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Procedura : 2021/2788(RSP)
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Testi presentati :

RC-B9-0406/2021

Discussioni :

PV 06/07/2021 - 11
CRE 06/07/2021 - 11

Votazioni :

PV 08/07/2021 - 11
PV 08/07/2021 - 19

Testi approvati :

P9_TA(2021)0360

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PDF 133kWORD 49k
Giovedì 8 luglio 2021 - Strasburgo
La repressione dell'opposizione in Turchia, in particolare l'HDP
P9_TA(2021)0360RC-B9-0406/2021

Risoluzione del Parlamento europeo dell'8 luglio 2021 sulla repressione dell'opposizione in Turchia, in particolare il Partito democratico dei popoli (HDP) (2021/2788(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sulla Turchia, in particolare quelle del 19 maggio 2021 sulle relazioni 2019-2020 della Commissione concernenti la Turchia(1), del 20 gennaio 2021 sulla situazione dei diritti umani in Turchia, in particolare il caso di Selahattin Demirtaş e di altri prigionieri di coscienza(2), e del 19 settembre 2019 sulla situazione in Turchia, segnatamente la revoca di sindaci eletti(3),

–  viste la comunicazione della Commissione, del 6 ottobre 2020, sulla politica di allargamento dell'UE (COM(2020)0660) e la relazione 2020 concernente la Turchia che l'accompagna (SWD(2020)0355),

–  visto il quadro di negoziazione per la Turchia del 3 ottobre 2005 e il fatto che l'adesione della Turchia all'UE, come accade per tutti i paesi candidati, dipende dal pieno rispetto dei criteri di Copenaghen,

–  viste le conclusioni del Consiglio europeo del 24 giugno 2021 sulle relazioni esterne e le altre conclusioni pertinenti del Consiglio e del Consiglio europeo sulla Turchia,

–  vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 22 marzo 2021, sullo stato delle relazioni politiche, economiche e commerciali tra l'UE e la Turchia (JOIN(2021)0008),

–  viste la dichiarazione rilasciata il 19 agosto 2019 dal portavoce per gli affari esteri e la politica di sicurezza del Servizio europeo per l'azione esterna sulla sospensione di sindaci eletti e sulla detenzione di centinaia di persone nel sud-est della Turchia, e le dichiarazioni del 21 e 25 dicembre 2020,

–  vista la dichiarazione congiunta rilasciata il 18 marzo 2021 dal vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell e dal commissario europeo per il Vicinato e l'allargamento Olivér Várhelyi sulle ultime azioni relative al Partito democratico dei popoli,

–  visto l'articolo 46 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, in cui si afferma che alte le parti contraenti si impegnano a conformarsi alle sentenze definitive della Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDH) sulle controversie nelle quali sono parti,

–  vista la sentenza della Grande sezione della CEDH, del 22 dicembre 2020, nel caso Demirtaş contro Turchia (14305/17),

–  viste la risoluzione 2347 dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (APCE), del 23 ottobre 2020, dal titolo "New crackdown on political opposition and civil dissent in Turkey: urgent need to safeguard Council of Europe standards" (Nuova stretta nei confronti dell'opposizione politica e del dissenso civile in Turchia: urgente necessità di salvaguardare le norme del Consiglio d'Europa) e la risoluzione 2260 dell'APCE, del 24 gennaio 2019, dal titolo "The worsening situation of opposition politicians in Turkey: what can be done to protect their fundamental rights in a Council of Europe member State?" (Il peggioramento della situazione degli oppositori politici in Turchia: cosa si può fare per tutelare i loro diritti fondamentali in uno Stato membro del Consiglio d'Europa?),

–  visto l'articolo 132, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,

A.  considerando che, nel contesto di una diffusa regressione delle libertà fondamentali e dello Stato di diritto, i partiti di opposizione in Turchia, e in particolare il Partito democratico dei popoli (HDP), sono continuamente e sempre più presi di mira dalle autorità turche;

B.  considerando che il 17 marzo 2021 il procuratore generale della Corte di Cassazione turca si è rivolto per la prima volta alla Corte costituzionale chiedendo lo scioglimento dell'HDP, il terzo partito più importante del Parlamento turco; che il 31 marzo 2021 l'Assemblea generale della Corte costituzionale ha riscontrato carenze procedurali nell'imputazione e ha deciso di rinviarla alla Procura generale; che il 7 giugno 2021 è stata presentata un'imputazione riveduta chiedendo, oltre allo scioglimento del partito, il divieto di esercitare attività politiche per circa 500 esponenti dell'HDP e il congelamento dei conti bancari del partito; che l'Assemblea generale della Corte costituzionale ha accettato all'unanimità l'imputazione riveduta il 21 giugno 2021;

C.  considerando che la maggior parte delle accuse contro l'HDP formulate dal procuratore generale si basa sulle proteste di Kobane, per le quali è in corso un procedimento giudiziario contro politici dell'HDP, tra cui gli ex copresidenti Selahattin Demirtaş e Figen Yüksekdağ; che tali accuse si fondano principalmente su un tweet pubblicato dal comitato esecutivo centrale dell'HDP (in data 6 ottobre 2014), nel quale si invitavano le persone a protestare in solidarietà con la popolazione di Kobane contro l'ISIS e contro l'embargo imposto dalla Turchia nei confronti di Kobane; che durante le proteste più di 50 persone, la stragrande maggioranza delle quali erano membri o simpatizzanti dell'HDP sono state uccise negli scontri con la polizia turca;

D.  considerando che nell'ambito del "processo di Kobane" vi sono 108 imputati dell'HDP; che 28 di loro sono stati sottoposti a custodia cautelare; che sono in vigore restrizioni giudiziarie nei confronti di sei persone e sono stati emessi mandati d'arresto nei confronti di 75 persone; che il Parlamento continuerà a seguire da vicino il processo di Kobane e altri casi pertinenti;

E.  considerando che la Corte costituzionale in passato ha imposto un divieto politico nei confronti di sei partiti filo-curdi;

F.  considerando che la CEDH ha più volte stabilito che lo scioglimento dei partiti politici viola il diritto di associazione di cui all'articolo 11 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo; considerando che, nelle sue conclusioni del 24 giugno 2021, il Consiglio europeo afferma che gli attacchi ai partiti politici rappresentano una significativa battuta d'arresto per i diritti umani e sono in contrasto con gli obblighi della Turchia di rispettare la democrazia e lo Stato di diritto e che il dialogo su tale questione rimane parte integrante delle relazioni tra l'UE e la Turchia;

G.  considerando che il 17 giugno 2021 Deniz Poyraz, dipendente e membro dell'HDP, è stata assassinata negli uffici del partito a İzmir; che ha presumibilmente subito mutilazioni dopo la morte; che nel 2015 e 2016 centinaia di uffici del partito HDP, tra cui la sede centrale di Ankara, sono stati attaccati e che molti di essi sono stati dati alle fiamme;

H.  considerando che circa 4 000 membri e funzionari dell'HDP, tra cui vari parlamentari, sono ancora in carcere;

I.  considerando che tre deputati dell'HDP sono stati privati dei loro seggi e della loro immunità parlamentare e sono stati successivamente arrestati;

J.  considerando che il 30 giugno 2021 i procuratori del ministero della Giustizia hanno presentato alla commissione parlamentare mista sulla Costituzione e la giustizia della Grande assemblea nazionale turca una sintesi dei procedimenti volti a revocare l'immunità legislativa di 20 legislatori dell'opposizione appartenenti a sei diversi partiti di opposizione; che detti procedimenti riguardano 15 deputati dell'HDP, il leader del Partito popolare repubblicano (CHP) Kemal Kılıçdaroğlu e un legislatore di ciascun altro partito di opposizione, vale a dire il Partito democratico delle regioni (DBP), il Partito İYİ (Good), il Partito dei lavoratori della Turchia (TİP) e il Partito democratico (DP);

K.  considerando che Kemal Kılıçdaroğlu, in quanto leader del principale partito di opposizione, è perseguito con l'accusa di aver insultato il presidente della Turchia, per cui rischia fino a quattro anni di reclusione; che è altresì coinvolto in una causa intentata l'11 gennaio 2021 dal presidente Recep Tayyip Erdoğan per chiedere il versamento di 1 milione di TRY quale risarcimento danni;

L.  considerando che Selahattin Demirtaş, ex copresidente dell'HDP e candidato alle elezioni presidenziali del 2014 e del 2018, è detenuto da oltre quattro anni sulla base di accuse infondate e nonostante le due sentenze pronunciate dalla CEDH a favore della sua liberazione;

M.  considerando che, nella stessa sentenza, la CEDH ha dichiarato che l'appello della sede centrale dell'HDP alla solidarietà con la popolazione di Kobane è rimasto entro i limiti del discorso politico, nella misura in cui non poteva essere interpretato come un invito alla violenza; che la Corte ha dichiarato che gli atti di violenza verificatisi tra il 6 e l'8 ottobre 2014, pur deplorabili, non possono essere considerati una conseguenza diretta dei tweet della sede centrale dell'HDP;

N.  considerando che, dalle elezioni locali del 31 marzo 2019 a questa parte, 59 dei 65 sindaci dell'HDP democraticamente eletti nel sud-est della Turchia sono stati sostituiti da governatori o amministratori provinciali nominati dal governo in quanto detti sindaci sono oggetto di indagini penali per presunti legami con il terrorismo; che, dei 36 sindaci arrestati, 32 sono stati rilasciati durante il processo giudiziario, ma sei co-sindaci eletti rimangono ancora in carcere;

O.  considerando che il deterioramento dei problemi strutturali che portano alla mancanza di indipendenza istituzionale della magistratura continua a incidere sui diritti dei partiti di opposizione;

1.  continua a nutrire profonda preoccupazione per i continui attacchi e le continue pressioni sui partiti dell'opposizione in Turchia, e in particolare per il modo in cui l'HDP, compresa la sua organizzazione giovanile, è espressamente e sempre più spesso preso di mira dalle autorità turche; condanna tale repressione nei confronti dell'HDP e di altri partiti dell'opposizione turca, che mina il corretto funzionamento del sistema democratico; esorta il governo turco a porre fine a tale situazione e a garantire che tutti i partiti politici del paese possano esercitare liberamente e pienamente le loro legittime attività conformemente ai principi fondamentali di un sistema pluralista e democratico;

2.  condanna fermamente l'imputazione nuovamente presentata dal procuratore capo della Repubblica turca presso la Corte costituzionale per chiedere lo scioglimento dell'HDP e l'interdizione politica per quasi 500 dei suoi membri, compresa la maggior parte dei suoi attuali leader, che impedirebbe loro di svolgere qualsiasi attività politica nei prossimi cinque anni; esprime profonda preoccupazione per la decisione della Corte costituzionale, presa all'unanimità, di accogliere il caso; osserva con profonda preoccupazione che il caso dello scioglimento dell'HDP rappresenta l'apice di una repressione del partito in corso da diversi anni, che ha visto migliaia dei membri, dirigenti, deputati, consiglieri locali e co-sindaci di detto partito venir processati principalmente per accuse legate al terrorismo;

3.  è fermamente convinto che per rendere la società turca più inclusiva e creare prospettive positive per una soluzione pacifica della questione curda sia fondamentale non ostacolare la partecipazione dell'HDP alle istituzioni democratiche della Turchia; ribadisce a tal proposito che, alla luce del fermo impegno dell'HDP ad operare nel quadro delle istituzioni democratiche, la messa al bando del partito costituirebbe un grave errore politico nel medio termine e sferrerebbe un colpo irreversibile al pluralismo e ai principi democratici, lasciando milioni di elettori in Turchia senza rappresentanza;

4.  condanna con fermezza l'atroce assassinio del membro e dipendente dell'HDP Deniz Pyraz e l'attacco sferrato agli uffici del partito a İzmir; esprime il suo cordoglio ai suoi parenti e amici; invita le autorità a condurre indagini approfondite su questo caso e ad assicurare i responsabili alla giustizia;

5.  invita le autorità turche ad astenersi dall'alimentare le istigazioni nei confronti dell'HDP e ad adottare le misure necessarie per proteggere gli uffici e i funzionari del partito, compresi i deputati e i consiglieri e i co-sindaci eletti a livello locale;

6.  condanna l'applicazione arbitraria dello Stato di diritto in occasione del processo di Kobane, che ha portato alla riapertura del caso, e durante i relativi procedimenti giudiziari, in particolare la mancanza di indipendenza, imparzialità, equità totale della magistratura e garanzie procedurali; è estremamente preoccupato dall'utilizzo improprio dell'ampia legislazione antiterrorismo; ribadisce il suo invito alle autorità turche ad allineare la legislazione nazionale in materia di lotta al terrorismo alle norme internazionali, per garantire un'efficace protezione dei diritti e delle libertà fondamentali, nonché la proporzionalità e l'uguaglianza di fronte alla legge;

7.  condanna la decisione di privare i deputati dell'HDP Leyla Güven, Ömer Faruk Gergerlioğlu e Musa Farisoğulları del loro seggio parlamentare e della loro immunità, così come il loro successivo arresto; accoglie con favore la recente sentenza della Corte costituzionale del 1º luglio 2021 in cui ha stabilito all'unanimità che sono stati violati i diritti del deputato Ömer Faruk Gergerlioğlu a essere eletto ed esercitare un'attività politica, nonché il diritto alla libertà personale e alla sicurezza; si compiace del suo rilascio ed esorta le autorità turche e i tribunali di grado inferiore ad applicare la sentenza della Corte costituzionale e a ripristinare il suo status parlamentare; chiede la liberazione immediata e incondizionata degli altri due deputati dell'HDP e il ritiro di tutti i capi d'accusa a loro carico; denuncia il frequente ricorso alla revoca del mandato parlamentare dei deputati dell'opposizione, che danneggia gravemente l'immagine del parlamento turco come istituzione democratica;

8.  condanna fermamente il protrarsi della detenzione, dal novembre 2016, degli ex copresidenti dell'HDP Figen Yüksekdağ e Selahattin Demirtaș, leader dell'opposizione ed ex candidato presidenziale; ricorda la sentenza della CEDH del 20 novembre 2018, sul caso Selahattin Demirtaş contro Turchia, confermata dalla sentenza della Grande sezione del 22 dicembre 2020, che invita le autorità turche a rilasciare immediatamente Selahattin Demirtaş; esprime sgomento per la continua inosservanza e mancata applicazione da parte delle autorità turche delle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo, anche in altri casi, come quello di Osman Kavala, per i quali il Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa potrebbe avviare procedure d'infrazione nei confronti della Turchia; sollecita la piena cooperazione con il Consiglio d'Europa nel rafforzare lo Stato di diritto, i diritti delle minoranze, la democrazia e i diritti fondamentali;

9.  manifesta profonda preoccupazione per l'aumento graduale della pressione sul principale partito di opposizione (CHP) e sul suo leader Kemal Kılıçdaroğlu, tra cui la confisca degli opuscoli del partito mediante provvedimento del giudice, le minacce proferite pubblicamente nei suoi confronti e gli attacchi fisici sferratigli; condanna la richiesta di revocare l'immunità di Kemal Kılıçdaroğlu sulla base delle sue dichiarazioni politiche, compresa l'azione penale per aver asseritamene insultato il presidente della Turchia, per cui rischia fino a quattro anni di reclusione; ribadisce la sua grave preoccupazione per le continue vessazioni politiche e giudiziarie ai danni di Canan Kaftancıoğlu, presidente provinciale di Istanbul del CHP;

10.  è profondamente preoccupato per le crescenti pressioni esercitate su tutti i partiti di opposizione e per la recente decisione dei procuratori del ministero della Giustizia di presentare alla commissione parlamentare mista sulla Costituzione e la giustizia della Grande assemblea nazionale turca una sintesi dei procedimenti volti a revocare l'immunità legislativa di 20 legislatori dell'opposizione appartenenti a sei diversi partiti di opposizione; sottolinea che l'ambiente generalmente ostile si sta ripercuotendo su altri leader dell'opposizione, come il presidente del Partito İYİ, Meral Akşener, che è stato di recente aggredito verbalmente da sostenitori del partito al governo in occasione di una visita a Rize;

11.  condanna la decisione adottata dalle autorità turche di revocare l'incarico di sindaci democraticamente eletti sulla base di prove opinabili e di sostituirli con amministratori non eletti, che mette a repentaglio la democrazia locale; prende atto delle misure politiche, legislative e amministrative adottate dal governo turco per paralizzare i comuni gestiti dai sindaci dei partiti di opposizione a Istanbul, Ankara e Smirne; deplora il fatto che il governo in carica utilizzi in modo improprio le risorse finanziarie e l'autorità amministrativa dello Stato per indebolire o mettere a tacere l'opposizione;

12.  sottolinea che tali azioni continuano a compromettere la capacità dell'opposizione politica di esercitare i propri diritti e di svolgere i propri ruoli democratici; è profondamente preoccupato per il grave arretramento relativo alla libertà di azione dei partiti dell'opposizione, che rivela la drammatica situazione dei diritti umani in Turchia e la continua erosione della democrazia e dello Stato di diritto, in violazione dei criteri di Copenaghen;

13.  ritiene che l'erosione dello Stato di diritto e la mancanza sistematica di indipendenza del potere giudiziario continuino a essere legate a decisioni giudiziarie riguardanti la libertà di funzionamento dei partiti di opposizione; invita la Turchia a garantire il pluralismo e a rispettare le libertà di associazione e di espressione conformemente alle tutele sancite dalla Costituzione turca e agli obblighi internazionali della Turchia;

14.  invita la delegazione dell'UE in Turchia a monitorare ulteriormente la situazione dell'opposizione politica, tra l'altro osservando i processi giudiziari, compreso il "processo di Kobane", rilasciando dichiarazioni pubbliche e chiedendo l'autorizzazione per le visite nelle carceri;

15.  ritiene che, oltre ai miglioramenti nelle questioni di politica estera, i progressi in merito a qualsiasi programma positivo che potrebbe essere offerto alla Turchia dovrebbero anche essere subordinati a miglioramenti in materia di diritti umani, diritti civili e Stato di diritto nel paese, compresi i diritti delle donne, come quelli garantiti dalla Convenzione di Istanbul, la libertà religiosa e i diritti delle minoranze etniche e della comunità LGBTI;

16.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Presidente del Consiglio europeo, al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, nonché al governo e al parlamento della Repubblica di Turchia.

(1) Testi approvati, P9_TA(2021)0234.
(2) Testi approvati, P9_TA(2021)0028.
(3) Testi approvati, P9_TA(2019)0017.

Ultimo aggiornamento: 11 novembre 2021Note legali - Informativa sulla privacy