Risoluzione del Parlamento europeo del 16 settembre 2021 su una nuova strategia UE-Cina (2021/2037(INI))
Il Parlamento europeo,
– vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 12 marzo 2019, dal titolo "UE-Cina – Una prospettiva strategica" (JOIN(2019)0005),
– visti il dialogo UE-Cina sui diritti umani, avviato nel 1995, e il suo 37° ciclo tenutosi a Bruxelles l'1 e il 2 aprile 2019,
– visto il partenariato strategico UE-Cina avviato nel 2003,
– vista l'agenda strategica per la cooperazione UE-Cina fino al 2020,
– vista la strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell'Unione europea del giugno 2016,
– visto il regolamento (UE) 2020/1998(1) del Consiglio e la decisione (PESC) 2020/1999(2) del Consiglio, del 7 dicembre 2020, relativa a misure restrittive contro gravi violazioni e abusi dei diritti umani,
– viste le conclusioni del Consiglio del 28 luglio 2020 su Hong Kong,
– viste le sue precedenti risoluzioni sulla situazione dei diritti umani in Cina, segnatamente quelle del 17 dicembre 2020 sul lavoro forzato e sulla situazione degli uiguri nella regione autonoma uigura dello Xinjiang(3), del 18 aprile 2019 sulla Cina, in particolare la situazione delle minoranze religiose ed etniche(4), del 4 ottobre 2018 sulla detenzione di massa arbitraria di uiguri e kazaki nella regione autonoma uigura dello Xinjiang(5), del 12 settembre 2018 sullo stato delle relazioni UE-Cina(6), e del 15 dicembre 2016 sui casi dell'accademia buddista tibetana Larung Gar e di Ilham Tohti(7),
– viste le sue precedenti risoluzioni e raccomandazioni su Hong Kong, in particolare quelle del 19 giugno 2020 sulla legge della RPC sulla sicurezza nazionale per Hong Kong e la necessità che l'UE difenda l'elevato grado di autonomia di Hong Kong(8), del 21 gennaio 2021 sulla repressione dell'opposizione democratica a Hong Kong(9), e del 13 dicembre 2017 al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza a Hong Kong, 20 anni dopo il passaggio di consegne(10),
– vista la sua risoluzione del 26 novembre 2020 sulla revisione della politica commerciale dell'UE(11),
– vista la sua risoluzione del 20 maggio 2021 sulle controsanzioni cinesi nei confronti di entità dell'UE, di deputati al Parlamento europeo e di deputati nazionali(12),
– vista la sua risoluzione del 21 gennaio 2021 sulla connettività e le relazioni UE-Asia(13),
– visti la Dichiarazione universale dei diritti umani (UDHR) e gli altri trattati e strumenti delle Nazioni Unite in materia di diritti umani,
– vista la Convenzione delle Nazioni Unite per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio del 1948,
– visto il protocollo del 2014 della convenzione sul lavoro forzato dell'Organizzazione internazionale del lavoro del 1930, che non è stato firmato dalla Cina,
– visti la convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) e l'accordo di Parigi, entrato in vigore il 4 novembre 2016,
– vista la convenzione dell'ONU sul diritto del mare (UNCLOS), conclusa il 10 dicembre 1982 e in vigore dal 16 novembre 1994,
– vista la relazione intitolata "NATO 2030: United for a New Era" (NATO 2030: uniti per una nuova era), del 25 novembre 2020, del gruppo di riflessione nominato dal Segretario generale della NATO,
– visti il 14° piano quinquennale cinese e i principi della "doppia circolazione" e della "sicurezza delle catene di approvvigionamento",
– visti l'articolo 36 della Costituzione della Repubblica popolare cinese, che garantisce a tutti i cittadini il diritto alla libertà di confessione religiosa, e l'articolo 4, che difende i diritti delle "nazionalità minoritarie",
– visto l'articolo 54 del suo regolamento,
– visto il parere della commissione per il commercio internazionale,
– vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A9-0252/2021),
A. considerando che, nel suo quadro strategico sui diritti umani e la democrazia, l'UE si impegna a promuovere i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto in tutti i settori della sua azione esterna, senza eccezioni, ponendo i diritti umani al centro delle sue relazioni con tutti i paesi terzi, ivi compresi i suoi partner strategici;
B. considerando che, grazie alla sua forte crescita economica e a un'agenda di politica estera assertiva, in particolare la sua strategia di investimento, le sue politiche "Going Global", "Made in China 2025" e la sua iniziativa sulla "Nuova via della seta" ("Belt and Road Initiative", BRI), la Cina sta esercitando un ruolo globale più incisivo sia come potenza economica che come attore di politica estera, il che pone l'Unione europea davanti a enormi sfide politiche, economiche, tecnologiche e di sicurezza, cosa che a sua volta ha conseguenze rilevanti e durevoli per l'ordine mondiale, e mette gravemente a rischio il multilateralismo basato su regole e i valori democratici fondamentali;
C. considerando che la Repubblica popolare cinese è uno Stato comunista unitario e monopartitico governato dal partito comunista cinese (PCC) e di stampo marxista-leninista; che, in quanto tale, non condivide i valori democratici della libertà individuale, della libertà di parola e della libertà di religione;
D. considerando che la Cina aspira sempre di più a ottenere un ruolo più globale e che il presidente cinese Xi Jinping ha apertamente promesso, nel suo discorso al 19° congresso del partito comunista nel 2017, che entro il 2049 la Cina diventerà un leader mondiale in termini di forza nazionale e influenza internazionale;
E. considerando che la lunga tradizione democratica a Hong Kong, Macao e Taiwan dimostra che il popolo cinese riconosce il valore della democrazia;
F. considerando che a Macao, dopo aver vietato le cerimonie di commemorazione dell'anniversario del massacro di piazza Tienanmen e aver esercitato pressioni sulle organizzazioni dei media affinché adottassero una linea editoriale filo-cinese, quest'estate le autorità cinesi hanno escluso 21 candidati, la maggior parte dei quali erano membri di movimenti a favore della democrazia, dalla partecipazione alle prossime elezioni parlamentari;
G. considerando che la situazione relativa alle violazioni dei diritti umani in Cina evidenzia l'elusione, da parte del paese, degli impegni bilaterali e multilaterali assunti in tale ambito; che la Cina presenta regolarmente al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite risoluzioni volte a rendere la sovranità, la non interferenza e il rispetto reciproco principi fondamentali e non negoziabili che prevalgono sulla promozione e la tutela dei diritti umani degli individui; che la Cina ha perpetrato una persecuzione sistematica nei confronti del popolo uiguro, dei tibetani, dei mongoli e di altre minoranze etniche, dei difensori dei diritti umani, degli attivisti sociali, dei gruppi religiosi, dei giornalisti, di quanti presentano petizioni e protestano contro le ingiustizie, nonché una crescente repressione di tutte le voci di dissenso e opposizione, soprattutto a Hong Kong; che le misure di buona disposizione e gli impegni non vincolanti non sono stati sufficienti per rafforzare l'impegno della Cina nei confronti di valori che sono fondamentali per l'UE;
H. considerando che la recente dipartita dei corrispondenti esteri dalla Cina e il fatto che le autorità cinesi abbiano definito il Foreign Correspondent's Club una "organizzazione illegale" sono solo gli ultimi casi di un lungo e crescente elenco di molestie e ostruzionismo ai danni di giornalisti stranieri, che vengono spinti a lasciare la Cina; che ciò rientra in uno sforzo volto a controllare il dibattito sulla Cina in tutto il mondo e a stabilire che tipo di discorsi e discussioni debbano essere consentiti a livello internazionale, e reputa che tale sforzo sia indice di una minaccia totalitaria;
I. considerando che i recenti sviluppi e le sfide globali poste dalla Cina hanno messo in luce i limiti dell'attuale strategia UE-Cina, che deve essere aggiornata;
J. considerando che il Parlamento ha invitato la Commissione ad avviare l'esercizio esplorativo e la valutazione d'impatto al fine di intraprendere formalmente i negoziati con Taiwan il prima possibile;
K. considerando che, dall'avvio della campagna "Colpire duro contro il terrorismo violento" del governo cinese nel 2014, la situazione degli uiguri e di altre minoranze etniche principalmente musulmane nella regione autonoma uigura dello Xinjiang si è rapidamente deteriorata; che più di un milione di persone sono imprigionate all'interno di campi di detenzione, denominati centri di "rieducazione politica" o "di formazione", in cui gli uiguri sono sottoposti sistematicamente a lavoro forzato, tortura, sparizione forzata, sorveglianza di massa, cancellazione culturale e religiosa, sterilizzazione forzata delle donne, violenza sessuale, violazione dei diritti riproduttivi e separazione familiare; che l'analisi giuridica ha concluso che tali reati costituiscono crimini contro l'umanità, persino un presunto genocidio, nel quadro giuridico internazionale; che diversi parlamenti nazionali hanno adottato posizioni in tal senso;
L. considerando che il regime globale di sanzioni dell'UE in materia di diritti umani consente all'Unione di imporre misure restrittive su soggetti, entità e organismi specifici, compresi Stati o altre entità responsabili di gravi violazioni e abusi dei diritti umani, coinvolti in tali atti o ad essi associati; che il 22 marzo 2021 quattro persone fisiche e un'entità cinesi direttamente responsabili di gravi violazioni dei diritti umani nella regione autonoma uigura dello Xinjiang sono stati inseriti nell'elenco delle persone fisiche e delle entità soggette alle misure restrittive; che, in risposta a queste misure, la Cina ha imposto controsanzioni a dieci persone e a quattro entità europee, tra cui cinque membri del Parlamento europeo e due organi istituzionali dell'UE, la sottocommissione per i diritti umani del Parlamento europeo e il comitato politico e di sicurezza del Consiglio dell'Unione europea, oltre a due studiosi europei, due gruppi di riflessione in Germania e l'Alliance of Democracies Foundation in Danimarca; che le sanzioni cinesi non hanno alcuna giustificazione o base giuridica e prendono direttamente di mira non solo gli individui e le entità interessate, ma anche l'Unione europea nel suo insieme; che le sanzioni sono un evidente tentativo di scoraggiare l'UE dal proseguire il suo operato e le sue azioni contro le violazioni dei diritti umani che si verificano in Cina;
1. raccomanda al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) e al Consiglio di:
a)
elaborare una strategia UE-Cina più assertiva, globale e coerente che unisca tutti gli Stati membri e plasmi le relazioni con la Cina nell'interesse dell'UE nel suo complesso, sia fondata sulla protezione dei nostri valori e promuova un ordine multilaterale basato su regole; sottolinea che la strategia deve tener conto del carattere pluridimensionale delle relazioni dell'UE con la Cina; evidenzia che la Cina è un partner di cooperazione e di negoziazione per l'UE, ma anche un concorrente economico e un rivale sistemico in un numero crescente di campi;
b)
proporre che questa strategia sia basata su sei pilastri:
1)
un dialogo aperto e la cooperazione sulle sfide globali;
2)
l'impegno rafforzato nell'ambito dei valori universali, delle norme internazionali e dei diritti umani;
3)
l'analisi e l'identificazione dei rischi, delle vulnerabilità e delle sfide;
4)
la costruzione di partenariati con partner che condividono gli stessi principi;
5)
la promozione di un'autonomia strategica aperta, anche nelle relazioni commerciali e di investimento;
6)
la difesa e la promozione degli interessi e dei valori fondamentali dell'UE, trasformando l'Unione in un attore geopolitico più efficace;
Dialogo aperto e cooperazione sulle sfide globali
2. invita il VP/AR a garantire che la nuova strategia UE-Cina coinvolga la Cina in un dialogo fondato su principi e interessi sulle sfide globali, quali i diritti umani, definendo una strategia dell'UE ambiziosa, olistica e orientata ai risultati per i diritti umani in Cina nell'ambito di questa nuova strategia UE-Cina, l'ambiente e i cambiamenti climatici, il disarmo nucleare, la promozione della ripresa economica dalla COVID-19, la lotta contro le crisi sanitarie globali e la riforma di specifiche organizzazioni multilaterali; chiede che tale dialogo sia guidato dai principi e dagli interessi fondamentali dell'UE e persegua gli obiettivi centrali dell'impegno esterno dell'UE; sottolinea che la cooperazione tra i due partner sarà utile per affrontare questi problemi globali; ribadisce che la Cina resta un partner importante per l'UE;
3. è a favore di un dialogo più intenso e di una maggiore cooperazione con la Cina su pace e sicurezza; riconosce l'importanza della cooperazione con la Cina per evitare che l'Afghanistan diventi una nuova base terroristica e per scoraggiare la Corea del Nord a proseguire con il suo programma nucleare; sostiene la ricerca di cooperazione in materia di sviluppo sostenibile, contributo all'assistenza umanitaria e ai soccorsi in caso di catastrofi, temi ambientali, spazio e aerospazio, scienza, tecnologia e innovazione, insistendo al contempo pienamente sulla liberà di ricerca; sottolinea che tali dialoghi e cooperazione devono fondarsi su un impegno condiviso all'apertura e a collaborare in modo trasparente, giusto ed equo nell'ambito di un sistema internazionale basato su regole, assicurando nel contempo la salvaguardia degli interessi e dei valori europei e sviluppando la capacità dell'Europa di competere con la Cina ove necessario;
4. rileva che alcuni ambiti di cooperazione, quali le TIC, lo spazio e l'aerospazio, possono avere una duplice valenza e possono essere utilizzati contro i cittadini cinesi e contro l'Occidente;
5. sottolinea l'importanza di incoraggiare l'impegno della Cina nell'affrontare i cambiamenti climatici e altre questioni ambientali consolidando un partenariato UE-Cina in questo settore, e ribadisce la necessità di assicurare che sia l'UE sia la Cina rispettino i propri impegni nell'ambito dell'accordo di Parigi; sottolinea l'importanza che l'UE attui un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere; osserva che negli ultimi trent'anni la Cina ha triplicato le proprie emissioni di carbonio e oggi emette il 27 % dei gas a effetto serra su scala mondiale; sottolinea la necessità di garantire coerenza tra le ambizioni globali annunciate dalla Cina nella lotta ai cambiamenti climatici e gli impatti ambientali delle sue strategie di investimento nazionali e internazionali; invita il governo cinese ad astenersi dall'esportare carbone in paesi terzi, soprattutto nel quadro della BRI;
6. chiede che si svolgano con cadenza annuale dialoghi in materia di diritti umani orientati ai risultati e che siano valutati periodicamente, e invita a realizzare una solida analisi comparativa dei progressi compiuti nei dialoghi bilaterali più in generale per garantire che tali scambi producano risultati effettivamente positivi per i diritti umani e per chi li difende in Cina; chiede che i risultati dell'analisi comparativa e i progressi, la stagnazione o il deterioramento siano oggetto di una discussione trasparente; chiede che i diritti umani siano regolarmente portati al livello politico più elevato, sia ai vertici UE-Cina che a livello degli Stati membri; invita inoltre a un dialogo sui diritti umani che coinvolga i diplomatici dell'UE e degli Stati membri, la diaspora cinese, le ONG libere e indipendenti, accademici e legislatori, allo scopo di raggiungere una migliore comprensione del sistema cinese e individuare migliori strategie per influenzare il progresso dei diritti umani in Cina; sottolinea che questi dialoghi in materia di diritti umani devono includere, ma non esclusivamente, le seguenti questioni: la libertà dei mezzi di comunicazione e della stampa, i diritti delle minoranze, anche nelle regioni dello Xinjiang, della Mongolia interna e del Tibet, e il libero accesso a queste regioni anche per diplomatici e giornalisti, la situazione di Hong Kong, la libertà di parola, i diritti dei lavoratori, il diritto di riunione, la libertà di religione o credo e lo Stato di diritto in Cina in generale; accoglie con favore la nomina di un nuovo inviato speciale per la promozione della libertà di religione o di credo al di fuori dell'UE e lo invita a partecipare attivamente al sostegno di tutti i gruppi e le entità religiose perseguitati, compresi musulmani, cristiani e buddhisti, soggetti a persecuzioni nella Cina continentale e a Hong Kong; invita le istituzioni dell'UE competenti a utilizzare questi dialoghi sui diritti umani per sollevare casi individuali; continua a nutrire profonda preoccupazione per la continua detenzione del cittadino ed editore svedese Gui Minhai; sollecita un intervento dell'UE e degli Stati membri al più alto livello per garantire il rilascio immediato e incondizionato di tutti i prigionieri politici; esprime preoccupazione per le violazioni sistematiche dei diritti umani in Cina e condanna tutti i casi di arresti arbitrari, soppressione del libero flusso di informazioni e libertà di espressione;
7. invita l'UE a intraprendere un dialogo con la Cina su possibili soluzioni per migliorare, in modo trasparente, le capacità di risposta iniziale alle malattie infettive aventi il potenziale di evolvere in epidemie o pandemie, compresi il riconoscimento, la mappatura dei rischi e i sistemi di allarme rapido che garantiscano una migliore preparazione globale per rispondere alle pandemie; invita altresì la Cina a consentire un'indagine indipendente e trasparente sulle origini e la diffusione della SARS-COV-2;
8. è favorevole all'espansione dei contatti tra i popoli di entrambe le sponde, nonché alle visite di scambio reciproco degli studenti, ma incoraggia gli Stati membri a monitorare meglio l'impatto dell'interferenza del governo cinese sulla libertà accademica;
Impegno rafforzato nell'ambito dei valori universali, delle norme internazionali e dei diritti umani
9. condanna con la massima fermezza le sanzioni immotivate e arbitrarie imposte dalle autorità cinesi, che rappresentano un attacco alla libertà di parola, alla libertà accademica, all'impegno internazionale a favore dei diritti umani universali, nonché all'interpretazione degli stessi; esorta le autorità cinesi a revocare tali sanzioni ingiustificate; ritiene che le sanzioni imposte dalle autorità cinesi ledano ulteriormente la fiducia e ostacolino la cooperazione bilaterale;
10. sottolinea che il processo di esame e ratifica dell'accordo globale UE-Cina in materia di investimenti non potrà essere avviato fino a quando non saranno revocate le sanzioni cinesi nei confronti di deputati al Parlamento europeo e istituzioni dell'UE;
11. sottolinea, in tale contesto, la sua risoluzione del 20 maggio 2021 sulle controsanzioni cinesi; invita la Commissione, in linea con la risoluzione del Parlamento del 20 maggio 2021 sulle controsanzioni cinesi e con l'articolo 21, paragrafo 1, del trattato sull'Unione europea, a utilizzare tutti gli strumenti di cui dispone e il dibattito sull'accordo globale UE-Cina in materia di investimenti quale leva per migliorare la protezione dei diritti umani e rafforzare il sostegno alla società civile in Cina; esorta la Cina ad adottare misure concrete per porre fine ad altre violazioni dei diritti umani in Cina, come il lavoro forzato e le persecuzioni sistematiche degli uiguri e di altri gruppi minoritari musulmani turchi, dei tibetani, dei cristiani e di altre comunità religiose e chiese, e a rispettare gli impegni internazionali nei confronti di Hong Kong ai sensi della dichiarazione congiunta sino-britannica e della legge fondamentale di Hong Kong attraverso la sospensione delle previste riforme del sistema elettorale della città e la liberazione di legislatori e attivisti filodemocratici; invita inoltre la Cina a rispettare la legge fondamentale di Macao, che sarà in vigore fino al 2049, e le disposizioni contenute nella dichiarazione congiunta sino-portoghese(14) che impedisce qualsiasi interferenza nei processi elettorali del paese e nel funzionamento dei media;
12. sottolinea che il Parlamento terrà conto della situazione dei diritti umani in Cina, compresa Hong Kong, prima di formulare la sua posizione; ribadisce la sua grave preoccupazione per le numerose violazioni dei diritti umani in Cina, e ricorda che il pieno rispetto dei valori universali, a prescindere dalle differenze tra i due sistemi, è fondamentale;
13. invita la Cina a rispettare le norme internazionali, anche per quanto riguarda il suo impatto su clima, ambiente, biodiversità, povertà, salute, diritti dei lavoratori e diritti umani; esorta la Cina, nel contesto della promozione del commercio e dello sviluppo sostenibili, a intraprendere azioni concrete per la ratifica e l'attuazione delle quattro convenzioni fondamentali dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) ancora in sospeso e del Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici; si rammarica che diverse imprese internazionali, in particolare nei settori tessile e dell'abbigliamento, siano state oggetto di un ampio e diffuso boicottaggio dopo aver espresso la propria preoccupazione per le segnalazioni di lavoro forzato nello Xinjiang e aver deciso di tagliare i propri legami di approvvigionamento con tale regione, e condanna fortemente la coercizione politica esercitata nei loro confronti da parte del governo cinese; chiede nuovamente alla Commissione e al Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) di ultimare rapidamente una guida in materia di catene di approvvigionamento rivolta alle imprese, che fornisca loro informazioni sull'esposizione al rischio di utilizzare il lavoro forzato sfruttando la manodopera uigura, offrendo altresì sostegno per individuare urgentemente fonti alternative di approvvigionamento;
14. sottolinea la necessità di garantire che la legislazione del mercato interno, e qualsiasi quadro di dovuta diligenza o embargo sulle importazioni connesse a lavori forzati, siano utilizzati in modo efficace ed efficiente per escludere le entità che operano sul mercato interno dell'UE e che sono direttamente o indirettamente coinvolte in abusi dei diritti umani nello Xinjiang; invita inoltre le imprese europee in Cina a svolgere, come parte della propria responsabilità aziendale, approfondite indagini circa l'impiego del lavoro forzato nelle proprie catene di approvvigionamento;
15. sollecita l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ad avviare indagini legali indipendenti sul presunto genocidio e i presunti reati contro l'umanità e violazioni dei diritti umani, compresi i programmi di lavoro forzato attuati in diverse regioni della Cina, e invita l'UE e i suoi Stati membri a offrire sostegno politico e ottenere un appoggio internazionale a tale indagine; invita le autorità cinesi a consentire un accesso libero, significativo e senza restrizioni alla regione; esprime la propria forte preoccupazione circa le relazioni riguardanti i programmi di lavoro in Tibet, chiamati anche "campi di formazione professionale" dalle autorità cinesi; invita la Cina a rispettare i propri doveri, stabiliti dalle leggi nazionali e internazionali, circa il rispetto dei diritti umani, compresi quelli delle minoranze presenti nello Xinjiang, in Tibet e nella Mongolia interna;
16. condanna le gravi limitazioni della libertà di espressione, di associazione e di stampa in Cina; deplora la persecuzione politica a cui sono stati sottoposti molti giornalisti, ora in esilio; invita la Cina a garantire che tutti i giornalisti possano svolgere il proprio lavoro liberamente, senza impedimenti né timori di ritorsioni; sottolinea che la libertà di stampa e dei mezzi di comunicazione dovrebbe essere garantita; chiede all'UE di sostenere la libertà di parola e la libertà dei mezzi di comunicazione in Cina stabilendo un fondo democratico europeo per i mezzi di comunicazione a sostegno dell'indipendenza del giornalismo;
17. invita la Commissione a presentare con urgenza la sua proposta relativa al quadro che stabilisce obblighi di dovuta diligenza in materia di diritti umani e a sostenere tutti gli sforzi necessari a ottenere l'adozione di uno strumento analogo nel quadro delle Nazioni Unite;
18. invita la Commissione a esprimere alle autorità cinesi il proprio timore circa il nuovo "Ordine 15" che limita ulteriormente le persone religiose e i loro leader;
19. invita gli Stati membri alla piena attuazione del pacchetto di misure concordate dopo l'introduzione della legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong a luglio 2020 e a rivedere le politiche di asilo, migrazione, visto e residenza per gli abitanti di Hong Kong; esorta il VP/AR e il Consiglio a valutare e aggiornare le conclusioni su Hong Kong; chiede misure mirate nell'ambito del regime globale di sanzioni dell'UE in materia di diritti umani, in base alle necessità, al fine di affrontare la repressione a Hong Kong; chiede inoltre alla Cina di abrogare la legge sulla sicurezza nazionale imposta a Hong Kong nel giugno 2020; invita gli Stati membri che continuano ad avere in vigore trattati di estradizione con la Cina e Hong Kong a sospendere le estradizioni individuali qualora l'estradizione di un individuo lo metta a rischio di tortura o trattamento o punizione crudele, disumano o degradante, qualora l'individuo sarebbe sottoposto ad accuse per motivi politici, in altre situazioni in cui le minoranze etniche, i rappresentanti dell'opposizione prodemocratica a Hong Kong e i dissidenti in generale sarebbero presi di mira, e in qualunque caso in cui ciò sarebbe contrario agli obblighi dell'UE ai sensi della Convenzione europea dei diritti dell'uomo;
20. raccomanda alla leadership dell'UE e degli Stati membri di rifiutare gli inviti alle Olimpiadi invernali di Pechino nel caso in cui la situazione dei diritti umani in Cina e a Hong Kong non migliori e qualora prima dell'evento non abbia luogo alcun vertice/dialogo ad alto livello UE-Cina sui diritti umani con un esito tangibile;
21. deplora il sostegno della Cina ai regimi più oppressivi del mondo, in particolare in Siria, Iran e Corea del Nord, ma anche in Venezuela e a Cuba;
Analisi e identificazione dei rischi, delle vulnerabilità e delle sfide
22. ritiene che la futura strategia dell'UE sulla Cina dovrebbe fornire gli strumenti e i dati necessari per affrontare le minacce politiche, economiche, sociali e tecnologiche riconducibili alla Cina, anche attraverso la sua BRI, la strategia di doppia circolazione, il 14° piano quinquennale e Made in China 2025, China Standards 2035 e le politiche perseguite nel quadro del formato "16+1", compresa la modernizzazione militare e il rafforzamento delle capacità, e le implicazioni di ciò per l'autonomia strategica aperta dell'Unione e per l'ordine multilaterale basato su regole; prende atto dell'urgente bisogno di assicurare volontà politica e risorse per l'attuazione della strategia dell'UE in materia di connettività; invita a un maggiore coordinamento tra la strategia dell'UE in materia di connettività e il Blue Dot Network, al fine di fornire un'alternativa sostenibile alla BRI; accoglie con favore l'accordo dei leader del G7 per sviluppare un partenariato volto a ricostruire un mondo migliore – l'iniziativa Build Back Better World (B3W) – come alternativa alla BRI cinese; invita gli Stati membri e le istituzioni dell'UE ad accogliere l'iniziativa e a contribuirvi;
23. invita la Commissione a commissionare un audit, a livello dell'UE e suddiviso per Stati membri, della dipendenza dell'Unione dalla Cina in taluni settori critici e d'importanza strategica, tra cui le forniture farmaceutiche, se possibile a livello nazionale e subnazionale, basandosi sulla sua recente analisi completa "Dipendenze e capacità strategiche" (SWD(2021)0352), che prevede piani per ridurre i rischi legati alle dipendenza indesiderate e, nel contempo, mantenere le generali relazioni con la Cina, che dovrebbero essere quanto più reciproche ed equilibrate possibile, e in linea con i valori e le priorità strategiche dell'UE;
24. invita la Commissione e il Consiglio a mettere a punto meccanismi per far fronte a tali minacce in modo coerente, in particolare provvedendo a:
a)
garantire l'unità dell'UE a livello degli Stati membri, necessaria per poter attuare correttamente la nuova strategia UE-Cina; invitare tutti gli Stati membri a sostenere i valori fondamentali dell'UE;
b)
trarre spunto dal pacchetto di strumenti dell'UE per le misure nazionali, regionali e locali di mitigazione dei rischi, per sviluppare, in collaborazione con partner che condividono gli stessi principi, norme globali per la nuova generazione di tecnologie secondo valori democratici, ad esempio le reti 5G e 6G, e garantire che le imprese che non soddisfano gli standard di sicurezza siano escluse dallo sviluppo delle reti 5G e 6G;
c)
rafforzare le capacità a favore della leadership mondiale che caratterizza l'Unione europea, anche attraverso la cooperazione con partner che condividono gli stessi principi;
d)
garantire il coordinamento istituzionale tra la Commissione, il Consiglio e il SEAE prima degli eventi relativi alla BRI e cooperare con gli Stati membri per garantire che le decisioni prese da coloro che sono coinvolti nell'iniziativa siano in linea con le politiche e gli interessi dell'UE e rispettino i valori fondamentali dell'Unione; sottolinea che devono avvenire consultazioni a livello dell'UE, ad esempio attraverso un incontro congiunto del comitato della politica commerciale e del comitato politico e di sicurezza a livello di Consiglio prima di ogni evento relativo alla BRI, per garantire che gli Stati membri dell'UE parlino con una sola voce; sottolinea che l'iniziativa sulla Nuova via della seta deve rispettare gli standard internazionali; sottolinea che i progetti relativi all'iniziativa sulla Nuova via della seta devono essere attentamente monitorati, anche per quanto concerne gli effetti politici negativi sull'UE;
e)
monitorare i principali contratti relativi alle infrastrutture negli Stati membri e nei paesi in via di adesione per garantirne la conformità alla legislazione dell'UE così come l'allineamento con gli interessi strategici dell'UE, come definito dalla strategia UE-Cina; proteggere le infrastrutture critiche dall'influenza di paesi terzi, che potrebbe essere dannosa per gli interessi economici e di sicurezza dell'UE e dei suoi Stati membri;
25. sottolinea che l'impegno bilaterale e non coordinato di alcuni Stati membri con la Cina, e la mancata notifica alla Commissione della sottoscrizione di protocolli d'intesa con i paesi terzi, sono controproducenti e stanno danneggiando la posizione globale dell'UE e il vantaggio nei negoziati dei membri dell'UE che agiscono in quanto Unione piuttosto che come attori statali indipendenti; chiede agli Stati membri dell'UE di astenersi dal sottoscrivere tali protocolli senza consultare il Consiglio e la Commissione; chiede la creazione di un meccanismo di coordinamento a livello dell'UE per affrontare tali questioni; rammenta l'articolo 24 del trattato sull'Unione europea, che rileva che "gli Stati membri sostengono attivamente e senza riserve la politica estera e di sicurezza dell'Unione in uno spirito di lealtà e di solidarietà reciproca" e che "essi si astengono da qualsiasi azione contraria agli interessi dell'Unione o tale da nuocere alla sua efficacia come elemento di coesione nelle relazioni internazionali";
26. sottolinea che l'attuazione della strategia UE-Cina e delle strategie e politiche nazionali nei confronti della Cina dovrebbe essere regolarmente coordinata tra le istituzioni dell'UE, gli Stati membri, le diverse direzioni generali della Commissione e il Parlamento europeo, al fine di garantire una politica globale e coerente che evita la compartimentazione di settori politici separati; ritiene che le politiche dovrebbero essere coordinate anche con gli attori regionali e locali che sviluppano e mantengono legami con la Cina;
27. esprime preoccupazione per la crescente incidenza di attacchi ibridi, spionaggio industriale cinese e furto informatico ai danni delle imprese europee; sottolinea l'importanza di rafforzare le capacità informatiche private e pubbliche; chiede una maggiore cooperazione e l'istituzione di un sistema volto a porre fine agli atti malevoli nel ciberspazio da parte della Cina, tra cui attacchi informatici, trasferimenti forzati di tecnologia, spionaggio informatico e furti di proprietà intellettuale favoriti dall'informatica; sottolinea la necessità di favorire una più stretta collaborazione con i paesi della NATO e del G7 per combattere le minacce ibride, compresi gli attacchi informatici, e le campagne di disinformazione provenienti dalla Cina, anche consentendo agli Stati membri di imporre contromisure collettive su base volontaria, anche se la natura degli attacchi non è sufficientemente grave da far scattare l'articolo 5 del trattato NATO o l'articolo 42, paragrafo 7, TUE;
28. invita la Commissione a incoraggiare e a coordinare azioni miranti a contrastare i finanziamenti esteri cinesi dei nostri processi democratici, comprese la strategia di "elite capture" e la tecnica di cooptazione di dipendenti pubblici di alto livello ed ex politici dell'UE;
29. esprime preoccupazione per le pressioni diplomatiche assertive e talvolta aggressive esercitate dalle autorità cinesi, ad esempio nei confronti del presidente del senato ceco; sottolinea che le istituzioni dell'Unione non possono in alcun modo piegarsi alle pressioni, alle minacce o alle censure dei canali cinesi; esprime preoccupazione per la pressione indebita da parte di funzionari cinesi su ricercatori e accademici che trattano questioni inerenti alla Cina in tutta l'UE, comprese le attività degli Istituti Confucio nell'UE;
La costruzione di partenariati con partner che condividono gli stessi principi
30. invita il VP/AR a coordinare le azioni dell'Unione con partner che condividono gli stessi principi per quanto riguarda la tutela dei diritti umani e il sostegno alle persone in Cina, a Hong Kong e a Macao e alla diaspora cinese in tutto il mondo, nonché la difesa della democrazia liberale nel mondo, in particolare a Hong Kong e Taiwan, anche al fine di impegnare la Cina a rispettare il diritto internazionale, il diritto di manifestare pubblicamente quale esercizio della libertà di espressione e di riunione, la libertà di navigazione, anche nel Mar cinese meridionale e orientale, e di volo, e la risoluzione pacifica delle controversie; sottolinea, inoltre, che tali partenariati e cooperazione multilaterale con partner che condividono gli stessi principi dovrebbero comprendere tutti gli elementi e le misure delineati nella nuova strategia UE-Cina;
31. esprime profonda preoccupazione per le politiche assertive ed espansionistiche della Cina nel Mar cinese meridionale, nel Mar cinese orientale e nello stretto di Taiwan, in particolare la continua provocazione militare della Cina contro Taiwan; sottolinea che lo status quo nello stretto di Taiwan e la libertà di navigazione nella regione indopacifica sono di fondamentale importanza per l'UE e i suoi Stati membri; ribadisce la propria opposizione a qualsiasi azione unilaterale che potrebbe aggravare le tensioni e minare lo status quo; incoraggia lo sviluppo costruttivo di relazioni tra le due sponde dello stretto e sottolinea che nessun cambiamento di dette relazioni dovrebbe avvenire contro la volontà dei cittadini di Taiwan; si associa alle preoccupazioni espresse dal Giappone e dagli Stati Uniti per una nuova legge in Cina che autorizza le navi della guardia costiera cinese a usare le armi nei confronti delle navi straniere che violano il territorio rivendicato dalla Cina; invita l'UE ad affrontare tali questioni sia nella nuova strategia UE-Cina che nella strategia dell'UE per la cooperazione nella regione indopacifica e ad aumentare gli scambi diplomatici multilaterali al fine di raggiungere la risoluzione pacifica delle dispute e delle controversie in conformità del diritto internazionale, compresa l'UNCLOS;
32. invita gli Stati membri a investire in una più stretta cooperazione con altri partner democratici e che condividono gli stessi principi, come Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Giappone, India, Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda e Taiwan, e invita il SEAE e gli Stati membri a dare priorità e a rafforzare i partenariati strategici con l'ASEAN e l'Unione africana;
33. ritiene di primaria importanza che l'UE elabori e promuova una relazione transatlantica ambiziosa e dinamica con il governo degli Stati Uniti, basata sulla nostra storia, sui valori e sugli interessi condivisi, nel quadro di un dialogo transatlantico sulla Cina, che includa una dimensione parlamentare; sottolinea l'importanza del partenariato UE-USA per preservare e dimostrare la forza unita delle democrazie liberali mondiali, anche attraverso il nostro lavoro nelle organizzazioni multilaterali; sottolinea, al riguardo, che il nuovo dialogo UE-USA sulla Cina dovrebbe rappresentare uno dei meccanismi per promuovere i nostri interessi comuni e gestire le nostre differenze, e per riformare le organizzazioni multilaterali nel quadro dell'ordine basato su regole; ritiene che l'UE dovrebbe continuare a rafforzare l'autonomia operativa e la resilienza dell'Unione alle minacce esterne;
34. sottolinea che è importante che l'UE continui a seguire con attenzione il mutevole ruolo della Cina e la crescente influenza globale che tale paese esercita nelle organizzazioni multilaterali, comprese le Nazioni Unite, di cui è il secondo maggior finanziatore, e che garantisca un miglior coordinamento tra gli Stati membri e i partner che condividono gli stessi valori al fine di unire le forze delle democrazie liberali globali per rispondere a tale evoluzione; osserva che il maggiore impegno del governo cinese con le istituzioni internazionali e multilaterali, quali le Nazioni Unite, l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), l'Interpol, l'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura, l'Unione internazionale delle telecomunicazioni o l'Organizzazione per l'aviazione civile internazionale (ICAO), compresi gli organismi di normazione, mira a rimodellare norme, standard e pratiche a livello globale al fine di promuovere la strategia geopolitica a lungo termine e gli interessi economici della Cina; deplora che la censura interna cinese, esercitata attualmente, tra l'altro, alle Nazioni Unite, miri a manipolare le procedure per ridurre al minimo il controllo della condotta della Cina, in particolare nel caso della situazione dei musulmani di etnia uigura e di altre minoranze musulmane turche; invita l'UE a collaborare con partner che condividono gli stessi principi per contrastare questi sviluppi;
35. sottolinea che la Cina è il maggior fornitore di forze di pace tra i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ma si è rifiutata di adottare sezioni del capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite e il pilastro della responsabilità di proteggere (R2P); sottolinea che l'UE ha integrato la R2P nella sua azione esterna;
36. chiede una più intensa cooperazione dell'UE con la NATO sulle sfide di sicurezza poste dalla Cina; è favorevole alla proposta della NATO di mettere a punto una strategia politica per affrontare un mondo in cui la Cina sarà una superpotenza mondiale; chiede che tale strategia si basi su diversi scenari per lo sviluppo delle relazioni con la Cina, compresa la possibilità di un ulteriore deterioramento della sicurezza nel Mar cinese meridionale, e chiede il dialogo e il coordinamento con i paesi del Dialogo quadrilaterale sulla sicurezza; accoglie con favore gli sforzi della NATO volti a monitorare attentamente le implicazioni per la sicurezza della maggiore presenza fisica della Cina nell'Artico e in Africa; raccomanda di tenere sufficientemente conto della cooperazione UE-NATO in materia di sfide della sicurezza legate alla Cina in fase di elaborazione della bussola strategica dell'UE e di revisione del concetto strategico della NATO;
37. accoglie con favore l'intenzione del Consiglio di rafforzare l'attenzione strategica, la presenza e l'azione dell'UE nella regione indopacifica, presentando una nuova strategia dell'Unione per la cooperazione con tale regione e una nuova strategia per la connettività; osserva che tale nuova strategia dovrebbe essere coerente con la strategia UE-Cina;
38. ritiene pertinente che la Commissione fornisca relazioni tempestive ed esaurienti sul partenariato economico regionale globale, il più grande accordo di libero scambio al mondo, così da valutare gli sviluppi sul campo; manifesta particolare interesse per le implicazioni per gli interessi strategici dell'Unione di aspetti quali l'attività di normazione nella regione Asia-Pacifico e le disposizioni sulle norme di origine; osserva che l'accordo avrà implicazioni anche per l'Unione europea, benché quest'ultima non ne faccia parte; sottolinea l'assenza, nel partenariato economico regionale globale, di disposizioni in materia di commercio e sostenibilità, tra cui le norme sociali e del lavoro e gli obiettivi ambientali e climatici;
39. ricorda, nel contesto delle dinamiche regionali, l'importanza delle relazioni commerciali ed economiche UE-Taiwan, anche su temi relativi al multilateralismo e all'OMC, alla tecnologia e alla salute pubblica, nonché della cooperazione essenziale su approvvigionamenti critici quali i semiconduttori; osserva che Taiwan è un membro a pieno titolo dell'OMC; ribadisce il suo appello ed esorta la Commissione e il Consiglio a procedere con l'accordo bilaterale sugli investimenti con Taiwan e ad avviare urgentemente la valutazione d'impatto, la consultazione pubblica e l'esercizio esplorativo con le autorità taiwanesi;
40. esorta la Commissione a presentare proposte e azioni concrete volte ad agevolare la piena partecipazione di Taiwan in qualità di osservatore alle riunioni, ai meccanismi e alle attività dell'OMS, dell'ICAO e dell'UNFCCC;
Promozione di un'autonomia strategica aperta, anche nelle relazioni commerciali e di investimento
41. sottolinea che la condizionalità per gli investimenti e gli scambi commerciali non è di per sé sufficiente a contrastare l'assertività cinese; ritiene che l'UE dovrebbe accrescere la propria autonomia strategica prestando attenzione ad altre dimensioni delle relazioni UE-Cina, in particolare la sovranità digitale e tecnologica; sottolinea, in tale contesto, la necessità di investire nell'innovazione e nella ricerca e di sviluppare una strategia industriale competitiva e sovrana in settori quali, ad esempio, la produzione di microchip e semiconduttori, l'estrazione di terre rare, il cloud computing e la tecnologia delle telecomunicazioni, al fine di diminuire la dipendenza dell'UE dalla Cina, sempre nell'ottica di garantire un migliore coordinamento di tali politiche con quelle di altre democrazie liberali che condividono gli stessi principi, esplorando al contempo la possibilità di mettere in comune le risorse e creare nuove sinergie;
42. osserva che nel 2020, nel contesto della COVID-19, la Cina è stata per la prima volta il partner principale dell'UE nel commercio di beni e che la bilancia commerciale si è ulteriormente deteriorata a scapito dell'UE; ricorda tuttavia che gli Stati Uniti sono ancora i principali partner commerciali dell'UE per quanto riguarda il commercio di beni e servizi combinati; ritiene che l'ascesa economica della Cina e la sua crescita prevista avranno un impatto considerevole sugli sviluppi economici globali nel prossimo decennio; sottolinea che, per varie ragioni, i livelli di investimento reciproco rimangono al di sotto del loro potenziale e riconosce le opportunità economiche che caratterizzano la regione in generale; ritiene che il volume degli scambi tra la Cina e l'UE richiederà un quadro basato su regole e valori che deve essere incentrato sulle norme internazionali; sottolinea che il rispetto dei diritti umani è una condizione essenziale per avviare relazioni commerciali e di investimento con l'UE ed esorta la Cina a rispettare i suoi obblighi internazionali e ad impegnarsi a rispettare i diritti umani;
43. sottolinea il ruolo chiave del Parlamento europeo nella politica commerciale comune dell'UE, nei negoziati internazionali e nella supervisione, nel controllo, nella ratifica e nel monitoraggio dell'attuazione degli accordi commerciali e di investimento; evidenzia la necessità di consultare tempestivamente e con adeguate modalità la commissione per il commercio internazionale ed esorta la Commissione e il Consiglio a portare avanti un dialogo assiduo e a redigere relazioni complete, che riflettano gli sviluppi dell'agenda bilaterale per il commercio e gli investimenti UE-Cina;
44. sottolinea l'importanza delle relazioni commerciali e di investimento strategiche dell'UE con la Cina e invita gli Stati membri e le istituzioni dell'UE a rivolgersi alla Cina con una sola voce e in modo coordinato; ritiene che le iniziative di investimento nel formato 16+1 non debbano minare l'unità dell'Unione europea né rivelarsi controproducenti rispetto all'obiettivo di esprimersi con una sola voce;
45. invita la Commissione ad analizzare le dipendenze economiche dell'UE in settori strategici quali le materie prime essenziali, alcune delle quali si trovano esclusivamente in Cina, e sottolinea l'urgente necessità di rafforzare la resilienza delle catene di approvvigionamento europee; chiede che siano profusi sforzi per diversificare e consolidare l'accesso dell'UE alle risorse strategiche chiave necessarie per alimentare i motori gemelli della crescita dell'UE, prestando particolare attenzione ai 30 elementi inclusi nel quarto elenco delle materie prime essenziali aggiornato nel 2020; ricorda l'obiettivo generale dell'Unione europea di costruire la sua autonomia strategica aperta nell'ambito della politica commerciale comune; ribadisce l'importanza crescente del nesso tra commercio e sicurezza nella politica commerciale internazionale dell'UE;
46. chiede maggiore trasparenza, coerenza e coordinamento tra gli Stati membri su questioni relative a progetti e accordi di investimento bilaterali, in particolare sugli investimenti esteri diretti in attività strategiche e infrastrutture critiche; richiama l'attenzione sul nesso tra dipendenze economiche e influenza politica esterna a livello degli Stati membri; ricorda l'importanza di rafforzare in futuro il regolamento dell'UE sul controllo degli investimenti esteri diretti per garantire il blocco di potenziali investimenti che potrebbero rappresentare una minaccia per la sicurezza e l'ordine pubblico dell'Unione, in particolare da parte delle imprese controllate dallo Stato; invita gli Stati membri ad adottare urgentemente un meccanismo di controllo nazionale, qualora non l'avessero ancora fatto, in linea con gli orientamenti della Commissione di marzo 2020;
47. è convinto che le relazioni bilaterali tra l'UE e la Cina in materia di scambi commerciali e investimenti siano di importanza strategica e dovrebbero essere basate su regole, con un sistema commerciale multilaterale e il principio di reciprocità quale asse centrale; ribadisce che, per quanto esistano tendenze preoccupanti verso il disaccoppiamento economico, è comunque necessario garantire un'applicazione e un rispetto più assertivi degli impegni assunti nel quadro generale delle relazioni commerciali e di investimento; invita la Cina a svolgere un ruolo più attivo e responsabile nell'ambito dell'OMC e in altre iniziative multilaterali, facendo corrispondere il suo potere economico al suo livello di sviluppo, e ad aderire pienamente a tutti i suoi obblighi internazionali e relativi all'OMC; invita la Commissione e le autorità cinesi a cooperare strettamente per riformare le regole dell'OMC al fine di promuovere uno sviluppo più sostenibile, la transizione verde e la rivoluzione digitale e portare stabilità e certezza giuridica sulla scena commerciale internazionale;
48. è preoccupato per il crescente disequilibrio nelle relazioni bilaterali economiche e commerciali tra l'UE e la Cina; sottolinea che il ripristino dell'equilibrio e una maggiore parità di condizioni sono essenziali per gli interessi dell'UE; ritiene che la Cina e l'UE debbano creare condizioni di parità e costruire una relazione fruttuosa, a prescindere dalle differenze tra i rispettivi sistemi economici; pone l'accento in tal senso sul lavoro che l'Unione europea sta svolgendo per rafforzare i propri strumenti commerciali, riconoscendo al contempo la necessità di mantenere un dialogo aperto sulle sfide comuni come la lotta globale ai cambiamenti climatici; sottolinea l'urgente necessità che l'UE completi il suo pacchetto di misure autonome, tra cui un regolamento UE sul controllo degli investimenti diretti esteri più rigoroso, una normativa contro gli effetti distorsivi delle sovvenzioni estere sul mercato interno, la rapida adozione di uno strumento per gli appalti internazionali assertivo ed efficace, misure sull'esportazione di tecnologia a duplice uso, un efficace strumento contro la coercizione, un pacchetto di misure legislative sul governo societario sostenibile e una normativa sulle catene di approvvigionamento comprensiva di requisiti obbligatori in materia di dovuta diligenza che prevedano anche un divieto di importazione delle merci derivanti dal lavoro forzato; ritiene che dovrebbero essere considerate necessarie ulteriori misure mirate nell'ambito del regime globale di sanzioni dell'UE in materia di diritti umani;
49. ribadisce la sua profonda preoccupazione per i numerosi ostacoli che le imprese europee si trovano ad affrontare per entrare nel mercato cinese e operarvi; teme che la "strategia di doppia circolazione" della Cina, cui si fa riferimento nel suo 14° piano quinquennale, comporterà un ulteriore deterioramento del contesto imprenditoriale per le imprese dell'UE; evidenzia nuovamente la sua particolare preoccupazione per le pratiche distorsive del mercato, ad esempio i sussidi industriali per le imprese statali cinesi e il trattamento preferenziale a esse riservato, il furto di proprietà intellettuale, i trasferimenti forzati di tecnologia e la localizzazione dei dati, l'eccesso di capacità industriale in settori come quello siderurgico e il relativo dumping delle esportazioni, altre pratiche commerciali sleali e la crescente interferenza politica generale nel contesto imprenditoriale, ivi compreso il settore privato; invita la Commissione e gli Stati membri a intensificare la loro cooperazione a livello dell'OMC con alleati che condividono gli stessi principi, così da sviluppare un approccio congiunto per contrastare tali pratiche commerciali sleali cinesi; accoglie con favore il dialogo UE-USA sulla Cina come mezzo per cooperare su temi quali la reciprocità, il multilateralismo, le pratiche distorsive del mercato e l'economia e altre questioni strutturali in cui il coordinamento UE-USA può apportare un valore aggiunto; è convinto dell'importanza vitale di un'adeguata informazione in merito agli sviluppi legislativi e regolamentari sul mercato cinese, vista la sua natura poco trasparente e guidata dallo Stato; ricorda in tale contesto l'importanza di tenere discussioni frequenti e aperte con le istituzioni dell'UE, la Camera di commercio dell'Unione europea in Cina e tutti i partner dell'UE sul posto;
50. ritiene pertinente discutere in particolare degli effetti negativi per il commercio e dei possibili rimedi alle distorsioni causate dall'eccessiva capacità produttiva globale di acciaio e alluminio, nonché dell'importanza di contrastare i sussidi industriali a livello dell'OMC; esorta la Cina a rinnovare il suo impegno nel quadro delle attività del forum globale sull'eccessiva capacità produttiva di acciaio, così da eliminare l'eccesso di capacità e ripristinare condizioni di parità; osserva che, nonostante i piani della Cina di chiudere i siti di produzione obsoleti e ammodernare la produzione, la sua produzione annuale di acciaio grezzo ha raggiunto livelli da record per quattro anni consecutivi; incoraggia le autorità cinesi a mantenere i loro impegni a ridurre la produzione di acciaio grezzo;
51. ricorda, al riguardo, i nessi tra commercio, brevetti e norme; ritiene che la normazione e gli elementi normativi di una crescente concorrenza internazionale siano essenziali per la politica commerciale dell'UE e dovrebbero costituire uno dei pilastri fondamentali della sua politica industriale strategica; ricorda che la normazione è stata segnalata come un ambito in cui la Cina potrebbe mostrare intenzioni di affrancamento e disaccoppiamento; sottolinea che la contraffazione è una delle principali priorità nelle azioni dell'UE in materia di aspetti commerciali nella protezione della proprietà intellettuale; teme che la Cina resti all'origine di una quota dominante di prodotti contraffatti e usurpativi che arrivano nell'Unione, sia in termini di valore che di volume; sottolinea che l'accordo tra l'UE e la Cina sulle indicazioni geografiche rappresenta un primo passo nella lotta alla contraffazione, ed esorta la Commissione a intensificare gli sforzi per proteggere la proprietà intellettuale dell'UE, inclusi i brevetti; esprime preoccupazione per la pratica emergente messa in atto dagli organi giurisdizionali cinesi, che rivendicano la giurisdizione mondiale per la definizione di condizioni per la concessione delle licenze eque, ragionevoli e non discriminatorie per i brevetti essenziali e che impediscono alle aziende di contestare le loro decisioni; sottolinea che tale pratica equivale a consentire alle imprese cinesi di non pagare un prezzo equo per l'utilizzo di brevetti essenziali, oltre a mettere a rischio la ricerca dell'Unione europea; chiede alla Commissione di sollevare il tema dinanzi alle autorità cinesi; chiede di prestare maggiore attenzione alle violazioni nei settori della digitalizzazione e delle comunicazioni in seno a tutti gli organi pertinenti, ivi compresa l'Unione internazionale delle telecomunicazioni dell'ONU, assieme ai partner dell'UE che condividono gli stessi principi, in particolare gli Stati Uniti; chiede che si tengano maggiori discussioni politiche sulle implicazioni delle iniziative cinesi, tra cui l'iniziativa "Made in China 2025" o la sempre più pertinente "China Standards 2035"; esprime preoccupazione a tale riguardo per il crescente autoritarismo digitale della Cina e per gli sforzi compiuti dal paese per promuovere il proprio modello di governance digitale in tutto il mondo; sottolinea che è necessario concludere l'accordo dell'OMC sul commercio elettronico nel quadro dell'iniziativa di dichiarazione congiunta al fine di promuovere un livello fondamentale di apertura e condizioni di parità con la Cina;
52. chiede che venga prestata maggiore attenzione alle PMI europee che intrattengono relazioni commerciali e di investimento con la Cina, e accoglie con favore il sostegno offerto dalla Commissione alle iniziative favorevoli alle PMI, ad esempio il portale Access2Markets per l'accesso ai mercati, il portale ROSA sullo strumento di autovalutazione delle norme di origine o l'helpdesk sui diritti di proprietà intellettuale (DPI) per le PMI in Cina, tra le altre;
53. prende atto della conclusione in linea di principio, a livello politico, dell'accordo globale UE-Cina in materia di investimenti, riconoscendo nel contempo gli sforzi della Commissione per affrontare le carenze legate alle asimmetrie di accesso al mercato, alla parità di condizioni e allo sviluppo sostenibile attraverso impegni basati su regole; ricorda, tuttavia, che le relazioni commerciali non sono isolate dal contesto generale;
54. invita la Commissione a consultare il Parlamento europeo prima di adottare qualsivoglia misura finalizzata alla conclusione e alla firma di tale accordo; esorta la Cina a compiere passi concreti per ratificare e attuare le convenzioni fondamentali dell'OIL n. 29 e n. 105 sul lavoro forzato; sottolinea che la Cina si è altresì impegnata a favore di un'effettiva attuazione delle convenzioni dell'OIL ratificate e a lavorare alla ratifica di altre convenzioni fondamentali dell'OIL "aggiornate";
55. osserva che 26 Stati membri dell'Unione europea sono legati alla Cina dai vecchi trattati bilaterali di investimento;
56. ricorda, tuttavia, che l'accordo globale UE-Cina in materia di investimenti, da solo, non risolverebbe tutti i problemi che interessano le nostre relazioni economiche e politiche e che, pertanto, deve essere considerato nel contesto di un pacchetto rafforzato e più assertivo di misure unilaterali dell'UE; sottolinea che il Parlamento europeo esaminerà attentamente l'accordo, compresa la sua sezione relativa allo sviluppo sostenibile;
57. sottolinea che l'adeguata attuazione e l'efficace applicazione sarebbero essenziali per l'utilità e il successo dell'accordo nel rettificare le asimmetrie strutturali nelle relazioni commerciali e di investimento; sottolinea il ruolo e l'importanza di scambi strutturati e frequenti con l'ufficio del responsabile della Commissione dell'esecuzione degli accordi commerciali per valutare la futura attuazione dell'accordo globale UE-Cina in materia di investimenti, laddove fosse adottato; ricorda e ribadisce al riguardo l'importanza della diplomazia parlamentare nell'agevolare la comprensione reciproca, la comunicazione trasparente e il dialogo aperto;
58. accoglie con favore l'entrata in vigore dell'accordo UE-Cina sulle indicazioni geografiche e ribadisce l'importanza della sua effettiva attuazione e applicazione nei mercati di entrambe le parti; accoglie con favore l'ampliamento anticipato dell'attuale accordo per includervi ulteriori 350 denominazioni di indicazione geografica di entrambi i partner; sottolinea che tale accordo limitato sulle indicazioni geografiche potrebbe fungere da modello e base per i futuri accordi sulle indicazioni geografiche; sottolinea il ruolo cruciale che il responsabile dell'esecuzione degli accordi commerciali svolgerà nel monitorare e migliorare la conformità a tale accordo; invita tale responsabile ad agire immediatamente laddove l'accordo non venga attuato correttamente;
59. sottolinea che la Cina ha ancora molta strada da fare prima di diventare un'economia di libero mercato, data l'estrema influenza che lo Stato ha sull'economia e sulle decisioni delle imprese relative a prezzi, costi, produzione e fattori di produzione; invita pertanto la Cina ad adottare misure più aperte nei confronti delle proprie imprese e di quelle estere che operano nel paese;
60. chiede maggiori finanziamenti per i progetti di attuazione del 5G e per le attività di ricerca in materia di 6G, intelligenza artificiale (IA) e tecnologia dei big data, al fine di garantire la sicurezza delle reti future e una maggiore sovranità digitale, che saranno essenziali per la digitalizzazione e la crescita economica ma anche per colmare il divario tecnologico con la Cina e per l'eliminazione dei rischi a cui i membri della NATO e i suoi partner possono essere esposti con l'integrazione della tecnologia 5G della Cina nelle reti di telecomunicazioni, dal momento che tale azione potrebbe erodere il futuro della governance democratica; chiede, inoltre, una strategia coordinata dell'UE sulla sicurezza informatica e un aumento delle capacità degli Stati membri in questo ambito al fine, tra l'altro, di rafforzare la protezione contro le minacce alle infrastrutture essenziali dell'UE provenienti dai paesi terzi, compresa la Cina;
61. sottolinea l'importanza di lavorare alla normativa in materia di IA e a un quadro per la responsabilità etica e civile per i sistemi di IA e le tecnologie affini che promuova l'innovazione incentrata sulla persona e rispettosa della vita privata, in collaborazione con partner strategici chiave che condividono i valori liberali e democratici dell'UE; sottolinea che i sistemi di punteggio sociale non sono in linea con i valori fondamentali dell'UE; evidenzia la necessità per l'UE di preservare i diritti dell'individuo; sottolinea, pertanto, che tali politiche e strumenti di sorveglianza non dovrebbero in nessun caso essere utilizzati nell'UE; evidenzia, quindi, che l'UE deve adoperarsi per limitare e contrastare la portata transnazionale della repressione digitale;
Difesa e promozione degli interessi e dei valori fondamentali dell'UE, trasformando l'Unione in un attore geopolitico più efficace
62. ritiene che l'UE dovrebbe continuare a lavorare alla sua trasformazione in un attore geopolitico più efficace assicurando un più coeso approccio geopolitico dei suoi Stati membri, nonché promuovendo la sua autonomia strategica e capacità, e collaborando con gli Stati Uniti e altri partner che condividono gli stessi valori;
63. sottolinea che il successo della politica europea di vicinato determina la capacità dell'UE di assumere il ruolo di attore globale; richiama l'attenzione sul ruolo crescente della Cina nelle immediate vicinanze dell'UE, compresi i paesi candidati; chiede un approccio strategico a livello dell'UE volto a contrastare le azioni cinesi nei paesi vicini attraverso investimenti, prestiti e attività commerciali, in particolare nei Balcani occidentali; chiede in particolare un impegno attivo dell'UE nel fornire a questi paesi una valida alternativa agli investimenti cinesi;
64. sottolinea la necessità che l'UE rafforzi gli strumenti per difendersi, accresca la sua capacità di proteggere i suoi interessi oltre oceano, svolga un ruolo maggiormente proattivo, coerente e strategico nel suo immediato vicinato e garantisca che gli Stati membri siano uniti nel loro approccio geopolitico;
65. ritiene che la conferenza sul futuro dell'Europa dovrebbe offrire una sede di dibattito sull'azione esterna dell'UE, ad esempio su questioni relative alla protezione dei diritti umani, e per discutere su come raggiungere un'autonomia strategica aperta; sottolinea l'importanza di discutere questioni legate al miglioramento e al rafforzamento della politica estera e di sicurezza comune dell'UE, ad esempio attraverso un mandato più solido al VP/AR per agire per conto dell'UE in materia di politica estera e adottare le misure necessarie per introdurre il voto a maggioranza qualificata in alcuni ambiti degli affari esteri; chiede di rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri in materia di difesa, con l'obiettivo di rafforzare le capacità di difesa strategica europea, nonché di creare un'Unione europea della difesa a tutti gli effetti, anche con capacità militari europee;
66. pone l'accento sulla necessità di dotare il SEAE di un mandato e delle risorse necessarie per monitorare e contrastare le attività di disinformazione cinesi, compresa la creazione di una task force StratCom per l'Estremo Oriente incentrata sulla disinformazione proveniente dalla Cina; invita la Cina ad astenersi da sistemi occulti di manipolazione del dibattito pubblico nell'UE; incoraggia la Commissione a elaborare un sistema normativo a livello dell'UE che impedisca alle imprese operanti nel settore dei media, finanziate o controllate dai governi di paesi terzi, di acquisire imprese europee operanti nel settore dei media, al fine di preservare la libertà e l'indipendenza dei media nell'UE; suggerisce di diversificare i mezzi di comunicazione in lingua cinese in Europa, incoraggiando la cooperazione tra i mezzi di comunicazione europei e i partner internazionali, come Taiwan; sottolinea inoltre l'urgente necessità di potenziare in modo significativo la capacità di esperti sulla Cina in seno al SEAE e alla Commissione in generale;
67. sottolinea l'importanza di studi e di ricerche indipendenti sulla Cina nelle università, nei gruppi di riflessione, negli istituti di ricerca e nelle scuole in tutta l'UE, liberi dal sostegno finanziario o dall'influenza cinese, che garantiscano l'integrità accademica e la libertà di parola; invita, pertanto, l'UE a elaborare un programma volto a finanziare la ricerca sulla Cina e la formazione linguistica nell'UE;
68. sottolinea la necessità di introdurre programmi indipendenti dall'influenza del PCC per studiare la cultura, la lingua e la politica cinesi, ad esempio attraverso contatti più stretti con il mondo accademico e con la società taiwanesi;
69. invita la Commissione a tenere conto e a includere nella sua strategia l'interesse e il coinvolgimento crescenti della Cina nei confronti dell'Artico; chiede prontezza per garantire la libertà di navigazione nella rotta del Mare del Nord dell'Artico; prende atto degli investimenti della Cina in ricerca e infrastrutture strategiche nell'Artico e osserva che l'UE dovrebbe evitare di perdere terreno in questo campo;
o o o
70. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e, per conoscenza, al governo della Repubblica popolare cinese.
Dichiarazione congiunta del governo della Repubblica Popolare Cinese e del governo della Repubblica portoghese, del 13 aprile 1987, sulla questione di Macao.