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Procedura : 2022/2048(INI)
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Ciclo del documento : A9-0292/2022

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A9-0292/2022

Discussioni :

PV 17/01/2023 - 13
CRE 17/01/2023 - 13

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PV 18/01/2023 - 13.4
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P9_TA(2023)0009

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Mercoledì 18 gennaio 2023 - Strasburgo
Attuazione della politica estera e di sicurezza comune – relazione annuale 2022
P9_TA(2023)0009A9-0292/2022

Risoluzione del Parlamento europeo del 18 gennaio 2023 sull'attuazione della politica estera e di sicurezza comune – relazione annuale 2022 (2022/2048(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visto il trattato sull'Unione europea (TUE), in particolare gli articoli 21 e 36,

–  vista la relazione del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR), del 14 giugno 2022, dal titolo "Relazione PESC – Le nostre priorità nel 2022",

–  vista la "Bussola strategica per la sicurezza e la difesa – Per un'Unione europea che protegge i suoi cittadini, i suoi valori e i suoi interessi e contribuisce alla pace e alla sicurezza internazionali", approvata dal Consiglio il 21 marzo 2022 e dal Consiglio europeo il 24 marzo 2022,

–  viste le conclusioni del Consiglio del 24 e 25 marzo 2022,

–  vista la dichiarazione di Versailles dell'11 marzo 2022,

–  viste le conclusioni del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno 2022 sulla grande Europa, l'Ucraina, le domande di adesione di Ucraina, Repubblica di Moldova e Georgia, i Balcani occidentali, le questioni economiche, la Conferenza sul futuro dell'Europa e le relazioni esterne,

–  vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, del 12 ottobre 2022, dal titolo "Comunicazione 2022 sulla politica di allargamento dell'UE" (COM(2022)0528),

–  viste le risoluzioni adottate dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 2 marzo 2022 dal titolo "Aggressione dell'Ucraina" (A/RES/ES-11/L.1) e del 12 ottobre 2022 dal titolo "Integrità territoriale dell'Ucraina: difendere i principi della Carta delle Nazioni Unite" (A/RES/ES -11/L.5),

–  vista la sua risoluzione del 9 marzo 2022 sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell'Unione europea, inclusa la disinformazione(1),

–  vista la comunicazione della Commissione, del 19 ottobre 2021, dal titolo "Comunicazione 2021 sulla politica di allargamento dell'UE" (COM(2021)0644),

–  vista la risoluzione adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 7 aprile 2022 dal titolo "Sospensione del diritto della Federazione russa di far parte del Consiglio dei diritti umani" (A/RES/ES-11/L.4),

–  vista la relazione del 9 maggio 2022 sul risultato finale della Conferenza sul futuro dell'Europa,

–  vista la sua risoluzione del 4 maggio 2022 sul seguito da dare alle conclusioni della Conferenza sul futuro dell'Europa(2),

–  vista la decisione (PESC) 2021/509 del Consiglio, del 22 marzo 2021, che istituisce uno strumento europeo per la pace, e abroga la decisione (PESC) 2015/528(3),

–  viste le conclusioni del Consiglio sulla COVID-19, la gestione delle crisi e la resilienza, la sicurezza e la difesa, gli aspetti esterni della migrazione e le relazioni esterne, approvate il 16 dicembre 2021,

–  vista la sua raccomandazione al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 23 novembre 2022, concernente la nuova strategia dell'UE in materia di allargamento(4),

–  visto il concetto strategico della NATO, adottato il 29 giugno 2022 dai capi di Stato e di governo della NATO in occasione del vertice NATO a Madrid,

–  vista la risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, del 31 ottobre 2000, che ha istituito l'agenda sulle donne, la pace e la sicurezza,

–  vista la comunicazione congiunta del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e della Commissione, del 25 novembre 2020, dal titolo "Piano d'azione dell'Unione europea sulla parità di genere III – Un'agenda ambiziosa per la parità di genere e l'emancipazione femminile nell'azione esterna dell'UE" (JOIN(2020)0017),

–  vista la sua risoluzione del 14 dicembre 2022 sulle prospettive della soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati per Israele e Palestina(5),

–  vista la dichiarazione congiunta sulla cooperazione UE-NATO, firmata il 10 gennaio 2023 dal presidente del Consiglio europeo, dalla Presidente della Commissione e dal Segretario generale dell'Organizzazione del trattato del Nord Atlantico,

–  visto l'articolo 54 del regolamento,

–  visto il parere della commissione per gli affari costituzionali,

–  vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A9-0292/2022),

A.  considerando che l'aggressione militare non provocata e ingiustificata da parte della Federazione russa nei confronti dell'Ucraina, appoggiata dal regime di Lukashenko in Bielorussia, ha riportato la guerra nel continente europeo e ha causato gravi distruzioni e sofferenze; che la Russia ha perpetrato crimini di guerra contro l'Ucraina; che tutto ciò rappresenta una grave minaccia e continua a mettere a repentaglio la sicurezza europea e globale; che la Russia ha fatto ricorso a minacce nucleari; che le catene di approvvigionamento globali hanno subito ripercussioni negative e che la sicurezza alimentare è stata compromessa in diverse zone del mondo; che la guerra di aggressione illegale della Russia contro l'Ucraina ha creato incertezza economica, ha portato a un drastico aumento dei prezzi dell'energia, ha aggravato la crisi climatica e presenta un notevole potenziale per destabilizzare ulteriormente molti Stati membri e paesi terzi, in particolare nei Balcani occidentali e nel partenariato orientale, e ha pertanto modificato in modo significativo il contesto geopolitico della politica estera e di sicurezza comune (PESC) dell'UE; che la guerra di aggressione contro l'Ucraina faceva parte del piano di Putin di ridefinire l'assetto dell'architettura di sicurezza euroatlantica; che tale piano è stato ostacolato dalla difesa eroica opposta dall'esercito ucraino; che dal 2014 l'UE non è stata in grado di utilizzare pienamente i suoi strumenti di sicurezza e di difesa comune (PSDC) per sostenere efficacemente la lotta dell'Ucraina contro la Russia, sebbene quest'anno si siano registrati alcuni miglioramenti; che, per essere percepita come un attore globale affidabile e di successo, l'UE deve sviluppare ulteriormente le sue capacità e rafforzare la sua volontà politica di garantire la sicurezza nel suo immediato vicinato;

B.  considerando che il vicinato orientale e i Balcani occidentali necessitano di una risoluzione dei conflitti pacifica, stabilità e sicurezza maggiori e una cooperazione reciproca rafforzata; che in queste regioni la sicurezza è fortemente minacciata dall'invasione russa dell'Ucraina e dalla possibilità che tale aggressione si propaghi nei paesi vicini; che la destabilizzazione del nostro immediato vicinato costituisce una minaccia per la stabilità, la pace e la sicurezza dell'UE;

C.  considerando che la guerra di aggressione russa contro l'Ucraina evidenza la necessità di un'azione dell'UE più forte, ambiziosa, credibile, strategica e unitaria sulla scena mondiale e accentua la necessità che l'UE sia in grado di fissare in modo autonomo i propri obiettivi strategici e sviluppare e implementare le capacità atte a perseguirli; che ha ribadito ulteriormente che l'indipendenza energetica deve essere una priorità per l'Europa;

D.  considerando che la guerra di aggressione russa contro l'Ucraina rappresenta un campanello d'allarme per l'UE poiché costituisce una minaccia immediata per l'assetto di sicurezza europeo e globale, nonché per la sicurezza dell'UE e dei suoi Stati membri; che l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha stimolato lo slancio verso una ridefinizione geopolitica della PESC e dell'azione esterna dell'UE in generale, caratterizzata da una visione ambiziosa guidata dagli interessi dell'Unione nella nuova realtà geopolitica, da una reale volontà di agire e dalla cooperazione transatlantica, al fine di conseguire risultati strategicamente pertinenti; che, di fronte all'aggressione russa, la Finlandia e la Svezia hanno chiesto di aderire alla NATO; che tale conflitto presenta agli Stati membri l'urgente necessità di definire una percezione comune delle minacce e di mostrare una reale solidarietà nei confronti degli Stati membri in prima linea; che la guerra ha riaffermato il ruolo della NATO quale fondamento della sicurezza europea, nonché la necessità imprescindibile di un forte legame transatlantico;

E.  considerando che è indispensabile che l'Unione affronti le sue principali vulnerabilità, come l'eccessiva dipendenza degli ultimi anni dalla Russia e dalla Repubblica popolare cinese (RPC), e rafforzi la sua resilienza e preparazione di fronte a minacce provenienti da regimi totalitari e non democratici;

F.  considerando che l'invasione russa evidenzia altresì la necessità, sottolineata dagli esiti della Conferenza sul futuro dell'Europa indicati dai cittadini, che gli Stati membri dimostrino la necessaria volontà politica di trasformare la PESC in una politica europea vera e propria;

G.  considerando che il potenziale di un'azione rapida, efficiente ed efficace in materia di politica estera, sicurezza e difesa, quale previsto dal trattato di Lisbona, è stato utilizzato e sfruttato solo in maniera molto limitata nell'ultimo decennio a causa di una mancata volontà politica da parte degli Stati membri; che, in ragione dell'evoluzione del contesto della sicurezza in Europa, è giunto il momento di utilizzare tutti gli strumenti previsti dal TUE, in particolare per quanto riguarda la PSDC; che il trattato di Lisbona prevede taluni elementi, quali un fondo iniziale militare (articolo 41, paragrafo, lettera b), la possibilità di formare un piccolo gruppo con obiettivi di sicurezza e di difesa più ambiziosi (articolo 44) e la definizione di una vera politica europea delle capacità e degli armamenti (articolo 42, paragrafo 3), che esistono dal dicembre 2009;

H.  considerando che le clausole passerella potrebbero essere utilizzate immediatamente per passare dal requisito del voto all'unanimità al voto a maggioranza qualificata in settori politici specifici; che l'attuale minaccia per la sicurezza europea richiede un adattamento immediato di taluni metodi di lavoro;

I.  considerando che il Consiglio ha agito in modo rapido e coeso e, ad oggi, ha adottato nove pacchetti di sanzioni nei confronti della Russia in considerazione degli atti perpetrati in Ucraina, che includono sanzioni individuali come il congelamento dei beni e le restrizioni di viaggio, sanzioni pecuniarie che riguardano i settori finanziario, commerciale, energetico, dei trasporti, della tecnologia e della difesa, restrizioni ai media, misure diplomatiche, restrizioni alle relazioni economiche con la Crimea occupata e Sebastopoli e con le zone non controllate dal governo delle regioni di Donetsk e Luhansk e misure relative alla cooperazione economica, che rappresentano una dimostrazione di solidarietà e unità, ma sono ancora insufficienti a fermare l'aggressore;

J.  considerando che le limitazioni alla libertà dei mezzi d'informazione e l'aumento delle campagne di disinformazione, delle ingerenze straniere e degli attacchi nei confronti dei giornalisti rappresentano una tendenza diffusa in tutto il mondo e particolarmente evidente nei paesi caratterizzati da un arretramento democratico e negli Stati autoritari recalcitranti; che, a livello internazionale, le conseguenze per i diritti umani, la democrazia, la partecipazione pubblica e lo sviluppo sono preoccupanti; che l'UE deve rafforzare la collaborazione con i paesi partner che condividono gli stessi principi al fine di promuovere e difendere la libertà dei mezzi d'informazione e la libertà di espressione e di contrastare la disinformazione e le ingerenze straniere nei paesi terzi;

K.  considerando che il permanere dell'instabilità e dell'imprevedibilità nel contesto della sicurezza alle frontiere dell'UE e nei paesi del suo immediato vicinato costituisce una minaccia diretta per la sicurezza dell'Unione e dei suoi Stati membri;

L.  considerando che, sotto la guida di Vladimir Putin, sin dal 2014 il governo della Federazione russa continua a perpetrare atti di terrorismo internazionale contro oppositori politici e Stati sovrani, culminati con l'invasione e l'occupazione dell'Ucraina;

M.  considerando che le conseguenze globali dell'invasione ingiustificabile dell'Ucraina da parte della Federazione russa sono aggravate dall'impatto della pandemia di COVID-19 senza precedenti in corso, che ha avuto origine a Wuhan (RPC); che il ritorno di una guerra su vasta scala nel continente europeo, l'instabilità economica e la deliberata strumentalizzazione della volatilità energetica da parte della Federazione russa sono causa diretta di incertezza geopolitica per i cittadini dell'Unione europea, dei paesi candidati e dei potenziali paesi candidati, nonché per i paesi partner in tutto il mondo;

N.  considerando che, per raggiungere l'autonomia strategica, l'Unione deve essere in grado di perseguire tutti gli obiettivi di importanza strategica per l'UE senza fare indebito affidamento sulle capacità di paesi e di attori terzi, eliminando tra l'altro le vulnerabilità che rendono l'Unione oggetto di divisioni interne e di concessioni obbligate ad attori autoritari; che il raggiungimento dell'autonomia strategica consentirà all'Unione di rafforzare ulteriormente la propria azione esterna partendo da una base solida, di perseguire e programmare con maggiore efficacia i propri interessi fondati sui valori, di rafforzare il suo contributo al multilateralismo globale, alla risoluzione pacifica dei conflitti e allo sviluppo della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali in tutto il mondo; che l'UE non sarà in grado di difendersi o di essere un attore credibile senza veri e propri investimenti nella difesa degli Stati membri; che, nonostante il protrarsi dell'aggressione russa contro l'Ucraina dal 2014, la decisione dei leader della NATO di destinare almeno il 2 % del PIL alla spesa per la difesa è stata attuata solo da pochi alleati che sono Stati membri, in particolare quelli sul fianco orientale; che il raggiungimento di tale soglia dimostra nel contempo una reale volontà di rafforzare la sicurezza europea e la posizione dell'UE;

O.  considerando che l'adesione volontaria degli Stati europei all'UE rimane lo strumento di politica estera più efficace dell'Unione; che il 23 giugno 2022 i leader europei hanno concesso all'Ucraina e alla Repubblica di Moldova lo status di paese candidato all'adesione all'UE e hanno riconosciuto la prospettiva europea della Georgia; che il 15 dicembre 2022 il Consiglio europeo ha concesso alla Bosnia-Erzegovina lo status di paese candidato all'adesione all'UE, mentre la Repubblica del Kosovo ha presentato la propria istanza di adesione all'UE;

P.  considerando che la PESC dell'Unione si fonda sui valori della democrazia, dello Stato di diritto, dell'universalità e dell'indivisibilità dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, sul rispetto della dignità umana, sui principi di uguaglianza e di solidarietà e sul rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale; che i valori dell'Unione, sanciti dall'articolo 2, dall'articolo 3, paragrafo 5, e dall'articolo 21, TUE, sono nel suo interesse immediato; che le pressioni autocratiche su tali valori democratici continuano ad aumentare, erodendo i controlli relativi all'abuso di potere, rafforzando l'incidenza e la gravità delle violazioni dei diritti umani e limitando gli spazi per la società civile, i media indipendenti e i movimenti di opposizione democratica; che, secondo Freedom House, il 2021 ha segnato il 16° anno consecutivo di declino democratico a livello mondiale;

Q.  considerando che gli effetti dei cambiamenti climatici hanno ripercussioni sempre più gravi su diversi aspetti della vita umana, nonché sulle opportunità di sviluppo, sull'ordine geopolitico mondiale e sulla stabilità a livello globale; che coloro che dispongono di minori risorse per adattarsi ai cambiamenti climatici risentiranno maggiormente dell'impatto degli stessi; che la politica estera dell'UE dovrebbe concentrarsi maggiormente sulla promozione di attività multilaterali tramite la cooperazione su specifiche questioni climatiche, stabilendo partenariati strategici e rafforzando la cooperazione e le interazioni tra attori statali e non statali, compresi i soggetti che contribuiscono in larga misura all'inquinamento globale;

R.  considerando che l'ordine internazionale basato su regole, fondato sul diritto internazionale e sulle istituzioni multilaterali, è esposto a rischi sempre crescenti, sia interni che esterni; che gli Stati autocratici, operando da soli e mediante azioni concertate, tentano di indebolire le organizzazioni e le agenzie multilaterali nonché il diritto internazionale umanitario e in materia di diritti umani, di sovvertirne il significato attraverso la cooptazione, o di eluderne o ostacolarne l'applicazione, favorendo al contempo l'ulteriore diffusione di norme autocratiche nell'UE e nei paesi terzi, anche attraverso l'utilizzo di incentivi e coercizioni diplomatiche, economiche o militari e di campagne di disinformazione; che l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia e i suoi crimini di guerra deliberati rappresentano un attacco alle fondamenta dell'ordine globale multilaterale basato su regole;

S.  considerando che è necessario che l'UE migliori la sua capacità di adottare decisioni rapide ed efficaci, in particolare nell'ambito della PESC, di parlare con una sola voce e di agire in quanto attore realmente globale in risposta alle crisi;

1.  sottolinea che la risposta rapida, unitaria e duratura dell'UE alla guerra di aggressione russa contro l'Ucraina e la capacità dell'Unione di trarre insegnamenti dai precedenti errori geostrategici e di correggerli dimostra l'efficacia della politica estera, di sicurezza e di difesa dell'UE, che si fonda sui suoi valori condivisi del rispetto dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto; osserva che, per rafforzare il suo ruolo di attore credibile e rispettoso dei valori nell'ambito della politica estera, di partner internazionale affidabile e di attore attendibile nel settore della sicurezza e della difesa, l'Unione deve adottare e attuare, nei settori ove siano già disponibili, procedure decisionali che consentano di conseguire detto obiettivo;

2.  osserva che la risposta dell'UE alla guerra di aggressione russa contro l'Ucraina è seguita con grande attenzione da molte autocrazie in tutto il mondo ed eserciterà un'influenza determinante nel definire il loro comportamento sulla scena internazionale; osserva inoltre che, per essere attori credibili, l'UE e i suoi Stati membri devono rafforzare il sostegno militare, politico e umanitario all'Ucraina e potenziare la loro difesa per contrastare le minacce russe alla sicurezza europea;

3.  è convinto che garantire la sicurezza, la prosperità e il ruolo guida dell'UE a livello globale vada di pari passo con il consolidamento del processo di allagamento, un più rapido accesso dei paesi candidati e dei candidati potenziali e il consolidamento della politica di vicinato dell'UE;

4.  sottolinea che il cambiamento epocale nel panorama geopolitico causato dalla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina e da altre sfide internazionali, tra cui il continuo aumento dell'autoritarismo nel mondo, la crescente cooperazione tra Cina e Russia, la politica estera assertiva della RPC, l'emergenza climatica e l'impatto della pandemia di COVID-19, richiede una più rapida attuazione del concetto di autonomia strategica, solidarietà e un risveglio geopolitico dell'UE, sulla base di azioni concrete e credibili su aspetti tematici e geografici prioritari, evidenziando al contempo la necessità di una più stretta cooperazione con la NATO e con gli alleati che condividono gli stessi principi in tutto il mondo; sottolinea che, in tale contesto, il sostegno diretto o indiretto di un paese terzo alle posizioni illegittime della Russia, in particolare votando con la Russia presso l'Assemblea generale delle Nazioni Unite sulle risoluzioni pertinenti o aiutando la Russia ad aggirare le sanzioni dell'UE, dovrebbe avere conseguenze chiare, rapide e specifiche sulle relazioni politiche e commerciali dell'UE con tale paese;

5.  sottolinea che la vocazione dell'Unione di agire in qualità di attore globale e garante della sicurezza può concretizzarsi adeguatamente solo sulla base di procedure decisionali più flessibili ed efficienti, anche nel settore della politica di sicurezza e di difesa;

6.  evidenzia che le azioni dell'UE dovrebbero essere guidate dai valori e dai principi su cui si fonda l'Unione, ai sensi dell'articolo 21 TUE, e con essi coerenti;

7.  ritiene che l'articolo 21, paragrafo 2, TUE dovrebbe essere modificato per includere il concetto di "autonomia strategica" nell'elenco degli obiettivi della PESC, affinché l'UE diventi un attore efficace nell'ambito diplomatico e della sicurezza, attuando la sua politica estera e di sicurezza sulla base di un'azione forte attraverso misure, politiche, bilanci e impegni concreti;

8.  ricorda che la bussola strategica, adottata dal Consiglio nel marzo 2022, fornisce all'UE e ai suoi Stati membri orientamenti strategici e gli strumenti per rafforzare le loro capacità di difesa, per configurarsi come efficaci garanti della sicurezza in un contesto regionale e mondiale sempre più ostile nonché come attori globali più assertivi per la promozione della pace e la sicurezza umana; invita, pertanto, il VP/AR, la Commissione e gli Stati membri a dare priorità alla sua rapida e piena attuazione, in cooperazione con i partner che condividono gli stessi principi e in piena complementarità con la NATO e il suo concetto strategico del 29 giugno 2022, tenendo conto al contempo degli insegnamenti tratti dalla guerra di aggressione russa contro l'Ucraina;

9.  sottolinea la necessità di una campagna di comunicazione incisiva, che metta in luce i benefici della bussola strategica a vantaggio della sicurezza e dei cittadini europei;

10.  sottolinea che, onde conseguire la ridefinizione geopolitica necessaria a rispondere alle sfide attuali, l'UE dovrebbe definire la PESC sulla base delle seguenti quattro azioni:

   adattare le disposizioni istituzionali e decisionali dell'UE e creare volontà e unità politiche in materia di politica estera e di sicurezza, adottando il voto a maggioranza qualificata, al fine di consentire un'azione preventiva tempestiva e risposte rapide,
   rendere operativa l'autonomia strategica e la solidarietà, rafforzando nel contempo il suo approccio al multilateralismo e alle alleanze, riducendo la dipendenza strategica da regimi non democratici e rafforzando la resilienza dell'Unione,
   guidare il rafforzamento del multilateralismo, rafforzare e consolidare le alleanze e i partenariati e costruire nuovi partenariati strategici per un mondo migliore con partner democratici che condividano gli stessi principi, affrontando nel contempo l'assertività dei regimi autoritari e totalitari,
   rafforzare la diplomazia parlamentare quale efficace strumento di prevenzione in politica estera;

11.  sottolinea che l'ambizioso impegno e la retorica della politica esterna dell'UE in materia di diritti umani richiedono che l'Unione sia coerente ed esemplare; si rammarica, pertanto, che a livello pratico l'UE continui a non essere coerente nei confronti di situazioni simili in materia di diritti umani nel mondo; deplora altresì il deterioramento della situazione dei diritti umani e dello Stato di diritto in alcuni dei suoi stessi Stati membri, il che compromette la credibilità dell'UE; invita l'UE e gli Stati membri a dare l'esempio e a rispettare rigorosamente i diritti umani;

12.  sottolinea che l'UE dovrebbe rimanere impegnata a favore del controllo delle armi e degli accordi multilaterali sul disarmo e la non proliferazione;

Rafforzare le disposizioni istituzionali e decisionali dell'UE in materia di politica estera e di sicurezza

13.  accoglie con favore il notevole livello di unità e determinazione dell'UE nel rispondere rapidamente e con decisione alla guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina; esorta gli Stati membri a mantenere e, ove necessario, rafforzare l'elevato e coerente livello attuale di sostegno all'Ucraina e ai suoi cittadini, pienamente in linea con l'evoluzione delle esigenze dell'Ucraina e dell'impegno dell'UE a favore della sua indipendenza, sovranità e integrità territoriale; chiede lo stesso livello di unità in futuro di fronte agli attacchi contro le nostre democrazie o i nostri valori comuni;

14.  esorta gli Stati membri a preservare la loro unità e determinazione e a sfruttare tale livello di cooperazione senza precedenti; sottolinea l'importanza dell'unità e della coerenza con i principi e i valori fondanti dell'Unione, nonché di preservare tale unità e di continuare a rafforzare la sovranità strategica, la sicurezza e la resilienza dell'UE e dei suoi Stati membri attraverso un processo decisionale più efficiente nel settore della PESC, che potrebbe essere conseguito:

   a) passando quanto prima al voto a maggioranza qualificata per le decisioni in tutti i settori della PESC, iniziando dai settori prioritari entro un anno, quali il regime globale di sanzioni dell'UE in materia di diritti umani (legge Magnitsky dell'UE) e altri settori della politica estera, e utilizzando le clausole passerella previste dai trattati, ad eccezione delle decisioni che istituiscono missioni o operazioni militari con un mandato esecutivo nell'ambito della PSDC, per le quali deve ancora essere richiesta l'unanimità;
   b) convocando una convenzione mediante l'attivazione della procedura di revisione dei trattati a norma dell'articolo 48 TUE, con l'obiettivo, tra l'altro, di inserire nei trattati il voto a maggioranza qualificata per tutte le questioni relative alla PESC dell'UE;
   c) impegnandosi per realizzare un'autentica unione militare e di difesa che sia interoperabile e complementare all'Alleanza NATO e che possa agire in modo indipendente quando necessario;
   d) incoraggiando, in attesa della piena applicazione del voto a maggioranza qualificata per le decisioni che non hanno implicazioni militari o di difesa, il ricorso all'astensione costruttiva conformemente all'articolo 31, paragrafo 1, TUE;
   e) garantendo che gli Stati membri rispettino i principi dei trattati, sia a livello teorico che pratico, in particolare gli articoli 24 e 42, paragrafo 7, TUE e l'articolo 222 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, che chiedono agli Stati membri di sostenere attivamente e senza riserve la politica estera e di sicurezza dell'Unione in uno spirito di lealtà e di solidarietà reciproca; pone l'evidenza sul fatto che le condizioni per l'attivazione dell'articolo 42, paragrafo 7, TUE e le modalità di sostegno non sono mai state chiaramente definite; ritiene necessario elaborare urgentemente una strategia politica di solidarietà e misure operative di attuazione per la clausola di mutua assistenza di cui all'articolo 42, paragrafo 7, TUE;
   f) sfruttando pienamente il meccanismo integrato di risposta politica alle crisi (IPCR) e istituendo un Consiglio di sicurezza europeo, composto dai ministri degli Stati membri, che risponda rapidamente in situazioni di emergenza e sviluppi un approccio integrato ai conflitti e alle crisi, nonché un Consiglio dei ministri della difesa;
   g) attuando e sfruttando appieno l'approccio "Team Europa" per coordinare ed evitare duplicazioni nella politica estera e di sicurezza dell'UE, perseguendo nel contempo l'unità;
   h) fornendo finanziamenti, capacità istituzionali e assistenza tecnica sufficienti a livello dell'UE e degli Stati membri per prepararsi e rispondere prontamente alle sfide attuali, emergenti e future; chiede, in particolare, maggiori finanziamenti per tutte le azioni esterne dell'UE;
   i) introducendo un ruolo per il Parlamento nelle decisioni che riguardano l'invio di missioni di sicurezza militari e civili all'estero;

ritiene, alla luce di quanto precede, che sarebbe opportuno che il Parlamento tenga una discussione in Aula precedente alle pertinenti decisioni del Consiglio e che approvi una risoluzione che autorizzi politicamente un'operazione, compresi i suoi obiettivi, i suoi mezzi e la sua durata;

15.  esorta gli Stati membri a perseguire una rigorosa applicazione dell'articolo 31, TUE, che consente al Consiglio, tra l'altro, di adottare talune decisioni a maggioranza qualificata in questioni di PESC senza implicazioni militari, in particolare quelle relative alle sanzioni e ai diritti umani e, nel caso dell'articolo 42, paragrafo 7, TUE, a passare al voto a maggioranza qualificata rafforzata; invita gli Stati membri ad avvalersi appieno e senza indugio della clausola passerella di cui all'articolo 31, paragrafo 3, TUE, in particolare nei settori prioritari;

16.  ribadisce il proprio sostegno all'adozione e all'attuazione del regime globale di sanzioni dell'UE in materia di diritti umani, che consente all'UE di imporre rapidamente misure restrittive e mirate nei confronti di individui, entità e organismi responsabili di gravi violazioni dei diritti umani e di abusi in tutto il mondo, coinvolti o associati ad essi; accoglie con favore l'intenzione della Commissione di estendere tempestivamente il campo di applicazione del regime globale di sanzioni dell'UE in materia di diritti umani, in modo da includervi la corruzione, riconoscendo così lo stretto legame tra la corruzione e le violazioni dei diritti umani; esorta la Commissione a potenziare tale proposta legislativa con strumenti che prevedano un ruolo più incisivo del Parlamento europeo nel presentare casi di gravi violazioni dei diritti umani; ribadisce il proprio invito al Consiglio affinché introduca il voto a maggioranza qualificata per l'adozione di misure restrittive imposte nell'ambito del regime globale di sanzioni dell'UE in materia di diritti umani;

17.  invita l'UE e gli Stati membri a rafforzare il sostegno alle organizzazioni della società civile, agli attivisti e ai giornalisti investigativi impegnati nella lotta contro la corruzione, promuovendo la creazione di istituzioni anticorruzione efficaci, adottando quadri normativi solidi e affrontando il problema delle giurisdizioni segrete e dei paradisi fiscali, in particolare all'interno delle loro giurisdizioni;

18.  sottolinea il fatto che l'applicazione delle sanzioni imposte alla Federazione russa è fondamentale per limitare la capacità di quest'ultima di proseguire la guerra di aggressione contro l'Ucraina e deve pertanto avere la massima priorità; esorta il Consiglio a imporre misure restrittive nei confronti di paesi terzi che permettono l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, agevolando l'elusione delle sanzioni o fornendo assistenza militare diretta; accoglie con favore le misure restrittive imposte al regime in Bielorussia; accoglie con favore la decisione del Consiglio di imporre misure restrittive alla Repubblica islamica dell'Iran, alla luce della fornitura di veicoli aerei senza equipaggio alla Federazione russa da utilizzare contro l'Ucraina, in particolare contro obiettivi civili; chiede l'estensione delle misure restrittive alla luce della continua fornitura, da parte della Repubblica islamica dell'Iran, di veicoli aerei senza equipaggio e della prevista fornitura di missili terra-terra; sostiene fermamente la proposta di direttiva(6) che qualifica come reato la violazione delle misure restrittive dell'Unione e chiede che la Procura europea sia incaricata di garantire indagini e procedimenti giudiziari coerenti e uniformi relativi a tali reati in tutta l'UE;

19.  esprime preoccupazione per la maggiore frequenza e intensità delle catastrofi climatiche, che comportano conseguenze particolarmente gravi per gli individui e le comunità più poveri e vulnerabili del mondo; rammenta che gli impatti diretti e indiretti dei cambiamenti climatici compromettono la pace e la sicurezza globali, al contempo aggravando le vulnerabilità e le disuguaglianze esistenti e minacciando i diritti umani; sottolinea il ruolo fondamentale che la Commissione e gli Stati membri devono svolgere, nel quadro dell'approccio comune "Team Europa", nel promuovere la diplomazia del clima per salvaguardare la pace e la sicurezza globali, in particolare attraverso un maggiore impegno bilaterale e multilaterale con i partner internazionali, la piena attuazione dell'accordo di Parigi e l'assunzione di ulteriori impegni, soprattutto nei confronti dei partner in via di sviluppo, e l'integrazione dell'azione per il clima in tutte le dimensioni dell'azione esterna dell'UE; esorta la Commissione e il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) a definire e attuare una solida diplomazia europea del clima, volta a promuovere la cooperazione internazionale nell'ambito dell'accordo di Parigi, rafforzare la dimensione esterna del nuovo Green Deal e fornire un sostegno tangibile agli ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 nei paesi terzi;

20.  insiste sulla piena applicazione e sull'integrazione sistematica della dimensione di genere e del piano d'azione dell'UE sulla parità di genere III in tutta l'azione esterna dell'UE, anche nel commercio e nella politica di sviluppo sostenibile, a tutti i livelli di coinvolgimento e in tutte le attività e i concetti applicabili, anche oltre la validità del suddetto piano; esorta il SEAE a migliorare il suo equilibrio geografico nell'ottica di garantire un'adeguata rappresentanza nazionale che rispecchi la diversità di tutti gli Stati membri, come indicato all'articolo 27 dello statuto dei funzionari;

21.  invita l'UE e i suoi Stati membri a esercitare un ruolo guida nell'attuazione della risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 1325 (2000) sulle donne, la pace e la sicurezza; sottolinea che le donne svolgono un ruolo fondamentale nella prevenzione dei conflitti, nei negoziati di pace, nella costruzione e nel mantenimento della pace, nella risposta umanitaria e nella ricostruzione post-bellica; sottolinea la necessità che l'UE garantisca un'equa partecipazione delle donne e il loro pieno coinvolgimento in tutti gli sforzi volti a mantenere la pace e la sicurezza;

22.  chiede il rafforzamento delle capacità del SEAE e delle delegazioni dell'UE attraverso lo stanziamento di strumenti e risorse propri dell'UE permanenti nell'ambito degli affari esteri per la tutela e la promozione dei diritti umani e la lotta contro la disinformazione; chiede un aggiornamento della decisione del Consiglio del 26 luglio 2010 al fine di conseguire al meglio gli obiettivi, i valori e gli interessi dell'UE in tutto il mondo;

23.  esorta gli Stati membri e la Commissione a rafforzare il ruolo del VP/AR; sottolinea che ciò può essere realizzato mediante una modifica del trattato in virtù della quale il VP/AR diventerebbe il ministro degli affari esteri dell'Unione, ovvero il principale rappresentante esterno dell'Unione nei consessi internazionali, e potrebbe essere presente ex-officio nei formati negoziali avviati o guidati dagli Stati membri; sostiene l'invito dei cittadini dell'Unione, formulato in occasione della Conferenza sul futuro dell'Europa, in cui esprimono il desiderio che l'UE parli con una sola voce;

24.  prende atto della dichiarazione del VP/AR in occasione della conferenza annuale degli ambasciatori dell'UE del 2022 e auspica che le lacune del servizio diplomatico dell'UE individuate siano affrontate con efficacia al fine di rafforzarne le capacità e l'efficienza; chiede una diplomazia europea autonoma in tutti gli ambiti, compresa tra l'altro la diplomazia pubblica, culturale, economica, climatica, digitale e informatica, definita da una cultura diplomatica comune e da un autentico spirito di corpo dell'UE; accoglie con favore l'avvio del progetto pilota "Verso un'Accademia diplomatica europea", volto a incentivare l'acquisizione di competenze e abilità comuni per promuovere e difendere con efficacia i principi e gli interessi dell'UE nel mondo; sottolinea che tale progetto pilota dovrebbe rivolgersi anche ai gruppi destinatari di una futura accademia, nonché prevedere la possibilità di includere chi, pur non essendo un diplomatico di uno Stato membro, potrebbe in futuro diventare un diplomatico dell'UE;

25.  sottolinea il ruolo strategico della cooperazione culturale internazionale e della diplomazia culturale nell'ambito della politica estera dell'UE nel rafforzamento delle relazioni con i paesi partner, nella promozione dei valori democratici dell'UE, nella tutela del patrimonio culturale all'estero, nella spinta per un dialogo interculturale, nella mobilità degli artisti e dei professionisti della cultura, nella prevenzione dei conflitti, nella lotta alla disinformazione e alle ingerenze straniere nei paesi terzi e nella lotta al traffico illecito, al saccheggio e alla distruzione dei beni culturali; chiede che la diplomazia culturale dell'UE sia rafforzata integrando la cultura come pilastro strategico in tutta l'azione esterna dell'Unione e sviluppando uno strumento dell'UE che incorpori gli aspetti culturali dell'Unione in tutto il mondo e promuova le relazioni culturali internazionali basate sulla cooperazione culturale e la co-creazione, coinvolgendo attivamente la società civile e i settori culturali dei paesi terzi; sottolinea che tale strumento potrebbe sviluppare le capacità dell'UE e fornire assistenza finanziaria ai settori culturali, creativi e innovativi della società civile dei paesi terzi; sostiene l'inclusione della cultura in tutti gli accordi bilaterali e multilaterali attuali e futuri, tenendo debitamente conto degli impegni assunti nel quadro della convenzione UNESCO sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali;

26.  sottolinea che la crisi geopolitica e umanitaria globale dimostra la necessità che l'UE disponga di informazioni credibili e dirette sulle minacce esterne esistenti e potenziali nei suoi confronti, in modo che sia in grado di reagire in maniera rapida ed efficace e tutelare maggiormente i suoi interessi all'estero; chiede il rafforzamento del Centro UE di situazione e di intelligence e del Centro di risposta alle crisi del SEAE, aumentandone le risorse e le capacità;

27.  sottolinea la necessità di definire chiaramente le competenze del VP/AR, del Presidente della Commissione e del Presidente del Consiglio europeo, poiché l'attuale quadro normativo definito dai trattati e dagli accordi interistituzionali in materia di rappresentanza esterna dell'UE all'estero non è chiaro circa le competenze di ciascuna figura istituzionale; ritiene che tale mancanza di chiarezza possa comportare talune duplicazioni nell'azione esterna dell'UE o confondere le controparti e/o gli interlocutori dell'UE nel mondo nelle loro relazioni con l'Unione;

Rendere operativa l'autonomia strategica

28.  sottolinea che la guerra di aggressione russa contro l'Ucraina e le distruzioni gravi e massicce, i crimini di guerra e le deliberate violazioni dei diritti umani e delle norme fondamentali del diritto internazionale da parte della Federazione russa hanno evidenziato la necessità di una presenza e di un'azione dell'UE più forte, ambiziosa, credibile, strategica e unita sulla scena mondiale; sottolinea la necessità che l'UE sia in grado di fissare in modo più deciso i suoi obiettivi strategici, quali definiti nella bussola strategica, e sviluppare le capacità e gli strumenti atti a perseguirli, al contempo lavorando sia in modo autonomo che in stretta cooperazione con i partner che condividono gli stessi principi; è del parere che la riconquista di tutti i territori occupati dell'Ucraina, la tutela della sua indipendenza, sovranità e integrità territoriale, il rapido completamento della procedura giudiziaria per la confisca dei beni congelati mediante le sanzioni e il deferimento alla giustizia internazionale dei responsabili, compresi Vladimir Putin e i vertici di comando militari e civili della Federazione russa, dovrebbero essere considerati un obiettivo della politica dell'UE nei confronti dell'Ucraina;

29.  ricorda che l'UE diventerà un attore efficace nel settore della diplomazia e della sicurezza solo attraverso azioni decise e rafforzerà la sua sovranità strategica e la solidarietà esclusivamente attraverso misure, politiche, bilanci e impegni concreti;

30.  accoglie con favore il cambiamento negli approcci degli Stati membri, che si muovono verso una maggiore sovranità strategica dell'UE attraverso la rapida attuazione delle principali azioni stabilite nella dichiarazione di Versailles e nella bussola strategica; osserva che tali elementi evidenziano la necessità di rafforzare le capacità di difesa dell'UE e degli Stati membri e di contribuire positivamente alla sicurezza europea, transatlantica e globale, in stretta collaborazione, complementarità e coordinamento con la NATO, ove pertinente per l'UE, in particolare quando è in gioco la creazione di una maggiore autonomia strategica dell'UE;

31.  accoglie con favore l'adozione in data 10 gennaio 2023 della terza dichiarazione congiunta sostanziale sulla cooperazione UE-NATO; esorta l'Unione e gli Stati membri che sono anche alleati NATO a garantire la coerente attuazione degli obiettivi e delle priorità indicati nella bussola strategica, nel concetto strategico della NATO e nella terza dichiarazione congiunta; sottolinea che tali processi strategici in seno alla NATO e all'UE offrono l'opportunità unica di intensificare ulteriormente le consultazioni e la cooperazione dell'UE al fine di rafforzare la sicurezza dei cittadini e di promuovere la pace e la stabilità nell'area euroatlantica e oltre;

32.  osserva che le capacità di difesa europee dovrebbero essere compatibili e complementari con la NATO, che rimane il principale garante della sicurezza in Europa; sottolinea che l'UE è un partner della NATO e che la cooperazione UE-NATO ha l'effetto di rafforzare reciprocamente le due parti e si basa sulla trasparenza, la reciprocità, l'inclusività e il mutuo rispetto dell'autonomia decisionale di entrambe le organizzazioni;

33.  sottolinea che qualsiasi processo volto a conseguire l'autonomia strategica dell'UE deve essere complementare e compatibile con la NATO; sottolinea, pertanto, che lo sviluppo di capacità di difesa coerenti, complementari e interoperabili è essenziale per rafforzare la sicurezza dell'area euroatlantica in linea con il principio della riserva unica di forze; ribadisce che una capacità d'azione europea, in partenariato o in maniera autonoma, è essenziale ai fini della complementarità e per contribuire all'adempimento dei compiti fondamentali della NATO, oltre che per rafforzare la prevenzione dei conflitti, ed è dunque fondamentale ai fini della sicurezza di tutto il continente europeo;

34.  ritiene che la bussola strategica costituisca un passo importante verso una vera Unione della difesa e debba rappresentare la base per lo sviluppo di una cultura strategica comune sia a livello dell'Unione che a livello degli Stati membri; invita l'UE e gli Stati membri a dimostrare l'unità e la volontà politica necessarie per attuare rapidamente le misure ambiziose verso cui si sono impegnati nell'ambito della bussola strategica, compresa la tempestiva operatività della capacità di dispiegamento rapido dell'UE; ritiene che l'attuazione della bussola strategica avvicinerebbe l'UE all'obiettivo dell'autonomia strategica; sottolinea l'esigenza di tenere conto degli effetti della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina e di anticipare le scadenze per l'attuazione di azioni e progetti singoli;

35.  ricorda, tuttavia, che le lacune in termini di capacità tra gli Stati membri e i settori prioritari in materia di difesa sono state correttamente identificate già da alcuni anni dall'Agenzia europea per la difesa, dallo Stato maggiore dell'Unione europea, dal SEAE e dalla Commissione; ritiene, pertanto, che le ambizioni stabilite sia nella bussola strategica sia nelle conclusioni del Consiglio di Versailles si dimostreranno valide solo se efficacemente attuate dagli Stati membri;

36.  accoglie con favore il rapido e ripetuto utilizzo dello strumento europeo per la pace (EPF) per fornire il sostegno necessario affinché l'Ucraina possa difendersi e riguadagnare il controllo effettivo dell'intero territorio all'interno dei confini riconosciuti a livello internazionale; insiste sulla necessità di migliorare la capacità di agire dell'Unione con finanziamenti sostenibili e adeguati, basandosi sul sostegno dell'EPF già fornito all'Ucraina, anche attraverso la centrale di coordinamento, e di fare tesoro dell'esperienza acquisita con il sostegno offerto all'Ucraina per migliorare la capacità di risposta dell'Unione agli scenari futuri; accoglie con favore la decisione del Consiglio del 12 dicembre 2022 di aumentare il bilancio dell'EPF di 2 miliardi di EUR, consentendo nel contempo la possibilità di un ulteriore aumento del massimale finanziario complessivo dell'EPF per un totale massimo di 5,5 miliardi di EUR entro il 2027, data l'esigenza di continuare a sostenere la fornitura di armi e munizioni all'Ucraina e ad altri paesi partner, anche nel continente africano; esorta il VP/AR a presentare rapidamente una proposta di modifica della decisione (PESC) 2021/509 del Consiglio; sottolinea inoltre l'esigenza di istituire un secondo strumento fuori bilancio che gestisca lo sviluppo e la generazione delle capacità per l'intero ciclo di vita, che comprenda le attività comuni di ricerca e sviluppo in ambito militare, l'approvvigionamento, l'addestramento, la manutenzione e la sicurezza delle forniture;

37.  chiede di rafforzare il sostegno finanziario e militare all'Ucraina e di dispiegare senza indugio attrezzature e armi moderne, nonché sistemi di difesa aerea di nuova generazione; esprime il proprio sostegno alla decisione di alcuni Stati membri e partner internazionali di dotare l'Ucraina di veicoli da combattimento di infanteria e di veicoli corazzati da trasporto truppa; ribadisce il suo invito agli Stati membri ad avviare la fornitura di carri armati moderni da combattimento, tra cui i Leopard 2, nel quadro di un'iniziativa coordinata dell'UE attraverso la cellula di coordinamento dello Stato maggiore dell'UE ospitata dal SEAE; sostiene l'istituzione della missione di assistenza militare dell'UE per addestrare le forze armate ucraine sul suolo dell'UE e ne esorta la rapida attuazione; riconosce il lavoro svolto dalla missione consultiva dell'UE per la riforma del settore della sicurezza civile in Ucraina e accoglie con favore le recenti modifiche al suo mandato al fine di sostenere le autorità ucraine e agevolare le indagini sui crimini internazionali commessi dalle forze russe e dai mercenari durante l'aggressione russa contro l'Ucraina e il perseguimento degli stessi;

38.  ribadisce l'invito al VP/AR, agli Stati membri e ai partner internazionali a preparare una risposta rapida e risoluta qualora la Russia utilizzi armi chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari contro l'Ucraina;

39.  accoglie con favore l'adozione della comunicazione congiunta della Commissione e dell'Alto rappresentante, del 18 maggio 2022, sull'analisi delle carenze di investimenti nel settore della difesa e sulle prospettive di percorso; invita gli Stati membri a sviluppare e ad acquisire congiuntamente le capacità necessarie per colmare tali carenze, sfruttando appieno la cooperazione strutturata permanente (PESCO), la revisione coordinata annuale sulla difesa (CARD), il Fondo europeo per la difesa (FED), nonché i nuovi strumenti dell'UE per incentivare un maggior numero di approvvigionamenti congiunti, che contribuiranno ad aumentare la sicurezza degli Stati membri e degli alleati della NATO;

40.  accoglie con favore il fatto che la Commissione e il VP/AR abbiano avviato, il 1° dicembre 2021, la strategia Global Gateway al fine di potenziare i collegamenti intelligenti, puliti e sicuri nei settori del digitale, dell'energia e dei trasporti e rafforzare i sistemi sanitari, di istruzione e di ricerca ovunque e, in particolare, nel Sud del mondo; pone in risalto la centralità geopolitica di tale strategia per la connettività affidabile, che integra lo sviluppo sostenibile con dimensioni mirate, di trasformazione, di costruzione della resilienza e di valori in un approccio "Team Europa"; chiede una governance efficace dell'iniziativa Global Gateway; accoglie con favore la prima riunione del comitato Global Gateway, tenutasi l'11 dicembre 2022 e alla quale il Parlamento è stato invitato in qualità di osservatore; chiede di essere debitamente coinvolto nelle decisioni sui programmi di investimento dell'iniziativa Global Gateway e di essere regolarmente informato in merito ai rispettivi sviluppi, comprese le implicazioni di bilancio;

41.  ritiene che siano necessari molti più sforzi affinché questa strategia raggiunga il suo pieno potenziale e invita le istituzioni dell'UE e tutti gli Stati membri ad accelerarne l'ulteriore sviluppo e l'attuazione; considera essenziale cooperare con partner che condividono gli stessi principi per ampliare la portata e l'impatto della strategia; chiede che siano intraprese azioni decisive a livello di G7 per colmare le carenze di investimenti infrastrutturali globali, anche stanziando i fondi necessari;

42.  sottolinea la grande importanza geopolitica del Green Deal europeo quale strumento a lungo termine che influirà sulle relazioni dell'UE con i paesi terzi;

43.  insiste sull'importanza di una politica climatica dell'UE ambiziosa per il conseguimento degli obiettivi del Green Deal europeo, in particolare la sua internazionalizzazione e le iniziative volte a rispondere ai rischi per la sicurezza associati al clima; ritiene che, alla luce delle sfide e dei cambiamenti geopolitici attuali, l'attuazione del Green Deal contribuirà a creare nuovi partenariati e a diversificare il mix energetico dell'UE, quale alternativa alle forniture di combustibili fossili dalla Russia;

44.  sottolinea l'importanza di intensificare gli sforzi dell'UE, in cooperazione con la NATO e altri partner internazionali, per affrontare le minacce ibride, gli attacchi informatici e le campagne di disinformazione e di propaganda e promuovere la resilienza di fronte a tali fenomeni, sia all'interno dell'Unione che nei paesi terzi; invita la Commissione e gli Stati membri, in stretta cooperazione con partner NATO e non NATO, a considerare la protezione delle infrastrutture critiche europee, inclusi le condotte offshore, i cavi per le comunicazioni e i cavi elettrici sottomarini, come una questione della massima priorità; ribadisce l'urgente necessità che le istituzioni, le agenzie e gli altri organismi europei siano adeguatamente protetti dalle minacce ibride e dagli attacchi da parte di attori statali stranieri; sottolinea la necessità di sviluppare anche le loro capacità di comunicazione strategica attraverso le task force StratCom, comprese quelle riguardanti i paesi terzi, con particolare attenzione alle popolazioni della Russia e della Bielorussia, nonché di stanziare risorse finanziarie sufficienti a tal fine e di dotarsi di sistemi di comunicazione sicuri e di una capacità di reazione rapida per contrastare gli attacchi e aumentare notevolmente la loro resilienza;

45.  accoglie con favore la determinazione mostrata dall'Unione e dalla maggior parte degli Stati membri a perseguire la totale indipendenza energetica dalla Federazione russa e a diversificare le proprie fonti di approvvigionamento energetico; ribadisce il proprio invito a imporre un embargo immediato e totale sulle importazioni di combustibili fossili e uranio dalla Russia e a tenere chiusi e abbandonare completamente i gasdotti Nord Stream 1 e 2; sottolinea che la diversificazione a breve termine delle fonti energetiche non dovrebbe avvenire a scapito di un dialogo costruttivo in merito ai diritti umani con i fornitori alternativi di energia; osserva che ciò evidenzia quanto sia essenziale accelerare la transizione verde;

46.  chiede iniziative volte a rafforzare la resilienza delle catene di approvvigionamento strategiche e delle infrastrutture critiche dell'UE attraverso prove di stress condotte periodicamente dalla Commissione, anche per quanto riguarda la salute, l'energia, i prodotti alimentari, i semiconduttori e le materie prime critiche, nonché i gasdotti e i cavi offshore, al fine di prevenire gravi perturbazioni della catena di approvvigionamento e ridurre, a livelli non critici, la dipendenza dell'UE dai paesi terzi, in particolare quelli che non condividono i valori dell'Unione o con i quali l'Unione si trova in uno stato di rivalità sistemica; sottolinea l'importanza di rafforzare le capacità dell'Unione in cooperazione con partner che condividono gli stessi principi; sottolinea che è necessario intensificare la cooperazione con i partner democratici per assicurarsi le risorse strategiche utilizzate per la produzione di batterie, chip, semiconduttori e altre tecnologie critiche e per ridurre la dipendenza da regimi non democratici per la fornitura di tali risorse;

47.  sottolinea la dimensione strategica del settore spaziale per l'Europa; insiste sulla necessità di garantire la visibilità e la credibilità dell'Unione in quanto attore spaziale internazionale e nel promuovere lo sviluppo di tecnologie che garantiscano l'autonomia strategica europea; invita l'UE a rafforzare il proprio impegno a elaborare un regolamento sullo spazio internazionale globale, sulla base dei trattati delle Nazioni Unite in vigore, delle dichiarazioni e dei principi giuridici che disciplinano la governance dello spazio, aggiornandoli e rafforzandoli, e tenendo conto dei rapidi progressi tecnologici; sottolinea che questo quadro normativo aggiornato per lo spazio favorirebbe lo sviluppo sostenibile e pacifico dello stesso, limitandone e regolamentandone nel contempo la strumentalizzazione e la militarizzazione; accoglie con favore l'annuncio della Commissione di voler presentare una strategia spaziale europea per la sicurezza e la difesa; ritiene che il rafforzamento della sovranità strategica dell'UE nello spazio sia essenziale per i suoi più ampi sforzi di raggiungere un'autonomia strategica onnicomprensiva;

48.  sottolinea che l'accesso all'acqua potabile sicura costituisce uno dei principali problemi del XXI secolo, soprattutto perché quasi il 60 % delle risorse acquifere attraversa i confini territoriali politici; evidenzia che lo stress idrico dovuto all'aumento del fabbisogno di acqua potabile della popolazione mondiale, unito al controllo strategico dei fiumi alla fonte da parte di alcuni paesi, può provocare conflitti della massima gravità se non si provvede all'uso di tali risorse in modo integrato e condiviso; esorta l'UE a stabilire una strategia politica per facilitare soluzioni in tali aree ad alto rischio di destabilizzazione e incoraggia i paesi situati nelle principali zone di conflitto legate all'acqua a firmare la Convenzione di Helsinki sulla protezione e l'utilizzazione dei corsi d'acqua transfrontalieri e dei laghi internazionali del 1992;

49.  invita l'Unione a sviluppare la propria sovranità digitale, in particolare nel settore della sicurezza informatica, al fine di proteggere la democrazia e le sue istituzioni; sottolinea la minaccia specifica che le nuove tecnologie digitali rappresentano per i difensori dei diritti umani e altri soggetti, dato che possono essere utilizzate per controllare, limitare e compromettere le loro attività, come recentemente emerso dalle rivelazioni sul progetto Pegasus;

50.  sottolinea che l'Unione, in cooperazione con partner che condividono gli stessi principi, dovrebbe mirare a essere competitiva a livello mondiale nella ricerca, nello sviluppo, nella produzione e nell'utilizzo dei droni;

51.  accoglie con favore l'annuncio della Commissione di voler sviluppare proposte relative a un pacchetto per la difesa della democrazia, volto a difendere l'Unione da ingerenze malevole;

Guidare il rafforzamento del multilateralismo e creare partenariati per un mondo migliore

52.  insiste sulla necessità di rafforzare le Nazioni Unite in via prioritaria e di sviluppare un vero e proprio partenariato strategico tra le Nazioni Unite e l'UE su priorità globali quali l'azione per il clima e i diritti umani, nonché la gestione delle crisi; sottolinea che l'Unione deve continuare a svolgere un ruolo guida nella promozione di un multilateralismo più pertinente, resiliente ed efficace che costituisca la base per un dialogo politico, una cooperazione e una convergenza inclusivi volti a rafforzare la sicurezza umana, lo sviluppo sostenibile e la prevenzione e risoluzione pacifica dei conflitti, nel pieno rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani; esorta l'Unione e gli Stati membri a parlare con una sola voce nei consessi multilaterali, a rafforzare i legami con i partner in tutto il mondo che condividono gli stessi principi, a rafforzare il sostegno ai paesi terzi e alle loro popolazioni e a ricercare soluzioni multilaterali settoriali pragmatiche nei settori dove ciò è conforme ai loro interessi basati sui valori;

53.  invita la Commissione, il Consiglio, il SEAE e gli Stati membri dell'UE a presentare proposte concrete su come ottenere e garantire un seggio proprio e permanente per l'Unione in tutti i consessi multilaterali, compreso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, al fine di rafforzare la presenza, la coerenza e la credibilità dell'UE nel mondo;

54.  sottolinea l'importanza di proseguire gli sforzi diplomatici per comunicare e coordinare la nostra posizione nel modo più efficiente possibile con i partner democratici che condividono gli stessi principi, in modo da mantenere la massima unità all'interno della comunità internazionale nel condannare la Russia e difendere i principi della sovranità e dell'integrità territoriale, il diritto internazionale e l'ordine internazionale basato su regole e valori, nell'ambito delle Nazioni Unite e della sua Carta e di altri consessi multilaterali; sottolinea l'importanza di una forte azione diplomatica nei confronti dei paesi che hanno ostacolato o si sono astenuti dal votare le risoluzioni delle Nazioni Unite del 2 marzo e del 12 ottobre 2022, al fine di evidenziare la gravità dell'aggressione russa e la necessità di una risposta unitaria da parte della comunità internazionale; pone in evidenza che andrebbe attribuita priorità alla creazione di alleanze, partenariati e accordi multilaterali solidi e affidabili, nonché al consolidamento della solidarietà strategica con paesi che condividono gli stessi principi;

55.  sottolinea l'esigenza che l'UE condanni all'unanimità l'aggressione russa e che i leader di alcuni paesi dell'Unione non aprano linee di contatto separate con Putin; sottolinea che non dovrebbero essere avviati negoziati con la Russia fintanto e a meno che le autorità ucraine non decidano in tal senso e che, fino a allora, l'UE dovrebbe continuare a fornire assistenza finanziaria, materiale e militare all'Ucraina;

56.  evidenzia che l'invasione russa dell'Ucraina ha ulteriormente messo in luce la necessità che l'UE continui a forgiare alleanze e promuovere la comprensione tra i partner e intensifichi la cooperazione con gli attuali partner in tutto il mondo che condividono gli stessi principi, in particolare con gli alleati transatlantici della NATO, ampliando nel contempo i suoi partenariati, soprattutto con i paesi del Sud del mondo;

57.  sottolinea che, poiché la NATO rimane fondamentale per l'assetto di sicurezza europeo, l'UE e i suoi Stati membri devono impegnarsi a rafforzare il pilastro europeo della NATO, in particolare per gli Stati membri che sono anche suoi alleati, rispettando coerentemente il parametro di spesa per la difesa della NATO del 2 % del PIL a partire dal 2024, evitando al contempo le duplicazioni, riducendo la frammentazione e migliorando l'interoperabilità; esorta i due alleati della NATO che ancora non lo hanno fatto a ratificare senza indugio l'adesione di Svezia e Finlandia alla NATO; ritiene che il partenariato strategico con la NATO dovrebbe fondarsi sulla fiducia; insiste sulla necessità di consolidare e chiarire il partenariato strategico con la NATO in modo reciproco;

58.  auspica un ulteriore rafforzamento della cooperazione con la NATO e altri partenariati, come il G7, e con altri partner che condividono gli stessi principi; sottolinea che tali partenariati dovrebbero costituire un pilastro integrale della PESC;

59.  invita l'UE e i suoi partner internazionali a utilizzare appieno tutti gli strumenti pertinenti per combattere l'impunità, anche attraverso un maggiore sostegno alla Corte penale internazionale e ai tribunali speciali a livello nazionale e internazionale, e inoltre istituire meccanismi flessibili di cooperazione e finanziamento per raccogliere e analizzare rapidamente le prove dei reati internazionali; invita la comunità internazionale a garantire che tutti gli istigatori e gli autori di crimini di guerra e crimini contro l'umanità siano chiamati a rispondere appieno delle loro azioni; esorta l'UE e i suoi Stati membri ad adoperarsi per l'istituzione di un tribunale speciale, su iniziativa dell'Ucraina e con il sostegno della comunità internazionale, per indagare e chiamare i dirigenti militari e politici russi a rispondere del crimine di aggressione, nonché a continuare a sostenere le indagini della Corte penale internazionale sulle accuse di crimini di guerra, crimini contro l'umanità e il genocidio che si sta compiendo attualmente; ribadisce il proprio invito alla Commissione a presentare un piano d'azione dell'UE sull'impunità; sottolinea che questo piano d'azione dovrebbe essere inteso a coordinare e ad armonizzare meglio le risorse e gli sforzi degli Stati membri intesi a perseguire i criminali di guerra nell'UE; è del parere che la giustizia di transizione svolga un ruolo fondamentale nel garantire una pace a lungo termine ed esorta la Commissione a sviluppare un programma ambizioso per rafforzare la capacità degli Stati membri e dei paesi terzi di applicare il principio della giurisdizione universale nei rispettivi ordinamenti giuridici nazionali;

60.  accoglie con favore la prima riunione della Comunità politica europea nell'ottobre 2022 quale piattaforma di discussione, dialogo e cooperazione con i partner stretti sulle sfide di politica estera e di sicurezza che ci troviamo ad affrontare, con l'obiettivo di rafforzare la sicurezza del continente europeo e di perseguire una cooperazione politica e di sicurezza basata su interessi condivisi; si compiace che 44 paesi abbiano partecipato alla prima riunione a Praga, compresi partner stretti come il Regno Unito; chiede un forte coinvolgimento del Parlamento nel chiarire l'ambito di azione e il lavoro futuro di detta Comunità; sottolinea che, per il successo futuro e la coerenza di tale formato, è necessario un certo livello di allineamento ai valori e principi democratici; ribadisce che la Comunità politica europea non può in alcun caso accelerare o fornire un pretesto per ritardare l'adesione all'UE dei paesi dell'allargamento;

61.  sottolinea la necessità di intensificare il dialogo con il Regno Unito sulle possibili vie per la cooperazione e il coordinamento futuri nel settore della politica estera e di sicurezza, in linea con le disposizioni della dichiarazione politica e anche nel quadro del partenariato UE-NATO, delle Nazioni Unite, della Comunità politica europea e di altri consessi internazionali; esorta l'UE a cooperare più strettamente con i vicini del Regno Unito, alla luce delle sfide comuni su questioni estere e di sicurezza; deplora che l'accordo sugli scambi commerciali e la cooperazione non contenga disposizioni sulla cooperazione in materia di politica estera e di difesa; insiste sull'importanza di coordinare i regimi sanzionatori; chiede un maggiore coinvolgimento del Regno Unito nei progetti europei in materia di sicurezza e difesa; accoglie con favore, a tale riguardo, la decisione dei membri della PESCO e del Consiglio, del 14 novembre 2022, di invitare il Regno Unito ad aderire al progetto PESCO sulla mobilità militare, che migliorerebbe la rapida assistenza reciproca nel settore della sicurezza e della difesa;

62.  esorta il Regno Unito a garantire la piena attuazione dell'accordo di recesso, compreso il protocollo su Irlanda/Irlanda del Nord, e a perseguire soluzioni comuni pratiche, flessibili e durature nell'ambito del quadro giuridico del protocollo; sottolinea che la piena attuazione del protocollo è fondamentale per il mantenimento della pace e della stabilità in Irlanda del Nord, garantite dall'accordo del Venerdì santo (accordo di Belfast), nonché per l'integrità e il corretto funzionamento del mercato unico europeo;

63.  sottolinea l'importanza, posta nuovamente in evidenza nel contesto della guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina, di una forte cooperazione transatlantica fondata su valori e obiettivi condivisi e sul principio di partenariato tra pari nella leadership e nella responsabilità, nel rispetto dell'autonomia, delle specificità, degli interessi e delle aspirazioni delle controparti; plaude al ruolo degli Stati Uniti nel scoraggiare l'aggressione russa, in particolare attraverso la condivisione di intelligence, l'assistenza militare, gli aiuti umanitari, il sostegno politico e il rafforzamento della parte più esposta del fianco orientale della NATO; sottolinea la necessità di rafforzare ulteriormente la cooperazione transatlantica UE-USA con un'agenda transatlantica ambiziosa; invita la leadership politica e le istituzioni degli Stati Uniti a continuare lungo la via di una più stretta cooperazione e di un maggiore coordinamento in tutti gli ambiti di interesse per la lotta alle minacce globali che indeboliscono i nostri valori condivisi, la nostra sicurezza e prosperità;

64.  accoglie con favore l'attuale cooperazione, la determinazione e la posizione condivisa a sostegno dell'Ucraina e nell'attuazione di un regime sanzionatorio senza precedenti al fine di dissuadere la Russia dal continuare la sua aggressione illegittima e di sostenere la piena liberazione dell'Ucraina all'interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti; sostiene e si impegna pienamente a perseguire sinergie e obiettivi condivisi in materia di politica estera e di sicurezza approfondendo ulteriormente la cooperazione nel quadro del dialogo transatlantico UE-USA, ad esempio attraverso la diplomazia parlamentare transatlantica, e ad affrontare molte questioni globali fondamentali quali i cambiamenti climatici e la minaccia rappresentata dai regimi autoritari e totalitari, anche in Europa e in Asia;

65.  raccomanda che i vertici tra l'UE e gli Stati Uniti si tengano periodicamente e almeno una volta all'anno, al fine di imprimere un impulso costante e di alto livello alla cooperazione transatlantica; accoglie con favore, a tale proposito, i lavori del Consiglio transatlantico per il commercio e la tecnologia e ribadisce la sua proposta di istituire un Consiglio politico transatlantico, che funga da forum per un dialogo istituzionale regolare ed efficace in materia di politica estera e di sicurezza; apprezza il forte impegno degli Stati Uniti per la sicurezza europea, in particolare gli ingenti aiuti militari forniti all'Ucraina e gli spiegamenti di forze lungo i confini orientali della NATO;

66.  prende atto del 23° vertice UE-Cina dell'aprile 2022; esprime grave preoccupazione per l'esito del 20° congresso nazionale del partito comunista cinese che evidenzia le ambizioni geopolitiche di Xi Jinping; osserva che le relazioni tra l'UE e la RPC sono sempre più contraddistinte dalla concorrenza economica e dalla rivalità sistemica; ribadisce la sua richiesta di una rinnovata strategia UE-Cina più assertiva, completa e coerente, che modelli le relazioni con la RPC nell'interesse dell'UE nel suo complesso e tenga pienamente conto delle sfide derivanti dall'ascesa della RPC quale attore globale nonché delle sue politiche interne oppressive e della sua politica estera sempre più assertiva, anche nei confronti dell'Unione e dei paesi candidati e potenziali candidati;

67.  esprime preoccupazione per l'ampia gamma di strumenti politici, economici e militari che la RPC sta utilizzando per sottomettere sempre più paesi e per cercare di imporre la sua ideologia autoritaria alle organizzazioni internazionali, come le Nazioni Unite, per avere una presenza più ampia ed esercitare potere, e per adattare di conseguenza la propria strategia, le proprie intenzioni e il proprio riarmo militare; è particolarmente preoccupato per il suo partenariato con la Federazione russa e per i loro tentativi congiunti di minare l'ordine mondiale basato su regole, che sono contrari ai nostri interessi e valori; condanna la posizione de facto pro-russa della RPC sulla guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina;

68.  invita l'UE e gli Stati membri a ripensare la propria dipendenza dalla RPC e ad affrontare le dipendenze economiche in settori strategici che potrebbero tradursi in vulnerabilità; chiede di rafforzare il coordinamento e la cooperazione tra i partner che condividono gli stessi principi su questioni di interesse comune, comprese fra l'altro tematiche quali la dipendenza strategica, la coercizione economica, le ingerenze politiche e la disinformazione, e di promuovere il multilateralismo basato su regole e la solidarietà strategica tra le democrazie;

69.  condanna con la massima fermezza il sistema di lavoro forzato guidato dal governo cinese e i suoi crimini contro l'umanità nello Xinjiang, che rappresentano un elevato rischio di genocidio; esorta il governo cinese a porre fine alla persecuzione sistematica degli uiguri, compreso il deprecabile fatto che le donne uigure sono specificamente prese di mira dalle autorità, le quali attuano un programma ufficiale di misure mirate di prevenzione delle nascite, tra cui l'obbligo imposto alle donne in età fertile di abortire, la somministrazione di iniezioni intrauterine e la sterilizzazione, misure che potrebbero rientrare a tutti gli effetti tra i peggiori crimini contro l'umanità; resta profondamente preoccupato per la situazione in Tibet e la politica del partito comunista cinese che prende di mira la libertà di parola e le libertà di pensiero, credo e religione;

70.  ribadisce inoltre il suo urgente invito ai restanti 10 Stati membri che non lo hanno ancora fatto a sospendere i trattati di estradizione attivi con la RPC e Hong Kong; condanna fermamente la campagna di repressione transnazionale condotta dalla RPC nei confronti di individui e membri di minoranze etniche e religiose cinesi e di Hong Kong all'estero e della diaspora, in particolare sul territorio dell'UE; esorta la Commissione e gli Stati membri, in coordinamento con i partner che condividono gli stessi principi, a individuare e chiudere qualsiasi via che attualmente faciliti gli sforzi di repressione transnazionale della RPC;

71.  ribadisce la sua condanna dell'indebolimento della democrazia nella regione amministrativa speciale di Hong Kong ad opera della RPC e dell'imposizione della legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong; invita la Commissione a rivedere lo status di autonomia di Hong Kong alla luce delle violazioni della dichiarazione congiunta sino-britannica a opera della RPC e del giro di vite dell'autonomia di Hong Kong;

72.  rammenta che la politica di una sola Cina è uno dei pilastri delle relazioni UE-Cina; sottolinea che il mantenimento della pace, della stabilità e della libertà di navigazione nella regione indopacifica continua a rivestire un'importanza cruciale per gli interessi dell'UE e dei suoi Stati membri; condanna fermamente le continue provocazioni militari della RPC nei confronti di Taiwan e ribadisce la ferma opposizione a qualunque cambiamento unilaterale dello status quo nello stretto di Taiwan; esprime grave preoccupazione per la posizione del governo cinese indicata in occasione del 20° congresso del partito comunista cinese secondo cui la RPC non rinuncerà mai al diritto a utilizzare la forza contro Taiwan; ribadisce che lo status quo dello stretto di Taiwan non dovrebbe essere modificato unilateralmente contro la volontà della popolazione taiwanese; saluta con favore la chiara condanna delle esercitazioni militari della RPC da parte degli Stati membri, come pure dei partner nella regione, e sottolinea che la nostra unità è fondamentale per scoraggiare qualsiasi aggressione da parte della RPC e per mantenere la pace e la stabilità nello stretto di Taiwan; è del parere che la disputa tra Taiwan e la RPC dovrebbe essere risolta attraverso il dialogo pacifico, senza precondizioni;

73.  invita tutte le istituzioni dell'UE competenti a elaborare urgentemente una strategia basata sugli scenari per affrontare le sfide in materia di sicurezza a Taiwan;

74.  esprime la propria risoluta solidarietà alla popolazione taiwanese e vede in Taiwan un partner affine che condivide gli stessi valori comuni di libertà, democrazia, diritti umani e Stato di diritto; invita la Commissione e il VP/AR a instaurare una cooperazione strategica con Taiwan, a dare rapidamente seguito alle raccomandazioni formulate nella risoluzione concernente le relazioni politiche e la cooperazione tra l'Unione europea e Taiwan del 21 ottobre 2021, e a rafforzare le relazioni economiche, commerciali e di investimento con l'isola, anche mediante un accordo bilaterale sugli investimenti e accordi settoriali, ad esempio su catene di approvvigionamento resilienti, la cooperazione relativa a sistemi di ispezione doganale e la certificazione di origine, nonché accordi di accesso al mercato; invita il VP/AR e la Commissione ad avviare urgentemente una valutazione d'impatto, una consultazione pubblica e un esercizio esplorativo su un accordo bilaterale in materia di investimenti con le autorità di Taiwan in preparazione di negoziati volti ad approfondire le relazioni economiche bilaterali quale modo per diversificare le catene di approvvigionamento al fine di affrontare le vulnerabilità dell'UE nei confronti della RPC; raccomanda il distaccamento di un funzionario di collegamento presso l'Ufficio europeo di rappresentanza economica e commerciale per coordinare gli sforzi congiunti volti a contrastare la disinformazione e le ingerenze; raccomanda alla Commissione di collegare e integrare l'iniziativa Global Gateway con la nuova politica taiwanese orientata al Sud;

75.  invita l'UE e i suoi Stati membri a cooperare con i partner internazionali per contribuire a sostenere la democrazia a Taiwan senza il rischio di minacce esterne;

76.  sottolinea che Taiwan è un partner fondamentale dell'UE e un alleato democratico nella regione indo-pacifica che contribuisce al mantenimento di un ordine internazionale basato su regole e sostiene i valori fondamentali; esorta vivamente l'UE e gli Stati membri a intensificare la cooperazione e a perseguire un partenariato globale rafforzato con Taiwan, in particolare la cooperazione essenziale sulla resilienza delle catene di approvvigionamento critiche e la lotta alla disinformazione e alle ingerenze straniere;

77.  ribadisce il proprio sostegno a una significativa partecipazione di Taiwan, in qualità di osservatore, alle riunioni, ai meccanismi e alle attività delle organizzazioni e degli organismi internazionali e multilaterali;

78.  incoraggia maggiori interazioni in ambito economico, scientifico, culturale e politico tra l'UE e Taiwan, anche ai livelli più alti; sottolinea l'importanza di rafforzare il dialogo UE-Taiwan approfondendo le relazioni con la società civile e promuovendo gli scambi con le organizzazioni dei media taiwanesi e gli scambi culturali, compresa l'istituzione di scuole di lingua;

79.  invita la RPC, alla luce della riapertura delle sue frontiere, a divulgare dati completi e corretti sulla COVID-19 in modo comprensibile e facilmente accessibile, compresi i dati finora mancanti sui ricoveri ospedalieri e nelle unità di terapia intensiva e sui decessi;

80.  accoglie con favore la proficua cooperazione tra l'UE e la Repubblica di Corea quale partner strategico essenziale, che condivide lo stesso impegno a favore della democrazia, dei diritti umani, dello Stato di diritto e dell'economia di mercato; si compiace per l'allineamento della Repubblica di Corea con l'UE e gli Stati Uniti nella risposta alla guerra della Russia contro l'Ucraina, in particolare per quanto riguarda l'imposizione di sanzioni contro la Russia e la Bielorussia; sottolinea il ruolo della Repubblica di Corea nel sostenere gli sforzi per lo smantellamento completo, verificabile e irreversibile del programma nucleare e di missili balistici della Repubblica popolare democratica di Corea (RPDC); invita gli Stati membri a sostenere una soluzione pacifica e diplomatica della questione in stretto coordinamento con i partner internazionali; accoglie con favore la cooperazione rafforzata della Corea del Sud con la NATO;

81.  condanna fermamente i continui test nucleari e con missili balistici condotti dalla RPDC e altre attività di proliferazione delle armi nucleari, nonché il numero crescente di test sulle armi a partire dall'inizio del 2022, che rappresentano una grave minaccia per la pace e la sicurezza internazionali;

82.  denuncia con la massima fermezza i presunti tentativi del Qatar e del Marocco di influenzare i deputati, gli ex deputati e il personale del Parlamento attraverso atti di corruzione, sovvertendo il processo democratico dell'UE con un'interferenza malevola;

83.  ritiene che la protezione e la promozione dei diritti umani debbano essere al centro del partenariato dell'UE con il Marocco, alla luce della sua importanza strategica per l'UE e i suoi interessi nella regione; esorta il Marocco a porre fine alle vessazioni e alle intimidazioni nei confronti di giornalisti, difensori dei diritti umani e attivisti della diaspora, a rilasciare prigionieri politici e ad adoperarsi, in partenariato con l'UE, per sviluppare ulteriormente le opportunità di istruzione, occupazione e assistenza sanitaria, con particolare attenzione alle regioni storicamente emarginate, come il Rif;

84.  condanna fermamente gli attacchi dei regimi autoritari e illiberali contro i diritti umani e il loro carattere universale, nonché il corrispondente indebolimento della loro protezione; invita le democrazie mature e i partner che condividono gli stessi principi ad adottare un atteggiamento di pubblica sfida che riaffermi il nostro impegno in difesa dell'universalità dei diritti umani e dello Stato di diritto; invita le democrazie mature e le organizzazioni internazionali e regionali a unire le forze nell'ambito di un quadro globale per i diritti umani, al fine di affrontare le minacce e promuovere i diritti umani in tutto il mondo;

85.  sottolinea che l'UE è impegnata a favore di una regione indo-pacifica libera, aperta, connessa e basata su regole; ribadisce che la nuova strategia indo-pacifica dell'UE deve essere attuata rapidamente, in quanto offre ai nostri partner della regione l'opportunità di affrontare insieme le sfide comuni, difendere l'ordine internazionale basato su regole, il diritto internazionale e i valori e i principi che condividiamo; sottolinea l'importanza di rispettare rotte marittime libere e aperte nella regione indo-pacifica, in conformità della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS); si oppone alle azioni unilaterali nel Mar cinese meridionale e ribadisce il proprio sostegno alla risoluzione delle controversie con mezzi pacifici in conformità del diritto internazionale;

86.  chiede una maggiore presenza dell'UE nella regione indo-pacifica più ampia; sottolinea che la cooperazione con i paesi del Pacifico dovrebbe essere rafforzata tenendo conto delle reali esigenze dei nostri partner in loco; ribadisce l'importanza della cooperazione sia con il Forum delle isole del Pacifico che con Organizzazione degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico per il conseguimento degli obiettivi stabiliti dalla strategia indo-pacifica dell'UE; invita a una maggiore cooperazione con i paesi della regione, in particolare il Giappone, la Corea del Sud, l'Australia, la Nuova Zelanda, l'India e i paesi dell'Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico (ASEAN); accoglie con favore il vertice commemorativo UE-ASEAN tenutosi il 14 dicembre 2022; plaude alla conclusione dell'accordo di libero scambio con la Nuova Zelanda e l'entrata in vigore dell'accordo quadro UE-Australia;

87.  sottolinea l'importante ruolo svolto dal Giappone per la promozione della stabilità nella regione e chiede un partenariato strategico rafforzato tra l'UE e il Giappone in numerosi ambiti, compresa la regione indo-pacifica, la connettività, la difesa dell'ordine multilaterale basato su regole, il commercio e gli investimenti, la sicurezza, la trasformazione digitale, l'azione per il clima, la ricerca e l'innovazione, le tecnologie di frontiera e l'analisi/mappatura delle risorse; ricorda che il Giappone è uno dei partner affini più stretti dell'UE e ne condivide i principi e i valori, quali la democrazia, lo Stato di diritto, i diritti umani, la buona governance e il multilateralismo; sostiene fermamente la conclusione dell'accordo di partenariato strategico UE-Giappone e invita i restanti Stati membri a procedere con la ratifica dell'accordo; incoraggia la negoziazione di un accordo sulla sicurezza e lo scambio di informazioni tra l'UE e il Giappone come passo per facilitare una più ampia collaborazione in materia di sicurezza e difesa;

88.  osserva che l'ASEAN è un partner fondamentale per l'UE; invita a continuare a concentrarsi sul continente asiatico, dal momento che molti paesi sono esposti alla crescente fragilità delle catene di approvvigionamento e dei sistemi agroalimentari e all'erosione della stabilità macroeconomica derivante dalla guerra di aggressione ingiustificabile, non provocata e illegittima della Russia nei confronti dell'Ucraina, che ha sottoposto a ulteriori pressioni il sistema globale già colpito dalla crisi della COVID-19;

89.  condanna fermamente il governo illegittimo della giunta militare del Myanmar/Birmania e la continua e violenta repressione delle aspirazioni democratiche del popolo del Myanmar/Birmania a seguito del colpo di Stato illegale, nonché il sostegno della Russia e della RPC al Tatmadaw; ribadisce la propria solidarietà alle aspirazioni democratiche del popolo del Myanmar/Birmania, rappresentato dal governo di unità nazionale (NUG), e invita l'UE e i suoi Stati membri ad attivare o, se del caso, potenziare l'impegno e il sostegno nei confronti del NUG, rafforzando nel contempo le loro misure restrittive nei confronti del Tatmadaw; esorta l'ASEAN, alla luce della riluttanza del Tatmadaw a compiere progressi sul consenso in cinque punti, a collaborare con il NUG, la società civile indipendente e la comunità internazionale per raggiungere una soluzione democratica sostenibile per il Myanmar/Birmania;

90.  pone in evidenza la necessità di rafforzare i partenariati strategici dell'UE con l'India in maniera globale; sottolinea che le relazioni con l'India sono sempre più importanti e dovrebbero essere approfondite attraverso i negoziati commerciali in corso e rafforzando le sinergie nella cooperazione bilaterale con i partner interessati in Africa; rammenta l'importanza di tale partenariato per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS); incoraggia l'UE e l'India a sfruttare appieno il partenariato per la connettività concluso nel 2021; apprezza le consultazioni più strette in materia di sicurezza e difesa e le esercitazioni navali congiunte con l'India e altri partner della regione indo-pacifica; chiede di tenere in debita considerazione i diritti umani e i valori democratici nelle relazioni dell'UE con l'India;

91.  esprime preoccupazione per la posizione dell'India in merito alla guerra di aggressione russa contro l'Ucraina, per la sua astensione nelle votazioni sulle risoluzioni delle Nazioni Unite e in particolare per il sostegno finanziario offerto al Cremlino non soltanto non allineandosi alle sanzioni, ma anche aumentando le importazioni e l'acquisto di armi e combustibili fossili dalla Russia; auspica che l'India allinei la propria posizione in merito all'invasione russa dell'Ucraina all'UE e invita il Consiglio e il VP/AR a proseguire gli sforzi diplomatici in tal senso;

92.  ribadisce il suo fermo sostegno a favore dell'indipendenza, della sovranità e dell'integrità territoriale dei paesi del partenariato orientale all'interno dei confini internazionalmente riconosciuti; riconosce che la guerra di aggressione russa contro l'Ucraina sta avendo un impatto negativo in primo luogo sui paesi del partenariato orientale; invita le istituzioni e gli Stati membri dell'UE ad avviare senza indugio una riflessione approfondita su una riforma della politica del partenariato orientale al fine di renderla adatta al futuro, alla luce del deterioramento della situazione geopolitica, dell'importanza strategica e politica della regione per l'UE e delle diverse sfide che i paesi del partenariato orientale devono affrontare; osserva che la sicurezza e la pace nel vicinato orientale presuppongono il rispetto del diritto internazionale, dell'integrità territoriale, delle libertà e dei diritti fondamentali; sottolinea l'importanza di rafforzare il sostegno politico e finanziario e la presenza dell'Unione nella regione, in stretta cooperazione con la società civile indipendente;

93.  sottolinea che la Russia sta applicando una politica aggressiva anche nei confronti di Georgia e Moldova; sottolinea che la Federazione russa continua a minare la sovranità e l'integrità territoriale della Moldova con la presenza delle sue truppe nella regione della Transnistria e alimenta disordini politici e sociali usando l'energia come arma e facendo ricorso a campagne di disinformazione per esercitare pressione sul governo della Moldova e sull'orientamento europeo del paese; invita la Federazione russa a ritirare completamente e incondizionatamente le sue forze militari e i suoi armamenti dalla regione della Transnistria in modo ordinato, conformemente alle ripetute richieste delle autorità moldove; sottolinea che qualsiasi risoluzione della questione della Transnistria deve rispettare il diritto sovrano della Moldova di scegliere il proprio orientamento in materia di difesa e di politica estera; riconosce che la Georgia è stata il primo paese a subire l'aggressione militare russa su vasta scala nell'agosto 2008, quando la Russia ha tentato di modificare con la forza i confini di uno Stato sovrano in Europa, di occupare le regioni indivisibili della Georgia (Abkhazia e regione di Tskhinvali/Ossezia del Sud) e di compiere passi verso la loro annessione de facto, di cacciare centinaia di migliaia di persone dalle loro case come risultato della pulizia etnica e di dividere le società con linee di occupazione; esorta l'UE a continuare a insistere affinché la Russia rispetti gli obblighi assunti nel quadro dell'accordo di cessate il fuoco mediato dall'UE del 12 agosto 2008; incoraggia l'UE a rafforzare il suo impegno nella risoluzione pacifica dei conflitti nella regione del partenariato orientale;

94.  plaude al maggiore impegno dell'Unione con i paesi del Caucaso meridionale, in particolare la rapida approvazione di una missione di vigilanza dell'UE lungo il confine internazionale dell'Armenia con l'Azerbaigian, al fine di monitorare la situazione nella regione, creare fiducia e contribuire al ripristino della pace e della sicurezza; sottolinea l'importanza di ridurre l'influenza russa nella regione rafforzando la presenza dell'UE; invita il Consiglio a incrementare il numero di esperti distaccati e a potenziare le capacità delle missioni e invita a rafforzare la presenza nella regione;

95.  condanna fermamente l'ultima aggressione militare dell'Azerbaigian, del 12 settembre 2022, sul territorio sovrano dell'Armenia, che ha costituito una violazione del cessate il fuoco e sta avendo gravi conseguenze sul processo di pace; esprime preoccupazione anche per i presunti crimini di guerra e il trattamento disumano perpetrati dalle forze armate dell'Azerbaigian nei confronti dei prigionieri di guerra e dei civili armeni; ribadisce che l'integrità territoriale dell'Armenia deve essere pienamente rispettata e sottolinea la disponibilità dell'UE a partecipare più attivamente alla risoluzione dei conflitti di lunga durata della regione; chiede pertanto alle autorità azere di ritirarsi immediatamente da ogni parte del territorio armeno e di rilasciare i prigionieri di guerra sotto la loro custodia; denuncia con forza il blocco illegale del corridoio di Lachin da parte dell'Azerbaigian, in violazione della dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020, che minaccia di far precipitare una crisi umanitaria intenzionale per la popolazione del Nagorno-Karabakh; chiede che le autorità azere ripristinino con effetto immediato la libera circolazione attraverso il corridoio di Lachin; ricorda che soltanto gli strumenti della diplomazia consentiranno di trovare una soluzione equa e duratura al conflitto che vada a beneficio delle popolazioni di Armenia e Azerbaigian;

96.  è dell'avviso che una pace sostenibile tra Armenia e Azerbaigian non possa essere realizzata attraverso mezzi militari ma richieda un accordo politico globale conforme al diritto internazionale, compresi i principi sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite, l'Atto finale di Helsinki dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) del 1975 e i principi fondamentali di integrità territoriale, autodeterminazione e rinuncia all'uso della forza sanciti dal Gruppo di Minsk dell'OSCE nel 2009;

97.  sostiene l'iniziativa intrapresa dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel di indire e moderare riunioni bilaterali tra i leader armeni e azeri a Bruxelles e incoraggia il lavoro in loco del rappresentante speciale dell'UE per il Caucaso meridionale e la crisi in Georgia; ritiene che l'UE possa svolgere il ruolo di mediatore imparziale per prevenire un'ulteriore escalation e conseguire una pace sostenibile; esorta l'Armenia e l'Azerbaigian a impegnarsi a fondo per l'elaborazione di un trattato di pace completo; ribadisce che tale trattato deve affrontare tutte le cause profonde del conflitto, compresi i diritti e la sicurezza della popolazione armena che vive nel Nagorno-Karabakh, il ritorno degli sfollati e dei rifugiati alle loro case sotto il controllo dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, il dialogo interreligioso, la tutela e la conservazione del patrimonio culturale, religioso e storico e l'integrità territoriale;

98.  chiede la piena attuazione dell'accordo di partenariato globale e rafforzato con l'Armenia e sottolinea la necessità di continuare i negoziati sull'accordo di partenariato globale e rafforzato tra l'UE e l'Azerbaigian;

99.  insiste sul fatto che qualsiasi rafforzamento delle relazioni dell'UE con l'Azerbaigian deve rimanere subordinato al fatto che il paese compia progressi sostanziali per quanto concerne il rispetto dei diritti umani, lo Stato di diritto, la democrazia e le libertà fondamentali;

100.  sottolinea l'importanza di una Bielorussia libera, democratica, sovrana e prospera; ribadisce il proprio sostegno all'opposizione democratica bielorussa, che continua a resistere al regime del leader illegittimo e alla complicità dello stesso nell'invasione russa dell'Ucraina, nonostante la perdurante repressione; insiste affinché tutte le sanzioni applicate alla Federazione russa siano applicate in modo speculare al regime bielorusso, evitando nel contempo conseguenze negative per i cittadini bielorussi, in particolare per quanto riguarda il rilascio dei visti; denuncia la disinformazione da parte del regime di Lukashenko e della Russia in merito alle presunte minacce al territorio bielorusso; riconosce le aspirazioni della maggioranza dei cittadini bielorussi a vivere in un paese libero, sovrano e democratico ed esorta la Commissione e gli Stati membri a prepararsi adeguatamente, in collaborazione con i rappresentanti ufficiali dell'opposizione democratica, per assistere la futura transizione democratica del paese; condanna i tentativi di destabilizzare l'Europa mediante crisi migratorie artificiali e invita l'UE e tutti i partner a bloccare la tratta e il traffico di esseri umani da parte del regime di Lukashenko e dei suoi complici e a indagare al riguardo;

101.  sottolinea la riluttanza e, in taluni casi, il rifiuto degli Stati dell'Asia centrale a dare il proprio sostegno all'invasione russa dell'Ucraina quale segno della decrescente influenza regionale della Russia; prende atto della crescente presenza della Repubblica popolare cinese e della Turchia nella regione, in particolare attraverso l'Organizzazione di cooperazione di Shanghai e l'iniziativa della Nuova via della seta; chiede un maggiore coinvolgimento dell'UE in Asia centrale, fondato sul rispetto dei diritti fondamentali e degli interessi dell'Unione basati sui valori, anche attraverso l'iniziativa Global Gateway;

102.  chiede alla Commissione e al SEAE di prestare particolare attenzione ai paesi dell'Asia centrale al fine di preservare la stabilità e la connettività in questa regione, che attraversa una fase delicata in ragione della sua posizione geografica; ritiene che la strategia dell'UE per l'Asia centrale necessiti di una revisione approfondita che rispecchi i profondi cambiamenti avvenuti nella regione e nei suoi dintorni dalla sua adozione nel 2019, come l'impatto della guerra di aggressione illegale della Russia ai danni dell'Ucraina sulla competizione geopolitica e sulle economie degli Stati della regione, il ritiro degli Stati Uniti dall'Afghanistan e l'ascesa violenta al potere dei talebani nel paese, le transizioni di potere in Kazakhstan e Turkmenistan, il violento conflitto tra Tagikistan e Kirghizistan e il crescente ruolo regionale della RPC, tra gli altri; considera l'Asia centrale una regione di interesse strategico per l'UE in termini di sicurezza, connettività, diversificazione energetica, risoluzione dei conflitti e difesa dell'ordine internazionale multilaterale basato su regole;

103.  accoglie con favore il fatto che l'invasione russa non provocata dell'Ucraina abbia indotto l'UE a ridare priorità alla sua politica di allargamento; sottolinea che, mentre l'allargamento e l'approfondimento dell'Unione devono andare di pari passo, la necessità di riforme interne dell'UE non dovrebbe costituire un pretesto per rallentare il processo di adesione basato sul merito; accoglie con favore la concessione dello status di paese candidato all'Ucraina, alla Moldova e alla Bosnia-Erzegovina e chiede che sia concesso alla Georgia, a condizione che siano state affrontate le priorità specificate nel parere della Commissione; incoraggia il Consiglio e la Commissione ad avviare i negoziati di adesione con i nuovi paesi candidati il prima possibile dopo il soddisfacimento delle condizioni specifiche specificate dalla Commissione; accoglie con favore la domanda di adesione all'UE presentata dalla Repubblica del Kosovo; sottolinea che, per quanto l'allargamento si sia dimostrato lo strumento più efficace di politica estera dell'Unione, ampliando lo spazio in cui i valori e i principi europei hanno un impatto significativo, la sua attuazione dovrebbe essere rivista in modo da consentire l'integrazione accelerata dei paesi in fase di adesione che dimostrano un orientamento strategico verso l'UE e un impegno risoluto verso le riforme correlate all'UE, il consolidamento democratico e l'allineamento della politica estera, anche attraverso il loro coinvolgimento graduale in specifiche politiche e iniziative dell'Unione;

104.  evidenzia la necessità di un sostegno adeguato e costante alla sicurezza energetica dei paesi in fase di adesione all'UE, con particolare attenzione ai paesi che rimangono sostanzialmente esposti alla manipolazione delle forniture da parte della Russia, nonché alla creazione di patti di sicurezza con i paesi in fase di adesione vulnerabili all'aggressione russa;

105.  invita a perseguire una strategia di comunicazione più attiva ed efficace e a intensificare gli sforzi volti a promuovere il ruolo e i benefici dell'allargamento, dello stretto partenariato tra l'UE e i paesi dei Balcani occidentali, nonché a portare avanti progetti, riforme e missioni PSDC finanziati dall'UE;

106.  sottolinea che l'impunità seguita all'invasione della Georgia nel 2008 rappresenta uno dei fattori che hanno consentito la guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina; è del parere che la vittoria dell'Ucraina non solo assicurerà la libertà alle regioni occupate dell'Ucraina, fra cui il Donbas e la Crimea, ma anche alla Bielorussia e sarà determinante per ripristinare l'integrità territoriale della Georgia e della Moldova;

107.  invita il SEAE a elaborare una relazione approfondita sulle violazioni dell'accordo di cessate il fuoco del 2008, dato che l'UE ha una responsabilità particolare in qualità di mediatore dell'accordo di cessate il fuoco del 12 agosto 2008; invita il SEAE a individuare e comunicare le disposizioni che non sono state ancora rispettate dalla Federazione russa e a presentare raccomandazioni che potrebbero indurre quest'ultima ad adempiere ad esse, in particolare quella di ritirare le proprie forze militari dai territori georgiani occupati e di consentire l'istituzione di meccanismi di sicurezza internazionali nel paese e permettere all'EU di avere liberamente accesso all'intero territorio della Georgia conformemente al suo mandato;

108.  ribadisce che il futuro dei popoli di Ucraina, Moldova e Georgia e dei Balcani occidentali è all'interno dell'UE; ribadisce il suo impegno a favore dell'allargamento, al quale non vi è alternativa e che costituisce più che mai un investimento geostrategico in un'UE stabile, forte e unita; è fermamente convinto che la prospettiva di una piena adesione all'UE per i paesi che desiderano diventare Stati membri dell'UE sia nell'interesse politico, economico e di sicurezza dell'Unione; invita la Georgia a realizzare concretamente le priorità stabilite dalla Commissione e approvate dal Consiglio europeo nelle sue conclusioni del 23 e 24 giugno 2022;

109.  accoglie con favore le misure annunciate dalla Commissione per il rafforzamento dell'Ucraina, quali l'accesso al nostro mercato interno e l'eliminazione delle tariffe di roaming; confida che le stesse misure saranno estese alla Repubblica di Moldova e alla Georgia, che ha ugualmente bisogno di un segnale forte di sostegno da parte dell'UE e di azioni concrete verso l'integrazione nell'UE, alla luce delle potenti forze destabilizzatrici che ne minacciano la democrazia;

110.  ribadisce l'impegno dell'UE a favore della sovranità, dell'integrità territoriale e dell'indipendenza politica dell'Ucraina, della Repubblica di Moldova e della Georgia all'interno dei loro confini riconosciuti a livello internazionale e sostiene gli sforzi di tali paesi al fine di applicare appieno tali principi; pone in evidenza l'importanza dell'unità e della solidarietà degli Stati membri a tale riguardo;

111.  esorta la Commissione a monitorare attentamente le azioni destabilizzatrici della Russia nella Repubblica di Moldova e a fornire il sostegno necessario alle autorità e alla società civile moldove nella risposta alle minacce emergenti;

112.  insiste sul fatto che la politica estera e di sicurezza dell'UE debba essere riformata per orientarla verso la prevenzione delle crisi, la cooperazione sulla sicurezza regionale, l'azione globale in materia di ambiente e clima, il rafforzamento dei diritti umani politici e sociali, in modo da garantire l'attuazione degli obiettivi dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile;

113.  ribadisce il suo forte sostegno a favore del futuro europeo e dell'adesione all'UE di tutti i paesi dei Balcani occidentali quali membri a pieno titolo della famiglia dell'UE; invita gli Stati membri a rinnovare il loro impegno a favore dell'allargamento rispettando gli impegni assunti dall'UE nei confronti dei paesi dei Balcani occidentali, in particolare sopprimendo immediatamente l'obbligo del visto per i cittadini del Kosovo; accoglie con favore la concessione dello status di paese candidato alla Bosnia-Erzegovina; sottolinea l'importanza dell'integrazione europea di tali Stati partner per la stabilità e la sicurezza del continente europeo nel suo complesso;

114.  pone in evidenza la necessità che l'UE rafforzi la credibilità del processo di allargamento salvaguardandone la natura meritocratica, anche mantenendo il ruolo centrale accordato alla democrazia, ai diritti fondamentali e allo Stato di diritto, come previsto ai capi 23 e 24 dell'acquis nella metodologia di allargamento rivista, evitando al contempo di politicizzare il processo di allargamento attraverso controversie bilaterali; sottolinea che l'avanzamento sul percorso verso l'UE dovrebbe dipendere da progressi sostenuti e irreversibili realizzati attraverso le necessarie riforme connesse all'UE, in particolare in materia di Stato di diritto;

115.  accoglie con favore l'avvio dei negoziati di adesione con l'Albania e la Macedonia del Nord ed esorta tutte le parti pertinenti a intraprendere le azioni necessarie per consentire il rapido progresso dell'Albania e della Macedonia del Nord; denuncia l'influenza malevola esercitata da attori regionali e russi e altre ingerenze estere nei paesi dei Balcani occidentali;

116.  sottolinea l'importanza del pieno allineamento dei paesi dei Balcani occidentali alla politica estera e di sicurezza dell'UE, in particolare la sua politica sanzionatoria nei confronti di paesi terzi; deplora il continuo basso livello di allineamento della Serbia alla PESC, in particolare per quanto riguarda la guerra di aggressione della Federazione russa contro l'Ucraina; ribadisce la sua posizione secondo cui ulteriori capitoli negoziali dovrebbero essere aperti soltanto quando la Serbia rafforzerà il proprio impegno a favore delle riforme nei settori della democrazia e dello Stato di diritto e dimostrerà il pieno allineamento alla PESC; rammenta che la Serbia, in quanto paese che ambisce all'integrazione europea, deve conformarsi ai valori e ai diritti comuni dell'UE;

117.  sottolinea l'urgente necessità di intensificare il processo di dialogo Pristina-Belgrado guidato dall'UE con l'obiettivo di normalizzare le relazioni bilaterali sulla base del riconoscimento reciproco; denuncia la continua tendenza all'escalation da parte della Serbia e degli attori sostenuti dalla Serbia, anche attraverso blocchi illegittimi, attacchi violenti e la minaccia di azioni militari, volti a forzare le concessioni e minare la Repubblica del Kosovo; ricorda la sua posizione secondo cui l'indipendenza della Repubblica del Kosovo è irreversibile e ribadisce il suo invito ai cinque Stati membri che non l'hanno ancora fatto a riconoscere l'indipendenza del Kosovo con effetto immediato;

118.  accoglie con favore la decisione del Consiglio europeo di concedere lo status di paese candidato alla Bosnia-Erzegovina il 15 dicembre 2022, a condizione che siano intraprese azioni volte a rafforzare la disponibilità del paese a intraprendere negoziati di adesione; esorta gli attori politici del paese a dar prova di impegno e a compiere passi significativi verso l'adesione all'UE portando avanti le otto azioni previste dalla raccomandazione della Commissione, compiendo progressi significativi per quanto riguarda le 14 priorità fondamentali e attuando la serie sostanziale di riforme, comprese le riforme elettorali conformemente alle decisioni dei tribunali nazionali e internazionali, al fine di garantire i principi di uguaglianza e non discriminazione per tutti i cittadini e i popoli costituenti sanciti dalla sua costituzione e nel pieno rispetto della sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo nella causa Sejdić e Finci/Bosnia-Erzegovina del 22 dicembre 2009; invita la Commissione e il SEAE ad assistere la Bosnia-Erzegovina nella rapida attuazione delle priorità fondamentali e nel prevenire il regresso verso le politiche nazionaliste del passato; ribadisce la necessità di garantire il pieno rispetto dei diritti di ogni cittadino, indipendentemente dall'appartenenza etnica, politica e religiosa, in linea con le sentenze della CEDU, le decisioni della Corte costituzionale e le raccomandazioni della commissione di Venezia;

119.  denuncia la retorica e l'attività secessionista in corso in Bosnia-Erzegovina, compresa la celebrazione da parte dello Stato bosniaco e di attori di paesi terzi di feste nazionali dichiarate incostituzionali dalla Corte costituzionale della Bosnia-Erzegovina; ribadisce il suo invito ad adottare sanzioni mirate nei confronti degli attori destabilizzanti in Bosnia-Erzegovina, compresi quelli che ne minacciano la sovranità e l'integrità territoriale, in particolare Milorad Dodik, come anche altri funzionari di alto rango della Repubblica di Serbia e funzionari di paesi terzi che forniscono sostegno politico e materiale per le politiche secessioniste; invita tutti gli Stati membri a provvedere affinché tali sanzioni possano essere adottate dal Consiglio;

120.  elogia il lavoro svolto dall'operazione Althea della forza dell'Unione europea (EUFOR) e accoglie con favore la proroga del suo mandato dopo il novembre 2022; rammenta che tale missione svolge ancora un ruolo fondamentale per la sicurezza e la stabilità in Bosnia-Erzegovina e invita l'UE e i suoi partner internazionali a incrementare la sua capacità;

121.  osserva che il Consiglio ha riconosciuto nella bussola strategica che non è ancora possibile dare per scontate la sicurezza e la stabilità nell'intera regione dei Balcani occidentali e che vi è il rischio di potenziali ripercussioni dovute all'attuale deterioramento della situazione della sicurezza europea; ricorda che la bussola strategica chiede il sostegno alla sovranità, all'unità e all'integrità territoriale della Bosnia-Erzegovina;

122.  esprime preoccupazione per i tempi, i contenuti e le modalità di introduzione delle modifiche alla legge elettorale della Bosnia-Erzegovina e alla costituzione della Federazione della Bosnia-Erzegovina, proposte il giorno delle elezioni dall'Alto rappresentante per la Bosnia-Erzegovina, e che rischiano di minare la legittimità democratica e di consolidare il nazionalismo etnico;

123.  sottolinea la necessità che i paesi candidati e i potenziali paesi candidati dei Balcani occidentali allineino pienamente le loro politiche alla PESC dell'UE e invita la Commissione e gli Stati membri a utilizzare la PESC quale strumento per rafforzare la cooperazione con i paesi dei Balcani occidentali; sottolinea che i paesi che desiderano aderire all'UE devono allinearsi pienamente ai valori fondamentali e alle politiche comuni alla luce della guerra di aggressione illegale della Russia; evidenzia che i diritti umani e la dignità umana non sono negoziabili e che pertanto i paesi candidati devono integrare i diritti delle persone con disabilità, della comunità LGBTI+, delle donne e delle ragazze di altri gruppi vulnerabili in tutti i settori e in tutte le politiche; chiede una più stretta collaborazione tra l'UE e i paesi candidati e potenziali paesi candidati in materia di sicurezza e difesa;

124.  continua a esprimere profonda preoccupazione per le notizie secondo cui il commissario per il Vicinato e l'allargamento cerca deliberatamente di eludere e indebolire la centralità delle riforme democratiche e dello Stato di diritto nei paesi candidati all'adesione all'UE; esorta la Commissione ad avviare un'indagine indipendente e imparziale per verificare se la condotta e le politiche perseguite dal commissario per il Vicinato e l'allargamento costituiscano una violazione del codice di condotta dei membri della Commissione e degli obblighi del commissario ai sensi dei trattati;

125.  prende nota della relazione 2022 sulla Turchia presentata dalla Commissione il 12 ottobre 2022; esprime profonda preoccupazione per il fatto che il governo turco non abbia invertito la tendenza negativa riguardo al deterioramento della democrazia, dello Stato di diritto, dei diritti fondamentali e dell'indipendenza della magistratura e che la politica estera turca continui a essere in contrasto con le priorità dell'UE nel quadro della PESC, con un tasso di allineamento del 7 % nel periodo di riferimento; ribadisce la propria posizione del 18 maggio 2022 in base alla quale non è possibile prevedere l'eventuale ripresa dei negoziati di adesione con la Turchia; mantiene tuttavia il suo impegno a favore del dialogo democratico e politico con la Turchia, in particolare con la sua società civile;

126.  deplora il fatto che la Turchia non abbia ancora ratificato le richieste di adesione alla NATO della Svezia e della Finlandia;

127.  ribadisce il proprio apprezzamento per la condanna da parte della Turchia dell'ingiustificata invasione e aggressione militare russa contro l'Ucraina e per il suo ruolo di facilitatore tra l'Ucraina e la Russia, anche attraverso il suo vitale contributo all'importante accordo per l'esportazione del grano ucraino; esprime tuttavia profonda preoccupazione per il perdurante mancato allineamento alle sanzioni dell'UE contro la Russia, in particolare nel quadro della libera circolazione dei beni derivante dall'unione doganale esistente e sullo sfondo delle relazioni commerciali e finanziarie recentemente rafforzate con la Russia; sottolinea che il ruolo geopolitico della Turchia non compensa le gravi lacune riguardo alla situazione dei diritti umani nel paese, che continua a rappresentare il maggiore ostacolo al progresso delle relazioni UE-Turchia;

128.  ribadisce il suo precedente invito affinché l'UE definisca con urgenza una strategia globale per le sue relazioni a breve, medio e lungo termine con la Turchia, che combini tutti gli aspetti e le politiche, al fine di promuovere un partenariato più stabile, credibile e prevedibile, dato che la Turchia svolge un ruolo chiave nella regione e tenendo conto delle continue attività destabilizzanti del paese nei Balcani occidentali, nel Mediterraneo orientale, in Medio Oriente e nel Caucaso meridionale e del suo continuo regresso democratico; deplora la recente minacciosa retorica del governo turco nei confronti della Grecia, uno Stato membro e un suo alleato NATO; esorta tutte le parti coinvolte ad allentare le tensioni e a promuovere la ripresa del dialogo diplomatico, al fine di individuare soluzioni sostenibili per le controversie nella regione;

129.  deplora che, dopo oltre 25 anni dall'avvio del cosiddetto processo di Barcellona, non sia stato creato uno spazio di prosperità condivisa, stabilità e libertà con i paesi mediterranei del vicinato meridionale; invita la Commissione a sostenere i paesi del vicinato meridionale nella ripresa dalla pandemia di COVID-19 e ad attenuare gli effetti negativi su tali paesi nonché gli shock dell'offerta e degli aumenti dei prezzi derivanti dalla guerra di aggressione russa contro l'Ucraina, in particolare nel campo della sicurezza alimentare e dei fertilizzanti; accoglie con favore l'iniziativa sui cereali del Mar Nero mediata dalle Nazioni Unite; esorta la Russia a porre fine alla rinnovata strumentalizzazione delle esportazioni alimentari, che rischia di aggravare ulteriormente e in modo irresponsabile l'insicurezza alimentare in Africa, Asia e Medio Oriente, e a rispettare pienamente i termini dell'accordo; chiede il rafforzamento dei partenariati energetici con i paesi pertinenti della regione, tenendo pienamente conto della necessità di diversificare sia i fornitori che le risorse di energia, assistendo nel contempo i paesi partner nelle rispettive transizioni verde e digitale; invita a promuovere l'accesso giusto ed equo ai vaccini in tutto il mondo, anche attraverso la sospensione temporanea dei pertinenti diritti di brevetto;

130.  invita la Commissione ad attuare pienamente le iniziative delineate nella comunicazione congiunta della Commissione e del VP/AR del 9 febbraio 2021 sul partenariato rinnovato con il vicinato meridionale e adottate nella raccomandazione del Parlamento sul rinnovo del partenariato con il vicinato meridionale;

131.  sottolinea che l'instabilità e l'insicurezza nel vicinato meridionale europeo rappresentano una sfida continua; invita l'UE e i suoi Stati membri a intensificare la cooperazione con i paesi partner nel vicinato meridionale per attenuare le conseguenze della tratta di esseri umani e del contrabbando di armi e beni culturali illeciti e prevenire l'estremismo violento, al fine di preservare la sicurezza e la stabilità nel vicinato meridionale europeo;

132.  sottolinea che l'instabilità in Libia ha conseguenze non solo per i paesi vicini, ma anche per l'Europa; sottolinea inoltre che l'assenza di uno Stato funzionante, le divisioni tra fazioni e la proliferazione di gruppi armati costituiscono un terreno fertile per i trafficanti di droga, di armi e di esseri umani;

133.  denuncia la costante minaccia rappresentata dalla Russia presso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite circa l'estensione dell'ultimo corridoio umanitario in Siria, quello di Bab al-Hawa, che mette a rischio oltre quattro milioni di persone che dipendono dagli aiuti umanitari per soddisfare i loro bisogni primari in termini di cibo, medicinali e altri approvvigionamenti vitali;

134.  esprime preoccupazione per la drammatica situazione economica e umanitaria in Afghanistan a seguito della violenta presa di potere dei talebani, con effetti particolarmente negativi sui diritti delle donne e delle ragazze, delle minoranze etniche e religiose, dei difensori dei diritti umani, dei rappresentanti dei media indipendenti e sulle persone che hanno offerto assistenza all'UE e ai suoi Stati membri; esprime profonda preoccupazione per l'instabilità regionale causata dalla presa di potere dei talebani e in particolare per le ambizioni dei talebani di estendere la loro influenza ai paesi vicini costruendo e rafforzando reti terroristiche in tutta la regione; osserva che il Pakistan è particolarmente vulnerabile a tale riguardo;

135.  esorta la Commissione e il VP/AR a garantire l'evacuazione completa e rapida di tutto il personale del rappresentante speciale dell'UE in Afghanistan e di EUPOL Afghanistan, di altre persone particolarmente vulnerabili e dei coniugi, dei figli, dei genitori e delle sorelle nubili a carico, conformemente alla decisione (PESC) 2022/151 del Consiglio(7);

136.  invita la Commissione e gli Stati membri a garantire ulteriori finanziamenti per gli aiuti umanitari alla popolazione afghana; ribadisce il suo non riconoscimento del regime talebano; sostiene i cinque parametri fondamentali adottati dal Consiglio il 21 settembre 2021 e utili come principi guida per le future relazioni con i talebani ma ritiene che debba essere compiuto un importante sforzo per definire una strategia a lungo termine al fine di affrontare l'emergenza riguardante i diritti umani e l'apartheid di genere attualmente presente in Afghanistan; invita l'UE a rafforzare il suo sostegno alla giustizia per le vittime dei crimini efferati commessi in Afghanistan, tra cui donne e ragazze, minoranze etniche e persone LGBTIQ +, e a fornire tutta l'assistenza necessaria all'indagine della Corte penale internazionale recentemente rinnovata sui crimini contro l'umanità e i crimini di guerra in Afghanistan; condanna con la massima fermezza le decisioni dei talebani di vietare alle donne e alle ragazze di frequentare l'istruzione secondaria e universitaria e di vietare l'impiego delle donne presso organizzazioni non governative, con ramificazioni umanitarie potenzialmente catastrofiche; esorta la Commissione e gli Stati membri, insieme alle Nazioni Unite, alla società civile e ai partner internazionali, ad aumentare la pressione sui talebani affinché annullino senza indugio tali decisioni;

137.  condanna la brutale repressione da parte dell'Iran, compreso il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC), riguardo alle manifestazioni dopo la morte di Mahsa Amini, a seguito del suo arresto violento, degli abusi e dei maltrattamenti da parte della "polizia morale" dell'Iran; invita l'UE e i suoi Stati membri a includere l'IRGC nell'elenco dell'UE delle persone, dei gruppi e delle entità coinvolti in atti terroristici (elenco dei soggetti terroristici stabilito dall'UE) sulla base delle sue attività terroristiche, della repressione nei confronti dei manifestanti e della fornitura di droni alla Russia; ribadisce il proprio sostegno al movimento di protesta pacifica insorto in tutto il paese per protestare contro l'uccisione di Mahsa Amini, la sistematica e crescente oppressione delle donne e le gravi e massicce violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali; è sconvolto dall'uso sfrenato e sproporzionato della forza da parte della polizia e delle forze di sicurezza iraniane contro i manifestanti pacifici; condanna con la massima fermezza l'esecuzione da parte della Repubblica islamica di manifestanti pacifici; ritiene che il palese disprezzo da parte del regime iraniano della dignità umana e delle aspirazioni democratiche dei suoi stessi cittadini, nonché il suo sostegno alla Federazione russa richiedano ulteriori adeguamenti della posizione dell'UE nei confronti dell'Iran; sollecita le autorità della Repubblica islamica ad annullare senza indugio tutte le sentenze di condanna a morte pronunciate nel contesto delle proteste in corso e a imporre una moratoria immediata della pena di morte in vista della sua completa abolizione; chiede una risposta ferma dell'UE al coinvolgimento dell'Iran nella guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina;

138.  sostiene con forza le aspirazioni del popolo iraniano di vivere in un paese libero, stabile, inclusivo e democratico che rispetti i propri impegni nazionali e internazionali in materia di diritti umani e libertà fondamentali; accoglie con favore, a tale riguardo, le misure restrittive imposte ai cittadini e alle entità dell'Iran, compresa la cosiddetta polizia morale, per il loro ruolo svolto nella repressione delle proteste in corso guidate dalle donne iraniane che chiedono pari diritti e di porre fine alla sistematica discriminazione delle donne e alle violazioni più ampie dei diritti umani nella Repubblica islamica; accoglie con favore la risoluzione S35/1 del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, del 24 novembre 2022, sull'istituzione di una missione conoscitiva internazionale indipendente sulla Repubblica islamica dell'Iran e invita l'UE a sostenere pienamente i preparativi e l'attuazione della missione; invita il SEAE, la Commissione e gli Stati membri a continuare a sollevare le questioni dei diritti umani in tutti gli scambi con l'Iran;

139.  ribadisce che le sanzioni nei confronti della leadership dell'IRGC non devono essere revocate e chiede ulteriori misure restrittive nei confronti dell'IRGC; invita il Consiglio a inserire l'IRGC e le sue forze sussidiarie, tra cui la milizia paramilitare Basij e la Forza Quds, nell'elenco dei soggetti terroristici stabilito dall'UE;

140.  osserva che la non proliferazione è una pietra angolare della stabilizzazione del Medio Oriente e della regione del Golfo; chiede che siano proseguiti gli sforzi diplomatici per garantire che l'Iran non sviluppi armi nucleari; è tuttavia del parere che qualsiasi ulteriore negoziato sul piano d'azione congiunto globale (PACG) non possa ignorare le altre politiche e gli altri progetti e programmi militari dannosi condotti dall'Iran;

141.  ribadisce la necessità di sostenere il trattato PACG e i negoziati in corso per la sua attuazione;

142.  è del parere che l'UE dovrebbe rafforzare le capacità della task force StratCom Sud al fine di sviluppare ulteriormente una strategia concreta per combattere la disinformazione nel vicinato meridionale, compresa la Repubblica islamica dell'Iran, onde contrastare le notizie false e la propaganda per rafforzare la democrazia e la stabilità;

143.  accoglie con favore l'ambizione di rafforzare le relazioni dell'UE con i paesi del Golfo, come sottolineato nella comunicazione congiunta al Parlamento europeo e al Consiglio, del 18 maggio 2022, su un partenariato strategico con il Golfo; osserva che esiste un interesse comune a un dialogo più strategico con i partner del Golfo, in particolare per quanto riguarda la promozione della sicurezza regionale, la cooperazione, l'azione per il clima e i diritti umani quale obiettivo strategico primario; invita l'UE e gli Stati membri a continuare a insistere sul rispetto dei diritti umani e dell'uguaglianza di genere, nonché sul progressivo allineamento dei valori, in particolare per contrastare la guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina e le sue conseguenze; deplora profondamente la decisione dell'OPEC+ di ridurre la produzione di petrolio, determinata in particolare dall'Arabia Saudita, che peggiorerà l'inflazione globale e indebolirà gli sforzi internazionali per combattere la guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina; prende atto del fatto che gli Emirati arabi uniti sono stati aggiunti all'elenco delle giurisdizioni soggette a un maggiore monitoraggio da parte del Gruppo di azione finanziaria internazionale a causa delle sue carenze strategiche nella prevenzione del riciclaggio di denaro; esprime preoccupazione per il fatto che è diventato un rifugio sicuro per gli oligarchi russi sanzionati dall'UE; sottolinea che un reale partenariato strategico con la regione del Golfo richiede dialogo e cooperazione in materia di diritti umani e un allineamento nel contrastare l'aggressione russa in Ucraina;

144.  ribadisce il suo sostegno agli accordi di Abramo, che hanno normalizzato le relazioni diplomatiche tra gli Emirati arabi uniti e il Bahrein e, in seguito, hanno condotto il Marocco e il Sudan alla firma di un accordo di normalizzazione con Israele;

145.  sottolinea che in merito al conflitto israelo-palestinese l'UE resta unita nel suo impegno a raggiungere una soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati, sulla base dei parametri previsti nelle conclusioni del Consiglio del luglio 2014, che consenta allo Stato di Israele di vivere fianco a fianco, in condizioni di pace, sicurezza e riconoscimento reciproco, con uno Stato di Palestina indipendente, democratico, contiguo, sovrano e vitale, con Gerusalemme quale futura capitale di entrambi gli Stati; ricorda che gli insediamenti nei territori palestinesi occupati sono illegali ai sensi del diritto internazionale; invita il nuovo governo israeliano a dimostrare in modo attivo e credibile il proprio impegno a favore della soluzione dei due Stati, che rimane sia un obiettivo fondamentale della politica dell'UE sul processo di pace in Medio Oriente che un elemento chiave del partenariato UE-Israele;

146.  prende atto della ripresa del Consiglio di associazione UE-Israele nel 2022; osserva che lo scopo del Consiglio di associazione non è soltanto quello di rafforzare il partenariato UE-Israele ma è anche la sede per il dialogo su temi riguardanti il conflitto israelo-palestinese e quale mezzo per rilanciare il processo di pace in Medio Oriente; ricorda e sostiene la posizione dell'UE quale definita e approvata all'unanimità dal Consiglio in preparazione del 12º Consiglio di associazione, tenutosi a Bruxelles il 3 ottobre 2022; sostiene gli sforzi dell'Alto rappresentante nel riunire i leader arabi nell'intento di realizzare progressi verso una pace regionale globale che metta fine al conflitto israelo-palestinese e che comporti una cooperazione di spessore in materia di sicurezza, commercio e altre forme di cooperazione per la regione;

147.  ribadisce la sua posizione secondo cui tutti i libri di testo e i materiali scolastici sostenuti dai fondi dell'Unione devono essere in linea con le norme dell'UNESCO in materia di pace, tolleranza, coesistenza e non violenza;

148.  accoglie con favore l'adozione del contributo pluriennale dell'Unione all'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA), che garantisce un sostegno prevedibile ai rifugiati palestinesi in linea con la dichiarazione congiunta UE-UNRWA 2021-2024; accoglie con favore il contributo aggiuntivo dell'Unione all'Agenzia nell'ambito del dispositivo per l'alimentazione e la resilienza al fine di affrontare l'insicurezza alimentare; sottolinea che l'UNRWA continua a contribuire alla stabilità e alla pace regionali;

149.  considera Israele un partner importante dell'UE; elogia Israele e il Libano per l'accordo sulla delimitazione dei loro confini marittimi;

150.  condanna con la massima fermezza la guerra di aggressione russa contro l'Ucraina, nonché il ruolo abilitante del regime di Lukashenko in Bielorussia; invita la leadership russa a porvi immediatamente fine e a ritirarsi incondizionatamente dall'intero territorio internazionalmente riconosciuto dell'Ucraina e di qualsiasi altro paese, in particolare la Georgia e la Repubblica di Moldova, in quanto occupa il loro territorio o parti di esso illegalmente; esorta la Russia a garantire la libera circolazione dei cereali e di altre materie prime in tutto il mondo; invita il Consiglio a designare la Russia come Stato sostenitore del terrorismo e Stato che fa uso di mezzi terroristici; esorta la comunità internazionale a sostenere tutti i processi legittimi internazionali e nazionali, anche in base al principio della giurisdizione universale, al fine di indagare sui crimini contro l'umanità e sui crimini di guerra, onde chiamare tutti i responsabili degli innumerevoli crimini di guerra e violazioni dei diritti umani, compresi gli stupri di massa e la deportazione forzata degli ucraini, a rispondere dinanzi a un tribunale; ribadisce che la Russia dovrà risarcire tutti i danni e le distruzioni che ha causato in Ucraina; osserva che molti cittadini russi stanno abbandonando il paese per evitare l'arruolamento; chiede che quanti hanno sostenuto volontariamente la Russia in qualsiasi modo durante la guerra o per l'organizzazione di referendum illegittimi siano chiamati a risponderne e sanzionati individualmente;

151.  accoglie con favore la sospensione dell'accordo di agevolazione dei visti tra l'UE e la Russia; invita gli Stati membri ad attuare pienamente gli orientamenti della Commissione per il sistema generale di rilascio dei visti in relazione ai richiedenti russi e ai controlli dei cittadini russi alle frontiere esterne dell'UE, nel pieno rispetto del diritto dell'UE e internazionale, nonché a garantire che tutte le richieste di asilo presentate, tra l'altro, da dissidenti, disertori, renitenti alla leva e attivisti siano trattate su base individuale, tenendo conto delle preoccupazioni in materia di sicurezza dello Stato membro ospitante, e siano conformi all'acquis dell'UE in materia di asilo; invita il Consiglio e la Commissione a monitorare da vicino la situazione dei visti concernenti la Russia;

152.  accoglie con favore l'adozione del recente pacchetto di sanzioni contro la Russia; invita tuttavia il Consiglio ad ampliare l'elenco delle persone direttamente oggetto di sanzioni dell'UE, tenendo conto dell'elenco di 6 000 persone presentato dalla Fondazione anticorruzione di Alexei Navalny;

153.  è fermamente convinto che soltanto la vittoria finale dell'Ucraina sulla Russia consentirà di difendere l'ordine mondiale e prevenire altre guerre di aggressione da parte di attori aggressivi; invita le istituzioni competenti dell'UE a elaborare congiuntamente scenari relativi alla fine del conflitto, tenendo conto di una Russia potenzialmente destabilizzata e indebolita e delle sue potenziali riforme;

154.  invita la Commissione e gli Stati membri ad assumere un ruolo guida nella preparazione di un meccanismo multilaterale per la supervisione, l'applicazione e l'erogazione dei risarcimenti russi all'Ucraina;

155.  prende atto del sostegno all'invasione non provocata e ingiustificata dell'Ucraina da parte della Russia prevalente in molti paesi, in particolare a causa delle efficaci campagne di disinformazione russe e cinesi; incoraggia il VP/AR, la Commissione e gli Stati membri a rafforzare le attività diplomatiche verso questi paesi, a intensificare la cooperazione bilaterale e multilaterale e a potenziare la comunicazione strategica; sottolinea il ruolo fondamentale che l'iniziativa Global Gateway deve svolgere nel rispondere alle sfide comuni sulla base dei valori democratici, dei partenariati paritari e della sostenibilità ambientale;

156.  invita la comunità internazionale ad attenuare il più possibile la ricaduta negativa delle conseguenze della guerra di aggressione russa contro l'Ucraina sull'Artico, dove il mantenimento della pace, della prosperità e della stabilità dovrebbe rimanere una priorità; esprime preoccupazione per le attività militari russe nell'Artico e per l'evoluzione del panorama della sicurezza nella regione e ribadisce l'importanza strategica dell'Artico; chiede un maggiore impegno dell'UE nella regione, tenendo conto delle nuove realtà in materia di sicurezza derivanti dalla guerra di aggressione russa contro l'Ucraina, in quanto è di fondamentale importanza strategica per l'UE alla luce dei cambiamenti climatici, delle politiche industriali ed economiche, della libera navigazione e dell'influenza geostrategica e a causa dei crescenti interessi e movimenti russi e cinesi in tale regione;

157.  chiede il coinvolgimento attivo dei leader dell'UE nella prevenzione delle minacce nucleari associate alla guerra di aggressione russa nei confronti dell'Ucraina, compresa la sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzhia;

158.  sottolinea l'importanza di rafforzare le relazioni con l'America latina e i Caraibi (ALC) aggiornando la strategia UE-ALC, ponendo un forte accento sugli sforzi congiunti per rafforzare l'ordine globale multilaterale, il diritto internazionale e il rispetto della democrazia e dei diritti umani, in particolare nel contesto dell'influenza crescente e sproporzionata della RPC e della Russia nella regione rispetto all'UE e delle crescenti minacce alle catene di fornitura europee a causa della guerra di aggressione russa contro l'Ucraina; invita gli Stati membri e il SEAE a perseguire un'attività diplomatica proattiva nella regione e a rafforzare ulteriormente i partenariati esistenti con i paesi che condividono gli stessi principi, le relazioni commerciali, gli investimenti, il sostegno alla democrazia e la cooperazione interparlamentare; sottolinea, in tale contesto, l'importanza relativa al genere, dei cambiamenti climatici e dei diritti delle popolazioni indigene e di firmare e ratificare rapidamente i previsti accordi di associazione equilibrati e modernizzati con il Cile, il Messico e il Mercosur, che comprendono un capitolo giuridicamente vincolante e applicabile sul commercio e lo sviluppo sostenibile con una forte dimensione dei diritti umani e l'allineamento agli obiettivi del Green Deal europeo, a condizione che nel caso del Mercosur sia raggiunto un accordo sullo strumento aggiuntivo per la significativa pre-ratifica degli impegni; accoglie con favore la conclusione dei negoziati sull'accordo quadro avanzato UE-Cile; esorta la Commissione, a tale proposito, dopo oltre due anni di negoziati sullo strumento aggiuntivo, a raggiungere quanto prima un accordo finale; sottolinea la necessità che l'accordo di associazione tra l'UE e i paesi dell'America centrale sia ratificato da tutte le parti;

159.  esprime sostegno all'ordine democratico e costituzionale del Perù, minacciato dall'ora ex presidente Pedro Castillo e dai suoi alleati quando, il 7 dicembre 2022, ha tentato di sciogliere illegalmente il Congresso per evitare la propria destituzione; esprime l'auspicio che il comportamento irreprensibile e responsabile delle autorità peruviane non possa che rafforzare la democrazia nel paese e chiede che si tengano al più presto le elezioni presidenziali e legislative per superare lo stallo politico;

160.  ribadisce il suo fermo impegno a favore della difesa e della promozione della democrazia in America latina; condanna l'assalto violento e palesemente antidemocratico di estrema destra alle istituzioni democratiche del Brasile, che ha avuto luogo l'8 gennaio 2023, spronato da una deliberata e diffusa disinformazione sulla legittimità delle recenti elezioni presidenziali in Brasile; esprime il suo pieno sostegno al Presidente democraticamente eletto del Brasile, Lula da Silva, e alla risposta rapida e risoluta del governo brasiliano all'insurrezione;

161.  sottolinea che le relazioni dell'UE con l'Unione africana sono della massima importanza al fine di soddisfare le esigenze dei paesi partner e di svilupparne il grande potenziale in Africa, nonché per il perseguimento di interessi condivisi; invita la Commissione e il VP/AR ad attuare gli impegni concordati al vertice UA-UE, ad attuare rapidamente i progetti Global Gateway in Africa e a rafforzare i partenariati in materia di sicurezza, commercio, salute, sviluppo e assistenza nell'attenuazione della pandemia di COVID-19 con i paesi del continente africano, in linea con la bussola strategica e sulla base dell'uguaglianza, in particolare allo scopo di promuovere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, la trasformazione digitale e verde, i diritti umani e la risoluzione pacifica dei conflitti, conformemente ai principi del diritto internazionale; sottolinea che l'impegno dell'UE nei confronti dell'Africa, anche attraverso la cooperazione allo sviluppo e commerciale, deve attribuire priorità alla promozione di società forti e resilienti, al rafforzamento dell'uguaglianza sociale e della sicurezza e al sostegno delle strutture democratiche in loco;

162.  accoglie con favore l'assegnazione di finanziamenti a titolo del Fondo europeo di sviluppo per attenuare la crescente insicurezza alimentare derivante, tra l'altro, dall'invasione russa dell'Ucraina; chiede che siano adottate ulteriori misure analoghe, se necessario; ribadisce il proprio invito a promuovere un pieno partenariato tra pari, che ponga al centro lo sviluppo umano e la protezione delle risorse naturali;

163.  chiede un'efficace comunicazione strategica dell'UE e una campagna di sensibilizzazione nei confronti dei paesi africani, al fine di contrastare le narrazioni dannose, in particolare quelle diffuse nella regione dalla Federazione russa e dalla Repubblica popolare cinese;

164.  denuncia l'ingerenza della Russia in Africa in quanto mette in pericolo la democrazia, in particolare attraverso una maggiore presenza del gruppo Wagner nel continente; condanna con fermezza gli abusi e i crimini commessi dal gruppo Wagner;

165.  chiede un partenariato Africa-Europa teso a creare uno spazio di solidarietà, sicurezza, pace e prosperità duratura; chiede azioni rapide dell'UE per contrastare la crescente presenza del gruppo Wagner in diversi paesi africani, che alimenta l'ulteriore instabilità e compromette gli sforzi compiuti nella lotta al terrorismo;

Rafforzare la diplomazia parlamentare come strumento di politica estera

166.  sottolinea il contributo specifico del Parlamento alla politica estera e di sicurezza dell'UE attraverso le sue risorse di diplomazia parlamentare; chiede un maggiore controllo parlamentare sulle questioni di rilevanza strategica nel quadro degli affari esteri europei; ricorda, tra l'altro, che vi è un'intensa cooperazione a livello politico e tecnico tra la Verkhovna Rada ucraina e il Parlamento;

167.  osserva che il Parlamento è attivamente coinvolto nella PESC attraverso i suoi strumenti specifici; sottolinea l'importanza e la natura unica dei programmi di democratizzazione del Parlamento, come il "Dialogo Jean Monnet", volti a promuovere e rafforzare il lavoro dei parlamenti; ricorda che tutte le istituzioni dell'UE dovrebbero partecipare e collaborare alle iniziative tese a contrastare l'arretramento globale della democrazia, anche tramite l'osservazione elettorale, le attività di mediazione e dialogo, la prevenzione dei conflitti, il conferimento e la rete del premio Sacharov nonché la diplomazia parlamentare;

168.  invita il SEAE a adottare la libertà di stampa e la libertà di espressione quali aspetti prioritari e a intraprendere tutte le azioni necessarie per sostenere pienamente gli orientamenti dell'UE sulla libertà di espressione online e offline; esorta le delegazioni dell'UE a migliorare le misure preventive di protezione, a pianificare le risposte di emergenza al deterioramento della libertà di stampa e a fornire un sostegno dimostrabile e visibile ai giornalisti locali e alla società civile;

169.  invita a rafforzare la diplomazia preventiva dell'UE quale strumento proattivo di politica esterna per prevenire la nascita di conflitti tra terze parti e sostenerle nella ricerca di soluzioni pacifiche alle tensioni crescenti;

170.  sottolinea l'importanza delle assemblee parlamentari in quanto sedi di cooperazione e dialogo istituzionale e il loro importante contributo all'azione di politica estera europea su questioni di sicurezza, nonché la necessità di promuoverne l'attività e garantirne il corretto funzionamento e sviluppo;

171.  chiede alla Commissione e agli Stati membri di attivare e rafforzare il controllo parlamentare sull'azione esterna dell'UE, anche attraverso il proseguimento delle consultazioni periodiche con il VP/AR e la Commissione e coinvolgendo il Parlamento nella corretta ulteriore attuazione e nel controllo dello strumento europeo per la pace e della bussola strategica; ricorda che il Parlamento intrattiene un livello informale di cooperazione con il SEAE, rafforzato a seguito della decisione del Consiglio del 26 luglio 2010 e della dichiarazione sulla responsabilità politica dell'Alto rappresentante del 2010; sottolinea che è necessario rafforzare ulteriormente il quadro di relazioni interistituzionali tra il Parlamento e il SEAE, comprese le sue delegazioni; invita a concludere un accordo quadro per il rafforzamento della cooperazione in materia di azione esterna tra il SEAE e il Parlamento europeo, che potrebbe potenziare gli strumenti dell'UE per la politica estera; sottolinea la necessità di utilizzare il riesame intermedio del Fondo europeo per la difesa (FED) al fine di introdurre un adeguato controllo parlamentare mediante atti delegati per i programmi di lavoro; evidenzia altresì l'esigenza di introdurre un livello analogo di controllo parlamentare per il futuro strumento per il rafforzamento dell'industria europea della difesa mediante appalti comuni (EDIRPA) e il programma europeo di investimenti nel settore della difesa (EDIP); sottolinea che, al fine di svolgere adeguatamente il proprio importante compito di controllo democratico, il Parlamento dovrebbe ricevere le informazioni e i documenti necessari in maniera trasparente e tempestiva;

172.  ricorda l'importante ruolo dei parlamenti nazionali negli Stati membri; sottolinea il ruolo chiave che l'Assemblea parlamentare della NATO può svolgere e chiede un ulteriore rafforzamento delle relazioni del Parlamento europeo con essa;

173.  invita tutte le istituzioni e agenzie dell'UE e gli Stati membri a impegnarsi adeguatamente nella lotta alla disinformazione e alla propaganda che compromettono l'attuazione delle loro politiche, rafforzando la comunicazione strategica e la narrazione relative alla loro attività; chiede un maggiore sostegno nei confronti della comunicazione strategica a favore delle delegazioni e delle missioni dell'UE;

174.  condanna qualsiasi tentativo da parte di paesi terzi di interferire con funzionari eletti o di corromperli; è determinato a indagare in modo approfondito e ad affrontare adeguatamente i casi di corruzione e le azioni illegittime per mano di paesi terzi che cercano di acquisire influenza in seno al Parlamento;

175.  insiste sul diritto del Parlamento all'informazione in materia di PESC ai sensi dell'articolo 36 TUE; richiama l'attenzione sulle sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea relative all'accordo Mauritius(8) e all'accordo Tanzania(9), secondo cui la fornitura tempestiva e completa di informazioni al Parlamento è fondamentale per consentirgli di svolgere il suo ruolo di controllo democratico e consultivo in materia di PESC;

176.  afferma che il Parlamento dovrebbe utilizzare appieno i suoi poteri di sorveglianza e bilancio in merito alle decisioni dell'Unione relative agli affari internazionali; sottolinea l'importanza dei programmi di sostegno alla democrazia del Parlamento, dotati di un grande potenziale per rafforzare il ruolo dell'UE nel mondo, in quanto coinvolgono i principali attori politici e facilitano una governance democratica sostenibile nei paesi terzi e nei paesi in fase di adesione all'UE;

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177.  incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Presidente del Consiglio europeo, al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

(1) GU C 347 del 9.9.2022, pag. 61.
(2) GU C 465 del 6.12.2022, pag. 109.
(3) GU L 102 del 24.3.2021, pag. 14.
(4) Testi approvati, P9_TA(2022)0406.
(5) Testi approvati, P9_TA(2022)0443.
(6) COM(2022)0684.
(7) Decisione (PESC) 2022/151 del Consiglio 3 febbraio 2022 relativa a un'azione dell'Unione europea a sostegno dell'evacuazione di talune persone particolarmente vulnerabili dall'Afghanistan (GU L 25 del 4.2.2022, pag. 11).
(8) Sentenza del 24 giugno 2014, Parlamento europeo contro Consiglio dell'Unione europea, ECLI: EU:C:2014:2025.
(9) Sentenza del 14 giugno 2016, Parlamento europeo contro Consiglio dell'Unione europea, ECLI: EU:C:2016:435.

Ultimo aggiornamento: 11 aprile 2023Note legali - Informativa sulla privacy