Risoluzione del Parlamento europeo del 7 aprile 2022 sulla crescente repressione in Russia, compreso il caso di Aleksej Naval'nyj (2022/2622(RSP))
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sulla Russia,
– visti la Carta delle Nazioni Unite, la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici, nonché la dichiarazione delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani,
– vista la Costituzione della Federazione russa,
– vista la dichiarazione resa il 28 marzo 2022 da Josep Borrell, vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR), sul giornale indipendente russo Novaja Gazeta,
– vista la dichiarazione resa il 22 marzo 2022 dal VP/AR, a nome dell'Unione europea, sulla sentenza che prolunga di nove anni la reclusione per motivi politici di Aleksej Naval'nyj,
– vista la dichiarazione resa il 24 marzo 2022 dal Commissario per i diritti dell'uomo del Consiglio d'Europa, che esprime apprezzamento per il coraggioso lavoro svolto dai giornalisti e dai difensori dei diritti umani, compresi quelli della Federazione russa e della Bielorussia,
– vista la dichiarazione resa il 3 marzo 2022 dalla rappresentante per la libertà dei mezzi di informazione dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, relativa alla grave violazione del diritto alla libertà di espressione e alla libertà dei mezzi di informazione in Russia nel contesto dell'attacco militare del paese contro l'Ucraina,
– vista la dichiarazione dell'Alta Commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani sugli sviluppi più recenti in Russia e in Ucraina,
– visti l'articolo 144, paragrafo 5, e l'articolo 132, paragrafo 4, del suo regolamento,
A. considerando che la Federazione russa ha ripetutamente violato il diritto internazionale e i suoi impegni internazionali, ha dato avvio a una guerra di aggressione illegale, non provocata e ingiustificata contro l'Ucraina e ha perpetrato massacri contro i suoi cittadini; che negli ultimi mesi le restrizioni legislative, i divieti imposti ai mezzi di comunicazione, la criminalizzazione dell'informazione indipendente e della libertà di opinione e altre persecuzioni politiche hanno raggiunto proporzioni totalitarie, portando alla disintegrazione dello spazio civile indipendente e pluralistico in Russia;
B. considerando che il regime russo ha intensificato come mai prima d'ora la sua repressione nei confronti di manifestanti pacifici, giornalisti e blogger indipendenti, difensori dei diritti umani e attivisti della società civile, nel tentativo di mettere a tacere qualsiasi critica e opposizione alla sua aggressione militare illegale, non provocata e ingiustificata contro l'Ucraina; che migliaia di persone sono fuggite dalla Russia a causa del drastico aumento del rischio di arresti e procedimenti giudiziari arbitrari; che tale repressione ha avuto conseguenze devastanti sulla vita e le libertà delle minoranze, delle persone LGBTQI+, delle donne e di tutte le persone considerate dal governo e dalla società come non allineate alle regole e alle aspettative comportamentali o normative imposte oppure come critiche del regime e delle politiche delle autorità russe;
C. considerando che i diritti umani fondamentali, comprese la libertà di associazione e di espressione, sono sanciti dalla Costituzione della Federazione russa nonché da numerosi strumenti giuridici internazionali che la Russia si è impegnata a rispettare; che le autorità russe hanno condotto per anni campagne sistematiche di propaganda contro l'Ucraina, l'Europa e i valori democratici liberali, culminate nell'eliminazione di qualsiasi traccia di una società civile dinamica, politicamente attiva e indipendente;
D. considerando che dal 24 febbraio 2022 le autorità russe hanno detenuto arbitrariamente più di 15 400 manifestanti pacifici contro la guerra in tutto il paese, sottoponendo alcuni di loro a gravi maltrattamenti e ad altre violazioni dei diritti umani; che da allora sono già stati avviati oltre 60 procedimenti penali;
E. considerando che numerose leggi imposte negli ultimi anni, quali la legge sugli "agenti stranieri" e le sue varianti, le normative e le decisioni giudiziarie sulle cosiddette "organizzazioni estremiste" e gli innumerevoli decreti dell'autorità di controllo dei mezzi di comunicazione (Roskomnadzor), sono state utilizzate dalle autorità russe ai fini della repressione concentrata nei confronti della società civile indipendente e dei mezzi di comunicazione operanti in Russia, prendendo di mira in particolare le organizzazioni non governative (ONG), i difensori dei diritti umani, i giornalisti, gli avvocati, nonché gli attivisti per i diritti delle donne, delle persone LGBTQI +, dell'ambiente e gli attivisti di minoranze etniche e culturali; che, a causa di tutta questa legislazione e regolamentazione nonché degli oneri giudiziari e amministrativi, gli attori della società civile sono costretti a rifiutare i finanziamenti esteri, ad autocensurarsi e a ridurre la loro visibilità pubblica e le loro attività per timore di rappresaglie da parte del governo;
F. considerando che il 4 marzo 2022 il parlamento russo ha modificato il codice penale in modo tale che la diffusione di presunte informazioni "false" sulla guerra in Ucraina divenisse punibile con un massimo di 15 anni di reclusione; che il 22 marzo 2022 la legge è stata estesa per sanzionare la condivisione di "notizie false" su qualsiasi attività degli organismi ufficiali russi all'estero; che il 4 marzo 2022 la Duma russa ha vietato le manifestazioni contro la guerra in Ucraina; che le riforme giuridiche russe hanno introdotto illeciti amministrativi e reati in base ai quali i cittadini e le entità giuridiche del paese possono essere perseguiti per aver chiesto sanzioni internazionali nei confronti dello Stato russo, dei suoi cittadini o di qualsiasi entità giuridica;
G. considerando che le autorità russe hanno costretto diversi organi di informazione indipendenti a cessare temporaneamente o permanentemente le loro attività o a trasferire le loro operazioni all'estero, bloccando nel contempo l'accesso ad altri organi nel contesto di una censura, un controllo e un isolamento di Internet crescenti, privando così la popolazione russa di informazioni imparziali sulla guerra della Russia contro l'Ucraina e sui crimini di guerra ivi commessi in nome della Federazione russa; che tra i suddetti organi figurano, in particolare, la stazione radiofonica Echo di Mosca, la stazione televisiva Dozhd e il giornale Novaja Gazeta; che le autorità hanno bloccato i social media stranieri in Russia e hanno inserito nella lista nera Meta, la società madre di Facebook, Instagram e WhatsApp, etichettandola come "estremista";
H. considerando che, dall'inizio della guerra della Russia contro l'Ucraina, centinaia di giornalisti, difensori dei diritti umani, attivisti e altri cittadini hanno lasciato la Russia a causa del drastico aumento del rischio di arresti e procedimenti giudiziari arbitrari, in particolare dopo che il presidente Putin ha definito gli oppositori della guerra come "traditori della patria" e "quinta colonna";
I. considerando che il 16 marzo 2022 il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa ha deciso di revocare con effetto immediato l'adesione della Federazione russa al Consiglio d'Europa; che la Federazione russa, da parte sua, ha deciso di ritirarsi dal Consiglio d'Europa il 15 marzo 2022, privando i propri cittadini della tutela sancita dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo e negando loro l'accesso ai mezzi di ricorso giudiziari dinanzi alla Corte europea dei diritti dell'uomo;
J. considerando che Aleksej Naval'nyj, avvocato, esponente dell'opposizione e attivista anticorruzione russo nonché vincitore del premio Sacharov 2021, è stato arrestato nel gennaio 2021 e si trova in carcere dal febbraio 2021, dove sta scontando una pena arbitraria e fondata su motivazioni politiche ed è stato ripetutamente sottoposto a torture e trattamenti disumani; che l'Unione europea ha condannato con la massima fermezza l'avvelenamento e la detenzione per motivi politici di Aleksej Naval'nyj, ha imposto sanzioni mirate e continua a chiedere l'avvio di un'indagine indipendente sul suo avvelenamento;
K. considerando che il 22 marzo 2022 il Tribunale Lefortovski di Mosca, a seguito di una sessione straordinaria organizzata in un campo di detenzione e quindi al di fuori degli ordinari locali del tribunale, ha condannato Aleksej Naval'nyj a nove anni di detenzione in regime di massima sicurezza e ha emesso una sanzione amministrativa pari a 1,2 milioni di RUB (circa 12 838 EUR); che tale sentenza contravviene chiaramente al diritto internazionale e alla Costituzione russa ed è illegittima, arbitraria e mossa da motivi politici tanto quanto la sentenza precedente;
L. considerando che diversi attivisti sono stati minacciati di venire arrestati e perseguiti, o lo sono effettivamente stati, per aver sostenuto o collaborato con Aleksej Naval'nyj o per aver sostenuto le sue idee, come la strategia di voto intelligente; che sono stati accusati e perseguiti applicando retroattivamente le nuove leggi o decisioni amministrative per il sostegno dimostrato attraverso dichiarazioni sui social media, e che molti di essi hanno lasciato la Russia dopo essere stati accusati di illeciti penali; che la Fondazione anticorruzione di Aleksej Naval'nyj è stata definita "estremista";
1. condanna la repressione interna del regime russo, inaspritasi a seguito della guerra di aggressione russa contro l'Ucraina; chiede che le autorità russe pongano fine alle vessazioni, alle intimidazioni e agli attacchi contro tutti i manifestanti contrari alla guerra, le organizzazioni della società civile indipendenti, le ONG, i difensori dei diritti umani, i giornalisti, gli avvocati, nonché gli attivisti che si occupano di diritti delle donne, delle persone LGBTQI+ e dell'ambiente in Russia; esprime la propria solidarietà alle forze democratiche in Russia impegnate a favore di una società libera e aperta, e sottolinea il proprio sostegno a tutte le persone e le organizzazioni che sono vittime di attacchi e di repressione;
2. condanna la posizione ideologica neototalitaria e imperialista difesa dal governo russo e dai suoi propagandisti; evidenzia che l'assalto alla democrazia e il mancato rispetto dei diritti delle altre nazioni hanno avviato la Russia sulla strada verso il dispotismo, l'aggressione internazionale e i crimini di guerra; sottolinea che una Russia non democratica rappresenta una minaccia costante per la sicurezza e la stabilità dell'Europa;
3. deplora la legislazione russa, in particolare quella relativa agli "agenti stranieri", le modifiche al codice penale introdotte il 4 e il 22 marzo 2022 e la legge sui mass media, che vengono usate per compiere vessazioni giudiziarie nei confronti delle voci di dissenso nel paese e all'estero e per indebolire i media indipendenti; sottolinea che tali sviluppi sono in palese contraddizione con gli impegni assunti volontariamente dalla Russia a norma del diritto internazionale e iscritti nella sua Costituzione;
4. denuncia la continua e crescente censura operata dalle autorità russe, in particolare su Internet, e le esorta a porre immediatamente fine a tale controllo e censura;
5. condanna il fatto che le autorità russe abbiano perseguito le madri di soldati russi e le loro organizzazioni istituite, privando i genitori russi di informazioni sulla sorte dei loro figli e rifiutando di cooperare con le autorità ucraine per la restituzione delle spoglie dei soldati russi caduti sul campo di battaglia;
6. condanna il ruolo del Patriarca Kirill di Mosca, capo della Chiesa ortodossa russa, per aver offerto una copertura teologica alla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina; elogia il coraggio dei 300 sacerdoti della Chiesa ortodossa russa che hanno firmato una lettera di condanna dell'aggressione, addolorandosi per il calvario del popolo ucraino e chiedendo di "fermare la guerra";
7. condanna fermamente la carcerazione del vincitore del premo Sakharov Aleksej Naval'nyj, ribadendo il suo invito affinché sia rilasciato immediatamente e senza condizioni, come pure quella di centinaia di altri cittadini russi detenuti senza motivo per il semplice fatto di aver avuto il coraggio di manifestare a favore della democrazia e della pace o di maggiori diritti, incluso il diritto alla libertà di espressione e di riunione pacifica; invita le autorità russe a migliorare le condizioni nelle carceri e nei centri di detenzione al fine di rispettare le norme internazionali; considera la situazione umanitaria, sanitaria e di sicurezza di Aleksej Naval'nyj una preoccupazione prioritaria dell'UE; invita le autorità russe ad adottare tutte le misure necessarie per garantire appieno i suoi diritti durante la sua detenzione illegale; condanna il fatto che il processo a carico di Aleksej Naval'nyj non abbia rispettato il suo diritto a un processo equo e ribadisce il suo invito a condurre senza indugio indagini trasparenti sull'avvelenamento di Aleksej Naval'nyj;
8. ritiene che la repressione esercitata contro Aleksej Naval'nyj, i suoi sostenitori, i media e la società civile si iscriva nel quadro di un preludio alla guerra criminale di aggressione della Russia, e ribadisce che il pluralismo politico e la libertà dei media sono le migliori garanzie e ostacoli contro l'aggressione internazionale da parte di un governo non democratico; ritiene che gli sforzi profusi dall'UE per sostenere la libertà di pensiero e dei media per i cittadini russi siano intrinsechi agli sforzi contro la guerra e l'aggressione in Ucraina;
9. condanna con forza le decisioni dei tribunali russi che hanno portato alla chiusura di International Memorial e del Centro per i diritti umani Memorial, che insieme rappresentano una delle organizzazioni più antiche e di spicco della Russia in materia di diritti umani, insignita del premo Sakharov; condanna i continui avvertimenti lanciati dal Roskomnadzor a Novaya Gazeta a proposito della censura e delle presunte violazioni della legge sugli "agenti stranieri", che hanno portato il giornale ad annunciare che cesserà le sue attività fino alla fine della guerra in Ucraina; deplora altresì la richiesta del procuratore generale russo al Roskomnadzor affinché sia limitato l'accesso all'Eco di Mosca e a Dozhd a causa dell'attività giornalistica sulla guerra in Ucraina; plaude al ruolo svolto da tali organi di comunicazione, come pure da moltissimi altri mezzi di informazione e organizzazioni indipendenti che nel frattempo sono stati chiusi, nel portare alla luce la verità e fornire dati sui crimini commessi dal regime sovietico e dal governo russo, nonché al loro impegno a favore dei diritti umani; chiede che venga posta fine alla repressione sistematica delle istituzioni giornalistiche e dei media indipendenti, che costituiscono i pilastri fondamentali della libertà e della democrazia;
10. invita il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite a indagare a fondo e con urgenza sugli abusi del diritto all'informazione e della libertà di espressione commessi dal regime russo;
11. esprime profonda preoccupazione per il modo in cui la repressione della società civile russa, dei difensori dei diritti umani, degli attivisti per i diritti delle donne, degli attivisti per la salute e i diritti sessuali e riproduttivi e delle comunità LGBTQI+ stia esacerbando ulteriormente la situazione di gruppi già vulnerabili e presi di mira nel paese;
12. ribadisce che il lavoro libero e indipendente delle organizzazioni della società civile e dei media è una pietra miliare delle società democratiche; invita pertanto la Russia a istituire un quadro giuridico chiaro e un ambiente sicuro per le organizzazioni della società civile, i manifestanti, i media e gli attori politici, in linea con la Costituzione e gli obblighi internazionali della Russia e con le norme internazionali in materia di diritti umani, consentendo loro di svolgere il loro utile e legittimo lavoro senza interferenze; pone in evidenza la necessità di garantire efficaci mezzi di ricorso giuridico ai manifestanti, agli attivisti della società civile e ai giornalisti i cui diritti fondamentali siano stati lesi;
13. invita la Commissione, il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) e gli Stati membri a monitorare attentamente la situazione dei diritti umani in Russia, a fornire assistenza di emergenza e ad accrescere il sostegno alla società civile, alle ONG indipendenti, ai difensori dei diritti umani e ai media indipendenti che rimangono attivi in Russia, inclusa un'assistenza finanziaria sostenibile e flessibile; si rivolge alla delegazione dell'UE e alle rappresentanze degli Stati membri in Russia affinché dimostrino pubblicamente solidarietà a quanti vengono perseguitati;
14. esorta la Commissione e gli Stati membri a rafforzare la protezione dei diritti e dell'integrità fisica degli attivisti, dei giornalisti indipendenti e dei difensori dei diritti umani presi di mira dalle autorità russe e a fornire loro visti di emergenza per consentire loro di lasciare il paese e trovare un rifugio temporaneo nell'UE, nonché a consentire alle ONG e ai media russi minacciati o vietati di continuare immediatamente il loro lavoro dal territorio dell'UE, se necessario;
15. invita il VP/AR e il Consiglio a fare un uso efficace del meccanismo globale di sanzioni dell'UE in materia di diritti umani e a imporre misure restrittive a tutti i funzionari russi coinvolti nella repressione nei confronti della società civile e dei media indipendenti e dei manifestanti pacifici, nonché in quest'ultimo caso contro Aleksej Naval'nyj;
16. invita la Commissione e gli Stati membri a prevenire e contrastare la diffusione della disinformazione, compresa la propaganda, e a rafforzare i media indipendenti; accoglie pertanto con favore lo sviluppo di specifiche piattaforme e notiziari in russo e ucraino; chiede che le comunicazioni strategiche dell'UE siano migliorate e che siano esplorate modalità efficaci per contrastare la propaganda bellica proveniente dalla Russia da canali quali Rossija, Channel One Russia e NTV, che diffondono contenuti che approvano la guerra di aggressione disinformando i cittadini in proposito; invita la Commissione, gli Stati membri e il SEAE a continuare a migliorare le informazioni alternative e online in lingua russa in merito agli sviluppi in atto per contrastare la disinformazione, a garantire che le dichiarazioni pubbliche dell'UE siano tradotte in russo e a rivolgersi anche al pubblico e alle piattaforme russofoni;
17. invita la Commissione e gli Stati membri a ospitare nell'UE i gruppi mediatici vietati e a sviluppare una piattaforma comune per i media in esilio, nonché a sostenere tecnologie che consentano alle persone di utilizzare Internet per esercitare i loro diritti fondamentali, in particolare la libertà di informazione e di espressione, e a sostenere il perseguimento della democrazia e dello Stato di diritto, istituendo mezzi tecnologici per eludere la sorveglianza delle comunicazioni e il blocco di siti web e applicazioni in Russia, anche attraverso opzioni a bassa tecnologia come le onde medie, una piattaforma VPN Russia, reti di anonimizzazione e la televisione satellitare;
18. invita la delegazione dell'UE e le rappresentanze diplomatiche nazionali in Russia a monitorare attentamente la situazione sul campo e il modo in cui sono gestiti i processi e a offrire agli interessati qualsiasi sostegno di cui possano aver bisogno, compresa l'assistenza finanziaria diretta per pagare avvocati ed esperti; invita tutti i governi a respingere qualsiasi futura richiesta di estradizione di cittadini russi per reati ai sensi del codice penale e del codice dei reati amministrativi;
19. esorta gli Stati membri, il Consiglio e la Commissione a garantire uno status umanitario e a creare possibilità di migrazione sicura per l'opposizione russa, la società civile e i rappresentanti dei media minacciati, anche assicurando loro la possibilità di soggiornare e lavorare a lungo termine nell'Unione europea; invita gli Stati membri a mettere a punto un meccanismo per proteggere i soldati russi che decidono di disertare; invita le istituzioni finanziarie, le banche, le società di carte di credito e le autorità governative a introdurre procedure di controllo per l'applicazione su misura delle sanzioni nei confronti dei cittadini russi nell'UE, al fine di consentire agli attivisti dell'opposizione, alla società civile indipendente e ai rappresentanti dei media di mantenere l'accesso alle loro attività finanziarie necessarie per garantire la loro esistenza nell'Unione europea;
20. ricorda che la collaborazione accademica e culturale sul piano individuale, anche in tempi di conflitto, può contribuire a rafforzare le voci pluralistiche in circostanze antidemocratiche e fungere da base per facilitare il ripristino delle relazioni dopo il conflitto; sottolinea che la comunità scientifica russa è stata un obiettivo primario della repressione da parte del regime di Putin;
21. sottolinea il valore strategico del contributo degli accademici russi che si oppongono alla guerra al fine di analizzare meglio il regime di Putin e come contrastarlo; chiede una strategia dell'UE che consenta agli studenti e ai docenti russi di proseguire ufficialmente i loro studi e il loro lavoro nelle università europee, in particolare nelle discipline umanistiche, e di ottenere i diplomi corrispondenti;
22. invita il Consiglio, il SEAE e la Commissione a integrare i diritti umani e la consultazione della società civile in tutti i dialoghi tra l'UE, i suoi Stati membri e la Russia, nonché a tener fede al loro impegno a favore dell'integrazione della dimensione di genere;
23. chiede all'UE e agli Stati membri di continuare a dialogare con il popolo russo e con la società civile russa in esilio; esorta l'UE a dimostrare la propria disponibilità a sostenere la società civile russa nei suoi sforzi volti a costruire una Russia democratica e ad accogliere nuovamente una Russia democratica e responsabile in seno alla comunità internazionale;
24. invita l'UE a nominare un inviato speciale per una Russia democratica, che dovrebbe essere responsabile delle relazioni con il popolo russo, in particolare con i difensori della democrazia in esilio e coloro che sono rimasti in Russia e auspicano che il paese torni sul cammino della democrazia;
25. invita la Commissione, in cooperazione con il SEAE, a contribuire alla creazione e al sostegno di un polo per la Russia democratica per un dialogo continuo con la comunità democratica russa, in particolare il comitato contro la guerra istituito dagli attivisti dell'opposizione democratica russa, al fine di fornire una comunicazione diretta con il popolo russo, sviluppare insieme alla società civile una strategia dell'UE per una futura Russia democratica, migliorare l'integrazione di nuovi emigranti russi attraverso programmi educativi e organizzare vertici annuali dell'UE con la Russia democratica in esilio;
26. esorta il VP/AR e gli Stati membri ad adottare azioni coordinate con i paesi che condividono gli stessi principi per sensibilizzare e respingere le restrizioni alle libertà fondamentali e ai diritti umani da parte delle autorità russe, anche attraverso interventi pubblici e ad alto livello, iniziative coordinate, un controllo costante nei consessi internazionali e regionali sui diritti umani, nonché valutazioni periodiche dell'impatto sui diritti umani per garantire che l'impegno con la Russia non comprometta gli obiettivi in materia di diritti umani e non contribuisca, direttamente o indirettamente, a violazioni dei diritti umani;
27. osserva che, secondo il Centro Levada, l'83 % dei russi sostiene la guerra di Putin in Ucraina, mentre la percentuale di russi che affermano che il paese si sta muovendo nella giusta direzione è aumentata dal 52 % al 69 %, il livello più alto mai registrato dal 1996; plaude, a tale riguardo, alle persone coraggiose che protestano apertamente e si oppongono all'imperialismo russo nella sua forma più recente, l'invasione dell'Ucraina, nonostante la brutalità della polizia antisommossa e le pressioni dei media e sociali; raccomanda vivamente ai cittadini dell'UE, tuttavia, a non equiparare tutti i cittadini russi alle brutali azioni dei loro dirigenti e delle loro forze armate in Ucraina; invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere e proteggere le voci critiche all'interno della diaspora russa che si trovano ad affrontare minacce da parte delle autorità russe; condanna i raduni organizzati dalle diaspore russe a sostegno della guerra o per protestare contro l'accoglienza di rifugiati ucraini;
28. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, all'Alta Commissaria delle Nazioni Uniti per i diritti umani, al Consiglio d'Europa, all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa e al Presidente, al governo e al Parlamento della Federazione russa.