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Procedura : 2022/2894(RSP)
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B9-0477/2022

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Giovedì 20 ottobre 2022 - Strasburgo
Aumento dei reati generati dall'odio contro persone LGBTIQ in Europa alla luce del recente omicidio omofobo in Slovacchia
P9_TA(2022)0372B9-0477/2022

Risoluzione del Parlamento europeo del 20 ottobre 2022 sull'aumento dei reati generati dall'odio contro persone LGBTIQ+ in Europa alla luce del recente omicidio omofobo in Slovacchia (2022/2894(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea ("Carta"),

–  visto l'articolo 2 del trattato sull'Unione europea,

–  viste la Convenzione europea dei diritti dell'uomo e la relativa giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo,

–  vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo,

–  vista la direttiva 2012/29/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, che istituisce norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato e che sostituisce la decisione quadro 2001/220/GAI(1) ("direttiva sui diritti delle vittime"),

–  vista la valutazione dell'attuazione della direttiva sui diritti delle vittime contenuta nel documento di lavoro dei servizi della Commissione – Valutazione (SWD(2022)0180)(2) e relativa sintesi (3), del 28 giugno 2022,

–  vista la comunicazione della Commissione del 12 novembre 2020 dal titolo "Unione dell'uguaglianza: strategia per l'uguaglianza LGBTIQ 2020-2025" (COM(2020)0698),

–  visti la comunicazione della Commissione del 9 dicembre 2021 dal titolo "Un'Europa più inclusiva e protettiva: estendere l'elenco dei reati riconosciuti dall'UE all'incitamento all'odio e ai reati generati dall'odio" e il relativo allegato (COM(2021)0777),

–  visti i risultati dell'indagine sulle persone LGBT nell'UE avviata nel 2019 dall'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali (FRA),

–  vista la sua risoluzione del 7 ottobre 2020 sull'istituzione di un meccanismo dell'UE in materia di democrazia, Stato di diritto e diritti fondamentali(4),

–  vista la sua risoluzione dell'11 marzo 2021 sulla proclamazione dell'Unione europea come zona di libertà per le persone LGBTIQ(5),

–  vista la raccomandazione del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa agli Stati membri, del 20 maggio 2022, sulla lotta contro l'incitamento all'odio (CM/Rec(2022)16)(6),

–  viste la raccomandazione del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa agli Stati membri, del 31 marzo 2010, su misure per combattere la discriminazione basata sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere (CM/Rec(2010)5)(7) e la relativa relazione sull'attuazione del 2020(8),

–  vista la raccomandazione di politica generale n. 15 della Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza (ECRI), sulla lotta contro l'incitamento all'odio(9),

–  vista la relazione di monitoraggio per paese dell'ECRI riguardante la Repubblica slovacca(10),

–  visto il commento sui diritti umani della Commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa dal titolo "Pride vs. indignity: political manipulation of homophobia and transphobia in Europe" (Orgoglio e indegnità: la manipolazione politica dell'omofobia e della transfobia in Europa)(11),

–  vista la relazione della Commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa, a seguito della visita che ha effettuato nella Repubblica slovacca dal 15 al 19 giugno 2015,

–  vista la relazione della Commissione sullo Stato di diritto 2022,

–  visto lo studio della Direzione generale delle Politiche interne dell'Unione, del 20 maggio 2022, dal titolo "Right-wing extremism in the EU" (Estremismo di destra nell'UE)(12),

–  visto l'articolo 132, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.  considerando che mercoledì 12 ottobre 2022, nel centro di Bratislava, in Slovacchia, un uomo armato di estrema destra radicalizzato, ispirato dai terroristi suprematisti bianchi, ha ucciso brutalmente due giovani, Matúš Horváth e Juraj Vankulič, e ha ferito un'altra persona; che la sparatoria è avvenuta all'esterno del noto locale LGBTIQ+ "Tepláreň", uno dei pochi luoghi d'incontro per persone LGBTIQ+ esistenti in città; che si tratta di un attacco premeditato, espressamente diretto contro la comunità LGBTIQ+, e che l'autore intendeva uccidere un maggior numero di persone, inclusi alti funzionari; che la polizia slovacca ha classificato l'atto come attentato terroristico e che le indagini sono tuttora in corso; che, se verrà confermato il carattere terroristico, si tratterà del primo attentato terroristico commesso contro la comunità LGBTIQ+ nell'UE;

B.  considerando che, dopo l'attentato, l'omicida, uno studente diciannovenne radicalizzato originario di Bratislava, è stato in fuga per ore; che ha comunicato attivamente sull'evento, prima, durante e dopo la sparatoria, attraverso vari canali di social media; che, poche ore prima della sparatoria, sul suo account è apparso un manifesto antisemita e anti LGBTIQ+; che sullo stesso account si può vedere il presunto omicida all'esterno del bar Tepláreň a metà agosto 2022; che, mezz'ora dopo il duplice omicidio, il titolare dell'account ha pubblicato un tweet con gli hashtag "hatecrime" (reato generato dall'odio), "gaybar" (bar gay) e "feeling no regrets" (senza rimorsi); che, poco prima della mezzanotte, sull'account è comparso il messaggio: "bye, see you on the other side" (ciao, ci vediamo dall'altra parte); che lo studente diciannovenne radicalizzato è apparso su fotografie che lo associano all'ideologia e al movimento antifemminista e misogino "Incel";

C.  considerando che in Slovacchia la comunità LGBTIQ+ è confrontata a una retorica e a una violenza alimentate dall'odio, che sono sostenute anche da molti esponenti politici slovacchi; che gli attacchi verbali e fisici contro la comunità LGBTIQ+ in Slovacchia sono spesso diffusi, il che impedisce a queste persone di sentirsi in sicurezza e accettate dalla società; che, dopo la tragedia, sui social media sono apparsi messaggi d'odio che giustificano o deridono gli omicidi;

D.  considerando che il clima di odio, intolleranza e intimidazione nei confronti della comunità LGBTIQ+ in Slovacchia è stato coltivato non solo dai movimenti di estrema destra ed estremisti, ma anche da rappresentanti del mondo ecclesiale e dalle élite politiche, che nelle loro dichiarazioni hanno spesso chiesto ulteriori misure restrittive per le persone LGBTIQ+; che nel giugno 2014 il Consiglio nazionale della Repubblica slovacca ha modificato la costituzione del paese al fine di negare alle coppie dello stesso sesso il diritto di unirsi in matrimonio e di godere delle relative protezioni giuridiche; che nel febbraio 2015 si è tenuto un referendum anti-LGBTIQ+, dopo che l'Alleanza per la famiglia, un movimento conservatore sostenuto dalla Chiesa, ha raccolto 400 000 firme per chiedere un voto inteso a inasprire la legislazione contro le persone LGBTIQ+; che nel maggio 2022 un membro del partito di coalizione al governo ha proposto una legge intesa a vietare l'esposizione della bandiera arcobaleno sugli edifici statali e pubblici; che in settembre alcuni deputati hanno presentato un'altra proposta di legge con l'intento di vietare qualsiasi riferimento alla comunità queer nelle scuole, nella pubblicità e in televisione; che nelle scuole slovacche non sono previsti corsi completi di educazione alla vita relazionale, affettiva e sessuale obbligatori e adeguati all'età;

E.  considerando che venerdì 14 ottobre 2022 numerose persone, tra cui la Presidente e il Primo ministro della Slovacchia, si sono riunite a Bratislava per partecipare a una marcia intesa a condannare l'odio contro le persone LGBTIQ+; che eventi simili sono stati organizzati in tutto il paese e in molti altri Stati membri per manifestare in difesa dei diritti della comunità LGBTIQ+ in Slovacchia; che la Presidente slovacca ha rinnovato il suo appello a non disseminare odio rivolto a più riprese agli esponenti politici; che, per la prima volta, il Palazzo presidenziale ha esposto la bandiera arcobaleno accanto alla bandiera slovacca e alla bandiera europea e che la cancelleria del Parlamento ha fatto illuminare il castello di Bratislava per commemorare le vittime dell'omicidio;

F.  considerando che i reati motivati dai pregiudizi, noti anche come reati generati dall'odio, riguardano non solo le persone che ne sono vittima ma anche le comunità e le società nel loro insieme; che gli Stati membri hanno un obbligo positivo di garantire che i diritti alla dignità umana e all'integrità e la proibizione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti siano tutelati e rispettati nella pratica;

G.  considerando che si assiste a una crescente normalizzazione della retorica escludente e stigmatizzante nei confronti delle persone LGBTIQ+ basata sul pregiudizio, che porta a ulteriori violenze e a disumanizzazione e a far sì che gli autori dei reati si sentano privi di sensi di colpa e di inibizioni;

H.  considerando che il secondo sondaggio dell'UE sulle persone LGBTI nel 2019 ha mostrato un quadro negativo nell'UE per quanto riguarda la discriminazione delle persone LGBTIQ+, con scarsi progressi negli anni successivi alla prima indagine LGBTI del 2012; che nel 2019 si era già registrata una diminuzione rispetto al 2012 del numero di persone che denunciano alla polizia i più frequenti episodi di aggressione fisica o sessuale motivati dall'odio; che nella Repubblica slovacca la percentuale di intervistati che hanno subito un'aggressione motivata dall'odio ammontava a 1 ogni 10 persone; che, nella sua relazione di monitoraggio per paese del 2020 sulla Repubblica slovacca, l'ECRI ha dichiarato che studi indicano che circa l'1–8 % della popolazione della Repubblica slovacca è LGBTI; che l'ECRI ha riconosciuto il ruolo della politica nel rafforzare la retorica anti-LGBTIQ+, in particolare attraverso campagne anti-LGBTIQ+, una modifica costituzionale che impedisce la parità di matrimonio e altre iniziative politiche che discriminano apertamente le persone LGBTIQ+; che l'ECRI ha rilevato con rammarico la dinamica negativa degli ultimi anni, in concomitanza con i limitati progressi in materia di uguaglianza LGBTIQ+;

I.  considerando che la Corte europea dei diritti dell'uomo ha emesso di recente una serie di sentenze in cause relative a reati generati dall'odio nei confronti di persone LGBTIQ+: nella causa Stoyanova contro Bulgaria, relativa all’omicidio efferato di un uomo gay di 26 anni in un parco pubblico, chiede alla Bulgaria di riformare il proprio Codice penale affinché tali reati violenti (motivati dall’orientamento sessuale reale o percepito) siano riconosciuti come "aggravati"(13); nella causa Sabalić contro Croazia, concernente un reato d'odio contro una donna lesbica, riconosce che, a meno che le autorità non adottino una linea ferma, gli incidenti motivati da pregiudizi saranno accolti con un'indifferenza che equivale all'acquiescenza ufficiale o addirittura alla connivenza verso i reati d'odio(14); e nella causa Beizaras e Levickas contro Lituania, riconosce un obbligo positivo da parte dello Stato di indagare sui commenti omofobici online che costituivano incitamento all'odio e alla violenza(15);

J.  considerando che nel 2022 il Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa ha adottato una raccomandazione sulla lotta ai discorsi d'odio e sta attualmente preparando una raccomandazione sulla lotta ai reati d'odio per il 2023; che il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa ha adottato nel 2010 una raccomandazione storica rivolta agli Stati membri sulle misure per combattere la discriminazione fondata sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere;

K.  considerando che il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa ha segnalato nel 2021 che prendere come capro espiatorio le minoranze LGBTIQ+ è una tattica usata da politici ultraconservatori e nazionalisti che si atteggiano a difensori dei cosiddetti valori tradizionali per rafforzare la loro base e ottenere o mantenere il potere; che ciò solleva forti preoccupazioni per la legittimazione dell'odio da parte dei politici in cambio di un potenziale guadagno politico; che, secondo il Commissario per i diritti umani, usare come capro espiatorio le persone LGBTIQ+ è un sintomo di una diffusa opposizione e di un'aggressione nei confronti dei diritti umani e dello Stato di diritto, entrambi valori fondamentali dell'UE;

L.  considerando che la relazione sullo Stato di diritto 2022, pubblicata nel luglio 2022 dalla Commissione europea, esprime costante preoccupazione per il finanziamento delle attività delle organizzazioni della società civile su questioni relative all'uguaglianza di genere e ai diritti delle persone LGBTIQ+ e per gli attacchi verbali contro i difensori dei diritti umani in tali ambiti, nonché per l'erogazione di finanziamenti attraverso regimi di sovvenzioni pubbliche che continuano a escludere le organizzazioni che si occupano di tali problematiche;

M.  considerando che la direttiva sui diritti delle vittime prevede che le vittime di reati di odio ricevano una valutazione individuale e che questa identifichi le esigenze specifiche di protezione e sostegno, ad esempio per quanto riguarda l'orientamento sessuale, l'identità o l'espressione di genere, e identifichi le vittime di reati generati dall'odio come vittime particolarmente vulnerabili;

N.  considerando che nel dicembre 2021 la Commissione ha pubblicato una proposta di decisione del Consiglio volta ad aggiungere l'incitamento all'odio e i reati generati dall'odio all'elenco dei reati riconosciuti dall'UE codificati all'articolo 83, paragrafo 1 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), decisione che richiede l'unanimità in seno al Consiglio; che l'Ungheria, la Polonia e la Cechia continuano a rifiutarsi di sostenere tale decisione;

O.  considerando che nel 2020 l'esperto indipendente delle Nazioni Unite in materia di orientamento sessuale e identità di genere ha osservato, nel contesto della pandemia, che i discorsi di odio che incitano alla violenza contro le persone LGBT sono in aumento e ha esortato gli Stati a proteggere le persone LGBTIQ+ dalla violenza e dalla discriminazione e a perseguire i responsabili(16); che nel 2019 la strategia e il piano d'azione delle Nazioni Unite contro l'incitamento all'odio hanno identificato l'incitamento all'odio come una minaccia per i valori democratici, la stabilità sociale e la pace(17);

1.  condanna con la massima fermezza il vile atto di terrore contro la comunità LGBTIQ+ e l'assassinio di Matúš Horváth e Juraj Vankulič commesso in Slovacchia; deplora questo attacco di estrema destra di matrice ideologica; esprime il proprio sincero rammarico alle famiglie delle vittime;

2.  elogia la risposta immediata, massiccia e positiva della società civile e dei cittadini slovacchi agli assassinii, espressa dalle marce in tutto il paese e all'estero, ed è solidale con la comunità LGBTIQ+ nel paese;

3.  condanna fermamente tutte le forme di odio e violenza, nonché qualsiasi attacco fisico o verbale nei confronti di persone sulla base del genere, dell'orientamento sessuale, dell'identità o dell'espressione di genere e delle caratteristiche sessuali sia in Slovacchia che nell'UE; ricorda che nelle nostre società non c'è posto per l'odio, il razzismo e la discriminazione contro le persone LGBTIQ+; chiede alla Commissione, al Consiglio europeo e al Consiglio di adottare una posizione forte e decisa contro il razzismo, la violenza e l'ingiustizia in Europa;

4.  invita il governo slovacco e il Consiglio nazionale della Repubblica slovacca a dare prova di un impegno genuino per la realizzazione di progressi significativi nella protezione delle persone LGBTIQ+ da qualsiasi forma di reati generati dall'odio e dall'omofobia, in stretta cooperazione con la comunità LGBTIQ+, e ad assumere una forte posizione pubblica contro le violazioni dei diritti umani delle persone LGBTIQ+;

5.  esorta le autorità slovacche a lottare efficacemente contro le campagne di disinformazione riguardanti le persone LGBTIQ+, a incoraggiare i media a dare informazioni fattuali, obiettive e professionali sulle persone LGBTIQ+ e sulle questioni concernenti l'orientamento sessuale, l'identità o l'espressione di genere e le caratteristiche sessuali e a indagare sui reati generati dall'odio e sull'incitamento all'odio nei confronti dei membri della comunità LGBTIQ+ che vivono in Slovacchia;

6.  esprime profonda preoccupazione per il frequente uso di un linguaggio offensivo, aggressivo e omofobico nei confronti della comunità LGBTIQ+ in Slovacchia, anche da parte di membri attuali e precedenti del governo e del Consiglio nazionale della Repubblica slovacca, nonché di alcuni ex primi ministri; chiede che sia posta fine all'ulteriore polarizzazione della società in Slovacchia e si respinga qualsiasi forma di cooperazione con le forze estremiste di estrema destra;

7.  invita il governo slovacco e il Consiglio nazionale della Repubblica slovacca a garantire la parità di diritti per le persone LGBTIQ+ che vivono in Slovacchia sulla base della Carta, assicurando il rispetto di tutti i diritti, in particolare della vita privata e familiare, compreso il riconoscimento giuridico delle coppie dello stesso sesso; chiede che siano portate a termine le discussioni in corso volte a riformare il riconoscimento giuridico del genere nel rispetto delle norme internazionali ed europee, e ne chiede la rapida adozione;

8.  esprime profonda preoccupazione per la discriminazione subita dalle famiglie arcobaleno, e in particolare dai loro figli in Slovacchia, che sono privati dei loro diritti umani fondamentali a causa dell'orientamento sessuale, dell'identità o dell'espressione di genere o delle caratteristiche sessuali dei genitori o dei partner; invita il governo a superare tale discriminazione e a rimuovere tutti gli ostacoli che le persone LGBTIQ+ incontrano nell'esercizio del diritto fondamentale alla libera circolazione all'interno dell'UE; esorta il governo ad adempiere agli obblighi derivanti dal diritto internazionale ed europeo e a garantire i diritti fondamentali di tutte le persone;

9.  prende atto della relazione di monitoraggio dell'ECRI sulla Repubblica slovacca; ricorda che l'ECRI ha formulato diverse raccomandazioni rivolte alle autorità slovacche, quali l'elaborazione e l'attuazione di un piano d'azione per le persone LGBTI in stretta consultazione con la società civile, l'adozione di un nuovo piano d'azione volto a prevenire e combattere il razzismo, l'omofobia e la transfobia, in particolare sotto forma di incitamento all'odio, l'adozione di misure che impongano ai fornitori di servizi Internet e agli operatori delle reti sociali di eliminare rapidamente e sistematicamente i discorsi d'odio dai loro sistemi e di trasmettere le prove alle autorità giudiziarie, nonché la revisione del codice penale onde garantire che i moventi razzisti, omofobici o transfobici rientrino tra le "circostanze aggravanti" per qualsiasi reato comune; sostiene pienamente le raccomandazioni dell'ECRI e invita le autorità slovacche ad attuare immediatamente le misure;

10.  è profondamente preoccupato per l'impunità con cui i gruppi anti-LGBTIQ+, in particolare i gruppi di estrema destra, operano in alcuni Stati membri e sottolinea che tale senso di impunità è una delle ragioni alla base dell'allarmante aumento di atti violenti commessi da alcune organizzazioni di estrema destra e dell'aumento delle minacce rivolte alle minoranze, compresa la comunità LGBTIQ+;

11.  esprime profonda preoccupazione per il fatto che le giovani generazioni in Europa e altrove si interessino sempre meno alla storia del fascismo, compresi l'odio e la discriminazione nei confronti delle persone LGBTIQ+, delle minoranze etniche e della popolazione ebraica insiti in esso; evidenzia che la conoscenza della storia costituisce uno dei presupposti per prevenire questi crimini in futuro e deve essere una componente importante dell'istruzione delle giovani generazioni; sottolinea la necessità di riservare maggiore spazio, nei programmi didattici di storia, a un apprendimento obiettivo e fattuale delle diverse ideologie e delle loro forme e origini, compreso il fascismo, nonché alle loro conseguenze e ai loro retaggi nel presente;

12.  sottolinea che l'incitamento all'odio e i reati generati dall'odio sono diffusi in tutta Europa e sono aumentati negli ultimi anni; pone l'accento sul fatto che i discorsi d'odio pronunciati da personalità pubbliche, in particolare da responsabili politici, sono percepiti come una legittimazione da parte di chi commette reati generati dall'odio; ritiene necessario contrastare tali forme di espressione, che incitano, diffondono o promuovono l'odio e sono contrarie ai principi di una società democratica e pluralista; è preoccupato per la crescente diffusione della retorica anti-LGBTIQ+ promossa dai partiti di estrema destra, di destra alternativa e ultraconservatori; invita le autorità pubbliche e, in particolare, le autorità locali a contribuire a fermare l'ondata di intolleranza che accompagna questi e altri tipi di aggressioni;

13.  ritiene che l'UE debba avviare campagne contro le narrazioni anti-LGBTIQ+ a livello dell'Unione, compreso l'estremismo di destra, nonché definire e finanziare programmi a lungo termine tesi a sostenere le organizzazioni locali di base e le iniziative dei cittadini a livello locale al fine di contribuire a rafforzare la resistenza della popolazione contro l'estremismo di destra; invita la Commissione a dare priorità anche al seguito dato alle narrazioni anti-LGBTIQ+ nei loro sforzi di disinformazione;

14.  chiede che gli Stati membri intensifichino gli sforzi tesi a garantire che l'istruzione promuova i valori civici dell'accettazione, della tolleranza, della diversità, dell'uguaglianza e del rispetto in merito alle questioni legate all'orientamento sessuale, all'identità e all'espressione di genere e alle caratteristiche sessuali, ad esempio attraverso campagne sistematiche di educazione e sensibilizzazione ai diritti umani; sottolinea la necessità di affrontare le cause profonde dell'estremismo attraverso misure preventive ad hoc, in collaborazione con gli istituti scolastici e le famiglie;

15.  condanna fermamente i governi europei che si affidano al sostegno attivo o passivo di partiti politici di estrema destra e di altri partiti anti-LGBTIQ+ per raggiungere e mantenere il potere e legittimare le proprie narrazioni;

16.  invita la Commissione e gli Stati membri ad aiutare la società civile a livello europeo, nazionale, regionale e locale a rafforzare la democrazia, lo Stato di diritto e i diritti fondamentali, in quanto svolge un ruolo di grande rilievo, in particolare negli Stati membri in cui si registra una diffusione dell'ideologia di estrema destra e dei discorsi d'odio;

17.  invita la Commissione ad ampliare l'ambito della relazione annuale sullo Stato di diritto per includere sistematicamente i diritti fondamentali, compresi i diritti delle persone LGBTIQ+;

18.  sottolinea che è necessario che gli Stati membri combattano l'odio nei confronti delle persone LGBTIQ+ con tutti i mezzi possibili, compresa l'attuazione delle raccomandazioni del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa, in cui i suoi Stati membri sono invitati a condurre indagini efficaci, tempestive e imparziali su tali reati e a perseguirne i responsabili, che riconoscano che un movente basato sul pregiudizio e legato all'orientamento sessuale o all'identità di genere può essere preso in considerazione come circostanza aggravante, che garantiscano che le vittime e i testimoni siano incoraggiati a denunciare gli episodi motivati dall'odio e che le strutture di contrasto dispongano delle conoscenze e delle competenze necessarie per fornire loro assistenza; invita inoltre gli Stati membri ad adottare misure adeguate per combattere l'incitamento all'odio online;

19.  ricorda che la mancata esecuzione delle sentenze dei tribunali equivale all'erosione dello Stato di diritto;

20.  esorta il Consiglio ad adottare quanto prima la decisione del Consiglio sull'estensione dell'elenco dei reati dell'UE di cui all'articolo 83, paragrafo 1, TFUE all'incitamento all'odio e ai reati generati dall'odio, sollecita l'Ungheria e la Polonia a smettere di bloccarne l'adozione ed esorta la Cechia, che attualmente detiene la presidenza di turno del Consiglio, a compiere ulteriori passi al riguardo e a raggiungere quanto prima un accordo;

21.  pone l'accento sulla responsabilità individuale degli Stati membri nella lotta contro i reati generati dall'odio contro le persone LGBTIQ+ ed elogia quelli che hanno deciso unilateralmente di migliorare il livello di protezione riconoscendo esplicitamente come "circostanze aggravanti" i moventi legati all'orientamento sessuale, all'identità e all'espressione di genere e alle caratteristiche sessuali, nonché potenziando il sostegno alle vittime, la formazione dei professionisti del settore legale e gli appositi servizi di contrasto per combattere tali reati; incoraggia tutti gli Stati membri a condividere le migliori pratiche e a dare l'esempio in materia;

22.  sottolinea che la direttiva sui diritti delle vittime è uno strumento utile per fornire assistenza ai sopravvissuti all'odio e alla violenza; rileva con preoccupazione che spesso le vittime LGBTIQ+ non denunciano i reati per mancanza di garanzie o di apertura da parte delle autorità di contrasto, per carenza di personale qualificato o per paura di rappresaglie, e riconosce che si può fare di più per creare fiducia nelle autorità pubbliche;

23.  incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione ai governi e ai parlamenti degli Stati membri nonché al Consiglio, alla Commissione, al Comitato europeo delle regioni, al Comitato economico e sociale europeo e al Consiglio d'Europa.

(1) GU L 315 del 14.11.2012, pag. 57.
(2) https://ec.europa.eu/info/sites/default/files/law/swd_2022_179_evaluation_rep_en.pdf
(3) https://ec.europa.eu/info/sites/default/files/law/swd_2022_180_resume_evaluation_rep_en.pdf
(4) GU C 395 del 29.9.2021, pag. 2.
(5) GU C 474 del 24.11.2021, pag. 140.
(6) https://search.coe.int/cm/Pages/result_details.aspx?ObjectId=0900001680a67955#_ftnref1
(7) https://search.coe.int/cm/Pages/result_details.aspx?ObjectId=09000016805cf40a
(8) https://search.coe.int/cm/Pages/result_details.aspx?ObjectId=09000016809f9ba0#_Toc2764960
(9) https://rm.coe.int/ecri-general-policy-recommendation-no-15-on-combating-hate-speech/16808b5b01
(10) https://rm.coe.int/ecri-6th-report-on-the-slovak-republic/1680a0a088
(11) https://www.coe.int/en/web/commissioner/-/pride-vs-indignity-political-manipulation-of-homophobia-and-transphobia-in-europe?inheritRedirect=true
(12) Studio - "Right-wing extremism in the EU", Parlamento europeo, Direzione generale delle Politiche interne dell'Unione, Dipartimento tematico C – Diritti dei cittadini e affari costituzionali, 20 maggio 2022.
(13) https://hudoc.echr.coe.int/eng?i=001-217701, punto 79.
(14) https://hudoc.echr.coe.int/eng?i=001-207360, punto 95.
(15) https://hudoc.echr.coe.int/fre?i=001-200344, punto 129.
(16) https://www.ohchr.org/en/statements/2020/10/statement-victor-madrigal-borloz-un-independent-expert-protection-against
(17) https://www.un.org/en/genocideprevention/hate-speech-strategy.shtml

Ultimo aggiornamento: 21 febbraio 2023Note legali - Informativa sulla privacy