Risoluzione del Parlamento europeo del 24 novembre 2022 sulla situazione dei diritti umani nel contesto della Coppa del mondo FIFA in Qatar (2022/2948(RSP))
Il Parlamento europeo,
– viste le conclusioni del Consiglio del 20 giugno 2022 su un partenariato strategico con la regione del Golfo,
– vista la comunicazione congiunta dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e della Commissione del 18 maggio 2022, dal titolo "Un partenariato strategico con il Golfo" (JOIN(2022)0013),
– visto il quarto dialogo sui diritti umani UE-Qatar svoltosi a Bruxelles il 12 settembre 2022,
– visto l'accordo di cooperazione UE-Qatar del 7 marzo 2018,
– vista la Convenzione internazionale delle Nazioni Unite sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie, del 18 dicembre 1990,
– visto l'annuncio della Federazione internazionale delle associazioni calcistiche (FIFA) del 2 dicembre 2010, relativo alla scelta del Qatar quale paese ospitante del Campionato mondiale di calcio 2022 (Coppa del mondo),
– viste le leggi n. 17, 18 e 19 adottate dal governo del Qatar nel 2020 sulla libera circolazione e su un salario minimo per i lavoratori migranti,
– vista la relazione di Human Rights Watch del 24 ottobre 2022 dal titolo "Qatar: Security Forces Arrest, Abuse LGBT People" (Qatar: arresti e abusi delle forze di sicurezza sulle persone LGBT),
– visti l'articolo 285 del codice penale del Qatar e la legge n. 17 del 2002 sulla protezione della comunità,
– vista la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, disumani e degradanti del 1984,
– visti gli orientamenti dell'UE in materia di pena di morte,
– vista la relazione sullo stato di avanzamento del programma di cooperazione tecnica tra il governo del Qatar e l'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) del 31 ottobre 2022,
– visto il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici, ratificato dal Qatar il 21 maggio 2018,
– vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sul Qatar, in particolare quella del 21 novembre 2013 sulla situazione dei lavoratori migranti in Qatar(1),
– visto l'articolo 132, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,
A. considerando che il Qatar è il primo paese della regione a ospitare la Coppa del mondo FIFA; che nel 2010 la FIFA ha attribuito al Qatar la Coppa del mondo senza esercitare la dovuta diligenza in materia di diritti umani o di ambiente e senza stabilire condizioni per la protezione dei lavoratori migranti; che il Qatar ha vinto la procedura di gara della Coppa del mondo FIFA in un contesto di accuse credibili di corruzione e concussione, che hanno portato a indagini giudiziarie;
B. considerando che, secondo le stime, in Qatar vi sono più di due milioni di cittadini stranieri, che costituiscono circa il 94 % della forza lavoro del paese; che i migranti sono principalmente impiegati nei settori delle costruzioni, dei servizi e dei lavori domestici; che sono state denunciate violazioni dei diritti dei lavoratori in tali settori; che, in ragione di queste cifre, il Qatar è il paese al mondo che ha la proporzione più elevata di lavoratori migranti in rapporto alla popolazione nazionale;
C. considerando che, per lavorare in Qatar, molti lavoratori sono stati costretti a indebitarsi da società di collocamento che hanno addebitato loro illegalmente delle commissioni e che molti di loro hanno subito furti del salario e sono stati sottoposti a condizioni di lavoro massacranti in situazioni di calore estremo che li hanno esposti al rischio di malattie, infortuni e morte;
D. considerando che, secondo quanto riferito, migliaia di lavoratori migranti sono morti e molti altri sono stati vittima di infortuni durante i lavori di costruzione connessi alla Coppa del mondo in Qatar;
E. considerando che, secondo l'OIL, alcune imprese europee si sono rifiutate di partecipare ai comitati misti, il cui obiettivo è quello di riunire rappresentanti dei dirigenti e dei lavoratori per discutere, prevenire e risolvere i conflitti sul posto di lavoro;
F. considerando che, prima dell'attuazione delle riforme in Qatar, nel 2014 la Confederazione sindacale internazionale (CSI) ha presentato insieme all'OIL una denuncia contro il Qatar in merito alla sua mancata osservanza della Convenzione sul lavoro forzato del 1930 e della Convenzione sull'ispezione del lavoro del 1947; che, secondo la CSI, le leggi in Qatar sono state modificate e il paese continua a compiere progressi nel mettere in pratica tali modifiche;
G. considerando che il Qatar è il primo paese del Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG) ad aver aperto un ufficio progetti dell'OIL; che il Qatar ha firmato una serie di partenariati con l'OIL, le organizzazioni delle Nazioni Unite e gli Stati membri dell'UE, tra cui un memorandum di intesa con la Svezia nel gennaio 2020 e con la Francia nel marzo 2022, per migliorare i diritti dei lavoratori; che l'OIL ha rilevato progressi tangibili nei cinque anni che hanno preceduto la Coppa del mondo FIFA 2022, segnatamente in materia di governance della migrazione di manodopera, applicazione del diritto del lavoro e accesso alla giustizia e rafforzamento della voce dei lavoratori e del dialogo sociale; che, secondo l'OIL, l'adesione e la costituzione di sindacati da parte dei lavoratori migranti non sono ancora legali;
H. considerando che in precedenza i lavoratori in Qatar erano tenuti a chiedere ai loro datori di lavoro l'autorizzazione a cambiare lavoro o a lasciare il paese; che tali requisiti costituivano le caratteristiche più problematiche del sistema della kafala (sponsorizzazione), in quanto rendevano i lavoratori eccessivamente dipendenti dai loro datori di lavoro, dando luogo a possibilità di sfruttamento e lavoro forzato; che, a seguito delle modifiche in questione, il ministero del Lavoro ha approvato circa 420 000 domande di cambio di occupazione presentate da lavoratori migranti nei due anni successivi all'introduzione di tali riforme; che, tuttavia, molti lavoratori incontrano ancora ostacoli a lasciare il loro lavoro e a trasferirsi a un nuovo posto di lavoro, come ad esempio ritorsioni da parte dei datori di lavoro;
I. considerando che nel marzo 2021 il Qatar è stato il primo paese della regione del Golfo ad adottare un salario minimo non discriminatorio che si applica a tutti i lavoratori, di tutte le nazionalità, in tutti i settori, compreso il lavoro domestico; che secondo l'OIL, da quando è stata introdotta la nuova legislazione, il 13 % della forza lavoro, pari a 280 000 persone, ha beneficiato di un aumento dei salari fino alla nuova soglia minima;
J. considerando che la nuova legislazione offre ai lavoratori del Qatar una maggiore protezione dallo stress da calore;
K. considerando che il Qatar ha adottato misure per migliorare l'accesso dei lavoratori alla giustizia istituendo una nuova piattaforma online che consente ai lavoratori di presentare denunce e creando nuovi tribunali del lavoro per la risoluzione delle controversie;
L. considerando tuttavia che, secondo quanto riferito, alcune delle pratiche discriminatorie nei confronti dei lavoratori stranieri rimangono in vigore in Qatar e in altri paesi del CCG, come le trattenute arbitrarie sui salari, il mancato pagamento dei salari e la confisca dei documenti di viaggio;
M. considerando che l'articolo 285 del codice penale del Qatar punisce i rapporti sessuali extraconiugali, compresi quelli fra persone dello stesso sesso, con pene detentive fino a sette anni; che gli arresti arbitrari di persone LGBTQ+ si baserebbero sulla legge n. 17 del 2002 sulla protezione della comunità, la quale, secondo Human Rights Watch, consente la custodia cautelare senza capi d'imputazione o processo per un periodo massimo di sei mesi se "sussistono fondati motivi per ritenere che l'imputato possa aver commesso un reato", compresa la "violazione della moralità pubblica", il che dà luogo ad abusi frequenti nei confronti delle persone LGBTQ+; che un ambasciatore della Coppa del mondo FIFA del Qatar ha rilasciato in pubblico una dichiarazione omofobica; che sette federazioni calcistiche, anche in Europa, hanno deciso che i loro giocatori possono indossare la fascia con i colori dell'arcobaleno e la scritta "One Love"; che, tuttavia, la FIFA ha deciso che i giocatori possono ricevere un cartellino giallo o un'espulsione per aver indossato tale fascia, poiché è considerata una dichiarazione politica;
N. considerando che nel 2016 la FIFA ha sottoscritto i principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani, che obbligano la FIFA ad astenersi dall'interferire nei diritti umani e a porre rimedio agli effetti negativi delle sue attività nel settore dei diritti umani;
O. considerando che, in un periodo di insicurezza e di sfide significative per l'ordine internazionale basato su regole sia in Europa che nella regione del Golfo, e in un momento in cui il mondo si trova ad affrontare le conseguenze dell'aggressione russa contro l'Ucraina e della pandemia di COVID-19, nonché l'imperativo urgente della transizione verde e digitale, l'UE ha molto da guadagnare da un partenariato più forte e più strategico con il CCG e i suoi Stati membri, compreso il Qatar; che nel 2021 sono state ripristinate le relazioni diplomatiche tra Qatar e Arabia Saudita, Emirati arabi uniti, Bahrein ed Egitto;
P. considerando che l'accordo di cooperazione UE-Qatar firmato nel 2018 stabilisce un quadro per le consultazioni politiche e settoriali in ambiti di reciproco interesse; che il Qatar è un partner importante dell'UE e che le sue relazioni coprono una moltitudine di settori importanti; che il Qatar ha un ruolo fondamentale da svolgere nell'attuazione della strategia europea per la sicurezza energetica; che il dialogo tra l'UE e il Qatar si è notevolmente intensificato, portando all'apertura di una delegazione dell'UE a Doha nel 2022; che nel febbraio 2022 il Qatar ha copatrocinato una risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite che chiedeva il ritiro della Russia dall'Ucraina e ha votato a favore di risoluzioni che condannavano l'invasione russa dell'Ucraina;
Q. considerando che il quarto dialogo UE-Qatar sui diritti umani si è svolto il 12 settembre 2022; che il dialogo sui diritti umani rappresenta un momento cruciale di impegno a favore della promozione dei diritti umani;
1. deplora la morte di migliaia di lavoratori migranti e gli infortuni subiti dai lavoratori durante i preparativi per la Coppa del mondo; esprime il suo cordoglio alle famiglie delle vittime di tali lavoratori e chiede che vengano acclarate le responsabilità;
2. esorta il Qatar ad attuare pienamente la sua nuova legislazione a tutela dei diritti dei lavoratori e a smantellare le restanti componenti del sistema della kafala (sponsorizzazione) come le sanzioni comminate ai lavoratori in caso di fuga;
3. sottolinea l'impegno dell'UE in difesa dei diritti umani nelle sue relazioni con il Qatar, anche nelle questioni sollevate nel contesto della Coppa del mondo FIFA; esprime preoccupazione per le denunce secondo cui centinaia di migliaia di lavoratori migranti subiscono tuttora leggi e pratiche discriminatorie in Qatar; deplora la mancanza di trasparenza e la chiara mancanza di una valutazione responsabile dei rischi che ha caratterizzato la scelta del Qatar come paese ospitante della Coppa del mondo FIFA nel 2010; ricorda la sua opinione, che nutre da tempo, secondo cui la corruzione in seno alla FIFA è dilagante, sistemica e profondamente radicata e continua a ritenere che l'organizzazione abbia gravemente danneggiato l'immagine e l'integrità del calcio mondiale, nonostante i tentativi di riforma, come ad esempio l'introduzione di requisiti in materia di diritti umani;
4. esorta le autorità pubbliche, le federazioni e le organizzazioni sportive a difendere i valori universali dei diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto nell'assegnare lo status di paese o città ospitante per le grandi manifestazioni sportive e nella scelta degli sponsor; chiede che siano stabiliti criteri chiari e una Carta con valori forti a tale riguardo; chiede che, prima di ospitare tali grandi eventi sportivi, sia prestata particolare attenzione alla tutela dei diritti dei lavoratori, all'uguaglianza e alla non discriminazione, e che siano stabilite valutazioni d'impatto ambientale indipendenti e credibili;
5. invita gli Stati membri dell'UE, in particolare quelli con grandi leghe nazionali di calcio, come la Germania, la Francia, l'Italia e la Spagna, a esercitare pressioni sull'UEFA e sulla FIFA affinché quest'ultima si impegni a realizzare riforme fondamentali, tra cui l'introduzione di procedure democratiche e trasparenti per l'assegnazione delle Coppe del mondo di calcio e la rigorosa applicazione dei diritti umani e dei criteri di sostenibilità per i paesi ospitanti; chiede urgentemente che le violazioni dei diritti fondamentali e dei diritti umani, in particolare l'evidente e sistematica violenza di genere, costituiscano un criterio di esclusione vincolante per l'aggiudicazione di eventi sportivi internazionali, al fine di proteggere atleti e tifosi e porre fine alla pratica del cosiddetto "sportwashing"; chiede che proseguano le indagini e le azioni penali per l'assegnazione delle Coppe del mondo macchiate da corruzione; invita gli Stati membri dell'UE ad autorizzare l'accesso alle informazioni archiviate sull'aggiudicazione della Coppa del mondo 2022;
6. riconosce l'importante contributo dei lavoratori migranti all'economia del Qatar e alla Coppa del mondo FIFA 2022; esorta le autorità del Qatar a condurre un'indagine esaustiva sulle morti dei lavoratori migranti, ad attestare la morte dei lavoratori migranti e a provvedere a un risarcimento per le famiglie nei casi in cui i lavoratori siano deceduti a causa delle loro condizioni di lavoro; sostiene gli sforzi del Qatar tesi a migliorare le condizioni di lavoro e il rispetto dei diritti dei lavoratori, come evidenziato dalla comunità internazionale; chiede la piena attuazione delle riforme adottate; apprezza la cooperazione del Qatar con l'OIL; invita il Qatar a continuare a cooperare con l'OIL sul fronte delle riforme; sottolinea che la responsabilità delle imprese, comprese quelle europee, impone di osservare il rispetto dei diritti dei lavoratori e lo stesso livello di dovuta diligenza richiesto nell'UE;
7. riconosce, tuttavia, che l'OIL e la CSI considerano le riforme intraprese in Qatar un esempio per la regione del Golfo;
8. sottolinea che le vittime di violazioni dei diritti umani dispongono di vie legali per chiedere giustizia e chiamare le imprese con sede nell'UE a rispondere delle loro azioni conformemente alle normative vigenti in materia di dovuta diligenza in alcuni Stati membri; prende atto delle attività in corso a livello dell'UE sulla direttiva sul dovuta diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità, che amplierà ulteriormente tali vie legali; ritiene che le imprese interessate non abbiano pienamente rispettato i loro obblighi a norma della direttiva 2014/95/UE(2), né quelli derivanti dalle convenzioni riconosciute a livello internazionale in materia di diritti umani;
9. condanna fermamente il coinvolgimento di imprese europee a qualsiasi violazione dei diritti dei lavoratori migranti, in particolare nei settori edilizio e finanziario, nel corso dei preparativi della Coppa del mondo FIFA 2022, indipendentemente dal fatto che le imprese abbiano causato tali violazioni, vi abbiano contribuito o ne abbiano tratto beneficio;
10. si compiace del fatto che, secondo l'OIL, il governo del Qatar abbia rimborsato 320 milioni di USD alle vittime di abusi salariali attraverso il Fondo di sostegno e assicurazione ai lavoratori; deplora, tuttavia, il fatto che il fondo sia diventato operativo solo nel 2018, il che comportato l'esclusione di milioni di lavoratori e delle loro famiglie dalla sua applicazione; esorta il Qatar a effettuare un riesame approfondito delle sue norme in materia di raccolta dei dati e di indagine per i casi di infortunio o di morte sul lavoro; chiede che il fondo sia ampliato in modo da includervi tutte le vittime dall'inizio dei lavori correlati alla Coppa del mondo FIFA 2022, compresi tutti i casi di morte e le altre violazioni dei diritti umani subite dai lavoratori in relazione ai preparativi per la Coppa del mondo, come i furti di salario, gli infortuni e tutti i decessi non indagati e non indennizzati; invita la FIFA a contribuire a un programma di risarcimento completo per le famiglie dei lavoratori, come indennizzo per le condizioni di lavoro subite;
11. si compiace delle riforme attuate dalle autorità del Qatar in consultazione con l'OIL per affrontare la governance della migrazione di manodopera, per far rispettare il diritto del lavoro e consentire l'accesso alla giustizia, nonché per rafforzare la voce dei lavoratori e il dialogo sociale; rileva che questi cambiamenti hanno già migliorato le condizioni di vita e di lavoro di centinaia di migliaia di lavoratori; deplora, tuttavia, il fatto che molti lavoratori non beneficino ancora di tali riforme, incontrando ostacoli nell'accesso a tali miglioramenti e ritorsioni da parte dei loro datori di lavoro; constata la sua preoccupazione per le accuse documentate e ripetute secondo cui i lavoratori domestici migranti sono oggetto di abusi e sfruttamento;
12. invita il Qatar ad abolire qualsiasi legislazione che consenta alle imprese di imporre ai lavoratori stranieri commissioni sull'assunzione;
13. si compiace della nuova legislazione del Qatar contro il calore nei cantieri; invita tutti i paesi del CCG ad adottare una legislazione analoga e ad attuarla pienamente;
14. rinnova il suo invito al Qatar affinché ratifichi la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie;
15. esorta il Qatar, in collaborazione con l'OIL, a garantire che tutti i lavoratori e i datori di lavoro possano beneficiare delle riforme della kafala in materia di mobilità dei lavoratori, a semplificare l'accesso alla giustizia e la riscossione dei salari dovuti e a dare piena attuazione alla legge sui diritti dei lavoratori domestici; apprezza, a tale proposito, il fatto che più di 420 000 lavoratori abbiano cambiato lavoro in tutto il Qatar e più di 300 000 abbiano beneficiato dell'introduzione del salario minimo;
16. osserva che il diritto di associazione e di auto-organizzazione dovrebbero essere riconosciuti per tutti i lavoratori, compresi i migranti; invita il governo del Qatar a garantire che i lavoratori abbiano il diritto di associarsi liberamente senza ritorsioni e beneficino di un accesso sicuro e protetto alla giustizia, anche costituendo sindacati nazionali e aderendovi;
17. si compiace del costante impegno dell'UE in materia di diritti umani con il Qatar, anche attraverso il dialogo UE-Qatar sui diritti umani, che dovrebbe essere intensificato, e il rafforzamento dell'assetto istituzionale per la cooperazione tra l'UE e il Qatar; sottolinea che il comitato nazionale sui diritti umani del Qatar ha avviato un'interazione regolare con le istituzioni dell'UE e che il Qatar ha invitato il rappresentante speciale dell'UE per i diritti umani a visitare il paese; evidenzia che i diritti dei lavoratori migranti, le riforme del lavoro, i diritti delle donne e la libertà di espressione sono temi ricorrenti;
18. invita gli Stati membri e la delegazione dell'UE in Qatar a monitorare attentamente le riforme sociali del Qatar, prestando una particolare attenzione all'attuazione concreta della sua legislazione, anche da parte delle imprese europee in Qatar, e invita il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza a informare regolarmente il Parlamento in merito ai progressi di tali riforme; apprezza, a tale riguardo, l'impegno del ministro del Lavoro qatariano Ali Bin Samikh Al Marri con la sottocommissione per i diritti dell'uomo del Parlamento per quanto riguarda le riforme in corso e le lacune ancora da colmare, e prende atto del suo impegno a risarcire i lavoratori o le loro famiglie che non hanno ricevuto quanto dovuto;
19. invita le autorità del Qatar a continuare a impegnarsi per garantire che il comitato nazionale sui diritti umani rispetti pienamente i principi relativi allo status delle istituzioni nazionali per la promozione e la tutela dei diritti umani e sia in grado di svolgere il suo mandato in modo completo, efficace e indipendente, anche promuovendo il pluralismo e la diversità tra i suoi membri e il suo personale;
20. invita le autorità del Qatar ad applicare pienamente la legislazione esistente che vieta la tortura e i maltrattamenti;
21. ricorda il proprio impegno a favore dell'abolizione universale della pena di morte e invita le autorità del Qatar ad adottare una moratoria sulla questione;
22. esorta le autorità del Qatar a rafforzare le misure volte a garantire la parità di genere, anche abolendo quel che resta del sistema di tutela delle donne, intensificando nel contempo i loro sforzi per conseguire un'equa rappresentanza delle donne nel mercato del lavoro formale, nella sfera pubblica e in quella politica, compresi il Consiglio della Shura e gli organi esecutivi, in particolare nelle posizioni decisionali, e a trattare donne e uomini su un piano di parità come capofamiglia; invita le autorità del Qatar a modificare la legge sulla nazionalità per garantire che le donne e gli uomini del Qatar abbiano pari diritti di trasmettere la loro nazionalità ai figli e ai coniugi stranieri; incoraggia il Qatar a provvedere affinché siano raccolti dati sulla violenza contro le donne e che tutti i casi di violenza contro le donne, compresa la violenza domestica, siano oggetto di indagini approfondite e che i responsabili siano perseguiti e, in caso di condanna, puniti con sanzioni adeguate;
23. prende atto della tendenza globale verso la depenalizzazione delle relazioni consensuali tra persone dello stesso sesso; invita le autorità del Qatar ad abrogare l'articolo 285 del codice penale e tutte le altre leggi correlate utilizzate per criminalizzare le relazioni consensuali tra persone dello stesso sesso e ad adottare una legislazione contro la discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale e dell'identità o dell'espressione di genere; deplora le denunce di abusi nei confronti della comunità LGBTQ+ da parte delle forze del dipartimento di sicurezza preventiva del Qatar e il loro ricorso alla legge n. 17 del 2002 sulla protezione della comunità, che consente la custodia cautelare senza capi d'imputazione o processo fino a sei mesi; esprime sgomento, in tale contesto, per la decisione della FIFA in merito alle fasce "OneLove";
24. invita le autorità del Qatar a garantire il rispetto dei diritti umani di tutte le persone che assistono alla Coppa del mondo 2022, compresi gli ospiti internazionali e coloro che vivono nel paese, anche rispettando la loro libertà di religione e di credo;
25. rileva e apprezza la profonda preoccupazione espressa dal Qatar a seguito della guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina; si compiace delle importanti decisioni assunte dal Qatar allorché ha votato a favore di tutte le pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite sulla questione, a differenza di vari membri del CCG;
26. saluta con favore la cooperazione e il dialogo dell'UE con il Qatar, nonché con altri Stati del Golfo, in quanto essenziali per conseguire gli obiettivi fondamentali dell'Unione, in particolare la pace e la prosperità delle regioni del Golfo e del Medio Oriente, una forte ripresa economica, approvvigionamenti energetici sostenibili, a prezzi accessibili e sicuri, una solida collaborazione sulla transizione verde, nonché una risposta risoluta alle esigenze globali in materia di aiuti umanitari e di sviluppo; accoglie con favore, a tal proposito, la normalizzazione delle relazioni tra il Qatar e i paesi limitrofi; elogia il ruolo del Qatar nel prestare assistenza all'evacuazione di decine di migliaia di persone dall'Afghanistan a seguito del violento insediamento al potere da parte dei talebani nel settembre 2021;
27. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al governo e al parlamento dello Stato del Qatar, alla Federazione internazionale delle associazioni calcistiche, all'Unione europea delle associazioni del calcio, all'Organizzazione internazionale del lavoro e all'Alta commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani.
Direttiva 2014/95/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 ottobre 2014, recante modifica della direttiva 2013/34/UE per quanto riguarda la comunicazione di informazioni di carattere non finanziario e di informazioni sulla diversità da parte di talune imprese e di taluni gruppi di grandi dimensioni (GU L 330 del 15.11.2014, pag. 1).