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Procedura : 2020/2075(INI)
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Ciclo del documento : A9-0212/2021

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A9-0212/2021

Discussioni :

PV 07/07/2021 - 24
CRE 07/07/2021 - 24

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PV 08/07/2021 - 11
PV 08/07/2021 - 19

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P9_TA(2021)0358

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Giovedì 8 luglio 2021 - Strasburgo
Revisione del quadro legislativo macroeconomico
P9_TA(2021)0358A9-0212/2021

Risoluzione del Parlamento europeo dell'8 luglio 2021 sulla revisione del quadro legislativo macroeconomico per un impatto più incisivo sull'economia reale europea e una maggiore trasparenza del processo decisionale e della responsabilità democratica (2020/2075(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visto il trattato che istituisce la Comunità economica europea, firmato a Roma nel 1957,

–  visto l'articolo 2 del trattato sull'Unione europea,

–  visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) e, in particolare, gli articoli 121, 122, 126 e 136 e il protocollo n. 12,

–  viste la sua risoluzione del 20 ottobre 2010 sulla crisi finanziaria, economica e sociale: raccomandazioni sulle misure e le iniziative da adottare (relazione intermedia)(1) e la sua risoluzione del 6 luglio 2011 sulla crisi finanziaria, economica e sociale: raccomandazioni sulle misure e le iniziative da adottare(2),

–  vista la direttiva 2011/85/UE del Consiglio, dell'8 novembre 2011, relativa ai requisiti per i quadri di bilancio degli Stati membri(3),

–  visto il regolamento (UE) n. 1173/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, relativo all'effettiva esecuzione della sorveglianza di bilancio nella zona euro(4),

–  visto il regolamento (UE) n. 1174/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulle misure esecutive per la correzione degli squilibri macroeconomici eccessivi nella zona euro(5),

–  visto il regolamento (UE) n. 1175/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, che modifica il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche(6),

–  visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici(7),

–  visto il regolamento (UE) n. 1177/2011 del Consiglio, dell'8 novembre 2011, che modifica il regolamento (CE) n. 1467/97 per l'accelerazione e il chiarimento delle modalità di attuazione della procedura per i disavanzi eccessivi(8),

–  visto il regolamento (UE) n. 472/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2013, sul rafforzamento della sorveglianza economica e di bilancio degli Stati membri nella zona euro che si trovano o rischiano di trovarsi in gravi difficoltà per quanto riguarda la loro stabilità finanziaria(9),

–  visto il regolamento (UE) n. 473/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2013, sulle disposizioni comuni per il monitoraggio e la valutazione dei documenti programmatici di bilancio e per la correzione dei disavanzi eccessivi negli Stati membri della zona euro(10),

–  vista la sua risoluzione del 24 giugno 2015 sulla verifica del quadro di governance economica: bilancio e sfide(11),

–  vista la comunicazione della Commissione, del 10 febbraio 2015, dal titolo "Sfruttare al meglio la flessibilità consentita dalle norme vigenti del patto di stabilità e crescita" (COM(2015)0012/2),

–  visti la relazione dei quattro presidenti del 5 dicembre 2012 dal titolo "Verso un'autentica Unione economica e monetaria", la relazione dei cinque presidenti del 22 giugno 2015 sul completamento dell'Unione economica e monetaria dell'Europa, il Libro bianco della Commissione del 1º marzo 2017 sul futuro dell'Europa e il documento di riflessione della Commissione del 31 maggio 2017 sull'approfondimento dell'Unione economica e monetaria,

–  vista la relazione speciale n. 03/2018 della Corte dei conti europea dal titolo "Audit della procedura per gli squilibri macroeconomici",

–  vista la comunicazione della Commissione dell'11 dicembre 2019 sul Green Deal europeo (COM(2019)0640),

–  vista la sua risoluzione del 15 gennaio 2020 sul Green Deal europeo(12),

–  vista la comunicazione della Commissione, del 5 febbraio 2020, sul riesame della governance economica (COM(2020)0055),

–  vista la comunicazione della Commissione, del 13 marzo 2020, dal titolo "Risposta economica coordinata all'emergenza COVID-19" (COM(2020)0112),

–  vista la comunicazione della Commissione, del 20 marzo 2020, sull'attivazione della clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita (COM(2020)0123),

–  vista la comunicazione della Commissione, del 27 maggio 2020, dal titolo "Il momento dell'Europa: riparare i danni e preparare il futuro per la prossima generazione" (COM(2020)0456),

–  vista la comunicazione della Commissione, del 27 maggio 2020, sul bilancio dell'UE come motore del piano per la ripresa europea (COM(2020)0442),

–  vista la proposta di regolamento del Consiglio, presentata dalla Commissione il 28 maggio 2020, che istituisce uno strumento dell'Unione europea per la ripresa a sostegno dell'economia dopo la pandemia di COVID-19 (COM(2020)0441),

–  visto il regolamento (UE) 2020/852 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 giugno 2020, relativo all'istituzione di un quadro che favorisce gli investimenti sostenibili e recante modifica del regolamento (UE) 2019/2088(13),

–  vista la relazione speciale n. 16/2020 della Corte dei conti europea dal titolo "Il semestre europeo – Le raccomandazioni specifiche per paese affrontano questioni importanti, ma devono essere attuate meglio",

–  viste la valutazione del Comitato consultivo europeo per le finanze pubbliche (EFB) delle norme di bilancio dell'UE, con particolare attenzione alla legislazione del "six-pack" e del "two-pack", dell'11 settembre 2019, la relazione annuale dell'EFB del 29 ottobre 2019, la dichiarazione dell'EFB del 24 marzo 2020 sulla COVID-19, la valutazione dell'EFB del 1º luglio 2020 sull'orientamento di bilancio appropriato per la zona euro nel 2021 e la relazione annuale 2020 dell'EFB del 20 ottobre 2020,

–  viste le conclusioni del Consiglio europeo dell'11 dicembre 2020 sul QFP e lo strumento NextGenerationEU, la COVID-19, i cambiamenti climatici, la sicurezza e le relazioni esterne,

–  visto l'accordo interistituzionale del 16 dicembre 2020 sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria, nonché su nuove risorse proprie, compresa una tabella di marcia verso l'introduzione di nuove risorse proprie(14),

–  vista la sua risoluzione del 17 aprile 2020 sull'azione coordinata dell'UE per lottare contro la pandemia di COVID-19 e le sue conseguenze(15),

–  vista la sua risoluzione del 15 maggio 2020 sul nuovo quadro finanziario pluriennale, le risorse proprie e il piano di ripresa(16),

–  visto il regolamento (UE) 2020/672 del Consiglio, del 19 maggio 2020, che istituisce uno strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione nello stato di emergenza (SURE) a seguito dell'epidemia di COVID‐19(17),

–  viste le conclusioni del Consiglio europeo del 21 luglio 2020,

–  vista la sua risoluzione del 23 luglio 2020 sulle conclusioni della riunione straordinaria del Consiglio europeo del 17-21 luglio 2020(18),

–  vista la comunicazione della Commissione del 17 settembre 2020 sulla strategia annuale di crescita sostenibile 2021 (COM(2020)0575),

–  vista la sua posizione del 16 settembre 2020 sul progetto di decisione del Consiglio relativa al sistema delle risorse proprie dell'Unione europea(19),

–  vista la sua risoluzione del 13 novembre 2020 sul piano di investimenti per un'Europa sostenibile - Come finanziare il Green Deal(20),

–  visto il regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 febbraio 2021, che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza(21),

–  viste le previsioni economiche europee della Commissione dell'inverno 2021 (documento istituzionale 144), del febbraio 2021,

–  vista la comunicazione della Commissione, del 3 marzo 2021, dal titolo "A un anno dall'insorgere della pandemia di COVID-19: la risposta della politica di bilancio" (COM(2021)0105),

–  vista la comunicazione della Commissione del 5 febbraio 2020 intitolata "Riesame della governance economica - Relazione riguardante l'applicazione dei regolamenti (UE) n. 1173/2011, (UE) n. 1174/2011, (UE) n. 1175/2011, (UE) n. 1176/2011, (UE) n. 1177/2011, (UE) n. 472/2013 e (UE) n. 473/2013 e l'adeguatezza della direttiva 2011/85/UE" (COM(2020)0055),

–  viste le previsioni economiche europee della Commissione della primavera 2021 (documento istituzionale 149), del maggio 2021,

–  vista la comunicazione della Commissione, del 2 giugno 2021, dal titolo "Coordinamento delle politiche economiche nel 2021: superare la COVID-19, sostenere la ripresa e modernizzare la nostra economia" (COM(2021)0500),

–  visti la relazione della commissione per i problemi economici e monetari e il parere della commissione per gli affari costituzionali (A9-0212/2021),

–  visto l'articolo 54 del suo regolamento,

A.  considerando che negli ultimi 30 anni il quadro di governance economica ha subito una serie di cambiamenti volti a colmarne le lacune di progettazione e di attuazione e ad adattarlo alle nuove sfide economiche;

B.  considerando che l'attuale quadro di governance presenta debolezze concettuali e pratiche che portano a norme eccessivamente complesse, scarsa applicazione, mancanza di titolarità e mancanza di incentivi a perseguire politiche anticicliche simmetriche; che il quadro vigente non è riuscito a ridurre le divergenze all'interno dell'UE né a proteggere o stimolare gli investimenti pubblici a favore della crescita;

C.  considerando che le varie riforme dell'Unione economica e monetaria introdotte all'indomani della crisi finanziaria globale si sono incentrate sulla riduzione dei rischi senza tuttavia introdurre elementi di condivisione del rischio;

D.  considerando che i programmi di aggiustamento macroeconomico hanno presentato una mancanza di titolarità nazionale e hanno segnato il tessuto sociale dei paesi che li hanno attuati;

E.  considerando che nel 2015 la Commissione ha adottato orientamenti su come sfruttare al meglio la flessibilità consentita dalle norme del patto di stabilità e crescita per rafforzare il legame tra riforme strutturali, investimenti e responsabilità di bilancio;

F.  considerando che l'Unione europea deve affrontare molteplici sfide a lungo termine: una crisi della salute pubblica, una crisi climatica e la mancanza di investimenti nelle infrastrutture pubbliche, che aggravano le disparità socio-economiche;

G.  considerando che la sfida delle doppie transizioni richiede investimenti pubblici aggiuntivi, che sono ostacolati dall'attuale quadro di bilancio; che sia nel settore pubblico che in quello privato gli investimenti erano insufficienti già prima della crisi, nonostante i tassi di interesse storicamente bassi;

H.  considerando che gli investimenti pubblici lordi sono stati sottoposti a drastici tagli in seguito alla crisi finanziaria e del debito sovrano e che in molti Stati membri gli investimenti pubblici netti sono addirittura negativi, il che significa che l'attuale quadro di bilancio comporta misure di risanamento troppo recessive e favorisce il calo degli investimenti pubblici nei periodi di risanamento del bilancio;

I.  considerando che esistono lacune significative nei finanziamenti agli investimenti, che andrebbero colmate: 470 miliardi di EUR all'anno entro il 2030 per raggiungere gli obiettivi ambientali dell'UE(22), 142 miliardi di EUR all'anno per infrastrutture sociali come ospedali o scuole(23), e 190 miliardi di EUR all'anno per stabilizzare lo stock di capitale pubblico(24);

J.  considerando che, alla luce del fatto che all'inizio della pandemia i livelli di debito pubblico erano elevati, e che la recessione economica senza precedenti, le misure di bilancio inedite adottate a livello nazionale in risposta alla pandemia e la necessità di sostenere una ripresa inclusiva e sostenibile si ripercuoteranno sulle finanze pubbliche, portando il rapporto debito/PIL dell'UE a un nuovo picco, pari a oltre il 100 % del PIL;

K.  considerando che la sostenibilità ambientale(25) e quella sociale sono legate ai rischi per la sostenibilità di bilancio a lungo termine;

L.  considerando che la pandemia sta causando uno shock esogeno senza precedenti, caratterizzato da notevoli effetti asimmetrici, e che esso sta incidendo negativamente sulle prospettive economiche dell'UE e ampliando le divergenze fra gli Stati membri;

M.  considerando che la pandemia ha amplificato le disuguaglianze e la povertà preesistenti e ha dimostrato l'importanza del modello sociale europeo e delle sue attuali reti di sicurezza sociale;

N.  considerando che in Europa le previsioni economiche(26),(27) delineano lo scenario di una ripresa incompleta, disomogenea e a più velocità; che la distribuzione del vaccino sta accelerando e che vi sono notevoli rischi di divergenze e maggiori diseguaglianze tra paesi, settori e segmenti della società, in particolare tra i giovani lavoratori, le donne e i lavoratori scarsamente qualificati;

O.  considerando che sussistono ancora rischi a lungo termine di intaccare le economie di alcuni Stati membri e che pertanto la revoca del sostegno dovrebbe essere integrata con misure volte a facilitare la creazione e la riassegnazione di posti di lavoro, segnatamente attraverso programmi di riqualificazione e riconversione professionali, unitamente a sostegno al reddito, se necessario;

P.  considerando che i rischi geopolitici potrebbero avere ripercussioni sulla sostenibilità del debito sovrano;

Q.  considerando che il sostegno di bilancio discrezionale ha presentato differenze fra gli Stati membri in termini di portata e composizione, mostrando un'evidente correlazione positiva fra il margine di bilancio e l'entità della risposta politica, il che ha determinato una risposta asimmetrica che potrebbe anche comportare il rischio di condizioni inique sul mercato interno e di ulteriori differenze nella velocità della ripresa;

R.  considerando che la risposta dell'UE alla crisi(28) ha rafforzato l'UEM ed è finora riuscita a costruire la fiducia, domando così la volatilità dei mercati finanziari; considerando inoltre l'importanza dell'emissione di obbligazioni dell'UE;

S.  considerando che nel 2020 la Commissione ha avviato una consultazione pubblica sul riesame dell'efficacia del quadro di governance economica che è stata interrotta dall'inizio della pandemia di COVID-19;

1.  invita la Commissione a rilanciare il dibattito pubblico sulla revisione del quadro di governance economica europea e a presentare proposte legislative complete e lungimiranti a seguito della revisione; osserva che il riesame del quadro di governance economica è stato sospeso a causa della pandemia;

La politica di bilancio verso una ripresa sostenibile e inclusiva

2.  accoglie con favore l'attivazione della clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita, che è pienamente giustificata dall'impatto socioeconomico della pandemia; osserva che la clausola di salvaguardia generale non sospende le procedure del patto di stabilità e crescita, e riconosce che essa consentirà alla Commissione e al Consiglio di adottare le necessarie misure di coordinamento politico nel quadro del patto, discostandosi dalle esigenze di bilancio che sarebbero normalmente applicabili; sottolinea che la clausola di salvaguardia generale ha consentito agli Stati membri di adottare misure molto significative sul fronte delle spese e delle entrate per ridurre al minimo l'impatto economico e sociale della pandemia, e che il sostegno fiscale dovrebbe essere gradualmente eliminato al fine di sostenere gli sforzi profusi dagli Stati membri per favorire la ripresa e rafforzare la resilienza socioeconomica; prende atto del grado di flessibilità dell'attuale quadro per la governance economica nella risposta politica coordinata alla crisi generata dalla COVID-19;

3.  accoglie con favore la comunicazione della Commissione del 3 marzo 2021 con le considerazioni proposte in merito alla disattivazione o al proseguimento dell'attivazione della clausola di salvaguardia generale; osserva che bisognerebbe tenere conto di una valutazione generale dello stato dell'economia basata principalmente su criteri quantitativi; concorda sul fatto che il criterio principale di tale valutazione dovrebbe essere costituito dall'attività economica nell'UE o nella zona euro rispetto ai livelli pre-crisi; sottolinea, tuttavia, a tale riguardo, l'importanza dell'evoluzione della situazione sanitaria, sociale ed economica nell'UE e dell'economia della zona euro; accoglie con favore la comunicazione della Commissione sul coordinamento delle politiche economiche, dalla quale si evince che la clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita continuerà ad essere applicata nel 2022 e dovrebbe essere disattivata a partire dal 2023;

4.  ritiene che la revisione del quadro di governance economica avrà luogo in circostanze difficili, vale a dire i bassi tassi di interesse e un debito senza precedenti, nonché nel contesto di un grande pacchetto di risanamento fiscale composto da sovvenzioni e prestiti finanziati dal debito dell'UE;

5.  è del parere che sia necessario procedere a una revisione del quadro di governance economica dell'UE; concorda con il Comitato consultivo europeo per le finanze pubbliche sull'importanza di avere un percorso chiaro per un quadro di bilancio rivisto, preferibilmente prima di disattivare la clausola di salvaguardia generale;

6.  è consapevole del fatto che avviare il riesame dopo la disattivazione della clausola di salvaguardia generale renderà il processo più complesso, controverso e divisivo; ritiene pertanto che sia opportuno riflettere su una revisione del quadro di governance economica prima di un eventuale ritorno alle norme di bilancio;

7.  osserva che, nel contesto attuale, l'applicazione del quadro di bilancio vigente, in particolare i percorsi di aggiustamento, comporterebbe un'eccessiva velocità di riduzione del debito, che potrebbe mettere a rischio il percorso di ripresa delle economie e potrebbe indebolire l'impegno degli Stati membri a rispettare le norme;

8.  invita la Commissione a fornire chiari orientamenti di politica di bilancio per gli Stati membri durante il periodo di attivazione della clausola di salvaguardia generale, così da raggiungere posizioni di bilancio prudenti a medio termine e garantire la sostenibilità di bilancio a medio termine; chiede l'utilizzo, una volta disattivata la clausola di salvaguardia generale e nelle more di un quadro rivisto, di tutte le flessibilità esistenti previste nell'attuale quadro di governance economica, come la "clausola sugli eventi eccezionali" tenendo conto della situazione specifica di ciascun paese, per prevenire il consolidamento fiscale prematuro e limitare i rischi di ripercussioni a lungo termine;

9.  ritiene che gli indicatori economici e i percorsi di aggiustamento debbano essere interpretati con cautela, e chiede pertanto di procedere a una revisione del codice di condotta e del vademecum del patto di stabilità e crescita; sottolinea che gli orientamenti di bilancio dovrebbero evitare distorsioni procicliche, promuovere la convergenza verso l'alto, rafforzare una ripresa sostenibile, inclusiva, ecocompatibile e digitale, contribuendo in tal modo al Green Deal europeo e all'attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali, nonché tenere conto delle diverse situazioni degli Stati membri e contrastare gli squilibri macroeconomici;

10.  ritiene che i prestiti NextGenerationEU (NGEU) dovrebbero essere registrati come debito nazionale; invita la Commissione, nell'ambito dell'aggiornamento degli orientamenti di attuazione del Patto di stabilità e crescita, a riservare alle spese finanziate dai prestiti NGEU lo stesso trattamento riservato al Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) nel contesto della comunicazione della Commissione sulla flessibilità;

11.  chiede una politica di bilancio espansiva continua per tutto il tempo necessario per sostenere la ripresa dalla pandemia di COVID-19 e guidare cambiamenti trasformativi che rendano le economie più verdi, più digitali e inclusive, garantendo nel contempo la sostenibilità di bilancio a medio termine; mette in guardia contro una revoca prematura del sostegno e concorda con la raccomandazione della Commissione secondo cui la politica di bilancio dovrebbe rimanere agile e adeguarsi all'evolversi della situazione, ove giustificato; ritiene che le misure di sostegno di bilancio dovrebbero diventare più mirate con il progredire della ripresa; è favorevole all'adozione di politiche modulate in funzione della fase della pandemia, del percorso verso la ripresa economica e delle circostanze specifiche dei paesi;

12.  invita la Commissione a garantire che gli Stati membri elaborino credibili strategie di uscita dalle misure legate alla crisi, senza anticipare le future traiettorie di bilancio;

13.  rileva i rischi di ripercussioni a lungo termine nell'accumulazione di capitale e nel mercato del lavoro a causa della pandemia, che potrebbero avere strascichi sull'economia; sottolinea che è probabile che la ripresa resti disomogenea e che la politica di bilancio dovrebbe limitare le ripercussioni e ridurre le disuguaglianze sostenendo i settori dell'economia e della società che presentano un rischio di divergenza più elevato;

14.  invita gli Stati membri a integrare il sostegno di bilancio di alta qualità in quadri credibili a medio termine e a preparare piani solidi per la politica di bilancio a medio termine per garantire che, laddove siano necessarie misure di bilancio espansive, queste siano sostenute da misure inclusive e di crescita, e a assicurare il ruolo anticiclico della politica di bilancio tenendo presente che le misure di politica di bilancio di emergenza sono temporanee, limitate e mirate a garantire la sostenibilità di bilancio a medio termine; invita gli Stati membri a monitorare i rischi di bilancio, in particolare le eventuali passività potenziali, se del caso; ricorda la crescente importanza di monitorare i rischi di bilancio connessi alla sostenibilità; osserva che tali buone pratiche di gestione delle finanze pubbliche migliorerebbero la trasparenza e la responsabilità;

15.  accoglie con favore la risposta immediata e coordinata messa in atto tramite misure di politica economica dalle istituzioni e dagli Stati membri dell'UE e volta a evitare un forte aumento delle insolvenze societarie e della disoccupazione; raccomanda che il sostegno più generale sia sostituito gradualmente da programmi più mirati per limitare i rischi di difficoltà e danni alle imprese; raccomanda di concentrare il sostegno pubblico solo su imprese sostenibili nel lungo periodo, alla luce dell'agenda verde e digitale dell'UE;

16.  osserva che l'orientamento di bilancio a livello degli Stati membri, come pure il quadro macroeconomico, hanno spesso promosso politiche di bilancio procicliche, sia in periodi di congiuntura favorevole che in periodi di congiuntura sfavorevole, in quanto, rispettivamente, non erano state costituite riserve sufficienti negli uni o non si era fatto un uso sufficiente del margine di bilancio negli altri; rileva inoltre che esisteva una correlazione positiva tra gli Stati membri che disponevano di un margine di bilancio e la loro capacità di mobilitare rapidamente pacchetti di incentivi di bilancio a un ritmo molto più rapido e senza costi di finanziamento associati, il che ha contribuito a mitigare gli effetti socioeconomici negativi della pandemia;

17.  sottolinea l'importanza del ruolo delle politiche di bilancio affinché gli Stati membri siano ugualmente in grado di assicurare una ripresa sostenibile, verde, digitale e inclusiva, da un lato, e, dall'altro, di garantire politiche di bilancio sostenibili e la sostenibilità del debito nel lungo termine;

18.  ritiene che la risposta di bilancio europea comune (NextGenerationEU) sia fondamentale per la ripresa; chiede un uso rapido ed efficace, nel pieno rispetto dei criteri concordati, delle risorse di NextGenerationEU, che svolgeranno un ruolo importante nel sostegno alla ripresa economica sostenibile e inclusiva e nel rafforzamento della produttività e degli investimenti in tutta l'UE;

Un riesame del quadro legislativo macroeconomico

19.  sottolinea l'interazione intrinseca tra le politiche monetarie e fiscali nel pieno rispetto del mandato della BCE e della sua indipendenza e salvaguardando la sua legittimità democratica; prende atto del successo di un'impostazione adeguata e responsabile di entrambe le politiche che contribuiscono a fornire il sostegno necessario alle economie post-COVID-19, in quanto le prime preservano condizioni di finanziamento favorevoli mentre le secondo sostengono le imprese, i lavoratori e le persone, il che dimostra che tali politiche sono pronte rispondere a questa crisi; ritiene che si dovrebbe anche evitare il ritiro prematuro della politica di bilancio per non contrastare lo stimolo del programma di ripresa;

20.  evidenzia che negli scorsi anni e durante le crisi passate la politica monetaria si è fatta carico dell'onere principale della stabilizzazione; osserva che la crisi causata dalla pandemia ha dimostrato che la stabilizzazione non può essere solo responsabilità della politica monetaria e che la politica di bilancio dovrebbe svolgere un ruolo più incisivo; pur riconoscendo che le attuali condizioni monetarie sono accomodanti e stanno sostenendo la ripresa dell'economia nella crisi, mette in guardia dal fare troppo affidamento su una politica monetaria accomodante e su un costo estremamente basso del debito sovrano;

21.  sottolinea che le politiche fiscali nazionali, insieme alle politiche dell'Unione, svolgeranno un ruolo importante nell'adempimento degli impegni e delle responsabilità dell'Unione europea nella lotta globale contro i cambiamenti climatici;

22.  evidenzia che esistono fattori strutturali quali l'invecchiamento, l'aumento del risparmio, la bassa inflazione, la propensione agli investimenti e un rallentamento della produttività che potrebbero mantenere bassi i tassi di interesse reali nel medio e lungo termine; ritiene che le politiche macroeconomiche debbano affrontare i fattori alla base del rischio di stagnazione secolare tramite riforme sostenibili, equilibrate e socialmente giuste che promuovano la crescita e la produttività; ricorda che la stagnazione secolare è tipicamente caratterizzata, tra gli altri fattori, dal calo della forza lavoro, da una domanda ridotta, dall'eccesso di risparmio e da bassi investimenti;

23.  sottolinea tuttavia la necessità di essere pronti a scenari meno positivi; osserva che l'impatto dello shock generato dalla pandemia di COVID-19 ha aumentato i risparmi e alcune scelte di investimento sono state ritardate; sottolinea che, con l'allentamento delle restrizioni e la ripresa economica, i tassi di interesse potrebbero subire un aumento determinato da maggiori aspettative di inflazione; sottolinea l'importanza di promuovere investimenti pubblici e privati per sbloccare capitale aggiuntivo, in particolare nel contesto della ripresa dell'UE; sottolinea che non è solo il livello degli investimenti che conta per la crescita, ma anche l'impostazione, la qualità e l'attuazione dei programmi di investimento; rileva che durante l'ultima crisi si è verificata una notevole perdita di investimenti e sottolinea l'importanza della ripresa economica per aumentare la redditività degli investimenti;

24.  ritiene che un quadro di governance economica adeguato e credibile sia un requisito necessario per politiche di bilancio sostenibili e traiettorie del debito e del disavanzo che garantiscano percorsi credibili di riduzione del debito, promuovendo una crescita sostenibile e inclusiva a lungo termine e, al contempo, garantendo condizioni di finanziamento favorevoli, soprattutto a lungo termine; ritiene inoltre che il quadro dovrebbe integrare elementi per evitare politiche procicliche e creare riserve sufficienti in tempi favorevoli, per essere in grado di svolgere, ove necessario, una funzione di stabilizzazione macroeconomica a breve termine e per garantire una governance migliore e trasparente, il che a sua volta mette l'economia al servizio delle persone;

Un'analisi globale della sostenibilità del debito sovrano

25.  osserva che i livelli del debito sovrano sono notevolmente aumentati, raggiungendo quasi il 102 % del rapporto debito/PIL aggregato della zona euro, con un ulteriore aumento previsto per il 2021 e il 2022, e che alcuni Stati membri hanno già un debito considerevole; rileva che le circostanze sono cambiate da quando sono stati definiti i criteri di Maastricht; sottolinea, pertanto, che il quadro di governance economica dovrebbe essere riesaminato nel contesto dell'attuale contesto economico e, pur basandosi sulle esperienze del quadro esistente e nel pieno rispetto dei trattati, dovrebbe essere basato sui fatti e orientato al futuro;

26.  ritiene che il quadro di governance economica dell'Unione debba essere riesaminato per rendere le norme sul debito più semplici e più applicabili e concepite per sostenere la crescita economica a lungo termine, con adeguati investimenti pubblici e privati;

27.  ritiene che un quadro di governance economica rivisto dovrebbe considerare come garantire un ritmo di riduzione del debito sovrano specifico per paese che salvaguardi la sostenibilità di bilancio a lungo termine e una crescita sostenibile e inclusiva; chiede che gli obiettivi del debito riflettano adeguatamente la nuova realtà economica nonché le sfide specifiche per paese;

28.  ritiene che attività europee sicure promuoverebbero la stabilità finanziaria, migliorerebbero la trasmissione della politica monetaria e contribuirebbero a rafforzare il ruolo dell'euro sul piano internazionale;

29.  è consapevole del fatto che i disavanzi di bilancio molto elevati per il 2020 e il 2021 e la perdita di PIL nominale si rifletteranno nei rapporti debito/PIL;

30.  riconosce che il contesto di bassi tassi di interesse riduce la pressione sulla politica di bilancio riducendo i costi del servizio del debito sovrano; insiste affinché le implicazioni dei bassi tassi di interesse, il possibile cambiamento del contesto dei tassi di interesse e le eventuali future misure di politica monetaria siano adeguatamente prese in considerazione nell'analisi della sostenibilità a medio termine del debito sovrano; osserva che i premi di rischio degli Stati membri possono aumentare, in particolare per i paesi con un debito elevato o in aumento, e che ciò potrebbe esercitare ulteriore pressione sulla politica di bilancio, nonché sull'economia;

31.  sottolinea che i costi del servizio del debito dovrebbero rimanere bassi nel prossimo futuro grazie al fatto che un'ampia quota del debito è costituita da prestiti a lunga scadenza e, talvolta, obbligazioni con rendimenti negativi, e che i disavanzi primari saranno probabilmente compensati da differenziali favorevoli tra interessi e crescita; sottolinea che l'attuale condizione positiva dei costi del servizio del debito può cambiare in maniera relativamente veloce, mentre una riduzione sostenibile delle riserve di debito sovrano richiede un tempo notevolmente maggiore; ritiene che il vantaggio di un basso costo del servizio del debito sia un'opportunità per sostenere e ridurre progressivamente gli elevati livelli di debito verso un livello sostenibile, per stimolare la crescita potenziale e aumentare la resilienza dell'economia;

32.  sottolinea che esistono problemi strutturali alla base dei tassi di crescita asimmetrici tra gli Stati membri; ritiene che la crescita non sia l'unico obiettivo, poiché realizzare un'economia che funzioni per le persone e raggiungere gli obiettivi del Green Deal e dell'accordo di Parigi richiede un sostegno politico mirato, compresi gli sforzi di bilancio;

33.  ricorda, oltre alle riforme, l'importanza di politiche favorevoli alla crescita e di investimenti pubblici e privati sostenibili volti ad aumentare il potenziale di crescita e raggiungere gli obiettivi dell'UE incentrati sulle transizioni verdi e digitali e ad aumentare il potenziale di crescita, la competitività e la produttività e a dare impulso al mercato unico; ribadisce che investimenti e spese orientati al futuro hanno effetti positivi sulla sostenibilità del debito a medio-lungo termine; invita gli Stati membri a perseguire politiche di bilancio sostenibili preservando gli investimenti pubblici finanziati a livello nazionale e a sostegno della crescita;

34.  invita la Commissione a perseguire un'analisi della sostenibilità del debito sovrano globale ampia e trasparente, al fine di sostenere le decisioni dei responsabili politici per stabilire un percorso di aggiustamento appropriato per paese, chiaro e trasparente; sottolinea l'uso di strumenti e tecniche innovativi come gli stress test e l'analisi stocastica per riflettere meglio i rischi per le dinamiche del debito pubblico (come i differenziali di crescita degli interessi, la composizione del debito, la demografia e la sostenibilità) e la qualità della spesa pubblica;

Quadro di coordinamento della politica di bilancio dell'UE

35.  invita la Commissione, durante il processo di revisione, a riflettere sul ruolo della politica di bilancio nell'economia europea, affrontando le carenze già individuate nel quadro di bilancio dell'UE prima dell'epidemia(29), e anche in considerazione dei lasciti della pandemia;

36.  invita la Commissione a valutare come promuovere la sostenibilità di bilancio e norme anticicliche e a considerare la semplificazione del quadro e il miglioramento dell'autonomia della Commissione nell'applicazione delle norme all'interno di un quadro più responsabile con una maggiore titolarità; chiede inoltre meccanismi di flessibilità ben definiti e attivati in modo trasparente, ogniqualvolta tale flessibilità sia ben giustificata garantendo una maggiore efficacia e credibilità; sottolinea l'importanza di un quadro che garantisca il coordinamento della politica di bilancio, tenga conto dei cambiamenti nelle economie e nelle condizioni di finanziamento nonché delle specificità e degli obiettivi politici degli Stati membri; ritiene inoltre che il quadro dell'UE per il coordinamento delle politiche di bilancio dovrebbe consentire la promozione della crescita sostenibile e inclusiva a lungo termine dell'UE, preservando nel contempo le garanzie contro i rischi per la sostenibilità del debito;

37.  prende atto della proposta del Comitato consultivo europeo per le finanze pubbliche secondo cui il quadro di bilancio dell'UE dovrebbe essere ricostruito su tre princìpi: (i) un'àncora del debito – che è un obiettivo del rapporto debito/PIL e un percorso di riduzione dell'aggiustamento specifico per paese verso di esso, (ii) un unico indicatore della performance di bilancio – che è una regola di spesa per i paesi con un debito superiore all'obiettivo del rapporto debito/PIL, e (iii) una clausola di salvaguardia generale sostenuta da un parere sulla base di analisi e consulenza indipendenti;

38.  sottolinea la necessità di un percorso di aggiustamento del debito specifico per paese realistico e definito in modo trasparente al fine di adattarsi meglio alle realtà dei paesi e riflettere il grado di sostenibilità del debito degli Stati membri;

39.  ritiene che, in linea con la proposta del Comitato consultivo europeo per le finanze pubbliche, una regola di spesa che prevede un massimale(30) per la spesa pubblica nominale quando il debito pubblico di un paese supera una determinata soglia possa offrire una norma di bilancio più trasparente e stabile all'interno dell'UE; osserva che il tasso di crescita del massimale per la spesa dipenderebbe dalla crescita del prodotto potenziale prevista, dall'inflazione prevista e dalla distanza dall'àncora del debito; osserva che sono esclusi i costi per il servizio del debito e l'indennità di disoccupazione (a tassi invariati) e che la crescita della spesa è corretta per l'impatto delle variazioni discrezionali nelle entrate del governo (cioè le aliquote delle imposte dirette e indirette);

40.  osserva che il percorso specifico per paese con la titolarità degli Stati membri rafforzerà la credibilità e migliorerà il rispetto delle norme da parte degli Stati membri; rileva inoltre che il percorso specifico per paese dovrebbe risultare da un'analisi economica trasparente e completa e da una discussione tra gli Stati membri e la Commissione, nel contesto del semestre europeo, in cui si potrebbe prevedere, ove opportuno, una consultazione con il Comitato consultivo europeo per le finanze pubbliche e le istituzioni fiscali indipendenti nazionali (IFI);

41.  sottolinea che le norme in materia di spesa possiedono intrinseche proprietà di stabilizzazione automatica(31), e che tali norme si dimostrano maggiormente efficaci nella riduzione delle distorsioni procicliche della politica di bilancio(32); sottolinea l'importanza degli stabilizzatori automatici a fronte di incertezze crescenti; prende inoltre atto della raccomandazione del Comitato consultivo europeo per le finanze pubbliche di istituire un conto di compensazione in cui si accumulano gli scostamenti dalla crescita pianificata della spesa primaria netta;

42.  osserva che le metriche al centro del quadro di governance economica devono essere facili da osservare e da controllare da parte dei responsabili politici, al fine di aumentarne la trasparenza e la comprensibilità sia per i decisori politici che per i cittadini; osserva che concetti come quello di un'analisi del divario tra prodotto effettivo e potenziale non soddisfano detti criteri; sottolinea che, nel periodo successivo alla crisi, l'incertezza riguardo al divario tra prodotto effettivo e potenziale sarà persino maggiore che in passato; sostiene che, sebbene la crescita del prodotto potenziale non sia osservabile e debba essere stimata, è meno probabile che sia soggetta a revisioni rispetto al divario tra prodotto effettivo e potenziale;

43.  propone, in linea con il Comitato consultivo europeo per le finanze pubbliche, una clausola di salvaguardia generale che deve essere raccomandata dalla Commissione in caso di sviluppi economici imprevisti e decisa dal Consiglio e che può essere sostenuta da un parere basato su un'analisi economica indipendente e ben definita al fine di ridurre la complessità e preservare la capacità di agire in caso di circostanze imprevedibili; tuttavia, qualora sia coinvolto un organismo indipendente, sottolinea la necessità di ulteriori chiarimenti sulla composizione dell'organismo indipendente al fine di garantire l'obiettività di giudizio delle norme, che ne assicuri l'indipendenza e garantisca l'assenza di ritardi nel processo;

44.  sottolinea che quando le finanze pubbliche sono sotto pressione, vi è la tendenza a tagliare gli investimenti pubblici; osserva che le attuali sfide economiche, sociali e ambientali nell'UE richiedono sforzi mirati relativi in particolare alla resilienza sociale, ai cambiamenti climatici e alla digitalizzazione; sottolinea l'importanza del quadro di governance economica dell'UE, per consentire ai governi di proteggere gli investimenti pubblici senza compromettere la sostenibilità del debito; sottolinea che è necessario compiere ulteriori sforzi per migliorare la qualità delle finanze pubbliche; chiede che il quadro rinnovato presti una maggiore attenzione alla qualità del debito; sottolinea che la qualità delle finanze pubbliche migliora la sostenibilità del debito a lungo termine del paese e accresce il potenziale di crescita a lungo termine;

45.  pone l'accento sul parere espresso dal Comitato consultivo europeo per le finanze pubbliche, secondo cui alcune spese sostenibili che stimolano la crescita sarebbero escluse dal massimale di crescita della spesa primaria netta;

46.  sottolinea che le entrate dei governi sono una parte importante della sostenibilità delle finanze pubbliche e che la loro stabilità può contribuire a garantire una strategia credibile per la riduzione del debito sovrano; invita gli Stati membri ad agire per contrastare ulteriormente l'evasione e l'elusione fiscali e il riciclaggio di denaro; ribadisce che azioni efficaci in questo settore da parte degli Stati membri infondono fiducia nella gestione delle finanze pubbliche; rileva la necessità di garantire una politica di spesa responsabile per evitare pressioni per aumentare le tasse;

47.  osserva che il Comitato consultivo europeo per le finanze pubbliche ha fortemente sostenuto l'introduzione di una capacità di bilancio comune a livello europeo, che creerebbe incentivi per un migliore rispetto delle norme di bilancio dell'UE; rileva inoltre che tale parere è stato condiviso da altre istituzioni quali l'FMI e la BCE;

48.  accoglie con favore gli strumenti NextGenerationEU e SURE; sottolinea che NextGenerationEU è finanziato mediante l'emissione di debito garantita dal bilancio dell'UE; sottolinea che l'emissione di debito dell'UE(33) fornirà una nuova offerta di attività europee di elevata qualità; invita la Commissione a sfruttare appieno il potenziale del pacchetto per la ripresa e dello strumento SURE per migliorare la convergenza tra gli Stati membri, promuovere le politiche dell'UE e ridurre la vulnerabilità dell'UE agli shock economici; osserva che gli attuali strumenti NGEU e SURE sono stati concepiti per essere temporanei e sottolinea l'importanza di un piano di rimborso trasparente per il debito derivante dalle obbligazioni NGEU e SURE;

Sorveglianza degli squilibri macroeconomici

49.  sottolinea l'importanza della procedura per gli squilibri macroeconomici nell'individuare, prevenire e affrontare gli squilibri macroeconomici nell'UE; concorda con le valutazioni della Corte dei conti europea(34) secondo cui, sebbene la procedura per gli squilibri macroeconomici sia nell'insieme ben concepita, il suo potenziale non venga sfruttato appieno per garantire un'efficace prevenzione e correzione degli squilibri; rileva inoltre che la classificazione degli Stati membri con squilibri manca di trasparenza, manca la consapevolezza pubblica della procedura e delle sue implicazioni e le raccomandazioni non promuovono sufficientemente le azioni politiche per affrontare tali squilibri, in particolare nella zona euro;

50.  chiede un uso più efficace della relazione sul meccanismo di allerta, prendendo atto dell'ultima revisione tecnica della Commissione del quadro di valutazione della procedura per gli squilibri macroeconomici, e accoglie con favore l'analisi dettagliata e completa alla base della relazione; insiste sul fatto che il quadro di valutazione della procedura per gli squilibri macroeconomici deve essere incentrato e snellito attorno a indicatori e soglie significativi che definiscano più chiaramente gli squilibri nella zona euro, e che deve essere trasparente e basato su dati; ricorda che le raccomandazioni specifiche per paese sono orientamenti lungimiranti rivolti agli Stati membri; ritiene che occorra conseguire una maggiore conformità con le raccomandazioni in sospeso e che le raccomandazioni specifiche per paese pertinenti ai fini della procedura per gli squilibri macroeconomici si concentrino su azioni politiche che possono avere un impatto diretto sugli squilibri, e che siano in linea con le raccomandazioni per la zona euro, ove opportuno;

51.  ritiene che la chiarezza e la coerenza per quanto riguarda l'interazione tra la procedura per gli squilibri macroeconomici e il patto di stabilità e crescita siano fondamentali per garantire il conseguimento dei loro obiettivi;

52.  sostiene a questo proposito le proposte del Comitato consultivo europeo per le finanze pubbliche di integrare le considerazioni derivanti dalla procedura per gli squilibri macroeconomici nella determinazione della suddetta regola di spesa in base alla quale, sulla base di un comune accordo, i paesi con elevati disavanzi delle partite correnti avrebbero un tetto più basso per i loro obiettivi di spesa, mentre i paesi con un avanzo estero eccessivo avrebbero un tetto più alto per il tasso di crescita della spesa;

53.  chiede un maggiore coinvolgimento delle autorità macroprudenziali per identificare meglio gli squilibri macroeconomici da un punto di vista macroprudenziale e dei consigli nazionali per la produttività per aumentare la comprensione comune degli sviluppi macroeconomici nella procedura per gli squilibri macroeconomici;

Governance

54.  sottolinea l'importanza del quadro istituzionale dell'UE e del metodo comunitario per stabilire e applicare efficacemente le norme e per salvaguardare e intensificare una forte titolarità e responsabilità politica, e pone in evidenza che una titolarità o responsabilità politica debole a livello nazionale aggrava l'inosservanza;

55.  insiste sulla necessità del rafforzamento della legittimità, della responsabilità e del controllo democratici del quadro di governance economica; ritiene che, per migliorare la titolarità, si debbano attribuire responsabilità ai livelli a cui sono prese o attuate le decisioni, e che i parlamenti nazionali debbano avere il compito di esercitare un controllo sui governi nazionali così come il Parlamento europeo quello di esercitare un controllo sui dirigenti europei; sottolinea pertanto il ruolo delle istituzioni e pone in evidenza l'importanza di garantire un adeguato equilibrio delle responsabilità fra le diverse istituzioni nell'attuazione del quadro di governance economica;

56.  ricorda che il semestre europeo è un quadro ben consolidato per coordinare le politiche di bilancio, economiche, sociali e occupazionali in tutta l'Unione europea; sostiene gli obiettivi di lunga data dell'UE di crescita sostenibile, finanze pubbliche sostenibili e convergenza verso l'alto; osserva che il semestre, sin dal suo inizio, è stato ampliato per includere, tra gli altri aspetti, questioni relative al settore finanziario e alla tassazione, nonché gli obiettivi degli OSS delle Nazioni Unite; evidenzia che, al fine di rafforzare ulteriormente la resilienza economica e sociale, l'UE deve attuare i princìpi del pilastro europeo dei diritti sociali; ricorda che promuovere una crescita sostenibile significa promuovere politiche di bilancio volte a conseguire posizioni di bilancio prudenti nel medio termine e a garantire la sostenibilità di bilancio a medio termine, promuovendo riforme strutturali socialmente eque, incrementando gli investimenti per stimolare il potenziale di crescita e sostenendo una transizione inclusiva verso un'economia sostenibile e digitale; sottolinea l'importanza di una più solida collaborazione nel coordinamento delle politiche fra i ministri dell'occupazione e degli affari sociali e quelli delle finanze, in particolare nella zona euro; osserva che il concetto di semestre europeo è stato introdotto dal regolamento (UE) n. 1175/2011, che fa parte del riesame della governance economica dell'UE, e sottolinea che sono accolte con favore le proposte della Commissione su come migliorare il processo del semestre;

57.  individua nella mancanza di titolarità una delle principali debolezze del semestre europeo; osserva che la progettazione di tale quadro deve rispettare una serie di obiettivi a lungo termine e orientamenti a livello di UE, che consentono un coordinamento delle scelte politiche che rispecchino adeguatamente le esigenze e le priorità nazionali con il sostegno di un dialogo politico aperto e inclusivo tra l'Unione, le istituzioni nazionali e le parti interessate; ritiene che l'esperienza acquisita dalla struttura di governance del dispositivo per la ripresa e la resilienza offra una grande opportunità da sfruttare nel settore della titolarità nazionale, della promozione degli obiettivi strategici dell'UE, della crescita sostenibile e delle raccomandazioni specifiche per paese;

58.  chiede un adeguato coinvolgimento del Parlamento europeo nel processo del semestre europeo; sottolinea l'importanza dell'intero dibattito nella definizione degli obiettivi generali e degli orientamenti;

59.  ricorda che l'accordo "Legiferare meglio" ribadisce che il Parlamento europeo e il Consiglio, in quanto colegislatori, devono esercitare i loro poteri in condizioni di parità e che la Commissione deve pertanto trattarli nello stesso modo, e sottolinea il ruolo e la responsabilità dei parlamenti nazionali; ricorda che, ai sensi degli articoli 121 e 126 TFUE, il Parlamento europeo non può controllare né modificare le raccomandazioni adottate dal Consiglio nel quadro del semestre europeo;

60.  chiede un controllo democratico più rigoroso a livello nazionale e dell'UE per chiamare i governi nazionali a rispondere del proprio operato; sottolinea che una maggiore titolarità o responsabilità politica nazionale porta a una maggiore conformità; chiede l'ulteriore sviluppo della cooperazione interparlamentare, ivi inclusa la conferenza prevista dall'articolo 13 del patto di bilancio, per consentire lo svolgimento di discussioni sostanziali e tempestive ove necessario;

61.  riconosce l'importanza del dialogo macroeconomico dell'UE per rafforzare la titolarità e migliorare il coordinamento delle politiche, pertanto chiede che questi ultimi vengano intensificati attraverso il dialogo a livello della zona euro e a livello nazionale con i rappresentanti del governo, delle federazioni dei datori di lavoro e dei sindacati, e che si prevedano scambi a entrambi i livelli con le banche centrali;

62.  ricorda che, in linea con la normativa, la commissione competente del Parlamento europeo può invitare il presidente del Consiglio, la Commissione e, se del caso, il presidente del Consiglio europeo o il presidente dell'Eurogruppo a comparire di fronte alla commissione in questione, nonché gli Stati membri soggetti a una specifica procedura di governance economica;

63.  sottolinea l'importanza dell'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali e degli obiettivi ambientali conformemente agli impegni dell'UE in materia di clima, ambiente e sviluppo sostenibile; invita urgentemente la Commissione e il Consiglio europeo a tenere conto di tali impegni nel quadro della governance economica dell'UE; chiede che ai fini del monitoraggio delle prestazioni degli Stati membri relativamente ai princìpi del pilastro europeo dei diritti sociali si tenga pienamente conto del quadro di valutazione della situazione sociale del pilastro europeo dei diritti sociali; prende atto dell'iniziativa della Commissione di confermare che il quadro di valutazione della situazione sociale rivisto farà parte del quadro di coordinamento delle politiche nel contesto del semestre europeo; prende atto del fatto che i leader dell'UE hanno accolto con favore la proposta congiunta delle parti sociali europee di una serie alternativa di indicatori per misurare i progressi economici, sociali e ambientali, integrando il PIL come misura di benessere per una crescita inclusiva e sostenibile; chiede che i quadri di valutazione si riflettano meglio nelle raccomandazioni politiche;

64.  ritiene che l'allineamento delle politiche di bilancio nazionali con gli impegni dell'UE nell'ambito dell'accordo di Parigi dovrebbe essere una priorità e che il concetto di sostenibilità competitiva e i suoi quattro assi, individuati nella strategia annuale per una crescita sostenibile 2020, dovrebbero continuare a costituire le priorità fondamentali della strategia di crescita a lungo termine in linea con il Green Deal europeo; osserva che il clima pone rischi gravi e reali per la sostenibilità delle politiche di bilancio degli Stati membri;

65.  concorda con la Corte dei conti sul fatto che le raccomandazioni specifiche per paese nel semestre europeo necessitano di una migliore progettazione e attuazione(35); suggerisce di indirizzare meglio le raccomandazioni politiche con obiettivi politici specifici per paese a breve e lungo termine;

66.  accoglie con favore i notevoli miglioramenti apportati al ruolo delle istituzioni finanziarie indipendenti nell'ambito del processo di bilancio nazionale, al fine di aumentare la trasparenza e la responsabilità delle politiche di bilancio mediante azioni di monitoraggio e analisi indipendenti; invita gli Stati membri a garantire che le istituzioni finanziarie indipendenti soddisfino le condizioni per adempiere ai propri mandati e compiti e sottolinea l'importanza di garantire la responsabilità di tali istituzioni nei confronti del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali, se del caso;

67.  sottolinea che, ai fini di una migliore applicazione, ciascuno Stato membro dovrebbe adoperarsi per una forte responsabilità in relazione alle raccomandazioni di politica economica e che, in tale contesto, dovrebbe essere ricercato il giusto equilibrio tra il sostegno reciproco, la pressione tra pari, gli incentivi e i disincentivi;

68.  accoglie positivamente l'adozione dell'accordo interistituzionale tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione su nuove risorse proprie, compresa una tabella di marcia per l'introduzione di nuove risorse proprie;

69.  invita la Commissione a riflettere ulteriormente sulla concezione e sull'attuazione dei programmi di aggiustamento macroeconomico, in particolare sulla necessità di aumentare ulteriormente la trasparenza, la titolarità e la responsabilità democratica del processo decisionale, con il giusto coinvolgimento delle parti interessate e del Parlamento europeo; ricorda, a tal merito, alla Commissione e al Consiglio la sua posizione adottata in Aula riguardo al regolamento (UE) n. 472/2013;

70.  osserva che gli Stati membri che escono da un programma di aggiustamento macroeconomico sono sottoposti anche a una maggiore sorveglianza nell'ambito del semestre europeo e che, se del caso, è possibile svolgere riesami approfonditi;

71.  fa presente che l'Eurogruppo e il Vertice euro sono forum informali di discussione all'interno del Consiglio "Economia e finanza" (Ecofin); chiede agli Stati membri di agire nei limiti del quadro dell'Unione garantendo il ruolo di colegislatore del Parlamento europeo e il suo diritto di controllo democratico;

72.  chiede che l'Eurogruppo sia soggetto a norme procedurali che migliorino la trasparenza del processo decisionale e la responsabilità democratica; chiede di stabilire una reciproca intesa tra l'Eurogruppo e il Parlamento europeo sul modo migliore per raggiungere questi obiettivi; sottolinea l'importanza dei meccanismi che consentano agli Stati membri non appartenenti alla zona euro di partecipare alla discussione, ove opportuno;

73.  sottolinea la necessità che il quadro decisionale per la governance economica dell'UE sia basato sul metodo comunitario;

74.  pone in evidenza l'importanza di un dibattito sulla governance economica con i cittadini, le organizzazioni della società civile e le parti sociali, nonché un'ampia gamma di portatori di interessi a livello europeo, nazionale, regionale e locale, nel quadro della Conferenza sul futuro dell'Europa; indica a tale riguardo la Conferenza sul futuro dell'Europa come un possibile forum per prendere in considerazione una maggiore legittimità democratica attraverso un maggiore coinvolgimento del Parlamento europeo nel fornire un forum pubblico e democratico per la definizione e l'applicazione di regole comuni dell'UE in materia di coordinamento delle politiche economiche;

o
o   o

75.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, all'Eurogruppo, al Comitato delle regioni, al Comitato economico e sociale europeo nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

(1) GU C 70 E dell'8.3.2012, pag. 19.
(2) GU C 33 E del 5.2.2013, pag. 140.
(3) GU L 306 del 23.11.2011, pag. 41.
(4) GU L 306 del 23.11.2011, pag. 1.
(5) GU L 306 del 23.11.2011, pag. 8.
(6) GU L 306 del 23.11.2011, pag. 12.
(7) GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.
(8) GU L 306 del 23.11.2011, pag. 33.
(9) GU L 140 del 27.5.2013, pag. 1.
(10) GU L 140 del 27.5.2013, pag. 11.
(11) GU C 407 del 4.11.2016, pag. 86.
(12) Testi approvati, P9_TA(2020)0005.
(13) GU L 198 del 22.6.2020, pag. 13.
(14) GU L 433 I del 22.12.2020, pag. 28.
(15) Testi approvati, P9_TA(2020)0054.
(16) Testi approvati, P9_TA(2020)0124.
(17) GU L 159 del 20.5.2020, pag. 1.
(18) Testi approvati, P9_TA(2020)0206.
(19) Testi approvati, P9_TA(2020)0220.
(20) Testi approvati, P9_TA(2020)0305.
(21) GU L 57 del 18.2.2021, pag. 17.
(22) Commissione europea, SWD(2020)0098 - "Identifying Europe's recovery needs”, 27.5.2020, pagg. 14-16.
(23) Questa stima prende in considerazione unicamente la sanità e l'assistenza a lungo termine (70 miliardi di EUR), l'istruzione e l'apprendimento permanente (15 miliardi di EUR) e abitazioni economicamente accessibili (57 miliardi di EUR). Fonte: Franses, L., Bufalo, G., Reviglio, E., "Boosting Investment in Social Infrastructure in Europe - Report of the High-Level Task Force on Financing Social Infrastructure in Europe", 2018, pag. 116.
(24) Commissione europea, SWD(2020)0098 - "Identifying Europe's recovery needs", 27.5.2020, pagg. 18-20.
(25) Le grandi catastrofi tendono a ridurre le prestazioni economiche (Botzen, Deschenes e Sanders, 2019). L'FMI prevede che le gravi catastrofi meteorologiche potrebbero ripercuotersi negativamente sul PIL pro capite reale e che i paesi che sono meglio attrezzati per gestire gravi catastrofi naturali potrebbero attutirne gli effetti più facilmente.
(26) Le previsioni economiche di primavera 2021 della Commissione mostrano una contrazione nel 2020 pari al -6,1 % del PIL nell'UE e al -6,6 % del PIL nella zona euro. La crescita del PIL dovrebbe riprendersi solo lentamente nel breve termine con il 4,2 % nel 2021 e il 4,4 % nel 2022 nell'UE, e il 4,3 % nel 2021 e il 4,4 % nel 2022 nella zona euro.
(27) World Economic Outlook: Managing Divergent Recoveries, FMI (aprile 2021).
(28) In particolare tramite il pacchetto per la ripresa e lo strumento SURE.
(29) Comitato consultivo europeo per le finanze pubbliche (2018), Relazione annuale 2018, settembre, Comitato consultivo europeo per le finanze pubbliche (2020), Relazione annuale 2020, settembre.
(30) Un massimale fisso per un periodo di 3-5 anni che dipenderebbe dalla crescita del prodotto potenziale prevista, dall'inflazione prevista e dalla distanza dall'àncora del debito.
(31) Secondo la valutazione delle norme di bilancio dell'UE incentrata in particolare sulla legislazione del six-pack e del two-pack del Comitato consultivo europeo per le finanze pubbliche, il tetto della spesa primaria netta ha una proprietà stabilizzatrice automatica incorporata: quando il prodotto effettivo cresce più lentamente rispetto al tasso tendenziale del prodotto potenziale, la crescita della spesa primaria netta è superiore a quest'ultimo e un aumento del rapporto spesa/PIL contribuisce a stabilizzare l'economia; viceversa, quando il PIL effettivo cresce più rapidamente di quello tendenziale, le spese nette come percentuale del PIL diminuiscono.
(32) Manescu, C., Bova, E. (2021), Effectiveness of national expenditure rules: Evidence from EU member states.
(33) Obbligazioni NextGenerationEU e SURE.
(34) Relazione speciale n. 03/2018: Audit della procedura per gli squilibri macroeconomici, Corte dei conti europea.
(35) Corte dei conti europea.

Ultimo aggiornamento: 11 novembre 2021Note legali - Informativa sulla privacy