Risoluzione del Parlamento europeo del 16 dicembre 2021 sull'attuazione del sistema di certificazione del processo di Kimberley (2021/2885(RSP))
Il Parlamento europeo,
– visto il sistema di certificazione del processo di Kimberley,
– visti il regolamento (CE) n. 2368/2002 del Consiglio, del 20 dicembre 2002, relativo all'attuazione del sistema di certificazione del processo di Kimberley per il commercio internazionale di diamanti grezzi(1) e la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'attuazione del sistema di certificazione del processo di Kimberley per il commercio internazionale di diamanti grezzi (COM(2021)0115), che mira alla rifusione delle conseguenti modifiche a fini di chiarezza,
– visto il regolamento (UE) 2017/821 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 maggio 2017, che stabilisce obblighi in materia di dovere di diligenza nella catena di approvvigionamento per gli importatori dell'Unione di stagno, tantalio e tungsteno, dei loro minerali, e di oro, originari di zone di conflitto o ad alto rischio(2),
– visto il regolamento (UE) 2021/947 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 giugno 2021, che istituisce lo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale – Europa globale(3),
– vista l'interrogazione alla Commissione sull'attuazione del sistema di certificazione del processo di Kimberley (O-000073/2021 – B9-0044/2021),
– visti l'articolo 136, paragrafo 5, e l'articolo 132, paragrafo 2, del suo regolamento,
– vista la proposta di risoluzione della commissione per il commercio internazionale,
A. considerando che il sistema di certificazione del processo di Kimberley è stato istituito nel 2003 quale sistema di certificazione sotto il mandato dalle Nazioni Unite con l'obiettivo di porre fine al commercio di diamanti provenienti da zone di conflitto, responsabile di alimentare guerre civili; che il sistema di certificazione del processo di Kimberley ha una struttura tripartita, che coinvolge i governi in qualità di decisori e l'industria internazionale dei diamanti e i rappresentanti della società civile in qualità di osservatori; che le decisioni inerenti al sistema di certificazione del processo di Kimberley vengono adottate per consenso assoluto dei suoi 56 membri partecipanti in rappresentanza di 82 paesi, e che l'UE e i suoi 27 Stati membri contano come un unico partecipante;
B. considerando che il sistema di certificazione del processo di Kimberley definisce i diamanti provenienti da zone di conflitto come "diamanti grezzi utilizzati dai movimenti ribelli o dai loro alleati per finanziare i conflitti volti a rovesciare governi legittimi"; che il sistema sostiene di essere riuscito a fermare quasi completamente il traffico di diamanti provenienti da zone di conflitto, come originariamente stabilito, e che tale traffico rappresenta allo stato attuale meno dell'1 % del commercio di diamanti grezzi, rispetto al 15 % nel 2003;
C. considerando che continuano a verificarsi violazioni dei diritti umani in relazione all'estrazione dei diamanti nelle zone di conflitto o ad alto rischio ricche di diamanti e che tali violazioni possono includere il lavoro minorile e forzato, le percosse, la tortura, la violenza sessuale, le sparizioni forzate di persone, gli sgomberi e i trasferimenti forzati, l'accaparramento illegale di terreni e la distruzione di luoghi di rilevanza spirituale o culturale;
D. considerando che, dall'entrata in vigore nel 2003 del sistema di certificazione del processo di Kimberley quale iniziativa globale, la natura dei conflitti e le realtà sul campo sono cambiate; che il sistema non copre situazioni in cui forze di sicurezza pubbliche o private, imprese, criminali o gruppi armati fanno ricorso alla violenza diffusa o sistematica per difendere i propri interessi economici nella produzione di diamanti; che ad oggi non è possibile soddisfare l'esigenza dei consumatori di conoscere con certezza l'origine e la natura etica dei diamanti; che ne deriva un calo della domanda di diamanti naturali con conseguenti implicazioni negative per l'industria legittima dei diamanti e i minatori artigianali; che meccanismi quale il sistema di certificazione del processo di Kimberley devono essere periodicamente rivisti e aggiornati al fine di garantire che siano in grado di soddisfare le aspettative dei consumatori e di adempiere agli obblighi internazionali in materia di responsabilità sociale delle imprese e sviluppo sostenibile;
E. considerando che l'UE si è adoperata per ampliare la portata della definizione originaria di diamanti provenienti da zone di conflitto riportata nel documento di base del sistema di certificazione del processo di Kimberley al fine di includervi le violazioni dei diritti umani, ma che non è stata tuttavia raggiunta alcuna risoluzione al riguardo a causa della natura consensuale del processo decisionale e dell'opposizione di alcuni importanti paesi produttori, commerciali e consumatori;
F. considerando che il sistema di garanzie del Consiglio mondiale dei diamanti è un programma volontario di autoregolamentazione del settore che monitora il percorso dei diamanti certificati dal processo di Kimberley lungo la catena di approvvigionamento, arrivando sino al commercio delle pietre tagliate e lucidate;
1. sottolinea l'urgente necessità di rivedere la definizione di diamanti provenienti da zone di conflitto per includervi le dimensioni della produzione di diamanti che interessano i diritti umani e i conflitti sociali e ambientali, allo scopo di garantire che i diamanti che giungono sul mercato dell'UE non siano riconducibili a violazioni dei diritti umani o reati ambientali, siano essi compiuti da gruppi ribelli, governi o imprese private; pone l'accento sul fatto che il sistema di certificazione del processo di Kimberley dovrebbe applicarsi, oltre ai diamanti grezzi, alle pietre tagliate e lucidate;
2. auspica un'attuazione più efficace del sistema di certificazione del processo di Kimberley, al fine di assicurare che nessun diamante proveniente da zone di conflitto entri nelle catene di approvvigionamento legittime; chiede di rafforzare e migliorare il monitoraggio e l'applicazione dei controlli interni degli Stati partecipanti; esorta le parti coinvolte a creare un meccanismo di monitoraggio indipendente, giacché le raccomandazioni formulate dalle visite di valutazione inter pares hanno carattere non vincolante e spesso non riescono ad affrontare le carenze nell'attuazione dei controlli interni o a introdurre cambiamenti significativi nei casi di non conformità ai requisiti minimi del sistema di certificazione del processo di Kimberley;
3. esprime profonda preoccupazione per le recenti segnalazioni in merito ai tentativi di mettere a tacere gli osservatori della società civile in occasione della riunione intersessione del processo di Kimberley; ribadisce il ruolo centrale della società civile nella struttura tripartita del sistema di certificazione del processo di Kimberley e chiede il pieno rispetto della libertà di espressione dei rappresentanti della società civile; rileva l'importanza di fornire finanziamenti affidabili alle organizzazioni della società civile che operano nel settore dei minerali e dei diamanti provenienti da zone di conflitto;
4. si compiace dell'impegno dell'industria legittima dei diamanti a favore del sistema di certificazione del processo di Kimberley e dell'istituzione del sistema di garanzie del Consiglio mondiale dei diamanti; osserva che la creazione di posti di lavoro e il reddito delle comunità minerarie dipendono da catene di approvvigionamento stabili, trasparenti e responsabili nel settore dei diamanti;
5. sottolinea che è essenziale poter monitorare il percorso dei diamanti dalla miniera al mercato, senza limitarsi alla semplice traccia cartacea che accompagna le spedizioni di diamanti; è pienamente favorevole all'idea di utilizzare nuove tecnologie come la blockchain per migliorare la tracciabilità; valuta positivamente i progressi in materia di digitalizzazione dei certificati del processo di Kimberley;
6. sottolinea l'importanza di affrontare le cause profonde della violenza e dei conflitti legati ai diamanti lungo tutta la catena di approvvigionamento; invita la Commissione e il Servizio europeo per l'azione esterna a garantire che siano stanziati fondi sufficienti per lo sviluppo di capacità nell'ambito del programma tematico per la pace, la stabilità e la prevenzione dei conflitti, in modo da promuovere una gestione sostenibile e attenta ai conflitti delle risorse naturali e assicurare la conformità al processo di Kimberley e ad altre iniziative analoghe applicabili ai minerali provenienti da zone di conflitto, al fine di migliorare i mezzi di sussistenza delle comunità minerarie e valorizzare l'estrazione mineraria artigianale; chiede che nell'assegnazione dei fondi geografici si tenga conto anche delle attività di sviluppo delle capacità e di prevenzione dei conflitti;
7. invita l'UE a preservare il proprio ruolo di leader mondiale nell'attuazione di iniziative per l'approvvigionamento responsabile, come la guida dell'OCSE sul dovere di diligenza per una catena di approvvigionamento responsabile dei minerali provenienti da zone di conflitto e ad alto rischio, nonché le linee guida aggiornate dell'OCSE destinate alle imprese multinazionali; ribadisce che l'approvvigionamento responsabile e il dovere di diligenza devono essere conformi ai principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani;
8. invita l'UE a dare l'esempio e a proseguire l'attuazione dell'agenda commerciale basata sui valori al fine di determinare cambiamenti positivi nei paesi terzi; osserva, a tale proposito, che le norme dell'UE in materia di commercio dei diamanti devono riflettere il massimo livello di ambizione; invita l'UE a valutare ulteriori misure autonome volte a garantire che i diamanti grezzi, tagliati e lucidati riconducibili a violazioni dei diritti umani non siano immessi sul mercato dell'UE, così da porre rimedio alle carenze del sistema di certificazione del processo di Kimberley;
9. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio e al Servizio europeo per l'azione esterna, nonché agli attuali presidente e vicepresidente del sistema di certificazione del processo di Kimberley.