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Procedura : 2021/2179(INI)
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Ciclo del documento : A9-0192/2022

Testi presentati :

A9-0192/2022

Discussioni :

PV 05/07/2022 - 9
CRE 05/07/2022 - 9

Votazioni :

PV 06/07/2022 - 11.10

Testi approvati :

P9_TA(2022)0288

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PDF 180kWORD 61k
Mercoledì 6 luglio 2022 - Strasburgo
Piano d'azione dell'UE per l'economia sociale
P9_TA(2022)0288A9-0192/2022

Risoluzione del Parlamento europeo del 6 luglio 2022 sul piano d'azione dell'Unione europea per l'economia sociale (2021/2179(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visto il pilastro europeo dei diritti sociali,

–  vista la comunicazione della Commissione del 9 dicembre 2021 dal titolo "Creare un'economia al servizio delle persone: un piano d'azione per l'economia sociale" (COM(2021)0778),

–  vista la convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (CRPD), firmata e ratificata dall'UE e da tutti i suoi Stati membri, in particolare l'articolo 27 relativo al lavoro e all'occupazione,

–  vista la comunicazione della Commissione del 3 marzo 2021 dal titolo "Un'Unione dell'uguaglianza: strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030" (COM(2021)0101),

–  viste la comunicazione della Commissione del 7 ottobre 2020 dal titolo "Un'Unione dell'uguaglianza: quadro strategico dell'UE per l'uguaglianza, l'inclusione e la partecipazione dei Rom" (COM(2020)0620) e la raccomandazione del Consiglio del 12 marzo 2021 sull'uguaglianza, l'inclusione e la partecipazione dei Rom (2021/C 93/01),

–  vista la comunicazione della Commissione del 2 giugno 2021 dal titolo "Coordinamento delle politiche economiche nel 2021: superare la COVID-19, sostenere la ripresa e modernizzare la nostra economia" (COM(2021)0500),

–  vista la comunicazione della Commissione del 22 novembre 2016 dal titolo "Le nuove imprese leader dell'Europa: l'iniziativa Start-up e scale-up" (COM(2016)0733),

–  vista la comunicazione della Commissione del 25 ottobre 2011 dal titolo "Iniziativa per l'imprenditoria sociale – Costruire un ecosistema per promuovere le imprese sociali al centro dell'economia e dell'innovazione sociale" (COM(2011)0682),

–  vista la comunicazione della Commissione del 23 febbraio 2004 sulla promozione delle società cooperative in Europa (COM(2004)0018),

–  vista l'agenda per le competenze per l'Europa per la competitività sostenibile, l'equità sociale e la resilienza del 1° luglio 2020,

–  vista la direttiva 2014/24/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 febbraio 2014 sugli appalti pubblici(1) (regolamento sugli appalti pubblici),

–  visto l'impegno sociale di Porto, firmato dalla presidenza portoghese del Consiglio, dal Presidente del Parlamento europeo e dai rappresentanti delle parti sociali e delle organizzazioni della società civile,

–  vista la dichiarazione di Porto, dell'8 maggio 2021, approvata dal Consiglio europeo,

–  viste le conclusioni del Consiglio del 7 dicembre 2015 sulla promozione dell'economia sociale quale fattore chiave dello sviluppo economico e sociale in Europa,

–  visto il parere del Comitato economico e sociale europeo del 19 gennaio 2022 dal titolo "Strumenti finanziari innovativi nel quadro dello sviluppo delle imprese a impatto sociale",

–  visto il parere del Comitato economico e sociale europeo del 27 aprile 2021 sul tema "Il ruolo dell'economia sociale nella creazione di posti di lavoro e nell'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali",

–  visto il parere del Comitato economico e sociale europeo del 22 settembre 2016 sul tema "La dimensione esterna dell'economia sociale",

–  visto il parere del Comitato economico e sociale europeo del 23 dicembre 2009 sul tema "Diversità delle forme d'impresa" (2009/C 318/05),

–  visto il parere del Comitato delle regioni del 1º luglio 2021 dal titolo "Un piano d'azione per l'economia sociale" (CDR 5860/2020),

–  visto il documento programmatico della Commissione e dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) del 2022 sulla valorizzazione del contributo dell'economia sociale all'economia circolare,

–  visti gli orientamenti per gli enti locali sulle politiche per l'economia sociale e solidale pubblicati nel 2021 dall'Istituto di ricerca delle Nazioni Unite per lo sviluppo sociale,

–  vista la sua posizione in prima lettura del 4 aprile 2019 sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sul Fondo sociale europeo Plus (FSE+)(2),

–  vista la sua risoluzione del 17 febbraio 2022 recante raccomandazioni alla Commissione su uno Statuto delle associazioni e organizzazioni senza scopo di lucro transfrontaliere europee(3),

–  vista la sua risoluzione del 16 settembre 2021 su condizioni di lavoro eque, diritti e protezione sociale per i lavoratori delle piattaforme – Nuove forme di occupazione legate allo sviluppo digitale(4),

–  vista la sua risoluzione del 7 luglio 2021 sul tema "Il Vecchio continente diventa più vecchio - possibilità e sfide della politica sull'invecchiamento post 2020"(5),

–  vista la sua risoluzione dell'11 febbraio 2021 sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni "Un'agenda per le competenze per l'Europa per la competitività sostenibile, l'equità sociale e la resilienza"(6),

–  vista la sua risoluzione del 23 ottobre 2018 sul ruolo della partecipazione finanziaria dei lavoratori dipendenti nella creazione di occupazione e nell'attivazione dei disoccupati(7),

–  vista la sua risoluzione del 24 novembre 2020 sulla riduzione delle percentuali di senzatetto nell'UE(8),

–  vista la sua risoluzione del 5 luglio 2018 recante raccomandazioni alla Commissione concernenti uno statuto per le imprese sociali e solidali(9),

–  vista la sua risoluzione del 10 settembre 2015 sull'imprenditoria sociale e l'innovazione sociale nella lotta alla disoccupazione(10),

–  vista la sua risoluzione del 2 luglio 2013 sul contributo delle cooperative al superamento della crisi(11),

–  vista la sua risoluzione del 2 luglio 2013 sulla proposta di regolamento del Consiglio relativo allo statuto della fondazione europea(12),

–  vista la sua risoluzione del 14 marzo 2013 recante raccomandazioni alla Commissione concernenti lo statuto della mutua europea(13),

–  vista la sua risoluzione del 20 novembre 2012 sull'Iniziativa per l'imprenditoria sociale – Costruire un ecosistema per promuovere le imprese sociali al centro dell'economia e dell'innovazione sociale(14),

–  vista la sua risoluzione del 19 febbraio 2009 sull'economia sociale(15),

–  vista la sua risoluzione del 13 marzo 1987 sulle associazioni senza scopo di lucro nelle Comunità europee(16),

–  visto l'articolo 54 del suo regolamento,

–  visto il parere della commissione per lo sviluppo regionale,

–  vista la relazione della commissione per l'occupazione e gli affari sociali (A9-0192/2022),

A.  considerando che l'economia sociale comprende diversi tipi di soggetti privati, indipendenti dalle autorità pubbliche, come cooperative, mutue, associazioni (tra cui quelle di beneficenza), fondazioni, imprese sociali e altre forme giuridiche, tutte caratterizzate da diversi principi e tratti operativi e organizzativi, quali il primato delle persone e delle finalità sociali e ambientali rispetto al profitto, il reinvestimento della maggior parte degli utili/delle eccedenze nella sostenibilità dei soggetti e nell'interesse generale della fornitura di beni e servizi ai propri membri o alla società nel suo complesso e la governance democratica o partecipativa;

B.  considerando che, sebbene siano necessari meccanismi di raccolta dati comparabili sul settore dell'economia sociale nei paesi dell'UE, secondo il piano d'azione per l'economia sociale, quest'ultima rappresenta 2,8 milioni di soggetti nell'Unione europea e impiega circa 13,6 milioni di lavoratori (tra lo 0,6 % e il 9,9 % del totale della forza lavoro, a seconda del paese); che il numero dei soggetti dell'economia sociale e il tasso di occupazione nel settore all'interno dell'UE variano a seconda della definizione di soggetto dell'economia sociale, nonché a seconda delle stime e delle statistiche nazionali; che oltre un terzo dei posti di lavoro retribuiti nel settore dell'economia sociale si rileva nel settore dei servizi sociali; che l'economia sociale offre un potenziale inutilizzato di creazione di posti di lavoro ed è uno strumento importante per combattere l'esclusione sociale e la povertà, anche attraverso iniziative attive per l'occupazione messe in atto in diversi Stati membri, come i territori a zero disoccupazione di lungo periodo; che la Commissione dovrebbe elencare e mappare le iniziative in corso al fine di avere una migliore comprensione del loro funzionamento e della loro efficienza e di condividere le migliori pratiche tra gli Stati membri;

C.  considerando che il principio di sussidiarietà è uno dei capisaldi del funzionamento dell'Unione europea; che l'economia sociale è uno degli esempi migliori della sua applicazione;

D.  considerando che l'economia sociale ha svolto un ruolo importante nell'attenuare e affrontare gli effetti a breve e lungo termine della COVID-19 sul mercato sociale, sulla società e sull'economia dell'UE, oltre ad aver guidato e contribuito alla resilienza sociale ed economica grazie alla sostenibilità del suo modello;

E.  considerando che l'economia sociale contribuisce al buon funzionamento dei sistemi di protezione sociale e ne trae a sua volta benefici; che, tuttavia, è allo Stato e alle autorità pubbliche che incombe la responsabilità ultima di garantire un accesso universale, economico e paritario dei cittadini a un elevato livello di servizi pubblici e protezione sociale; che le organizzazioni dell'economia sociale integrano, e dovrebbero continuare a farlo, ma non sostituiscono la prestazione di servizi di prima linea da parte degli enti pubblici statali o regionali;

F.  considerando che i soggetti dell'economia sociale hanno dimostrato grande resilienza e innovazione dinanzi alle avversità, ma hanno affrontato difficoltà durante la pandemia di COVID-19, ad esempio cali dell'attività, riserve di liquidità limitate o la necessità di trasferire la loro attività commerciale online;

G.  considerando che le nuove sfide ambientali, economiche e sociali rese più urgenti dalla pandemia hanno favorito una riflessione più profonda sul ruolo dell'economia sociale;

H.  considerando che i soggetti dell'economia sociale hanno una storia lunga ma eterogenea nella maggior parte degli Stati membri, la maggioranza dei quali ha adottato leggi specifiche in tale settore; che i soggetti dell'economia sociale si sono affermati come attori sociali ed economici essenziali che possono svolgere un ruolo importante nel mercato; che essi si trovano ancora a far fronte a ostacoli significativi che ne limitano l'impatto economico e sociale complessivo; che gli Stati membri devono adottare una legislazione specifica per superare questi ostacoli e consentire il consolidamento e lo sviluppo dell'economia sociale, garantendo altresì che i soggetti dell'economia sociale possano competere efficacemente in tutti i settori economici;

I.  considerando che le organizzazioni dell'economia sociale operano in settori chiave come la sanità, l'assistenza a lungo termine, l'istruzione, la formazione sociale e professionale, la cultura e la promozione del patrimonio culturale, le tecnologie avanzate, l'edilizia abitativa, lo svago, l'economia circolare, le energie rinnovabili e la gestione dei rifiuti; che, in virtù del loro legame al territorio e del loro carattere sociale e integrativo, rappresentano una parte intrinseca del modello sociale europeo;

J.  considerando che l'economia sociale è una componente essenziale dell'economia sociale di mercato dell'UE e un fattore trainante dell'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali e dei suoi obiettivi; che le organizzazioni dell'economia sociale svolgono un ruolo nella strategia industriale aggiornata(17) poiché gettano le basi per un'economia dell'UE più sostenibile e resiliente che non lasci indietro nessuno;

K.  considerando che la transizione digitale offre numerose opportunità per l'economia sociale; che gli operatori dell'economia sociale hanno bisogno di formazione per tenersi al passo nei mercati digitali rapidi e competitivi;

L.  considerando che i soggetti dell'economia sociale hanno tradizionalmente svolto un ruolo importante nell'integrazione e nell'occupazione dei lavoratori svantaggiati, nonché nella prestazione di servizi agli stessi, in particolare alle persone con disabilità, anche attraverso le imprese sociali di inserimento lavorativo nell'ambito della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, migliorando così il loro benessere e la loro salute mentale;

M.  considerando che il settore dei servizi sociali, che fa parte dell'economia sociale, si trova ad affrontare problemi quali salari bassi e condizioni di lavoro precarie, per i quali è necessaria una risposta efficace;

N.  considerando che le cooperative possono svolgere un ruolo nella democratizzazione del lavoro digitale, ad esempio creando piattaforme di lavoro di proprietà dei lavoratori;

O.  considerando che oltre 82,2 milioni di volontari svolgono un ruolo attivo e fondamentale nell'economia sociale(18); che il volontariato è importante sia per le generazioni più giovani che per gli anziani, per i quali in alcuni casi rappresenta una preziosa opportunità di svolgere un ruolo attivo all'interno della società;

P.  considerando che l'attuale situazione causata dalla guerra in Ucraina ha dimostrato l'importanza delle comunità locali e della solidarietà nell'Unione europea e nei paesi che confinano con l'Ucraina; che generalmente l'economia sociale non è ben sviluppata in tali paesi; che un maggior coinvolgimento delle imprese dell'economia sociale avrebbe potuto costituire un notevole vantaggio per coordinare il sostegno ai rifugiati ucraini;

Q.  considerando che l'economia sociale svolge un ruolo significativo nella promozione della transizione verde e digitale inclusiva;

R.  considerando che il Parlamento ha sottolineato in risoluzioni passate l'importanza di agevolare lo sviluppo delle attività transfrontaliere e l'accesso al mercato interno per le mutue, le associazioni e le fondazioni;

S.  considerando che un quadro giuridico e strategico che protegga e promuova in maniera adeguata le imprese cooperative di lavoratori, una serie di misure politiche volte ad agevolare i trasferimenti di imprese ai dipendenti e un elevato livello di organizzazione e consolidamento delle cooperative di lavoratori in organizzazioni/federazioni contribuiscono al successo dei trasferimenti di imprese ai dipendenti;

T.  considerando che il modello dell'economia sociale presenta un grande potenziale per raggiungere le comunità più vulnerabili e svantaggiate, quali i Rom, migliorando in maniera significativa il loro accesso ai diritti, alle risorse e ai servizi, nonché la loro partecipazione professionale, sociale e civica;

U.  considerando che le organizzazioni dell'economia sociale sono percepite dagli investitori come ad alto rischio(19);

1.  plaude al piano d'azione della Commissione per l'economia sociale, ai principi guida ivi contenuti che definiscono l'economia sociale, allo slancio politico che tale piano imprime allo sviluppo dell'economia sociale e alla ricchezza delle misure annunciate; osserva, tuttavia, che taluni aspetti relativi all'occupazione e agli affari sociali nell'economia sociale potrebbero essere ulteriormente rafforzati;

2.  sottolinea la pluralità di obiettivi dell'economia sociale e il ruolo importante da essa svolto nel migliorare la resilienza dell'economia, garantire una transizione giusta, ridurre le disuguaglianze, fornire opportunità di lavoro di qualità ai gruppi vulnerabili, promuovere una vita indipendente, rafforzare il senso di comunità, contrastare lo spopolamento e rafforzare lo sviluppo delle zone rurali, attuare i principi del pilastro europeo dei diritti sociali e conseguire la convergenza sociale verso l'alto;

3.  esorta gli Stati membri a trarre vantaggio dai sistemi del settore dell'economia sociale per attuare i principi del pilastro europeo dei diritti sociali;

4.  afferma che la crisi della COVID-19 ha messo in luce il ruolo fondamentale delle organizzazioni dell'economia sociale nell'aiutare le persone ad affrontare molte difficoltà, garantendo in tal modo la coesione sociale, e ha dimostrato la loro importanza e resilienza;

5.  ritiene che le azioni nazionali e dell'Unione europea volte a promuovere lo sviluppo dell'economia sociale siano particolarmente importanti nel contesto attuale in cui, a causa della crisi economica e sociale causata dalla COVID-19, occorre sfruttare appieno il potenziale dell'economia sociale per la ripresa economica, la promozione dell'imprenditoria sociale e la creazione di posti di lavoro di qualità; sottolinea che i soggetti dell'economia sociale svolgono un ruolo essenziale nel migliorare la resilienza dell'economia e della società a seguito della pandemia di COVID-19;

6.  sottolinea che, nonostante l'economia sociale sia una notevole fonte di crescita economica e di occupazione, è necessario adoperarsi maggiormente per promuovere tale modello, ivi compresi i principi di solidarietà, inclusione sociale e investimento sociale che ne sono alla base; esorta pertanto la Commissione e gli Stati membri, nonché le autorità regionali e locali, a intensificare gli sforzi per promuovere ulteriormente l'economia sociale e integrare la dimensione dell'economia sociale nelle politiche, nei programmi e nelle pratiche pertinenti, come quelli legati alle transizioni in corso, quali le transizioni verde e digitale, a livello dell'Unione e a livello globale tramite l'azione esterna dell'UE;

7.  incoraggia gli Stati membri a sostenere gli attori dell'economia sociale nell'elaborare programmi di innovazione sociale che migliorino lo sviluppo e la prestazione di servizi sociali, nonché l'accessibilità ai servizi per i più vulnerabili, compresi gli anziani e le persone con disabilità;

8.  rinnova la sua richiesta(20) di definire il principio "pensare anzitutto in piccolo" quale principio guida per l'elaborazione della futura legislazione e l'adozione delle politiche, senza indebolire le norme, gli standard e i diritti attuali, quali la tutela dell'ambiente e dei consumatori, in modo, da un lato, da rendere i quadri normativi più favorevoli ai soggetti di piccolissime, piccole e medie dimensioni nell'applicazione delle norme e dei regolamenti vigenti e, dall'altro, da rafforzare lo sviluppo, la sostenibilità e la crescita dell'economia sociale;

9.  ritiene che sia opportuno proporre strategie concrete e misure di follow-up per conseguire gli obiettivi del piano d'azione per l'economia sociale, tenendo conto del diritto e delle prassi nazionali; sottolinea che occorre precisare ulteriormente le interconnessioni tra il piano d'azione per l'economia sociale e le altre iniziative dell'UE come il piano d'azione del pilastro europeo dei diritti sociali, la strategia europea sulla disabilità o la piattaforma europea per la lotta contro la mancanza di una fissa dimora; considera necessario fissare un calendario per tutte le azioni previste dal piano d'azione per l'economia sociale nonché per il loro monitoraggio e la loro valutazione, al fine di guidare le autorità competenti nell'attuazione del piano e garantire la coesione fra le politiche;

10.  sottolinea che, agendo nell'interesse generale, i soggetti dell'economia sociale creano posti di lavoro, forniscono prodotti e servizi innovativi sul piano sociale, facilitano l'inclusione sociale e promuovono un'economia più sostenibile e legata al territorio; sottolinea che, quando il ruolo dell'economia sociale nella creazione e nel mantenimento dell'occupazione coinvolge i lavoratori svantaggiati e le regioni svantaggiate, è necessario un sostegno appropriato per offrire un riconoscimento adeguato a tali soggetti;

11.  deplora che l'11,6 % dei posti di lavoro nel settore privato degli Stati membri non sia dichiarato e sottolinea la necessità di misure politiche per combattere il lavoro non dichiarato e far rispettare efficacemente i diritti dei lavoratori; sottolinea il contributo delle organizzazioni dell'economia sociale, in particolare delle cooperative, alla lotta contro il lavoro non dichiarato;

12.  sottolinea la necessità di promuovere le possibilità di finanziamento pubblico diretto sotto forma di sovvenzioni, ad esempio attraverso i fondi dell'UE, nonché gli investimenti privati nel settore dell'economia sociale, in particolare dato l'aumento della domanda di servizi forniti dalle organizzazioni dell'economia sociale durante la pandemia di COVID-19 e la ripresa nel periodo post-pandemia;

13.  ribadisce che, al fine di realizzare il pieno potenziale del piano d'azione per l'economia sociale, la Commissione e gli Stati membri devono garantire che l'attuazione di tale piano d'azione non lasci indietro nessuno e che assicuri un pieno partenariato con tutte le parti interessate dell'economia sociale, compresi i prestatori di servizi sociali senza scopo di lucro e la società civile a tutti i livelli, comprese le associazioni di beneficenza che fanno capo alla Chiesa, assicurando chiarezza e coordinamento tra tutti gli attori;

Creare un contesto favorevole all'economia sociale

14.  ricorda agli Stati membri che la direttiva sugli appalti pubblici permette alle amministrazioni aggiudicatrici di servirsi degli appalti pubblici per perseguire obiettivi ambientali e sociali e, in particolare, ammette procedure di gara riservate per i soggetti che soddisfano taluni criteri di qualità e il cui obiettivo principale è l'inclusione nella forza lavoro delle persone con disabilità o di altri gruppi a rischio di esclusione sociale; invita le autorità pubbliche a riconoscere gli appalti pubblici socialmente e ambientalmente responsabili come un investimento nel tessuto socioeconomico con grande capacità di conciliare obiettivi sociali e obiettivi di competitività; osserva che l'inclusione dei requisiti ambientali e sociali negli appalti può essere essenziale per lo sviluppo del settore dell'economia sociale; invita la Commissione a continuare a promuovere gli appalti pubblici socialmente responsabili e le buone pratiche al fine di favorire pratiche commerciali socialmente responsabili e incoraggia gli Stati membri a puntare a subordinare tutti i finanziamenti pubblici erogati sotto forma di appalti pubblici al rispetto degli obblighi applicabili nei settori del diritto ambientale, sociale e del lavoro stabiliti dal diritto nazionale o dell'Unione, dai contratti collettivi o dal diritto internazionale ambientale, sociale e del lavoro;

15.  incoraggia gli Stati membri ad adottare sistematicamente strategie volte a elaborare appalti pubblici socialmente responsabili, stabilendo in tal modo un nesso in tutti gli ambiti di intervento tra la fornitura di servizi e prodotti e il loro contributo agli obiettivi sociali; ritiene che il recepimento della direttiva sugli appalti pubblici debba essere accompagnato da iniziative volte ad accrescere le conoscenze del rapporto tra la spesa pubblica e il suo contributo al conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e a sviluppare le capacità dei responsabili degli appalti pubblici e dei soggetti dell'economia sociale; incoraggia i responsabili degli appalti pubblici a svolgere consultazioni preliminari di mercato prima dell'elaborazione dei documenti di gara, al fine di comprendere meglio cosa hanno da offrire i soggetti dell'economia sociale e in che modo questi possono soddisfare i requisiti degli appalti; invita i committenti a non aggiudicare gli appalti unicamente sulla base del prezzo più basso, ma del miglior valore, includendo pertanto criteri di qualità e considerazioni in merito all'impatto sociale; invita gli Stati membri a rafforzare la trasparenza e prevenire la corruzione nell'ambito degli appalti pubblici; sottolinea la necessità che le autorità pertinenti prendano in considerazione la cooperazione e i partenariati nell'accesso agli appalti pubblici da parte dei soggetti dell'economia sociale, come avviene in alcuni Stati membri;

16.  sottolinea che i rilevamenti da parte dei lavoratori possono essere una possibile soluzione per prevenire la perdita di posti di lavoro derivante da una ristrutturazione; accoglie con favore le iniziative esistenti negli Stati membri volte a fornire ai lavoratori interessati al rilevamento di un'impresa e alle cooperative che emergono da tali rilevamenti di lavoratori strutture di sostegno commerciale, tra cui consulenza legale, sostegno finanziario, assistenza nella preparazione di piani aziendali e fornitura dei dati necessari agli investitori esterni; incoraggia gli altri Stati membri a intraprendere iniziative simili e a includere questo tema nelle raccomandazioni del Consiglio per il 2023 onde sostenere ulteriormente tali iniziative a livello regionale e nazionale; pone in evidenza il ruolo dei rappresentanti dei lavoratori, compresi i sindacati, nel sostenere le federazioni di cooperative che assistono i rilevamenti di lavoratori e nell'agire in sinergia con le stesse per aumentare le loro possibilità di successo;

17.  sottolinea la necessità che la Commissione continui a collaborare strettamente con gli Stati membri per individuare strumenti e soluzioni per rimuovere gli ostacoli e accelerare le procedure giuridiche per trasferire la proprietà di un'impresa ai dipendenti attraverso cooperative di lavoratori o altre forme di soggetti dell'economia sociale di proprietà dei lavoratori; chiede alla Commissione di istituire una piattaforma dell'UE per lo scambio delle migliori pratiche tra gli Stati membri, le autorità locali e regionali e le reti dell'economia sociale;

18.  sottolinea l'importanza di promuovere il modello cooperativo e i suoi principi di partecipazione dei lavoratori e democrazia; incoraggia gli Stati membri a creare un ambiente giuridico favorevole per la costituzione e il funzionamento delle cooperative, comprese le cooperative di lavoratori;

19.  sottolinea il lavoro che l'UE sta svolgendo per estendere la tassonomia della finanza sostenibile agli obiettivi sociali; ritiene che la tassonomia dell'UE debba essere pertinente dal punto di vista sociale, tenendo conto al contempo della situazione delle microimprese e delle PMI, poiché può essere un fattore trainante per gli investimenti nell'economia sociale se tali investimenti sono adeguatamente allineati ai principi e alle caratteristiche dell'economia sociale;

20.  sottolinea l'importanza di rafforzare la pianificazione aziendale e le capacità di attuazione e valutazione dei soggetti dell'economia sociale, nonché l'importanza dell'alfabetizzazione mediatica pertinente, delle capacità di gestione, della leadership partecipativa, dell'apprendimento permanente, della resilienza e delle competenze necessarie per le transizioni in corso, comprese le transizioni verde e digitale, sostenendo l'alleanza delle competenze nell'ambito dell'economia sociale e della prossimità; auspica la creazione del futuro "patto per le competenze per l'economia sociale" per investire in tali competenze; invita inoltre le parti interessate dell'economia sociale ad allinearsi pienamente agli obiettivi del pilastro europeo dei diritti sociali assicurando che entro il 2030 almeno il 60 % dei loro dipendenti riceva formazione ogni anno;

21.  invita la Commissione a incoraggiare gli investimenti a impatto sociale e a valutare le misure esistenti per aumentare la partecipazione dei cittadini alle iniziative di finanziamento a impatto sociale, al fine di aumentare il finanziamento dei soggetti dell'economia sociale e la relativa visibilità;

22.  invita la Commissione a esaminare attentamente, insieme alle parti interessate dell'economia sociale e agli esponenti del mondo universitario, la fattibilità e la praticità delle obbligazioni a impatto sociale;

23.  si rammarica che i soggetti dell'economia sociale non figurino abbastanza nei programmi di studio dell'istruzione scolastica tradizionale e dell'istruzione superiore(21); alla luce di ciò, invita gli organismi di categoria e le autorità pubbliche competenti, in collaborazione con le parti interessate pertinenti, a riesaminare e valutare i programmi di studio a tutti i livelli di istruzione, dall'istruzione primaria a quella superiore, compresa la formazione professionale ed educativa, e a presentare raccomandazioni d'intervento; sottolinea la necessità di promuovere l'economia sociale tra i giovani; chiede alla Commissione di garantire una costante collaborazione tra il Centro europeo di competenza per l'innovazione sociale e gli istituti di istruzione superiore in tutti gli Stati membri, con l'obiettivo di elaborare progetti comuni e sensibilizzare in merito alle possibilità che l'economia sociale offre ai futuri giovani imprenditori e ai gruppi sottorappresentati, come le persone con disabilità, le donne, gli anziani e i gruppi socialmente vulnerabili;

24.  sottolinea che i soggetti dell'economia sociale sono da decenni leader nell'attuazione di modelli imprenditoriali circolari, specialmente in attività di riutilizzo, riparazione e riciclaggio, accelerando quindi la transizione verso l'economia circolare e rafforzando l'attenzione sull'impatto sociale positivo(22); sostiene l'iniziativa della Commissione volta a rafforzare la capacità dell'economia sociale di sviluppare ulteriormente servizi e prodotti più verdi;

25.  evidenzia il carattere distintivo delle cooperative dell'economia sociale nel campo delle energie rinnovabili, nell'ambito delle comunità energetiche, nel sistema energetico, in quanto promuovono pratiche di produzione e consumo di energia sostenibile, rafforzano la titolarità delle comunità e l'innovazione sociale, generano ampi vantaggi e possono essere utilizzate per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento in località remote e su talune isole;

26.  sottolinea il ruolo fondamentale svolto dai soggetti dell'economia sociale, comprese le mutue, nel settore dell'assistenza e sottolinea l'importante potenziale di crescita dell'economia sociale in questo settore, che può rispondere alla crescente domanda di servizi di assistenza e affrontare le sfide attuali come l'invecchiamento demografico; invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere un settore dell'assistenza di qualità prevedendo politiche adeguate e a garantire che l'imminente revisione degli aiuti di Stato garantisca una maggiore flessibilità per i soggetti dell'economia sociale che forniscono servizi sociali e sanitari;

27.  sottolinea l'importanza di dare maggiore rilievo alle metodologie e alle pratiche di misurazione dell'impatto sociale; invita la Commissione, con il sostegno delle parti interessate dell'economia sociale europea, a valutare attentamente lo sviluppo di metodologie di misurazione dell'impatto sociale che possano adattarsi alla diversità dei soggetti dell'economia sociale e attrarre ulteriori investimenti sociali;

28.  sottolinea l'importanza dell'economia sociale nel promuovere la parità di genere e nel fornire opportunità di lavoro alle donne, in particolare a quelle in situazioni di vulnerabilità; evidenzia che essa può essere un punto di ingresso in grado di agevolare la transizione dal lavoro informare a quello formale; osserva che le donne spesso costituiscono oltre il 60 % della forza lavoro dell'economia sociale e che, secondo i dati, nel settore si rilevano divari retributivi e di leadership più ridotti; invita la Commissione e gli Stati membri a eliminare tutti gli ostacoli per le donne al fine di conseguire la parità di genere; chiede di rafforzare la dimensione di genere nell'ambito delle politiche e dell'accesso ai finanziamenti per le donne impegnate nei soggetti dell'economia sociale, date le maggiori difficoltà incontrate dalle donne nell'accesso al credito rispetto agli uomini; chiede alla Commissione di identificare un ruolo chiaro per l'economia sociale nella prossima strategia europea per l'assistenza;

29.  invita la Commissione e gli Stati membri a instaurare partenariati per lo sviluppo di capacità e accordi formali a livello nazionale, transnazionale e interregionale con le reti dell'economia sociale e le loro organizzazioni rappresentative; sottolinea che occorre assicurare le condizioni necessarie per lo sviluppo e la professionalizzazione ulteriori dei soggetti dell'economia sociale, che possono essere raggiunte attraverso la fornitura di servizi di consulenza quali tutoraggio e coaching personalizzati, finanziamenti per lo sviluppo di capacità, formazione e istruzione, qualificazione e miglioramento del livello delle competenze o riqualificazione, servizi di incubazione e accesso alla consulenza legale;

30.  sottolinea il ruolo chiave che le nuove tecnologie e l'intelligenza artificiale, quando accessibili a tutti, possono svolgere nella creazione di posti di lavoro e nello sviluppo e nella crescita dell'economia sociale; sottolinea l'importanza di offrire agli imprenditori e ai dipendenti dell'economia sociale, prestando particolare attenzione ai lavoratori vulnerabili, un migliore accesso ai programmi di formazione sulle competenze digitali e le tecnologie avanzate, sia a livello dell'Unione che a livello nazionale, e invita la Commissione e gli Stati membri a esaminare in che modo le imprese tradizionali, il settore pubblico e i soggetti dell'economia sociale possono cooperare a tal fine; osserva che la transizione digitale nell'economia sociale dovrebbe essere incoraggiata, tra l'altro, attraverso la tassazione, gli appalti pubblici e gli aiuti di Stato;

31.  sottolinea che l'economia sociale è un modo per risolvere le sfide urbane; chiede che i finanziamenti siano gestiti a livello locale, ivi incluso nelle zone urbane;

32.  si compiace del fatto che molte autorità locali e regionali siano già dotate di strategie e piani d'azione ambiziosi per promuovere l'economia sociale; riconosce la necessità di rafforzare le capacità a livello locale e regionale e di affrontare le esigenze specifiche delle organizzazioni dell'economia sociale transfrontaliere, in particolare nelle zone rurali, insulari e remote; invita gli Stati membri a incoraggiare lo sviluppo di strategie regionali per l'economia sociale in tutte le regioni e ad assegnare le risorse finanziare in base alle priorità definite a livello locale; esorta la Commissione a pubblicare una panoramica delle diverse forme giuridiche dell'economia sociale esistenti negli Stati membri, in modo che le autorità locali e regionali possano concentrarsi su di esse nell'elaborare le loro strategie;

Sfruttare appieno le potenzialità degli strumenti dell'UE per far prosperare l'economia sociale

33.  invita gli Stati membri a fornire finanziamenti mirati ai soggetti dell'economia sociale e a sfruttare appieno gli attuali fondi dell'Unione per promuovere il settore dell'economia sociale, nonché a intensificare i loro sforzi volti ad assorbire i fondi resi loro disponibili per l'economia sociale;

34.  ritiene necessario agevolare l'accesso delle imprese dell'economia sociale ai fondi europei, anche nel contesto dei partenariati pubblico-privato, senza doverne stravolgere la natura giuridica e favorirne la partecipazione attiva alla definizione dell'agenda politica europea, come nel quadro dell'implementazione del pilastro europeo dei diritti sociali;

35.  si compiace della proposta di avvio nel 2023 di un nuovo sportello unico per l'economia sociale dell'UE; sottolinea che tale iniziativa ha il potenziale di sostenere i soggetti dell'economia sociale nel fornire orientamenti e informazioni importanti sui finanziamenti, sulle politiche, sulle reti e sulle piattaforme dell'Unione pertinenti, nonché sulle iniziative correlate;

36.  prende atto delle possibilità disponibili nell'ambito di InvestEU per sostenere l'economia sociale; esorta la Commissione e i partner esecutivi a progettare prodotti finanziari adattati alle esigenze delle imprese dell'economia sociale nell'ambito d'intervento "investimenti e competenze sociali" e a destinare risorse sufficienti a tali prodotti prestando attenzione ai progetti che si occupano contemporaneamente della trasformazione digitale e della transizione verde; rileva che dovrebbero essere definiti validi criteri di ammissibilità destinati agli intermediari finanziari che sostengono espressamente l'economia sociale e ritiene che debbano essere messi a disposizione servizi di consulenza nell'ambito del polo di consulenza InvestEU al fine di massimizzare la capacità di tali intermediari finanziari di attingere al programma InvestEU; invita la Commissione a garantire che altri prodotti finanziari di InvestEU, come quelli destinati alle PMI, siano resi accessibili ai soggetti dell'economia sociale, la maggior parte dei quali sono soggetti di piccolissime, piccole e medie dimensioni, al fine di consentire lo sviluppo di una rete di progetti su temi chiave e migliorare la sostenibilità economica a lungo termine dei soggetti dell'economia sociale nonché la loro adozione di soluzioni innovative;

37.  prende atto in particolare del ruolo chiave dei fondi della politica di coesione, tra cui il Fondo sociale europeo Plus (FSE+) nonché il Fondo europeo di sviluppo regionale e il Fondo di coesione, nel finanziare progetti in materia di economia sociale; rammenta gli obiettivi specifici dell'FSE+ di migliorare l'accesso all'occupazione per tutte le persone in cerca di lavoro, in particolare i giovani, e promuovere il lavoro autonomo e l'economia sociale; ricorda agli Stati membri che i finanziamenti dell'FSE+ possono essere utilizzati dalle autorità per gli appalti pubblici per finanziare i "facilitatori di clausole sociali", ovvero i professionisti incaricati di promuovere e sostenere l'attuazione delle clausole sociali a livello locale, e per prestare consulenza alle autorità pubbliche in merito alla formulazione dei capitolati d'oneri accessibili all'economia sociale;

38.  riconosce il grande potenziale dell'economia sociale per la creazione di posti di lavoro di qualità e stage retribuiti per i giovani, che possono accelerare la loro integrazione nel mercato del lavoro; esorta gli Stati membri a utilizzare i fondi disponibili nell'ambito della garanzia per i giovani rafforzata per promuovere l'economia sociale tra le generazioni più giovani, in quanto può migliorare la loro integrazione nel mercato del lavoro; accoglie con favore l'iniziativa della Commissione di avviare nel 2022, nell'ambito dell'FSE+, un'accademia per la politica dell'imprenditorialità giovanile al fine di promuovere l'imprenditorialità giovanile e invita la Commissione a prestare particolare attenzione all'imprenditorialità sociale e a sviluppare iniziative mirate per aiutare altri imprenditori sottorappresentati nell'economia sociale;

39.  sostiene la creazione di centri di competenza nazionali per l'innovazione sociale destinati agli imprenditori sociali e di un centro di competenza europeo per l'innovazione sociale; ricorda, tuttavia, alla Commissione e agli Stati membri che l'innovazione sociale è praticata da tutte le organizzazioni dell'economia sociale, compresi i prestatori di servizi sociali senza scopo di lucro, nonché gli imprenditori sociali; invita gli Stati membri ad affrontare le sfide specifiche del settore dei servizi sociali senza scopo di lucro per consentire a tale settore di proseguire il suo percorso innovativo, pur mantenendo le sovvenzioni e i sussidi offerti nel quadro dell'FSE+ o del progetto Erasmus+;

40.  si compiace dell'utilizzo di finanziamenti mirati dell'UE per progetti volti a sviluppare e permettere il trasferimento delle imprese ai loro dipendenti e, di conseguenza, la continuità dell'attività, anche attraverso il rilevamento da parte di una cooperativa di lavoratori(23);

41.  invita gli Stati membri a promuovere l'accesso dei soggetti dell'economia sociale ai finanziamenti di NextGenerationEU nel contesto dei relativi piani nazionali per la ripresa e la resilienza, in particolare per la promozione di un'occupazione di qualità, dell'inclusione sociale e di una transizione digitale e verde inclusiva per tutti;

42.  invita la Commissione, in occasione della prossima revisione del regolamento generale di esenzione per categoria (RGEC), ad ampliare l'ambito di applicazione del regolamento e tenere adeguatamente conto delle esigenze specifiche dei soggetti dell'economia sociale in termini di accesso ai finanziamenti e sviluppo del mercato; chiede alla Commissione di includere in maniera più efficace le considerazioni sociali, quali gli incentivi all'assunzione di lavoratori svantaggiati, ivi comprese le persone con disabilità, nel settore degli aiuti di Stato, in particolare nel contesto della ripresa post-COVID-19, e di studiare diverse possibilità fondate su dati concreti, previa consultazione delle parti interessate pertinenti, per sostenere lo sviluppo dei soggetti dell'economia sociale e fornire chiarezza e orientamenti alle autorità nazionali sulla base giuridica da impiegare per sostenere i soggetti dell'economia sociale attraverso gli aiuti di Stato;

43.  accoglie con favore i piani della Commissione di valutare l'avvio di meccanismi di coinvestimento specifici con fondazioni e organizzazioni filantropiche in relazione a questioni mirate come la lotta all'esclusione abitativa;

44.  esorta le autorità nazionali, regionali e locali a sfruttare meglio il potenziale delle norme vigenti in relazione alle disposizioni specifiche per i servizi di interesse economico generale (SIEG) per accedere al sostegno finanziario pubblico nell'ambito del regolamento dell'UE sugli aiuti di Stato, anche sfruttando appieno la possibilità, se del caso, di riconoscere come SIEG i soggetti dell'economia sociale che svolgono un'attività economica;

45.  accoglie con favore l'idea di lanciare una nuova iniziativa nel quadro del programma per il mercato unico, a sostegno della creazione di partenariati tra i soggetti dell'economia sociale e le imprese tradizionali, per consentire la creazione di un mercato di "acquisti sociali" da impresa a impresa che possa rafforzare l'economia sociale;

46.  ritiene che le attuali etichette e certificazioni per i soggetti dell'economia sociale potrebbero fungere da ispirazione per gli Stati membri; accoglie con favore l'impegno assunto nel piano d'azione per l'economia sociale ad avviare uno studio sulle etichette e sui sistemi di certificazione nazionali dell'economia sociale al fine di aumentare la visibilità dell'economia sociale e consentire un buon funzionamento del mercato unico e, sulla base dei relativi risultati, a esaminare la possibilità di gettare le basi per un sistema maggiormente standardizzato a livello dell'Unione; sottolinea che tale studio dovrebbe basarsi sui risultati precedenti e coinvolgere le parti interessate dell'economia sociale;

47.  raccomanda di ampliare l'ambito di applicazione della rete europea delle regioni dell'economia sociale al fine di rafforzare i nuovi partenariati regionali e locali, e in particolare per promuovere le transizioni verde e digitale nei territori;

48.  incoraggia la Commissione a individuare, in cooperazione con gli Stati membri, strumenti efficaci per sostenere e tutelare le organizzazioni della società civile, e in particolare i soggetti dell'economia sociale, negli Stati membri; sottolinea che il programma Cittadinanza, uguaglianza, diritti e valori, che si rivolge tra l'altro alle organizzazioni senza scopo di lucro, con un bilancio di 1,55 miliardi di EUR, rappresenta un contributo significativo alle sfide cui deve far fronte la società civile nell'UE;

49.  osserva che il finanziamento delle organizzazioni senza scopo di lucro richiede spesso il cofinanziamento e che imporre loro l'obbligo di disporre di una quota troppo elevata di risorse proprie può essere proibitivo; sottolinea, pertanto, che occorre valutare la quota di risorse proprie necessaria per il cofinanziamento e che è necessario prendere in considerazione diverse risorse che potrebbero essere monetizzate, ad esempio il volontariato o i contributi in natura;

50.  si compiace che la Commissione abbia avviato uno studio che fornirà un'analisi comparativa dei regimi giuridici e degli scenari delle associazioni nell'UE; chiede alla Commissione di presentare, sulla base dell'articolo 352 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, una proposta di regolamento recante uno statuto delle associazioni europee, sulla scorta delle raccomandazioni formulate nella risoluzione del Parlamento del 17 febbraio 2022 recante raccomandazioni alla Commissione su uno Statuto delle associazioni e organizzazioni senza scopo di lucro transfrontaliere europee e nella parte I del relativo allegato;

Verso un'efficace applicazione del piano d'azione per l'economia sociale

51.  si compiace vivamente della proposta di raccomandazione del Consiglio sulle condizioni quadro dell'economia sociale, che dovrebbe essere approvata nel 2023; sottolinea che la raccomandazione dovrebbe fornire una definizione comune a livello di Unione di economia sociale, che si basi sui suoi principi e le sue caratteristiche principali quali delineati nel piano d'azione per l'economia sociale ed evidenzia che sia la raccomandazione che la definizione devono tenere conto della diversità dei soggetti dell'economia sociale negli Stati membri; sottolinea che la raccomandazione deve avere l'obiettivo principale di rafforzare i quadri giuridici e politici per l'economia sociale, in particolare negli Stati membri in cui l'ecosistema dell'economia sociale è meno sviluppato; ritiene che la raccomandazione dovrebbe evidenziare chiaramente gli strumenti di sostegno messi a disposizione dall'UE e fornire orientamenti in relazione a politiche specifiche, quali quadri giuridici adeguati per diversi tipi di soggetti dell'economia sociale, appalti pubblici, aiuti di Stato, occupazione, politiche sociali e sanitarie, fiscalità, istruzione, competenze e formazione, nonché l'importanza di collegare le transizioni in corso con l'agenda dell'economia sociale;

52.  sottolinea l'importanza della partecipazione dei lavoratori e della governance democratica, principi riconosciuti nel piano d'azione per l'economia sociale, per il conseguimento degli obiettivi dell'economia sociale; sottolinea che tutti i lavoratori dell'economia sociale devono godere di condizioni di lavoro e di occupazione dignitose e avere prospettive di avanzamento professionale, idealmente basate su contratti collettivi; evidenzia, in tale contesto, che i soggetti dell'economia sociale devono rispettare i diritti sindacali, il dialogo sociale e la contrattazione collettiva; invita la Commissione a far sì che l'intero sostegno finanziario dell'UE ai soggetti dell'economia sociale sia subordinato al rispetto da parte degli stessi delle condizioni di lavoro e di occupazione applicabili e/o agli obblighi dei datori di lavoro stabiliti dalla legge e/o derivanti dai contratti collettivi; sottolinea che, poiché il loro modello si basa sulla partecipazione dei lavoratori, i soggetti dell'economia sociale sono in una buona posizione per promuovere il dialogo sociale e la contrattazione collettiva; evidenzia pertanto la necessità di sviluppare ulteriormente il dialogo sociale, sia a livello nazionale che a livello europeo, e la contrattazione collettiva nell'economia sociale;

53.  invita la Commissione e il Servizio europeo per l'azione esterna a promuovere l'economia sociale a livello internazionale e ad aumentare la visibilità del settore nella dimensione esterna delle politiche dell'Unione, tra l'altro, riconoscendo e includendo la sua specificità nei futuri accordi di associazione e fornendo informazioni e formazione sull'economia sociale al personale delle delegazioni dell'UE, nonché valutando come tali azioni possono contribuire allo sviluppo dell'economia sociale nei paesi terzi;

54.  deplora che i propri inviti rivolti in passato alla Commissione a presentare proposte affinché le mutue, le associazioni e le fondazioni possano svolgere le loro attività su scala europea e transfrontaliera non abbiano comportato alcun cambiamento legislativo, compromettendo così il modello sociale europeo e ostacolando il completamento del mercato interno; ribadisce il suo invito a introdurre norme minime comuni per le organizzazioni senza scopo di lucro in tutta l'UE e a istituire uno statuto delle associazioni europee e invita la Commissione a spiegare pubblicamente i motivi per i quali le richieste del Parlamento non hanno avuto seguito; propone, vista l'occasione offerta dal piano d'azione per l'economia sociale e viste le attività del comitato di monitoraggio della dichiarazione di Lussemburgo, in cui è rappresentata la maggioranza degli Stati membri, di prendere in considerazione la cooperazione rafforzata come strumento per superare le suddette situazioni di stallo decennale;

55.  rileva che per realizzare il pieno potenziale del settore dell'economia sociale nel far fronte alle sfide socioeconomiche, occorre che le autorità pubbliche e i soggetti dell'economia sociale individuino chiaramente le priorità sociali; evidenzia che i progetti dell'economia sociale richiedono spesso uno stretto partenariato con gli enti pubblici; invita pertanto la Commissione e gli Stati membri a definire, nell'ambito del quadro di governance macroeconomica previsto a livello di UE, una nuova strategia di investimento sociale in cui siano chiaramente individuate le priorità sociali, in linea con il pilastro europeo dei diritti sociali, e che possa fungere da quadro per la cooperazione tra le autorità pubbliche e i soggetti dell'economia sociale;

56.  invita la Commissione a utilizzare le relazioni per paese e le raccomandazioni specifiche per paese nel quadro del semestre per monitorare lo sviluppo dell'economia sociale in Europa e invita la Commissione a rendere le sue iniziative più ambiziose e coerenti e, ove possibile, a proporre misure giuridiche;

57.  invita la Commissione a controllare che gli Stati membri diano seguito agli impegni relativi all'economia sociale definiti nei piani nazionali per la ripresa e la resilienza (PNRR);

58.  plaude all'annuncio dello svolgimento di un nuovo studio per raccogliere informazioni qualitative e quantitative sull'economia sociale in tutti gli Stati membri; chiede che tale studio riguardi i diversi tipi di soggetti dell'economia sociale e raccolga dati disaggregati sui lavoratori; rimarca la necessità di dati dettagliati, standardizzati, comparabili e attendibili sulla portata e sull'incidenza dell'economia sociale, al fine di agevolare decisioni d'intervento basate su dati concreti, adeguare lo sviluppo dell'economia sociale alle esigenze future e contribuire agli obiettivi economici e sociali dell'UE; invita la Commissione, nell'ambito di detto lavoro, ad aggiornare lo studio del 2012 sulle mutue nell'Unione al fine di individuare opportunità e ostacoli al loro sviluppo, in particolare nel settore sanitario e assicurativo; invita la Commissione e le autorità statistiche nazionali a collaborare con Eurostat per raccogliere dati standardizzati e aggiornarli e analizzarli regolarmente;

59.  accoglie con favore il lavoro della Commissione su un percorso di transizione per l'economia sociale ed ecosistemi industriali di prossimità; osserva, tuttavia, che sono necessarie ulteriori informazioni per comprendere come tale percorso interagirà con altre iniziative regionali e locali e per garantire un'attuazione efficace sul campo;

60.  invita gli Stati membri a designare coordinatori dell'economia sociale e a istituire punti di contatto locali per l'economia sociale onde sensibilizzare in merito al sostegno e ai finanziamenti, tra cui quelli dell'UE, e facilitare l'accesso agli stessi; chiede alla Commissione di istituire una piattaforma online unica dell'UE per lo scambio delle migliori pratiche tra gli Stati membri, le autorità locali e regionali e le reti dell'economia sociale; sottolinea che tale piattaforma deve essere gestita in collaborazione con le reti europee dell'economia sociale e il gruppo di esperti della Commissione sull'economia sociale e sulle imprese sociali (GECES); ritiene che sia necessario garantire uno stretto coordinamento tra i coordinatori nazionali, i punti di contatto locali, la piattaforma online dell'UE e lo sportello per l'economia sociale dell'UE al fine di massimizzare lo scambio di conoscenze e le sinergie, nonché la visibilità delle opportunità per gli attori dell'economia sociale ed evitare possibili duplicazioni delle attività;

61.  invita la Commissione a collaborare ulteriormente con il GECES e a costituire una task force per l'attuazione del piano d'azione per l'economia sociale che includa il GECES e coordinatori nazionali incaricati di svolgere attività di controllo e riferire regolarmente al Parlamento, al Consiglio e alle parti interessate pertinenti, comprese le parti sociali, e a diffonderne la composizione e il calendario degli interventi;

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62.  incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

(1) GU L 94 del 28.3.2014, pag. 65.
(2) GU C 116 del 31.3.2021, pag. 162.
(3) Testi approvati, P9_TA(2022)0044.
(4) GU C 117 dell'11.3.2022, pag. 53.
(5) GU C 99 dell'1.3.2022, pag. 122.
(6) GU C 465 del 17.11.2021, pag. 110.
(7) GU C 345 del 16.10.2020, pag. 2.
(8) GU C 425 del 20.10.2021, pag. 2.
(9) GU C 118 dell'8.4.2020, pag. 145.
(10) GU C 316 del 22.9.2017, pag. 224.
(11) GU C 75 del 26.2.2016, pag. 34.
(12) GU C 75 del 26.2.2016, pag. 11.
(13) GU C 36 del 29.1.2016, pag. 111.
(14) GU C 419 del 16.12.2015, pag. 42.
(15) GU C 76 E del 25.3.2010, pag. 16.
(16) GU C 99 del 13.4.1987, pag. 205.
(17) OCSE/Unione europea, Policy brief on making the most of the Social Economy's contribution to the Circular Economy (Documento programmatico sulla valorizzazione del contributo dell'economia sociale all'economia circolare), 2022.
(18) https://www.eesc.europa.eu/sites/default/files/files/qe-04-17-875-it-n.pdf
(19) Commissione europea, direzione generale per l'Occupazione, gli affari sociali e l'inclusione, Hayday, M., Varga, E., A recipe book for social finance: a practical guide on designing and implementing initiatives to develop social finance instruments and markets (Ricettario per la finanza sociale: guida pratica relativa all'elaborazione e all'attuazione di iniziative di sviluppo degli strumenti e dei mercati finanziari sociali), Ufficio delle pubblicazioni, 2017.
(20) Tra l'altro, nelle sue risoluzioni del 16 dicembre 2020 su una nuova strategia per le PMI europee (GU C 445 del 29.10.2021, pag. 2) e del 24 giugno 2021 sull'adeguatezza, la sussidiarietà e la proporzionalità normative dell'Unione europea - relazione "Legiferare meglio" relativa agli anni 2017, 2018 e 2019 (GU C 81 del 18.2.2022, pag. 74).
(21) Eurofound, Labour market change. Cooperatives and social enterprises: Work and employment in selected countries, (Il cambiamento del mercato del lavoro. Cooperative e imprese sociali: lavoro e occupazione in paesi selezionati), Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea, Lussemburgo, 2019.
(22) OCSE/Commissione europea, Policy brief on making the most of the social economy's contribution to the circular economy (Documento programmatico sulla valorizzazione del contributo dell'economia sociale all'economia circolare), OECD Local Economic and Employment Development (LEED) Papers, n. 2022/01, OECD Publishing, 2022.
(23) Ad esempio, i modelli innovativi di trasferimento delle imprese per le piccole e medie imprese nella regione del Mar Baltico finanziati nel contesto di Interreg, il ricorso ai finanziamenti del Fondo sociale europeo e del programma per l'occupazione e l'innovazione sociale (EaSI) e i progetti pilota sostenuti dal Parlamento europeo "Transfer to Coops" e "Saving Jobs".

Ultimo aggiornamento: 30 novembre 2022Note legali - Informativa sulla privacy