Risoluzione del Parlamento europeo del 18 gennaio 2023 sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune – relazione annuale 2022 (2022/2050(INI))
Il Parlamento europeo,
– visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),
– visto il titolo V del trattato sull'Unione europea (TUE), in particolare il capo 2, sezione 2, recante disposizioni sulla politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC),
– visto il regolamento (UE) 2021/697 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2021, che istituisce il Fondo europeo per la difesa(1) (FED),
– visto il regolamento (UE) 2021/947 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 giugno 2021, che istituisce lo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale – Europa globale(2),
– vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 luglio 2022, sull'istituzione di uno strumento per il rafforzamento dell'industria europea della difesa mediante appalti comuni (EDIRPA) (COM(2022)0349),
– vista la decisione (PESC) 2017/2315 del Consiglio, dell'11 dicembre 2017, che istituisce la cooperazione strutturata permanente (PESCO) e fissa l'elenco degli Stati membri partecipanti(3),
– viste le conclusioni del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, relative all'istituzione di un patto sulla dimensione civile della PSDC, adottate dal Consiglio "Affari esteri" nella riunione del 19 novembre 2018,
– vista la decisione (PESC) 2021/509 del Consiglio, del 22 marzo 2021, che istituisce uno strumento europeo per la pace(4) (EPF),
– viste le decisioni (PESC) 2021/748(5), (PESC) 2021/749(6) e (PESC) 2021/750(7) del Consiglio, del 6 maggio 2021, relative alla partecipazione del Canada, del Regno di Norvegia e degli Stati Uniti d'America al progetto PESCO Mobilità militare,
– vista la decisione (PESC) 2021/1143 del Consiglio, del 12 luglio 2021, relativa a una missione militare di formazione dell'Unione europea in Mozambico (EUTM Mozambico)(8),
– vista la decisione (PESC) 2022/638 del Consiglio, del 13 aprile 2022, che modifica la decisione 2014/486/PESC, relativa alla missione consultiva dell'Unione europea per la riforma del settore della sicurezza civile in Ucraina (EUAM Ucraina)(9),
– vista la decisione (PESC) 2022/1968 del Consiglio, del 17 ottobre 2022, che istituisce la missione di assistenza militare a sostegno dell'Ucraina (EUMAM Ucraina)(10),
– vista la decisione (PESC) 2022/1970 del Consiglio, del 17 ottobre 2022, che modifica la decisione 2010/452/PESC sulla missione di vigilanza dell'Unione europea in Georgia (EUMM Georgia)(11),
– viste le conclusioni del Consiglio europeo del 22 ottobre 2021, nonché del 24 e 25 marzo, 30 e 31 maggio e 23 e 24 giugno 2022,
– viste le conclusioni del Consiglio Affari esteri del 12 dicembre 2022,
– vista la decisione (PESC) 2022/2444 del Consiglio, del 12 dicembre 2022, relativa a una missione di partenariato militare dell'Unione europea in Niger (EUMPM Niger)(12),
– viste la decisione (PESC) 2022/1970 del Consiglio, del 17 ottobre 2022(13), che istituisce una capacità di monitoraggio dell'UE in Armenia e la sua decisione del 19 dicembre 2022 di schierare una squadra transitoria di assistenza alla pianificazione in Armenia,
– vista la dichiarazione di Versailles adottata in occasione della riunione informale dei capi di Stato e di governo l'11 marzo 2022,
– viste le conclusioni del Consiglio del 22 gennaio 2018 sull'approccio integrato alle crisi e ai conflitti esterni e del 24 gennaio 2022 sulla situazione della sicurezza europea,
– viste le conclusioni del Consiglio del 25 novembre 2013, del 18 novembre 2014, del 18 maggio 2015, del 27 giugno 2016, del 14 novembre 2016, del 18 maggio 2017, del 17 luglio 2017, del 25 giugno 2018, del 17 giugno 2019, del 10 dicembre 2019, del 17 giugno 2020, del 12 ottobre 2020, del 20 novembre 2020, del 7 dicembre 2020 e del 10 maggio 2021 sulla PSDC,
– viste le conclusioni del Consiglio del 5 giugno 2020 sui giovani nell'azione esterna,
– viste le conclusioni del Consiglio del 16 aprile 2021 su un partenariato rinnovato con il vicinato meridionale – Una nuova agenda per il Mediterraneo,
– viste le conclusioni del Consiglio del 18 ottobre 2021 su Bosnia-Erzegovina/operazione EUFOR Althea,
– viste le conclusioni del Consiglio del 24 gennaio 2022, dal titolo "Portare il partenariato strategico UE-ONU sulle operazioni di pace e la gestione delle crisi al livello successivo: priorità per il periodo 2022-2024",
– viste le conclusioni del Consiglio del 21 febbraio 2022, che prorogano e rafforzano l'attuazione del concetto delle presenze marittime coordinate nel Golfo di Guinea,
– viste le conclusioni del Consiglio del 23 maggio 2022 sullo sviluppo della posizione dell'Unione europea in materia di deterrenza informatica,
– viste la riunione del Consiglio "Affari esteri" del 16 maggio 2022 e quella del Consiglio "Affari esteri" con i ministri della Difesa del 17 maggio 2022,
– vista la strategia globale dal titolo "Visione condivisa, azione comune: un'Europa più forte – Una strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell'Unione europea", presentata dalla vicepresidente della Commissione/alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) il 28 giugno 2016,
– vista la "Bussola strategica per la sicurezza e la difesa – Per un'Unione europea che protegge i suoi cittadini, i suoi valori e i suoi interessi e contribuisce alla pace e alla sicurezza internazionali", approvata dal Consiglio il 21 marzo 2022 e dal Consiglio europeo il 25 marzo 2022,
– vista la tabella di marcia del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) sui cambiamenti climatici e la difesa, del 6 novembre 2020, e la risoluzione del Parlamento del 7 giugno 2022 al riguardo(14),
– vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 6 marzo 2014, dal titolo "Per un settore marittimo globale aperto e sicuro: elementi di una strategia per la sicurezza marittima dell'Unione europea" (JOIN(2014)0009),
– vista la comunicazione della Commissione, del 24 luglio 2020, sulla strategia dell'UE per l'Unione della sicurezza (COM(2020)0605),
– vista la comunicazione della Commissione, del 15 febbraio 2022, dal titolo "Contributo della Commissione alla difesa europea" (COM(2022)0060),
– vista la comunicazione della Commissione, del 15 febbraio 2022, dal titolo "Tabella di marcia relativa alle tecnologie critiche per la sicurezza e la difesa" (COM(2022)0061),
– vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 18 maggio 2022, dal titolo "Analisi delle carenze di investimenti nel settore della difesa e prospettive di percorso" (JOIN(2022)0024),
– vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 16 dicembre 2020, dal titolo "La strategia dell'UE in materia di cibersicurezza per il decennio digitale" (JOIN(2020)0018),
– vista la comunicazione della Commissione, del 22 febbraio 2021, dal titolo "Piano d'azione sulle sinergie tra l'industria civile, della difesa e dello spazio" (COM(2021)0070),
– vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 10 novembre 2022, dal titolo "Piano d'azione sulla mobilità militare 2.0" (JOIN(2022)0048),
– vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 10 novembre 2022, dal titolo "La politica di ciberdifesa dell'UE" (JOIN(2022)0049),
– visto il secondo programma di lavoro annuale del Fondo europeo per la difesa per il 2022, adottato dalla Commissione il 25 maggio 2022,
– visto il trattato del Nord Atlantico,
– vista la dichiarazione del vertice di Madrid rilasciata dai capi di Stato e di governo della NATO che hanno partecipato alla riunione del Consiglio del Nord Atlantico a Madrid il 29 giugno 2022,
– viste le domande di adesione della Svezia e della Finlandia alla NATO, presentate congiuntamente il 18 maggio 2022, e la firma dei protocolli di adesione della Finlandia e della Svezia il 5 luglio 2022 da parte degli alleati della NATO,
– visto il concetto strategico 2022 della NATO, adottato dai capi di Stato e di governo della NATO in occasione del vertice NATO a Madrid il 29 giugno 2022,
– viste le tre dichiarazioni congiunte sulla cooperazione UE-NATO firmate l'8 luglio 2016, il 10 luglio 2018 e il 10 gennaio 2023,
– visto l'insieme comune di 74 proposte per l'attuazione della dichiarazione congiunta di Varsavia approvato dai Consigli dell'UE e della NATO il 6 dicembre 2016 e il 5 dicembre 2017,
– vista la settima relazione sullo stato dei lavori relativi all'attuazione dell'insieme comune di proposte, del 20 giugno 2022, approvato dai Consigli dell'UE e della NATO il 6 dicembre 2016 e il 5 dicembre 2017,
– viste le relazioni e le raccomandazioni pertinenti adottate dall'Assemblea parlamentare della NATO,
– vista la dichiarazione del vertice UE-Stati Uniti, del 15 giugno 2021, dal titolo "Towards a Renewed Transatlantic Partnership" (Verso un partenariato transatlantico rinnovato),
– viste la dichiarazione congiunta del segretario di Stato degli Stati Uniti d'America e del VP/AR, del 3 dicembre 2021, sull'avvio del dialogo UE-Stati Uniti in materia di sicurezza e di difesa e le successive riunioni di tale dialogo,
– viste la guerra russa di aggressione ingiustificata e non provocata contro l'Ucraina, nonché l'invasione e l'annessione illegali da parte della Russia della Crimea e delle regioni di Donetsk, Kherson, Luhansk e Zaporizhzhia, come pure l'occupazione delle regioni dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud in Georgia e della regione della Transnistria nella Repubblica di Moldova,
– viste le nuove tecnologie come l'intelligenza artificiale (IA), le capacità spaziali e l'informatica quantistica, che offrono nuove opportunità per l'umanità, ma pongono anche nuove sfide in materia di politica estera e difesa, per le quali sono necessari una strategia chiara e il consenso tra gli alleati,
– vista la Carta delle Nazioni Unite,
– vista la Carta delle Nazioni Unite, in particolare l'articolo 2, paragrafo 4, che vieta l'uso della forza, e l'articolo 51 sul diritto naturale di autotutela individuale o collettiva,
– vista la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS),
– viste le risoluzioni 1325 (2000), 1889 (2013), 2122 (2013), 2242 (2015) e 2493 (2019) su donne, pace e sicurezza e le risoluzioni 2250 (2015), 2419 (2018) e 2535 (2020) su giovani, pace e sicurezza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite,
– viste le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite relative a Cipro,
– visto l'Atto finale di Helsinki della Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa del 1975,
– vista la sua risoluzione del 12 settembre 2018 sui sistemi d'arma autonomi(15),
– vista la sua risoluzione dell'11 dicembre 2018 sulla mobilità militare(16),
– vista la sua risoluzione del 12 marzo 2019 sul tema "Costruire una capacità dell'Unione in materia di prevenzione dei conflitti e di mediazione"(17),
– vista la sua posizione del 26 novembre 2019 sulla proposta di direttiva del Consiglio recante modifica della direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune d'imposta sul valore aggiunto e della direttiva 2008/118/CE relativa al regime generale delle accise per quanto riguarda lo sforzo di difesa nell'ambito dell'Unione(18),
– vista la sua risoluzione del 17 settembre 2020 sull'esportazione di armi: applicazione della posizione comune 2008/944/PESC(19),
– vista la sua risoluzione del 25 marzo 2021 sull'attuazione della direttiva 2009/81/CE, relativa agli appalti nei settori della difesa e della sicurezza ("direttiva sugli appalti pubblici"), e della direttiva 2009/43/CE, relativa ai trasferimenti di prodotti per la difesa(20),
– vista la sua risoluzione del 7 luglio 2021 sulla cooperazione UE-NATO nel contesto delle relazioni transatlantiche(21),
– vista la sua risoluzione del 7 ottobre 2021 sullo stato delle capacità di ciberdifesa dell'UE(22),
– vista la sua risoluzione del 17 febbraio 2022 sull'attuazione della politica estera e di sicurezza comune – relazione annuale 2021(23),
– vista la sua risoluzione del 17 febbraio 2022 sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune – relazione annuale 2021(24),
– vista la sua risoluzione del 1° marzo 2022 sull'aggressione russa contro l'Ucraina(25),
– vista la sua risoluzione del 9 marzo 2022 sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell'Unione europea, inclusa la disinformazione(26),
– vista la sua risoluzione del 7 aprile 2022 sulle conclusioni della riunione del Consiglio europeo del 24 e 25 marzo 2022, compresi i più recenti sviluppi della guerra in Ucraina e le sanzioni dell'UE contro la Russia, nonché la loro attuazione(27),
– vista la sua raccomandazione dell'8 giugno 2022 al Consiglio e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza sulla politica estera, di sicurezza e di difesa dell'Unione europea dopo la guerra di aggressione contro l'Ucraina da parte della Russia(28),
– vista la sua risoluzione dell'8 giugno 2022 sulla sicurezza nell'area del partenariato orientale e il ruolo della politica di sicurezza e di difesa comune(29),
– vista la sua raccomandazione del 14 settembre 2022 alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza concernente il partenariato rinnovato con il vicinato meridionale – Una nuova agenda per il Mediterraneo,
– vista la sua risoluzione legislativa del 14 dicembre 2022 sulla posizione del Consiglio in prima lettura in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce uno strumento per fornire sostegno all'Ucraina per il 2023 (assistenza macrofinanziaria +)(30),
– visto l'articolo 54 del suo regolamento,
– visti i pareri della commissione per gli affari costituzionali e della commissione per i diritti delle donne e l'uguaglianza di genere,
– vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A9-0296/2022),
A. considerando che l'Europa si trova ad affrontare la combinazione più complessa di minacce militari e civili dalla fine della guerra fredda, combinazione aggravata dalla guerra di aggressione non provocata, ingiustificata e illegale contro l'Ucraina da parte della Russia; che le minacce civili comprendono disinformazione, attacchi informatici, attacchi contro infrastrutture critiche, assassini, atti di sabotaggio, pressione economica, ricatti alimentari ed energetici, strumentalizzazione della migrazione e influenza politica sovversiva; che qualsiasi perturbazione deliberata dell'infrastruttura energetica europea attiva è inaccettabile e dovrebbe essere seguita da una risposta quanto più forte possibile; che l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia rappresenta un attacco all'ordine internazionale basato su norme; che questa guerra di aggressione è un attacco all'architettura di sicurezza europea costruita dopo la Seconda guerra mondiale e dopo la fine della guerra fredda, di cui la Russia era una delle parti coinvolte; che, nella sua guerra contro l'Ucraina e nella sua aggressione all'Europa e all'Occidente, il presidente Putin ha scelto deliberatamente l'escalation tramite iniziative quali l'organizzazione di referendum farsa nei territori ucraini occupati, l'annessione dei territori di Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia, la mobilitazione parziale delle forze russe e minacce ripetute e crescenti, tra cui l'ipotesi di ricorrere alle armi nucleari; che il decreto del presidente Vladimir Putin del 21 settembre 2022, che annunciava la mobilitazione parziale nella Federazione russa, ha provocato una pressione migratoria alle frontiere con la Georgia, il Kazakhstan e i paesi baltici in ragione dei cittadini russi che volevano fuggire dal paese, ma, soprattutto, con la brutale aggressione contro l'Ucraina e il genocidio perpetrato nei confronti degli ucraini, ha arrecato sofferenze inimmaginabili, scatenando la più grande ondata di profughi dalla Seconda guerra mondiale; che l'Ucraina non sta difendendo solo la sua sovranità e la sua integrità territoriale, ma anche i valori comuni europei di democrazia; che non erano in vigore misure solide ed efficaci per scoraggiare l'aggressione dell'Ucraina da parte della Russia; che la Russia ha rivolto ripetute minacce di una guerra nucleare all'Ucraina, alla NATO e agli Stati membri dell'UE;
B. considerando che la vittoria dell'Ucraina rappresenta anche una questione di credibilità dell'UE e della sua politica di sicurezza e di difesa;
C. considerando che, in risposta a tali minacce, l'UE deve urgentemente rafforzare l'efficacia della sua politica estera, di sicurezza e di difesa al fine di difendere i propri interessi, valori e cittadini, sia all'interno che all'esterno delle sue frontiere, e soprattutto nel suo vicinato, di conseguire la pace, la sicurezza umana, lo sviluppo sostenibile e la democrazia, nonché di sostenere i suoi partner; che la bussola strategica mira a conferire all'Unione gli orientamenti strategici e gli strumenti realistici e operativi necessari per avanzare verso una politica di difesa coerente e credibile, nonché per rendere l'Unione un garante di sicurezza efficace e capace e un attore globale assertivo; che è ancora più urgente potenziare le capacità dell'UE in materia di sicurezza e di difesa, anche sulla base del sostegno senza precedenti fornito all'Ucraina, in particolare attraverso lo strumento europeo per la pace (EPF), e garantire la complementarietà con la NATO; che l'aggressione ibrida della Russia rende necessario progettare la difesa di un'Europa libera in modo completo e vario, integrando tutti i settori critici, dal miglioramento delle capacità militari tradizionali alla protezione delle infrastrutture civili, delle catene di approvvigionamento e degli impianti energetici di importanza critica, fino alla lotta attiva contro la disinformazione e le minacce alla cibersicurezza; che l'aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina ha evidenziato la mancanza di investimenti nel settore della sicurezza e della difesa in numerosi Stati membri dell'UE e della NATO; che la NATO ha schierato migliaia di forze difensive terrestri, aeree e marittime supplementari sul versante orientale; che la NATO sta aiutando a coordinare le richieste di assistenza per conto dell'Ucraina; che l'esplosione che ha danneggiato i gasdotti del Nord Stream è stata un attacco mirato contro l'infrastruttura critica dell'UE; che la Bielorussia si è resa complice della guerra russa contro l'Ucraina;
D. considerando che il 12 dicembre 2022 il Consiglio "Affari esteri" ha deciso di aumentare il massimale finanziario complessivo dell'EPF di 2 miliardi di EUR nel 2023, con la possibilità di un ulteriore aumento in una fase successiva;
E. considerando che nel dicembre 2022 il Parlamento e il Consiglio hanno concordato un pacchetto di sostegno di 18 miliardi di EUR da trasferire all'Ucraina come sostegno nel corso di tutto il 2023;
F. considerando che, secondo la bussola strategica "un'UE più forte e più capace in materia di sicurezza e difesa apporterà un contributo positivo alla sicurezza globale e transatlantica ed è complementare alla NATO, che resta il fondamento della difesa collettiva per i suoi membri. Le due cose vanno di pari passo";
G. considerando che l'approccio integrato dell'UE alle crisi e ai conflitti esterni consente di fare un uso coerente delle diverse capacità dell'Unione, nell'ambito delle quali la politica di sicurezza e di difesa dovrebbe integrare ed essere integrata da altri strumenti civili per contribuire alla sicurezza umana e alla pace sostenibile in Europa e nel mondo in generale;
H. considerando che la Repubblica popolare cinese ha aumentato del 600 % la sua spesa per la difesa negli ultimi dieci anni e sfrutta la sua potenza militare per intimidire e minacciare i suoi vicini, in particolare Taiwan, come illustrato di recente dalle manovre militari condotte a seguito della visita a Taiwan di Nancy Pelosi, portavoce della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, avvenuta ad agosto 2022; che le pericolose azioni e provocazioni militari della Cina proseguono giorno dopo giorno; che la Repubblica popolare cinese non sta prendendo una posizione chiara contro la guerra di aggressione mossa dalla Russia all'Ucraina, che viola i principi fondamentali del diritto internazionale; che la cooperazione militare russo-cinese è notevolmente aumentata nel 2022, come dimostrato da molteplici esercitazioni militari congiunte;
I. considerando che, a fine dicembre 2022, il Giappone e la Corea del Sud, due partner importanti dell'UE, hanno sottolineato, nelle loro strategie di sicurezza aggiornate, la necessità di cooperare con l'UE; che il Giappone ha inoltre annunciato un raddoppio della spesa per la difesa raggiungendo il 2 % del prodotto interno lordo (PIL); che sia il Giappone che la Corea del Sud si trovano ad affrontare una triplice sfida di sicurezza in ragione delle minacce poste dalla Russia, dalla Cina e dalla Corea del Nord; che nel 2022 la Corea del Nord ha condotto oltre 90 test missilistici, il numero di gran lunga più elevato che sia stato mai registrato, e che si vocifera la possibilità di un settimo test nucleare, il primo dal 2017, che peggiorerebbe gravemente la sicurezza regionale e globale;
J. considerando che il vicinato orientale e i Balcani occidentali necessitano di una risoluzione pacifica dei conflitti, di stabilità e sicurezza migliori e di una maggiore cooperazione reciproca; che la sicurezza in queste regioni è risente negativamente dell'invasione russa dell'Ucraina;
K. considerando che la regione artica sta diventando sempre più importante in termini geopolitici, di sviluppo economico e di trasporti e, al contempo, sta affrontando le sfide legate ai cambiamenti climatici, alla militarizzazione e alla migrazione; che la crescente attività militare e il sempre maggiore incremento di forze militari da parte della Russia nell'Artico è allarmante;
L. considerando che l'influenza della Russia in Africa è aumentata, in particolare per via dell'espansione della presenza del gruppo Wagner nel continente; che il gruppo Wagner sta prendendo saldamente piede in paesi come il Mali e la Repubblica centrafricana; che, secondo le informazioni disponibili, il gruppo Wagner avrebbe commesso atrocità in Ucraina, Mali, Libia, Siria e in Repubblica centrafricana; che, in Mali, la situazione è esacerbata dall'atteggiamento non collaborativo mostrato dalle autorità nei confronti dei partner occidentali (compresa la missione di formazione dell'UE (EUTM) in Mali), delle organizzazioni regionali e della missione multidimensionale integrata di stabilizzazione delle Nazioni Unite in Mali (MINUSMA);
M. considerando che la frammentazione industriale su base nazionale dello sviluppo e dell'acquisizione di capacità militari europee costa ogni anno tra 25 e 100 miliardi di EUR e incide sensibilmente sulla competitività generale del settore della difesa; che gli Stati membri hanno acquistato in collaborazione appena l'11 % circa del loro materiale totale nel 2020 e l'8 % nel 2021, nonostante i cofinanziamenti a titolo di programmi finanziati dal bilancio dell'UE come l'azione preparatoria sulla ricerca in materia di difesa (PADR) e il programma europeo di sviluppo del settore industriale della difesa (EDIDP), e nonostante il loro impegno a raggiungere una quota di acquisti congiunti del 35 % nel settore della difesa; che dal 1999 al 2021 la spesa combinata dell'UE per la difesa è cresciuta del 20 %, a fronte del 66 % degli Stati Uniti, del 292 % della Russia e del 592 % della Cina; che gli Stati membri hanno convenuto di aumentare le spese destinate alla difesa e di migliorarne la qualità che dovrebbero essere destinate principalmente alle iniziative di cooperazione e allineate agli impegni di spesa per la difesa dei paesi dell'UE che sono membri della NATO; che l'UE deve promuovere ulteriormente la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione nei settori della sicurezza e della difesa; che, sebbene l'ambizione dell'UE di diventare un abile attore della sicurezza risalga a oltre 20 anni fa, i risultati in termini di capacità, interoperabilità e cooperazione efficace sotto il profilo dei costi restano piuttosto limitati, nonostante l'istituzione di vari processi e strutture quali l'Agenzia europea per la difesa, il piano di sviluppo delle capacità, la cooperazione strutturata permanente (PESCO), la capacità militare di pianificazione e condotta (MPCC) e la revisione coordinata annuale sulla difesa (CARD); che dal 2017 sono stati avviati complessivamente 61 progetti PESCO, nessuno dei quali ha ottenuto risultati tangibili; che la Commissione e il SEAE hanno proposto l'istituzione dello strumento per il rafforzamento dell'industria europea della difesa mediante appalti comuni, uno strumento dell'UE a breve termine volto a incentivare gli appalti comuni per soddisfare le nostre necessità più critiche; che tale progetto sarà sostenuto con 500 milioni di EUR a titolo del bilancio dell'UE, che si aggiungeranno agli investimenti degli stessi Stati membri; che nel 2023, in seguito alla finalizzazione dell'EDIRPA, si prevede che la Commissione proponga un regolamento inteso a istituire un programma europeo di investimenti nel settore della difesa (EDIP) che stabilisca le condizioni per acquisti comuni degli Stati membri, beneficiando al contempo di esenzioni IVA e del sostegno finanziario dell'UE; che la difesa resta una delle principali competenze degli Stati membri;
N. considerando che sono in corso 12 missioni civili e otto operazioni militari nel quadro della PSDC, con un personale di circa 5 000 effettivi dispiegati su tre continenti; che tra queste soltanto tre sono delle operazioni dotate di mandato esecutivo (Atalanta, forza navale dell'Unione europea, operazione IRINI (EU NAVFOR MED IRINI), EUFOR Althea); che le missioni e le operazioni PSDC risentono della lentezza dei processi decisionali e dell'eccessiva microgestione da parte del Consiglio, aggravata dall'insufficiente coordinamento tra le attività di formazione e dell'inadeguata fornitura di materiale militare ai partner; che il numero totale di effettivi dispiegati dagli Stati membri è diminuito costantemente negli ultimi anni e che le missioni e le operazioni continuano a risentire del mancato rispetto degli impegni assunti dagli Stati membri riguardo alla fornitura di personale militare o civile in numero sufficiente; che tali carenze operative ostacolano l'efficacia generale delle missioni e operazioni PSDC; che le missioni e le operazioni PSDC rafforzano notevolmente la resilienza e la stabilità del vicinato europeo; che il patto sulla dimensione civile della PSDC è uno strumento essenziale per rafforzare la dimensione civile della PSDC; che le missioni e le operazioni PSDC dell'UE sono spesso oggetto di minacce ibride, tra cui la disinformazione, che ne mettono a rischio l'efficacia nella stabilizzazione dei paesi in cui sono condotte, rafforzando invece l'instabilità preesistente che porta vantaggi solo agli Stati terzi malevoli; che l'operazione EUFOR Althea è intesa a garantire l'applicazione degli Accordi di Dayton siglati nel 1995 e svolge a tutt'oggi un ruolo centrale per la sicurezza e la stabilità della Bosnia-Erzegovina e della regione; che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha prorogato di un altro anno il mandato dell'operazione EUFOR Althea; che il proseguimento dell'operazione EUFOR Althea rientra nell'interesse della Bosnia-Erzegovina e della regione; che la missione dell'Unione europea di assistenza alle frontiere in Libia e l'operazione EU NAVFOR MED IRINI stanno contribuendo alla pace sostenibile, alla sicurezza e alla stabilità attuando l'embargo sulle armi imposto alla Libia dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e contrastando il traffico di armi illecite e la tratta di esseri umani;
O. considerando che i conflitti incidono in modo sproporzionato sulle donne e le ragazze, oltre a intensificare la violenza di genere, come dimostrato anche dalla guerra ingiustificata di aggressione della Russia contro l'Ucraina; che la partecipazione delle donne alle operazioni militari e di mantenimento della pace andrebbe incoraggiata e intensificata; che le donne rappresentano il 24 % dei partecipanti alle missioni civili in ambito PSDC e soltanto il 5 % e il 6 % per quanto riguarda rispettivamente le missioni e le operazioni militari(31); che, data l'importanza della parità di genere e del contributo delle donne ai processi di pace, è indispensabile includere la prospettiva di genere nella politica di sicurezza e di difesa dell'UE;
P. considerando che i partenariati in materia di sicurezza e di difesa come pure le cooperazioni durature in materia di sicurezza sono strumenti indispensabili al sostegno dell'ambizione dell'UE di essere un attore globale; che la cooperazione UE-NATO e altri partenariati, quali quelli con le Nazioni Unite, l'OSCE, gli Stati Uniti, il Regno Unito, il Canada, la Norvegia, l'Ucraina, la Georgia, i paesi dei Balcani occidentali, il Giappone, l'Australia nonché con l'Unione africana e alcuni paesi africani costituiscono un pilastro integrante della PSDC;
Q. considerando che il patrimonio culturale si compone di una dimensione universale quale testimonianza della storia indissolubilmente legata all'identità dei popoli, che la comunità internazionale deve proteggere e preservare per le generazioni future; che la diversità culturale svolge un ruolo importante nella promozione della prevenzione dei conflitti, della riconciliazione e della lotta all'estremismo;
R. considerando che i dati e le nuove tecnologie come l'IA stanno diventando sempre più importanti per mantenere la competitività a livello militare e sono utilizzati nello sviluppo di nuove o migliori capacità militari, quali armi cibernetiche, droni e armi e veicoli autonomi o semiautonomi basati sull'IA, nonché strumenti di intelligence e di consapevolezza situazionale, che possiedono tutti un impatto in grado di trasformare le operazioni e le strategie militari;
S. considerando che il ruolo attivo del Parlamento nella definizione delle politiche in materia di PSDC rafforza le fondamenta democratiche dell'UE; che il Parlamento può esercitare legittimamente il controllo e la vigilanza politici sull'esecutivo a livello dell'Unione europea; che mancano poteri di controllo formali in relazione all'EPF e al FED; che la diplomazia del Parlamento costituisce un mezzo comprovato e complementare per rafforzare la comunicazione strategica, nonché la visibilità e l'efficacia delle missioni e operazioni PSDC;
Sfruttare lo slancio per rafforzare la PSDC
1. evidenzia il grave deterioramento della sicurezza europea in ragione dell'aggressione militare ingiustificata, non provocata e illegale della Russia contro l'Ucraina; sottolinea che una tale situazione esige dall'UE il rafforzamento della sua autonomia strategica e l'intensificazione degli sforzi congiunti per conseguire le necessarie capacità e dimostrare una maggiore volontà di continuare ad agire in modo compatto al fine di garantire la sicurezza che si aspettano i cittadini dell'Unione;
2. sottolinea la risposta unita e senza precedenti dell'Unione europea alla guerra della Russia contro l'Ucraina, compresa la fornitura di materiale militare mediante l'EPF; resta impegnato a sostenere la difesa dell'integrità territoriale, della sovranità e dei valori europei da parte dell'Ucraina; invita l'UE a intensificare e accelerare i loro sforzi e a fornire all'Ucraina tutti gli aiuti finanziari, umanitari e militari nonché il materiale, anche letale, in particolare le armi pesanti, tra cui carri armati Leopard e moderni sistemi di difesa aerea, necessari per vincere questa guerra; accoglie con estremo favore la decisione del Consiglio di istituire, facendo seguito a un precedente invito del Parlamento, una missione di assistenza militare a favore dell'Ucraina (EUMAM Ucraina), volta a rafforzare la capacità militare delle forze armate ucraine di condurre efficacemente operazioni militari, per consentire all'Ucraina di difendere la sua integrità territoriale entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale, di esercitare efficacemente la propria sovranità e di proteggere i civili; invita gli Stati membri ad accelerare l'assistenza militare all'Ucraina, in particolare la fornitura di armi in risposta a necessità chiaramente individuate; invita, a tal proposito, il cancelliere tedesco Scholz ad avviare un consorzio europeo di paesi europei interessati, al fine di consegnare senza ulteriori ritardi all'Ucraina i carri armati da combattimento Leopard 2; invita l'UE e i suoi Stati membri ad aiutare l'Ucraina a incrementare la sua capacità di rigenerare le sue forze e a condurre con efficacia operazioni in modo da aiutare il paese a ripristinare la propria integrità territoriale ed esercitare efficacemente la propria sovranità, tutelare i civili e a scoraggiare e fronteggiare offensive militari della Russia; chiede l'imposizione di ulteriori sanzioni nei confronti di persone, entità e organismi responsabili dei diversi crimini contro l'Ucraina;
3. sottolinea l'esigenza di solidarietà tra gli Stati membri, in particolare con quelli che, a causa della loro posizione geografica, sono esposti direttamente a varie minacce e sfide imminenti via terra, aria e acqua; sostiene pienamente, in tal senso, gli sforzi intesi a rendere operativo l'articolo 42, paragrafo 7, TUE;
4. condanna con la massima fermezza l'annessione illegale della Crimea e dei quattro oblast ucraini di Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Cherson da parte della Russia e condanna le minacce della Russia di ricorrere alle armi nucleari; sottolinea che l'attuazione di misure restrittive nei confronti della Russia rimane uno degli elementi principali a disposizione dell'UE per contrastare l'aggressione militare russa contro l'Ucraina; plaude al nono pacchetto di misure restrittive adottato dalla Commissione in risposta ai referendum illegali organizzati nelle regioni ucraine, alla mobilitazione di soldati di leva russi e alla minaccia di Putin di fare ricorso alle armi nucleari, e si compiace dei preparativi in corso per il nono pacchetto; sottolinea che l'impunità seguita all'invasione della Georgia nel 2008 costituisce uno dei fattori che hanno condotto alla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina;
5. Esorta l'UE e gli Stati membri a ridurre in sensibilmente il divario tra l'assistenza militare "promessa" e quella effettivamente "fornita" all'Ucraina; li invita a superare le impasse politiche che ostacolano la consegna all'Ucraina di missili a lunga gittata, carri armati e veicoli blindati in quantità sufficienti a sostenere l'avvio di una controffensiva su più larga scala; invita l'UE e i suoi partner, in collaborazione con l'Ucraina, ad avviare una pianificazione a medio e lungo termine per valutare gli eventuali sviluppi sul campo di battaglia e prevedere il potenziale fabbisogno di armi e munizioni, nonché la destinazione e l'entità dei potenziali aiuti;
6. accoglie con grande favore il mantenimento di un importante sostegno militare per rafforzare le capacità di difesa aerea e di fanteria dell'Ucraina; invita l'UE e i membri della NATO ad aumentare la loro assistenza militare, in particolare fornendo gli armamenti pesanti necessari;
7. esprime profondo sconcerto per il fatto che diverse centrali nucleari ucraine siano state attaccate e occupate e siano state ripetutamente teatro di ostilità da quando la Russia ha iniziato la sua guerra di aggressione illegale contro l'Ucraina; manifesta profonda inquietudine per il fatto che le forze russe continuano a occupare la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande centrale nucleare d'Europa, e che il suo personale, alcuni membri del quale sono stati temporaneamente rapiti, lavora costantemente sotto la pressione delle forze di occupazione; è preoccupato altresì per le ripetute interruzioni della fornitura di energia elettrica alla centrale, dovute ai combattimenti all'interno e nei dintorni della centrale, che aggravano notevolmente il rischio di una catastrofe nucleare; esige l'immediato ritiro dei militari russi dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia e dai suoi dintorni e la creazione di una zona smilitarizzata attorno alla centrale, riconoscendo che i combattimenti intorno alla centrale potrebbero provocare una grave catastrofe dalle conseguenze inimmaginabili; esorta l'UE ad aiutare l'Agenzia internazionale per l'energia atomica e altre organizzazioni ad attuare senza indugio le necessarie misure di sicurezza nucleare; invita l'UE e i suoi Stati membri a promuovere un divieto assoluto di attacchi militari contro le centrali nucleari o dal loro interno, senza eccezioni, a norma del diritto internazionale;
8. invita l'UE e gli Stati membri a prendere in considerazione soluzioni per rafforzare i centri di manutenzione, servizio e riparazione in modo da incrementare la rifornitura di materiale militari riparato dai paesi partner;
9. plaude alle nuove iniziative dell'UE intese a potenziare la sicurezza e la difesa europee, nonché le capacità degli Stati membri dell'Unione, in particolare la dichiarazione di Versailles, la bussola strategica e la comunicazione congiunta sulle carenze di investimenti nel settore della difesa; si compiace della proposta di regolamento della Commissione volta a incentivare gli appalti comuni (strumento per il rafforzamento dell'industria europea della difesa mediante appalti comuni), insistendo nel contempo sulla necessità di stanziare risorse di bilancio in particolare tramite gli Stati membri e i loro accresciuti bilanci per la difesa; sottolinea l'opportunità di valutare un rafforzamento dei ruoli e delle responsabilità dell'AED nei futuri progetti di appalti comuni; chiede agli Stati membri una maggiore ambizione per la spesa destinata agli investimenti nel settore della difesa e gli appalti comuni; plaude all'annunciata presentazione da parte della Commissione del regolamento relativo al programma europeo di investimenti nel settore della difesa (EDIP) dopo il completamento dello strumento per il rafforzamento dell'industria europea della difesa mediante appalti comuni nel 2023, il cui bilancio dovrebbe anch'esso essere nettamente incrementato; sottolinea che tali iniziative rappresentano un importante passo avanti verso un'Unione europea della difesa; chiede maggiori possibilità di finanziamento per l'industria europea della difesa, a condizione che siano destinate a progetti collaborativi e generino valore aggiunto; accoglie con favore l'iniziativa strategica per la sicurezza europea della Banca europea per gli investimenti, annunciata il 10 marzo 2022, che è intesa a mobilitare 6 miliardi di EUR di investimenti a sostegno dei sistemi europei di sicurezza e di difesa a duplice uso e la incoraggia a esplorare tutte le opzioni possibili di finanziamento per i progetti collaborativi dell'industria europea della difesa, anche rivedendone le norme; chiede che sia previsto un bilancio adeguato per tutti gli strumenti europei di difesa, in particolare il Fondo europeo per la difesa, la mobilità militare, il futuro strumento per il rafforzamento dell'industria europea della difesa mediante appalti comuni e l'EDIP, e chiede pertanto un bilancio sufficiente per tutti gli strumenti europei di difesa; sottolinea l'obiettivo del 2 % della NATO, riconfermato in occasione del vertice NATO del settembre 2014 in Galles, e si compiace del fatto che la maggior parte dei paesi dell'UE che sono membri della NATO si sia recentemente avvicinata a tale obiettivo, che dovrebbe essere considerato un obiettivo minimo, ma che, nonostante le peggiori minacce alla sicurezza degli ultimi decenni, è stato finora raggiunto soltanto da alcuni Stati nel caso dell'Europa, per lo più quelli del fianco orientale; sottolinea, tuttavia, che, dato l'attuale livello di sfide, saranno necessari ulteriori investimenti nel settore della difesa;
10. accoglie con favore la nuova ambizione della bussola strategica di conferire all'Unione una visione, una cultura strategica comune di difesa e gli strumenti per configurarsi come un efficace garante della sicurezza, nonché di rafforzare la sicurezza e la difesa dell'UE rendendola più efficace e reattiva in modo che possa agire rapidamente a difesa dei nostri interessi, principi e valori e tutelare l'Unione e i suoi cittadini; accoglie con soddisfazione la ferma determinazione espressa nella bussola strategica di promuovere e far progredire la sicurezza umana nell'intera PSDC; ricorda che la bussola strategica deve essere un processo dinamico, che deve essere regolarmente aggiornato e adattato sulla base dell'analisi comune delle minacce; ritiene che la bussola strategica costituisca un importante stimolo potenzialmente in grado di generare lo slancio necessario verso un'autentica Unione europea della difesa, basarsi sull'approccio integrato dell'UE e permettere all'UE di agire come abile attore in materia di sicurezza e partner affidabile; chiede l'attuazione tempestiva e operativa delle circa 80 azioni concrete, nonché il loro aggiornamento regolare insieme all'analisi delle minacce per l'Unione; sottolinea che tale analisi comune delle minacce rafforzerà la cultura strategica dell'UE e fornirà orientamenti per definire le priorità degli obiettivi strategici e apportare i necessari adeguamenti nei settori della sicurezza e della difesa; si compiace della particolare attenzione rivolta ai partner dell'Europa orientale nella bussola strategica e invita l'UE a intensificare la cooperazione in materia di sicurezza con l'Ucraina, la Georgia e la Repubblica di Moldova, soprattutto in ambiti quali la cibersicurezza, il contrasto delle minacce ibride e la disinformazione; constata che la risposta alle nuove sfide per la sicurezza esterna dell'UE e dei suoi Stati membri risiede in primis nel ribadire e nell'attuare le capacità sul terreno che consentono di valutare meglio le situazioni di crisi, di adottare decisioni più rapidamente e di agire con maggiore incisività; chiede una volontà politica costante da parte di tutti gli Stati membri e delle istituzioni dell'UE in tale processo per garantire che l'Unione sia preparata a fronteggiare l'ampia gamma di minacce militari e non militari; rinnova l'invito a una più intensa collaborazione con le organizzazioni internazionali, quali, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, l'ONU, l'Unione africana e le sue missioni di mantenimento della pace nei teatri congiunti nonché l'OSCE in materia di sicurezza; invita il SEAE a riferire periodicamente ed esaustivamente alla sottocommissione per la sicurezza e la difesa in merito all'attuazione della bussola strategica; insiste sull'importanza di un coinvolgimento significativo della società civile nella formulazione della PSDC;
11. accoglie con grande favore il pacchetto di sostegno da 18 miliardi di EUR concordato dall'UE nel dicembre 2022 e lo considera una prova del fermo sostegno dell'UE e dei suoi Stati membri all'Ucraina e una potente dimostrazione del fatto che tale sostegno continuerà per tutto il tempo necessario;
12. plaude all'uso significativo dell'EPF nel corso dell'intero 2022 per sostenere i partner nella prevenzione dei conflitti, nel mantenimento della pace e nel rafforzamento della sicurezza e della stabilità internazionali; invita gli Stati membri a incrementare la dotazione dell'EPF per consentire all'UE di rafforzare la resilienza e le capacità di difesa di Ucraina, Repubblica di Moldova e Georgia; ricorda il bisogno di assistenza militare e forniture di armi a titolo dell'EPF per soddisfare le crescenti necessità operative delle forze armate ucraine, pur nel pieno rispetto della posizione comune dell'UE sulle esportazioni di armi, del diritto internazionale in materia di diritti umani e del diritto internazionale umanitario, nonché garantire un sufficiente grado di trasparenza e rendicontabilità;
13. invita l'UE a sostenere i principi del patto di sicurezza di Kyiv quale soluzione provvisoria immediata per la sicurezza dell'Ucraina;
14. accoglie con favore la decisione del Consiglio del dicembre 2022 di aumentare la dotazione dell'EPF e ne chiede la rapida attuazione, sottolinea però che tale aumento probabilmente non sarà sufficiente e insiste pertanto sulla necessità di innalzare ulteriormente il massimale dell'EPF e di creare una dotazione destinata dell'EPF a favore dell'Ucraina, che garantisca un sostegno adeguato al paese; sottolinea la necessità di garantire la continuità con il sostegno fornito ai partner africani, considerando il numero di crisi che il continente si trova ad affrontare, e di non trascurare altre regioni prioritarie, tra cui il nostro immediato vicinato; chiede un incremento sostanziale di tutti gli aspetti del sostegno militare, comprese la formazione e la condivisione di informazioni con altri paesi particolarmente vulnerabili, quali la Repubblica di Moldova, la Georgia e i paesi dei Balcani occidentali; chiede che l'intero sostegno a titolo dell'EPF alla fornitura di materiale contribuisca altresì al rafforzamento della base industriale e tecnologica di difesa europea (EDTIB) e, ove pertinente per la sovranità europea, che esso sia effettuato in coordinamento con tutti i partner dell'UE, tra cui la NATO per migliorare l'efficienza ed evitare inutili duplicazioni; ribadisce che l'EPF funge anche da opzione di finanziamento per i costi comuni delle operazioni militari previste nell'ambito della PSDC; condivide la visione della bussola strategica secondo cui si potrebbe estendere la portata dei costi comuni per consentire un maggiore utilizzo dell'EPF e incentivare la generazione di forze per le missioni e le operazioni militari della PSDC; chiede un'efficace valutazione dell'attuazione delle misure di assistenza a titolo dell'EPF e del relativo impatto sulle dinamiche del conflitto nei paesi partner;
15. sottolinea l'importanza della PESCO per il miglioramento delle capacità di difesa dell'UE; deplora il fatto che gli Stati membri non si avvalgano ancora appieno del quadro della PESCO e che i progressi sul fronte dell'attuazione restino ampiamente al di sotto delle aspettative; invita il VP/AR e gli Stati membri a procedere a un riesame approfondito dei risultati dei progetti PESCO e delle loro prospettive, che dovrebbe prevedere altresì la possibilità di fondere, raggruppare e persino interrompere i progetti che non hanno compiuto progressi sufficienti e di riorientare gli sforzi verso un numero limitato di progetti prioritari destinati a tradursi in azioni concrete, come indicato nella bussola strategica; deplora fermamente di non essere in grado di esercitare un adeguato controllo sui progetti PESCO;
16. accoglie con favore l'importanza della conoscenza situazionale e della previsione strategica radicate nelle capacità basate sull'intelligence, nell'ambito della bussola strategica; sottolinea l'importanza di un'intelligence accurata e tempestiva ai fini di un processo decisionale e una gestione delle crisi efficaci dell'UE, nonché la necessità di rafforzare in modo significativo la condivisione e la cooperazione dell'intelligence tra gli Stati membri, anche a livello dell'Unione, e con partner che condividono gli stessi principi; chiede la creazione di unità di intelligence, ove necessario, nelle missioni e operazioni PSDC, che forniranno informazioni al Centro UE di situazione e di intelligence (IntCen), allo Stato maggiore dell'Unione europea (EUMS) e alla sua capacità militare e civile di pianificazione e condotta (rispettivamente, MPCC e CPCC); chiede che tutte le missioni e operazioni PSDC rafforzino la loro cooperazione e condivisione di informazioni con l'IntCen, l'EUMS, l'MPCC e la CPCC; pone l'accento sull'importanza di comunicazioni sicure per un'intelligence affidabile; chiede che vi sia un flusso continuo di intelligence dagli Stati membri all'UE sulle questioni di politica estera e di sicurezza che si verificano al di fuori dell'Unione; chiede che l'IntCen e il Centro di risposta alle crisi del SEAE siano rafforzati mediante il potenziamento delle loro risorse e capacità, affinché gli Stati membri possano condividere l'intelligence in condizioni di sicurezza, definire una cultura strategica comune e fornire informazioni strategiche per prevedere le crisi all'interno e all'esterno dell'UE e rispondervi meglio; prende atto dell'importante lavoro svolto dal Centro satellitare dell'Unione europea (SatCen) e sottolinea che l'UE deve disporre di risorse adeguate nei settori delle immagini spaziali e della raccolta di intelligence, in particolare al fine di fornire immagini satellitari ad alta risoluzione a sostegno delle missioni e operazioni PSDC;
17. sottolinea la necessità di rafforzare considerevolmente l'attenzione dell'intera società alla resilienza e alla risposta alle minacce ibride; chiede che gli strumenti esistenti dell'Unione siano resi operativi affinché possano contribuire più efficacemente alla prevenzione e al contrasto delle minacce ibride; accoglie con favore la comunicazione congiunta sulla politica di ciberdifesa dell'UE e la decisione di predisporre un pacchetto di strumenti dell'UE contro le minacce ibride per la risposta coordinata alle campagne ibride; invita l'Unione e i suoi Stati membri a migliorare le loro capacità di individuare le minacce ibride; sottolinea la necessità di sviluppare ulteriormente la politica e le capacità dell'Unione in materia di ciberdifesa, compresa la creazione di gruppi di risposta rapida agli incidenti informatici; pone l'accento sulla necessità di combattere la disinformazione e la propaganda ostili; sottolinea la necessità di prestare particolare attenzione a risorse, locali e attività del SEAE all'estero nonché alla sicurezza del personale dell'UE delegato a paesi non democratici caratterizzati da regimi repressivi; ribadisce l'urgente necessità di sviluppare le loro capacità di comunicazione strategica, compresi sistemi di comunicazione sicuri e una capacità di reazione rapida; sottolinea la necessità di aiutare, in stretta collaborazione con la NATO, i paesi partner dei Balcani occidentali e del partenariato orientale a contrastare efficacemente gli attacchi informatici e la guerra ibrida; sottolinea che, per combattere le crescenti minacce e l'aumento delle narrative anti-europee da parte di paesi terzi, l'UE deve intensificare i suoi sforzi tesi a fornire sostegno, formazione e rafforzamento delle capacità con i paesi partner che condividono gli stessi principi;
18. chiede che sia fornito un sostegno supplementare alla formazione e allo sviluppo delle capacità nella gestione delle frontiere e delle crisi ai paesi interessati da flussi migratori significativi, compresi quelli che devono far fronte all'afflusso di cittadini russi in fuga dalla Federazione russa dall'inizio della mobilitazione, nel pieno rispetto dei loro diritti fondamentali, in particolare agli Stati membri e ai paesi che ospitano già missioni o operazioni PSDC sul proprio territorio; sottolinea che la resilienza nell'era digitale dipende anche dalla riduzione della dipendenza da materiali critici, quali metalli delle terre rare, componenti critici come i chip e tecnologie critiche quali droni e attrezzature militari autonome; evidenzia che i droni semiautonomi e autonomi sono sempre più utilizzati sia nelle operazioni militari che per la manutenzione e la sicurezza delle infrastrutture critiche; esprime profonda preoccupazione per la loro fornitura e per l'uso doloso che ne viene fatto;
19. sottolinea che la dipendenza da regimi totalitari e autoritari in settori critici, compreso quello dell'energia, rappresenta un grave rischio per la sicurezza dell'Unione; invita l'UE ad attribuire priorità alla riduzione di tale dipendenza e a collaborare con i nostri alleati democratici per garantire catene di approvvigionamento sicure e resilienti; prende atto della necessità di una valutazione e di iniziative complete per mettere in sicurezza gli oleodotti e i gasdotti offshore, i cavi e altre infrastrutture di carattere strategico; invita l'UE e i suoi Stati membri ad adottare misure incisive nel mercato dell'energia dell'UE per garantire un approvvigionamento energetico stabile;
20. sottolinea la necessità di mettere in sicurezza le infrastrutture e le catene di approvvigionamento critiche europee, come quelle dei settori dell'energia, dell'energia elettrica, delle comunicazioni, dei trasporti e dell'industria, di proteggerle dai sabotaggi e dalle ingerenze straniere nonché di predisporre efficaci sistemi di monitoraggio e sorveglianza; condanna il sospetto sabotaggio dei gasdotti Nord Stream nel Mar Baltico e chiede un'indagine approfondita e una risposta commisurata; sottolinea l'importanza di includere in via prioritaria la protezione delle infrastrutture sottomarine, come i gasdotti e i cavi in fibra ottica;
21. accoglie con favore la tabella di marcia sui cambiamenti climatici e la difesa, nella quale i cambiamenti climatici sono riconosciuti come un "moltiplicatore di minacce che influisce profondamente sulla nostra sicurezza a lungo termine" e sono definite misure concrete per affrontare il nesso sempre più rilevante tra clima e sicurezza; raccomanda di tenere in considerazione le implicazioni dei cambiamenti climatici in sede di pianificazione e attuazione delle missioni e delle operazioni PSDC; sottolinea la necessità di incrementare gli investimenti nella difesa "verde", in particolare concentrando una maggiore quota dell'innovazione militare e a doppio uso su combustibili e sistemi di propulsione neutri in termini di emissioni di carbonio per aeromobili, navi e altri veicoli militari; evidenzia che l'azione esterna dell'UE e le forze armate degli Stati membri dovrebbero adoperarsi per ridurre la propria impronta di carbonio al fine di attenuare il proprio impatto sui cambiamenti climatici e sull'ambiente; ribadisce l'invito affinché l'UE adotti un approccio che integri l'impronta ambientale, energetica e di carbonio nell'attuazione dei suoi pertinenti fondi fin dalla loro progettazione;
22. prende atto delle sfide sul piano della sicurezza che stanno emergendo nell'Artico a causa dei cambiamenti a livello ambientale, della crescente militarizzazione e del crescente interesse geopolitico nella regione; sottolinea che è necessario includere la politica dell'UE per l'Artico nella PSDC; evidenzia che l'UE deve avviare una cooperazione efficace con la NATO, anche in materia di conoscenza situazionale; sottolinea che l'Artico dovrebbe rimanere una zona di cooperazione pacifica, tenendo conto delle nuove realtà in materia di sicurezza a seguito dell'aggressione russa nei confronti dell'Ucraina, e mette in guardia contro l'aumento della militarizzazione della regione; incoraggia gli Stati membri dell'Unione a utilizzare la PESCO come una piattaforma per promuovere attività di formazione ed esercitazioni rafforzate in materia di ricerca e soccorso nell'Artico, nonché una migliore gestione delle crisi legate ai disastri ecologici, come gli spandimenti di idrocarburi;
23. sottolinea la necessità di rafforzare ulteriormente il ruolo dell'UE quale garante della sicurezza marittima globale; accoglie con favore la revisione della strategia per la sicurezza marittima dell'UE e sottolinea che la strategia rivista dovrà essere allineata con la bussola strategica e rispecchiare le nuove opportunità e sfide; ritiene che revisioni analoghe dovrebbero essere effettuate su altre politiche dell'UE e accoglie pertanto con favore la prossima comunicazione sullo spazio e la PSDC, prevista per l'inizio del 2023; evidenzia che, date le crescenti tensioni geopolitiche in mare, l'UE deve salvaguardare la libertà di navigazione e garantire che le sue frontiere marittime esterne siano monitorate in modo efficace per prevenire attività illegali; invita gli Stati membri a consolidare le proprie capacità navali militari al fine di rafforzare la presenza e la visibilità dell'UE nel settore marittimo;
24. riconosce l'importanza delle presenze marittime coordinate quale strumento fondamentale per rafforzare gli impegni dell'UE in materia di sicurezza marittima nel mondo; sottolinea il contributo delle presenze marittime coordinate pilota nel Golfo di Guinea alla riduzione degli incidenti di sicurezza marittima e ne accoglie con favore la proroga fino al 2024; accoglie con favore l'estensione delle presenze marittime coordinate all'Oceano Indiano nordoccidentale; sottolinea l'importanza di una stretta cooperazione e di un'azione complementare con le altre missioni PSDC nella regione, compresa, tra le altre, l'operazione EU NAVFOR Atalanta; sostiene il prezioso lavoro delle missioni EUBAM Libia e EU NAVFOR MED IRINI in ambito PSDC, che contribuiscono a una pace, una sicurezza e una stabilità sostenibili; continua a sostenere, in particolare, il compito fondamentale dell'operazione IRINI di far rispettare l'embargo sulle armi imposto dalle Nazioni Unite nei confronti della Libia;
25. sottolinea l'urgente necessità di incrementare in maniera significativa gli investimenti nel controllo degli armamenti, nella non proliferazione e nel disarmo a livello regionale e globale, in particolare negli approcci multilaterali; pone l'accento sulla necessità di una maggiore trasparenza e convergenza a livello nazionale ed europeo in materia di esportazioni di armi, in particolare in previsione di un periodo caratterizzato da un aumento della spesa per la difesa; considera necessario che gli Stati membri rispettino la posizione comune dell'UE sulle esportazioni di armi e riconoscano le loro competenze per quanto riguarda le politiche in materia di acquisizioni per la difesa; invita gli Stati membri a rispettare pienamente la posizione comune 2008/944/PESC, dell'8 dicembre 2008, che definisce norme comuni per il controllo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari(32), quale modificata dalla decisione (PESC) 2019/1560 del Consiglio(33), ad applicare rigorosamente il criterio 4 relativo alla stabilità regionale e a bloccare la concessione di licenze di esportazione di armi qualora vi sia un rischio evidente che il destinatario previsto utilizzi le armi in modo aggressivo contro un altro paese, in generale, e gli Stati membri, in particolare; riconosce le competenze degli Stati membri per quanto concerne le politiche in materia di acquisizioni per la difesa; sottolinea l'importanza di una valutazione approfondita delle domande di autorizzazione all'esportazione di tecnologie e attrezzature militari; deplora l'uso di missili ipersonici russi in Ucraina e ritiene che l'UE dovrebbe adoperarsi per prevenire una corsa internazionale gli armamenti di missili ipersonici;
26. ricorda la necessità di definire politiche di esportazione delle armi come parte della politica di sicurezza e di stabilire urgentemente una politica di esportazione delle armi efficace a livello dell'UE, la quale garantisca il pieno rispetto degli otto criteri giuridicamente vincolanti in materia di esportazione delle armi da parte degli Stati membri e assicuri che le esportazioni nazionali non alimentino tensioni a livello regionale o mettano a repentaglio la sicurezza di altri Stati membri, alleati e partner, nonché dell'Unione nel suo complesso, sostenendo pienamente, nel contempo, le esigenze legittime di sicurezza e difesa degli alleati e dei paesi partner, soprattutto quelli che vedono violata la propria integrità territoriale e che esercitano il proprio diritto all'autotutela quale sancito nella Carta delle Nazioni Unite;
27. ribadisce il suo pieno sostegno all'impegno assunto dall'UE e dai suoi Stati membri nei confronti del trattato di non proliferazione delle armi nucleari (TNP); insiste sulla necessità di garantire che l'UE svolga un ruolo incisivo e costruttivo nello sviluppo e nel rafforzamento degli sforzi globali di non proliferazione basati su regole; esprime profonda preoccupazione per il fatto che non sia stato raggiunto alcun risultato alla decima conferenza di revisione delle parti del TNP in ragione della riluttanza della Russia ad aderire al consenso;
28. osserva che gli Stati membri possono valutare la riforma del processo decisionale per sfruttare il considerevole potenziale inutilizzato dei trattati, in particolare attivando l'articolo 31 TUE per estendere il voto a maggioranza qualificata ai settori relativi alla PSDC e perseguendo il pieno utilizzo delle "clausole passerella" nonché dell'ambito di applicazione degli articoli che rafforzano la solidarietà e l'assistenza reciproca dell'UE in caso di crisi e garantiscono la sovranità dell'Unione; propone che siano prese in considerazione modifiche ai trattati in materia di PSDC, da discutere e concordare nel quadro di una convenzione che dia seguito alla Conferenza sul futuro dell'Europa, le quali affrontino i seguenti temi: (1) il passaggio dal voto all'unanimità al voto a maggioranza qualificata per le decisioni del Consiglio che hanno implicazioni militari, fatta eccezione per la clausola di difesa reciproca prevista dall'articolo 42, paragrafo 7, e che riguardano questioni relative alla difesa per le situazioni in cui non si applicano le clausole passerella, e solo nel caso dell'invio di attrezzature militari o di missioni PSDC che non prevedono un mandato esecutivo; (2) l'introduzione, agli articoli 42 e 46 TUE, di disposizioni che consentano l'appalto congiunto di attrezzature per la difesa e il finanziamento a titolo del bilancio dell'Unione di altre spese legate alla sicurezza, nonché l'istituzione di unità militari multinazionali congiunte e stazionate in modo permanente, comprensive di strutture di comando; 3) la revisione dell'articolo 346 TFUE al fine di limitare le possibilità degli Stati membri dell'UE di derogare alle disposizioni della direttiva sugli appalti pubblici e di introdurre l'obbligo di presentare una giustificazione per tali deroghe, che sarà valutata dalla Commissione e trasmessa al Parlamento;
29. invita il VP/AR e gli Stati membri a sfruttare appieno il potenziale delle disposizioni del trattato relative alla PSDC e a prendere in seria considerazione le modalità di attuazione dell'articolo 44 TUE per l'affidamento dell'esecuzione di una missione PSDC a un gruppo di Stati membri al fine di rafforzare la flessibilità e l'efficienza della PSDC sul campo, mantenendo nel contempo una forte dimensione collettiva europea; pone l'accento sull'importanza di continuare a svolgere esercitazioni; sottolinea l'importanza di continuare a rendere operativo l'articolo 42, paragrafo 7, TUE sull'assistenza reciproca nel breve periodo, nonché di chiarire la coerenza tra tale articolo e l'articolo 5 del trattato del Nord-Atlantico, considerando che non tutti gli Stati membri dell'UE sono membri della NATO; pone in evidenza che le condizioni per l'attivazione dell'articolo 42, paragrafo 7, e le modalità per la prestazione dell'assistenza richiesta non sono mai state definite in modo chiaro; sottolinea che una modifica del trattato potrebbe definire gli attacchi terroristici, gli attacchi ibridi, le campagne di disinformazione e la coercizione economica da parte di paesi terzi come elementi suscettibili di attivare l'articolo 42, paragrafo 7, TUE;
Rafforzare le capacità tramite una spesa maggiore, congiunta e più intelligente
30. accoglie con favore l'ambizione dell'Unione europea di rafforzare le sue capacità militari e civili; sottolinea la necessità di utilizzare pienamente e al meglio le iniziative e i bilanci dell'UE, in particolare i regolamenti previsti su EDIRPA ed EDIP, FED, PESCO, CARD e mobilità militare, nonché sul patto sulla dimensione civile della PSDC, al fine di colmare le lacune critiche in termini di capacità e garantire la rapida schierabilità delle forze armate, ricostituire le scorte esaurite, ridurre la frammentazione nel settore degli appalti per la difesa, conseguire la piena interoperabilità delle nostre forze, rafforzare le catene di approvvigionamento dell'EDTIB escludendo le imprese affiliate allo Stato di paesi non partner che potrebbero rappresentare un rischio per la resilienza, il carattere innovativo e la competitività dell'EDTIB attraverso potenziali controlli delle esportazioni o furti di proprietà intellettuale mediante spionaggio; sollecita la massima coerenza tra queste iniziative per evitare sovrapposizioni e garantire investimenti pubblici efficienti, in particolare tra i progetti PESCO e FED, per i quali è necessario chiarire i collegamenti; si compiace del piano d'azione sulle sinergie tra l'industria civile, della difesa e dello spazio e chiede che ne sia intensificata l'attuazione; incoraggia i trasferimenti di tecnologia dal settore della difesa a quello civile; invita gli Stati membri a concentrarsi, nell'ambito del processo di rafforzamento delle capacità militari dell'UE, sulla necessità di personale militare e di formazione specializzata per far fronte alle questioni emergenti (ad esempio i cambiamenti climatici); sottolinea che qualsiasi progresso in questo settore chiave rafforzerebbe anche il pilastro europeo in seno alla NATO; è del parere che il prezioso contributo delle forze armate durante la pandemia di COVID-19 abbia dimostrato l'importanza dell'utilizzo dei mezzi e delle capacità militari degli Stati membri a sostegno del meccanismo unionale di protezione civile;
31. accoglie con favore gli annunci degli Stati membri relativi a piani di investimento nel settore della difesa finalizzati all'approvvigionamento militare e al miglioramento dello stato delle loro forze di difesa, sulla base del modello del FED e come evidenziato nella comunicazione congiunta sulle carenze di investimenti nel settore della difesa; ritiene fondamentale colmare le carenze di investimenti individuate nel settore della difesa, quali la ricostituzione delle scorte, in particolare la sostituzione dei sistemi dell'era sovietica, il potenziamento dei sistemi di difesa aerea e missilistica, comprese una discussione sulla praticabilità di uno scudo a livello europeo contro i missili balistici e l'avvio di un dialogo con l'iniziativa European Sky Shield Initiative della NATO, la messa in funzione dell'Eurodrone, l'aumento delle capacità esistenti di carri armati da combattimento e veicoli corazzati, il potenziamento della capacità di produzione di navi e delle forze navali europee, l'intensificazione della cooperazione marittima volta a contrastare le minacce ibride contro i cavi e i gasdotti offshore fondamentali per la sicurezza energetica e della connettività in Europa, il miglioramento della connettività sicura via satellite, gli investimenti in partenariati industriali che attribuiscano priorità alla collaborazione con le PMI e a maggiori investimenti in ricerca e sviluppo (R&S), contribuendo al contempo a rafforzare l'ecosistema europeo di ciberdifesa e ad espandere il programma di mobilità militare dell'UE;
32. sottolinea la necessità di integrare le iniziative di sviluppo delle capacità mediante meccanismi di appalto congiunto; evidenzia che l'appalto congiunto di prodotti per la difesa sviluppati e fabbricati in Europa è uno strumento fondamentale per una spesa pubblica efficiente ed esorta pertanto gli Stati membri a utilizzare l'EDIRPA per acquistare congiuntamente prodotti per la difesa ed evitare la concorrenza, favorire i risparmi sui costi, rafforzare l'EDTIB e promuovere l'interoperabilità;
33. esorta gli Stati membri a impegnarsi ad aumentare in modo significativo i finanziamenti destinati ai meccanismi comuni di appalto dell'UE previsti, quali l'EDIRPA e l'EDIP, fornendo finanziamenti adeguati, nonché a intraprendere un'azione rapida e approfondita in tale settore fondamentale garantendo, al contempo, l'interoperabilità con la NATO; ritiene che le norme applicabili all'EDIRPA dovrebbero essere analoghe a quelle applicate al FED; ricorda che il sostegno finanziario fornito dall'EDIRPA e dal futuro EDIP dovrebbe, in via prioritaria, apportare vantaggi all'industria europea; invita gli Stati membri ad adottare tale strumento quanto prima in seguito alla conclusione dei negoziati tra il Parlamento, il Consiglio e la Commissione; chiede al Consiglio di destinare allo strumento l'adeguata dotazione finanziaria; ritiene che le norme applicabili all'EDIRPA dovrebbero essere analoghe a quelle applicate al FED, che si sono dimostrate valide, in particolare per quanto riguarda il coinvolgimento dei paesi terzi; invita gli Stati membri a lavorare per acquistare e sviluppare capacità di difesa progettate e prodotte all'interno dell'UE; ritiene che la sola esenzione dall'IVA non sarà sufficiente a rendere il futuro EDIP uno strumento decisivo a sostegno dell'EDTIB; invita la Commissione a prendere in considerazione vari meccanismi finanziari di incentivazione a sostegno dell'EDTIB; esorta il VP/AR e gli Stati membri a istituire un ulteriore strumento finanziario fuori bilancio che metta in comune parte dei bilanci nazionali destinati alla difesa e affronti con urgenza l'intero ciclo di vita delle capacità militari a livello dell'UE, per garantire che esse siano attuate in modo efficace ed efficiente dalla ricerca e sviluppo condotti in collaborazione e appalti comuni alla manutenzione, alla formazione e alla sicurezza dell'approvvigionamento congiunte;
34. sottolinea l'urgente necessità di istituire un vero mercato europeo dei materiali di difesa; sottolinea la necessità di un maggiore sostegno finanziario agli sforzi di ricerca e sviluppo e alla produzione dell'UE di sistemi di difesa ad alta tecnologia, che sarebbero altrimenti troppo costosi per i singoli Stati membri, in modo da garantire che l'EDTIB rimanga competitivo, sia in grado di soddisfare le reali esigenze, le richieste e le crescenti ambizioni delle forze armate, si adatti alle minacce emergenti e riduca la dipendenza da attori stranieri; osserva che, oltre allo sviluppo delle capacità, il FED dovrebbe contribuire anche al consolidamento dell'EDTIB; chiede una valutazione del FED precedente alla revisione intermedia del QFP, al fine di aumentare la sua dotazione di bilancio, se necessario; incoraggia la creazione di ulteriori iniziative per rafforzare il coinvolgimento delle piccole e medie imprese e l'innovazione nell'industria militare e della difesa; chiede l'ulteriore sviluppo di nuove tecnologie quali l'IA e il calcolo quantistico attraverso la creazione di forti legami tra innovazione militare e civile; sottolinea l'importanza di ridurre la dipendenza dalle tecnologie critiche e dalle catene del valore in modo che l'UE possa progredire verso migliori capacità operative;
35. sottolinea gli effetti positivi degli investimenti nell'industria della difesa in termini economici e tecnologici; chiede investimenti maggiori e più intelligenti nel settore della difesa per favorire la cooperazione industriale, il risparmio sui costi e una maggiore interoperabilità; ribadisce che agire nel quadro dell'UE è un modo per ridurre la frammentazione ed evitare duplicazioni; invita a sfruttare le sinergie con altri strumenti finanziari dell'Unione e ad agevolare l'accesso ai finanziamenti privati per l'industria della difesa; ricorda che il FED e la PESCO sono fondamentali per lo sviluppo di un'autentica Unione europea della difesa attraverso una migliore cooperazione in materia di difesa tra gli Stati membri; chiede che le altre politiche dell'UE siano coerenti con gli sforzi dell'Unione volti a rafforzare l'industria della difesa;
36. chiede una celere revisione del QFP al fine di garantire i fondi necessari per gli strumenti dell'UE nel settore della difesa; chiede, in tale contesto, il rafforzamento del FED; incoraggia l'UE a valutare quando sarebbe opportuna una revisione del QFP; sottolinea che eventuali risorse aggiuntive stanziate per raggiungere l'obiettivo della NATO di destinare il 2 % del PIL alla difesa dovrebbero essere utilizzate dai membri dell'UE della NATO in modo coordinato e cooperativo; chiede di rafforzare l'accesso delle industrie ai finanziamenti privati per garantire che l'industria europea della difesa abbia adeguato accesso ai finanziamenti e agli investimenti pubblici e privati su base sostenibile; invita la Commissione a prendere in considerazione l'elaborazione di parametri per un prodotto finanziario che miri a sostenere gli investimenti nella sicurezza europea, comprese le azioni dell'industria della difesa; chiede di incentivare gli investimenti in settori critici, come quello informatico;
Rafforzare le missioni e le operazioni PSDC
37. sostiene la revisione e il rafforzamento di tutte le missioni civili della PSDC e delle operazioni militari affinché siano maggiormente allineate alle reali esigenze dei paesi interessati; sostiene altresì il rafforzamento della generazione di forze e dello sviluppo di capacità per tutte le missioni e le operazioni della PSDC, in particolare quelle interessate dal deterioramento del panorama delle minacce, fornendo loro mandati più solidi e flessibili, nonché le risorse, il personale, i finanziamenti, la formazione, gli strumenti di comunicazione strategica e le attrezzature necessari per soddisfare i requisiti previsti da obiettivi di missione più mirati; riconosce la necessità di una formazione e di capacità operative efficaci per tenere il passo con l'evoluzione del contesto delle minacce; evidenzia la necessità di rafforzare la loro resilienza ed efficacia, facendo sì che siano in grado di affrontare meglio le sfide ibride in materia di sicurezza, ad esempio attraverso un miglior coordinamento con altri attori dell'UE e le agenzie per la giustizia e gli affari interni, come pure con partner di paesi terzi che condividono gli stessi principi, migliorando la comunicazione strategica e investendo ulteriormente nelle capacità di ciberdifesa;
38. sottolinea l'importanza del fatto che le missioni e le operazioni della PSDC si basino su una chiara comprensione dei tipi di crisi e di conflitti cui l'Unione intende rispondere con strumenti civili e militari, in particolare laddove altri attori non intendono o non sono in grado di intervenire o in ambienti ostili o non permissivi; ricorda che tutti gli impegni dell'UE devono essere credibili agli occhi delle autorità locali e regionali, in particolare dal momento che altri attori, spesso più malevoli, sono più che disposti a intervenire per colmare eventuali lacune; ricorda che le missioni devono prestare particolare attenzione alle dinamiche dei conflitti e a solidi processi di valutazione e di mitigazione dei rischi e devono includere un monitoraggio e una valutazione degli interventi della PSDC maggiormente basati sull'impatto, nonché un maggior numero di meccanismi di consultazione e feedback; sottolinea la particolare necessità che le operazioni militari prevedano disposizioni provvisorie che consentano un'uscita sostenibile; osserva che, delle otto operazioni militari in corso, solo tre hanno un mandato esecutivo; ricorda l'impegno generale dell'UE nel Sahel e nel Corno d'Africa attraverso sei missioni civili e sei operazioni militari;
39. chiede l'adozione di un nuovo patto sulla dimensione civile della PSDC entro la metà del 2023, che fornirà obiettivi sulla tipologia, il numero e le dimensioni delle missioni civili, nonché la creazione di un processo di sviluppo delle capacità civili entro il 2024, come stabilito dalla bussola strategica; ricorda che è fondamentale che il patto sulla dimensione civile della PSDC 2.0 sia adottato nella prima metà del 2023 per garantire la continuità del processo di sviluppo delle capacità civili; invita il SEAE a rivedere gli accordi di partecipazione con i paesi terzi al fine di rafforzare la loro partecipazione alle missioni PSDC;
40. sottolinea l'urgente necessità di istituire la capacità militare di pianificazione e condotta (MPCC) come struttura di comando e controllo di preferenza per le operazioni militari dell'UE, in particolare per quanto riguarda l'uso della futura capacità di dispiegamento rapido; chiede che sia raggiunta immediatamente la sua piena capacità operativa, in linea con le conclusioni del Consiglio del 19 novembre 2018, che prevedevano una scadenza per il 2020; chiede inoltre che il personale dell'MPCC sia incrementato notevolmente, portandolo fino a 250 unità; ritiene che uno dei quattro quartieri generali operativi nazionali esistenti dovrebbe essere previsto come opzione di riserva; ribadisce il suo invito a consentire lo scambio sicuro di informazioni classificate, anche con gli Stati membri e le missioni o le operazioni PSDC; sottolinea la necessità che l'MPCC pianifichi e conduca tutte le missioni militari con una chiara catena di comando e che sia dotata del personale, dei fondi e delle infrastrutture adeguati; sottolinea che la guerra di aggressione russa contro l'Ucraina rende ancora più urgenti i progressi da compiere in tale direzione;
41. esprime preoccupazione per l'aumento della manipolazione delle informazioni, della disinformazione e delle minacce e degli attacchi ibridi provenienti in particolare dalla Russia e dalla Cina, ma anche da altri attori, che colpiscono direttamente diversi teatri e missioni e operazioni PSDC; sottolinea la necessità che l'UE intensifichi la cooperazione con i paesi partner che condividono gli stessi principi, nonché fornisca sostegno, formazione e sviluppo di capacità insieme a questi ultimi per contrastare la manipolazione delle informazioni e le ingerenze straniere ostili; invita il SEAE ad adottare misure concrete per sostenere le missioni e le operazioni PSDC che combattono e contrastano la disinformazione e la propaganda, nonché a rafforzare le capacità della divisione StratCom, comprese le sue task force;
42. è preoccupato per il persistente problema strutturale di garantire che le missioni e le operazioni PSDC siano dotate di personale sufficiente; esorta gli Stati membri a dare seguito alle loro decisioni di avviare missioni e operazioni fornendo il personale necessario; ricorda che nella bussola strategica si sottolinea che le missioni e le operazioni PSDC richiedono personale più preparato; esorta vivamente gli Stati membri a onorare le loro promesse così da adeguare il loro impegno effettivo alle loro ambizioni; sollecita l'UE a dotare di attrezzature e formazione adeguate il personale delle missioni e delle operazioni; esorta fermamente gli Stati membri a tenere conto dei diritti sociali e lavorativi del personale militare nelle fasi di addestramento e schieramento congiunto nel quadro dell'UE;
43. chiede, data la sua importanza per l'architettura di sicurezza e di difesa dell'UE, che la proposta del VP/AR relativa alla capacità di dispiegamento rapido, sancita dalla bussola strategica, sia operativa quanto prima e al più tardi entro il 2025, in modo da garantire la capacità di rispondere in modo rapido e deciso durante le crisi e di servire e proteggere i cittadini, gli interessi e i valori dell'UE in tutto il mondo; invita gli Stati membri a impegnarsi a ridurre in modo sostanziale, entro il 2025, le gravi carenze nell'ambito degli abilitanti strategici, in particolare per quanto riguarda la capacità di dispiegamento rapido;
44. sottolinea la necessità che la parità di genere e i diritti delle donne siano una componente essenziale delle misure di sicurezza e di difesa; condanna fermamente i crimini di guerra contro la popolazione civile, compreso il ricorso alla violenza sessuale come arma di guerra;
45. invita il VP/AR e gli Stati membri ad accelerare l'attuazione degli impegni della bussola strategica in materia di questioni di genere per garantire un'efficace integrazione della dimensione di genere; sottolinea l'importanza delle misure di sicurezza informatica per monitorare e prevenire la tratta delle donne vittime dei conflitti; incoraggia gli Stati membri a ridurre gli ostacoli di carriera per le donne in seno alle forze di difesa;
46. evidenzia che la partecipazione delle donne alle missioni PSDC contribuisce alla loro efficacia nonché accresce la credibilità dell'UE quale promotore della parità di diritti per uomini e donne in tutto il mondo, richiamando al contempo il piano d'azione dell'UE sulla parità di genere III (2020-2024), che prevede l'integrazione sistematica di una prospettiva di genere in tutte le politiche e le azioni esterne dell'UE, compresa la PSDC; esorta il SEAE a promuovere un aumento del numero di donne, in particolare nelle operazioni militari della PSDC, nonché un migliore equilibrio di genere nel personale e nella dirigenza delle missioni e delle operazioni PSDC; ritiene fondamentale l'adozione di un approccio di tolleranza zero nei confronti delle molestie sessuali e di genere e dello sfruttamento sessuale nell'ambito di tutte le missioni e le operazioni PSDC; evidenzia l'importanza del lavoro svolto dai consulenti per le questioni di genere nelle missioni PSDC e la necessità di finanziarli; chiede la collaborazione tra le missioni e le operazioni PSDC e l'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere; invita il SEAE a riferire alla sottocommissione per la sicurezza e la difesa (SEDE) circa i suoi progressi nelle azioni relative alle questioni di genere;
47. riconosce l'importante ruolo dei giovani e delle organizzazioni giovanili nel mantenimento e nella promozione della pace e della sicurezza; invita il SEAE a impegnarsi a favore di un'integrazione più sistematica dei giovani nella sua agenda in materia di giovani, pace e sicurezza, nonché a perseguire e adottare un quadro strategico globale per l'attuazione di tale agenda; invita il SEAE a coinvolgere i giovani in qualità di partner nella progettazione e nell'attuazione degli sforzi di disarmo, smobilitazione e reinserimento;
48. accoglie con favore l'avvio della missione di assistenza militare senza compiti esecutivi della PSDC per l'Ucraina (EUMAM Ucraina); auspica che essa consenta un addestramento flessibile delle forze armate ucraine attraverso la consulenza strategica, il sostegno non esecutivo, lo sviluppo di capacità e un generale sostegno militare per combattere l'aggressione russa e facilitare la liberazione delle regioni occupate dell'Ucraina; ritiene che l'EUMAM sarà efficace a condizione che l'MPCC sia rafforzata e in grado di esercitare un comando e un controllo strategici sulla missione; invita il SEAE ad aprire tale missione alla partecipazione di Stati terzi; invita gli Stati membri a fornire il sostegno necessario per la sua attuazione; sottolinea l'importanza di comunicare al popolo ucraino che l'UE rimarrà al suo fianco per tutta la durata dell'aggressione russa;
49. elogia e sottolinea l'importante lavoro svolto dalla missione consultiva dell'Unione europea per la riforma del settore della sicurezza civile in Ucraina (EUAM Ucraina); prende atto dei suoi nuovi compiti, tra cui fornire sostegno alle autorità di contrasto per agevolare il flusso di rifugiati dall'Ucraina verso gli Stati membri limitrofi, l'ingresso di aiuti umanitari in Ucraina e la consulenza, la formazione e il sostegno alle istituzioni dello Stato di diritto per facilitare le indagini e il perseguimento dei crimini internazionali; chiede la revisione e il rafforzamento del mandato della missione dell'UE di assistenza alle frontiere (EUBAM) nella Repubblica di Moldova e in Ucraina affinché sia adattato alla mutata realtà geopolitica; chiede di potenziare l'organico, la capacità di risposta, le risorse e la comunicazione strategica delle missioni e delle operazioni PSDC in Bosnia-Erzegovina, in Ucraina e in Georgia e di rafforzare la presenza diplomatica dell'UE nei paesi del partenariato orientale e nei Balcani occidentali;
50. accoglie con favore la cooperazione tra l'UE e la NATO nei Balcani occidentali, anche attraverso le operazioni EUFOR Althea e KFOR; ricorda che gli insegnamenti tratti da entrambe le operazioni aggiungono un notevole valore a tutte le attuali e future missioni e operazioni militari e civili della PSDC; chiede il rafforzamento dell'EUFOR Althea in Bosnia-Erzegovina in stretta collaborazione con la NATO e gli altri alleati, al fine di garantire la necessaria stabilità al paese e all'intera regione; accoglie con favore l'inequivocabile sostegno dell'UE all'estensione del mandato dell'EUFOR Althea; sottolinea la necessità di un rafforzamento bilaterale della cooperazione con la Bosnia-Erzegovina in campo militare e in materia di sicurezza, parallelamente al quadro dell'EUFOR;
51. sottolinea la necessità di proseguire nella stretta cooperazione con i partner africani e internazionali al fine di garantire sforzi collettivi volti alla stabilizzazione e allo sviluppo, coinvolgendo in particolare l'Unione africana, l'Autorità intergovernativa per lo sviluppo, le Nazioni Unite, le istituzioni finanziarie internazionali e altri importanti attori bilaterali e regionali; sottolinea l'impegno globale dell'UE nel Sahel e nel Corno d'Africa attraverso otto missioni civili (EUCAP Sahel Mali, EUCAP Sahel Niger, EUCAP Somalia) e militari (EUTM Mali, EUTM Somalia, EU NAVFOR ATALANTA, EU NAVFORMED IRINI, EUMPM Niger);
52. esprime profonda preoccupazione per gli sviluppi e i recenti colpi di Stato nella regione del Sahel; sottolinea l'importanza strategica di suddetta regione per l'UE; condanna la crescente presenza del gruppo Wagner, sostenuto dal Cremlino, nel Sahel e in altre zone del continente africano; è fermamente convinto che il coinvolgimento del gruppo Wagner nell'Africa occidentale sia in contrasto con l'obiettivo di garantire pace, sicurezza e stabilità nella regione; riconosce che le varie missioni internazionali nel Sahel non hanno ancora raggiunto l'obiettivo primario di costruire una pace duratura nella regione del Sahel e che, pertanto, occorre un processo di riflessione sui mandati e sui ruoli delle missioni e delle politiche internazionali; esprime analoga preoccupazione per l'aumento della presenza e dell'attività dei gruppi terroristici islamici, in particolare di Al-Qaeda, Daesh e al-Shabaab in Medio Oriente e in Africa; chiede più azioni comuni e una maggiore coerenza politica tra i diversi interventi dell'UE e dei partner nel Sahel; deplora l'aggravamento della situazione della sicurezza in Mali e accoglie con favore la decisione di sospendere tutta la formazione operativa e la fornitura di attrezzature militari al paese; invita l'UE e i suoi Stati membri a fornire un'assistenza efficace che sia adeguata alle esigenze dei paesi interessati;
53. ritiene che il sostegno internazionale alla sicurezza nella regione debba avere come priorità una migliore protezione dei civili, l'attenuazione delle dinamiche di conflitto e la promozione della buona governance nel settore della sicurezza; sottolinea la necessità di un maggiore impegno politico con i pertinenti governi per garantire una maggiore trasparenza, combattere la corruzione, coltivare l'inclusività e dialogare con i cittadini nel tentativo di contrastare l'esplosione dei conflitti armati ed etnici;
54. accoglie con favore il rinnovo della missione PSDC EUCAP Sahel per due anni e insiste sull'importanza di un coordinamento con l'EUBAM Libia per lo sviluppo, guidato dall'UE, delle capacità di frontiera degli stati del Sahel; chiede sforzi congiunti tra l'UE e le Nazioni Unite per far fronte alla destabilizzazione e alla violenza in Mali e per collaborare con le forze locali al fine di promuovere la stabilità e la sicurezza; prende atto dell'estensione e del riorientamento dell'EUAM e dell'EUTM nella Repubblica centrafricana e ribadisce la sua preoccupazione per il continuo deterioramento della situazione politica e della sicurezza nel paese; accoglie con favore i progressi già compiuti dall'EUTM Mozambico e invita il SEAE a prendere in considerazione la fornitura di armi letali alle forze mozambicane nell'ambito dell'EPF, nonché ad accelerare la consegna di attrezzature; invita a un dibattito pubblico di ampia portata sul coinvolgimento dell'Unione in Mozambico e su come potrebbe configurarsi un approccio integrato significativo che affronti le cause profonde dei disordini a Cabo Delgado; ricorda le relazioni concernenti gli attacchi sistematici e violenti delle forze di sicurezza contro ampie fasce della popolazione locale, gli sfollamenti forzati ad opera delle forze di sicurezza, gli elevati livelli di disuguaglianza, la negligenza regionale da parte del governo centrale, i conflitti per le risorse naturali, i gradi elevati di corruzione e le violazioni di vari diritti; sostiene la riforma delle forze armate mozambicane e insiste sulla necessità di applicare un approccio integrato alla crisi a Cabo Delgado; accoglie con favore l'assistenza fornita dall'EPF alle forze armate nigerine e sottolinea la necessità di fornire sostegno militare al Niger a titolo della PSDC; invita il Consiglio a intensificare le operazioni marittime coordinate nel Golfo di Guinea; chiede l'estensione del mandato dell'EU NAVFOR Atalanta, che scadrà alla fine del 2022, al fine di combattere ulteriormente la pirateria;
55. si rammarica per la crescente inadeguatezza delle missioni dell'EUTM, concepite per far fronte alle sfide dei paesi del Sahel e dell'Africa centrale (Mali e RCA) in materia di sicurezza; chiede una revisione approfondita degli obiettivi e dei principi guida dell'EUTM; ritiene che i mandati delle missioni dell'EUTM dovrebbero essere estesi, in particolare, alle misure di accompagnamento, per consentire ai consulenti dell'UE sul campo di verificare con la massima precisione in che misura i programmi di addestramento siano attuati correttamente e siano in linea con le esigenze operative delle forze armate locali; sottolinea il valore aggiunto delle missioni consultive alle strutture di comando della missione e incoraggia pertanto la partecipazione degli Stati membri alle missioni dell'EUTM, in particolare in un ruolo consultivo, laddove l'inserimento di ufficiali consentirebbe di fornire un sostegno significativo alla conduzione delle operazioni, nonché un'assistenza militare multilaterale;
56. apprezza la decisione del Consiglio che istituisce la missione di partenariato militare a sostegno del Niger (EUMPM Niger), volta a rafforzare la capacità delle forze armate del Niger di contenere le minacce per il paese, proteggere la popolazione del paese e garantire un ambiente sicuro e protetto, nel rispetto del diritto dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario;
57. sottolinea, riguardo alla componente marittima di IRINI, gli obblighi internazionali di ricerca e salvataggio delle persone in pericolo in mare; invita gli Stati membri a garantire che IRINI agisca nel pieno rispetto del diritto marittimo, in particolare riguardo agli obblighi di ricerca e salvataggio; ribadisce la sua profonda preoccupazione per il destino dei migranti, dei richiedenti asilo e dei profughi in Libia, la cui situazione già drammatica continua a peggiorare; invita le autorità e le milizie libiche a chiudere le strutture detentive per migranti; deplora che si preveda di ritirare le navi da una data zona dove la presenza di migranti è significativa; esige chiarimenti sul processo decisionale previsto e sulle modalità di qualsiasi futura decisione relativa al cosiddetto "effetto fattore di attrazione", non corroborato al momento da prove scientifiche;
58. ribadisce il proprio invito all'UE, nel contesto di una crescente concorrenza geopolitica tra le potenze globali e regionali, ad avvalersi pienamente della propria posizione e reputazione nella regione indo–pacifica in quanto attore globale credibile e autonomo per la pace; rammenta che il valore aggiunto dell'impegno dell'UE nella regione indo-pacifica è dato dall'ampio ventaglio di misure di assistenza in ambito civile e militare, compresi contributi non militari ben strutturati;
59. esprime profonda preoccupazione per il rapido sviluppo militare della Cina nel Mar cinese meridionale, nonché per le continue pressioni militari, le esercitazioni d'assalto, le violazioni dello spazio aereo e altre azioni militari che si collocano in una zona grigia, comprese le campagne informatiche e di disinformazione a danno di Taiwan; esorta la Cina a porre fine a tutte queste azioni, che rappresentano una minaccia per la stabilità dell'intera regione e hanno, nel complesso, un impatto diretto sulla sicurezza e la prosperità europee; ribadisce il proprio sostegno alla cooperazione tra l'UE e Taiwan;
60. accoglie con grande favore i fermi riferimenti alla cooperazione con l'UE sia nel recente aggiornamento della strategia di sicurezza nazionale del Giappone sia nella strategia indo-pacifica della Corea del Sud; ribadisce il forte partenariato sia con il Giappone sia con la Corea del Sud e invita l'UE ad approfondire ulteriormente la sua cooperazione militare e di difesa con entrambi i partner chiave;
61. condanna con fermezza i numerosi test missilistici condotti dalla Corea del Nord nel 2022 e sottolinea la necessità che la comunità internazionale si adoperi maggiormente per contenere la Corea del Nord e impedirle di condurre un ulteriore test nucleare nel 2023, il che costituirebbe una grave escalation e una minaccia per la sicurezza regionale e globale; sottolinea la particolare responsabilità della Cina e della Russia per quanto riguarda la Corea del Nord e invita tali paesi a sfruttare la loro influenza per evitare un'ulteriore escalation;
62. esprime profonda preoccupazione per la fornitura di armi da parte della Corea del Nord al gruppo Wagner e sottolinea che ciò evidenzia ulteriormente la necessità che l'UE e i suoi Stati membri prestino maggiore attenzione non solo alla penisola coreana ma anche alla regione indo-pacifica nel suo complesso;
63. condanna fermamente l'Iran per aver fornito alla Russia droni e missili da utilizzare nella sua guerra illegale contro l'Ucraina e ricorda che in tal modo viola la risoluzione 2231 (2015) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; apprezza la decisione del Consiglio del 12 dicembre 2022 di adottare ulteriori sanzioni nei confronti dell'Iran sia per le continue violazioni dei diritti umani del proprio popolo sia per il sostegno attivo dell'Iran alla Russia, che viene utilizzato contro il popolo ucraino;
64. invita il Consiglio e il SEAE a integrare nelle loro missioni e operazioni PSDC una componente relativa alla tutela del patrimonio culturale, al fine di fornire assistenza e formazione ai partner locali nell'affrontare le sfide di sicurezza connesse alla conservazione e alla protezione del patrimonio culturale; invita l'UE ad affrontare le costanti e crescenti minacce alla tutela e alla conservazione del patrimonio culturale e a contrastare il traffico di beni culturali, specialmente nelle zone di conflitto; osserva che privare le società del loro patrimonio culturale e delle loro radici storiche le rende più vulnerabili alla radicalizzazione; invita l'UE a sviluppare una strategia di ampia portata per contrastare tali minacce; ricorda che l'EUAM Iraq è l'unica missione PSDC ad avere una componente di tutela del patrimonio culturale; si attende che l'EUAM Iraq adempia pienamente a tutte le dimensioni del suo mandato, compresa la tutela del patrimonio culturale e la lotta al traffico di opere d'arte; chiede che tali disposizioni siano estese a tutti i mandati delle missioni e delle operazioni PSDC;
Sistematizzazione dei partenariati in materia di sicurezza e di difesa
65. chiede, ove sia strategicamente pertinente, il rafforzamento dei partenariati in materia di sicurezza e di difesa con partner in tutto il mondo che condividono gli stessi principi, al fine di soddisfare il livello di ambizione dell'Unione in qualità di garante della sicurezza; ritiene essenziale includere in modo più sistematico le questioni relative alla sicurezza e alla difesa nei dialoghi politici dell'Unione con partner che condividono gli stessi principi; valuta positivamente l'intenzione di convocare il primo forum di partenariato dell'UE in materia di sicurezza e difesa; chiede una posizione più assertiva, unitaria e coerente nei confronti degli Stati non democratici che minacciano la sicurezza europea e l'ordine internazionale;
66. sottolinea i valori democratici fondamentali condivisi che costituiscono le fondamenta dell'Unione europea e della NATO; chiede l'approfondimento delle relazioni UE-NATO sulla base dei principi di inclusività, reciprocità, apertura a vicenda e trasparenza, nel rispetto dell'autonomia decisionale e delle procedure delle nostre rispettive organizzazioni e senza pregiudicare il carattere specifico della politica di sicurezza e di difesa dei nostri membri; accoglie con favore la terza dichiarazione congiunta UE-NATO e insiste sull'importanza di compiere ulteriori passi per approfondire tale partenariato sulla base dei contenuti della bussola strategica dell'UE e del nuovo concetto strategico della NATO e su misure concrete volte a rafforzare ulteriormente la cooperazione, in particolare nei settori della mobilità militare, delle infrastrutture a duplice uso e della resilienza, nonché su maggiori esercitazioni congiunte; pone l'accento sulla necessità di potenziare in modo significativo il partenariato strategico con la NATO in modo da basarlo sul rafforzamento dell'unità politica e della solidarietà, nonché su un dialogo politico intensificato su tutti gli aspetti delle sfide comuni e delle questioni rilevanti da un punto di vista strategico, comprese le sfide legate ai cambiamenti climatici e alla rapida digitalizzazione; incoraggia risposte coordinate e operative nel quadro dei meccanismi di prevenzione dei conflitti e di gestione delle crisi al fine di contrastare le minacce comuni emergenti nelle zone geografiche e nei settori di interesse reciproco; sottolinea che lo sviluppo delle capacità dell'UE rafforza altresì il pilastro europeo all'interno della NATO e contribuisce di conseguenza alla sicurezza transatlantica; prende atto con preoccupazione dei gravi e persistenti periodi di tensione tra gli Stati membri dell'UE e la Turchia, un alleato della NATO, che ostacolano la cooperazione tra l'UE e la NATO;
67. deplora, pur riconoscendo l'importanza e il potenziale di un partenariato strategico con la Turchia, il ruolo spesso destabilizzante che quest'ultima svolge in molte aree di interesse per l'UE e nei suoi vicinati, minacciando così la pace, la sicurezza e la stabilità regionali; è estremamente preoccupato per le attività illegali e le minacce di un'azione militare da parte della Turchia nei confronti degli Stati membri dell'UE nel Mediterraneo orientale, in particolare Grecia e Cipro, e le condanna fermamente; deplora che, nonostante gli sforzi di allentamento delle tensioni, la Turchia continui le sue azioni provocatorie unilaterali e non rispetti la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sull'embargo sulle armi nei confronti della Libia per quanto riguarda l'operazione IRINI, violando il diritto internazionale, compresa l'UNCLOS, e i diritti sovrani degli Stati membri dell'UE nella zona; ribadisce la condanna dell'UE alla firma dei due memorandum d'intesa tra la Turchia e la Libia sulla cooperazione militare e di sicurezza globale e sulla delimitazione delle zone marittime, che sono contrarie al diritto internazionale; ribadisce che l'Unione è pronta a ricorrere a tutti gli strumenti e le opzioni a sua disposizione, anche quelli di cui all'articolo 29 TUE e all'articolo 215 TFUE, al fine di difendere i suoi interessi e quelli dei suoi Stati membri, nonché di mantenere la stabilità regionale; osserva che la Turchia è sempre più presente in aree in cui l'UE ha interessi di sicurezza fondamentali e missioni PSDC e invita la Turchia ad astenersi dal compromettere gli interessi e le missioni dell'UE in tali regioni; ribadisce il suo invito alla Turchia ad allinearsi alle sanzioni dell'UE nei confronti della Russia; invita gli Stati membri a rispettare pienamente la posizione comune 2008/944/CFSP in relazione alla Turchia, compresa la rigorosa applicazione del criterio 4 sulla stabilità regionale;
68. sostiene fermamente la politica di apertura della NATO; insiste sull'importanza dell'adesione della Finlandia e della Svezia alla NATO in quanto promuoverebbe la sicurezza sia dell'UE che degli alleati della NATO; plaude alla rapida ratifica da parte della maggior parte degli alleati della NATO dei protocolli di adesione della Finlandia e della Svezia alla NATO; deplora il fatto che la Turchia non abbia a tutt'oggi ratificato le domande di adesione della Svezia e della Finlandia alla NATO; sottolinea la necessità di affrontare le preoccupazioni in materia di sicurezza e difesa degli Stati membri che non appartengono alla NATO; invita l'UE e la NATO a rafforzare la cooperazione per sostenere lo sviluppo delle capacità dei nostri partner;
69. ritiene che le sinergie e la coerenza con l'attuazione del concetto strategico della NATO e della bussola strategica dell'UE siano essenziali, in particolare nel contrastare l'aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina e il regime di Lukashenko in Bielorussia, complice della Russia, nell'affrontare le sfide poste dalle politiche coercitive della Cina e la diffusione di disinformazione malevole, nonché nei settori della difesa informatica, delle minacce ibride e del sostegno ai partner;
70. sottolinea l'importanza di sviluppare capacità di difesa coerenti, complementari e interoperabili per rafforzare la sicurezza dell'area euro-atlantica in linea con il principio della riserva unica di forze; invita l'Unione europea e la NATO a mantenere la leadership tecnologica a livello mondiale in materia di capacità militari; insiste sulla necessità di garantire la coerenza di risultati tra i processi di pianificazione dello sviluppo delle rispettive capacità dell'Unione e della NATO; sottolinea la necessità che l'UE sviluppi le proprie capacità di difesa e la propria autonomia strategica, al fine di migliorare al tempo stesso la propria capacità di essere un partner più forte per i suoi alleati; invita i paesi dell'UE che sono membri della NATO a portare i loro bilanci militari ad almeno il 2 % del PIL, in linea con gli orientamenti della NATO;
71. apprezza la partecipazione degli Stati Uniti, del Canada e della Norvegia al progetto PESCO sulla mobilità militare, che è essenziale per la difesa dell'Europa e importante ai fini di una maggiore coerenza tra i rispettivi sforzi dell'UE e della NATO volti a facilitare la circolazione delle forze militari; ricorda tuttavia che la partecipazione di paesi terzi a singoli progetti PESCO deve essere decisa caso per caso, quando tale partecipazione è nell'interesse strategico dell'UE; accoglie con favore la recente domanda di adesione del Regno Unito al progetto PESCO sulla mobilità militare; ricorda agli Stati membri partecipanti alla PESCO la necessità di una rapida attuazione dei loro impegni operativi e collaborativi; si compiace del dialogo strutturato UE-NATO sulla mobilità militare; accoglie con favore il piano d'azione sulla mobilità militare 2.0 presentato dalla Commissione e dal VP/AR il 10 novembre 2022 e ne chiede la rapida attuazione in sinergia con il progetto PESCO sulla mobilità militare; chiede il rafforzamento del meccanismo per collegare l'Europa per quanto riguarda i progetti di mobilità militare; invita gli Stati membri ad adoperarsi per semplificare e armonizzare le procedure per la mobilità militare e abbreviare i tempi necessari per la concessione delle autorizzazioni, in modo tale da poter agire in maniera più rapida e aumentare l'efficienza della risposta; sottolinea che il nuovo piano d'azione per la mobilità militare deve garantire che le necessità nei settori delle infrastrutture, della resilienza e della logistica siano valutate in una prospettiva di strategia militare; insiste sulla necessità di finanziamenti supplementari per questa iniziativa faro di cooperazione UE-NATO; invita l'UE a valutare la possibilità di invitare l'Ucraina, la Georgia e la Repubblica di Moldova a partecipare a progetti PESCO quali la mobilità militare;
72. pone l'accento sull'importanza della stretta collaborazione tra l'UE e gli Stati Uniti, basata sui valori condivisi di democrazia, libertà e Stato di diritto; apprezza l'impegno e il coinvolgimento degli Stati Uniti e della sua attuale amministrazione nella difesa territoriale dell'Europa, soprattutto alla luce della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina che minaccia l'intero continente; prende atto del fatto che gli Stati Uniti sono anche chiamati a contrastare la crescente posizione militare della Cina nella regione indo-pacifica; sottolinea che gli Stati membri dell'UE devono intensificare gli sforzi per migliorare le capacità di difesa europee al fine di spianare la strada a un trasferimento degli oneri a lungo termine, con l'assunzione da parte dell'UE di maggiori responsabilità per la propria difesa;
73. accoglie con favore il dialogo tra l'Unione e gli Stati Uniti in materia di sicurezza e di difesa, che costituisce un'importante pietra miliare nel rafforzamento della cooperazione transatlantica; incoraggia il VP/AR a dedicare particolare attenzione alla sicurezza della regione del partenariato orientale e meridionale in tale dialogo e a includere nelle discussioni temi quali le iniziative di sicurezza e di difesa reciproche, le missioni e le operazioni PSDC, il disarmo e la non proliferazione, la lotta al terrorismo, un migliore scambio di informazioni tra i servizi di intelligence, l'impatto delle tecnologie innovative, i cambiamenti climatici, le minacce ibride, la ciberdifesa, la mobilità militare, la gestione delle crisi e le relazioni con i concorrenti strategici;
74. rinnova la propria richiesta di una cooperazione istituzionalizzata con il Regno Unito in materia di sicurezza e di difesa; incoraggia il Regno Unito a intraprendere seriamente un dialogo con l'Unione europea sulle sfide strategiche urgenti garantendo la complementarità e le sinergie delle azioni; incentiva il VP/AR a invitare il Regno Unito, su base ad hoc, alle riunioni informali del Consiglio dei ministri degli Affari esteri (e della difesa) per uno scambio di opinioni su questioni di interesse comune tutelando al contempo la piena autonomia decisionale dell'UE; sottolinea che i progetti paralleli per lo sviluppo dei futuri sistemi aerei di combattimento sono un uso inefficiente delle risorse e raccomanda quindi di accorpare i due progetti; valuta positivamente il sostegno offerto dal Regno Unito all'Ucraina;
75. esprime profonda preoccupazione per la crescente instabilità del nostro vicinato, che spesso è il risultato di azioni deliberate da parte di attori malevoli che, agendo in vari modi, svigoriscono le riforme democratiche per indebolire in ultima analisi l'UE; sottolinea che la sicurezza dell'UE è strettamente interconnessa con la sicurezza dei nostri vicini immediati nel vicinato orientale e meridionale dell'UE e nei Balcani occidentali; chiede di approfondire la cooperazione militare in materia di sicurezza con i paesi del partenariato orientale che condividono la stessa mentalità, anche rafforzando la dimensione della sicurezza di tale partenariato, nonché intensificando i dialoghi sulla politica di sicurezza e di difesa, in particolare con l'Ucraina, la Georgia e la Repubblica di Moldova; invoca una maggiore cooperazione nel settore della sicurezza e della difesa con i partner del vicinato meridionale; chiede che l'UE svolga un ruolo di rilievo nel Mediterraneo, essendo diventata un attore in grado di garantire la stabilità della regione, anche in termini di sicurezza energetica; chiede una cooperazione rafforzata con i paesi partner nel Mediterraneo per combattere l'estremismo e il terrorismo, la tratta di esseri umani e il commercio illecito di armi;
76. invita a rafforzare la cooperazione UE-NATO sul fianco orientale dell'Alleanza e ad ampliare il personale militare europeo nel Mar Nero; ritiene fondamentale riconoscere e sfruttare al meglio la posizione strategica del Mar Nero nel contesto della guerra della Russia in Ucraina e aumentare gli investimenti nei progetti militari europei nella regione, anche per quanto riguarda la modernizzazione e il rafforzamento dell'industria militare e delle infrastrutture della regione stessa;
77. esprime profonda preoccupazione per le crescenti tensioni e i frequenti scoppi di ostilità tra l'Azerbaigian e l'Armenia, che hanno visto quest'ultima attaccata all'interno dei propri confini internazionalmente riconosciuti, senza che la Russia abbia svolto alcun ruolo di stabilizzazione; esorta il VP/AR a impegnarsi pienamente negli sforzi volti a sostenere il cessate il fuoco; plaude all'avvio della capacità di vigilanza civile dell'UE in Armenia e allo spiegamento di una squadra transitoria di assistenza alla pianificazione per far acquisire all'UE una migliore conoscenza della situazione di sicurezza e contribuire alla pianificazione e alla preparazione di un'eventuale missione civile in ambito PSDC nel paese;
78. sottolinea che la Russia non rispetta ancora pienamente l'accordo di cessate il fuoco del 12 agosto 2008 tra Georgia e Russia mediato dall'UE; condanna fermamente la presenza militare illegale e l'occupazione della Russia nelle regioni georgiane dell'Abkhazia e di Tskhinvali/Ossezia meridionale; invita il SEAE a preparare una relazione approfondita sulle violazioni dell'accordo di cessate il fuoco del 12 agosto 2008, per cui l'UE, in quanto mediatore, porta una responsabilità particolare, a individuare e comunicare chiaramente le disposizioni che ancora non sono rispettate dalla Federazione russa e a presentare raccomandazioni che potrebbero indurre quest'ultima ad adempiere ai propri obblighi internazionali, in particolare quello di ritirare le proprie forze militari dai territori georgiani occupati e di consentire l'istituzione di un meccanismo di sicurezza internazionale in tali territori, per permettere alla missione di vigilanza dell'UE (EUMM) di avere liberamente accesso all'intero territorio della Georgia conformemente al suo mandato;
79. sottolinea l'importanza di uno stretto allineamento alle posizioni della PESC da parte dei paesi candidati e potenziali candidati all'adesione all'UE; richiama l'attenzione, per quanto riguarda i Balcani occidentali, sulle relazioni della Russia con la Serbia e sulla mancata condanna da parte di quest'ultima delle azioni ingiustificate e illegittime della Russia contro l'Ucraina, nonché sulle conseguenze di tali relazioni nei Balcani occidentali; chiede un rafforzamento della cooperazione in materia di sicurezza militare, comprese la sicurezza civile/militare e di polizia/militare, con i paesi dei Balcani occidentali che condividono la stessa mentalità, in particolare in settori quali la resilienza, la cibersicurezza, le minacce ibride, l'antiterrorismo e la lotta alla disinformazione; invita il SEAE, a tale proposito, a rafforzare il ruolo delle delegazioni dell'UE e delle missioni PSDC nei paesi terzi al fine di migliorare la loro capacità di individuare e confutare le campagne di disinformazione orchestrate da attori statali stranieri;
80. chiede relazioni e una cooperazione più strette con i partner dell'America latina e dei Caraibi per conseguire obiettivi e interessi comuni nei settori della sicurezza e della difesa;
Rafforzare il controllo esercitato dal Parlamento sulla PSDC
81. insiste sulla necessità di coinvolgere più attivamente il Parlamento nel processo decisionale della PSDC e della politica industriale di difesa, in particolare per quanto riguarda l'attuazione della bussola strategica, del FED, dello strumento per il rafforzamento dell'industria europea della difesa mediante appalti comuni, dell'EDIP, dell'EPF e delle varie politiche e iniziative che interessano o rivestono particolare importanza per la difesa e la sicurezza europee; incoraggia il Parlamento, e in particolare la sua sottocommissione per la sicurezza e la difesa, a proporre ulteriori azioni al fine di accrescere il suo impatto sulla PSDC e a garantire l'efficacia, la coerenza, la responsabilità democratica e un controllo parlamentare adeguato delle politiche e delle iniziative dell'UE in materia di difesa e sicurezza:
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includendo la sottocommissione per la sicurezza e la difesa in qualità di codecisore, a norma dell'articolo 58 del regolamento del Parlamento europeo, in tutti i fascicoli legislativi aventi implicazioni sostanziali e rilevanti per la sicurezza e la difesa,
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ricorrendo alla revisione intermedia del FES e ai prossimi negoziati sullo strumento per il rafforzamento dell'industria europea della difesa mediante appalti comuni per attuare diritti di controllo parlamentare adeguati e significativi tramite atti delegati per i programmi di lavoro dei principali programmi industriali di difesa,
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creando un Consiglio di difesa a pieno titolo,
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istituendo una commissione a pieno titolo per la sicurezza e la difesa,
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intensificando la cooperazione tra le commissioni parlamentari in cui sono discusse questioni di sicurezza e di difesa,
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chiarendo il diritto del Parlamento all'informazione e il suo accesso a questa a norma dell'articolo 36 TUE,
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rafforzando il dialogo interparlamentare e la cooperazione con i parlamenti nazionali in materia di sicurezza e di difesa europee, anche nel quadro della conferenza interparlamentare per la PESC/PSDC, con l'obiettivo di rafforzare la responsabilità e il controllo della politica di sicurezza e di difesa;
82. chiede di rafforzare ulteriormente le relazioni del Parlamento con l'Assemblea parlamentare della NATO, nel cui quadro il Parlamento dovrebbe sostenere l'istituzione del centro NATO per la resilienza democratica, volto a monitorare e a individuare le sfide rivolte alla democrazia, ai diritti umani e allo Stato di diritto, nonché ad agevolare l'aiuto alla democrazia e alla governance rivolto agli Stati membri e agli Stati partner;
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83. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio europeo, al Consiglio, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, alla Presidente della Commissione e ai commissari competenti, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Segretario generale della NATO, al Presidente dell'Assemblea parlamentare della NATO, alle agenzie dell'UE per la sicurezza e la difesa, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.
Report on the Follow-up Baseline Study on Integrating Human Rights and Gender Equality in the European Union Common Security and Defence Policy (Relazione sul seguito dato allo studio di base sull'integrazione dei diritti umani e dell'uguaglianza di genere nella politica di sicurezza e di difesa comune dell'Unione europea).