Costante repressione nei confronti della società civile e dei difensori dei diritti umani in Russia: il caso dell'organizzazione per i diritti umani Memorial
Risoluzione del Parlamento europeo del 16 dicembre 2021 sulla costante repressione nei confronti della società civile e dei difensori dei diritti umani in Russia: il caso dell'organizzazione per i diritti umani Memorial (2021/3018(RSP))
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni e relazioni sulla Russia,
– visti gli obblighi internazionali in materia di diritti umani che la Russia si è impegnata a rispettare in quanto membro del Consiglio d'Europa, dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) e delle Nazioni Unite, nonché in quanto firmataria di altri trattati in materia di diritti umani,
– vista la Convenzione europea dei diritti dell'uomo e i relativi protocolli, in particolare l'articolo 10 sul diritto alla libertà di espressione e l'articolo 11 sul diritto alla libertà di riunione e di associazione,
– visti i pareri della Commissione di Venezia sulla legge russa relativa agli "agenti stranieri",
– vista la dichiarazione del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) del 13 novembre 2021 sulle azioni legali intraprese nei confronti dell'organizzazione non governativa (ONG) Memorial,
– viste la dichiarazione resa il 12 novembre 2021 dalla Segretaria generale del Consiglio d'Europa Marija Pejčinović Burić e la lettera inviata il 30 novembre 2021 dalla commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa Dunja Mijatović al procuratore generale della Federazione russa,
– visti l'articolo 144, paragrafo 5, e l'articolo 132, paragrafo 4, del suo regolamento,
A. considerando che Memorial non solo è una delle organizzazioni più antiche e rispettate in materia di diritti umani in Russia, ma è anche un modello internazionale per le organizzazioni che si occupano di mantenere viva la memoria storica della repressione politica e di difendere i diritti umani; che, per decenni, Memorial si è battuta per una cultura dinamica e umanistica della memoria dei reati commessi dal regime sovietico contro la propria popolazione e altri popoli dell'Unione sovietica e di altri paesi, come pure per un impegno civico attivo a favore dei diritti umani e della protezione delle vittime e dei gruppi vulnerabili; che Memorial continua a fornire un prezioso contributo in termini di divulgazione della verità sui reati sovietici, rivalutazione storica e riabilitazione di quanti sono stati perseguitati politicamente e ingiustamente arrestati, ed è un simbolo della lotta senza sosta a favore della libertà, della democrazia e dei diritti umani nello spazio post-sovietico e non solo;
B. considerando che Memorial ha inoltre compilato un impressionante banca dati relativa a 40 000 ufficiali delle forze di sicurezza interna dell'Unione sovietica e ha documentato i crimini da essi commessi; che membri del regime di Putin, alcuni dei quali intrattengono legami professionali e familiari con il KGB, stanno cercando di occultare i crimini portati alla luce;
C. considerando che Memorial ha svolto un ruolo importante nella ricerca di documenti e dati sul massacro di Katyn del 1940, su una serie di omicidi di massa di quasi 22 000 ufficiali militari e membri dei servizi di intelligence polacchi, sulla retata di Augustów del 1945 e su altre repressioni dell'era sovietica e vittime del grande terrore di Josef Stalin;
D. considerando che Memorial è una delle ultime organizzazioni rimaste che continuano a occuparsi dei diritti umani in Cecenia, un'enclave quasi totalitaria nella Federazione russa, dove il leader locale sostenuto dal Cremlino, Ramzan Kadyrov, sopprime senza scrupoli qualsiasi forma di dissenso ricorrendo a una forma brutale di repressione;
E. considerando che il premio Sakharov del Parlamento europeo per la libertà di pensiero prende il nome dal cofondatore e primo presidente di Memorial, Andrei Sakharov, e nel 2009 è stato conferito a Memorial, rappresentata da Lyudmila Alexeyeva, Sergei Kovalev e Oleg Orlov;
F. considerando che le due persone giuridiche di Memorial, International Memorial e il Centro per i diritti umani Memorial, sono attualmente a rischio di liquidazione; che l'11 novembre 2021 International Memorial è venuta a conoscenza di un'azione legale avviata nei suoi confronti dal procuratore generale della Federazione russa con l'obiettivo di chiederne la chiusura per presunte reiterate violazioni della legislazione nazionale in materia di "agenti stranieri" e, in particolare, per non aver segnalato alcune pubblicazioni con la dicitura "agente straniero"; che il 12 novembre 2021 al Centro per i diritti umani Memorial è stata notificata una simile azione legale promossa dalla procura di Mosca sulla base di denunce aggiuntive secondo cui gli articoli del Centro avrebbero giustificato le attività di organizzazioni terroristiche ed estremiste attraverso la pubblicazione, sul sito web dell'ONG, di elenchi di prigionieri politici e di dichiarazioni che, tra l'altro, si esprimevano in difesa dei diritti umani dei tatari di Crimea e dei testimoni di Geova; che il processo ha avuto inizio il 23 novembre 2021 per il Centro per i diritti umani Memorial e il 25 novembre 2021 per International Memorial; che la prossima udienza avrà luogo il 16 dicembre 2021 per il Centro per i diritti umani Memorial e il 28 dicembre 2021 per International Memorial;
G. considerando che il 12 novembre 2021 persino il Consiglio presidenziale russo per la società civile e i diritti umani ha definito la causa sproporzionata, spiegando che nei 14 mesi precedenti non era stata rilevata alcuna infrazione imputabile a International Memorial, e solo due infrazioni minori commesse dal Centro per i diritti umani Memorial;
H. considerando che la decisione di liquidare queste importanti ONG arriva dopo anni di persecuzione a danno di entrambe le organizzazioni; che tali organizzazioni sono state etichettate come "agenti stranieri" nel 2014 e nel 2016 e hanno fatto fronte a sanzioni smisurate per presunta inosservanza della legge sugli "agenti stranieri" e ad un'azione penale arbitraria nei confronti del loro personale, altresì vittima di attacchi e vessazioni; che tali attacchi, come l'uccisione nel 2009 della ricercatrice del Centro per i diritti umani Memorial Natalya Estemirova, non sono stati oggetto di indagini adeguate e i responsabili continuano a godere dell'impunità; che Oyub Titiev, capo dell'ufficio del Centro per i diritti umani Memorial in Cecenia, e Yury Dmitriev, leader della sede careliana di International Memorial, sono stati incarcerati per motivi politici; che più di recente, il 14 ottobre 2021, presso l'ufficio di International Memorial di Mosca hanno fatto irruzione prima un gruppo violento e poi la polizia;
I. considerando che la persecuzione di Memorial si inserisce in un contesto di tentativi ripetuti e sistematici da parte del governo russo di riscrivere la storia e limitare il dibattito libero sulla valutazione dei reati e degli eventi storici, in particolare quelli legati al dominio dei governi sovietici; che le autorità hanno falsificato gli eventi storici per negare le scoperte realizzate dal Centro per i diritti umani Memorial sulla repressione e la persecuzione operate sotto Stalin;
J. considerando che i tentativi di intimidire, mettere a tacere e infine chiudere Memorial sono rappresentativi delle politiche sempre più repressive messe in atto dalle autorità russe, che vanno così ad aggiungere un nuovo capitolo alla storia di repressione politica della Russia; che tra il 1987 e il 1992 Memorial è stata fondata proprio a fini di documentazione, ricerca, commemorazione e istruzione su temi inerenti alle repressioni passate e al tragico patrimonio storico del paese;
K. considerando che una società civile attiva rappresenta un aspetto cruciale di una società democratica e aperta ed è essenziale per la salvaguardia dei diritti umani e dello Stato di diritto; che le ONG svolgono un ruolo cruciale nelle società democratiche moderne e devono pertanto essere in grado di operare liberamente, senza indebite interferenze da parte delle autorità pubbliche; che i procedimenti a carico di Memorial sono l'ultimo esempio della repressione esercitata dalle autorità russe sulla società civile e i difensori dei diritti umani e in ultima analisi nuocciono agli interessi del popolo russo e alle opportunità di dialogo libero e aperto;
L. considerando che la legge sugli "agenti stranieri" russi è stata adottata nel 2012 per poi essere estesa lo scorso anno dal parlamento russo in modo da essere applicabile a qualsiasi critico o attivista pubblico; che il numero di organizzazioni e individui che le autorità hanno designato come "agenti stranieri" ha conosciuto un drastico aumento negli ultimi mesi; che tale legge è stata utilizzata dalle autorità russe per facilitare la repressione della società civile indipendente attiva in Russia, prendendo di mira ONG, difensori dei diritti umani, giornalisti, avvocati, attivisti per i diritti delle donne e delle persone LGBTIQ+, e attivisti ambientali; che, al pari della legislazione sulle "organizzazioni indesiderate" e sulla "lotta contro le attività estremiste", questa legge viola la Costituzione russa e gli obblighi internazionali in materia di diritti umani, in particolare per quanto riguarda la libertà di associazione ed espressione, il diritto alla riservatezza, il diritto di partecipare alle questioni pubbliche e il divieto di discriminazione; che il caso di Memorial è un chiaro esempio di come queste leggi vengono utilizzate dalle autorità russe come strumento per intimidire e mettere a tacere le voci critiche e indipendenti;
1. condanna la continua persecuzione di International Memorial e del Centro per i diritti umani Memorial nonché i recenti tentativi di matrice politica di farli chiudere; invita le autorità russe a ritirare immediatamente tutte le accuse nei confronti di Memorial e a garantire che quest'ultima possa portare avanti in sicurezza il suo importante lavoro senza interferenze statali; chiede che, nel frattempo, le autorità assicurino la piena protezione di tutti i beni materiali e immateriali di Memorial, e l'accesso agli stessi, inclusi gli archivi, come pure delle rappresentazioni e delle opere dei teatri, dei giornalisti e degli artisti indipendenti;
2. si compiace della lettera inviata il 30 novembre 2021 dalla commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa al procuratore generale della Federazione russa; insiste sul fatto che le istanze di liquidazione sono prive di qualsiasi fondamento giuridico ragionevole; invita la Presidente della Commissione, il Presidente del Consiglio e gli Stati membri dell'UE a rilasciare dichiarazioni aperte a sostegno degli inviti rivolti alle autorità russe affinché siano garantite la sicurezza e la totale assoluzione di Memorial; si rivolge alla delegazione dell'UE e ai rappresentanti degli Stati membri in Russia affinché dimostrino pubblicamente solidarietà a Memorial;
3. invita il VP/AR a imporre sanzioni nel quadro del regime globale di sanzioni dell'UE in materia di diritti umani nei confronti dei funzionari russi coinvolti nella repressione illecita di Memorial e nei procedimenti giudiziari a carico delle sue organizzazioni e dei suoi membri;
4. esorta la Russia a porre fine alla repressione in atto nei confronti della società civile, dei difensori dei diritti umani e dei media indipendenti, abrogando le leggi sugli "agenti stranieri" e le "organizzazioni indesiderate", desistendo dall'adozione di leggi speciali o dall'abuso delle norme penali o amministrative esistenti al fine di prendere di mira le voci dissidenti nel paese o all'estero, e conformando la propria legislazione agli impegni assunti volontariamente dalla Russia a norma del diritto internazionale e della propria Costituzione, anche attraverso il pieno ripristino della libertà di associazione e di espressione, nonché della libertà dei media e di Internet; invita le autorità russe a garantire misure di risarcimento e riparazione per far fronte alle violazioni commesse durante il processo di attuazione delle leggi sugli "agenti stranieri" e le "organizzazioni indesiderate";
5. esprime la propria solidarietà nei confronti del popolo russo ed esorta le autorità del paese a porre fine alle persecuzioni nei confronti di Memorial, del suo personale e dell'insieme di altre ONG, difensori dei diritti umani, giornalisti, avvocati, studiosi, storici, attivisti per i diritti delle donne e delle persone LGBTIQ+ nonché degli attivisti ambientali in Russia; ribadisce il proprio sostegno alla società civile e ai difensori dei diritti umani russi e invita la Russia a istituire un quadro giuridico chiaro nonché un ambiente di lavoro sicuro per la società civile, in linea con le norme internazionali in materia di diritti umani; sottolinea la necessità di garantire procedure di ricorso legale efficaci ed efficienti per gli attori della società civile la cui la libertà di lavorare sia stata pregiudicata;
6. ribadisce che l'attività libera e indipendente delle organizzazioni della società civile e dei media costituisce il fondamento di una società democratica basata sullo Stato di diritto; invita pertanto la Commissione, il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) e gli Stati membri ad aumentare il sostegno alla società civile, alle ONG indipendenti, ai difensori dei diritti umani, agli storici e ai mezzi di informazione indipendenti attivi in Russia, ivi compresi un sostegno finanziario sostenibile e flessibile e il sostegno di emergenza, nonché a incoraggiare la comunità internazionale a offrire un maggiore sostegno a tali attori e a coinvolgerli in misura più ampia nelle reti internazionali della società civile; si appella al senso di responsabilità del mondo accademico russo affinché i ricercatori e gli storici dispongano di mezzi adeguati e sicuri per perseguire la proprie attività accademiche;
7. condanna le campagne di diffamazione intraprese dalle attuali autorità russe contro gli storici e gli accademici che parlano apertamente dei crimini commessi dal regime comunista e che stanno scoprendo l'esistenza di legami diretti tra quel regime e quanti sono ora al potere in Russia; si rammarica del fatto che la Russia, che ad oggi rimane una delle principali vittime del totalitarismo comunista sovietico, non sia ancora in grado di fare i conti con il suo macabro passato, e che invece le sue autorità perseguitino chi lavora per gettare luce sui crimini del totalitarismo sovietico;
8. elogia il significativo contributo di Memorial in termini di documentazione, ricerca e istruzione in materia di repressione politica nell'Unione Sovietica, e sottolinea che tale contributo ha stabilito norme internazionali; plaude al suo instancabile lavoro in difesa dei diritti umani nella Russia odierna e non solo; loda in particolare le sue iniziative quali la richiesta di avviare procedimenti penali nei confronti di membri del gruppo Wagner a nome delle vittime in Siria e i suoi sforzi costanti per promuovere il perseguimento penale dei crimini e delle violazioni dei diritti umani in Cecenia; omaggia i membri di Memorial, come Natalya Estemirova, che hanno pagato il prezzo più alto per aver portato alla luce le atrocità commesse; evidenzia che la liquidazione di International Memorial e del Centro per i diritti umani Memorial avrebbe pertanto notevoli ripercussioni negative sulla società civile nel suo complesso e sulla tutela dei diritti umani in Russia nello specifico;
9. sottolinea che la liquidazione di tali organizzazioni porrebbe altresì fine alle preziose banche dati e raccolte di documenti di Memorial e ritiene che tali registri rappresentino un patrimonio unico dell'umanità; pone in risalto l'importanza di proteggerli e preservarli, nonché di garantire che restino a disposizione di tutti gli interessati, in particolare gli studenti, i ricercatori e i familiari delle vittime; invita pertanto la Commissione e il SEAE a elaborare, congiuntamente alla società civile e agli esperti russi in materia di diritti umani, una relazione globale sulla memoria vivente dei milioni di vittime del terrore politico nell'Unione sovietica, che si fonderebbe sulle testimonianze e le banche dati raccolte da Memorial;
10. condanna la politica di revisionismo storico e glorificazione dello stalinismo promossa dal governo e dalle autorità russe, impiegata non solo ai fini degli attuali tentativi di liquidazione del Centro per i diritti umani Memorial, ma anche in numerosi altri casi, come la scoperta di fosse comuni a Sandarmokh, nella Repubblica di Carelia, e la successiva condanna alla reclusione per motivi politici, basata su false accuse, di Yury Dmitriev, leader locale di Memorial, nonché la confisca del libro di Agnes Haikara sul tragico destino dei coloni norvegesi e finlandesi nella penisola di Kola; sottolinea che la commemorazione delle vittime dei regimi totalitari e autoritari nonché il riconoscimento e la presa di coscienza dei crimini commessi dal comunismo, dal nazismo e da altre dittature sono di importanza cruciale per l'unità dell'Europa e per promuovere la resilienza contro le minacce moderne alla democrazia, in particolare tra le generazioni più giovani;
11. invita la delegazione dell'UE e le rappresentanze diplomatiche nazionali in Russia a monitorare attentamente la situazione e i processi inerenti a Memorial sul campo, a garantire che tali sforzi siano visibili e a offrire all'organizzazione tutto il sostegno necessario, compresa l'assistenza finanziaria diretta per retribuire avvocati ed esperti, ma anche sostegno psicosociale e medico ai dipendenti durante questo periodo di estrema pressione;
12. chiede agli Stati membri dell'UE di continuare a sostenere le sedi di Memorial nei rispettivi paesi; esorta gli Stati membri a prendere in considerazione la possibilità di offrire rifugio alle ONG minacciate o messe al bando dalla Russia e a consentire loro di operare dai territori dell'UE, se necessario, e a fornire visti di emergenza ai dipendenti di Memorial e ad altri attivisti minacciati, in modo che possano lasciare la Russia e trovare un rifugio temporaneo nell'UE;
13. esorta il VP/AR e gli Stati membri a intraprendere un'azione coordinata con i paesi dalla mentalità affine per aumentare il controllo internazionale delle leggi, delle politiche e delle azioni restrittive della Russia e per riferire e condannare sistematicamente le restrizioni delle libertà fondamentali e dei diritti umani da parte delle autorità russe, anche attraverso interventi pubblici e di alto livello, azioni coordinate, il controllo costante nei consessi internazionali e regionali sui diritti umani e valutazioni d'impatto periodiche sui diritti umani, al fine di garantire che il dialogo con la Russia non comprometta gli obiettivi in materia di diritti umani o non contribuisca, direttamente o indirettamente, alle violazioni dei diritti umani;
14. incoraggia gli ambasciatori dell'UE e degli Stati membri in Russia a effettuare una visita di solidarietà congiunta e pubblicizzata presso l'ufficio di International Memorial e del Centro per i diritti umani Memorial in seguito all'esito delle udienze;
15. invita il SEAE a continuare a sollevare la questione della continua repressione della società civile, dei difensori dei diritti umani e dei media indipendenti in Russia, con particolare attenzione al recente caso di Memorial, ad avviare procedure di monitoraggio e valutazione in tutti i consessi pertinenti, quali l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, il Consiglio d'Europa e il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, e segnatamente ad iscrivere la persistente repressione della società civile russa all'ordine del giorno della prossima sessione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite che avrà inizio a febbraio del 2022;
16. invita il SEAE e la Commissione a monitorare da vicino e su base continuativa l'impatto della legge sugli "agenti stranieri", in particolare al fine di tenere un registro dettagliato delle organizzazioni e degli individui dichiarati "agenti stranieri" e sanzionati in quanto tali, nonché a valutare le modifiche giuridiche della legge e le relative ripercussioni sulla società civile russa; chiede che l'UE e i suoi Stati membri affrontino sistematicamente le preoccupazioni in merito alla legge sugli "agenti stranieri", nonché ad altre normative restrittive nei confronti della società civile e dei difensori dei diritti umani, in occasione di tutte le riunioni con i rappresentanti russi, e chiede loro di invitare la Russia ad abrogare immediatamente la legge sugli "agenti stranieri" e ad allineare la sua legislazione agli impegni internazionali e alle norme internazionali in materia di diritti umani;
17. invita il Consiglio, il SEAE e la Commissione a integrare i diritti umani e la consultazione della società civile in tutti i dialoghi e i settori di collaborazione tra l'UE, i suoi Stati membri e la Russia, nonché a onorare il loro impegno a favore dell'integrazione della dimensione di genere;
18. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Consiglio d'Europa, all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, a International Memorial e al Centro per i diritti umani Memorial, nonché al Presidente, al governo e alla Duma di Stato della Federazione russa.