Risoluzione del Parlamento europeo del 7 ottobre 2021 sulla situazione in Bielorussia a un anno dalle proteste e dalla loro violenta repressione (2021/2881(RSP))
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sulla Bielorussia,
– viste le conclusioni del Consiglio europeo del 24 maggio 2021 e del 25 giugno 2021 sulla Bielorussia,
– viste le conclusioni del Consiglio "Affari esteri" del 21 giugno 2021 sulla Bielorussia,
– visto il discorso sullo stato dell'Unione 2021 pronunciato dalla Presidente von der Leyen,
– viste le dichiarazioni rese dal vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR), Josep Borrell, il 26 marzo 2021 sul sostegno dell'UE alla piattaforma internazionale di responsabilità per la Bielorussia e il 15 luglio 2021 sulla repressione nei confronti della società civile in Bielorussia, come pure le sue dichiarazioni rese a nome dell'Unione europea il 30 luglio 2021 sulla strumentalizzazione dei migranti e dei rifugiati da parte del regime e, l'8 agosto 2021, sul primo anniversario delle elezioni presidenziali fraudolente svoltesi il 9 agosto 2020 in Bielorussia,
– viste le dichiarazioni rese dal portavoce del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) il 6 luglio 2021 sulla condanna di Viktar Babaryka e altri processi politici, il 7 luglio 2021 sulla limitazione della presenza diplomatica della Lituania, il 30 agosto 2021 sulla repressione contro giornalisti e media e il 6 settembre 2021 sulla condanna di Maria Kolesnikova e Maksim Znak,
– viste la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e tutte le convenzioni in materia di diritti umani di cui la Bielorussia è parte,
– vista la Carta di Parigi per una nuova Europa, elaborata dall'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE),
– vista la relazione del 5 luglio 2021 della relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Bielorussia, Anaïs Marin, destinata al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite,
– vista la risoluzione del 13 luglio 2021 del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Bielorussia,
– vista la sua raccomandazione del 16 settembre 2021 al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza concernente la direzione delle relazioni politiche UE-Russia(1),
– visto il conferimento del premio Sacharov del Parlamento europeo per la libertà di pensiero 2020 all'opposizione democratica in Bielorussia,
– visto l'articolo 132, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,
A. considerando che, a più di un anno dalle cosiddette elezioni del 9 agosto 2020, le autorità bielorusse stanno continuando la loro repressione nei confronti del popolo bielorusso e che molti cittadini subiscono vessazioni e vengono arrestati, torturati e condannati per aver espresso la loro opposizione al regime o alle diffuse violazioni dei diritti umani in atto in Bielorussia; che l'Unione e i suoi Stati membri non hanno riconosciuto il risultato delle elezioni presidenziali;
B. considerando che, in base alle stime, quasi 40 000 bielorussi sono stati, prima o poi, arrestati per aver protestato contro il regime; che i difensori dei diritti umani hanno documentato centinaia di casi di torture e maltrattamenti, mentre diverse persone risultano ancora scomparse e altre sono state trovate morte; che i trattamenti disumani, la tortura e il rifiuto deliberato di fornire assistenza medica continuano nei centri di detenzione e nelle carceri bielorussi, dove diversi manifestanti sono morti; che sono stati documentati diversi casi di tentato suicidio in tribunale e in carcere; che l'intera magistratura del paese sembra essersi trasformata in un agente del regime ed è utilizzata per garantirne la sopravvivenza; che in Bielorussia vi sono più di 720 prigionieri politici e sono stati avviati più di 4 600 procedimenti penali contro cittadini bielorussi, mentre non è stato avviato nemmeno un procedimento a carico delle persone responsabili o complici della violenza e della repressione; che i difensori dei diritti umani, gli esponenti politici dell'opposizione, la società civile, i giornalisti indipendenti e altri attivisti sono sistematicamente oggetto di repressione violenta; che migliaia di cittadini bielorussi sono stati costretti o forzati in altro modo a lasciare il proprio paese e a cercare protezione all'estero;
C. considerando che gli Stati membri dell'UE, in particolare la Polonia e la Lituania, hanno offerto rifugio, cure mediche e borse di studio a migliaia di richiedenti asilo in fuga dalla persecuzione di Lukašėnka in ragione delle loro aspirazioni democratiche;
D. considerando che il regime bielorusso sta attuando una campagna di repressione contro la società civile e i difensori dei diritti umani, intesa a ridurre al silenzio tutte le voci indipendenti rimaste in Bielorussia; che quasi 250 organizzazioni della società civile sono state liquidate o poste in liquidazione, tra cui il Centro per i diritti umani Viasna, che ha subito una repressione senza precedenti con l'arresto e l'incriminazione di dirigenti, membri del personale e volontari, tra cui Ales Bjaljatski, presidente di Viasna; Valjantin Stefanovič, membro del consiglio direttivo di Viasna e vicepresidente della Federazione internazionale per i diritti umani; Marfa Rabkova, coordinatrice della rete di volontari di Viasna; Andrej Čepjuk, Leanid Sudalenka, Tatsjana Lasitsa, Marjia Tarasenka, Uladzimir Labkovič e altri membri del personale e volontari di Viasna;
E. considerando che i tribunali bielorussi hanno pronunciato oltre 120 sentenze inique e arbitrarie nell'ambito di processi politici, spesso tenuti a porte chiuse e senza garanzie di giustizia; che l'esponente politico bielorusso dell'opposizione Viktar Babaryka è stato condannato a 14 anni di carcere e che i leader dell'opposizione bielorussa e prigionieri politici Maria Kolesnikova, vincitrice del premio Sacharov per la libertà di pensiero e del premio "International Women of Courage", e Maksim Znak, eminente avvocato, sono stati condannati rispettivamente a 11 anni e a 10 anni con l'accusa di aver pianificato un colpo di Stato; che quasi 500 giornalisti sono stati arrestati e che le autorità bielorusse stanno continuando la repressione e le vessazioni nei confronti di giornalisti bielorussi indipendenti e cercano deliberatamente di ostacolare un'informazione obiettiva; che il 27 agosto 2021 il regime bielorusso ha disposto la chiusura dell'Associazione bielorussa dei giornalisti, la principale organizzazione della stampa indipendente nel paese, alla quale nel 2004 era stato conferito il premio Sacharov per la libertà di pensiero; che due giornaliste del canale televisivo Biełsat, Kacjaryna Andrėeva e Dar"ja Čulʹcova, continuano a scontare le loro condanne in una colonia penale in Bielorussia;
F. considerando che la pressione sui sindacati bielorussi è drasticamente aumentata nel corso delle ultime settimane, e che alcuni leader e membri del sindacato indipendente bielorusso (BITU) e del Congresso bielorusso dei sindacati democratici (BKDP) sono stati soggetti ad arresti, sanzioni e perquisizioni da parte del KGB; che, secondo l'indice globale dei diritti 2021 della Confederazione sindacale internazionale, la Bielorussia è uno dei paesi peggiori per i lavoratori;
G. considerando che Aljaksandr Lukašėnka prosegue la sua campagna ai danni della minoranza polacca, attraverso l'incarcerazione di Andżelika Borys e Andrzej Poczobut, due leader della comunità polacca, gli attacchi nei confronti delle scuole di lingua polacca e una propaganda basata su narrazioni storiche false;
H. considerando che non vi è alcuna indicazione del fatto che le autorità bielorusse stiano indagando sulle migliaia di segnalazioni di abusi da parte della polizia presentate a partire dall'agosto 2020, né sull'uccisione di manifestanti; che l'impunità diffusa per le violazioni dei diritti umani non fa che perpetuare la situazione disperata del popolo bielorusso; che l'assenza dello Stato di diritto ostacola il diritto dei cittadini a un processo equo; che la Bielorussia è l'unico paese in Europa ad applicare ancora la pena capitale;
I. considerando che il 23 maggio 2021 il volo Ryanair FR4978, un volo passeggeri internazionale tra due capitali dell'UE (da Atene a Vilnius) è stato forzosamente dirottato a Minsk su ordine di Aljaksandr Lukašėnka con il falso pretesto di un allarme bomba, violando le convenzioni internazionali e mettendo a repentaglio la sicurezza di oltre 170 persone tra passeggeri ed equipaggio a bordo del volo; che a Minsk le autorità bielorusse hanno arrestato il passeggero Roman Protasevič, giornalista e attivista bielorusso, e la sua compagna Sofia Sapega;
J. considerando che, come ritorsione contro le sanzioni imposte dall'UE in risposta al dirottamento forzato del volo Ryanair FR4978, Lukašėnka ha minacciato pubblicamente di inviare quantità massicce di migranti e droga nell'UE, in particolare nelle vicine Lituania e Polonia; che tale minaccia è stata attuata strumentalizzando i migranti a fini politici; che il regime di Lukašėnka ha ideato un programma di trasferimento dei migranti dall'Iraq, dalla Turchia e da altri paesi a Minsk e, con l'aiuto delle guardie di frontiera bielorusse, ha facilitato il loro attraversamento illegale delle frontiere dell'Unione europea; che ciò ha determinato l'ingresso di circa 4 000 migranti irregolari in Lituania, più di 1 400 in Polonia e circa 400 in Lettonia; che la Lituania, la Lettonia e la Polonia hanno dichiarato lo stato di emergenza alle loro frontiere con la Bielorussia; che il numero di ingressi irregolari nell'UE rimane elevato e che continuano i tentativi di attraversamento illegale delle frontiere; che il regime bielorusso usa la forza per far entrare i migranti nel territorio dell'UE e crea propaganda e disinformazione, accusando gli Stati membri dell'UE di agevolare la migrazione illegale verso la Bielorussia; che Aljaksandr Lukašėnka ha suggerito di porre fine all'obbligo della Bielorussia di accettare i rifugiati rimpatriati e ha presentato al parlamento bielorusso un progetto di legge relativo alla sospensione di tale obbligo; che almeno cinque migranti sono morti di ipotermia e di stenti e che diversi migranti sono rimasti bloccati per settimane alle frontiere esterne dell'UE con la Bielorussia; che la Polonia ha limitato l'accesso delle organizzazioni della società civile e dei media alla zona di frontiera in cui è stato introdotto lo stato di emergenza; che la situazione lungo il confine dell'UE con la Bielorussia rimane tesa, con numerose provocazioni di varia natura da parte di ufficiali e soldati bielorussi;
K. considerando che, nel suo discorso sullo stato dell'Unione del 15 settembre 2021, la Presidente della Commissione ha definito la strumentalizzazione dei migranti un attacco ibrido da parte della Bielorussia volto a destabilizzare l'UE;
L. considerando che il 3 agosto 2021 Vitalij Šišov, fondatore in Ucraina di "Belarusian House", un'organizzazione a sostegno delle persone che hanno lasciato la Bielorussia, è stato trovato impiccato in un parco di Kiev;
M. considerando che il 17 settembre 2021 la Procura generale bielorussa ha disposto la sospensione dell'indagine sulla morte di Raman Bandarenka;
N. considerando che dopo la recente sparatoria fatale a Minsk, che ha causato la morte di Andrei Zeltser e di un agente del KGB, più di cento persone che avevano pubblicato commenti relativi alla vicenda sui social media sono state arrestate dal regime e costrette a rilasciare confessioni forzate;
O. considerando che, dopo aver espresso critiche nei confronti dei suoi allenatori, l'atleta bielorussa Kristina Timanovskaya è stata costretta a ritirarsi dalle Olimpiadi di Tokyo e, temendo per la propria sicurezza, ha chiesto la protezione della polizia all'aeroporto di Tokyo e ha accettato un visto umanitario fornito dalla Polonia; che il Comitato olimpico internazionale ha espulso gli allenatori bielorussi Artur Šimak e Yury Maysevič dalle Olimpiadi di Tokyo e ha avviato un'indagine al riguardo;
P. considerando che, in un clima già teso, nel settembre 2021 la Russia e la Bielorussia hanno condotto la vasta esercitazione militare congiunta "Zapad 2021" che ha coinvolto 200 000 soldati e ha creato ulteriori pressioni alle frontiere dell'UE; che la Russia e la Bielorussia hanno creato un centro di addestramento comune per l'aeronautica e la difesa aerea a Grodno, a meno di 15 chilometri dal confine con la Polonia; che il 9 settembre 2021 Aljaksandr Lukašėnka e Vladimir Putin si sono incontrati a Mosca e hanno annunciato l'approvazione di altri 28 programmi volti all'integrazione a livello fiscale ed economico, così come la creazione di una "sfera di difesa comune", il che rappresenta un ulteriore passo verso la fusione delle forze armate bielorusse e russe e il possibile stanziamento permanente delle truppe russe in Bielorussia; che Lukašėnka ha annunciato l'intenzione di acquistare armi dalla Russia per un valore di un miliardo di dollari statunitensi entro il 2025, tra cui sistemi missilistici S-400; che il 9 settembre 2021 Lukašėnka e Putin hanno altresì convenuto di istituire un mercato unificato del petrolio e del gas e di approfondire l'integrazione economica, accrescendo il rischio che Lukašėnka continui a cedere parti di sovranità della Bielorussia in cambio di un maggiore sostegno da parte della Russia;
Q. considerando che il 28 giugno 2021 il regime bielorusso ha sospeso la propria partecipazione all'iniziativa per il partenariato orientale;
R. considerando che, durante l'ultimo anno, il regime di Lukašėnka ha ordinato a vari diplomatici e membri del personale di ambasciata dell'UE e degli Stati membri di lasciare il paese, chiudendo ancora di più i canali di comunicazione diplomatici;
S. considerando che il Fondo monetario internazionale (FMI) ha deciso di concedere alla Bielorussia l'accesso a quasi un miliardo di dollari statunitensi in diritti speciali di prelievo, nell'ambito di una più ampia dotazione di 650 miliardi di dollari statunitensi destinata a tutti i membri dell'FMI;
T. considerando che la Bielorussia ha avviato l'attività commerciale della centrale nucleare di Astravjec senza dare seguito a tutte le raccomandazioni in materia di sicurezza contenute nella relazione del 2018 sulla prova di stress dell'UE; che da parte delle autorità bielorusse non vi è trasparenza e non giungono informazioni affidabili sugli eventi verificatisi nel sito della centrale nucleare, a conferma del fatto che la centrale nucleare bielorussa non è sicura e costituisce una grave minaccia per la sicurezza nucleare;
U. considerando che il 21 giugno 2021 il Consiglio ha adottato il quarto pacchetto di misure restrittive nei confronti di persone ed entità bielorusse, in conseguenza dell'atterraggio forzato e illegale del volo Ryanair FR4978 a Minsk; che il 4 giugno 2021 il Consiglio ha deciso di introdurre un divieto di sorvolare lo spazio aereo dell'UE e di accedere agli aeroporti dell'Unione per i vettori bielorussi di tutti i tipi; che finora l'Unione europea ha imposto sanzioni nei confronti di 166 persone e 15 entità, tra cui Aljaksandr Lukašėnka, come pure sanzioni economiche mirate nei confronti di diversi settori dell'economia bielorussa; che nel 2020 l'economia bielorussa ha registrato un calo del PIL in termini reali pari allo 0,9 % e che le proiezioni per il 2021 stimano un ulteriore calo del PIL del 2,7 %; che la Cina continua a cooperare con la Bielorussia e a investire nel paese, in particolare nel parco industriale sino-bielorusso "Great Stone";
1. continua ad essere fermamente solidale con il popolo bielorusso e con i manifestanti pacifici che continuano a lottare per una Bielorussia libera e democratica; ricorda che l'Unione europea e i suoi Stati membri non hanno riconosciuto l'esito delle elezioni presidenziali del 2020 a causa della massiccia falsificazione e fabbricazione dei risultati e non riconoscono Aljaksandr Lukašėnka come presidente della Bielorussia;
2. continua a condannare la repressione, la tortura e i maltrattamenti inflitti al popolo pacifico della Bielorussia, la repressione dei media e il blocco dell'accesso a Internet, nonché le percosse, gli arresti e le intimidazioni nei confronti di giornalisti, blogger e altre voci indipendenti in Bielorussia; continua a invocare il rilascio immediato e incondizionato di tutti i prigionieri politici e tutte le persone detenute arbitrariamente, come pure il ritiro di tutte le accuse nei loro confronti, e chiede altresì la cessazione immediata delle violenze e della repressione;
3. insiste sulla necessità di garantire le libertà fondamentali e i diritti umani, lo Stato di diritto e la presenza di una magistratura funzionante e indipendente in Bielorussia, e la cessazione di ogni forma di repressione, persecuzione, maltrattamenti, violenza sessuale e di genere, sparizioni forzate e tortura, nonché l'abolizione immediata e definitiva della pena di morte; chiede di porre fine alla discriminazione nei confronti delle donne e dei gruppi vulnerabili, comprese le persone con disabilità e le persone LGBTQI;
4. denuncia i processi politici e condanna le sentenze dure e ingiuste pronunciate di recente nei confronti dei leader dell'opposizione Maria Kolesnikova e Maksim Znak, nonché di altri prigionieri e detenuti politici; deplora il fatto che le udienze si siano svolte a porte chiuse senza un giusto processo e che i diplomatici dell'UE e degli Stati membri siano stati impossibilitati a partecipare;
5. continua a condannare le rappresaglie delle autorità contro il Centro per i diritti umani Viasna e chiede il rilascio immediato e incondizionato di Ales Bjaljatski, Valjantin Stefanovič, Marfa Rabkova, Andrej Čepjuk, Leanid Sudalenka, Tatsjana Lasitsa, Marjia Tarasenka e Uladzimir Labkovič, come pure di altri membri del personale e volontari di Viasna, nonché il ritiro di tutte le accuse nei loro confronti;
6. condanna fermamente gli atti di repressione e le azioni ostili compiuti dalle autorità nei confronti di rappresentanti della minoranza polacca e contro le scuole di lingua polacca in Bielorussia; chiede, al riguardo, il rilascio immediato e incondizionato di Andżelika Borys, del giornalista Andrzej Poczobut e degli altri prigionieri politici;
7. condanna il comportamento degli allenatori bielorussi Artur Šimak e Yury Maysevič durante le Olimpiadi di Tokyo; ricorda le azioni penali nei confronti di atleti bielorussi per la loro partecipazione a proteste pacifiche e i presunti legami tra la Federazione bielorussa di hockey su ghiaccio e l'assassinio di Raman Bandarenka; invita il Comitato olimpico internazionale, come pure gli altri comitati e federazioni sportive internazionali, a seguire i rispettivi codici etici e di condotta nei loro rapporti con i rappresentanti bielorussi;
8. ribadisce il suo invito al SEAE, alla Commissione e alle rappresentanze diplomatiche nazionali degli Stati membri dell'UE in Bielorussia a monitorare attentamente la situazione dei singoli prigionieri politici in Bielorussia, a riferire al Parlamento a tale riguardo, a offrire loro sostegno e ad adoperarsi per assicurarne il rilascio;
9. chiede un sostegno inequivocabile all'opposizione democratica bielorussa per quanto riguarda l'organizzazione di elezioni libere ed eque, con la presenza di media indipendenti e liberi e di una società civile forte, sotto l'osservazione internazionale dell'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani (ODIHR) dell'OSCE;
10. ritiene che il dirottamento e l'atterraggio forzato del volo Ryanair FR4978 a Minsk sia un atto di terrorismo di Stato e invita pertanto l'UE ad applicare misure restrittive nei confronti delle persone ed entità responsabili di tali atti in Bielorussia e in Russia, al fine di combattere il terrorismo;
11. esorta il Consiglio europeo a concordare, durante la sua prossima riunione del 21 e 22 ottobre 2021, un approccio globale e strategico alle sanzioni nei confronti del regime bielorusso, che dovrebbe includere il passaggio da un approccio graduale a un approccio sanzionatorio più determinato, alla luce della natura sistemica della repressione e delle gravi violazioni dei diritti umani;
12. accoglie con favore la decisione del Consiglio di adottare il quarto pacchetto di misure restrittive e lo esorta a procedere con il quinto pacchetto di sanzioni con la massima urgenza concentrandosi sui soggetti e sulle entità coinvolti nelle repressioni in Bielorussia, come pure nella tratta di esseri umani, e ad affrontare l'aggiramento delle sanzioni già in corso;
13. deplora il fatto che le sanzioni economiche imposte abbiano sortito un effetto solo parziale sul regime di Lukašėnka e non abbiano avuto ripercussioni significative su settori importanti come quelli della potassa e dei prodotti petroliferi; invita il Consiglio a rafforzare ulteriormente le sanzioni economiche mirate dell'UE, focalizzandosi sui settori economici bielorussi chiave nonché sulle imprese pubbliche e private che sostengono e finanziano il regime di Lukašėnka, al fine di includere altri settori nel pacchetto di sanzioni economiche dell'UE, come l'acciaio, il legno e i prodotti chimici, nonché tutte le restanti banche e imprese chiave di proprietà statale, come la Belaruskali e la Beltelecom, e a vietare le importazioni di prodotti sovente fabbricati da detenuti nelle colonie penitenziarie; accoglie con favore le ulteriori sanzioni imposte da Stati Uniti, Regno Unito e Canada in occasione del primo anniversario delle elezioni presidenziali fraudolente in Bielorussia; invita pertanto l'UE a coordinare le proprie misure con gli Stati Uniti, i partner del G7 e altre democrazie che condividono gli stessi principi;
14. invita gli Stati membri a dichiarare collettivamente i funzionari bielorussi del KGB persona non grata sul territorio dell'Unione europea; ribadisce che l'UE dovrebbe prestare particolare attenzione ai flussi finanziari provenienti dalla Bielorussia e invita le istituzioni dell'UE a riferire al Parlamento in merito ai beni dell'entourage di Lukašėnka e a quelli legati agli oligarchi corrotti; ribadisce la sua richiesta che l'UE coordini le proprie misure con gli Stati Uniti, i partner del G7 e altri paesi che condividono gli stessi principi;
15. deplora l'espulsione di diplomatici dell'UE e degli Stati membri dalla Bielorussia, in particolare il capo della delegazione dell'Unione europea in Bielorussia, come pure gli ambasciatori e i diplomatici di Lituania, Lettonia e Polonia; invita gli Stati membri a richiamare i loro ambasciatori da Minsk per consultazioni come segnale politico al regime di Lukašėnka e a rifiutare l'accreditamento dei diplomatici bielorussi nell'UE; sottolinea che i deputati e i funzionari bielorussi non dovrebbero essere invitati a eventi internazionali o bilaterali; esorta il SEAE a rivedere i suoi metodi di lavoro e a garantire un ruolo attivo al capo della delegazione dell'Unione europea in Bielorussia, attualmente richiamato a Bruxelles, e ad adottare ulteriori misure per assicurare un ambiente di lavoro sicuro per i diplomatici dell'UE e il personale della delegazione dell'UE a Minsk, in particolare la loro protezione contro gli attacchi propagandistici perpetrati dal regime di Lukašėnka;
16. condanna fortemente la strumentalizzazione di esseri umani per scopi politici da parte del regime di Lukašėnka, in violazione delle norme internazionali e dei trattati bilaterali della Bielorussia con i suoi vicini dell'UE; sottolinea che la sponsorizzazione da parte dello Stato bielorusso degli attraversamenti illegali alle frontiere esterne dell'UE, unitamente a una campagna di disinformazione, costituisce una forma di guerra ibrida volta a intimidire e destabilizzare l'UE; esprime forte solidarietà alla Lituania, alla Polonia e alla Lettonia, nonché ad altri Stati membri dell'Unione presi di mira dal regime bielorusso; ribadisce la necessità che i paesi più colpiti proteggano efficacemente le frontiere esterne dell'UE, conformemente al diritto internazionale in materia, in particolare la Convenzione di Ginevra;
17. accoglie con favore il sostegno fornito dagli Stati membri, dalla Norvegia, dalle istituzioni e dalle agenzie dell'UE, in particolare Europol, Frontex e l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo, agli Stati membri colpiti dalla crisi migratoria provocata dal regime bielorusso e li incoraggia a protrarre il loro sostegno, anche con l'assegnazione di ulteriori aiuti di emergenza dell'UE, e invita ad avvalersene coloro che non ne hanno ancora beneficiato; invita gli Stati membri e le istituzioni dell'UE ad affrontare con urgenza la crisi multidimensionale alla frontiera bielorussa, ad assistere i migranti bloccati ai confini dell'UE con la Bielorussia e a fornire loro il sostegno necessario; esprime preoccupazione per la mancanza di trasparenza alla frontiera polacco-bielorussa ed esorta le autorità polacche a garantire, in modo trasparente, che qualsiasi legislazione, politica o prassi alla frontiera polacco-bielorussa sia conforme al diritto dell'UE, a garantire alle organizzazioni della società civile e ai media l'accesso alla regione di frontiera nonché a cooperare con Frontex per risolvere congiuntamente la crisi in corso; invita l'UE, i suoi Stati membri e le organizzazioni internazionali a intensificare i loro sforzi per porre fine ai flussi della tratta di esseri umani ordinati dallo Stato, anche esercitando pressioni diplomatiche sui paesi di origine dei migranti e imponendo sanzioni ai funzionari, alle entità e ai singoli soggetti bielorussi coinvolti, nonché sulle reti della criminalità internazionale attive nel territorio dell'Unione e responsabili dei trasferimenti verso le destinazioni finali; sottolinea che la Bielorussia ha recentemente sospeso il suo regime dei visti con il Pakistan, la Giordania, l'Egitto e il Sudafrica, consentendo l'esenzione dal visto per i viaggi da tali paesi verso la Bielorussia;
18. invita la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri ad adottare un approccio comune a tale situazione sulla base del pertinente diritto dell'UE e internazionale e dei principi di solidarietà, trasparenza, responsabilità e rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali; invita la Commissione a presentare con urgenza proposte legislative mirate che forniscano agli Stati membri le garanzie necessarie per reagire e rispondere in modo rapido ed efficace alle campagne di strumentalizzazione della migrazione dai paesi extra-UE, in particolare garantendo una protezione forte ed efficace delle frontiere esterne dell'UE, prevedendo misure adeguate volte a prevenire gli attraversamenti irregolari, ed elaborando modalità per porre fine agli abusi del sistema di asilo da parte di qualsiasi paese terzo ostile o rete criminale;
19. esprime preoccupazione per i decessi lungo il confine tra la Bielorussia e l'UE ed esprime la propria solidarietà alle famiglie e ai parenti delle persone decedute; invita le autorità della Polonia, della Lettonia, della Lituania e degli altri Stati membri interessati a garantire che il diritto dell'UE in materia di asilo e rimpatrio e il diritto internazionale in materia di diritti umani siano pienamente rispettati anche durante la situazione di emergenza, compresi l'accesso all'asilo e l'accesso dei media, delle organizzazioni della società civile e dei fornitori di assistenza legale alla zona di frontiera nella misura maggiore possibile, come pure a tenere conto degli orientamenti dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) e degli organismi del Consiglio d'Europa; invita la Commissione, in quanto custode dei trattati, a garantire il rispetto del diritto dell'UE in materia;
20. chiede agli Stati membri di migliorare la cooperazione in materia di gestione delle frontiere e lotta alla tratta di esseri umani, al contrabbando di sigarette e ad altre sfide in materia di sicurezza provocate o aggravate dal regime bielorusso; sostiene la proposta della Commissione di sospendere alcuni articoli dell'accordo di facilitazione del rilascio dei visti tra l'UE e la Repubblica di Bielorussia, destinati a specifiche categorie di funzionari legati al regime di Lukašėnka, senza che questo abbia ripercussioni sui normali cittadini della Bielorussia; chiede di ampliare l'elenco delle persone interessate e di prendere già in considerazione l'inclusione di categorie di persone che potrebbero essere oggetto di misure restrittive individuali nell'ambito di futuri pacchetti di sanzioni;
21. lamenta l'assegnazione incondizionata di diritti speciali di prelievo da parte dell'FMI, per un valore di 910 milioni di USD, che non servirà al popolo bielorusso ma verrà utilizzata nell'interesse del leader illegittimo del paese; invita gli Stati membri dell'UE a coordinarsi con i partner internazionali in seno a organizzazioni multilaterali quali l'FMI per limitare l'erogazione di fondi al regime di Lukašėnka e a congelare tutte le forme di cooperazione; prende atto dei continui investimenti in Bielorussia da parte di paesi non democratici, in particolare la Russia e la Cina;
22. ribadisce l'urgenza di rendere pubblico il sostegno della Russia nella brutale repressione di Lukašėnka nei confronti del popolo bielorusso, così come nel coinvolgimento nelle azioni ibride del regime di Lukašėnka contro l'Unione, compreso l'uso di migranti per scopi politici, e di chiamare il Cremlino a rispondere di tali azioni;
23. osserva con preoccupazione il contesto aggressivo dell'esercizio militare "Zapad 2021" e delle irrisorie opportunità di seguirlo; ribadisce che tale esercizio, così come altre esercitazioni analoghe su larga scala, evidenziano la posizione offensiva della Russia e la sua determinazione ad utilizzare le sue capacità in modo ostile; ribadisce il suo appello a favore di un'autonomia strategica dell'UE e di un'autentica Unione europea della difesa quale parte di una NATO rafforzata;
24. deplora i continui contatti tra Lukašėnka e Vladimir Putin per preparare delle tabelle di marcia per una maggiore integrazione tra Bielorussia e Russia, inclusa la progressiva militarizzazione della Bielorussia, e considera che ciò sia una violazione della sovranità della Bielorussia, in quanto il popolo bielorusso è privato del diritto di determinare il futuro del proprio paese; evidenzia l'illegalità del governo di Lukašėnka e si oppone a tutti gli accordi conclusi da quest'ultimo a nome dello Stato bielorusso, in particolare dopo la scadenza del suo mandato presidenziale il 5 novembre 2020; ribadisce che l'Unione deve chiarire che, se la Russia proseguirà la sua attuale politica verso la Bielorussia, l'Unione dovrà introdurre nei confronti della Russia ulteriori misure di contenimento e deterrenti; chiede che le istituzioni dell'UE riferiscano periodicamente al Parlamento in merito all'interferenza del Cremlino in Bielorussia, compreso lo sfruttamento della situazione al fine di rafforzare il controllo politico, militare ed economico sulla Bielorussia;
25. esprime il proprio rammarico per il fatto che finora l'UE non sia riuscita a sviluppare una strategia globale nei confronti del regime bielorusso ed esorta il Consiglio, la Commissione e il VP/AR a elaborare una strategia coerente e globale nei confronti della Bielorussia, basata sull'attuale sostegno di emergenza alle vittime della repressione, sul sostegno politico, tecnico e finanziario strategico e a lungo termine alla società civile bielorussa, ai difensori dei diritti umani, ai media indipendenti, ai sindacati e alle forze democratiche nel paese e all'estero, sulla cooperazione con i paesi vicini su questioni umanitarie urgenti, sullo stretto coordinamento con i partner internazionali e le pertinenti organizzazioni multilaterali (ex. ONU, OSCE) nonché con i donatori internazionali e su un'azione comune a livello internazionale per affrontare l'impunità; invita il SEAE ad assumere un ruolo guida nel coordinamento di tale politica coerente con gli Stati membri e le altre istituzioni dell'Unione;
26. esorta la Commissione, il Consiglio, il VP/AR e gli Stati membri dell'UE a continuare a segnalare la situazione in Bielorussia in tutte le organizzazioni europee e internazionali pertinenti, in particolare l'OSCE, l'ONU e i suoi organi specializzati, al fine di promuovere un'azione a livello internazionale in risposta alla situazione in Bielorussia e di vincere l'ostruzionismo della Russia e di altri paesi rispetto a tale azione;
27. continua a sostenere il popolo bielorusso nelle sue legittime richieste e aspirazioni per quanto riguarda elezioni libere ed eque, le libertà fondamentali e i diritti umani, la rappresentanza democratica, nonché la partecipazione politica in una Bielorussia libera e sovrana;
28. loda il lavoro sistemico e coerente delle forze democratiche bielorusse in Bielorussia e in esilio, in particolare quello svolto dalla leader dell'opposizione democratica Svjatlana Cichanoŭskaja e dai membri del Consiglio di coordinamento e della Direzione nazionale anticrisi; ribadisce l'urgente necessità di mantenere e ampliare i contatti e la cooperazione con tali forze; accoglie con favore, in tale contesto, la decisione della Lituania di concedere l'accreditamento ufficiale alla rappresentanza bielorussa democratica a Vilnius e invita gli altri Stati membri a seguire l'esempio; invita l'UE a fornire i suoi buoni servizi per sostenere l'istituzione di un ufficio di rappresentanza della Bielorussia democratica a Bruxelles;
29. invita l'UE a impegnarsi a livello operativo con i rappresentanti delle forze democratiche bielorusse al fine di concludere i lavori per l'adozione di una tabella di marcia volta all'attuazione di un piano globale di sostegno economico di 3 miliardi di EUR a favore di una futura Bielorussia democratica, in settori quali il rafforzamento delle capacità di rappresentazione degli interessi, delle capacità di riforma, delle capacità di gestione degli investimenti, nonché delle capacità di creazione di governance statale per le forze democratiche bielorusse; invita l'UE ad avviare i preparativi necessari per il dialogo con le forze democratiche della Bielorussia e a riferire periodicamente al Parlamento in merito ai progressi compiuti, compresa l'adozione di una strategia dell'UE sulle sue future relazioni con una Bielorussia democratica e su una serie completa di azioni volte a preparare le forze democratiche bielorusse all'attuazione di tale piano;
30. ribadisce il suo invito affinché i rappresentanti della Bielorussia democratica siano ufficialmente invitati al prossimo vertice del partenariato orientale e siano inclusi nelle riunioni bilaterali e preparatorie ad alto livello a livello dell'UE e nazionale, nonché nelle sessioni parlamentari e nelle riunioni interparlamentari con i parlamenti europei e nazionali; ribadisce l'importanza di istituire gruppi ufficiali dedicati alla Bielorussia in tutti i parlamenti nazionali degli Stati membri dell'UE, dei paesi del vicinato orientale e del G7; chiede un maggiore coinvolgimento e una maggiore presenza dei rappresentanti della società civile e dell'opposizione democratica bielorusse negli organi multilaterali del partenariato orientale, in particolare il Forum della società civile del partenariato orientale e l'Assemblea parlamentare Euronest;
31. ricorda la sua precedente iniziativa per una missione ad alto livello, con la partecipazione di ex funzionari europei di alto livello, volta a esplorare tutte le vie possibili per porre fine alla violenza e a liberare i prigionieri politici e che potrebbe contribuire a creare un contesto favorevole a un dialogo politico interno inclusivo in Bielorussia; ribadisce il suo invito alla Commissione e al VP/AR a organizzare, di concerto con i partner internazionali, una conferenza internazionale ad alto livello sul "Futuro della Bielorussia democratica" relativa alla risoluzione della crisi in Bielorussia e l'impegno di un pacchetto finanziario di svariati miliardi di euro volto a sostenere i futuri sforzi di riforma e la ristrutturazione dell'economia bielorussa; chiede alla Commissione di informare il Parlamento in merito ai progressi compiuti nel conseguimento di tale obiettivo;
32. sottolinea la necessità di un'indagine approfondita sui crimini commessi dal regime di Lukašėnka nei confronti del popolo bielorusso, tra cui l'assassinio di Raman Bandarenka e di altri cittadini bielorussi; attende i risultati delle indagini svolte dalle autorità ucraine sulla morte di Vitalij Šišov; esorta gli Stati membri ad applicare attivamente il principio della giurisdizione universale e a istruire procedimenti giudiziari contro i funzionari bielorussi responsabili o complici della violenza e della repressione, tra cui Aljaksandr Lukašėnka;
33. si impegna a garantire l'efficace funzionamento della piattaforma del Parlamento europeo per la lotta all'impunità in Bielorussia e a coordinare una tempestiva reazione internazionale agli sviluppi in Bielorussia; invita la piattaforma a delineare, nella sua prossima riunione, la via da seguire affinché l'UE contribuisca a una strategia in materia di contenzioso e partecipi, insieme ai partner, al processo internazionale, compresa la giurisdizione universale, per condannare Aljaksandr Lukašėnka e i membri del suo regime personalmente per i crimini commessi su vasta scala nei confronti della popolazione bielorussa; chiede, in particolare, che la piattaforma prenda in considerazione la possibilità di deferire il caso della Bielorussia alla Corte internazionale di giustizia sulla base delle violazioni della Convenzione di Chicago, della Convenzione di Montreal e della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, commesse dal regime di Lukašėnka;
34. ribadisce il suo invito a tutte le imprese dell'UE che operano in Bielorussia ad agire con particolare diligenza e ad adempiere alla propria responsabilità di rispettare i diritti umani, in linea con i principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani; chiede loro di astenersi da qualsiasi nuovo investimento e di protestare pubblicamente presso le autorità bielorusse contro la continua repressione dei lavoratori e dei cittadini in generale;
35. esorta la Commissione, il SEAE e gli Stati membri dell'UE ad aumentare il sostegno diretto all'opposizione bielorussa, alla società civile, ai difensori dei diritti umani e alle organizzazioni degli organi di informazione indipendenti in Bielorussia e al di fuori di essa; sottolinea l'importanza di mantenere relazioni con tale persone e organizzazioni, nonostante l'annuncio del regime bielorusso di recedere dal partenariato orientale; si impegna a intensificare le proprie attività a sostegno della democrazia; ribadisce la sua richiesta di un programma di assistenza mirato dell'UE per aiutare la società civile, gli organi di informazione indipendenti, il mondo accademico e l'opposizione bielorussa in esilio, nonché le vittime della repressione politica e della violenza della polizia e coloro che fuggono dal regime oppressivo;
36. invita la Commissione, gli Stati membri e il SEAE a cooperare con partner internazionali quali il meccanismo di Mosca dell'OSCE e il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, come pure con i difensori dei diritti umani e la società civile in loco, al fine di assicurare il monitoraggio, la documentazione e la segnalazione delle violazioni dei diritti umani e di garantire la successiva assunzione di responsabilità e la giustizia per le vittime; accoglie con favore e sostiene l'istituzione della piattaforma internazionale di responsabilità per la Bielorussia e invita le istituzioni dell'UE e gli Stati membri ad appoggiarne il funzionamento, nonché quello dell'UNHRC e di altre iniziative internazionali che chiamano i responsabili a rispondere delle loro azioni; sostiene il proseguimento delle discussioni sull'eventuale istituzione all'Aia di un tribunale internazionale per le violazioni dei diritti umani in Bielorussia;
37. sottolinea l'enorme importanza dell'istituzione di ambasciate del popolo bielorusso in tutto il mondo ed esorta la Commissione e gli Stati membri a sostenere ulteriormente la tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini bielorussi all'estero e gli interessi di una Bielorussia democratica, ad esempio valutando modalità di finanziamento delle ambasciate del popolo bielorusso;
38. incoraggia gli Stati membri a semplificare ulteriormente le procedure per il rilascio dei visti e dei permessi di soggiorno per coloro che fuggono dalla Bielorussia per motivi politici o per coloro che necessitano di cure mediche a seguito delle violenze perpetrate nei loro confronti e a offrire a loro e alle loro famiglie il sostegno e l'assistenza necessari; invita gli Stati membri e la Commissione a offrire borse di studio agli studenti e ai ricercatori bielorussi espulsi dalle università e imprigionati per le loro posizioni filodemocratiche;
39. sottolinea l'importanza di affrontare le minacce alla sicurezza nucleare poste dalla centrale nucleare bielorussa ad Astravjec; insiste affinché la Bielorussia si impegni a favore della sicurezza nucleare della centrale nucleare bielorussa in piena trasparenza e a dare piena attuazione alle raccomandazioni formulate nella valutazione inter pares della centrale effettuata dal gruppo dei regolatori europei in materia di sicurezza nucleare; esprime sostegno, fino a quel momento, al divieto di importazione di energia dalla centrale nucleare bielorussa nel mercato dell'UE e a rispecchiare tale posizione nel meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera dell'UE;
40. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Consiglio d'Europa, al Consiglio d'Europa, all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, alle autorità della Repubblica di Bielorussia e della Federazione russa, nonché ai rappresentanti dell'opposizione democratica bielorussa.