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Procedura : 2022/2196(INI)
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Ciclo del documento : A9-0091/2023

Testi presentati :

A9-0091/2023

Discussioni :

PV 17/04/2023 - 20
CRE 17/04/2023 - 20

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PV 18/04/2023 - 4.11
CRE 18/04/2023 - 4.11

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P9_TA(2023)0106

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Martedì 18 aprile 2023 - Strasburgo
Attuazione della PSDC civile e di altre forme di assistenza dell'Unione in materia di sicurezza civile
P9_TA(2023)0106A9-0091/2023

Risoluzione del Parlamento europeo del 18 aprile 2023 sull'attuazione della PSDC civile e di altre forme di assistenza dell'Unione in materia di sicurezza civile (2022/2196(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

–  visto il titolo V del trattato sull'Unione europea (TUE), in particolare il capo 2, sezione 2, recante disposizioni sulla politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC),

–  viste le conclusioni della Presidenza del vertice del Consiglio europeo tenutosi a Santa Maria da Feira il 19 e 20 giugno 2000,

–  visto l'obiettivo primario civile 2008 approvato dal Consiglio europeo del 17 dicembre 2004,

–  visto l'obiettivo primario civile 2008 approvato dal Consiglio europeo del 19 novembre 2007,

–  vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, dell'11 dicembre 2013, dal titolo "L'approccio globale dell'UE alle crisi e ai conflitti esterni" (JOIN(2013)0030),

–  viste le conclusioni del Consiglio, del 22 gennaio 2018, sull'approccio integrato alle crisi e ai conflitti esterni,

–  viste le conclusioni del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio, del 19 novembre 2018, relative all'istituzione di un patto sulla dimensione civile della PSDC,

–  viste le conclusioni del Consiglio, del 10 dicembre 2018, sul tema "Donne, pace e sicurezza",

–  viste le conclusioni del Consiglio sul tema "Donne, pace e sicurezza", del 14 novembre 2022,

–  visti la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 25 novembre 2020, dal titolo "Piano d'azione dell'Unione europea sulla parità di genere III – Un'agenda ambiziosa per la parità di genere e l'emancipazione femminile nell'azione esterna dell'UE" (JOIN(2020)0017), l'approccio strategico dell'UE in materia di donne, pace e sicurezza, del 10 dicembre 2018, e il relativo piano d'azione del 4 luglio 2019, nonché la strategia e il piano d'azione del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), del 21 dicembre 2021, per migliorare la partecipazione delle donne nelle missioni PSDC in ambito civile 2021-2024,

–  viste le conclusioni del Consiglio, del 5 giugno 2020, sui giovani nell'azione esterna,

–  vista la tabella di marcia del Consiglio, del 9 novembre 2020, sui cambiamenti climatici e la difesa,

–  visto il documento del Consiglio, del 5 ottobre 2021, su un approccio integrato ai cambiamenti climatici e alla sicurezza,

–  vista la terza conferenza annuale di valutazione del patto sulla dimensione civile della PSDC, tenutasi a Bruxelles il 19 novembre 2021,

–  vista la quarta e ultima conferenza annuale di valutazione del patto sulla dimensione civile della PSDC del 16 novembre 2022,

–  viste le conclusioni del Consiglio, del 13 dicembre 2021, relative al patto sulla dimensione civile della PSDC,

–  visto il regolamento (UE) 2021/947 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 giugno 2021, che istituisce lo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale – Europa globale, che modifica e abroga la decisione n. 466/2014/UE del Parlamento europeo e del Consiglio e abroga il regolamento (UE) 2017/1601 del Parlamento europeo e del Consiglio e il regolamento (CE, Euratom) n. 480/2009 del Consiglio(1) ("regolamento NDICI"),

–  vista la "Bussola strategica per la sicurezza e la difesa – Per un'Unione europea che protegge i suoi cittadini, i suoi valori e i suoi interessi e contribuisce alla pace e alla sicurezza internazionali", approvata dal Consiglio il 21 marzo 2022 e dal Consiglio europeo il 25 marzo 2022,

–  viste le conclusioni del Consiglio del 12 dicembre 2022 relative al patto sulla dimensione civile della PSDC,

–  vista la relazione del SEAE sul seguito dato allo studio di base sull'integrazione dei diritti umani e dell'uguaglianza di genere nella politica di sicurezza e di difesa comune dell'Unione europea, del 30 marzo 2022,

–  visto l'articolo 54 del suo regolamento,

–  vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A9-0091/2023),

A.  considerando che dal 1999 la gestione civile delle crisi è diventata un pilastro fondamentale della PSDC dell'UE nel prevenire e stabilizzare conflitti e promuovere una pace sostenibile; che sono trascorsi 20 anni da quando, nel 2003, è stata avviata la missione di polizia dell'Unione europea (EUPM) in Bosnia-Erzegovina come prima missione in ambito PSDC; che la gestione civile delle crisi si fonda sui trattati e sulle priorità di Feira del 2000; che spetta agli Stati membri, a norma dell'articolo 42 TUE, mettere a disposizione le capacità necessarie per le missioni; che l'UE attualmente conduce 12 missioni civili e che, in 20 anni di gestione civile delle crisi, ha avviato 24 missioni in tre diversi continenti, il che dimostra che la domanda di gestione civile delle crisi è aumentata, anche a seguito della guerra di aggressione non provocata e ingiustificata della Russia nei confronti dell'Ucraina; che le missioni civili sono fondamentali nel più ampio quadro della risposta dell'UE alle sfide in materia di sicurezza con ricorso a mezzi non militari e richiedono una formazione e capacità operative efficaci per stare al passo con l'evolversi del contesto di minaccia a est e a sud dell'Europa; che il deterioramento del contesto di sicurezza e la crisi umanitaria intorno all'Unione europea e al suo interno hanno comportato maggiori richieste per le missioni della PSDC, esercitando in tal modo una notevole pressione sul bilancio della politica estera e di sicurezza comune (PESC);

B.  considerando che uno degli obiettivi della bussola strategica dell'UE è rafforzare le missioni e le operazioni civili e militari dell'UE in ambito PSDC, attribuendo loro mandati più solidi e flessibili, promuovendo processi decisionali rapidi e più flessibili e garantendo una maggiore solidarietà finanziaria; che l'identità europea delle missioni della PSDC rafforza lo status di potenza civile legittima dell'UE; che l'UE si impegna a diventare un garante della sicurezza più determinato e risoluto, meglio preparato ad affrontare le minacce e le sfide presenti e future e a difendere l'ordine di sicurezza europeo e mondiale insieme ai suoi partner; che la PSDC civile è uno strumento unico che consente all'UE di far fronte alle crisi più urgenti con mezzi civili; che l'accesso alla pianificazione, alle risorse e alla logistica offre alla PSDC la possibilità di diventare il motore primario della gestione civile delle crisi durante le emergenze e che dovrebbe essere utilizzato come centro pratico della resilienza e della ripresa sociale di fronte alle catastrofi naturali e provocate dall'uomo; che dovrebbe consentire alle missioni e alle operazioni della PSDC di adattarsi rapidamente alle nuove minacce e sfide e aumentarne l'efficacia, anche in considerazione del nuovo scenario di sicurezza e della presenza crescente dei nostri concorrenti strategici nei contesti operativi; che una PSDC civile più efficace si rende fortemente necessaria nell'attuale contesto geopolitico; che l'UE e gli Stati membri hanno convenuto di rafforzare la PSDC civile attraverso un nuovo patto che consente un dispiegamento più rapido, anche in ambienti complessi;

C.  considerando che il Consiglio di Göteborg del 2001 ha deciso di impiegare 200 giudici e pubblici ministeri, un gruppo di esperti nel settore dell'amministrazione civile e squadre di protezione civile formate da un massimo di 2 000 persone; che l'obiettivo primario civile del 2010 ha previsto altri 285 esperti in materia di analisi dei conflitti, giustizia di transizione e dialogo, nonché la creazione di squadre di risposta civile, composte da un gruppo di 100 esperti;

D.  considerando che la PSDC civile contribuisce all'approccio integrato ai conflitti e alle crisi in settori quali le attività di polizia, lo Stato di diritto, l'amministrazione civile, la riforma del settore della sicurezza e il monitoraggio, conformemente agli articoli 42 e 43 TUE, e che è accompagnata dall'attuazione di misure complementari nel contesto dello strumento Europa globale dell'UE, rafforzando la sicurezza internazionale;

E.  considerando che l'adozione del patto sulla dimensione civile della PSDC nel 2018 ha rappresentato un significativo passo avanti nel rafforzare la capacità di gestione civile delle crisi da parte dell'UE, potenziando la titolarità e la responsabilità degli Stati membri e il loro contributo alle risorse; che è necessario un livello più elevato di impegno politico e tecnico nonché di risorse umane ed economiche da parte degli Stati membri per conseguire gli obiettivi concordati che devono ancora essere raggiunti e per aumentare la legittimità di tali missioni;

F.  considerando che, nel corso degli anni, i compiti civili della PSDC sono stati ampliati per includere, tra l'altro, la giustizia di transizione, la mediazione, il dialogo e l'analisi dei conflitti, sostenendo l'attuazione di riforme mediante consigli pratici, formazione e attrezzature, e che essi devono adattarsi senza indugio alle sfide nuove ed emergenti, quali le minacce ibride, compresi gli attacchi informatici, la strumentalizzazione della migrazione, le ingerenze straniere, l'influenza e la manipolazione delle informazioni, il terrorismo e la radicalizzazione, la sicurezza marittima, la criminalità organizzata e la protezione del patrimonio culturale; che le missioni e le operazioni della PSDC dell'UE sono anche oggetto di minacce ibride, compresa la disinformazione, che mettono a rischio la loro efficacia nella stabilizzazione del paese in cui sono schierate; che i cambiamenti climatici e il degrado ambientale incidono gravemente sull'ambiente operativo della gestione delle crisi e richiedono una maggiore attenzione nella pianificazione e nell'attuazione delle missioni civili;

G.  considerando che molte zone colpite dai conflitti sono caratterizzate da una cospicua popolazione giovanile; che i giovani dovrebbero partecipare attivamente alla creazione di una pace e una sicurezza sostenibili, contribuendo alla prevenzione dei conflitti e alla costruzione della pace, compresa la promozione dello Stato di diritto, della giustizia e della riconciliazione; che l'UE si impegna a promuovere i diritti dei minori nella sua azione esterna, ma che tale impegno non è ancora attuato nel contesto della PSDC;

H.  considerando che l'UE si impegna a porre l'agenda su donne, pace e sicurezza al centro della sua PESC e che gli Stati membri si impegnano a promuovere una migliore rappresentanza delle donne nelle missioni della PSDC, ma che il patto sulla dimensione civile della PSDC del 2018 non fissa un obiettivo concreto per la rappresentanza delle donne nelle missioni civili e non fa alcun riferimento alla parità di genere;

I.  considerando che la rappresentanza delle donne nelle missioni e operazioni della PSDC è rimasta invariata tra il 2015 e il 2020; che nelle strutture civili del quartier generale (la direzione Approccio integrato per la sicurezza e la pace, la direzione Politica di sicurezza e di difesa e la capacità civile di pianificazione e condotta (CPCC)) le donne costituiscono circa il 50 % di tutto il personale, ma continuano a essere sottorappresentate nelle posizioni dirigenziali (30 %);

J.  considerando che, a partire dal 2017, tutto il personale è tenuto a seguire una sessione di formazione pre-schieramento che prevede elementi di diritti umani e parità di genere; che più di un terzo delle persone intervistate nell'ambito della relazione del SEAE sul seguito dato allo studio di base sull'integrazione dei diritti umani e dell'uguaglianza di genere nella politica di sicurezza e di difesa comune dell'Unione europea non ha preso parte a tale formazione;

K.  considerando che gli Stati membri dovrebbero adottare un nuovo patto sulla dimensione civile della PSDC entro il maggio 2023 al fine di proseguire gli sforzi volti a rendere le missioni civili della PSDC più efficaci e a dotarle di maggiori capacità, in particolare alla luce delle crescenti sfide in materia di sicurezza a livello mondiale; che il mutevole panorama geopolitico e l'evoluzione del contesto di sicurezza, compresi i conflitti intorno all'Unione europea e sul territorio europeo, nonché la guerra di aggressione non provocata e ingiustificata della Russia nei confronti dell'Ucraina, la disinformazione, il terrorismo e le minacce ibride e malevole, richiedono un impegno totale al fine di rafforzare la PSDC civile attraverso un nuovo patto sulla dimensione civile della PSDC;

Migliorare la visione strategica della gestione civile delle crisi

1.  sottolinea che la gestione civile delle crisi da parte dell'UE apporta importanti contributi alla pace e alla sicurezza internazionali e svolge un ruolo chiave nell'attuare l'approccio integrato dell'UE ai conflitti e alle crisi esterne;

2.  ricorda che la gestione delle crisi è al centro della PSDC dell'UE, in particolare attraverso le sue missioni e operazioni militari e civili; rammenta che un elemento chiave emerso dall'analisi delle minacce del 2020 era la necessità di rafforzare la capacità dell'UE di reagire rapidamente alle crisi e di migliorare la sua preparazione generale; sottolinea, pertanto, l'importanza delle assegnazioni affidate al personale in servizio nelle missioni civili della PSDC, il che implica gli Stati membri devono fornire profili pertinenti al fine di aumentare i contributi nazionali alle missioni civili della PSDC e che il SEAE deve attuare un'attenta politica in materia di risorse umane; osserva che l'UE svolge anche un ruolo chiave nella creazione di posti di lavoro a livello internazionale e locale;

3.  invita gli Stati membri a utilizzare il nuovo patto sulla dimensione civile della PSDC per rafforzare la loro visione strategica della gestione civile delle crisi chiarendo il ruolo, l'efficacia e il valore aggiunto della PSDC civile e definendo un livello di ambizione condiviso per la gestione civile delle crisi;

4.  ricorda che l'analisi delle minacce che ha preceduto l'adozione della bussola strategica nel 2022 ha rappresentato uno sforzo unico per aggiornare la dottrina dell'UE in materia di sicurezza e difesa; invita gli Stati membri e il SEAE a trarre vantaggio da tale analisi nelle loro discussioni sul futuro della gestione civile delle crisi e sul ricorso previsto allo strumento civile della PSDC;

5.  ritiene che i compiti tradizionali della PSDC civile, quali le attività di polizia, lo Stato di diritto, l'amministrazione civile, la riforma del settore della sicurezza, il monitoraggio, il disarmo e la smobilitazione, siano più pertinenti che mai al fine di stabilizzare e modernizzare i settori della sicurezza e della giustizia; sottolinea la necessità di continuare ad aggiornare e ampliare i compiti nel quadro dell'approccio integrato e dei trattati in seguito alla comparsa di nuovi rischi e nuove minacce che hanno creato un nuovo contesto di sicurezza; pone l'accento sulla necessità di integrare, attribuendo loro maggiore importanza, le questioni trasversali, tra cui in particolare:

   a) la sicurezza delle persone;
   b) le esigenze di sicurezza e la titolarità dei governi dei paesi ospitanti e delle popolazioni locali;
   c) la sensibilità di genere, l'uguaglianza e l'agenda su donne, pace e sicurezza (WPS);
   d) l'agenda in materia di giovani, pace e sicurezza, il tema "bambini nei conflitti armati";
   e) la mediazione, il dialogo e la riconciliazione;
   f) un impegno significativo con la società civile,
   g) il nesso tra sicurezza e clima;
   h) l'interazione fra i settori civile e militare, promuovendo lo Stato di diritto e la responsabilità, anche rafforzando la catena della giustizia e le capacità di rispondere efficacemente alle sfide in materia di sicurezza;
   i) gli aspetti civili del disarmo, della smobilitazione e del reinserimento;
   j) la lotta alla corruzione;
   k) il monitoraggio e il contrasto delle campagne di disinformazione;
   l) la protezione e la conservazione del patrimonio culturale;

6.  sottolinea la necessità di integrare in modo più proattivo i concetti di sicurezza umana, le esigenze di sicurezza della popolazione locale, la sensibilità di genere, il controllo parlamentare, la trasparenza e la responsabilità del settore della sicurezza locale nel mandato e nelle operazioni della missione;

7.  sottolinea che il successo delle missioni civili della PSDC dipende in larga misura dall'apertura alle prospettive e alla titolarità del paese ospitante; incoraggia il ricorso ad approcci su misura, il coinvolgimento attivo e la cooperazione con il governo ospitante, la società civile e la popolazione locale; evidenzia pertanto l'importanza della titolarità locale durante l'attuazione del mandato della missione, dalla progettazione all'attuazione, fino al monitoraggio e alla valutazione; sottolinea la necessità per il personale delle missioni civili della PSDC di costruire relazioni basate sulla fiducia con i governi ospitanti, la società civile e le popolazioni locali, il che richiede consapevolezza situazionale, comprensione culturale e conoscenza delle lingue locali; accoglie con favore gli orientamenti operativi del SEAE per l'impegno proattivo della società civile nelle missioni della PSDC; ricorda che le missioni civili devono prestare particolare attenzione alle dinamiche dei conflitti, nonché a solidi processi di valutazione e di mitigazione dei rischi, e devono prevedere un monitoraggio e una valutazione degli interventi della PSDC maggiormente basati sull'impatto, come pure un maggior numero di meccanismi di consultazione e feedback; raccomanda la creazione di canali sicuri formali, informali e anonimi per i feedback sulle missioni e le denunce da parte della società civile, al fine di aiutare l'UE a ottenere una migliore comprensione dell'efficacia delle sue operazioni;

8.  osserva che, in alcuni casi, il successo delle missioni civili della PSDC è compromesso dall'incapacità dei governi ospitanti di rispettare i loro impegni di riforma; chiede pertanto di intensificare la cooperazione con i paesi ospitanti e di prestare la medesima attenzione alla formazione e alle riforme istituzionali; chiede che l'approccio integrato dell'UE, che comprende le missioni civili della PSDC, l'assistenza allo sviluppo e gli aiuti umanitari, sia utilizzato per garantire alle missioni civili della PSDC l'influenza necessaria per fare in modo che i governi ospitanti riescano a rispettare i loro impegni, le libertà fondamentali e i diritti umani; sottolinea l'importanza per le missioni civili della PSDC di coordinarsi con altri partner internazionali impegnati in attività analoghe nel paese ospitante; osserva che spesso le missioni civili della PSDC si svolgono in paesi e regioni contestati da attori statali e non statali, pronti a minare la capacità e la credibilità dell'UE in qualità di garante della sicurezza; sottolinea, a tal riguardo, che tutti gli impegni dell'UE devono essere credibili agli occhi delle popolazioni e delle autorità locali e regionali, sulla base di una stretta e onesta cooperazione con i paesi ospitanti, e devono garantire una comunicazione frequente tra il personale di missione, le autorità nazionali e la popolazione in senso più ampio; invita pertanto l'UE e i suoi Stati membri a migliorare la loro comunicazione strategica sulla gestione civile delle crisi, al fine di ottenere sostegno politico all'interno dell'UE e nei paesi in cui si svolgono le missioni, prevedendo una comunicazione strategica su misura per ciascuna missione, sottolineando gli obiettivi e i valori della missione, come pure i vantaggi per la popolazione locale, nonché sostenendo un reclutamento più efficace di personale qualificato per le missioni civili della PSDC, comprese le donne;

9.  ritiene che la PSDC civile debba far parte di una strategia politica più ampia che affronti le cause profonde dei conflitti, compresi i cambiamenti climatici; ricorda che le missioni dovrebbero essere orientate sulla base delle analisi dei conflitti sensibili ai cambiamenti climatici e chiede un'ulteriore integrazione dei cambiamenti climatici e del degrado ambientale nella gestione civile delle crisi; sottolinea che il nesso tra clima e sicurezza deve essere incluso nel patto 2.0, delineando chiaramente come può essere reso operativo nel contesto della gestione delle crisi civili; ribadisce l'invito formulato dal Consiglio nelle sue conclusioni del dicembre 2022 affinché le missioni e le operazioni adottino misure concrete per ridurre la loro impronta ambientale, con l'obiettivo di conseguire la neutralità climatica entro il 2050, in linea con gli obiettivi stabiliti nell'ambito del Green Deal europeo;

10.  sottolinea l'importanza di valutare gli sforzi civili della PSDC in settori specifici, in particolare affrontando le sfide in materia di sicurezza nuove ed emergenti, quali la strumentalizzazione della migrazione, la sicurezza marittima e la criminalità organizzata; deplora le gravi lacune nella capacità dell'UE di prevenire e individuare le minacce ibride, in particolare la manipolazione delle informazioni, che incidono direttamente sul successo delle missioni civili della PSDC; accoglie con favore, a tal riguardo, la decisione di elaborare un pacchetto di strumenti ibrido dell'UE ai fini di una risposta coordinata alle campagne ibride; accoglie inoltre con favore la comunicazione congiunta su una politica dell'UE in materia di ciberdifesa, osservando l'importanza della ciberresilienza per le missioni della PSDC, e sottolinea la necessità di sviluppare ulteriormente la politica e le capacità dell'UE in materia di ciberdifesa, compresa la creazione di squadre di risposta rapida in materia di cibersicurezza e la loro espansione verso il sostegno delle missioni civili della PSDC; ribadisce l'urgente necessità di sviluppare le loro capacità di comunicazione strategica, compresi sistemi di comunicazione sicuri basati sul programma dell'UE per una connettività sicura, nonché di istituire una piattaforma comune per la condivisione delle conoscenze tra la CPCC e le operazioni sul campo, avvalendosi dell'innovazione tecnologica, rafforzando nel contempo la consapevolezza e la resilienza in materia di cibersicurezza delle missioni della PSDC; chiede di rafforzare la resilienza in materia di cibersicurezza delle strutture complessive della CPCC e delle missioni della PSDC;

11.  invita gli Stati membri e il SEAE ad affrontare le costanti e crescenti minacce alla protezione e alla conservazione del patrimonio culturale e a contrastare il traffico di beni culturali, in particolare nelle zone di conflitto;

12.  chiede che il nuovo patto sulla dimensione civile della PSDC sia utilizzato per favorire una partecipazione piena, equa e significativa delle donne alla PSDC civile; sottolinea il contributo significativo delle donne al successo delle missioni e delle operazioni della PSDC, che rafforza la credibilità dell'UE quale sostenitrice della parità dei diritti tra uomini e donne in tutto il mondo; rammenta il piano d'azione dell'UE sulla parità di genere (GAP) III (2020-2024), che richiede l'integrazione sistematica di una prospettiva di genere in tutte le politiche e le azioni esterne dell'UE, compresa la PSDC; esorta gli Stati membri e il SEAE a promuovere un aumento del numero di donne nelle operazioni della PSDC, nonché, come primo passo, a mirare ad aumentare la loro quota di partecipazione ad almeno il 40 % in tutte le missioni e a tutti i livelli entro il 2024; raccomanda agli Stati membri di approvare la strategia e il piano d'azione della CPCC per rafforzare la partecipazione delle donne alle missioni civili della PSDC per il periodo 2021-2024; invita pertanto gli Stati membri a impegnarsi a conseguire gradualmente la parità di genere nelle nomine dei capi missione e di altre posizioni di alto livello; incoraggia la loro stretta cooperazione con gli attori locali della società civile al fine di promuovere, ove possibile, la parità di genere e l'integrazione della dimensione di genere;

13.  chiede un'efficace operatività della protezione dei minori e degli obiettivi in materia di bambini e conflitti armati, nonché dell'agenda per i giovani, la pace e la sicurezza, nella gestione civile delle crisi, al fine di coinvolgere attivamente i giovani nella progettazione e nell'attuazione di missioni e operazioni e di analizzare i conflitti con un approccio sensibile ai giovani;

14.  sottolinea che è fondamentale anticipare i futuri cambiamenti nel contesto della sicurezza per garantire che la gestione civile delle crisi consegua i suoi obiettivi strategici; chiede che il nuovo patto sulla dimensione civile della PSDC attui una pianificazione maggiormente basata su scenari, una previsione strategica e un'analisi dei conflitti nonché un allarme rapido nell'ambito del processo decisionale sulle missioni e sui mandati;

15.  invita la CPCC, l'EUMC e il personale militare dell'UE a sviluppare un modello per la creazione e la condivisione di concetti di migliori pratiche in termini di pianificazione delle campagne e/o missioni e a condividerli quanto prima con i partner essenziali per il successo delle campagne;

16.  invita la CPCC e la capacità militare di pianificazione e condotta dell'UE (MPCC) a sottolineare la necessità dell'istruzione professionale civile-militare di tutto il personale delle missioni della PSDC, avvalendosi dell'Accademia europea per la sicurezza e la difesa onde contribuire a definire le competenze dei professionisti civili e della difesa, al fine di garantire che il personale della PSDC possa riconoscere meglio la complessità delle evidenti sfide in materia di sicurezza nei paesi in cui è dispiegato e rispondervi meglio;

17.  invita i quartieri generali del SEAE, dell'MPCC, della CPCC e della PSDC a promuovere una nuova cultura di intesa tra partner civili e militari, basata su relazioni istituzionali rafforzate e su una consapevolezza e una valutazione condivise, nel tentativo di sviluppare un quadro e una cultura di pianificazione globali;

18.  esorta gli Stati membri, la Commissione e il SEAE a elaborare un piano concreto su come attuare l'approccio integrato e garantire che tutti i pertinenti strumenti dell'UE e degli Stati membri (PSDC militare, Europa globale, strumento di assistenza preadesione) siano applicati in modo coerente e consentano di conseguire gli obiettivi generali dell'UE con maggior efficienza; invita a compiere ulteriori sforzi per gestire la transizione tra i diversi strumenti politici e tecnici dell'UE;

19.  sottolinea l'importanza della cooperazione, compreso un più stretto coordinamento sui mandati con partner quali le Nazioni Unite, l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa e la NATO, al momento di affrontare le minacce e le sfide attuali e future in materia di sicurezza;

20.  esorta gli Stati membri a invitare e coinvolgere, caso per caso, i paesi candidati all'adesione all'UE affinché contribuiscano e partecipino alle missioni civili della PSDC; invita ad assistere i paesi interessati al fine di formarli e prepararli a tale partecipazione; rammenta, a tale riguardo, il valore aggiunto che i partenariati con i paesi terzi possono apportare alle missioni civili della PSDC; si compiace del sostegno manifestato dai paesi terzi per quanto riguarda l'Ucraina e ricorda che paesi quali la Norvegia, l'Islanda, l'Australia, la Svizzera, gli Stati Uniti, il Canada, la Nuova Zelanda e il Regno Unito potrebbero fornire anche notevoli risorse politiche e finanziarie alle missioni civili della PSDC; invita la Commissione a rivedere il suo quadro per gli accordi di partecipazione con i partner dei paesi terzi, dal momento che dal 2010 il numero di esperti distaccati dei paesi terzi è diminuito da 200 a 10;

Attuare il patto

21.  prende atto dei risultati conseguiti dal patto del 2018, grazie al quale gli Stati membri hanno sviluppato i rispettivi piani nazionali di attuazione, anche attraverso il dialogo strutturato e lo scambio di buone pratiche ed esperienze acquisite, consentendo di portare avanti il lavoro in proposito mediante processi strutturati e regolari, da concordare, relativi allo sviluppo di capacità nonché promuovendo la cooperazione regionale e le azioni congiunte tra Stati membri;

22.  sostiene le iniziative volte a sviluppare uno strumento di formazione e di equipaggiamento per le missioni civili al fine di rafforzare la capacità dell'UE di assistere i paesi terzi e soddisfare le loro aspettative ed esigenze concrete; chiede, pertanto, di proseguire tali sforzi e di fissare maggiori obiettivi numerici e scadenze per tutte le azioni, tra l'altro individuando le entità responsabili;

23.  sottolinea le sfide che le missioni civili della PSDC si trovano ad affrontare, quali la disponibilità di capacità e risorse, la reattività, l'assenza di indicatori chiave di prestazione, una maggiore rapidità nel processo decisionale e missioni più scalabili, adattabili, modulabili e chiare, e che tali sfide erano già state evidenziate nel primo patto, il che ha portato a una maggiore attenzione alla dimensione civile della PSDC, ma non alla piena operatività e a un corrispondente aumento della partecipazione e della titolarità da parte degli Stati membri, questioni che devono essere affrontate con urgenza nel nuovo patto sulla dimensione civile della PSDC;

24.  prende atto del numero di missioni civili PSDC di lunga durata, che evidenziano la necessità di fissare obiettivi ben definiti, sia politici sia operativi, e strategie di uscita con la loro relativa valutazione; chiede l'introduzione di strategie di uscita per le missioni civili, con parametri per misurarne il successo, consentendo una più rapida conclusione delle missioni ove gli obiettivi operativi e politici siano stati raggiunti, e anche qualora non siano stati raggiunti o non è più possibile soddisfare le pertinenti condizioni politiche, strategiche o in materia di sicurezza nel paese di dispiegamento; chiede, pertanto, una discussione politica schietta circa la conclusione della missioni che non conducono ai risultati sperati, rischiando di legittimare i mancati progressi nel paese ospitante;

25.  osserva che le uniche valutazioni dei mandati delle missioni civili della PSDC attualmente realizzate sono le revisioni strategiche che confluiscono nel rinnovo, nell'adattamento o nella conclusione delle missioni; sottolinea l'importanza di sviluppare e istituire un sistema e una metodologia per valutare i risultati delle missioni, la loro efficacia e la loro gestione finanziaria; pone l'accento, a tale proposito, sull'importanza di un sistema imparziale e indipendente per valutare l'impatto delle missioni; accoglie con favore il documento di opzioni sulla valutazione presentato a tal fine dal SEAE; rammenta che la valutazione delle missioni civili della PSDC e la loro efficacia devono disporre di risorse adeguate e che le valutazioni sistematiche dovrebbero contribuire al processo decisionale politico sulle missioni attuali e future;

26.  accoglie con favore gli orientamenti operativi della CPCC del SEAE volti a fornire strumenti che consentano alle missioni civili della PSDC di partecipare proattivamente al dialogo con gli attori della società civile in quanto partner chiave a tutti i livelli e in tutte le fasi dei processi; accoglie con favore gli orientamenti operativi del SEAE sull'integrazione della dimensione dei diritti umani e sulla dovuta diligenza in materia di diritti umani e chiede la loro effettiva attuazione, in particolare stabilendo procedure interne chiare per la gestione dei rischi relativi ai diritti umani connessi al sostegno al settore della sicurezza;

Fornire e migliorare le capacità corrispondenti al livello di ambizione del patto

27.  invita il SEAE a sviluppare, insieme ai servizi competenti della Commissione e agli Stati membri, un processo di sviluppo delle capacità civili strutturato e regolare per valutare la disponibilità delle esigenze degli Stati membri in termini di capacità, elaborare i requisiti, effettuare un'analisi delle lacune e riesaminare periodicamente i progressi compiuti; incoraggia il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza a valutare la possibilità di fornire incentivi finanziari agli Stati membri a sostegno dei loro sforzi di sviluppo delle capacità, come indicato nel patto sulla dimensione civile del 2018, ricordando nel contempo agli Stati membri di mantenere l'impegno, nel nuovo patto, di sviluppare l'intera gamma di capacità necessarie per intraprendere e sostenere missioni civili di gestione delle crisi;

28.  si rammarica del fatto che le missioni civili della PSDC, pur figurando tra gli impegni fondamentali del patto, risentano costantemente del mancato rispetto da parte di taluni Stati membri dell'impegno a fornire personale sufficiente, dato che 10 Stati membri forniscono attualmente il 78 % del personale distaccato e 17 Stati membri solo il 22 %; invita gli Stati membri a impegnarsi, nell'ambito del nuovo patto, per aumentare congiuntamente il numero e la percentuale del personale distaccato in tutte le missioni e a tutti i livelli, puntando nel contempo a fornire personale distaccato per coprire il 100 % delle posizioni operative e almeno il 60 % del personale distaccato per le posizioni non operative; invita gli Stati membri ad armonizzare le modalità di distacco del personale onde ridurre gli effetti destabilizzanti dell'avvicendamento non coordinato per tutte le missioni; invita altresì gli Stati membri a garantire che il personale distaccato venga ricompensato per la sua partecipazione alle missioni dell'UE tramite politiche di sviluppo di carriera; invita il SEAE a riesaminare la situazione attuale ed elaborare indicatori per gli Stati membri affinché possano misurare i tassi di avvicendamento e di occupazione dei posti in base alla categoria professionale e al tipo di impiego;

29.  sottolinea la necessità di riformare la politica e il sistema di gestione delle risorse umane e di garantire che le condizioni di lavoro nelle missioni civili della PSDC contribuiscano a un ambiente più sicuro e inclusivo, in particolare per le donne; accoglie con favore gli sforzi del SEAE finalizzati a far fronte alle carenze nell'ambito del sostegno fornito al personale delle missioni, compresa la revisione del codice di condotta, con particolare attenzione ai principi in materia di diritti umani, nonché a sviluppare un modello per la creazione e la condivisione di una campagna sulle migliori pratiche e/o di concetti di pianificazione delle missioni; sottolinea la necessità di istituire una rete di consulenti di fiducia; chiede un processo di consultazione formalizzato, significativo e sistematico con i rappresentanti del personale che presta servizio nelle missioni di sicurezza civile dell'UE; invita il SEAE a prendere in esame metodi per ridurre i tassi di avvicendamento del personale e di posti vacanti, anche, tra l'altro, estendendo il periodo di dispiegamento;

30.  deplora le limitate risorse del SEAE nel settore della PSDC civile in generale, anche per quanto riguarda la CPCC, che attualmente sostiene con 110 membri del personale 12 missioni composte da 2 200 effettivi; invita gli Stati membri a garantire che la CPCC evolva rapidamente in un quartier generale operativo pienamente efficace, assicurando che disponga dei fondi, del personale e delle competenze necessari; sottolinea la necessità che la capacità militare di pianificazione e condotta (MPCC) pianifichi e conduca tutte le missioni militari con una chiara catena di comando e che sia dotata del personale, dei fondi e delle infrastrutture adeguati; pone l'accento sulla necessità di rafforzare il coordinamento e l'interazione civili-militari a livello dell'UE, nonché di potenziare la complementarità e le sinergie con la PSDC militare, pur mantenendo la distinzione tra le catene di comando civili e militari;

31.  sottolinea che la formazione è fondamentale per un operato efficace, che è a sua volta essenziale per il successo delle missioni civili della PSDC; chiede una valutazione globale dell'architettura formativa generale della PSDC in ambito civile al fine di individuare le esigenze, le lacune e le duplicazioni formative all'interno degli Stati membri con l'intento di migliorare e armonizzare la politica dell'UE in materia di formazione per la PSDC, prestando particolare attenzione alle esigenze delle popolazioni locali; ritiene che gli elementi e i concetti fondamentali dei diritti umani e dell'integrazione della dimensione di genere dovrebbero essere sistematicamente inclusi nella formazione iniziale e in quella che precede il dispiegamento; ricorda che la formazione per le missioni civili della PSDC deve fornire al personale le conoscenze, la comprensione, le competenze e l'atteggiamento richiesti in contesti culturali complessi, anche in relazione alle esigenze delle popolazioni locali, e dovrebbe pertanto includere moduli sul diritto umanitario internazionale, i diritti umani, la parità di genere, la cooperazione civile-militare, la sicurezza umana, l'attenzione alle situazioni di conflitto, la lotta al razzismo e la comunicazione interculturale;

32.  invita la Commissione, il SEAE, la CPCC e la MPCC a un miglior adattamento nella creazione di gruppi di lavoro interagenzia, mediante esercizi e formazione volti a contribuire allo sviluppo di migliori pratiche, della cooperazione tra agenzie e di solide relazioni personali trasversali, che sono fondamentali per l'efficacia di partenariati civili-militari in luoghi come i paesi del partenariato orientale;

33.  sottolinea l'importanza di combattere la disinformazione ostile rivolta alle missioni civili della PSDC; chiede inoltre una formazione potenziata per il personale delle missioni in materia di prevenzione, individuazione e lotta delle minacce ibride, in particolare la manipolazione delle informazioni; osserva una maggiore cooperazione tra il SEAE StratCom e le missioni dell'UE volta a contrastare le operazioni di disinformazione che le riguardano; chiede che tale cooperazione coinvolga tutte le missioni dell'UE all'estero e garantisca l'assegnazione di personale ben addestrato a ciascuna missione, che sarà responsabile del monitoraggio, della comunicazione e della lotta alla disinformazione, ove possibile; ritiene che la strategia di disinformazione su vasta scala debba essere combattuta con un piano d'azione globale, efficiente e coordinato del SEAE e dell'UE, con il sostegno attivo delle missioni e delle delegazioni;

34.  chiede l'attuazione di uno sviluppo delle capacità e di una formazione sostenibili e a lungo termine, ove possibile e necessario, come i programmi di "formazione dei formatori", al fine di garantire la fattibilità e il successo a lungo termine delle missioni; chiede che i mandati delle missioni della PSDC includano attività di consulenza e formazione per gestire le tecnologie emergenti;

35.  ricorda che la gestione delle conoscenze è fondamentale e costituisce un elemento essenziale per rendere operativo l'approccio integrato; sottolinea l'importanza di sviluppare un'architettura di gestione delle conoscenze per conservare le competenze, promuovere le migliori pratiche e acquisire esperienze in modo più sistematico, nonché per incoraggiare una cultura dell'apprendimento tra il personale che lavora nelle missioni civili della PSDC e quello che le gestisce; prende atto con soddisfazione degli sforzi attualmente profusi dal SEAE e dalla CPCC a tal fine; invita gli Stati membri a sostenere l'assunzione di esperti specializzati in gestione delle conoscenze e valutazione nel settore e nella CPCC;

Prestare un'attenzione rinnovata e mirata alle missioni in corso

36.  accoglie con favore la revisione del mandato della missione consultiva dell'UE in Ucraina per attuare nuovi compiti a sostegno dell'Ucraina di fronte alla guerra di aggressione della Russia; ricorda che un forte sostegno all'Ucraina in materia di sicurezza civile sarà determinante per la ricostruzione del paese e il suo percorso verso l'adesione all'UE; invita l'UE e gli Stati membri a rafforzare ulteriormente il loro sostegno allo sviluppo delle capacità civili in Ucraina, compresi la lotta alla corruzione, l'istituzione di un efficace sistema dello Stato di diritto e il rafforzamento della resilienza informatica e ibrida; elogia il lavoro e la presenza fisica nel territorio ucraino dei 79 membri del personale della missione civile dell'UE EUAM Ucraina; incoraggia la missione a proseguire il suo lavoro a sostegno dell'Ucraina nella documentazione e nelle indagini sui crimini di guerra; invita la Commissione, nell'ambito dei negoziati di adesione con l'Ucraina, a collaborare quanto prima con l'EUAM Ucraina facendo tesoro dell'esperienza in materia di sicurezza, del partenariato di lunga data con le autorità ucraine e della forte presenza sul campo della missione; sottolinea l'importante sostegno che la missione sta fornendo nell'ambito delle indagini penali;

37.  accoglie con favore il rapido dispiegamento della missione di vigilanza dell'Unione europea in Georgia presso il confine tra Armenia e Azerbaigian quale importante misura di stabilizzazione per ridurre le tensioni tra i due paesi; incoraggia il SEAE a valutare la possibilità di una cooperazione rafforzata tra le missioni civili della PSDC nella stessa direzione; ritiene che ciò rappresenti un buon esempio di mandati modulari e scalabili, quali incentivati nella bussola strategica, che potrebbe essere ulteriormente rafforzato utilizzando strumenti di risposta rapida come le squadre specializzate e gli esperti in visita; sottolinea che tali innovazioni, insieme a una maggiore flessibilità, devono basarsi su un approccio pienamente integrato nelle azioni di risposta alle crisi, al fine di massimizzare l'impatto sul campo e garantire un uso efficiente delle risorse;

38.  accoglie con favore la recente istituzione della missione civile dell'Unione europea in Armenia (EUMA) con l'obiettivo di contribuire alla stabilità nelle zone di frontiera dell'Armenia, rafforzare la fiducia sul campo e garantire un contesto favorevole agli sforzi di normalizzazione tra l'Armenia e l'Azerbaigian; chiede che la missione contribuisca ai dialoghi e alle iniziative volti a portare maggiore pace e sicurezza nella regione; invita le autorità azere a consentire l'accesso dell'EUMA al corridoio di Lachin al fine di valutare la situazione sul campo e contribuire alla sua soluzione;

39.  riconosce che il sostegno fondamentale della missione dell'Unione europea sullo Stato di diritto (EULEX) in Kosovo ha recentemente contribuito a ridurre le tensioni e a ripristinare la fiducia nel Kosovo settentrionale; esorta gli Stati membri dell'UE a continuare a sostenere la missione mobilitando e inviando sul campo unità formate di polizia fortemente necessarie;

40.  sottolinea l'importanza dell'EUAM Iraq, della missione dell'Unione europea di assistenza alle frontiere (EUBAM) a Rafah e della missione di polizia dell'Unione europea per i territori palestinesi (EUPOL COPPS) attualmente dispiegate nella regione del Medio Oriente; chiede tutte le sinergie possibili tra le due missioni schierate in Palestina;

41.  esprime preoccupazione per gli sviluppi politici e di sicurezza in Libia; esorta le autorità libiche ad agevolare il lavoro dell'EUBAM Libia nell'attuazione del suo mandato e nel suo pieno ambito funzionale;

42.  esprime apprezzamento per la realizzazione delle cinque missioni civili della PSDC in Africa e chiede l'attuazione continuativa dei loro mandati; invita il SEAE a prendere in considerazione tutte le opzioni per quanto riguarda la missione dell'Unione europea per lo sviluppo delle capacità in Mali (EUCAP Sahel Mali) e la missione consultiva dell'UE nella Repubblica centrafricana (EUAM RCA), tenuto conto del deterioramento della situazione politica e di sicurezza, compresa la possibilità della loro conclusione; prende atto con preoccupazione degli sviluppi in materia di sicurezza nel Sahel e nel Golfo di Guinea; denuncia la crescente presenza nella regione del gruppo Wagner, sostenuto dal Cremlino, e la sua strategia volta a monopolizzare i beni dei paesi in cui il gruppo opera a discapito della popolazione, e denuncia le atrocità commesse contro le popolazioni locali; chiede la creazione di una rete di consulenti in materia di sicurezza in seno alle missioni della PSDC nei paesi africani che siano disposti a cooperare con l'UE relativamente a questioni di ambito militare e di sicurezza;

43.  ricorda gli ambiziosi obiettivi stabiliti presso il Consiglio di Feira del 2000 per il dispiegamento di 5 000 agenti di polizia e riconosce il valore degli obiettivi primari civili concordati a partire dal 2008; invita a conseguire rapidamente tali obiettivi, in particolare per quanto riguarda la capacità di reazione rapida e l'utilizzo di formazioni multinazionali nel quadro dell'articolo 44 TUE; sottolinea l'importanza di attuare pienamente gli obiettivi fissati dalla bussola strategica sulla dimensione civile della PSDC (tra cui la capacità di dispiegare 200 esperti in 30 giorni) facendo leva sui recenti sforzi intrapresi dall'UE per lavorare in modo più agile, reattivo e coordinato; accoglie con favore, in tale contesto, il rapido processo decisionale nell'ambito della capacità di monitoraggio dell'UE in Armenia e il suo avvio; evidenzia la necessità di modificare le procedure decisionali, anche contemplando il passaggio al voto a maggioranza qualificata per taluni aspetti delle missioni; sottolinea la necessità di creare piani di emergenza per ciascuna missione civile della PSDC in coordinamento con la MPCC, la CPCC e la capacità di dispiegamento rapido, in previsione di potenziali situazioni di emergenza in cui quest'ultima potrebbe rendersi necessaria;

Aumentare i finanziamenti per essere all'altezza delle ambizioni

44.  si rammarica del fatto che il bilancio della PESC per le missioni civili della PSDC sia aumentato solo marginalmente dal quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020 al QFP 2021-2027 (da una base di circa 350 milioni di EUR all'anno), a fronte di un contestuale aumento del numero e dei compiti delle missioni, di un contesto di sicurezza più problematico e di un incremento del costo delle operazioni, dell'inflazione e del numero di personale assunto, il che ha limitato le possibilità di ampliare il mandato delle missioni esistenti o eventualmente di istituirne di nuove per rispondere a esigenze di sicurezza urgenti; chiede altresì di modificare la struttura del bilancio della PESC e di creare una linea di bilancio per le missioni civili della PSDC, al fine di consentire un migliore controllo e una maggiore trasparenza;

45.  sottolinea la necessità di garantire un bilancio della PESC più solido e realistico che soddisfi le esigenze delle missioni civili della PSDC nuove e in corso; chiede un aumento sostanziale dei finanziamenti per il bilancio della PESC, garantendo al contempo l'utilizzo efficiente dei fondi stanziati per le missioni civili della PSDC, perché siano in grado di rispondere efficacemente a situazioni di crisi e a eventi imprevisti e per individuare attivamente in quali casi potrebbero essere finanziati progetti e programmi complementari a titolo di altri bilanci pertinenti dell'UE, nel rispetto di una sana gestione finanziaria e di un'attenta definizione delle priorità per quanto riguarda le risorse esistenti;

46.  ritiene che sia necessario elaborare una solida politica in materia di equipaggiamento e servizi necessari ai paesi partner in cui sono dispiegate le missioni civili della PSDC; chiede l'elaborazione di una linea di bilancio specifica per la PESC e un aumento del bilancio complessivo della PESC, o "strumento di sostegno civile", per fornire ai paesi partner equipaggiamento e servizi intesi a rafforzare le loro capacità civili;

47.  accoglie con favore il fatto che, a causa dell'attuale situazione geopolitica fortemente instabile e del ritorno della guerra in Europa, di recente la spesa dell'UE per la difesa sia aumentata in modo significativo, ma si rammarica che i finanziamenti per la PSDC civile non abbiano fatto altrettanto;

48.  invita il SEAE e i servizi della Commissione a presentare previsioni di bilancio pluriennali, una valutazione delle attività in corso e stime chiare dei tassi di assorbimento delle missioni; sottolinea che tali misure sono necessarie per contribuire a preparare le decisioni volte a declassare attività inefficaci, migliorare l'efficacia e la flessibilità mediante mandati chiari e fornire strategie di transizione e di uscita chiaramente definite; rammenta che sin dal principio la pianificazione operativa e finanziaria delle missioni dovrebbe andare di pari passo; chiede l'impegno concreto degli Stati membri affinché mettano a disposizione personale nelle fasi iniziali dell'approvazione di una missione;

49.  chiede che la nuova bussola strategica doti le missioni della PSDC di ambizione politica e strategica e delle capacità e delle risorse necessarie per dare vita a cambiamenti positivi; ribadisce l'obiettivo della bussola strategica di generare un impatto positivo per quanto riguarda la rapidità e la solidità delle risposte comuni ai conflitti globali;

50.  sottolinea il ruolo fondamentale del Parlamento in quanto autorità di bilancio e nel controllo della PSDC, anche per quanto riguarda le missioni civili di quest'ultima; chiede, pertanto, un maggiore coinvolgimento del Parlamento europeo nel processo decisionale sulle missioni civili della PSDC; insiste fermamente affinché gli siano fornite tutte le informazioni necessarie per adempiere alle sue responsabilità in conformità ai trattati e nei confronti dei suoi cittadini; ricorda, a tale riguardo, che le informazioni attualmente fornite sono inadeguate affinché il Parlamento europeo possa esercitare le proprie responsabilità, nonché in attesa della revisione dell'accordo interistituzionale del 2002 relativo all'accesso da parte del Parlamento alle informazioni nel settore della politica di sicurezza e di difesa;

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51.  incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio e alla Commissione.

(1) GU L 209 del 14.6.2021, pag. 1.

Ultimo aggiornamento: 7 agosto 2023Note legali - Informativa sulla privacy