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Procedura : 2021/2065(INI)
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Ciclo del documento : A9-0045/2023

Testi presentati :

A9-0045/2023

Discussioni :

PV 13/03/2023 - 17
CRE 13/03/2023 - 17

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PV 15/03/2023 - 7.5

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P9_TA(2023)0077

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Mercoledì 15 marzo 2023 - Strasburgo
Funzionamento del SEAE e un'UE più forte nel mondo
P9_TA(2023)0077A9-0045/2023

Raccomandazione del Parlamento europeo del 15 marzo 2023 al Consiglio e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza contenente un bilancio del funzionamento del SEAE e a favore di un'UE più forte a livello mondiale (2021/2065(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visto l'articolo 21, paragrafo 3, del trattato sull'Unione europea (TUE), che prevede che l'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza assista il Consiglio e la Commissione nel garantire la coerenza tra i vari settori dell'azione esterna dell'Unione,

–  visto l'articolo 21, paragrafo 1, TUE, secondo cui l'azione dell'Unione sulla scena internazionale si fonda sui principi che ne hanno informato la creazione, lo sviluppo e l'allargamento e che essa si prefigge di promuovere nel resto del mondo,

–  visto l'articolo 26, paragrafo 2, TUE, che prevede che il Consiglio e l'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza assicurino l'unità, la coerenza e l'efficacia dell'azione dell'Unione,

–  visto l'articolo 35 TUE, che prevede che le missioni diplomatiche e consolari degli Stati membri e le delegazioni dell'Unione contribuiscano all'attuazione del diritto di tutela dei cittadini dell'Unione nel territorio dei paesi terzi,

–  visto l'articolo 36 TUE, che prevede che l'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza consulti regolarmente il Parlamento europeo sui principali aspetti e sulle scelte fondamentali della politica estera e di sicurezza comune e della politica di sicurezza e di difesa comune e lo informi dell'evoluzione di tali politiche, e provveda affinché le opinioni del Parlamento europeo siano debitamente prese in considerazione,

–  visto l'articolo 42 TUE, che conferisce all'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza il potere di presentare proposte nel settore della politica di sicurezza e di difesa comune, compreso l'avvio di missioni, utilizzando mezzi nazionali e dell'Unione,

–  visto l'articolo 167, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), secondo cui l'Unione incoraggia la cooperazione tra Stati membri e, se necessario, appoggia e integra l'azione di questi ultimi nel miglioramento della conoscenza e della diffusione della cultura e della storia dei popoli europei, nella conservazione e salvaguardia del patrimonio culturale di importanza europea, nella promozione degli scambi culturali non commerciali e nella creazione artistica e letteraria, compreso il settore audiovisivo,

–  visto l'articolo 167, paragrafo 3, TFUE, in base al quale l'Unione e gli Stati membri favoriscono la cooperazione con i paesi terzi e le organizzazioni internazionali competenti in materia di cultura, in particolare con il Consiglio d'Europa,

–  vista la decisione del Consiglio, del 26 luglio 2010, che fissa l'organizzazione e il funzionamento del servizio europeo per l'azione esterna(1) ("decisione sul SEAE"), e in particolare il suo articolo 9 e il suo articolo 13, paragrafo 3, che prevede che l'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza effettui, entro il primo semestre del 2013, un riesame dell'organizzazione e del funzionamento del SEAE, che riguarderà anche l'attuazione dell'articolo 6, paragrafi 6 e 8, della decisione sul SEAE per quanto riguarda l'equilibrio geografico e che sarà corredato, ove opportuno, di una proposta legislativa di revisione della decisione,

–  viste le conclusioni del Consiglio sul tema "Donne, pace e sicurezza", del 14 novembre 2022,

–  vista la dichiarazione in data 20 luglio 2010 del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) sulla responsabilità politica(2),

–  vista la sua raccomandazione del 13 giugno 2013 destinata all'alto rappresentante dell'Unione per la politica estera e di sicurezza/vicepresidente della Commissione europea, al Consiglio e alla Commissione sulla revisione 2013 relativa all'organizzazione e al funzionamento del SEAE(3),

–  visto il discorso di apertura pronunciato dal VP/AR in occasione della Conferenza annuale degli ambasciatori dell'UE del 2022,

–  vista la sua raccomandazione del 23 novembre 2022 al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza concernente la nuova strategia dell'UE in materia di allargamento(4),

–  viste la sua risoluzione del 18 gennaio 2023 sull'attuazione della politica estera e di sicurezza comune – relazione annuale 2022(5) e la sua risoluzione del 18 gennaio 2023 sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune – relazione annuale 2022(6),

–  visto il piano d'azione dell'UE per le donne, la pace e la sicurezza 2019-2024, del 5 luglio 2019,

–  vista la bussola strategica dell'UE per la sicurezza e la difesa adottata il 21 marzo 2022,

–  visto l'articolo 118 del suo regolamento,

–  vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A9-0045/2023),

A.  considerando che i trattati precisano che il SEAE ha il compito di assistere l'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza/vicepresidente della Commissione e di collaborare con i servizi diplomatici degli Stati membri(7); che il SEAE deve essere consultato dalla Commissione su questioni relative all'azione esterna dell'UE nell'esercizio delle sue funzioni;

B.  considerando che, per conseguire l'obiettivo strategico di rafforzare la sua leadership globale, l'UE deve continuare ad assumere un ruolo guida nel rafforzare i partenariati multilaterali sulle priorità globali, in particolare con le Nazioni Unite, e la cooperazione globale e aperta con la NATO e altri paesi e organizzazioni internazionali che condividono gli stessi principi, anche perseguendo una cooperazione migliorata, ancora più globale, coerente e aperta con la NATO, nonché nel proteggere e promuovere la libertà, la democrazia, lo Stato di diritto e i diritti umani in tutto il mondo;

C.  considerando che è giunto il momento di riformare il processo decisionale dell'Unione attraverso un utilizzo pieno e più efficace degli strumenti legati al potere di coercizione e di persuasione dell'UE, tra l'altro introducendo senza ulteriori ritardi il voto a maggioranza qualificata (VMQ) per il processo decisionale in alcuni settori della politica estera dell'Unione, tra cui le sanzioni, i diritti umani e la protezione del diritto internazionale, ad eccezione delle decisioni che istituiscono missioni o operazioni militari con un mandato esecutivo nell'ambito della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC), per le quali deve essere ancora richiesta l'unanimità, garantendo nel contempo un'interconnessione coerente dell'azione esterna e interna dell'UE;

D.  considerando che l'UE deve continuare a progredire verso una diplomazia europea propria e autonoma in tutti i settori, tra cui la diplomazia pubblica, culturale, economica, climatica, digitale e informatica, guidata da un servizio diplomatico dell'UE sostenuto da una cultura diplomatica comune fondata su una prospettiva unionale;

E.  considerando che è della massima importanza rafforzare le relazioni culturali internazionali e la diplomazia culturale dell'UE quali ponti per promuovere la comprensione reciproca e le relazioni in tutto il mondo, in quanto sono diventate un utile strumento diplomatico per l'UE e una componente fondamentale del suo potere di persuasione;

F.  considerando che le crisi geopolitiche e umanitarie globali dimostrano che l'UE dovrebbe disporre di informazioni credibili e di prima mano sulle minacce esterne esistenti e potenziali nei suoi confronti, in modo da essere in grado di reagire in maniera rapida ed efficace e di tutelare maggiormente i suoi interessi all'estero;

G.  considerando che è necessario rafforzare l'azione esterna dell'Unione e il SEAE mediante strumenti e risorse propri, autonomi e permanenti dell'UE in materia di affari esteri, protezione e promozione dei diritti umani, sicurezza e difesa, affinché l'Unione sia un attore globale a pieno titolo e credibile e possa perseguire al meglio e conseguire i propri obiettivi nonché difendere i propri valori in tutto il mondo;

H.  considerando che il ruolo del SEAE è fondamentale per l'attuazione delle politiche estera, di sicurezza e di difesa dell'UE e deve indicare la direzione da seguire per un approccio più globale che includa, tra l'altro, direzioni generali della Commissione quali la direzione generale per i Partenariati internazionali (DG INTPA) e la direzione generale della Politica di vicinato e dei negoziati di allargamento (DG NEAR); che, nel suo discorso in occasione della conferenza annuale degli ambasciatori dell'UE del 2022, il VP/AR ha individuato lacune nel servizio diplomatico dell'Unione e nelle politiche esterne dell'UE nel suo complesso e ha chiesto che siano affrontate con efficacia in modo da rafforzarne la capacità, l'efficienza e l'efficacia politica; che il SEAE si trova ad affrontare un divario tra aspettative e capacità e non dispone di poteri decisionali; che il SEAE dovrebbe essere riformato nell'ottica di rafforzare il ruolo dell'UE quale attore più proattivo e resiliente all'interno dell'ordine internazionale;

I.  considerando che, conformemente all'articolo 9 della decisione sul SEAE, l'alto rappresentante deve assicurare il coordinamento politico globale e l'unità, la coerenza e l'efficacia dell'azione esterna dell'Unione, mentre il SEAE deve contribuire al ciclo di programmazione e gestione degli strumenti di finanziamento esterno dell'UE, anche per quanto riguarda le dotazioni per paese e i programmi indicativi nazionali e regionali;

J.  considerando che l'aggressione militare non provocata, ingiustificata e illegale della Federazione russa contro l'Ucraina, iniziata il 24 febbraio 2022, costituisce una palese violazione del diritto internazionale, della Carta delle Nazioni Unite e dei principi sanciti nell'Atto finale di Helsinki del 1975 e nel Memorandum di Budapest del 1994, e compromette gravemente la sicurezza e la stabilità europee e mondiali; che tale guerra di aggressione contro l'Ucraina ha modificato radicalmente il panorama della sicurezza in Europa, anche accrescendo l'instabilità nel vicinato dell'UE; che questa nuova realtà sottolinea l'urgente necessità di dare priorità all'efficacia della politica estera e di sicurezza dell'UE rafforzando la sua capacità di agire per proteggere i nostri valori e interessi e per promuovere i valori sanciti dall'articolo 21 TUE; che l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato diverse risoluzioni in cui viene condannata l'aggressione russa contro l'Ucraina; che è fondamentale contrastare l'impunità degli alti funzionari russi e degli altri attori che hanno contribuito alla guerra di aggressione in Ucraina;

K.  considerando che i mutamenti intervenuti nel contesto geopolitico negli ultimi anni, tra cui la pandemia di COVID-19 e l'aggressione russa contro l'Ucraina, hanno comportato un notevole aumento delle richieste all'UE di mobilitare i paesi partner e di instaurare alleanze regionali e globali incentrate sulle priorità strategiche dell'Unione e, al contempo, hanno evidenziato la scarsa comprensione della prospettiva dell'Unione nei paesi partner di tutto il mondo, nonché i limiti della sua influenza politica;

L.  considerando che l'UE, la sua politica estera e di sicurezza comune (PESC) e la sua PSDC sono sempre più oggetto di campagne di disinformazione, il che richiede una politica di comunicazione strategica più solida da parte del SEAE;

M.  considerando che la determinazione e la risolutezza del Parlamento a proteggere e difendere l'Unione e i valori e principi che essa rappresenta, tra cui i principi dell'integrità territoriale, della sovranità nazionale e di un ordine internazionale basato su regole, devono essere accompagnate da strutture decisionali e istituzionali adeguate per il dialogo e la cooperazione esterni e interistituzionali, nonché da una volontà politica;

N.  considerando che la gestione dell'azione esterna dell'UE dovrebbe essere riformata al fine di conseguire una cultura diplomatica comune dell'Unione, di ovviare alla mancanza di chiarezza e di accrescere la fiducia degli Stati membri utilizzando lo spazio pragmatico creato dalle recenti crisi; che l'articolo 24, paragrafo 3, TUE è fondamentale per l'efficacia della politica esterna dell'UE, in quanto impone gli Stati membri di sostenere "attivamente e senza riserve la politica estera e di sicurezza dell'Unione in uno spirito di lealtà e di solidarietà reciproca" e di rispettare "l'azione dell'Unione in questo settore"; che tali riforme dovrebbero consentire all'UE di adattarsi all'attuale contesto geopolitico, di chiarire la ripartizione dei compiti tra l'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza/vicepresidente della Commissione, il Presidente del Consiglio europeo, la Presidente della Commissione e gli altri commissari responsabili delle relazioni esterne, nonché di ridurre le persistenti rivalità interservizi all'interno della Commissione e di definire i confini e le competenze del SEAE, della Commissione, del Consiglio e delle strutture degli Stati membri, in modo che riflettano adeguatamente il ruolo specifico attribuito all'alto rappresentante nell'azione esterna dell'UE e che si evitino duplicazioni nell'azione esterna dell'UE; che vi è un potenziale di miglioramento nelle relazioni di cooperazione del VP/AR e del suo servizio con il Presidente del Consiglio europeo e il suo ufficio, il che potrebbe contribuire ad accrescere la fiducia degli Stati membri nel ruolo svolto dal VP/AR, dal SEAE e dal Presidente del Consiglio europeo;

O.  considerando che la comprensione del modo in cui le società sono modellate e influenzate dalle religioni e da altre forme di credo è fondamentale per tenere effettivamente conto della libertà religiosa nelle politiche esterne dell'UE; che gli orientamenti dell'UE sulla promozione e la tutela della libertà di religione o di credo sono uno strumento importante per il SEAE in tal senso; che la conoscenza e l'uso di tali orientamenti da parte delle delegazioni dell'UE potrebbero essere migliorati, soprattutto tenendo conto delle circostanze specifiche di ciascun paese; che è attesa da tempo una valutazione formale di tali orientamenti da parte del gruppo di lavoro del Consiglio "Diritti umani" (COHOM);

P.  considerando che sarebbe opportuno rafforzare il ruolo e la capacità del SEAE nel definire l'orientamento strategico e nel contribuire all'attuazione degli strumenti finanziari esterni dell'UE;

Q.  considerando che le dimensioni e i profili del personale delle delegazioni dell'UE devono riflettere gli interessi strategici generali dell'Unione, nonché i suoi interessi specifici in un dato paese partner;

1.  raccomanda al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza di:

   a) adottare misure efficaci per migliorare il coordinamento e l'integrazione della politica estera dell'UE e la dimensione esterna delle politiche interne dell'UE, in particolare migrazione, commercio ed energia; garantire che la cooperazione allo sviluppo, la politica commerciale e la politica di sicurezza e di difesa siano coerenti e compatibili con gli obiettivi generali della PESC e della PSDC dell'Unione, come sancito dall'articolo 21 TUE e dall'approccio integrato dell'UE alle crisi e ai conflitti esterni, nonché con i valori e i principi su cui è fondata l'UE;
   b) rafforzare la struttura di coordinamento strategico composta da tutti i commissari competenti, dal VP/AR e dai servizi della Commissione e del SEAE al fine di garantire la coerenza, le sinergie, la trasparenza e la responsabilità dell'azione esterna dell'UE, compresi i suoi strumenti di finanziamento esterno, altre politiche e altri programmi pertinenti nonché la coerenza delle politiche per lo sviluppo;
   c) accertare il ruolo guida del VP/AR quale costruttore di ponti tra la PESC e le relazioni esterne dell'UE con l'obiettivo di garantire il massimo livello di coordinamento e di coerenza nell'azione esterna dell'Unione, anche nella sua stretta cooperazione con il collegio dei commissari al fine di coordinare la dimensione esterna delle politiche interne dell'UE e rafforzare il coordinamento dell'azione esterna degli Stati membri;
   d) garantire che tutte le azioni e le politiche esterne dell'Unione contribuiscano all'obbligo sancito dal trattato di consolidare e sostenere la democrazia, lo Stato di diritto, i diritti umani e i principi del diritto internazionale;
   e) assicurare che il SEAE assuma la responsabilità globale e un ruolo istituzionale di primo piano nella gestione di tutte le relazioni esterne dell'UE, compresa la dimensione esterna delle politiche interne, e che l'alto rappresentante sia preminente in caso di divergenze all'interno del gruppo dei commissari per Un'Europa più forte nel mondo;
   f) aggiornare la decisione sul SEAE al fine di aumentare il suo effetto leva, potenziarlo, rafforzare i suoi strumenti e incrementare la sua legittimità; sottolineare che il suddetto aggiornamento della decisione sul SEAE dovrebbe mirare a rafforzarne l'autonomia dal punto di vista dell'UE, nonché a consolidarne la struttura e ad aumentare le risorse;
   g) aumentare l'effetto leva e l'efficacia della politica estera dell'UE garantendo il pieno ricorso al VMQ per alcuni settori della politica estera, tra cui i diritti umani e la protezione del diritto internazionale, come pure per l'imposizione delle sanzioni, ad eccezione delle decisioni relative alla creazione e al dispiegamento di missioni o operazioni militari con mandato esecutivo nell'ambito della PSDC, per le quali deve continuare ad essere richiesta l'unanimità, come previsto dal trattato; tenere presente che, anche nell'ambito del VMQ, si dovrebbe mirare a raggiungere il più ampio consenso possibile e, se possibile, l'unanimità; vagliare altre opzioni che potrebbero essere attuate nel frattempo, quali l'introduzione di un "obbligo di risultato" che imponga agli Stati membri di proseguire le discussioni su una questione specifica fino a quando non viene presa una decisione;
   h) consentire all'UE e ai suoi Stati membri di parlare con una sola voce in seno alle Nazioni Unite e in altri consessi multilaterali; ribadire che il Parlamento è del parere che, per perseguire i propri obiettivi e interessi, l'Unione dovrebbe cercare di giungere a posizioni comuni sulle questioni sottoposte al Consiglio di sicurezza tramite il coordinamento all'interno del Consiglio dell'UE e tra le istituzioni dell'UE; migliorare il funzionamento e l'incidenza politica della rappresentanza dell'UE in seno alle organizzazioni internazionali, anche rafforzandone l'ancoraggio istituzionale, in particolare all'interno degli organi e delle agenzie speciali delle Nazioni Unite;
   i) presentare valide proposte su come ottenere e mantenere un seggio proprio e permanente per l'Unione, oltre ai seggi di cui dispongono gli Stati membri, in tutti i consessi multilaterali, compreso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, al fine di rafforzare il ruolo di attore, la coerenza e la credibilità dell'UE nel mondo;
   j) collaborare con partner che condividono gli stessi principi per far fronte al predominio di paesi non democratici in alcuni dei più importanti organi delle organizzazioni internazionali, comprese le Nazioni Unite e le sue agenzie; rafforzare le attività diplomatiche con tutti gli Stati che si sono astenuti o non hanno partecipato alla votazione sulle risoluzioni dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 2 marzo 2023 e del 12 ottobre 2022, per illustrare la gravità dell'aggressione russa e la necessità di una risposta unanime da parte della comunità internazionale;
   k) riconoscere il ruolo particolare e il valore della diplomazia parlamentare nel sostenere e rafforzare la visibilità e l'impatto dell'azione esterna dell'UE; garantire che il Parlamento sia effettivamente integrato in tutte le politiche e azioni esterne dell'UE in quanto parte integrante del "Team Europa";
   l) vagliare e avviare riforme volte ad accrescere la flessibilità ed efficienza del processo decisionale della PSDC, avvalendosi del potenziale non sfruttato dei trattati o proponendo, se del caso, modifiche ai trattati da definire in una convenzione che dia seguito alla Conferenza sul futuro dell'Europa;
   m) dar prova di flessibilità e creatività al fine di evitare che dichiarazioni o altre forme di intervento nell'ambito dell'azione esterna dell'UE siano ostacolate da un singolo Stato membro o da un piccolo gruppo di Stati membri;
   n) rafforzare gli strumenti sviluppando strumenti propri, autonomi e permanenti dell'Unione nella sua azione esterna e garantendo il pieno allineamento dell'azione esterna ai trattati, i quali stabiliscono che l'UE deve conseguire un livello sempre maggiore di convergenza delle azioni degli Stati membri, il che richiede che il SEAE si veda attribuire un ruolo più chiaro e assuma in modo proattivo la leadership nel proporre lo sviluppo delle politiche, in modo da rendere possibile la formulazione di politiche gestite, definite e attuate sulla base di una solidarietà politica reciproca tra gli Stati membri;
   o) fare un uso più attivo del regime globale di sanzioni dell'UE in materia di diritti umani; istituire un nuovo regime di sanzioni volto a colpire individui ed entità responsabili di corruzione su larga scala;
   p) rafforzare la legittimità della politica esterna e di sicurezza dell'UE collaborando più strettamente con gli Stati membri per promuovere il loro sostegno attivo e senza riserve a tale politica, nonché la cooperazione leale e la solidarietà reciproca, in linea con i principi sanciti dall'articolo 24 TUE;
   q) sostenere pienamente l'impegno e la partecipazione attiva delle delegazioni dell'UE nella tutela e nella promozione dei diritti umani nei paesi terzi; garantire che anche gli Stati membri e le loro ambasciate siano pienamente coinvolti e diano priorità alla tutela e alla promozione dei diritti umani, le quali in generale non dovrebbero essere compito delle sole delegazioni dell'UE;
  

Aumentare l'effetto leva

   r) integrare pienamente nelle relazioni con i paesi terzi il principio "più progressi, più aiuti", in base al quale l'UE svilupperà partenariati più solidi con i paesi che condividono i principi della PESC e della PSDC e i valori fondamentali dell'Unione; al contrario, applicare il principio "meno progressi, meno aiuti" in relazione ai paesi terzi che dimostrano un evidente spregio per i diritti umani e il diritto internazionale e adattare di conseguenza il livello e l'intensità dell'impegno dell'UE, in particolare in termini di cooperazione allo sviluppo, vantaggi commerciali e accesso ai programmi dell'Unione; garantire il pieno allineamento dei paesi candidati alla PESC e alle sanzioni dell'UE e assicurarsi che queste ultime non possano essere aggirate;
   s) tenere conto, nel definire le dotazioni finanziarie nel quadro della programmazione dello strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI)–Europa globale e dello strumento di assistenza preadesione (IPA III), dei risultati conseguiti dai paesi partner nell'attuazione degli accordi e degli impegni internazionali, tra cui l'Agenda 2030, le convenzioni internazionali in materia di diritti umani e l'accordo di Parigi, nonché del loro rispetto delle relazioni contrattuali con l'Unione, e adoperarsi per sviluppare partenariati e alleanze più solidi con i paesi che condividono i valori e i principi fondamentali dell'UE e contribuiscono al multilateralismo basato su regole;
   t) adeguare la struttura del SEAE per sviluppare le priorità strategiche e consentirgli di guidare l'azione dell'UE, anche per quanto riguarda la nuova politica di allargamento, le minacce informatiche e ibride, la disinformazione, lo sviluppo di strumenti di difesa e altre sfide emergenti, alla luce degli sviluppi geopolitici fondamentali in corso quali, principalmente, la guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina; assegnare le risorse in base a tali priorità, evitando nel contempo di lavorare a compartimenti stagni; intensificare gli sforzi tesi a contrastare le ingerenze straniere nei processi democratici nei paesi partner dell'Unione, anche derivanti dalla diffusione di disinformazione a scopo di manipolazione, e aumentare le risorse e le competenze del SEAE e delle delegazioni dell'UE nell'ambito della diplomazia climatica;
   u) garantire che la struttura e il personale del SEAE riflettano adeguatamente la costante necessità di costruire e mantenere competenze geografiche, anche presso la sede centrale, e solide relazioni bilaterali con i paesi di tutto il mondo, poiché si tratta dell'elemento fondamentale per promuovere alleanze e partenariati regionali e multilaterali efficaci e trasformare l'UE in un attore globale efficace; adottare misure volte a garantire che le azioni del SEAE siano adeguatamente informate e sostenute da competenze sia geografiche che tematiche; garantire che i dipartimenti geografici presso la sede centrale dispongano di personale adeguato per fornire competenze tempestive e di qualità per azioni tematiche su misura in tutto il mondo;
   v) garantire che il SEAE faccia valere efficacemente la propria leadership nelle fasi strategiche della programmazione pluriennale degli strumenti di azione esterna, comprese la definizione delle dotazioni nazionali e regionali e l'elaborazione della loro futura revisione intermedia, e che, a tal fine, il SEAE disponga della visione strategica, delle competenze, del personale e delle risorse per assumere un ruolo guida;
   w) migliorare la flessibilità operativa e il coordinamento del SEAE e delle delegazioni dell'UE per reagire in modo più rapido ed efficace alle questioni e alle sfide emergenti; istituire un sistema di allerta rapido affinché il SEAE e il Parlamento siano debitamente informati in merito alle situazioni sul terreno;
   x) garantire che il SEAE possa selezionare e assumere il proprio personale diplomatico permanente dell'UE; sviluppare un sistema per lo sviluppo professionale dei diplomatici e dei funzionari dell'UE all'interno del SEAE per garantire un equilibrio nei posti dirigenziali del SEAE;
   y) valutare i problemi creati dal distacco temporaneo di diplomatici degli Stati membri presso il SEAE che successivamente ritornano nei loro servizi diplomatici nazionali;
   z) migliorare il coordinamento interno tra i servizi geografici e orizzontali del SEAE;
   aa) garantire che le risorse finanziarie disponibili, le competenze del personale e la politica in materia di assunzioni, compresi i requisiti professionali più severi per le posizioni più importanti, corrispondano al livello di ambizione e sostengano le flessibilità operative necessarie per reagire in tempo reale alle sfide geopolitiche emergenti; garantire il pieno rispetto dell'articolo 9 della decisione sul SEAE, che sancisce che l'AR/VP deve assicurare l'unità, la coerenza e l'efficacia dell'azione esterna dell'UE, in particolare attraverso strumenti di assistenza esterna; provvedere a che il SEAE disponga di risorse umane adeguate per garantire risposte operative immediate in situazioni prioritarie;
   ab) rivedere l'articolo 9 della decisione del SEAE per eliminare i riferimenti obsoleti e tenere conto degli strumenti applicabili nel periodo 2021-2027, in particolare NDICI-Europa globale;
   ac) rafforzare la visibilità dell'azione e dell'assistenza dell'UE in tutti i consessi multilaterali e sul campo, ad esempio il programma "Team Europa", che ha affrontato gli effetti devastanti della crisi della COVID-19 nei paesi e nelle regioni partner, in particolare in Africa;
   ad) aumentare la visibilità dell'Unione e diffondere la comprensione degli interessi, delle posizioni e delle azioni dell'UE; dotare urgentemente il SEAE, e in particolare le delegazioni dell'UE, degli strumenti per incrementare le attività di diplomazia pubblica e di diplomazia culturale e per sviluppare le loro capacità di comunicazione strategica, il che consentirà loro di comunicare più efficacemente sia con i decisori politici che con il pubblico generale nei paesi terzi e, in particolare, contrastare la disinformazione e la propaganda; tener conto della crescente necessità di combattere lo spionaggio e le influenze straniere ostili, ai quali si fa sempre più ricorso per minare l'ordine democratico nell'Unione e nei paesi del vicinato dell'Unione; rafforzare la partecipazione delle delegazioni dell'UE sui social media, in TV e nei dibattiti anche nelle lingue locali per partecipare alla battaglia delle narrazioni in modo da prevenire le campagne di disinformazione; chiarire i ruoli delle delegazioni e della sede centrale nel conseguire tale obiettivo; sviluppare le capacità per garantire la sicurezza del personale delle delegazioni dell'UE, compresi i loro familiari, quando sono citati dalla propaganda, o sono oggetto di vessazioni e intimidazioni nel paese di distacco; migliorare il flusso di informazioni e il coordinamento tra la sede del SEAE e le delegazioni dell'UE, nonché tra le delegazioni a livello regionale;
   ae) rafforzare la cooperazione con il Consiglio d'Europa, in particolare in merito all'Accordo parziale allargato del Consiglio d'Europa sugli itinerari culturali, che, oltre alla sua importanza culturale e turistica per gli Stati membri dell'UE, è anche uno strumento istituzionale per rafforzare le relazioni culturali con i paesi terzi e preservare il loro patrimonio culturale condiviso;
  

Rafforzare gli strumenti e i relativi pacchetti

   af) porre fine alla duplicazione del personale, delle risorse e delle responsabilità della Commissione e del SEAE nelle delegazioni dell'UE; trasformare le delegazioni dell'UE in vere ambasciate dell'Unione, dotate di una chiara catena di comando per il proprio personale, compresi i funzionari della Commissione, sotto la guida dell'ambasciatore dell'UE per il paese e sotto la responsabilità unica del SEAE in stretto coordinamento con le rappresentanze diplomatiche degli Stati membri; rafforzare il coordinamento, la cooperazione e l'attività politica congiunta con i rappresentanti speciali dell'UE, le missioni PSDC o gli uffici della Banca europea per gli investimenti, cui dovrebbe corrispondere un maggiore coordinamento presso la sede centrale e istruzioni unificate sul campo; rafforzare l'autorità dei capi delegazione sul personale delle delegazioni, indipendentemente dalla loro origine, per consentire loro di ridistribuire i compiti in base alle priorità dell'UE; garantire che le delegazioni dispongano e possano avvalersi di competenze settoriali nei settori politici pertinenti per le relazioni bilaterali con il rispettivo paese partner nel loro lavoro politico; adoperarsi per condividere le risorse delle istituzioni dell'UE e garantire una presenza unificata dell'UE nel paese, riunendo sotto lo stesso tetto i diversi attori dell'UE presenti; incoraggiare un maggior lavoro congiunto e iniziative a livello di paese al fine di aumentare l'influenza politica e la visibilità dell'UE nei paesi partner;
   ag) rafforzare le sezioni politica, stampa e informazione della delegazione dell'UE in tutto il mondo, assicurando che dispongano di personale, competenze e risorse finanziarie sufficienti e adeguati per fornire analisi politiche tempestive e di buona qualità e riferire alla sede centrale, instaurare rapporti significativi con gli attori locali, costruire solide alleanze, anche a livello regionale e multilaterale, e aumentare la comprensione dell'UE, la sua visibilità e il suo profilo politico;
   ah) dotare le delegazioni dell'UE nei paesi terzi delle risorse e delle competenze necessarie per garantire l'efficacia dello sviluppo avviando un dialogo paritario con i paesi partner, compresa la società civile, individuando le priorità di sviluppo specifiche di ciascun paese e fornendo di conseguenza un sostegno diretto attraverso l'attuazione della cooperazione allo sviluppo;
   ai) istituire la funzione consolare delle ambasciate dell'UE nei paesi terzi e rafforzare e garantire la cooperazione e il coordinamento tra le ambasciate degli Stati membri dell'UE e le delegazioni dell'UE nei paesi terzi, in particolare nei paesi in cui gli Stati membri non dispongono di una rappresentanza consolare; dotare le delegazioni di mezzi sufficienti per essere in grado di assistere più efficacemente i cittadini dell'UE, anche in tempi di crisi, tra cui le persone oggetto di procedimenti penali e quelle detenute o nel braccio della morte;
   aj) garantire che le delegazioni dell'UE proseguano efficacemente il lavoro svolto dalle missioni di osservazione elettorale dell'UE, compresi il seguito dato alle loro raccomandazioni e il monitoraggio degli sviluppi locali pertinenti al loro lavoro durante i periodi che intercorrono tra le missioni;
   ak) sostenere il Centro di risposta alle crisi dell'UE (CRC) nel coordinare la risposta delle ambasciate dell'Unione e degli Stati membri e delle delegazioni e i servizi che esse offrono ai cittadini dell'UE in tempi di crisi;
   al) garantire che il centro di risposta alle crisi del SEAE disponga di risorse sufficienti, comprese risorse finanziarie e umane, che gli consentano di conseguire i propri obiettivi in modo efficace ed efficiente, in particolare alla luce del fatto che i servizi forniti sono sensibili al fattore tempo e richiedono risposte rapide;
   am) prendere in considerazione l'istituzione di un sistema per il flusso di intelligence dagli Stati membri al SEAE su questioni di politica estera e di sicurezza che si verificano al di fuori dell'Unione; migliorare i protocolli di sicurezza dei servizi che lavorano nell'ambito dell'intelligence e/o trattano informazioni sensibili;
   an) massimizzare la cooperazione e il coordinamento con la presidenza di turno e i ministri degli Affari esteri degli Stati membri, anche affidando loro compiti e missioni specifici per conto dell'Unione, al fine di garantire l'impegno politico, la visibilità e l'unità dell'UE in misura adeguata;
   ao) adeguare la portata e il mandato dei pertinenti organi preparatori del Consiglio, che si occupano di questioni di politica estera, ai compiti dell'alto rappresentante e alla struttura del SEAE; creare un simile organismo in particolare per lo svolgimento dell'attività di protocollo; creare una struttura di sostegno specifica in seno al SEAE per coprire tutte le questioni orizzontali connesse ai rappresentanti speciali dell'UE, compresi il rappresentante per i diritti umani, l'inviato speciale per la promozione della libertà di religione o di credo, l'inviato speciale dell'UE per le questioni artiche e l'inviato speciale dell'UE per la non proliferazione e il disarmo e l'attuazione del loro mandato; integrare pienamente i rappresentanti e gli inviati speciali dell'UE quali ambasciatori dell'UE all'interno della struttura del SEAE e collocarli sotto l'autorità unica dell'alto rappresentante;
   ap) valutare la possibilità di riposizionare il ruolo del futuro nuovo inviato speciale dell'UE per la promozione della libertà di religione o di credo sotto l'autorità del SEAE o, nel caso in cui ciò non sia possibile, prevedere un rapporto di lavoro eccezionalmente stretto tra l'inviato speciale e il SEAE;
   aq) rafforzare adeguatamente l'unità per l'applicazione delle sanzioni del SEAE fornendo i mezzi e il personale necessari, data la crescente importanza delle sanzioni nel nuovo contesto geopolitico;
   ar) invitare il SEAE a prendere in considerazione un aggiornamento della strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell'Unione europea del 2016, facendo il punto sulla bussola strategica dell'UE e sulla necessità di agire in modo integrato in merito alla PSDC; adottare all'inizio di ciascun mandato un programma di lavoro con priorità politiche che delinei, in particolare, i piani per integrare la politica estera dell'UE e la dimensione esterna delle politiche interne dell'UE; incaricare il SEAE di effettuare un riesame strategico periodico del documento;
   as) incrementare l'efficacia delle riunioni del dialogo sui diritti umani garantendo la partecipazione attiva della società civile, sollevando e concordando le prossime fasi per far fronte alle violazioni dei diritti umani prevalenti e conducendo una valutazione globale dei progressi rispetto agli impegni precedenti;
   at) migliorare la diplomazia preventiva dell'Unione europea quale strumento proattivo di politica estera per prevenire le controversie con i paesi terzi e tra gli stessi e per limitare le conseguenze in caso di conflitto;
   au) garantire che le delegazioni dell'UE diano seguito alle risoluzioni di urgenza del Parlamento, invitino le autorità ad affrontare i problemi evidenziati nelle risoluzioni e forniscano sostegno alla società civile e ad altri attori i cui diritti sono stati violati; rafforzare a tal fine la capacità dei punti focali per i diritti umani nelle delegazioni dell'UE;
   av) rafforzare le attività del SEAE in materia di protezione del patrimonio culturale e dialogo interreligioso attraverso il lavoro delle sue delegazioni e in coordinamento con le missioni diplomatiche degli Stati membri e gli istituti culturali nazionali;
   aw) sviluppare uno strumento dell'UE che incarni il volto culturale dell'Unione in tutto il mondo attraverso un'azione di diplomazia culturale e relazioni culturali internazionali basate su un quadro di cooperazione e di co-creazione culturale, che coinvolga attivamente la società civile e i settori culturali nei paesi terzi; tenere conto del fatto che tale strumento potrebbe mirare a promuovere l'UE in tutto il mondo e a fornire assistenza dell'UE per lo sviluppo delle capacità, nonché finanziamenti ai settori culturali, creativi e innovativi della società civile dei paesi terzi; garantire che detto strumento preveda la promozione del dialogo interculturale, la mobilità degli artisti e dei professionisti della cultura tra l'UE e i paesi terzi e la lotta alla disinformazione; provvedere a che tale pacchetto di strumenti preveda una stretta cooperazione con gli istituti nazionali di cultura dell'Unione europea (EUNIC), nonché con partner che condividono gli stessi principi e con organizzazioni internazionali come l'UNESCO, sulla base della loro esperienza;
   ax) adattare senza ulteriore indugio l'organizzazione del SEAE e dei corrispondenti servizi della Commissione alle nuove esigenze strategiche derivanti dal nuovo contesto geopolitico, con particolare attenzione all'Artico e, tra l'altro, alla strategia Global Gateway dell'UE, alla diplomazia climatica e digitale, all'America latina, all'Asia centrale e alla regione indo-pacifica; consentire mandati flessibili in modo da essere in grado di rispondere tempestivamente alle minacce esistenti ed emergenti;
   ay) attuare pienamente il mandato dell'Alto rappresentante in qualità di vicepresidente della Commissione al fine di garantire la coerenza dell'azione esterna dell'UE e il compito del SEAE di sostenere l'Alto rappresentante in tale ruolo; a tal fine, rafforzare il ruolo di coordinamento del SEAE per garantire la coerenza dell'azione esterna dell'UE, anche per quanto riguarda le strutture organizzative della Commissione, allo scopo di ridurre la complessità e la duplicazione istituzionali, aumentare l'efficienza e la coerenza della politica esterna dell'UE; modificare il nome della carica di VP/AR in commissario per gli Affari esteri;
   az) rafforzare in modo significativo e urgente la capacità militare di pianificazione e condotta (MPCC) dell'Unione, che dovrebbe essere la struttura di comando e controllo privilegiata anche per le operazioni militari esecutive e in particolare per le operazioni della futura capacità di schieramento rapido; raggiungere immediatamente la piena capacità operativa dell'MPCC, compreso un considerevole aumento del personale fino a un massimo di 250 persone nonché un potenziamento delle infrastrutture e delle attrezzature, in linea con le conclusioni del Consiglio del 19 novembre 2018, che hanno fissato il 2020 come scadenza per tale obiettivo;
   ba) garantire che "Team Europa" sia più di uno slogan e operi sul campo; migliorare la cooperazione e il coordinamento tra le delegazioni dell'UE e le missioni PSDC dell'UE in un determinato paese terzo; considerare le missioni del Parlamento all'estero come facenti parti a pieno titolo della politica estera dell'UE e devono pertanto godere del pieno sostegno delle delegazioni dell'UE all'estero;
   bb) dedicare risorse adeguate ad ambiti della diplomazia settoriale con importanti dimensioni esterne, in particolare nel settore della protezione ambientale e della lotta ai cambiamenti climatici, del genere e della parità, nel settore digitale, della gioventù, della cultura, della scienza e dell'istruzione e anche della governance economica e monetaria, della democrazia e dello Stato di diritto;
  

Incrementare la legittimità

   bc) rivedere la dichiarazione del 2010 sulla responsabilità politica e fornire in tal modo al Parlamento i mezzi per svolgere pienamente il suo ruolo nell'azione esterna dell'Unione, comprese le sue funzioni di controllo politico di cui all'articolo 14, paragrafo 1, e all'articolo 36 TUE;
   bd) continuare ad adoperarsi al fine di ringiovanire il personale del SEAE e sviluppare dal basso un corpo diplomatico europeo permanente e specializzato, attraverso concorsi aperti specializzati e mirati incentrati sull'assunzione di giovani laureati con talento, competenze e potenziale adeguati;
   be) dotare il SEAE di un mandato politico adeguato che gli conferisca un ruolo reale e sostanziale nella definizione e nella guida della pianificazione politica, al di là del suo attuale ruolo primario di ricerca del consenso e di gestione incentrato su Bruxelles;
   bf) promuovere una formazione comune e altre misure concrete per il consolidamento di una cultura diplomatica comune dell'UE e di un livello più elevato di competenze tra tutto il personale del SEAE che ha contesti diplomatici, culturali e istituzionali diversi, che includa una formazione, presso la sede centrale e le delegazioni dell'UE, sulla parità di genere, l'emancipazione femminile e il piano d'azione sulla parità di genere e l'emancipazione femminile nelle relazioni esterne 2020-2025 (GAP III), su donne, pace e sicurezza, sullo sfruttamento e gli abusi sessuali, comprese le molestie sessuali al fine di contrastare i pregiudizi inconsci e rafforzare la parità di genere, la diversità e l'inclusione; incoraggiare una più stretta cooperazione con i servizi diplomatici e con i diplomatici nazionali degli Stati membri dell'UE e la pratica della formazione congiunta e gli scambi di esperienze e di buone pratiche nell'ambito del loro sviluppo professionale continuo e contribuire ulteriormente a un'immagine univoca dell'UE nelle relazioni esterne;
   bg) migliorare la formazione del personale delle delegazioni dell'UE riguardo agli orientamenti dell'UE sulla promozione e la tutela della libertà di religione o di credo, soprattutto per quanto concerne una maggiore attenzione alla comprensione di aspetti religiosi specifici del paese interessato, anche sulle sue componenti strutturali quali le strutture di governance, il sistema giudiziario e legale e il nesso tra Stato e religione o credo;
   bh) consentire la piena autonomia funzionale del SEAE in termini di assunzioni e carriere all'interno della sua struttura, anche per le posizioni dell'ufficio dell'AR/VP; adottare misure volte a garantire che il distacco da parte degli Stati membri presso il SEAE sia un passaggio attraente nella carriera;
   bi) rafforzare e applicare le norme sull'impiego successivo a una carica pubblica del personale del SEAE e delle delegazioni dell'UE ed esercitare un controllo rigoroso per evitare conflitti di interesse e porte girevoli; adottare e attuare senza ulteriore indugio le disposizioni attuative autonome sulle attività e sugli incarichi esterni, che creano una base giuridica sui generis per i capi delegazione al fine di tutelare meglio l'immagine e la reputazione dell'UE nel suo complesso; coltivare una cultura dell'integrità all'interno del SEAE e delle delegazioni dell'UE promuovendo la conoscenza e la comprensione delle norme etiche da parte del personale; garantire che tali norme si applichino anche ai titolari di mandati attuali e precedenti alla guida di servizi degli affari esteri dell'UE;
   bj) garantire che la nomina dei rappresentanti speciali dell'UE, degli inviati dell'UE e degli ambasciatori dell'UE possa essere confermata solo dopo la valutazione positiva da parte della commissione per gli affari esteri del Parlamento;
   bk) sostenere pienamente e sviluppare il progetto pilota "Verso un'Accademia diplomatica europea", che è stato prorogato di un anno per integrare tali funzioni all'interno di strutture organizzative permanenti; garantire la trasparenza dei criteri di assunzione dei partecipanti al programma e l'assegnazione di risorse sufficienti al progetto al fine di assicurare un'attuazione efficace e tempestiva, anche per quanto riguarda il lavoro volto a istituire una struttura permanente per l'Accademia diplomatica europea; garantire l'istituzione di una struttura permanente per l'Accademia diplomatica europea, che dovrebbe concentrarsi su diversi gruppi di destinatari come futuri partecipanti; tenere conto del fatto che, anche se nella sua fase iniziale l'Accademia potrebbe concentrarsi sulla specializzazione professionale dei diplomatici nazionali, non dovrebbe essere escluso un futuro sistema di selezione, reclutamento e formazione di europei che non sono diplomatici degli Stati membri e hanno completato un ciclo di studi superiori; definire le modalità per consentire ai laureati dell'Accademia diplomatica europea di entrare a far parte del SEAE e consentire loro di diventare membri permanenti del personale del SEAE;
   bl) garantire che i laureati dell'Accademia acquisiscano abilità e competenze comuni per promuovere e difendere efficacemente i principi e gli interessi dell'UE nel mondo attraverso una formazione su tutte le questioni, compresa, tra l'altro, la diplomazia pubblica e culturale, economica, climatica, digitale e informatica, sostenuta da una cultura diplomatica comune e da un reale spirito di corpo;
   bm) fornire al VP/AR lo spazio e il sostegno necessari per attuare la politica esterna dell'UE in modo efficace e tempestivo affinché tale politica dell'UE non sia solo una somma delle sue parti e affinché la persona che esercita tale funzione sia la sola voce della politica esterna dell'UE in tutto il mondo, sostenuto dal peso delle istituzioni dell'UE e degli Stati membri;
   bn) aumentare l'accesso del Parlamento ai documenti, in quanto un migliore scambio formale di informazioni migliorerà la cooperazione e la comprensione tra le istituzioni; aggiornare l'accordo interistituzionale del 20 novembre 2002 tra il Parlamento europeo e il Consiglio relativo all'accesso da parte del Parlamento europeo alle informazioni sensibili del Consiglio nel settore della politica di sicurezza e di difesa(8); accettare il coinvolgimento attivo del Parlamento nella politica estera dell'UE attraverso i suoi strumenti specifici, l'importanza e la natura unica dei programmi di democratizzazione del Parlamento, come il "Dialogo Jean Monnet", che mira a promuovere e rafforzare il lavoro dei parlamenti; incoraggiare tutte le istituzioni dell'UE a partecipare e collaborare alle iniziative tese a contrastare l'arretramento globale della democrazia, anche tramite l'osservazione elettorale, le attività di mediazione e dialogo, la prevenzione dei conflitti, il premio Sacharov e la sua rete nonché la diplomazia parlamentare; promuovere il rafforzamento del quadro delle relazioni interistituzionali tra il Parlamento e il SEAE, comprese le sue delegazioni, attraverso un accordo quadro che potrebbe rafforzare la diplomazia parlamentare e potenziare lo strumentario dell'UE per l'azione esterna;
   bo) adottare misure serie e sostenibili volte a migliorare l'equilibrio di genere all'interno del SEAE, in particolare nelle posizioni dirigenziali e negli incarichi politici di alto livello; garantire una leadership più attenta alle questioni di genere ed equilibrata sotto il profilo del genere, che aumenti il numero e la percentuale di donne nelle posizioni dirigenziali di alto e medio livello nei servizi del SEAE attraverso procedure di assunzione attente alle questioni di genere che mirino attivamente a ridurre i pregiudizi di genere nei processi di assunzione e ad applicare una selezione preferenziale basata sul genere nel caso in cui i candidati al lavoro siano ugualmente competenti;
   bp) aggiornare la strategia del SEAE per la parità di genere e le pari opportunità 2018-2023 in modo da includere impegni politici concreti, quantificabili e vincolanti sulla presenza delle donne nelle posizioni dirigenziali, in linea con i traguardi e gli obiettivi del GAP III, e da includere obiettivi in materia di diversità, in particolare per quanto concerne la razza, le capacità e l'origine etnica;
   bq) adottare misure serie e sostenibili volte a migliorare l'equilibrio geografico all'interno del personale del SEAE a tutti i livelli, in particolare nelle posizioni dirigenziali di alto livello e tra i capi delle delegazioni dell'UE; adottare misure per garantire una maggiore diversità geografica del personale in tutti i servizi e in tutte le delegazioni dell'UE ed evitare la sovrarappresentazione di alcuni Stati membri;

2.  incarica la sua Presidente di trasmettere la presente raccomandazione al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza.

(1) GU L 201 del 3.8.2010, pag. 30.
(2) GU C 53 del 3.8.2010, pag. 1.
(3) GU C 65 del 19.2.2016, pag. 168.
(4) Testi approvati, P9_TA(2022)0406.
(5) Testi approvati, P9_TA(2023)0009.
(6) Testi approvati, P9_TA(2023)0010.
(7) Articolo 27, paragrafo 1, TUE.
(8) GU C 298 del 30.11.2002, pag. 1.

Ultimo aggiornamento: 7 settembre 2023Note legali - Informativa sulla privacy