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Procedura : 2022/2836(RSP)
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B9-0426/2022

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Giovedì 6 ottobre 2022 - Strasburgo
"Uno slancio per gli oceani" per rafforzare la governance degli oceani e la biodiversità
P9_TA(2022)0356B9-0426/2022

Risoluzione del Parlamento europeo del 6 ottobre 2022 su "Uno slancio per gli oceani" per rafforzare la governance degli oceani e la biodiversità (2022/2836(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  vista la comunicazione della Commissione dell'11 dicembre 2019 dal titolo "Il Green Deal europeo" (COM(2019)0640),

–  vista la sua risoluzione del 15 gennaio 2020 sul Green Deal europeo(1),

–  vista la comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 10 novembre 2016, dal titolo: "Governance internazionale degli oceani: un'agenda per il futuro dei nostri oceani (JOIN(2016)0049)",

–  vista la sua risoluzione del 16 gennaio 2018 sulla governance internazionale degli oceani: un'agenda per il futuro dei nostri oceani nel contesto degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) per il 2030(2),

–  vista la comunicazione comune della Commissione e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza del 24 giugno 2022 sulla governance internazionale degli oceani – "Definire la rotta verso un pianeta blu sostenibile" (JOIN(2022)0028),

–  viste la comunicazione della Commissione del 20 maggio 2020, dal titolo "Strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030 – Riportare la natura nella nostra vita" (COM(2020)0380), compreso il suo obiettivo di creare una rete coerente di zone marine protette che coprano il 30 % dei mari dell'UE e la sua risoluzione del 9 giugno 2021 al riguardo(3),

–  vista la direttiva 2008/56/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 giugno 2008, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria nel campo della politica per l'ambiente marino (direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino)(4),

–  vista la direttiva 2014/89/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 luglio 2014, che istituisce un quadro per la pianificazione dello spazio marittimo(5) (direttiva sulla pianificazione dello spazio marittimo),

–  vista la sua risoluzione del 25 marzo 2021 sugli effetti dei rifiuti marini sulla pesca(6),

–  vista la sua risoluzione del 3 maggio 2022 verso un'economia blu sostenibile nell'UE: il ruolo dei settori della pesca e dell'acquacoltura(7)

–  viste le sue risoluzioni del 6 luglio 2016 sulla decisione del Giappone di riprendere la caccia alla balena durante la stagione 2015-2016(8) e del 12 settembre 2017 sulla caccia alla balena in Norvegia(9)

–  visto il progetto della Commissione nell'ambito del programma Orizzonte Europa dal titolo "Missione stella marina 2030: far rivivere i nostri oceani e le nostre acque",

–  vista la comunicazione della Commissione del 10 ottobre 2007 intitolata "Una politica marittima integrata per l'Unione europea" (COM(2007)0575),

–  visto l'accordo di partenariato tra l'Unione europea e i membri dell'Organizzazione degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico a seguito dei negoziati Post-Cotonou,

–  viste la ratifica e l'entrata in vigore della Convenzione sulle sostanze pericolose e nocive per mare, adottata nel 2010, che modifica un precedente strumento adottato nel 1996,

–  vista la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, dal titolo "Transforming our world: the 2030 Agenda for Sustainable Development" (Trasformare il nostro mondo: l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile), adottata in occasione del vertice delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile il 25 settembre 2015 a New York e in particolare l'obiettivo di sviluppo sostenibile 14 dell'Agenda per lo sviluppo sostenibile 2030 delle Nazioni Unite che incoraggia la conservazione e lo sfruttamento sostenibile degli oceani, dei mari e delle risorse marine,

–  visti la convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) e l'accordo di Parigi sui cambiamenti climatici del 2015, entrato in vigore il 4 novembre 2016,

–  visto il patto per il clima di Glasgow adottato nell'ambito dell'UNFCCC il 13 novembre 2021,

–  vista la Convenzione sulla diversità biologica entrata in vigore il 29 dicembre 1993,

–  vista la Convenzione dell'ONU sul diritto del mare (UNCLOS), firmata a Montego Bay, Giamaica, il 10 dicembre 1982 ed entrata in vigore il 16 novembre 1994,

–  visti il mandato dell'Autorità internazionale dei fondi marini istituita a norma dell'UNCLOS e l'accordo del 1994 relativo all'attuazione della parte XI dell'UNCLOS,

–  vista la relazione speciale 2019 del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico del 24 settembre 2019 in materia di oceani e criosfera nell'era dei cambiamenti climatici,

–  vista l'iniziativa del decennio delle scienze oceaniche per lo sviluppo sostenibile (2021‑2030) proclamato dalle Nazioni Unite,

–  vista la relazione di valutazione globale sulla biodiversità e i servizi ecosistemici della piattaforma intergovernativa scienza-politica per la biodiversità e i servizi ecosistemici, del maggio 2019,

–  visto il One Ocean Summit, svoltosi a Brest, Francia, dal 9 all'11 febbraio 2022,

–  vista la risoluzione adottata dall'Assemblea delle Nazioni Unite per l'ambiente a Nairobi il 2 marzo 2022 dal titolo "Porre fine all'inquinamento da plastica: verso uno strumento internazionale giuridicamente vincolante",

–  vista la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 24 dicembre 2017 sullo sviluppo di uno strumento internazionale giuridicamente vincolante nel quadro dell'UNCLOS per la conservazione e l'uso sostenibile della diversità biologica marina delle zone non sottoposte a giurisdizione nazionale,

–  viste la conferenza ad alto livello delle Nazioni Unite a sostegno dell'attuazione dell'OSS 14 (Conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani), tenutasi a Lisbona dal 27 giugno al 1º luglio 2022, e la successiva adozione della dichiarazione di Lisbona,

–  vista la settima conferenza ad alto livello "Il nostro oceano", organizzata congiuntamente dalla Repubblica di Palau e dagli Stati Uniti il 13 e 14 aprile 2022,

–  vista la Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità (COP15) che si terrà a Montreal dal 5 al 17 dicembre 2022,

–  visto l'accordo dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) sull'eliminazione delle sovvenzioni dannose alla pesca, adottato in occasione della 12a conferenza ministeriale dell'OMC il 17 giugno 2022,

–  vista la dichiarazione di Bizerte adottata in occasione del Forum mondiale del mare nel settembre 2022,

–  vista la relazione speciale n. 20/2022 della Corte dei conti europea, del 26 settembre 2022, dal titolo "Azione dell’UE per contrastare la pesca illegale – Regimi di controllo in atto ma indeboliti da verifiche e sanzioni non uniformi applicate dagli Stati membri",

–  vista la comunicazione della Commissione del 19 novembre 2020 dal titolo "Una strategia dell'UE per sfruttare il potenziale delle energie rinnovabili offshore per un futuro climaticamente neutro" (COM(2020)0741),

–  vista la sua risoluzione del 16 febbraio 2022 su una strategia europea per le energie rinnovabili offshore(10),

–  vista la relazione speciale n. 26/2020 della Corte dei conti, del 26 novembre 2020, dal titolo "Ambiente marino: la protezione esercitata dall'UE è estesa ma non va in profondità",

–  vista la sua risoluzione dell'8 luglio 2021 sull'istituzione di zone marine protette nell'Antartico e la conservazione della biodiversità nell'Oceano australe(11),

–  vista la sua risoluzione del 7 luglio 2021 sull'impatto provocato sul settore della pesca dagli impianti eolici offshore e da altri sistemi energetici rinnovabili(12),

–  visto l'articolo 132, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.  considerando che il Parlamento europeo ha dichiarato un'emergenza climatica e ambientale e si è impegnato ad adottare senza indugio le misure concrete necessarie per combattere e arginare tale minaccia prima che sia troppo tardi; che la perdita di biodiversità e i cambiamenti climatici sono interconnessi e si acuiscono a vicenda, costituendo uguali minacce alla vita del nostro pianeta, e in quanto tali dovrebbero essere affrontanti insieme senza indugio;

B.  considerando che la natura si sta deteriorando a un ritmo e su una scala senza precedenti nella storia umana; che, in tutto il mondo, si stima che un milione di specie sia a rischio di estinzione; che solo il 23 % delle specie e il 16 % degli habitat a norma delle direttive sulla tutela della natura dell'UE presentano una condizione favorevole;

C.  considerando che gli oceani occupano il 71 % della superficie terrestre, producono metà dell'ossigeno, assorbono un terzo delle emissioni di CO2 e il 90 % del calore in eccesso nel sistema climatico(13) e svolgono un ruolo unico e vitale come regolatore del clima nel contesto della crisi climatica;

D.  considerando che il mondo sta attraversando una crisi climatica e ambientale che richiede risposte globali che individuino sfide, sinergie e settori di cooperazione comuni;

E.  considerando che si ritiene che le acque profonde abbiano la maggiore biodiversità terrestre, con circa 250 000 specie note e molte altre ancora da scoprire, e che almeno due terzi delle specie marine del mondo non sono ancora identificate(14);

F.  considerando che l'UE e i suoi Stati membri rappresentano la più grande area marittima al mondo, tenendo conto delle aree marittime dei paesi e territori d'oltremare;

G.  considerando che gli oceani contribuiscono anche alla sicurezza alimentare e alla salute fornendo una fonte primaria di proteine a oltre 3 miliardi di persone, fornendo energia rinnovabile e risorse minerarie, nonché creando posti di lavoro nelle comunità costiere e fungendo da vettore di trasporto per le nostre merci e agevolando le nostre comunicazioni via Internet;

H.  considerando che gli oceani sono attualmente sottoposti a forti pressioni da parte delle attività umane, tra cui la pesca eccessiva e tecniche di pesca dannose, quali le operazioni di pesca di fondo, l'inquinamento, le attività estrattive industriali e la crisi climatica, con conseguenti danni irreversibili quali il riscaldamento degli oceani, l'innalzamento del livello del mare, l'acidificazione, la deossigenazione, l'erosione costiera, l'inquinamento marino, lo sfruttamento eccessivo della biodiversità marina, la perdita e il degrado degli habitat e la riduzione della biomassa, che hanno anche conseguenze sulla salute e la sicurezza delle popolazioni umane e animali nonché su altri organismi;

I.  considerando che, secondo la piattaforma intergovernativa sulla biodiversità e i servizi ecosistemici e il gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico, la biodiversità marina è gravemente minacciata; che l’Agenzia europea dell'ambiente ha richiamato l'attenzione sullo stato attuale di degrado dell'ambiente marino europeo e sulla necessità di ripristinare rapidamente i nostri ecosistemi marini affrontando l'impatto delle attività umane sull'ambiente marino; che i punti critici marini quali le barriere coralline, le mangrovie e le praterie oceaniche sono gravemente degradati e minacciati dai cambiamenti climatici e dall'inquinamento;

J.  considerando che il mancato conseguimento degli obiettivi dell'accordo di Parigi avrebbe enormi effetti ambientali e costi economici, tra cui l'aumento della probabilità di raggiungere i punti di non ritorno ai quali i livelli di temperatura inizierebbero a limitare la capacità della natura di assorbire carbonio negli oceani;

K.  considerando che le balene migliorano la produttività degli ecosistemi e svolgono un ruolo significativo nella cattura del carbonio dall'atmosfera; che ogni grande balena sequestra in media 33 tonnellate di CO2 durante il suo ciclo di vita; che, secondo i calcoli del Fondo monetario internazionale, se fosse consentito alle balene di tornare al loro numero prima della caccia alle balene, si genererebbe un aumento significativo del fitoplancton positivo per il clima, con conseguente cattura aggiuntiva di centinaia di milioni di tonnellate di CO2 all'anno equivalenti all'improvvisa comparsa di 2 miliardi di alberi(15); che la protezione delle balene dovrebbe essere una priorità della governance internazionale degli oceani;

L.  considerando che l'oceano dovrebbe essere riconosciuto a livello internazionale come un bene comune globale ed essere protetto in virtù della sua unicità e interconnessione e dei servizi ecosistemici essenziali che esso fornisce, da cui dipendono le generazioni attuali e future per la loro sopravvivenza e il loro benessere;

M.  considerando che, grazie alle loro caratteristiche geografiche e specificità, le regioni ultraperiferiche e le isole dell'UE aiutano l'UE a trarre vantaggio dalla dimensione geostrategica, ecologica, economica e culturale dell'oceano e gli conferiscono responsabilità; che le regioni ultraperiferiche e le isole sono tra le più colpite dai cambiamenti climatici, in particolare e in termini di sviluppo sostenibile, rispetto al resto dell'UE e al resto del mondo sviluppato;

N.  considerando che l'Agenzia europea dell'ambiente ha definito la governance degli oceani come le attività intese a "gestire e utilizzare gli oceani del mondo e le relative risorse in modo tale da mantenerli in salute, produttivi, sicuri e resilienti"(16);

O.  considerando che l'economia blu dell'UE genera 4,5 milioni di posti di lavoro diretti e comprende tutte le industrie e i settori relazionati agli oceani, ai mari e alle coste, quali trasporto marittimo di merci e passeggeri, pesca e produzione di energia, nonché porti, cantieri navali, turismo costiero e acquacoltura terrestre; che le questioni economiche connesse agli oceani sono un elemento importante del pacchetto del Green Deal europeo e del piano per la ripresa e che lo sviluppo di un'economia blu sostenibile in relazione agli ecosistemi marini potrebbe promuovere notevolmente lo sviluppo economico e la creazione di posti di lavoro, specialmente nei paesi e nelle regioni costieri e insulari e nelle regioni ultraperiferiche(17);

P.  considerando che, in occasione del vertice "One Ocean" tenutosi a Brest nel febbraio 2022, la Francia e la Colombia hanno lanciato una coalizione globale per il carbonio blu ed è stata altresì lanciata una coalizione di ambizione elevata in materia di diversità biologica marina nelle zone non soggette a giurisdizione nazionale (BBNJ);

1.  invita l'UE a ergersi a leader nel tutelare gli oceani, ripristinare gli ecosistemi marini e sensibilizzare in merito al ruolo essenziale che gli oceani svolgono nel mantenimento di un pianeta abitabile per gli esseri umani e gli animali e ai numerosi vantaggi che essi apportano alle nostre società; reputa importante, in tale contesto, migliorare il nostro rapporto con gli oceani; incoraggia la Commissione a promuovere una migliore integrazione delle questioni relative alla conservazione degli oceani in altri settori strategici, ivi incluso in occasione delle prossime conferenze sul clima e la biodiversità, segnatamente la COP15 e la COP27;

2.  esprime delusione per il fatto che il trattato sull'alto mare non sia stato in ultima analisi adottato durante la quinta conferenza intergovernativa, riconoscendo nel contempo che sono stati conseguiti progressi; ritiene che sia imperativo garantire la protezione della biodiversità al di là delle giurisdizioni nazionali, al fine di proteggere, conservare e ripristinare la vita marina e utilizzare le nostre risorse oceaniche condivise in maniera equa e sostenibile; invita la Commissione e gli Stati membri a riprendere urgentemente e senza indugio i negoziati relativi al trattato sull'alto mare, in modo da adottare un approccio ambizioso ai negoziati su un trattato in materia di BBNJ che assicuri un quadro internazionale ambizioso, efficace e orientato al futuro, essenziale per conseguire l'obiettivo di conservare almeno il 30 % degli oceani e dei mari a livello globale;

3.  sottolinea che la conferenza delle parti del trattato dovrebbe essere pienamente competente ad adottare piani e misure di gestione efficaci per le zone marine protette ed è fermamente convinto che qualsiasi tipo di meccanismo di non partecipazione minerebbe gli sforzi in materia di protezione dell'ambiente marino; evidenzia inoltre che il trattato dovrebbe altresì includere un meccanismo equo e giusto per l'accesso ai benefici delle risorse genetiche marine e la condivisione delle stesse, oltre a fornire finanziamenti adeguati per sostenere le funzioni di base del trattato, nonché assistenza finanziaria, scientifica e tecnica agli Stati che la richiedano, mediante lo sviluppo di capacità e trasferimenti di tecnologia marina; invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere l'inclusione della nozione di oceano quale bene comune globale nel preambolo delle future dichiarazioni e dei futuri trattati internazionali, in particolare in materia di BBNJ;

4.  evidenzia che le prossime conferenze sul clima (COP27) e sulla biodiversità (COP15) saranno cruciali per garantire la centralità degli oceani nella lotta contro i cambiamenti climatici e il pieno conseguimento degli obiettivi dell'accordo di Parigi e della convenzione sulla diversità biologica; riconosce che il buono stato di salute degli oceani e dei mari è essenziale per mantenere il loro ruolo nell'attenuazione dei cambiamenti climatici e per rispettare l'obiettivo relativo alla temperatura previsto dall'accordo di Parigi; ribadisce il suo invito affinché l'UE si adoperi per un quadro globale ambizioso in materia di biodiversità per il periodo successivo al 2020 in occasione della COP15, prevedendo obiettivi per arrestare e invertire la perdita di biodiversità, anche attraverso obiettivi globali di ripristino e protezione giuridicamente vincolanti di almeno il 30 % entro il 2030;

Migliorare la governance degli oceani a vello internazionale e dell'UE

5.  è dell'opinione che per contrastare il degrado degli oceani siano necessari sforzi congiunti significativi; chiede una governance globale, sistemica, integrata e ambiziosa;

6.  invita nuovamente la Commissione e gli Stati membri a sostenere una moratoria internazionale sull'attività mineraria in mare profondo(18);

7.  pone in rilievo l'importanza di tenere conto delle correlazioni esistenti tra l'ambiente marino e terrestre nelle politiche europee, inclusa la fuoriuscita di azoto e fosforo derivante dall'agricoltura intensiva nonché l'inquinamento da plastica; sottolinea inoltre l'importanza di garantire l'integrazione dell'approccio "One Health", riconoscendo i legami tra salute umana, animale e ambientale;

8.  ribadisce la propria preoccupazione per il fatto che l'assistenza settoriale fornita dagli accordi di partenariato per una pesca sostenibile spesso non apporti un beneficio diretto alla pesca locale e alle comunità costiere dei paesi terzi; invita nuovamente la Commissione a garantire che tali accordi siano in linea con gli OSS, gli obblighi ambientali dell'UE e gli obiettivi della politica comune della pesca dell'Unione; esorta l'UE a migliorare la trasparenza, la raccolta di dati (in particolare sulle catture, sulla registrazione delle navi e sulle condizioni di lavoro) e i requisiti di segnalazione previsti dagli accordi di partenariato per una pesca sostenibile, e a creare una banca dati socioeconomica centralizzata di tutte le imbarcazioni dell'UE, indipendentemente dalla zona in cui operano;

9.  sottolinea la necessità di integrare le considerazioni relative ai lavoratori in mare e ai diritti umani nel quadro della governance globale degli oceani; invita la Commissione a intraprendere sforzi mirati per promuovere norme in materia di lavoro dignitoso nell'industria globale della pesca, riconoscendo il legame tra abusi dei diritti del lavoro e dei diritti umani e pratiche di pesca non sostenibili e distruttive, in particolare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN);

10.  esorta il Consiglio e le sue presidenze di turno a elaborare e attuare una visione strategica a lungo termine per le questioni marittime, al fine di rendere l'UE un leader globale nello sviluppo sostenibile degli oceani, in particolare nella tutela degli oceani e dei loro ecosistemi, in modo da affrontare le attuali crisi ambientale e climatica;

11.  ribadisce il principio della coerenza delle politiche per lo sviluppo a favore del quale l'UE e gli Stati membri si sono impegnati e che mira a minimizzare le contraddizioni e a creare sinergie tra le diverse politiche dell'Unione; evidenzia, a tale riguardo, il ruolo fondamentale delle politiche di sviluppo dell'UE, che dovrebbero aiutare i paesi partner a conseguire i suddetti obiettivi comuni per quanto riguarda gli oceani e il genere umano;

12.  sottolinea l'importanza di proteggere le popolazioni di balene, dal punto di vista sia della biodiversità che del clima; sostiene fermamente il mantenimento della moratoria globale della caccia alle balene a fini commerciali nonché il divieto del commercio internazionale di prodotti ricavati dalle balene; invita il Giappone, la Norvegia e l'Islanda a porre fine alle loro attività di caccia alle balene; chiede all'UE di affrontare i pericoli che minacciano la vita delle balene e di altri cetacei, tra cui gli speronamenti, l'intrappolamento in reti da pesca, i rifiuti di plastica trasportati dall'acqua e l'inquinamento acustico;

Garantire la preservazione dinanzi alle crisi climatica e ambientale

13.  ribadisce, come affermato nella strategia sulla biodiversità, il suo sostegno convinto agli obiettivi dell'UE di proteggere almeno il 30 % e di proteggere rigorosamente almeno il 10 % delle zone marine dell'Unione; si attende che la nuova normativa dell'UE sul ripristino della natura garantisca il ripristino degli ecosistemi marini degradati, dal momento che il buono stato di salute degli ecosistemi marini può proteggere e ripristinare la biodiversità e attenuare i cambiamenti climatici, offrendo molteplici servizi ecosistemici; rinnova il suo invito a garantire un obiettivo di ripristino di almeno il 30 % della superficie terrestre e marina dell'UE, che vada oltre la semplice protezione;

14.  reitera il suo pieno sostegno all'istituzione di due nuove zone marine protette che coprano oltre 3 milioni di km² nell'Antartico orientale e nel mare di Weddell(19); invita la Commissione e gli Stati membri a intensificare in misura significativa gli sforzi volti al conseguimento di tale obiettivo;

15.  appoggia la domanda dell'UE di ottenere lo status di osservatore presso il Consiglio artico; chiede una maggiore protezione della regione artica, incluso il divieto di prospezione di petrolio e, non appena possibile, di gas;

16.  ribadisce il proprio sostegno al divieto delle attività industriali estrattive dannose per l'ambiente, come l'estrazione mineraria e l'estrazione di combustibili fossili nelle aree marine protette; invita nuovamente l'UE a varare e finanziare programmi di ricerca scientifica volti a mappare gli habitat marini ricchi di carbonio nelle acque dell'UE, che fungeranno da base per la designazione di tali aree come zone marine rigorosamente protette, al fine di salvaguardare e ripristinare i pozzi marini di assorbimento del carbonio conformemente alla convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, nonché di salvaguardare e ripristinare gli ecosistemi, in particolare quelli dei fondali marini, in linea con la direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino, proteggendoli dalle attività umane suscettibili di perturbare la colonna d'acqua e rilasciare carbonio nella stessa, come le operazioni di pesca con attrezzi di fondo;

17.  ribadisce che le attività di pesca e di acquicoltura a livello mondiale devono essere sostenibili dal punto di vista ambientale e devono essere gestite in modo coerente con gli obiettivi di conseguire vantaggi a livello economico, sociale e occupazionale e di contribuire alla disponibilità dell'approvvigionamento alimentare; sottolinea che la raccolta di dati scientifici e socioeconomici è fondamentale per la gestione sostenibile della pesca; si rammarica del fatto che il recente regolamento di esecuzione (UE) 2022/1614 della Commissione, del 15 settembre 2022, sia stato adottato sulla base di insufficienti dati e consultazioni delle parti interessate; esorta la Commissione a rivedere la propria decisione alla luce dell'imminente parere del Consiglio internazionale per l'esplorazione del mare, che sarà pubblicato nel novembre 2022, e quando sarà disponibile una valutazione d'impatto socioeconomico;

18.  sottolinea che è essenziale razionalizzare l'integrazione degli ecosistemi costieri di cattura del "carbonio blu" (mangrovie, paludi salmastre intercotidali e praterie oceaniche) nel Green Deal europeo e incoraggia la Commissione a continuare a lavorare all'identificazione di metodologie solide, trasparenti e basate su dati scientifici per tenere debito conto degli assorbimenti e delle emissioni di carbonio operati da tali ecosistemi in un modo che non sia nocivo per altri obiettivi in materia di biodiversità;

19.  pone in evidenza che le regioni ultraperiferiche e le isole sono essenziali per far fronte alle sfide relative agli oceani e chiede che l'UE rafforzi il loro ruolo nel trovare soluzioni in termini di adattamento ai cambiamenti climatici, protezione della biodiversità marina e transizione verso un'economia blu sostenibile, ivi incluso promuovendo soluzioni ecosistemiche; chiede all'Unione una migliore associazione delle regioni ultraperiferiche nelle strategie sugli oceani, anche nel quadro della politica marittima integrata;

20.  rammenta l'importanza e la necessità urgente di ridurre ed evitare i rifiuti marini, dal momento che i rifiuti di plastica rappresentano l'80 % di tutto l'inquinamento marino e che la plastica presente negli oceani ammonterebbe a circa 75-199 milioni di tonnellate e potrebbe triplicare entro il 2040 in mancanza di un intervento significativo, secondo le stime del programma delle Nazioni Unite per l'ambiente(20); accoglie con favore l'attività di negoziato in corso finalizzata a un trattato globale sull'inquinamento da plastica e chiede ai paesi membri delle Nazioni Unite di raggiungere un accordo ambizioso ed efficace al più tardi entro il 2024; evidenzia la necessità di contrastare l'inquinamento da plastica riducendo i rifiuti alla fonte, diminuendo in via prioritaria l'uso e il consumo di plastica e incrementando la circolarità; esprime inoltre il proprio sostegno a favore delle attività di pulizia; attira l'attenzione sull'economia della plastica e sulla sua crescita esponenziale in termini di produzione nel corso degli ultimi decenni; chiede un approccio sistemico al fine di contrastare in modo adeguato l'inquinamento dell'ambiente causato dalla plastica, inclusa la microplastica; chiede misure internazionali per porre fine ai rifiuti nucleari e militari negli oceani e soluzioni pratiche per limitare il loro attuale impatto sull'ambiente e sulla salute;

21.  accoglie con favore l'accordo recentemente adottato dall'OMC sulle sovvenzioni alla pesca, che tutte le parti dovrebbero ratificare rapidamente, ma deplora che non sia stato raggiunto un accordo per limitare le sovvenzioni che aumentano la pesca eccessiva e la sovraccapacità della flotta; invita la Commissione a raggiungere senza indugi un accordo con l'OMC; sottolinea che la pesca deve essere condotta in modo sostenibile, garantendo che gli impatti negativi delle attività di pesca sull'ecosistema marino siano ridotti al minimo ed evitando il degrado dell'ambiente, cosa che costituisce uno degli obiettivi della politica comune della pesca; invita la Commissione e gli Stati membri a intervenire contro la sovracapacità e la pesca eccessiva, anche vietando le sovvenzioni che contribuiscono alla sovracapacità e alla pesca eccessiva;

22.  ricorda che le attività di pesca INN e la pesca eccessiva rappresentano una minaccia considerevole per la pesca sostenibile e la resilienza degli ecosistemi marini; accoglie con favore l'impegno della Commissione a seguire un approccio di "tolleranza zero" nei confronti della pesca INN, ma prende atto con preoccupazione della conclusione della relazione speciale n. 20/2022 della Corte dei conti, secondo cui l'efficacia dei sistemi di controllo esistenti per combattere la pesca illegale è ridotta dall'applicazione disomogenea dei controlli e delle sanzioni da parte degli Stati membri; invita gli Stati membri a migliorare l'attuazione del regolamento INN dell'Unione(21), a dare seguito alle raccomandazioni della Corte dei conti e a garantire sanzioni dissuasive contro la pesca illegale;

23.  esprime inoltre preoccupazione per i casi di pesca INN al di fuori delle acque dell'Unione; chiede l'introduzione di un sistema globale forte di sanzioni deterrenti e di un approccio multilivello per combattere la pesca INN; sottolinea la necessità di limitare il ricorso alle bandiere di comodo e al cambiamento di bandiera, nonché di affrontare il problema del trasbordo in mare; invita la Commissione a promuovere efficacemente la trasparenza sulla titolarità effettiva delle strutture societarie e invita l'Unione, più in generale, a rafforzare lo sviluppo di capacità anticorruzione promuovendo la cooperazione tra le agenzie nazionali, aumentando la cooperazione internazionale, migliorando il controllo degli agenti della pesca nei paesi in via di sviluppo con il sostegno dell'Unione e sostenendo i centri e le task force regionali di monitoraggio, controllo e sorveglianza;

Promuovere un'economia blu sostenibile

24.  riconosce che la buona salute dei nostri oceani è essenziale per la sostenibilità a lungo termine di molte attività, dalla pesca al turismo, dalla ricerca al trasporto marittimo; accoglie con favore il potenziale di un'economia blu pienamente sostenibile ai fini dello sviluppo sostenibile e della creazione di posti di lavoro e sottolinea che è essenziale sostenere tali settori affinché diventino più sostenibili e si adattino alle nuove norme del Green Deal europeo;

25.  invita la Commissione e gli Stati membri ad attuare pienamente la direttiva sulla pianificazione dello spazio marittimo, tenendo conto di tutte le attività economiche marittime, tra cui la pesca, gli impianti energetici offshore, le rotte di trasporto marittimo, i regimi di separazione del traffico, lo sviluppo dei porti, il turismo e l'acquacoltura attraverso un approccio integrato e basato sugli ecosistemi che garantisca la protezione degli ecosistemi marini; ribadisce che sono necessari ulteriori sforzi per un'attuazione coerente della direttiva, che invita gli Stati membri ad applicare un "approccio ecosistemico" nella loro pianificazione, al fine di dare l'esempio per introdurre la pianificazione dello spazio marittimo a livello mondiale;

26.  ricorda che, oltre alle emissioni di CO2 e NO2, la decarbonizzazione del trasporto marittimo dovrebbe includere le emissioni di metano, dato che il metano è oltre 80 volte più potente del CO2 su un periodo di 20 anni, il che lo rende il secondo gas a effetto serra più importante che contribuisce a circa un quarto del riscaldamento globale attuale;

27.  sottolinea che la fuliggine è al tempo stesso un inquinante atmosferico e un forzante climatico di breve durata, che si forma insieme al particolato durante la combustione con un significativo effetto di riscaldamento, e costituisce il secondo fattore che contribuisce maggiormente al riscaldamento climatico causato dalle navi; sottolinea l'importanza di proteggere l'Artico, in particolare, dalle emissioni del trasporto marittimo e dal particolato e ricorda che, in una comunicazione congiunta del 13 ottobre 2021, l'Unione si è impegnata a "guidare la spinta verso il trasporto marittimo a emissioni zero e a inquinamento zero nell'Oceano Artico, in linea con gli obiettivi del Green Deal e con il pacchetto Pronti per il 55 %"(22); invita l'UE a spingere a livello internazionale e ad adoperarsi per l'adozione di misure concrete per conseguire un trasporto marittimo a emissioni zero e a inquinamento zero nell'Artico;

28.  esprime preoccupazione per il rumore sottomarino causato dal trasporto marittimo, dai piloni e da altre attività marine, nonché per le collisioni di cetacei con le navi, che hanno un impatto negativo sugli ecosistemi marini e sul benessere delle specie marine; invita la Commissione a individuare e proporre misure per affrontare tali problemi;

29.  sottolinea che l'oceano è vulnerabile alla perforazione offshore per l'estrazione di combustibili fossili; sottolinea che l'uso di combustibili fossili contribuirà ulteriormente ai cambiamenti climatici, accelerandoli; è del parere che l'Unione debba cooperare con i partner internazionali al fine di conseguire una transizione giusta dalla trivellazione offshore di combustibili fossili;

30.  ribadisce le sue posizioni in merito al regolamento sul monitoraggio, la comunicazione e la verifica (MRV)(23) e alla direttiva sul sistema di scambio di quote di emissione(24) per l'istituzione di un Fondo per gli oceani inteso a migliorare l'efficienza energetica delle navi e sostenere gli investimenti volti a contribuire alla decarbonizzazione del trasporto marittimo, come la propulsione eolica, anche nel trasporto marittimo a corto raggio e nei porti;

31.  sottolinea la necessità di mettere in atto rapidamente progetti sostenibili in materia di energie rinnovabili offshore, tenendo conto nel contempo del loro impatto sugli ecosistemi, comprese le specie migratorie, e delle conseguenze ambientali, sociali ed economiche; sottolinea che l'Europa trarrebbe vantaggio dallo sviluppo di un forte mercato interno per l'energia offshore rinnovabile, al fine di ampliare ulteriormente la propria leadership tecnologica nel settore e di creare in tal modo nuove opportunità di esportazione in tutto il mondo per l'industria europea;

32.  sottolinea che l'Unione dovrebbe dare l'esempio adottando requisiti giuridici ambiziosi per decarbonizzare il trasporto marittimo e renderlo più sostenibile, sostenendo e sollecitando nel contempo misure che siano almeno comparabili in termini di ambizione nei consessi internazionali quali l'Organizzazione marittima internazionale, consentendo al settore del trasporto marittimo di eliminare gradualmente le sue emissioni di gas a effetto serra a livello globale e in linea con l'accordo di Parigi; sottolinea che, qualora l'Organizzazione marittima internazionale dovesse adottare tali misure, la Commissione dovrebbe esaminarne l'ambizione e l'integrità ambientale complessiva, compresa la loro ambizione generale in relazione agli obiettivi dell'accordo di Parigi, all'obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra in tutti i settori dell'economia dell'Unione per il 2030 e al conseguimento della neutralità climatica al più tardi entro il 2050; ritiene che, se ritenuto necessario, la Commissione dovrebbe presentare al Parlamento e al Consiglio proposte successive che preservino l'integrità ambientale e l'efficacia dell'azione dell'Unione per il clima e riconoscano la sovranità dell'Unione di regolamentare la propria quota di emissioni prodotte dalle tratte marittime internazionali, in linea con gli obblighi dell'accordo di Parigi;

33.  accoglie con favore il ruolo delle organizzazioni regionali di gestione della pesca (ORGP); esorta la Commissione, nell'ambito dei negoziati per una convenzione sulle ORGP, a garantire che le misure di gestione e di conservazione approvate siano in linea con le ambizioni o siano più ambiziose di quelle stabilite nella politica comune della pesca, concedendo norme armonizzate alla flotta dell'Unione a prescindere dalla zona geografica in cui essa opera e garantendo condizioni di parità per tutte le flotte che operano nell'ambito di tali convenzioni internazionali; invita la Commissione a incoraggiare la creazione di nuove ORGP e a proporre mandati ambiziosi per migliorare la protezione delle popolazioni ittiche e la gestione sostenibile delle risorse alieutiche, ridurre i rigetti e migliorare i dati disponibili, la conformità e la trasparenza del processo decisionale; incoraggia un uso più ampio dei totali ammissibili di catture e dei meccanismi dei contingenti, in particolare nei negoziati per una convenzione sulle ORGP e negli accordi di partenariato per una pesca sostenibile, al fine di garantire un'efficace conservazione globale delle risorse alieutiche;

34.  sottolinea la necessità di tenere pienamente conto delle esigenze sociali legate alla transizione verso un'economia blu sostenibile; invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere la riqualificazione e il miglioramento delle competenze della forza lavoro esistente, nonché ad attrarre nella forza lavoro nuove persone dotate delle competenze necessarie per pratiche economiche sostenibili;

35.  invita la Commissione a effettuare e sviluppare le analisi socioeconomiche esistenti sulle sfide cui devono far fronte le comunità di pescatori nell'Unione, al fine di individuare adeguate misure di sostegno e diversificazione per garantire una transizione giusta ed equa;

Sensibilizzazione, promozione della ricerca e della conoscenza

36.  sottolinea la necessità di sostenere la ricerca e l'innovazione in materia di adattamento ai cambiamenti climatici degli oceani e di energie marine rinnovabili per rendere dell'Unione un promotore di navi, pescherecci e porti verdi; sottolinea che dovrebbero essere forniti finanziamenti anche per gli ecosistemi e la biodiversità delle acque profonde; chiede un'azione incisiva per contrastare l'inquinamento provocato dalle navi e lo scarico illegale di rifiuti; invita l'Unione a svolgere un ruolo guida nella creazione di corridoi verdi e collegamenti tra porti verdi in tutto il mondo, al fine di rafforzare e potenziare la transizione verde nel settore marittimo; chiede un'azione incisiva per contrastare l'inquinamento provocato dalle navi e lo scarico illegale di rifiuti;

37.  ritiene che lo sviluppo e la produzione di combustibili per uso marittimo sostenibili dovrebbero essere aumentati in modo esponenziale nei prossimi anni e che l'Unione e i suoi Stati membri dovrebbero investire nella ricerca e nella produzione di combustibili per uso marittimo sostenibili, in quanto rappresentano un'opportunità sia ambientale che industriale; invita la Commissione a valutare la possibilità di creare un centro di ricerca dell'Unione per i combustibili e le tecnologie sostenibili per uso marittimo, che contribuisca a coordinare gli sforzi delle parti interessate coinvolte nello sviluppo di combustibili per uso marittimo sostenibili;

38.  esprime il proprio sostegno al Decennio delle scienze oceaniche per lo sviluppo sostenibile e alla missione della Commissione "Starfish 2030: Ripristinare i nostri oceani e le nostre acque", che mira ad accelerare la raccolta di conoscenze e di dati e la rigenerazione degli oceani e a promuovere la visione ciclica della rigenerazione degli oceani, dei mari e dei fiumi attraverso progetti pilota concreti e regionali;

39.  riconosce la necessità di coinvolgere le comunità scientifiche per coordinare gli sforzi per un futuro sostenibile degli oceani, che faciliti nuove modalità di produzione e condivisione delle conoscenze; invita pertanto l'Unione a sostenere la creazione di un gruppo internazionale per la sostenibilità degli oceani, basato sul modello del gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico, al fine di gettare le basi per la futura governance e gestione degli oceani;

40.  sostiene gli sforzi della coalizione intergovernativa di ambizione elevata per la natura e le persone sotto la guida di Costa Rica, Francia e Regno Unito; accoglie positivamente l'adesione della Commissione a tale coalizione; ricorda l'impegno dell'Unione a conseguire la conservazione e l'uso sostenibile degli oceani e delle risorse marine, come indicato nell'OSS 14 dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile;

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41.  incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

(1) GU C 270 del 7.7.2021, pag. 2.
(2) GU C 458 del 19.12.2018, pag. 9.
(3) GU C 67 dell'8.2.2022, pag. 25.
(4) GU L 164 del 25.6.2008, pag. 19.
(5) GU L 257 del 28.8.2014, pag. 135.
(6) GU C 494 dell'8.12.2021, pag. 14.
(7) Testi approvati, P9_TA(2022)0135.
(8) GU C 101 del 16.3.2018, pag. 123.
(9) GU C 337 del 20.9.2018, pag. 30.
(10) GU C 342 del 6.9.2022, pag. 66.
(11) GU C 99 dell'1.3.2022, pag. 214.
(12) GU C 99 dell'1.3.2022, pag. 88.
(13) Azione delle Nazioni Unite per il clima, "Gli oceani – il più grande alleato del mondo contro i cambiamenti climatici".
(14) "Marine Biodiversity and Ecosystems Underpin a Healthy Planet and Social Well-Being", UN Chronicle, Nos 1 & 2, Volume LIV – Our Ocean, Our World, maggio 2017.
(15) Fondo monetario internazionale, "A strategy to protect whales can limit greenhouse gases and global warming", dicembre 2019.
(16) Agenzia europea dell'ambiente, "Ocean governance" (Governance degli oceani), 5 maggio 2022.
(17) Come affermato nella risoluzione del Parlamento del 3 maggio 2022, dal titolo "Verso un'economia blu sostenibile nell'UE: il ruolo dei settori della pesca e dell'acquacoltura".
(18) Si veda la relazione della Commissione dal titolo "EU Blue Economy Report 2022" (Relazione 2022 sull'economia blu dell'UE), 3 maggio 2022.
(19) Conformemente alla risoluzione del Parlamento europeo dell'8 luglio 2021 sull'istituzione di zone marine protette nell'Antartico e la conservazione della biodiversità nell'Oceano australe.
(20) Si veda il documento dell'organismo di coordinamento per i mari dell'Asia orientale del programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, dal titolo "Marine Litter and Plastic Pollution" (Rifiuti marini e inquinamento da plastica), e la sintesi del programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, dal titolo "From pollution to solution: a global assessment of marine litter and plastic pollution" (Trovare una soluzione all'inquinamento: una valutazione globale dei rifiuti marini e dell'inquinamento da plastica), 2021.
(21) GU L 286 del 29.10.2008, pag. 1.
(22) Comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza del 13 ottobre 2021, dal titolo "Un impegno rafforzato dell'UE per un Artico pacifico, sostenibile e prospero" (JOIN(2021)0027), pag. 9.
(23) Posizione del 16 settembre 2020 sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2015/757 per tenere debitamente conto del sistema globale di rilevazione dei dati sul consumo di combustibile delle navi (GU C 385 del 22.9.2021, pag. 217).
(24) GU L 76 del 19.3.2018, pag. 3.

Ultimo aggiornamento: 21 agosto 2023Note legali - Informativa sulla privacy