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Procedura : 2021/2064(INI)
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Ciclo del documento : A9-0252/2022

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A9-0252/2022

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PV 22/11/2022 - 24
CRE 22/11/2022 - 24

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PV 23/11/2022 - 4.6
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P9_TA(2022)0407

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Mercoledì 23 novembre 2022 - Strasburgo
Situazione in Libia
P9_TA(2022)0407A9-0252/2022

Raccomandazione del Parlamento europeo del 23 novembre 2022 sulla raccomandazione del Parlamento europeo al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza concernente la situazione in Libia (2021/2064(INI))

Il Parlamento europeo,

–  viste le conclusioni del Consiglio europeo del 25 giugno 2021,

–  viste le conclusioni del Consiglio europeo del 12 dicembre 2019,

–  vista la dichiarazione del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) del 24 dicembre 2021 sul rinvio delle elezioni,

–  vista la dichiarazione del VP/AR dell'11 marzo 2021 a nome dell'Unione europea sull'approvazione del nuovo governo di unità nazionale,

–  visti la convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951 e il protocollo del 31 gennaio 1967 sullo status dei rifugiati,

–  visto il Fondo fiduciario di emergenza dell'UE per l'Africa (EUTF),

–  vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 9 febbraio 2021, dal titolo "Partenariato rinnovato con il vicinato meridionale – Una nuova agenda per il Mediterraneo" (JOIN(2021)0002),

–  vista la comunicazione della Commissione dell'11 dicembre 2019 dal titolo "Il Green Deal europeo" (COM(2019)0640),

–  vista la risoluzione delle Nazioni Unite dal titolo "Transforming our World – The 2030 Agenda for Sustainable Development" (Trasformare il nostro mondo. L'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile), adottata in occasione del vertice delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile il 25 settembre 2015 a New York (l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite),

–  visto l'accordo di Parigi, adottato con decisione n. 1/CP.21, della 21a conferenza delle parti (COP21) della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e dell'11a conferenza delle parti che funge da riunione delle parti del protocollo di Kyoto (CMP11), tenutesi a Parigi dal 30 novembre all'11 dicembre 2015,

–  vista la convenzione sul divieto d'impiego, di stoccaggio, di produzione e di trasferimento delle mine antipersona e sulla loro distruzione, del 18 settembre 1997,

–   vista la convenzione sulle munizioni a grappolo del 30 maggio 2008,

–  vista la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 31 ottobre 2000 sulle donne, la pace e la sicurezza,

–  vista la convenzione internazionale sui diritti del fanciullo del 20 novembre 1989,

–  vista la Carta africana sui diritti e il benessere del bambino del 1° luglio 1990,

–  viste la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 26 febbraio 2011 e tutte le successive risoluzioni relative all'embargo sulle armi in Libia,

–  viste le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 29 aprile 2022, del 28 luglio 2022 e del 28 ottobre 2022 sulla Libia,

–  vista la relazione del Segretario generale delle Nazioni Unite del 20 maggio 2022 sulla missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL),

–  vista la 23a relazione del procuratore della Corte penale internazionale del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, del 28 aprile 2022, a norma della risoluzione 1970 (2011),

–  vista la tabella di marcia 2020 delle Nazioni Unite "Per la fase preparatoria di una soluzione globale",

–  viste la risoluzione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite del 22 giugno 2020 che istituisce una missione di accertamento dei fatti sulla Libia e quella dell'8 luglio 2022 che ne proroga il mandato di nove mesi,

–  viste le relazioni della missione indipendente di accertamento dei fatti sulla Libia al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite del 29 novembre 2021, del 23 marzo 2022, del 27 giugno 2022 e del 1º luglio 2022,

–  visto il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici del 16 dicembre 1966,

–  vista la sua risoluzione del 19 maggio 2021 sulla protezione dei diritti umani e la politica migratoria esterna dell'UE(1),

–  vista la sua raccomandazione del 30 maggio 2018 al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza sulla Libia(2),

–  visto l'articolo 118 del suo regolamento,

–  vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A9-0252/2022),

A.  considerando che nell'ultimo decennio profonde divisioni e scontri tra le principali parti interessate libiche, ulteriormente esacerbati dalle ingerenze di attori stranieri, hanno portato a continue lotte di potere e hanno ostacolato in modo significativo il processo di riconciliazione nazionale;

B.  considerando che nel novembre 2020 l'UNSMIL ha facilitato il primo ciclo del forum di dialogo politico libico, composto da 75 partecipanti libici che rappresentano l'intero spettro sociale e politico della società libica; che il forum ha concordato una tabella di marcia per elezioni nazionali credibili, inclusive e democratiche, che dovevano tenersi il 24 dicembre 2021; che nel febbraio 2021 il forum ha eletto Abdul Hamid Dbeibeh a capo del governo ad interim di unità nazionale; che l'approvazione della formazione di un governo di unità nazionale da parte della Camera dei rappresentanti libica con sede a Tobruk nel marzo 2021 ha temporaneamente sbloccato lo stallo politico e la situazione di contestata legittimità nel paese;

C.  considerando che nel gennaio 2022 la Camera dei rappresentanti ha dichiarato che il mandato del governo di unità nazionale era scaduto nel dicembre 2021; che la Camera dei rappresentanti ha pertanto designato l'ex ministro dell'Interno Fathi Bashagha primo ministro nel febbraio 2022; che i leader del governo di unità nazionale hanno respinto la nomina di Bashagha e la successiva formazione di un nuovo governo e non si sono dimessi; che il governo di unità nazionale è tuttora l'unico governo riconosciuto dalla comunità internazionale;

D.  considerando che la situazione in Libia si è ulteriormente deteriorata dopo il rinvio sine die delle elezioni alla fine del 2021, in particolare a causa della mancanza di un accordo preventivo sulla base giuridica delle elezioni e sui criteri di valutazione dei candidati, nonché dell'incapacità di dare priorità alla definizione di garanzie essenziali per l'organizzazione di elezioni credibili e trasparenti, il che ha aggravato lo stallo politico e la frammentazione nazionale;

E.  considerando che il rinvio delle elezioni ha deluso profondamente gli oltre 2,8 milioni di cittadini libici che si erano iscritti per votare e, in particolare, i giovani elettori, e rischia di contribuire a ridurre ulteriormente la fiducia nelle istituzioni pubbliche;

F.  considerando che, nonostante i colloqui facilitati dalle Nazioni Unite tra la Camera dei rappresentanti libica e gli organi legislativi dell'Alto Consiglio di Stato al Cairo e a Ginevra nel giugno 2022 abbiano portato a un livello di consenso senza precedenti su diverse questioni di lunga data, comprese la distribuzione dei seggi tra le due camere legislative, la ripartizione dei poteri tra le diverse autorità esecutive e la delimitazione delle province, non è stato possibile trovare un accordo su una costituzione ampiamente condivisa o un quadro giuridico per le elezioni;

G.  considerando che le elezioni non possono essere fine a se stesse, ma dovrebbero essere accompagnate da importanti riforme politiche, economiche e istituzionali; che la partecipazione delle donne, delle organizzazioni della società civile, dei comuni e delle parti interessate locali è fondamentale per costruire uno Stato funzionante e garantire un governo adeguato in Libia; che tutte le parti libiche dovrebbero impegnarsi in un autentico dialogo per far fronte all'attuale impasse politica e non usare la forza per superare le divergenze; che l'assenza di impegno degli attori libici per la costruzione di una tabella di marcia condivisa verso le elezioni sembra indicare una comune mancanza di interesse nella creazione di istituzioni politiche funzionali e rappresentative;

H.  considerando che nel luglio 2022 si sono svolte proteste di massa contro la cattiva gestione delle istituzioni politiche e il deterioramento delle condizioni di vita in tutto il paese, compreso a Tripoli, Tobruk, Bengasi e Misrata; che i manifestanti hanno chiesto che siano indette al più presto le elezioni;

I.  considerando che, a seguito delle proteste, il Consiglio presidenziale ha proposto un piano d'azione per andare avanti e preservare l'unità del paese, compresa l'organizzazione di elezioni parlamentari e presidenziali entro un lasso di tempo specifico per superare lo stallo;

J.  considerando che gli scontri a Tripoli tra le milizie fedeli a Dbeibeh e quelle fedeli a Bashagha hanno causato diversi morti, anche tra la popolazione civile, e hanno messo in evidenza ancora una volta la fragile situazione del paese;

K.  considerando che la sicurezza e la stabilità in Libia sono strettamente correlate alla prospettiva di una reale transizione democratica di cui tutti i cittadini del paese possano beneficiare; che l'instabilità a lungo termine e l'impunità sistematica sono state un fattore significativo nella ripresa degli scontri militari, nonché delle manifestazioni di massa in tutto il paese; che il rispetto dello Stato di diritto e la responsabilità per le violazioni dei diritti umani sono essenziali per garantire la stabilità politica e una pace sostenibile in Libia e nell'intera regione;

L.  considerando che è della massima importanza che gli Stati membri coordinino le loro azioni e parlino con una sola voce, rafforzando gli sforzi di mediazione dell'UE e sottolineando il ruolo centrale delle Nazioni Unite;

M.  considerando che per mesi la Russia ha notevolmente compromesso la capacità di azione delle Nazioni Unite rifiutando di aderire al consenso sulle proposte di proroga del mandato dell'UNSMIL e di nomina di un nuovo rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la Libia;

N.  considerando che, dopo nove mesi di stallo politico nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il 2 settembre 2022 il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha annunciato la nomina di Abdoulaye Bathly del Senegal a rappresentante speciale per la Libia e capo dell'UNSMIL; che il 28 ottobre 2022 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha votato all'unanimità a favore della proroga del mandato dell'UNSMIL fino al 31 ottobre 2023;

O.  considerando che nel novembre 2019 il governo di Tripoli ha sottoscritto con la Turchia un memorandum d'intesa sulla delimitazione delle giurisdizioni marittime nel Mar Mediterraneo; che questo accordo viola i diritti sovrani di Stati terzi, non rispetta il diritto del mare e non può pertanto avere conseguenze giuridiche per Stati terzi, come affermato dal Consiglio europeo; che il 3 ottobre 2022 Libia e Turchia hanno firmato un accordo sugli idrocarburi basato sul memorandum d'intesa del 2019;

P.  considerando che il continuo coinvolgimento nel conflitto di gruppi armati locali e stranieri, come il gruppo russo Wagner, nonché di forze straniere, rappresenta una minaccia per la sicurezza della Libia e dell'intera regione;

Q.  considerando che tutti i paesi che hanno partecipato alle conferenze di Berlino sulla Libia e alla Conferenza internazionale di Parigi per la Libia, comprese Russia e Turchia, che hanno una presenza militare in Libia, si sono impegnati a non interferire negli affari libici e hanno sostenuto l'attuazione di un piano d'azione per il ritiro senza indugio di mercenari, combattenti stranieri e forze straniere dal territorio libico;

R.  considerando che recentemente vi sono stati tentativi da parte di alti funzionari militari libici di ricostituire un esercito libico unificato;

S.  considerando che una riforma globale del settore della sicurezza è essenziale per istituire forze di sicurezza, di polizia e militari nazionali libiche unificate, inclusive e responsabili sotto un'autorità civile centrale, contribuendo in tal modo a prevenire future violazioni dei diritti umani, rafforzando lo Stato di diritto, ponendo fine all'impunità e garantendo la stabilità politica nel paese e nella regione; che gli sviluppi sul campo alla fine di agosto puntano purtroppo nella direzione opposta, con un aumento dei combattimenti che rischia di provocare un'escalation militare;

T.  considerando che la significativa presenza di mine e ordigni inesplosi, oltre a comportare la perdita di vite umane, rappresenta un grave ostacolo alla ripresa economica e sociale del paese;

U.  considerando che la proliferazione di armi leggere e di piccolo calibro, nonché di scorte di munizioni abbandonate aumenta l'instabilità dato che sono spesso dirottate sia all'interno della Libia che oltre i suoi confini, il che incide in modo significativo sulla sicurezza regionale e locale dal momento che i gruppi armati locali hanno accesso a queste armi, soprattutto nella regione del Sahel;

V.  considerando che lo Stato di diritto e la responsabilità per le violazioni dei diritti umani sono essenziali per garantire la stabilità politica e una pace sostenibile; che l'assenza di un sistema giudiziario solido, la violazione sistematica dello Stato di diritto, la conseguente corruzione diffusa e le ripetute violazioni dei diritti umani contribuiscono a creare un clima di impunità nel paese, il che rappresenta un ostacolo significativo alla coesistenza pacifica e al rimpatrio sicuro degli sfollati interni;

W.  considerando che la Libia è il paese con le maggiori riserve petrolifere in Africa, è membro dell'Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio e uno dei principali fornitori sui mercati mondiali; che l'economia libica dipende fortemente dal settore petrolifero; che la produzione di petrolio è stata spesso strumentalizzata da diversi attori, che hanno ripetutamente chiuso gli impianti petroliferi per scopi politici; che la pratica del saccheggio e dell'esportazione illecita di petrolio greggio e di prodotti petroliferi raffinati costituisce una minaccia per la pace, la sicurezza e la stabilità della Libia e deve pertanto essere abbandonata;

X.  considerando che la chiusura parziale di mesi degli impianti petroliferi libici da parte delle forze fedeli al maresciallo Khalifa Haftar, iniziata nell'aprile 2022, ha ridotto notevolmente la produzione del paese, causando una diminuzione delle entrate del bilancio statale, e ha avuto ripercussioni significative oltre i confini libici, incluso un ulteriore aumento dei prezzi dell'energia già elevati a causa dell'invasione russa dell'Ucraina; che nel luglio 2022 è stato raggiunto un accordo tra attori libici occidentali e orientali per riprendere la produzione e le esportazioni di petrolio in tutti i giacimenti e i porti bloccati della Libia;

Y.  considerando che i cambiamenti climatici rappresentano una minaccia esistenziale per la Libia, un paese che è sempre più colpito da gravi siccità e carenze idriche; che, nel suo intervento al vertice delle Nazioni Unite sul clima COP 27 in Egitto, il capo del Consiglio presidenziale libico Mohammed Menfi ha affermato che "i cambiamenti climatici pregiudicano le opportunità di sviluppo e di investimento e frenano la crescita economica"; che, come ricordato dall'ex consigliera speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per la Libia Stephanie Williams, la fragilità climatica della Libia è aggravata anche dalla dipendenza del paese dai combustibili fossili e dalle sue infrastrutture elettriche e idriche danneggiate;

Z.  considerando che il gruppo di lavoro economico del comitato internazionale di follow-up sulla Libia, copresieduto dall'UE, dall'Egitto, dagli Stati Uniti e dall'UNSMIL, collabora con le autorità del paese per fornire servizi di base alla popolazione libica, rafforzare le istituzioni economiche, rilanciare il settore privato e migliorare il processo di bilancio; che il gruppo di lavoro economico ha già compiuto progressi significativi fornendo assistenza nella riunificazione della Banca centrale libica; che, tuttavia, le consultazioni sulla questione sono state recentemente sospese;

AA.  considerando che dal 2013 la missione dell'UE di assistenza alla gestione integrata delle frontiere in Libia (EUBAM Libia) sostiene le autorità libiche nello sviluppo della gestione e della sicurezza delle frontiere in Libia; che l'EUBAM Libia è stata prorogata fino al 30 giugno 2023;

AB.  considerando che EUBAM Libia, in collaborazione con il rappresentante speciale dell'UE per il Sahel, la Cellula di consulenza e coordinamento regionale e il programma antiterrorismo (CT-JUST), ha organizzato una conferenza regionale a Tunisi il 22 e 23 novembre 2022 sulla cooperazione transfrontaliera tra la Libia e i paesi del Sahel, con l'obiettivo di sostenere la sicurezza e la stabilità regionali rafforzando la cooperazione transfrontaliera nella lotta alla criminalità transfrontaliera, inclusi il terrorismo e la criminalità organizzata;

AC.  considerando che l'operazione Irini della forza navale dell'Unione europea nel Mediterraneo (EUNAVFOR MED IRINI) è stata avviata il 31 marzo 2020 ed è stata prorogata fino al 31 marzo 2023; che il suo compito principale è l'attuazione dell'embargo sulle armi imposto dalle Nazioni Unite nei confronti della Libia stabilito dalla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 1973 (2011); che l'embargo delle Nazioni Unite sulle armi ha subito numerose e continue violazioni da parte di vari attori;

AD.  considerando che il 15 gennaio 2021 l'operazione Irini e l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) hanno firmato un accordo di lavoro in base al quale si scambieranno, tra l'altro, informazioni sulle attività criminali transfrontaliere quali il traffico di armi e la tratta di esseri umani; che Frontex scambia informazioni sulle situazioni di pericolo in mare reali o potenziali nella regione libica di ricerca e soccorso (SRR) con le autorità competenti e i centri di coordinamento, inclusi i centri di coordinamento del soccorso marittimo (MRCC) italiano, maltese e tunisino, nonché l'MRCC libico e il centro di coordinamento congiunto per il salvataggio, finanziati dall'UE attraverso il Fondo fiduciario di emergenza per l'Africa e gestiti dalla guardia costiera e dalla marina libiche;

AE.  considerando che la stabilità e la sicurezza della Libia sono essenziali per la stabilità e per la sicurezza del bacino del Mediterraneo;

AF.  considerando che l'UE ha adottato un partenariato rinnovato con il vicinato meridionale incentrato sullo sviluppo umano, la buona governance e lo Stato di diritto, la resilienza, la prosperità e la transizione digitale, la pace e la sicurezza, la migrazione e la mobilità, nonché la transizione verde, la resilienza climatica, l'energia e l'ambiente;

AG.  considerando che l'UE sta stanziando in media 37 milioni di EUR all'anno tra il 2021 e il 2024 per il consolidamento statale, i bisogni di sviluppo umano e i servizi sanitari di base in Libia;

AH.  considerando che la società civile libica deve svolgere un ruolo chiave nel determinare il futuro del proprio paese; che negli ultimi mesi si è registrata una preoccupante riduzione dello spazio civico, caratterizzata da leggi e regolamenti sempre più drastici; che molti attivisti politici, difensori dei diritti umani, operatori umanitari, giornalisti, magistrati e avvocati sono stati minacciati, rapiti, detenuti arbitrariamente, torturati e uccisi; che la mancanza di un sistema giudiziario autonomo e indipendente non consente alle vittime di violazioni dei diritti umani di esperire mezzi di ricorso;

AI.  considerando che i migranti, i rifugiati e i richiedenti asilo sono vittime di violazioni diffuse e sistematiche dei diritti umani, quali la tratta di esseri umani, arresti arbitrari, detenzioni, estorsioni, stupri, riduzione in schiavitù e sequestri a scopo di ricatto e sfruttamento, commesse sia da autorità statali che da gruppi armati;

AJ.  considerando che la Libia è un punto chiave di transito e di partenza per i migranti che tentano di raggiungere l'Europa, in particolare dall'Africa subsahariana; che migliaia di persone hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo per raggiungere l'Europa;

AK.  considerando che uno degli obiettivi del sostegno dell'UE alla gestione delle frontiere in Libia è di evitare ulteriori perdite di vite umane nel Mediterraneo; che le ONG svolgono spesso un ruolo encomiabile nel salvataggio di vite umane nel Mediterraneo; che la forte riduzione del numero di navi di ricerca e soccorso ha avuto conseguenze mortali per le persone in cerca di sicurezza; che le reti del traffico di esseri umani sfruttano il principio di ricerca e soccorso per trarre profitto illegalmente dalle persone in fuga dalle atrocità in Libia, perpetuando in tal modo la miseria umana e rendendosi responsabili di gravi violazioni dei diritti umani; che il Consiglio europeo ha ribadito che tutte le navi che operano nel Mediterraneo devono rispettare il diritto internazionale e dell'UE; che sia organismi delle Nazioni Unite che importanti ONG hanno documentato violazioni dei diritti umani nei confronti delle persone che tentano di fuggire dalla Libia via mare; che le persone intercettate dalla guardia costiera libica e sbarcate dopo essere state soccorse in mare sono spesso collocate in centri di trattenimento per immigrati e subiscono violazioni dei diritti umani; che l'UE si attende che le autorità libiche, inclusa la guardia costiera libica con cui coopera, garantiscano il rispetto dei diritti umani e della dignità dei migranti, indaghino sugli atti di violenza e adottino misure adeguate nei confronti dei responsabili; che, tuttavia, tali violazioni persistono, specialmente a causa dell'inefficacia dei meccanismi di monitoraggio e responsabilità;

AL.  considerando che circa 160 000 sfollati interni in Libia sono tuttora privi di una protezione e di un'assistenza sufficienti;

AM.  considerando che donne e bambini sono esposti a un maggiore rischio di sfruttamento, tratta, violenza sessuale e di genere, prostituzione forzata e trattenimento irregolare;

AN.  considerando che la violenza sessuale e di genere è diffusa e alimentata dall'impunità; che le persone sopravvissute alla violenza sessuale sono spesso emarginate e stigmatizzate dalle loro famiglie e comunità; che il quadro giuridico interno non contempla adeguatamente la protezione delle persone sopravvissute alla violenza sessuale;

AO.  considerando che la missione indipendente delle Nazioni Unite per l'accertamento dei fatti sulla Libia ha concluso nelle sue relazioni di avere fondati motivi per ritenere che in Libia siano stati commessi e siano tuttora commessi crimini contro l'umanità e crimini di guerra; che l'8 luglio 2022 il Comitato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha rinnovato il mandato della missione per un periodo definitivo e non prorogabile di nove mesi entro il quale deve presentare le sue raccomandazioni conclusive;

1.  raccomanda, nell'ambito dell'attuazione della politica dell'UE sulla Libia, al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza:

   a) di garantire che un processo di riconciliazione nazionale inclusivo facilitato dalle Nazioni Unite e guidato dalla Libia e a titolarità libica riceva il massimo sostegno possibile al fine di garantire stabilità e sicurezza a più lungo termine e gettare le basi per una transizione pacifica e democratica che coinvolga tutti gli attori libici, in particolare le donne, le organizzazioni della società civile e le autorità locali, affinché il processo di pace sia rappresentativo dell'intera popolazione libica;
   b) di continuare a cooperare strettamente con l'UNSMIL e sostenere attivamente un'ulteriore proroga del suo mandato oltre il 31 ottobre 2023 se necessario, al fine di contribuire efficacemente al processo costituzionale e all'organizzazione delle elezioni, attuare il cessate il fuoco, monitorare le questioni relative ai diritti umani e offrire assistenza tecnica alle istituzioni libiche; di sottolineare che, data l'attuale situazione di stallo politico, rimane essenziale proseguire i negoziati sostenuti dalle Nazioni Unite su una tabella di marcia per elezioni libere, eque, credibili e trasparenti, ed esorta tutti gli attori libici a evitare gli errori commessi in passato, quali l'assenza di criteri di controllo per i candidati, a rispettare i risultati elettorali e a garantire una transizione pacifica del potere; di inviare una missione di osservazione elettorale dell'UE per monitorare il processo elettorale;
   c) di rafforzare i canali diplomatici con gli attori internazionali e intensificare gli sforzi volti a mediare e a raggiungere una strategia internazionale unificata a favore di una Libia pacifica, stabile e unita; di prendere in considerazione l'idea di ospitare un'altra conferenza sulla Libia e promuovere i cosiddetti sforzi della diplomazia parallela ("Track 2 diplomacy");
   d) di intensificare gli sforzi diplomatici dell'UE per ripristinare la pace e la sicurezza nel paese e garantire che gli Stati membri parlino con una sola voce, agiscano in modo più unito e sostengano sforzi a livello nazionale, inclusivi e collaborativi volti a realizzare la transizione politica auspicata accompagnata dalle necessarie riforme; a tal fine, di nominare in via prioritaria un rappresentante speciale dell'UE per la Libia;
   e) di garantire che la delegazione dell'UE in Libia svolga un ruolo più attivo e, non appena la situazione della sicurezza lo consentirà, faciliti un maggior numero di missioni delle istituzioni dell'UE in Libia, in particolare del Parlamento europeo, al fine di intensificare il dialogo tra l'UE e la Libia;
   f) di garantire che tutti gli accordi o le misure di cooperazione tra l'UE o i suoi Stati membri e la Libia siano conformi al diritto internazionale e dell'UE;
   g) di esortare le autorità libiche a procedere all'annullamento del memorandum d'intesa Turchia-Libia sulla delimitazione delle giurisdizioni marittime nel Mar Mediterraneo del 2019 e a non applicare nessuna clausola inclusa nel successivo accordo sugli idrocarburi firmato il 3 ottobre 2022, che prevede attività di trivellazione illegali nelle zone economiche esclusive di paesi terzi, incluse quelle di Cipro e della Grecia;
   h) di rafforzare l'appello lanciato in occasione delle conferenze di Berlino e di Parigi per la Libia affinché tutti i mercenari, i combattenti stranieri e le forze straniere si ritirino dal territorio libico; di esortare tutti gli attori internazionali coinvolti, in particolare la Russia, gli Emirati Arabi Uniti e la Turchia, a non interferire in Libia e a rispettare tale appello, ad astenersi dall'alimentare tensioni e combattimenti attraverso un intervento militare diretto o finanziato e a ritirare immediatamente tutti i mercenari che, come il gruppo russo Wagner, sono tuttora presenti nel paese e costituiscono una minaccia per la stabilità della Libia e dell'intera regione;
   i) di aumentare il sostegno alle autorità libiche per l'attuazione di una riforma globale del settore della sicurezza e per le politiche in materia di disarmo, smobilitazione e reinserimento dei gruppi armati, sulla base di un censimento del personale dei gruppi armati e di una verifica professionale, con l'assistenza delle Nazioni Unite; di adoperarsi al fine di garantire che tali politiche abbiano l'obiettivo finale di istituire forze di sicurezza, di polizia e militari nazionali libiche unificate, inclusive e responsabili sotto un'autorità civile centrale, e di consentire agli ex combattenti di deporre le armi e di essere reinseriti nelle loro comunità, instaurando in tal modo una pace più duratura;
   j) di esortare le autorità libiche ad aderire alla Convenzione sul divieto di impiego, stoccaggio, produzione e trasferimento delle mine antipersona e sulla loro distruzione nonché al la Convenzione sulle munizioni a grappolo; di destinare sufficienti fondi dell'UE a progetti volti a rimuovere le mine e altri ordigni inesplosi, a fornire educazione al rischio delle mine e a sostenere le vittime delle mine, garantendo loro l'accesso all'assistenza sanitaria, alla riabilitazione e al supporto psicologico e psicosociale, al fine di prevenire futuri incidenti e di consentire uno sviluppo economico e sociale sostenibile;
   k) di affrontare l'impatto sulla sicurezza umana e sulla stabilità regionale della deviazione verso il mercato illegale di armi di piccolo calibro, di armi leggere e di munizioni, anche sostenendo la gestione delle armi e delle munizioni e la riforma del settore della sicurezza a livello nazionale e regionale;
   l) di fornire alle autorità libiche l'assistenza tecnica di cui hanno bisogno per attuare una riforma globale del settore giudiziario volta anche a smantellare l'impunità strutturale che predomina nel paese e a spianare la strada a una riconciliazione e a una pace sostenibili;
   m) di valutare l'imposizione di ulteriori misure restrittive mirate, anche attraverso l'impiego del regime globale di sanzioni dell'UE in materia di diritti umani, nei confronti di persone ed entità le cui azioni causano gravi violazioni dei diritti umani e delle libertà e minacciano lo Stato di diritto;
   n) di invitare tutti gli attori ad astenersi dall'utilizzare il petrolio come strumento di confronto politico e a tenere aperti tutti i pozzi e i terminali petroliferi; di intensificare gli sforzi nell'ambito del gruppo di lavoro economico per invitare le autorità libiche a garantire una ridistribuzione equa, trasparente, inclusiva e sostenibile dei proventi del petrolio perseguendo una visione di prosperità economica condivisa per tutta la popolazione del paese;
   o) di sostenere le istituzioni economiche della Libia, rafforzare la governance economica del paese e promuovere la diversificazione economica;
   p) di adoperarsi per un partenariato energetico più stabile con la Libia che contribuisca ad aumentare le capacità del paese nel settore e a diversificare le fonti energetiche dell'UE; di fornire a tale proposito alle autorità libiche l'assistenza tecnica necessaria per sostenere il paese nella sua transizione verso un'economia sostenibile e climaticamente neutra al fine di limitare i rischi posti dai cambiamenti climatici che incidono pesantemente sul paese, in linea con la dimensione esterna del Green Deal europeo e con l'accordo di Parigi;
   q) di sostenere il prezioso lavoro svolto dall'EUBAM Libia e dall'EUNAVFOR MED IRINI, due missioni nell'ambito della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC), nel contribuire alla pace, alla sicurezza e alla stabilità sostenibili; di continuare, in particolare, a sostenere il compito principale dell'operazione Irini di attuare l'embargo sulle armi imposto dalle Nazioni Unite nei confronti della Libia; di garantire che le due missioni siano all'altezza del loro vero potenziale, cosa che finora non è avvenuta; di dotare l'operazione Irini delle capacità tecniche necessarie per impedire l'ingresso di armi in Libia per via terrestre, marittima o aerea e intensificare gli sforzi dell'EUBAM alla frontiera meridionale della Libia;
   r) di rinnovare, se ritenuto necessario, il mandato di queste due missioni PSDC al fine di contribuire a migliorare le condizioni di sicurezza sul campo, anche impedendo ai terroristi, ai trafficanti di esseri umani e ai gruppi armati di svolgere attività transfrontaliere, come il traffico illecito di armi; di garantire che tutte le attività svolte o agevolate da queste due missioni rispettino i diritti umani e siano conformi al diritto internazionale e dell'UE, in particolare al principio di non respingimento, e si assumano la responsabilità di possibili violazioni; di rafforzare il monitoraggio delle attività dell'EUBAM al fine di evitare qualsiasi cattiva gestione in relazione alle attività svolte nel corso della missione; di realizzare valutazioni e analisi periodiche dell'impatto sui diritti umani di tutte le loro attività e presentarle al Parlamento; di garantire che qualsiasi sostegno all'apparato libico di frontiera o di sicurezza sia subordinato al rispetto del diritto internazionale e dell'UE;
   s) di garantire risorse adeguate per le attività di ricerca e soccorso lungo la rotta del Mar Mediterraneo centrale, compreso il pattugliamento marittimo e aereo proattivo da parte dell'UE e dei suoi Stati membri, al fine di garantire la piena protezione della vita e della dignità delle persone; di assicurare che le navi private che svolgono attività di ricerca e soccorso siano conformi al pertinente diritto internazionale e dell'UE e di cooperare con le autorità competenti degli Stati membri e Frontex al fine di salvaguardare la sicurezza delle persone in pericolo in mare; di garantire che i migranti soccorsi in mare vengano sbarcati in luoghi sicuri e che gli Stati membri meridionali non siano lasciati soli a farsi carico della responsabilità dello sbarco e dell'accoglienza;
   t) di mobilitare fondi dell'UE adeguati sulla base delle revisioni dei precedenti programmi nel paese nell'ambito dello strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI) – Europa globale per sostenere gli sforzi e i progetti di democratizzazione della Libia volti a rafforzare lo Stato di diritto e il buon governo, migliorare le capacità di erogazione di servizi pubblici in Libia, sostenere gli sforzi di decentralizzazione, promuovere la stabilizzazione nel paese, sostenere le organizzazioni della società civile, rafforzare l'inclusione sociale e contrastare le disuguaglianze, promuovere l'uguaglianza di genere e l'emancipazione delle donne e dei giovani, rafforzare il sistema sanitario libico, combattere i cambiamenti climatici e promuovere il concetto di sicurezza umana e una crescita inclusiva, equa e sostenibile; di fornire assistenza tecnica a questi progetti e garantirne l'attuazione da parte delle istituzioni internazionali e delle organizzazioni non governative con esperienza sul campo in Libia; di garantire che tali progetti siano in linea con le priorità della nuova agenda per il Mediterraneo e dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite e siano conformi ai criteri del comitato di aiuto allo sviluppo dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici; di garantire che tutti i fondi dell'UE nell'ambito dell'NDICI – Europa globale siano subordinati al rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale e che il Parlamento disponga di poteri adeguati per controllarne l'utilizzo e garantire l'assunzione di responsabilità;
   u) di continuare a fornire assistenza umanitaria alla Libia, prestando particolare attenzione ai gruppi più vulnerabili;
   v) di continuare a sostenere e cooperare attivamente con la società civile libica; di esortare le autorità libiche a porre fine alla violenta repressione delle organizzazioni della società civile attraverso arresti, detenzioni, sparizioni forzate e torture e a revocare le restrizioni imposte alle organizzazioni della società civile che continuano a porre gravi ostacoli alla libertà di espressione, associazione e riunione pacifica, quali garantite anche dal Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici, ratificato dalla Libia;
   w) di incoraggiare le autorità libiche a revocare le restrizioni sui visti per i membri della stampa straniera e locale e a garantire la sicurezza dei giornalisti;
   x) di esortare le autorità libiche ad abrogare la legge n. 19 del 2001 e il decreto del Consiglio presidenziale n. 286 del 2019, che limitano la capacità degli attori della società civile di svolgere le loro attività, e la legge n. 76 del 1972 sulle pubblicazioni, che limita la libertà di espressione; di esortare le autorità libiche a porre fine alla criminalizzazione delle libertà fondamentali ricorrendo ad articoli del codice penale libico dalla formulazione vaga, quali gli articoli 206 e 207, che prevedono la pena di morte; di esortare le autorità libiche a rilasciare immediatamente tutte le persone detenute ingiustamente sulla base di tali accuse;
   y) di invitare le autorità libiche a introdurre una moratoria sull'uso della pena di morte, allo scopo di abolirla definitivamente;
   z) di invitare le autorità libiche a rafforzare la piena rappresentanza e partecipazione delle donne e a proteggerle da tutte le forme di violenza; di sostenere iniziative volte a sviluppare un piano d'azione nazionale sulle donne, la pace e la sicurezza, in linea con la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 1325 del 31 ottobre 2000;
   aa) di incoraggiare le autorità libiche a sviluppare e adottare misure volte a far cessare e prevenire le violazioni nei confronti dei bambini e a ottemperare agli obblighi della Libia di promuovere e proteggere i diritti dei bambini, con particolare riguardo agli obblighi previsti dalla Convenzione sui diritti del fanciullo e dalla Carta africana sui diritti e il benessere del bambino;
   ab) di esortare le autorità libiche a eliminare le leggi e le pratiche discriminatorie nei confronti dei membri delle minoranze religiose ed etniche;
   ac) di assistere le autorità libiche nel garantire il ritorno volontario, sicuro e dignitoso degli sfollati interni alle proprie case e sostenere tutte le parti interessate che forniscono assistenza umanitaria agli sfollati interni e ai rimpatriati, compreso l'accesso ai servizi di assistenza sanitaria di base, istruzione e protezione;
   ad) di incoraggiare le autorità libiche a rispettare la diversità culturale, linguistica e storica della regione e a eliminare le restrizioni e gli ostacoli che impediscono alle comunità locali di esprimere pacificamente le loro aspirazioni a diritti e responsabilità giusti ed equi nel contesto di una Libia unita; di continuare a fornire assistenza e finanziamenti alle comunità locali, specie a quelle emarginate, al fine di favorire lo sviluppo economico sostenibile, la coesione sociale e la sicurezza umana; di sviluppare ulteriormente i partenariati con i comuni libici e sostenerli al fine di rafforzare i loro sistemi di governance locale e fornire servizi essenziali, tra cui, ma non solo, l'istruzione e la sanità;
   ae) di esortare le autorità libiche ad assicurare la protezione dei migranti, dei rifugiati e dei richiedenti asilo e a garantire alle organizzazioni umanitarie che forniscono assistenza a queste categorie vulnerabili un accesso pieno, sicuro e senza restrizioni ai punti di sbarco e a tutti i locali dei centri di detenzione; di incoraggiare le autorità libiche a revocare le restrizioni sui visti per tutto il personale umanitario internazionale, indipendentemente dalla nazionalità; di fornire a questi attori umanitari risorse finanziarie adeguate per garantire un'efficace risposta umanitaria all'interno dei centri di detenzione e nelle aree urbane;
   af) di esortare le autorità libiche a firmare e a ratificare la Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati del 1951 e fornire sostegno per l'attuazione delle relative misure di accompagnamento;
   ag) di esortare le autorità libiche a porre fine alla detenzione arbitraria dei migranti e a introdurre alternative alla detenzione basate sui diritti umani, anche chiudendo i centri di detenzione per migranti e aprendo centri di accoglienza, mettendo a punto meccanismi di selezione e smistamento e offrendo possibilità di alloggio collettivo; di sostenere attivamente e finanziare, a tal fine, iniziative volte a modificare il quadro giuridico libico in materia di migrazione e asilo per allinearlo al diritto internazionale e alle norme e ai principi riconosciuti a livello internazionale;
   ah) di esortare le autorità libiche a garantire che le detenute siano trattenute in strutture dotate di guardie donne adeguatamente formate e che i bambini siano separati dagli adulti non imparentati;
   ai) di continuare a incoraggiare le autorità libiche a rafforzare la cooperazione con i paesi del vicinato per quanto riguarda la creazione di percorsi di migrazione sicuri e legali;
   aj) di incoraggiare le autorità libiche a rafforzare la cooperazione con altri paesi e con l'Organizzazione internazionale per le migrazioni per quanto riguarda il rimpatrio volontario, sicuro e dignitoso nei paesi di origine dei migranti bloccati in Libia e il loro reinserimento nelle società e nelle comunità che li accolgono;
   ak) di incoraggiare i negoziati da parte degli Stati membri dell'UE sullo sviluppo di una politica dell'UE più ambiziosa in materia di migrazione e asilo al fine di non agevolare indirettamente i respingimenti illegali da parte dell'apparato libico di frontiera o di sicurezza e il ritorno delle persone nei campi disumani in Libia, nonché di non finanziare e cooperare con gli attori libici contro i quali vi sono accuse credibili di gravi violazioni e coinvolgimento nella tratta di esseri umani; di rafforzare i percorsi sicuri e legali per la migrazione verso l'UE, anche replicando le buone pratiche esistenti e aumentando le capacità dei meccanismi di transito di emergenza e gli impegni di reinsediamento degli Stati membri;
   al) di sostenere attivamente, se ritenuto necessario, un rinnovo aggiuntivo della missione indipendente delle Nazioni Unite per l'accertamento dei fatti sulla Libia e l'attuazione delle raccomandazioni incluse nelle sue relazioni; di garantire che la missione disponga di risorse sufficienti per adempiere al suo mandato ed esortare le autorità libiche a cooperare pienamente con la missione e a concedere ai suoi membri pieno accesso per svolgere senza indugio le loro indagini;
   am) di continuare a sostenere il mandato della Corte penale internazionale e i suoi sforzi per assicurare alla giustizia tutti gli autori di atrocità, comprese le violazioni del diritto internazionale umanitario, il reclutamento e la partecipazione diretta di minori alle ostilità, le sparizioni forzate, le esecuzioni extragiudiziali e altre forme di violenza contro le popolazioni vulnerabili;

2.  incarica la sua Presidente di trasmettere la presente raccomandazione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza nonché al Comitato delle regioni.

(1) GU C 15 del 12.1.2022, pag. 70.
(2) GU C 76 del 9.3.2020, pag. 206.

Ultimo aggiornamento: 1 marzo 2023Note legali - Informativa sulla privacy