che finora sono andate a buon fine sei ICE, fra cui, più di recente, l'iniziativa "Minority SafePack" e l'iniziativa "End the Cage Age"; che il regolamento (UE) 2019/788(5) riguardante l'iniziativa dei cittadini europei, in vigore dal gennaio 2020, ha lo scopo di rendere più facile per i cittadini invitare la Commissione a proporre atti legislativi nei settori di sua competenza e in cui l'Unione ha il potere di agire; che l'iniziativa "Minority SafePack" è stata la prima iniziativa dei cittadini europei discussa in seno al Parlamento europeo sulla base di tale regolamento, ricevendo, nel dicembre 2020, un amplissimo sostegno dall'Aula, con un 76 % di voti favorevoli sul totale dei voti espressi; che, tuttavia, l'impatto delle ICE è basso, in parte a causa della mancanza di follow-up della Commissione;

J.  considerando che le raccomandazioni del Mediatore europeo non sono giuridicamente vincolanti, ma il livello di conformità ai risultati è costantemente elevato;

K.  considerando che i cittadini dell'UE e ogni persona fisica o giuridica che risieda o abbia la sede sociale in uno Stato membro hanno il diritto di presentare petizioni al Parlamento europeo a norma degli articoli 24 e 227 TFUE ogniqualvolta una materia li riguardi direttamente e rientri nel campo di attività dell'Unione;

L.  considerando che le consultazioni pubbliche online svolte dalla Commissione sono principalmente rivolte a un particolare gruppo di destinatari, non ricevono un'ampia diffusione e sono spesso troppo brevi, il che significa che non raggiungono una percentuale significativa della popolazione; che nel 2019, in un riesame globale della politica di consultazione della Commissione, la Corte dei conti europea ha raccomandato alla Commissione di migliorare il suo modo di raggiungere i cittadini al fine di promuovere una maggiore partecipazione;

M.  considerando che i dialoghi con i cittadini condotti dalla Commissione sono un modo per fornire informazioni ai cittadini anziché coinvolgerli in un dibattito sulla loro visione e sui cambiamenti che vorrebbero vedere nell'UE e non prevedono un meccanismo di feedback per informare i cittadini degli esiti della loro partecipazione;

N.  considerando che l'attuale funzionamento degli strumenti di partecipazione esistenti, quali l'ICE, le consultazioni pubbliche e i dialoghi con i cittadini, non fornisce ai cittadini mezzi sufficienti per influenzare il processo decisionale dell'UE; che ciò è dovuto in gran parte alla mancanza di un seguito efficace nel processo decisionale a livello istituzionale;

O.  considerando che la maggior parte delle forme di partecipazione sono raramente utilizzate dai singoli cittadini; che questi ultimi in larga misura ignorano gli strumenti di partecipazione esistenti e sono pertanto sottorappresentati nelle opinioni e nei dati raccolti attraverso tali strumenti; che la partecipazione dei cittadini non sostituisce la società civile organizzata;

P.  considerando che gli attuali strumenti di partecipazione non ottimizzano le potenzialità della partecipazione dei cittadini e pertanto non contribuiscono sufficientemente al rafforzamento della legittimità democratica dell'UE e all'aumento del senso di appartenenza dei cittadini nei confronti di un'UE che rifletta le loro esigenze e visioni;

Q.  considerando che la riforma degli strumenti di partecipazione esistenti, completata prestando particolare attenzione ai gruppi meno rappresentati della società, in particolare i giovani, e l'ulteriore sviluppo di una sfera pubblica europea possono contribuire a rafforzare la legittimità democratica dell'UE;

R.  considerando che il miglioramento della partecipazione dei cittadini e della trasparenza a livello dell'UE è fondamentale per avvicinare l'Unione ai cittadini e per aumentare la loro fiducia nelle istituzioni dell'UE e realizzare un'autentica democrazia multilivello; che la mancanza di trasparenza impedisce il dibattito pubblico su qualsiasi atto legislativo; che non tutte le parti interessate hanno pari accesso alle istituzioni dell'UE o alle informazioni sul lavoro da esse svolto; che la Commissione dovrebbe intrattenere dialoghi aperti, trasparenti e regolari con i cittadini e le organizzazioni della società civile; che l'UE dovrebbe garantire che la società civile possa partecipare attivamente al dibattito pubblico e abbia la capacità di influire sul processo politico e decisionale;

S.  considerando che è necessario rafforzare la dimensione europea dell'educazione civica, migliorando la comprensione che i cittadini hanno dell'UE per consentirne la partecipazione;

T.  considerando che vi è una crescente necessità di corsi di educazione civica europea in tutti gli Stati membri; che in tale contesto dovrebbe essere riconosciuto il lavoro delle organizzazioni della società civile in relazione all'educazione civica e all'apprendimento e dovrebbe essere incoraggiato un approccio olistico all'educazione civica, che comprenda l'istruzione e l'apprendimento formali e informali;

U.  considerando che gli attuali progetti riusciti in materia di partecipazione dei cittadini, come i "Parlamenti nazionali europei" e il dialogo dell'UE con i giovani, hanno dimostrato che i cittadini vorrebbero essere regolarmente inclusi nei processi decisionali dell'UE;

V.  considerando che il Consiglio rimane un'istituzione chiusa, come confermato dall'indagine OI/2/2017/TE del Mediatore europeo relativa alla mancanza di trasparenza del Consiglio per quanto riguarda l'accesso del pubblico ai suoi documenti legislativi e al suo processo decisionale;

W.  considerando che l'OCSE definisce il governo aperto come "una cultura di governance basata su pratiche e politiche pubbliche innovative e sostenibili, ispirate ai principi di trasparenza, responsabilità e partecipazione, che promuove la democrazia e la crescita inclusiva";

X.  considerando che le consultazioni dei cittadini europei del 2018 condotte dagli Stati membri sul futuro dell'Europa si sono dimostrate uno strumento efficace per coinvolgere i cittadini nelle questioni relative all'UE; che la mancanza di un seguito concreto e di continuità nel processo ha fatto sì che tale sforzo di partecipazione portasse a risultati disomogenei;

Y.  considerando che la Conferenza sul futuro dell'Europa dovrebbe coinvolgere il più possibile i cittadini e che potrebbe fornire una preziosa esperienza di dialogo per comprendere le reali aspettative dei cittadini circa il ruolo dell'UE e l'operato delle istituzioni;

1.  sottolinea la necessità di riflettere su come l'Unione possa riuscire a coinvolgere più efficacemente i cittadini nel contesto dei fondamentali principi di democrazia rappresentativa dell'Unione; ritiene che i cittadini dovrebbero avere più voce in capitolo nei processi decisionali dell'UE, affinché questa rifletta maggiormente le opinioni dei cittadini e diventi più resiliente, democratica ed efficace; ritiene a tale riguardo che non dovrebbe essere preclusa la possibilità di una modifica del trattato, benché questa non debba essere considerata come un obiettivo in sé, e che la Conferenza sul futuro dell'Europa dovrebbe fornire l'opportunità per la creazione di un dialogo costruttivo con i cittadini su questi argomenti chiave;

2.  ritiene che qualsiasi riforma dell'Unione, al fine di renderla più sociale, equa, coesa, unita, mirata, capace, sovrana e responsabile, sia rafforzata dall'impegno diretto con i cittadini attraverso meccanismi di partecipazione;

3.  sottolinea che esiste una tensione implicita fra la visione di un'UE incentrata sugli Stati membri e quella di un'UE incentrata sulle proprie istituzioni che può essere superata sviluppando un approccio e una serie di strumenti rivolti alla creazione di un'Unione europea dei cittadini;

4.  osserva che gli strumenti di partecipazione esistenti presentano diverse carenze e dovrebbero pertanto essere migliorati e che ne dovrebbero essere sviluppati di nuovi per rendere più accessibile, inclusiva, costruttiva ed efficace la partecipazione dei cittadini; ritiene che per agevolare la partecipazione pubblica al discorso politico più in generale e offrire ai cittadini l'opportunità di influenzare gli esiti politici, costruendo sinergie nei meccanismi esistenti, è indispensabile che il coinvolgimento dei cittadini sia strutturato in modo da rispondere alle loro aspettative; ritiene che questa agenda di partecipazione dal basso dovrebbe completare la democrazia rappresentativa all'interno dell'UE;

5.  sottolinea l'importanza delle ICE come unico strumento di partecipazione a livello dell'UE dotato della capacità di innescare potenziali normative; chiede che la risposta data a tali iniziative sia rafforzata mediante l'adozione di una risoluzione parlamentare per ogni ICE che ha avuto esito positivo; osserva che la Commissione deve rispettare pienamente il suo obbligo giuridico di esporre ragioni sufficienti che spieghino la scelta di intraprendere o meno azioni rispetto a un'ICE e ritiene che tale obbligo debba essere ampliato, al fine di garantire che i cittadini abbiano un quadro preciso di cosa possono aspettarsi dall'avvio di un'ICE o dalla partecipazione a un'iniziativa di questo tipo; si rammarica del fatto che la Commissione non abbia dato seguito attraverso misure legislative alle ICE che sono andate a buon fine; ritiene che, a norma dell'articolo 15 del regolamento (UE) 2019/788, qualora la Commissione non abbia pubblicato le sue intenzioni entro i termini previsti o abbia indicato in una comunicazione che non intende intervenire in merito a un'ICE che ha soddisfatto i requisiti procedurali e che è in linea con i trattati, in particolare con i valori fondamentali dell'Unione sanciti all'articolo 2 TUE, il Parlamento potrebbe decidere, conformemente all'articolo 222 del suo regolamento, di dare seguito all'ICE con una relazione di iniziativa legislativa (INL); esorta la Commissione a impegnarsi a presentare una proposta legislativa a seguito dell'approvazione da parte del Parlamento di tale INL; propone a tal proposito di modificare l'attuale accordo quadro fra il Parlamento e la Commissione; chiede che il regolamento ICE sia modificato per incentivare la Commissione a presentare una proposta legislativa qualora l'ICE presentata soddisfi i requisiti pertinenti;

6.  osserva che, sulla base della relazione della Corte dei conti europea(6), che ha riconosciuto l'efficacia delle consultazioni pubbliche della Commissione e alla luce della percezione soddisfacente da parte dei cittadini, la Commissione dovrebbe migliorare il suo processo di consultazione pubblica per promuovere una maggiore partecipazione dei cittadini e monitorare e valutare meglio i loro contributi;

7.  osserva che la nozione e la pratica attuali dei dialoghi con i cittadini andrebbero potenziate e aggiornate;

8.  sottolinea i vantaggi di coinvolgere i cittadini e la società civile nello sviluppo di una sfera pubblica europea e nell'integrazione della legittimità democratica dell'UE che deriva dalle sue istituzioni rappresentative e procedure democratiche;

9.  sottolinea che non tutte le parti interessate, in particolare i cittadini e i gruppi della società civile, sono ugualmente attive dal punto di vista politico e aperte e influenti; ritiene pertanto che ai fini della democrazia partecipativa dell'UE sia necessario sostenere i cittadini non organizzati e promuoverne l'accesso alle opportunità elettorali e di partecipazione nell'ambito dei canali messi a disposizione dall'UE e al di fuori di essi;

10.  ritiene che la fiducia dei cittadini nelle istituzioni dell'UE sia fondamentale per la democrazia, il buon governo e un'efficace elaborazione delle politiche; ritiene che le istituzioni dell'UE debbano mirare ai massimi standard possibili in materia di trasparenza, responsabilità e integrità; mette in evidenza che l'accesso dei cittadini ai documenti delle istituzioni europee è fondamentale per la democrazia partecipativa; invita, in particolare, il Consiglio ad aumentare la trasparenza per quanto concerne il suo processo decisionale e l'accesso ai documenti;

11.  sottolinea il potenziale delle nuove tecnologie, che possono fornire nuovi strumenti per coinvolgere i cittadini, garantire un approccio dal basso efficace e offrire ai cittadini migliori possibilità per chiedere conto alle istituzioni del loro operato;

12.  sottolinea che il governo aperto, che combina una maggiore trasparenza con misure di responsabilità e strumenti di partecipazione, costituisce una buona risposta al deficit democratico che deriva dalla percezione da parte dei cittadini dell'UE di non avere alcuna influenza sui processi decisionali dell'Unione;

13.  accoglie con favore la prevista creazione di un organismo responsabile delle questioni di etica quale autorità indipendente volta a promuovere la trasparenza nelle istituzioni dell'UE;

14.  richiama l'attenzione sul nuovo programma "Cittadini, uguaglianza, diritti e valori", che dovrebbe assicurare maggiore visibilità e impatto alle attività che contribuiscono ai dialoghi con i cittadini e al coinvolgimento di questi ultimi nelle democrazie partecipative; sottolinea che è importante garantire continuità e maggiori risorse alla sezione "cittadini" di detto programma, compresi i gemellaggi fra le città e le attività di commemorazione; accoglie con favore l'introduzione di attività volte a promuovere ulteriormente i valori europei nel quadro di tale programma, come la sensibilizzazione a una storia europea comune; chiede la rapida istituzione, nell'ambito del nuovo programma, del "Gruppo di dialogo civile";

15.  ritiene importante promuovere gli scambi tra i cittadini di diversi paesi a livello europeo, nazionale, regionale e locale, in particolare attraverso reti di città e regioni e facilitando il dialogo interregionale; chiede alla Commissione di garantire finanziamenti sufficienti a tale scopo tramite la sezione "Coinvolgimento e partecipazione dei cittadini" del programma Cittadini, uguaglianza, diritti e valori;

16.  sottolinea che una migliore informazione relativa alle preoccupazioni dei cittadini aiuterà le istituzioni dell'UE nei loro sforzi per rispondere in modo attento e reattivo alle preoccupazioni stesse, garantendo canali adeguati per raggiungere i cittadini e raccogliere contributi, e fornendo un seguito adeguato nel successivo processo decisionale; chiede di migliorare i meccanismi di partecipazione per far sì che la partecipazione dei cittadini incida in maniera significativa sui processi decisionali dell'UE;

17.  sottolinea la necessità di impegnarsi con i giovani, in particolare in un dibattito politico sul futuro dell'Europa, e di coinvolgerli coerentemente nei meccanismi di partecipazione e in regolari dialoghi con i cittadini, in quanto le decisioni odierne andranno a determinare il loro futuro; evidenzia la necessità di individuare nuovi mezzi di comunicazione e interazione adeguati agli interessi dei giovani;

18.  elogia le consultazioni specifiche per i minori condotte dalla Commissione e sostiene la creazione, in futuro, di una piattaforma dell'UE per la partecipazione dei minori; accoglie con favore l'inclusione dei giovani nella piattaforma digitale e nei gruppi di cittadini della conferenza sul futuro dell'Europa; esorta le istituzioni dell'UE a creare modalità per garantire in futuro un impegno simile con i bambini e i giovani su base strutturale e con adeguati meccanismi di seguito;

19.  sollecita una partecipazione autentica dei giovani e delle organizzazioni giovanili nella pianificazione, nell'attuazione e nella valutazione degli eventi e dei programmi; elogia gli sforzi compiuti dal dialogo dell'UE con i giovani per includere i giovani e le organizzazioni giovanili nell'elaborazione di politiche e nei processi decisionali; invita le istituzioni dell'UE a impegnarsi a compiere azioni concrete basate sui risultati del dialogo dell'UE con i giovani;

20.  sottolinea la necessità di impegnarsi con gli istituti di istruzione e le organizzazioni che si occupano di educazione civica per garantire che la cittadinanza europea attiva diventi parte dei programmi di studio in tutta l'UE; invita la Commissione a offrire il suo sostegno per integrare i programmi scolastici in tutti gli Stati membri, in particolare sostenendo lo sviluppo di un curriculum comune sull'educazione civica europea e mondiale, promuovendo una migliore comprensione delle attuali istituzioni dell'UE, nonché della storia e delle culture degli Stati membri, e incoraggiando il pensiero obiettivo e critico in merito ai vantaggi dell'Unione europea; suggerisce l'inclusione, nei programmi scolastici, di moduli sul funzionamento e sulla storia dell'UE e chiede alla Commissione di proporre orientamenti per moduli di questo tipo;

21.  ricorda la Dichiarazione sulla promozione della cittadinanza e dei valori comuni di libertà, tolleranza e non discriminazione attraverso l'istruzione, che i ministri dell'Istruzione dell'UE hanno adottato il 17 marzo 2015 e nella quale chiedono azioni rafforzate nel campo dell'istruzione a livello europeo, nazionale, regionale e locale, al fine di salvaguardare il pluralismo della nostra società;

22.  chiede alla Commissione di lanciare un'olimpiade annuale dell'Unione europea sul funzionamento e la storia dell'UE destinata ai giovani delle scuole secondarie, delle strutture di formazione professionale e di altre strutture di istruzione, al fine di stimolare l'interesse, la partecipazione e il dibattito in relazione agli affari dell'UE; sottolinea che il programma Erasmus+ dovrebbe anche essere usato per promuovere l'educazione civica europea, in particolare fra gli studenti e i giovani; ribadisce che è necessario che la Commissione sostenga in maniera migliore i programmi sugli affari dell'UE e sugli studi a essa relativi in tutta Europa e oltre i suoi confini, sulla scia del successo del programma Erasmus+;

23.  ritiene che la garanzia della partecipazione dei giovani costituisca una parte essenziale degli effetti duraturi delle iniziative di dialogo con i cittadini; sottolinea pertanto l'importanza di concentrarsi sui giovani nelle attività di apprendimento dell'UE e suggerisce di promuovere strumenti che li coinvolgano, prestando particolare attenzione ai social media, alle applicazioni mobili, ai giochi mobili, ai quiz e ad altri formati adatti ai giovani; accoglie con favore i programmi educativi tra pari, come il Parlamento europeo dei giovani e il dialogo dell'UE con i giovani, quali esempi di buone pratiche;

24.  sottolinea l'importanza del mondo accademico, dei ricercatori e delle università per migliorare il livello di competenze dei cittadini sui meccanismi di partecipazione nell'UE, al fine di aumentarne la partecipazione al processo decisionale dell'UE;

25.  sottolinea che efficaci dialoghi con i cittadini e una partecipazione attiva di questi ultimi sono fortemente connessi alla dimensione europea dell'educazione civica; sottolinea pertanto la necessità di potenziare la dimensione europea dell'educazione civica per consentire la partecipazione dei cittadini e mettere questi ultimi nella posizione di agire come cittadini informati e partecipare pienamente alla vita civica e sociale, sia a livello degli Stati membri che europeo, sulla base di una comprensione delle strutture e delle nozioni politiche, giuridiche, sociali ed economiche, nonché degli sviluppi globali e della sostenibilità; chiede alla Commissione di elaborare una strategia europea globale per migliorare le competenze dei cittadini riguardo all'UE e sviluppare misure di sostegno volte a garantire un uguale accesso all'educazione civica a tutte le persone che risiedono nell'UE per consentire loro di esercitare i propri diritti politici;

26.  propone di istituire una rete europea per l'educazione civica intesa a offrire una piattaforma per lo scambio di migliori pratiche e conoscenze sui metodi per potenziare la dimensione europea dell'educazione civica; sottolinea la necessità di nuovi modelli e strumenti di educazione civica;

27.  sottolinea il ruolo svolto dai media nel plasmare le opinioni dei cittadini sulla politica dell'UE e sull'Unione stessa; sottolinea la necessità di sostenere un ambiente dei media indipendente e diversificato in tutta Europa, ma ritiene che bisognerebbe compiere maggiori sforzi per contrastare la disinformazione e la diffusione di informazioni inesatte sui media in relazione alle questioni dell'UE, in particolare offrendo un maggiore sostegno a progetti mediatici pan-europei e basati sui fatti;

28.  sottolinea il diritto dei cittadini di avere accesso a informazioni affidabili, indipendenti e fattuali relative all'Unione europea, alle sue politiche e ai suoi processi decisionali; riconosce la necessità di stabilire un accesso diversificato a un centro di notizie europeo comune che abbia carattere neutrale, indipendente e informativo, e sia accessibile in tutte le lingue ufficiali dell'UE, e di sviluppare una comunicazione proattiva con i cittadini dell'Unione; ricorda, inoltre, il valore degli strumenti mediatici esistenti; ritiene necessario affrontare concretamente la diffusione della disinformazione e della disinformazione inconsapevole, soprattutto in tempi di crisi, quando sono più che mai necessarie informazioni valide, affidabili e tempestive; sottolinea che l'indipendenza dei media è fondamentale per tali processi; chiede l'introduzione, nel funzionamento delle piattaforme online, di feedback a valle, della verifica dei fatti e della moderazione in rapporto alla disinformazione e alla disinformazione inconsapevole, che siano rispettosi dei diritti civili e della libertà di espressione; ritiene pertanto essenziale rafforzare la formazione dei giornalisti al fine di promuovere un pensiero indipendente e critico;

29.  accoglie con favore l'obiettivo del piano d'azione europeo per la democrazia di migliorare la partecipazione dei cittadini ai sistemi democratici tramite un processo decisionale informato; sottolinea la necessità di garantire la partecipazione dei giovani e l'impegno civico delle persone provenienti da contesti svantaggiati nell'ambito di Erasmus+ e del Corpo europeo di solidarietà; si compiace delle misure annunciate nel quadro del piano d'azione europeo per la democrazia volte a rafforzare la libertà dei media, la libertà di espressione e il giornalismo di qualità; attende con interesse le proposte della Commissione in relazione a strumenti pratici ed efficienti che garantiscano meglio la sicurezza dei giornalisti, che sono troppo spesso vittime di minacce e intimidazioni indebite, cosa che limita il diritto dei cittadini all'informazione; segnala con preoccupazione la mancanza di proposte specifiche che assicurino la libertà artistica e garantiscano protezione agli artisti soggetti a censura e perseguiti, e invita la Commissione a sviluppare maggiormente tale ambito nel quadro del piano d'azione europeo per la democrazia;

30.  riconosce il diritto di tutti i cittadini dell'UE di chiedere alle istituzioni dell'UE e di ricevere da esse informazioni in una delle lingue ufficiali dell'Unione; sottolinea che un dialogo autentico e la partecipazione attiva e informata dei cittadini dell'UE al suo processo decisionale sono possibili solo in assenza di barriere linguistiche, e invita quindi la Commissione ad adoperarsi maggiormente per comunicare con i cittadini in tutte le lingue ufficiali dell'Unione; osserva che, per rafforzare l'inclusività, la consapevolezza e la visibilità, occorre migliorare l'accessibilità dei contenuti online; suggerisce che tutti i siti web dell'UE siano di facile consultazione e disponibili in tutte le lingue ufficiali dell'Unione;

31.  ricorda che la legislazione e le politiche europee sono attuate nella maggior parte dei casi dalle amministrazioni locali e regionali e che queste ultime, costituendo il livello di governo più vicino ai cittadini, sono in grado di raggiungerli più facilmente e svolgono un ruolo centrale nella loro formazione rispetto all'UE; sottolinea che un primo passo potrebbe consistere nell'aumento delle risorse assegnate agli uffici di collegamento delle istituzioni europee e nello sviluppo della loro rete territoriale in tutta Europa;

32.  accoglie con favore il parere del Comitato delle regioni del 14 ottobre 2020 dal titolo "Gli enti locali e regionali nel dialogo permanente con i cittadini"(7); chiede l'istituzione, in aggiunta agli strumenti di partecipazione per i cittadini disponibili in tutta l'UE, di una rete di governi multilivello che funga da catena di trasmissione fra le istituzioni e i cittadini europei;

33.  ribadisce la necessità di coinvolgere pienamente i cittadini nel processo decisionale dell'UE per aumentare la legittimità dell'UE e accrescere la fiducia dei cittadini nell'operato delle istituzioni; sottolinea, pertanto, l'importanza di meccanismi partecipativi permanenti per favorire ulteriormente e incoraggiare la partecipazione dei cittadini al processo decisionale dell'UE e al di là dell'atto del voto e degli altri canali e strumenti esistenti; si dichiara favorevole ad attività di sensibilizzazione su tali meccanismi per massimizzarne l'impatto e l'efficacia; rimarca la necessità di tali meccanismi a livello europeo, nazionale, regionale e locale e di un adeguato coordinamento orizzontale e verticale fra le istituzioni a diversi livelli;

34.  sottolinea che regolari processi di partecipazione con i cittadini potrebbero avere finalità diverse, quali il condizionamento delle priorità politiche o legislative annuali, l'elaborazione di proposte specifiche in relazione a questioni specifiche, la discussione su questioni istituzionali o le decisioni in merito alla spesa di determinate risorse pubbliche; sottolinea tuttavia che, anche se la partecipazione dei cittadini si dimostrerà fruttuosa in alcuni ambiti, è importante che i cittadini abbiano un quadro chiaro degli esiti della loro partecipazione, ivi compresi i relativi limiti, grazie a procedure di follow-up adeguate e trasparenti;

35.  osserva che i meccanismi di partecipazione dei cittadini comprendono una vasta gamma di strumenti complementari, quali le assemblee e le iniziative dei cittadini, le consultazioni pubbliche, i dialoghi con i cittadini, il bilancio partecipativo, i referendum, e così via;

36.  ricorda che i meccanismi di partecipazione per i cittadini dovrebbero fornire agli individui uno strumento per esprimere le proprie idee e preoccupazioni; sottolinea che essi devono essere partecipativi, inclusivi, aperti, deliberati, transnazionali, trasparenti, imparziali, responsabili, efficaci, visibili e coinvolgenti;

37.  ribadisce che, per raggiungere il maggior numero possibile di persone, occorre adottare un approccio inclusivo; sottolinea che la selezione dei partecipanti dovrebbe garantire una rappresentanza equilibrata della popolazione, mediante l'uso di meccanismi di comunicazione adeguati per raggiungere un pubblico diversificato, in modo da rispecchiare pienamente la diversità sociale e territoriale; sottolinea che tutti i cittadini dovrebbero avere uguale accesso ai meccanismi di partecipazione, compresi quanti vivono in zone svantaggiate o sono meno esposti alle informazioni relative all'UE; chiede che i meccanismi di partecipazione siano estesi a tutti, compresi i cittadini di paesi terzi residenti nell'UE, nonché i cittadini dell'UE che risiedono in un altro Stato membro o in un paese terzo, ai quali dovrebbero essere offerti meccanismi alternativi adeguati alle loro esigenze;

38.  sottolinea che è necessario che i cittadini abbiano accesso ai meccanismi di partecipazione in tutte le lingue ufficiali dell'Unione; ricorda che le barriere linguistiche allontanano le istituzioni europee dai cittadini e impediscono lo sviluppo di una democrazia europea davvero inclusiva;

39.  sottolinea l'importanza di dare pieno accesso alle persone con disabilità a tutti i diversi strumenti che l'UE fornisce ai cittadini, in particolare attraverso l'interpretazione e la traduzione sistematiche nella lingua dei segni e in un linguaggio facile da leggere;

40.  sottolinea che le organizzazioni della società civile, le parti sociali e altre parti interessate dovrebbero svolgere un ruolo di rilievo in tutti gli strumenti partecipativi; ritiene che siano fondamentali metodologie adeguate per sostenere la loro partecipazione; osserva che, affinché tali strumenti abbiano successo, è necessario coinvolgere il Comitato delle regioni (CdR) e il Comitato economico e sociale europeo (CESE);

41.  sottolinea che, per essere efficaci, l'obiettivo, le regole e le tempistiche di qualsiasi processo di partecipazione devono essere comunicati fin dall'inizio; sottolinea che la comunicazione relativa al coinvolgimento dei cittadini deve mettere in luce il ruolo pratico di ciascun meccanismo, e che, in caso contrario, il mancato rispetto delle aspettative si rifletterà in un calo della partecipazione e, di conseguenza, in un'erosione della legittimità;

42.  sottolinea la necessità di trovare un buon equilibrio tra un formato comune e pratiche nazionali differenti per la realizzazione dei dialoghi regolari con i cittadini, al fine di offrire ai cittadini un quadro europeo che racchiuda diverse tradizioni di riflessione a livello nazionale;

43.  sottolinea che le tecnologie digitali dovrebbero integrare gli strumenti di partecipazione fisica e dovrebbero essere usate in particolare per incoraggiare la partecipazione fra le popolazioni che hanno difficoltà a usufruire degli strumenti di partecipazione tradizionali;

44.   invita la Commissione e gli Stati membri a sviluppare strumenti accessibili, innovativi e inclusivi per la partecipazione e i dialoghi dei cittadini, facendo un utilizzo migliore delle tecnologie digitali per consentire a tutti i cittadini (come giovani e anziani, persone con disabilità, cittadini mobili dell'UE, persone che vivono in aree rurali o meno popolate) di svolgere un ruolo efficace nel processo decisionale dell'UE, basandosi sugli insegnamenti tratti dal modo in cui la pandemia di COVID-19 ha agito da acceleratore dell'utilizzo degli strumenti digitali; mette in evidenza il valore aggiunto di un sito web non burocratico e completo che fornisca ai cittadini informazioni su tutte le iniziative partecipative europee; sottolinea il ruolo fondamentale dei social media, in particolare per i minori; sottolinea che tali strumenti innovativi dovrebbero prefiggersi lo scopo di sostenere la democrazia rappresentativa e che dovrebbe essere garantita la trasparenza a tutti i livelli;

45.  chiede verifiche dei fatti e attività di moderazione per affrontare la disinformazione nel funzionamento delle piattaforme online usate per coinvolgere i cittadini;

46.  ricorda che, prima dell'avvio di qualsiasi processo di partecipazione, le istituzioni dell'UE devono impegnarsi a dar seguito ai loro risultati alla luce delle loro competenze e procedure legislative, in quanto la delusione dei cittadini deriva spesso da un mancato follow-up; sottolinea che i cittadini dovrebbero avere un'immagine chiara delle strutture di coinvolgimento e dialogo di cui possono usufruire, affinché le aspettative corrispondano alla realtà, pena il rischio di una loro disaffezione; sottolinea che qualsiasi nuovo strumento di partecipazione dovrebbe essere accompagnato da una campagna di comunicazione incisiva, con un impegno politico ad alto livello sul piano sia nazionale che dell'UE, analogamente a quanto avvenuto con l'efficace campagna elettorale condotta per le elezioni europee del 2019;

47.  sottolinea che le istituzioni dell'UE devono fornire attivamente orientamenti ai partecipanti durante tutto il processo di partecipazione; evidenzia che al termine di tale processo, il relativo esito deve essere definito in modo chiaro, in modo che possa essere oggetto di una risposta obbligatoria; propone che i partecipanti ricevano un riscontro scritto su ciascuna proposta o raccomandazione in un linguaggio chiaro al termine di tali esercizi, in cui le istituzioni dell'UE chiariscano la loro intenzione di mettere in atto suddetta proposta o raccomandazione o giustifichino la loro scelta di non farlo; riconosce che vi sono sfide e difficoltà da superare per far sì che i meccanismi di partecipazione contribuiscano in maniera più significativa alla qualità democratica e, di conseguenza, a un senso di responsabilità e di identità europea;

48.  sottolinea la necessità di istituire un quadro per il follow-up relativo ai dialoghi con i cittadini al fine di tenere efficacemente conto del contributo dei cittadini; propone che una parte del follow-up consista nel tradurre i risultati in relazioni d'iniziativa e audizioni pubbliche e nel coinvolgere i cittadini, tra cui i gruppi meno rappresentati della società, segnatamente i giovani, in tutte queste fasi;

49.  ritiene che i processi partecipativi dei cittadini debbano rispettare il massimo livello di trasparenza possibile; osserva che la trasparenza e la disponibilità di dati aperti rafforzano la fiducia nelle istituzioni pubbliche e, di conseguenza, la loro legittimità; sottolinea che per promuovere la legittimità democratica delle istituzioni dell'UE attraverso il coinvolgimento del pubblico sono necessarie una migliore comprensione dei processi decisionali dell'UE; chiede la creazione di una norma in materia di governo aperto a livello dell'UE che possa fungere da base per altri livelli di governo;

50.  propone che il sito web della Commissione "Di' la tua" diventi una risorsa unica che consenta l'accesso a tutti gli strumenti partecipativi a livello dell'UE; osserva che la pandemia di COVID-19 ha stimolato l'uso dei media digitali e dei sistemi di conferenza online e ritiene pertanto che la digitalizzazione possa offrire ulteriori opportunità per la partecipazione dei cittadini; osserva che ciò ha consentito ai cittadini di partecipare ai processi decisionali in maniera più veloce, ampia e inclusiva; ritiene che l'UE dovrebbe promuovere modi nuovi e innovativi ai fini della partecipazione dei cittadini, consentendo l'uso di tecnologie digitali che agevolino il dialogo multilingue con i cittadini; invita la Commissione ad accogliere con favore ulteriori possibilità digitali per la partecipazione dei cittadini, in tutte le lingue ufficiali dell'UE, fra cui tutorial, esempi dal passato e informazioni sulle normative pertinenti; ritiene che sarebbe opportuno prevedere disposizioni per le persone cieche, con disabilità visive o con difficoltà nella lettura di testi a stampa;

51.  incoraggia l'istituzione di un forum indipendente della società civile, del mondo accademico e delle parti sociali, al fine di monitorare il processo e il relativo seguito da parte delle istituzioni dell'UE;

52.  promuove la creazione di una rete di organizzazioni della società civile indipendente, basata sulla partecipazione volontaria, per riunire diverse iniziative democratiche, anche in diverse regioni, al fine di agevolare la condivisione delle informazioni e il trasferimento delle conoscenze, nonché per garantire l'utilizzo delle migliori prassi; ritiene che questo aumenterà la consapevolezza delle procedure decisionali dell'UE da parte dei cittadini, oltre a garantire a questi ultimi maggiori possibilità di influenzare la definizione delle politiche;

53.  accoglie con favore la proposta dei presidenti del CESE e del CdR di istituire un gruppo di lavoro interistituzionale sulla partecipazione dei cittadini ai processi decisionali dell'UE;

54.  si impegna in un confronto con le altre istituzioni e parti interessate dell'UE per potenziare ulteriori canali intesi a consentire ai cittadini di dare il loro contributo, fra cui l'estensione dei dialoghi con i cittadini e l'istituzione di un meccanismo permanente per la partecipazione di questi ultimi dotato di un processo di follow-up formalmente vincolante;

55.  invita la Commissione a presentare una proposta in vista di un accordo interistituzionale sul dialogo civile basato sull'articolo 11, paragrafo 2, TUE, che stabilisce che le istituzioni mantengono un dialogo aperto, trasparente e regolare con le associazioni rappresentative e la società civile;

56.  rimarca l'importanza di una promozione coordinata e coerente dell'impegno civico e della partecipazione attiva a livello locale, regionale, nazionale e dell'UE; ritiene, in tale contesto, che il ruolo, le attività e l'indipendenza delle rappresentanze della Commissione europea e degli uffici di collegamento del Parlamento europeo negli Stati membri dovrebbero essere rafforzati, al fine di agevolare l'impegno civico e il dialogo diretto con i cittadini, garantire l'accesso alle informazioni e la loro diffusione, e sensibilizzare in merito all'Unione europea e alle sue politiche attraverso un uso ampio e ben coordinato degli strumenti di comunicazione per la partecipazione fisica e digitale dei cittadini;

57.  sottolinea l'iniziativa nuova Bauhaus europea come una recente innovazione volta a incoraggiare e agevolare la partecipazione dei cittadini; evidenzia che tale iniziativa riunisce cittadini, esperti, imprese e istituzioni e agevola il dialogo su come rendere gli spazi di vita di domani più economici e accessibili;

58.  propone l'introduzione di meccanismi di partecipazione dei cittadini per i progetti pilota, fra cui il bilancio partecipativo per consentire la definizione della spesa del bilancio dell'Unione e il crowdsourcing per permettere ai cittadini di essere coinvolti nella co-creazione delle politiche insieme ai decisori politici dell'UE;

59.  sottolinea la necessità di agevolare la partecipazione dei cittadini, con un sufficiente impegno da parte delle istituzioni dell'UE, nell'elaborazione delle riforme strutturali dell'UE, attraverso la riforma del metodo della convenzione, come previsto all'articolo 48 TUE; propone che tale aspetto sia discusso nella Conferenza sul futuro dell'Europa;

60.  accoglie con favore la Conferenza sul futuro dell'Europa e ritiene che essa rappresenti un'ottima opportunità per coinvolgere direttamente i cittadini in un dialogo costruttivo sul futuro dell'Europa e dare risposta alle loro domande;

61.  sottolinea l'importanza di una partecipazione equilibrata delle organizzazioni della società civile, insieme ai rappresentanti delle istituzioni, alla Conferenza sul futuro dell'Europa; sottolinea la necessità di un solido follow-up sull'esito della Conferenza, che tenga i cittadini informati sulle diverse misure del processo decisionale da essa derivante e assicuri che il dialogo con i cittadini sia fruttuoso e prosegua anche dopo il termine formale della Conferenza sul futuro dell'Europa;

62.  sottolinea che le agorà dei cittadini organizzate nel quadro della Conferenza sul futuro dell'Europa dovrebbero fungere da prova in vista di una futura istituzionalizzazione di tali strumenti come meccanismo permanente di partecipazione dei cittadini ai principali dibattiti;

63.  prevede che la Conferenza sul futuro dell'Europa offrirà un importante contributo per l'ulteriore sviluppo della partecipazione dei cittadini al processo decisionale dell'UE e preparerà il terreno per la creazione di nuovi meccanismi permanenti per la partecipazione dei cittadini;

64.  ritiene che la Conferenza sul futuro dell'Europa rappresenti un'opportunità per discutere i possibili meccanismi per la partecipazione attiva dei cittadini al processo di consultazione allo scopo di influenzare il programma di lavoro annuale della Commissione e il discorso sullo stato dell'Unione; osserva che un meccanismo di tale tipo potrebbe articolarsi su base annuale, iniziando nei primi mesi di ogni anno con agorà nazionali e regionali dei cittadini volte a stilare le priorità da discutere in un'agorà europea transnazionale dei cittadini, da concludersi in occasione della giornata dell'Europa; osserva che le priorità derivanti dall'agorà europea dei cittadini dovrebbero essere presentate alle istituzioni dell'UE per alimentare il meccanismo di consultazione che porta all'elaborazione del programma di lavoro annuale della Commissione;

65.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

(1) Testi approvati, P9_TA(2020)0010.
(2) Testi approvati, P9_TA(2020)0153.
(3) Flash Eurobarometer FL4023
(4) Accordo interistituzionale "Legiferare meglio" tra il Parlamento europeo, il Consiglio dell'Unione europea e la Commissione europea (GU L 123 del 12.5.2016, pag. 1).
(5) Regolamento (UE) 2019/788 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, riguardante l'iniziativa dei cittadini europei (GU L 130 del 17.5.2019, pag. 55).
(6) Relazione speciale 14/2019 "Di' la tua!", Corte dei conti europea, settembre 2019.
(7) GU C 440 del 18.12.2020, pag. 49.

Ultimo aggiornamento: 11 novembre 2021Note legali - Informativa sulla privacy