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Procedura : 2022/2826(RSP)
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RC-B9-0409/2022

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PV 14/09/2022 - 15.2
CRE 14/09/2022 - 15.2

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PV 15/09/2022 - 11.2
CRE 15/09/2022 - 11.2

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P9_TA(2022)0321

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Giovedì 15 settembre 2022 - Strasburgo
Violazioni dei diritti umani in Uganda e in Tanzania collegate agli investimenti in progetti relativi ai combustibili fossili
P9_TA(2022)0321RC-B9-0409/2022

Risoluzione del Parlamento europeo del 15 settembre 2022 sulle violazioni dei diritti umani in Uganda e in Tanzania collegate agli investimenti in progetti relativi ai combustibili fossili (2022/2826(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sull'Uganda e la Tanzania,

–  visti gli orientamenti dell'UE sui difensori dei diritti umani e gli orientamenti dell'UE sui diritti umani relativamente alla libertà di espressione online e offline,

–  vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948, di cui l'Uganda è firmataria, in particolare l'articolo 9,

–  visto il Patto internazionale sui diritti civili e politici del 16 dicembre 1966, ratificato dall'Uganda il 21 giugno 1995, in particolare l'articolo 9, che garantisce il diritto alla libertà dall'arresto o dalla detenzione arbitrari,

–  vista la Dichiarazione sul diritto e la responsabilità degli individui, dei gruppi e degli organi della società di promuovere e proteggere le libertà fondamentali e i diritti umani universalmente riconosciuti, nota anche come Dichiarazione delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani, adottata il 9 dicembre 1998,

–  visto l'accordo di Parigi, adottato in occasione della 21ª Conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici tenutasi a Parigi il 12 dicembre 2015 e firmata il 22 aprile 2016 da tutti i paesi dell'UE, dall'Uganda e dalla Tanzania, solo per citarne alcuni,

–  vista la strategia comune Africa-UE,

–  vista la risoluzione adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 28 luglio 2022, approvata da 161 paesi, inclusi tutti gli Stati membri dell'UE, che sancisce l'accesso a un ambiente pulito e sano quale diritto umano universale,

–  visti l'articolo 144, paragrafo 5, e l'articolo 132, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.  considerando che il progetto di sviluppo per il lago Alberto conta diversi partner, tra cui la multinazionale petrolifera francese TotalEnergies (Total), principale investitore, nonché la China National Offshore Oil Corporation, la Uganda National Oil Company e la Tanzania Petroleum Development Corporation; che la produzione derivante dal progetto sarà trasportata verso il porto di Tanga, in Tanzania, attraverso un condotto transfrontaliero, l'oleodotto per il trasporto del greggio nell'Africa orientale ("East African Crude Oil Pipeline" – EACOP); che il progetto EACOP è stato avviato il 1° febbraio 2022 e dovrebbe essere ultimato entro il 2025; che Total ha lanciato due importanti progetti di prospezione petrolifera in Uganda, tra cui il progetto Tilenga, che prevede la trivellazione nell'area naturale protetta delle cascate Murchison;

B.  considerando che la fase di costruzione e la fase operativa dovrebbero provocare ulteriori effetti negativi gravi sulle comunità presenti nelle aree di prospezione petrolifera e attraversate dall'oleodotto, in particolare pregiudicando le risorse idriche e danneggiando irrimediabilmente i mezzi di sussistenza degli agricoltori, dei pescatori e dei proprietari di attività turistiche, che dipendono dalle ricche risorse naturali della regione; che le infrastrutture offshore dell'EACOP sulla costa della Tanzania saranno costruite in una zona ad alto rischio tsunami, mettendo a repentaglio le aree marine protette; che tali rischi sono stati segnalati dalla commissione olandese per la valutazione ambientale nel suo riesame consultivo della nuova versione della valutazione dell'impatto ambientale e sociale dell'EACOP, nel quale evidenziava in particolare che la tecnica proposta per l'attraversamento dell'acqua e delle zone umide (fossa aperta) rischia di produrre impatti negativi significativi, in particolare nelle zone umide;

C.  considerando che, da quanto già segnalato, i rischi e gli impatti provocati dallo sviluppo delle infrastrutture dei campi petroliferi e dell'oleodotto sono immensi e sono esaustivamente documentati in diverse valutazioni d'impatto basate sulla comunità e in diversi studi di esperti indipendenti; che, secondo le stime, il progetto metterà in pericolo riserve e habitat naturali; che, nonostante i vantaggi annunciati dai partner del progetto in termini economici e di posti di lavoro, molti cittadini e molte organizzazioni della società civile dell'Africa orientale continuano a manifestare forte opposizione alla costruzione dell'oleodotto e dei progetti associati, affermando che il loro impatto sulle comunità locali e l'ambiente non vale il rischio;

D.  considerando che la maggior parte della produzione che tale progetto petrolifero su larga scala dovrebbe offrire sarebbe estratta e venduta dopo il 2030; che l'estrazione di petrolio in Uganda genererebbe fino a 34 milioni di tonnellate di emissioni di carbonio all'anno; che, in una relazione del 2021, l'Agenzia internazionale per l'energia (AIE) ha avvertito che, per limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C in modo da prevenire gli effetti più distruttivi dei cambiamenti climatici, sarebbe necessario arrestare immediatamente lo sviluppo di nuovi progetti nel settore petrolifero e del gas; che diversi esperti ambientali e climatici hanno segnalato numerose carenze critiche in tali valutazioni dell'impatto ambientale e sociale e reputano inevitabile che nel ciclo di vita del progetto EACOP si verificheranno fuoriuscite di petrolio;

E.  considerando che, nella loro comunicazione del 24 gennaio 2022, i quattro relatori speciali delle Nazioni Unite sulla situazione dei difensori dei diritti umani hanno espresso preoccupazione in merito agli arresti, alle intimidazioni e alle vessazioni giudiziarie a danno dei difensori dei diritti umani e delle organizzazioni non governative (ONG) che operano nel settore del petrolio e del gas in Uganda; che, secondo alcune segnalazioni, diversi difensori dei diritti umani, giornalisti e attori della società civile sarebbero stati vittime di criminalizzazione, intimidazioni e vessazioni, tra cui: Maxwell Atuhura, difensore dei diritti ambientali e operatore sul campo a Buliisa per la ONG Africa Institute for Energy Governance, che ha subito un'irruzione in casa ed è stato arrestato arbitrariamente; Federica Marsi, giornalista italiana, arrestata arbitrariamente il 25 maggio 2021; Joss Kaheero Mugisa, presidente della ONG Oil and Gas Human Rights Defenders Association, che ha trascorso 56 notti in carcere senza essere condannato da un tribunale; Robert Birimuye, rappresentante delle persone interessate dal progetto EACOP nel distretto di Kyotera, anch'egli arbitrariamente arrestato; Yisito Kayinga Muddu, coordinatore di Community Transformation Foundation Network – COTFONE, la cui casa e il cui ufficio sono stati oggetto di irruzione lo stesso giorno; e Fred Mwesigwa, il quale, dopo aver testimoniato nella causa intentata contro TotalEnergies in Francia, ha ricevuto minacce di morte;

F.  considerando che dal 2019 Total è oggetto di un'azione legale in Francia con l'accusa di non aver messo in atto un adeguato piano di vigilanza che copra i rischi per la salute, la sicurezza, l'ambiente e i diritti umani, come richiesto dalla legge francese sul "dovere di vigilanza", in relazione ai progetti Tilenga e EACOP e al loro impatto sui diritti umani; che, poiché i ricorsi di Total sono stati respinti dalla Corte di cassazione francese nel dicembre 2021, la causa deve ora essere esaminata nel merito e la sentenza è ancora pendente;

G.  considerando che a una missione della delegazione dell'UE e delle ambasciate di Francia, Belgio, Danimarca, Norvegia e Paesi Bassi è stato vietato l'ingresso nella zona petrolifera il 9 novembre 2021;

H.  considerando che quasi 118 000 persone subiscono le conseguenze di tali progetti petroliferi: alcune hanno assistito alla distruzione delle loro abitazioni per facilitare la costruzione di strade di accesso o dell'impianto di trasformazione, altre hanno subito la confisca totale o parziale dei terreni, perdendo il libero uso delle loro proprietà e quindi dei loro mezzi di sussistenza, senza il previo versamento di un indennizzo equo e adeguato; che il risarcimento versato è spesso troppo esiguo per consentire agli agricoltori i cui terreni sono stati espropriati di acquistare terreni comparabili sui quali proseguire l'attività agricola; che, pertanto, l'esiguità di tale risarcimento ne compromette seriamente e, a priori, definitivamente il reddito e le condizioni di vita, cosicché le persone ricollocate non possono più generare redditi sufficienti per sfamare le famiglie, mandare i figli a scuola o accedere all'assistenza sanitaria; che i diritti delle comunità indigene al consenso libero, previo e informato non sono rispettati conformemente alle norme internazionali;

1.  esprime profonda preoccupazione per le violazioni dei diritti umani in Uganda e Tanzania legate agli investimenti in progetti di combustibili fossili, tra cui la detenzione illecita di difensori dei diritti umani, la sospensione arbitraria delle ONG, le pene detentive arbitrarie e lo sfratto di centinaia di persone dalla loro terra senza un risarcimento equo e adeguato; esprime preoccupazione per gli arresti, gli atti di intimidazione e le vessazioni giudiziarie a danno dei difensori dei diritti umani e delle ONG che operano nel settore del petrolio e del gas in Uganda; chiede alle autorità di garantire che i difensori dei diritti umani, i giornalisti e i gruppi della società civile siano liberi di svolgere il loro lavoro nelle comunità a rischio e chiede che tutti i difensori dei diritti umani arrestati arbitrariamente siano immediatamente rilasciati;

2.  invita i governi dell'Uganda e della Tanzania ad adottare misure concrete per garantire che le autorità, le forze di sicurezza e le politiche rispettino e osservino le norme in materia di diritti umani; insiste in particolare affinché l'UE e gli altri attori internazionali mantengano e rafforzino il loro approccio integrato e coordinato sull'Uganda, che comprende la promozione del buon governo, della democrazia e dei diritti umani, e il rafforzamento del sistema giudiziario e dello Stato di diritto, ed esorta l'UE e i suoi Stati membri a sollevare queste preoccupazioni attraverso canali pubblici e diplomatici; esorta il governo ugandese a riabilitare le 54 ONG che sono state arbitrariamente chiuse o sospese e a garantire alle persone sfollate senza aver ricevuto un giusto e adeguato risarcimento l'accesso alle loro terre;

3.  ricorda che, a seguito del progetto EACOP, oltre 100 000 persone sono a rischio imminente di sfollamento senza adeguate garanzie di una sufficiente compensazione; insiste affinché le persone sfrattate o cui è stato negato l'accesso alla loro terra siano risarcite in modo tempestivo, equo e adeguato, come previsto dalla Costituzione ugandese e come promesso dalle imprese; invita le autorità ad adottare ulteriori misure per risarcire adeguatamente le persone per la perdita di proprietà e terreni, per proteggere il diritto alla salute delle comunità locali, il loro ambiente, i mezzi di sussistenza e le libertà civili e per fornire un risarcimento a quanti sono stati colpiti dalle attività petrolifere nei decenni passati; invita entrambi i governi ad aggiornare la legislazione nazionale in materia di acquisto e valutazione dei terreni e di reinsediamento per garantirne l'allineamento alle norme regionali e internazionali, compreso il diritto al consenso libero, previo e informato;

4.  ribadisce il suo invito alle autorità ugandesi a consentire alle organizzazioni della società civile, ai giornalisti indipendenti, agli osservatori internazionali e ai ricercatori un accesso libero, significativo e senza restrizioni alla zona petrolifera;

5.  rinnova la sua richiesta di una direttiva forte e ambiziosa sul dovere di diligenza obbligatorio per le imprese e di un ambizioso strumento internazionale giuridicamente vincolante per far fronte agli obblighi in materia di diritti umani, ambiente e clima, espressa nella sua risoluzione del 10 marzo 2021 recante raccomandazioni alla Commissione concernenti la dovuta diligenza e la responsabilità delle imprese(1);

6.  invita l'UE e la comunità internazionale a esercitare la massima pressione sulle autorità ugandesi e tanzaniane, nonché sui promotori dei progetti e sulle parti interessate, a proteggere l'ambiente e a porre fine alle attività estrattive negli ecosistemi protetti e sensibili, comprese le sponde del lago Alberto, e a impegnarsi a utilizzare i migliori mezzi disponibili per preservare la cultura, la salute e il futuro delle comunità interessate e a esplorare alternative in linea con gli impegni internazionali in materia di clima e biodiversità; invita i promotori del progetto EACOP in Uganda e Tanzania a risolvere tutte le controversie che avrebbero dovuto essere risolte prima dell'avvio del progetto e a tenere conto di tutti i rischi summenzionati che minacciano tale progetto; esorta TotalEnergies a dedicare un anno prima dell'avvio del progetto allo studio della fattibilità di un percorso alternativo per salvaguardare meglio gli ecosistemi protetti e sensibili e le risorse idriche in Uganda e Tanzania, limitando la vulnerabilità dei bacini fluviali della regione africana dei Grandi Laghi, che rappresentano una risorsa fondamentale per la regione, e a esplorare progetti alternativi basati sulle energie rinnovabili per un migliore sviluppo economico;

7.  esprime preoccupazione per la crescente influenza economica della Cina e della Russia, in particolare nel settore dell'energia; è preoccupato a tale proposito per l'interesse delle autorità ugandesi a sviluppare una centrale nucleare con l'assistenza russa; ricorda che il mondo democratico ha imposto misure restrittive mirate alle società e alle entità russe, comprese quelle del settore energetico, in risposta alla sua aggressione nei confronti dell'Ucraina;

8.  incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al rappresentante speciale dell'Unione europea per i diritti umani, al Presidente della Repubblica dell'Uganda, al Presidente della Repubblica unita della Tanzania e ai Presidenti dei parlamenti ugandese e tanzaniano.

(1) GU C 474 del 24.11.2021, pag. 11.

Ultimo aggiornamento: 18 gennaio 2023Note legali - Informativa sulla privacy