Risoluzione del Parlamento europeo del 12 luglio 2023 sulla situazione dell'accordo di dialogo politico e di cooperazione UE-Cuba alla luce della recente visita dell'alto rappresentante nell'isola (2023/2744(RSP))
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni su Cuba,
– visto l'accordo di dialogo politico e di cooperazione (ADPC) tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Cuba, dall'altra(1), firmato nel dicembre 2016 e applicato in via provvisoria dal 1º novembre 2017,
– visti i risultati del terzo dialogo formale sui diritti umani nel quadro dell'ADPC, svoltosi il 26 febbraio 2021,
– visti i risultati della riunione del Consiglio congiunto UE-Cuba tenutosi all'Avana il 26 maggio 2023 e la dichiarazione congiunta rilasciata alla stampa dall'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e dal viceministro agli Affari esteri cubano a seguito di tale riunione,
– vista la dichiarazione dell'alto rappresentante a nome dell'Unione europea in occasione del primo anniversario delle manifestazioni che hanno avuto luogo a Cuba l'11 e il 12 luglio 2021,
– visti il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici del 16 dicembre 1966 e gli altri trattati e strumenti internazionali in materia di diritti umani,
– vista la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti del 10 dicembre 1984, di cui Cuba è Stato parte,
– visti la Costituzione cubana e il relativo codice penale,
– visto il piano d'azione dell'UE per i diritti umani e la democrazia per il periodo 2020-2024,
– vista la risoluzione 2506 (2023) dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa del 22 giugno 2023, dal titolo "Political consequences of the Russian Federation's war of aggression against Ukraine" (Conseguenze politiche della guerra di aggressione della Federazione russa contro l'Ucraina),
– vista la relazione n. 83/23 della Commissione interamericana dei diritti dell'uomo (IACHR) del 9 giugno 2023 sul caso 14.196, dal titolo "Admissibility and merits report (publication) – Oswaldo José Payá Sardiñas et al. – Cuba" (Relazione sulla ricevibilità e sul merito (pubblicazione) – Oswaldo José Payá Sardiñas et al. – Cuba),
– vista la relazione del 6 agosto 2021 del gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulle detenzioni arbitrarie,
– vista la definizione di "organizzazione della società civile" nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea,
– visto il documento ARES (2021) 2474104 del vicedirettore esecutivo del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) per le Americhe,
– visti gli orientamenti dell'UE sui difensori dei diritti umani,
– viste le relazioni di organizzazioni per i diritti umani come Human Rights Watch, Human Rights Foundation e Prisoners Defenders,
– visto il capitolo IV.B della relazione annuale 2020 della IACHR, dedicato a Cuba,
– vista la comunicazione del 6 novembre 2019 all'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani da parte del relatore speciale sulle forme contemporanee di schiavitù, comprese le sue cause e le sue conseguenze, e del relatore speciale sulla tratta di persone, in particolare donne e bambini, sulle brigate mediche cubane,
– viste le conclusioni del più recente esame periodico universale su Cuba, del 2018, sulle brigate mediche cubane,
– visto l'articolo 132, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,
A. considerando che, nella sua risoluzione del 5 luglio 2017(2), il Parlamento ha dato la sua approvazione all'ADPC, includendo chiare condizioni legate al miglioramento dei diritti umani e della democrazia a Cuba nei considerando H, I, J, L e T e nei paragrafi 7, 8, 9, 10 e 12; che, durante il terzo dialogo formale con Cuba sui diritti umani del 26 febbraio 2021, l'UE ha ricordato la necessità di rispettare gli obblighi internazionali in materia di diritti umani; che il processo di ratifica non è stato pienamente completato e l'accordo si applica in via provvisoria;
B. considerando che qualsiasi dialogo politico deve includere una partecipazione diretta e intensa di rappresentanti della società civile indipendente e di tutti i soggetti politici dell'opposizione, senza alcuna limitazione, come precisato all'articolo 36 dell'ADPC; che il Parlamento ha ripetutamente condannato le violazioni dei diritti umani a Cuba, sottolineando le violazioni delle disposizioni di cui all'articolo 1, paragrafo 5, all'articolo 2, lettera c), agli articoli 5 e 22 nonché all'articolo 43, paragrafo 2, dell'ADPC, in cui il governo cubano si è impegnato a rispettare i diritti umani;
C. considerando che il Parlamento ha ricordato ripetutamente al SEAE che la partecipazione di rappresentanti della società civile ai dialoghi politici e ai progetti di cooperazione nel quadro dell'ADPC costituisce una parte essenziale dell'accordo e che è opportuno porre immediatamente rimedio all'esclusione dei rappresentanti della società civile dai fondi per la cooperazione e/o dalla partecipazione all'accordo, mentre al contrario la partecipazione e l'accesso ai fondi di cooperazione sono consentiti esclusivamente alle imprese partecipate o controllate dallo Stato, come è avvenuto sin dalla firma dell'accordo;
D. considerando che l'ADPC include una "clausola sui diritti umani", che costituisce un elemento standard essenziale degli accordi internazionali dell'UE, in virtù della quale è consentita la sospensione dell'ADPC in caso di violazione delle disposizioni in materia di diritti umani, come stabilito al paragrafo 11 della risoluzione del Parlamento del 5 luglio 2017 che approva l'ADPC;
E. considerando che l'approvazione dell'ADPC da parte del Parlamento era collegata all'impegno della Commissione e del SEAE di garantire l'istituzione di uno scambio regolare con il Parlamento sull'applicazione dell'accordo e sull'adempimento degli obblighi reciproci in esso contenuti, in particolare quelli relativi all'attuazione di tutte le disposizioni in materia di diritti umani; che il Parlamento ha inoltre chiesto al SEAE di fare tutto il possibile per monitorare attentamente la situazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali a Cuba in sede di applicazione dell'ADPC;
F. considerando che il regime comunista gradualmente imposto a Cuba esclude qualsiasi prospettiva di cambiamento democratico, in quanto l'articolo 5 della Costituzione cubana afferma che il "Partito comunista di Cuba, unico, martiano, fidelista e marxista- leninista" è la forza politica dirigente superiore della società e dello Stato, mentre gli articoli 4 e 229 definiscono l'attuale sistema politico come irreversibile;
G. considerando che gli articoli da 72 a 84 del codice penale cubano contengono la definizione di "stato di pericolo" e "misure di sicurezza pre-penali", in virtù delle quali migliaia di persone sono condannate ogni anno a una pena detentiva compresa tra uno e quattro anni, senza che vi sia alcun reato imputabile, più di 8 000 persone sono state incarcerate e oltre 2 500 sono state condannate ai lavori forzati senza internamento;
H. considerando che l'UE offre un modello socioeconomico e sociopolitico basato sul perseguimento di una società democratica e della sostenibilità economica e sociale; che il Parlamento ha ripetutamente chiesto l'adozione di riforme a Cuba, cosa che, nel contesto dell'attuale crisi economica, sociale e dei diritti umani, è più che mai necessaria;
I. considerando che il Parlamento ha conferito il premio Sacharov per la libertà di pensiero ad attivisti cubani in tre occasioni: a Oswaldo Payá nel 2002, alle Damas de Blanco (Donne in bianco) nel 2005 e a Guillermo Fariñas nel 2010; che i vincitori del premio Sacharov e i loro familiari sono regolarmente sottoposti a molestie e intimidazioni e che viene loro impedito di lasciare il paese e di partecipare a eventi internazionali;
J. considerando che la relazione n. 83/23 della IACHR sul caso 14.196 conclude che lo Stato cubano è direttamente responsabile della morte di Oswaldo Payá e Harold Cepero; che la relazione ricorda altresì che la IACHR ha individuato che le violazioni dei diritti alla libertà di espressione e di associazione sono state istituzionalizzate "sotto forma di una politica dello Stato cubano volta a prevenire qualsiasi posizione critica contraria al regime o alla situazione politica, lavorativa, educativa, ecc.";
K. considerando che, in sede di valutazione della situazione dei diritti umani a Cuba nella sua relazione annuale 2022, la IACHR ha deciso di includere un capitolo speciale su Cuba (capitolo IV.B); che, secondo la IACHR, la situazione sull'isola si configura come una grave violazione degli elementi e delle istituzioni fondamentali della democrazia rappresentativa previsti dalla Carta democratica interamericana; che la IACHR reputa tali elementi e tali istituzioni essenziali per la difesa dei diritti umani; che la IACHR riconosce che il regime cubano ha commesso massicce, gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani garantiti dalla Dichiarazione americana sui diritti e doveri dell'uomo, dalla Convenzione americana sui diritti dell'uomo e da altri strumenti applicabili in materia di diritti umani;
L. considerando che a Cuba non è stato fatto alcun progresso concreto per quanto riguarda i principi e gli obiettivi generali perseguiti dall'accordo per migliorare la situazione dei diritti umani e che, al contrario, il regime cubano ha intensificato la repressione e le violazioni dei diritti umani e del diritto del lavoro, anche aumentando il numero di prigionieri politici; che l'ADPC non ha raggiunto il suo obiettivo primario di migliorare le libertà fondamentali a Cuba;
M. considerando che il regime cubano ha approfondito le sue relazioni con il regime di Putin sin dall'inizio della guerra di aggressione illegale, ingiustificata e non provocata della Russia contro l'Ucraina; che Cuba non ha appoggiato nessuna risoluzione delle Nazioni Unite sull'aggressione russa contro l'Ucraina e ha elogiato l'annessione di numerose province ucraine; che le autorità bielorusse e cubane hanno annunciato che il personale militare dell'isola riceverà una formazione in Bielorussia, l'alleato più coinvolto nell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia e con cui l'Avana sta rafforzando i suoi legami politici ed economici; che, durante la sua visita a Mosca nel giugno 2023, il ministro delle Forze armate rivoluzionarie di Cuba, Álvaro López Miera, ha dichiarato che l'espansione della NATO fino ai confini russi ha indotto la Russia a intraprendere la sua "operazione militare speciale" e che, in tale contesto, la Russia sta svolgendo un ruolo chiave nella lotta contro l'espansione del fascismo in Europa;
N. considerando che, nella sua risoluzione del 22 giugno 2023, l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa riconosce Cuba come alleato del regime di Putin e invita i parlamenti degli Stati membri del Consiglio d'Europa a ritirarsi dall'attesa ratifica dell'accordo di libero scambio tra l'Unione europea e la Repubblica di Cuba (ADPC);
O. considerando che le organizzazioni per i diritti umani continuano a documentare la repressione in corso nei confronti dei diritti alla libertà di espressione, di riunione pacifica e di associazione nel paese e che le autorità cubane soffocano le voci dissenzienti e prendono di mira i difensori dei diritti umani; che, al 31 maggio 2023, a Cuba vi erano in totale 1 037 prigionieri politici e prigionieri di coscienza, tra cui 35 minori;
P. considerando che la situazione dei diritti umani a Cuba è allarmante, in particolare per i dissidenti e le popolazioni vulnerabili, come le donne, le persone di origine africana e la comunità LGBTIQ+; che si è registrato un aumento dei casi di femminicidio a Cuba;
Q. considerando che il regime cubano imputa all'embargo statunitense tutti i problemi economici dell'isola, mentre i livelli di povertà a Cuba non sono altro che il risultato del fallimento totale del suo sistema economico e produttivo; che il regime cubano usa la situazione economica come pretesto per i suoi abusi e come mezzo per ottenere il sostegno di governi stranieri i quali altrimenti potrebbero essere propensi a condannare più energicamente le pratiche repressive del paese;
R. considerando che le vessazioni e la repressione perpetrate dal regime cubano sono da tempo caratterizzate da leggi restrittive, una sorveglianza costante e tattiche di censura e intimidazione, con stratagemmi sempre più numerosi per controllare i diritti alla libertà di espressione e di riunione pacifica, mentre le persone che difendono i diritti umani devono far fronte a processi iniqui, detenzioni arbitrarie e accuse penali false e abusive; che, secondo la relazione 2021 del Comitato delle Nazioni Unite sulle sparizioni forzate, nel 2021 Cuba ha ricevuto il maggior numero di richieste di intervento urgenti in relazione alle sparizioni forzate rispetto a qualsiasi altro paese del mondo e si colloca al terzo posto per il numero complessivo di tali richieste dal 2012;
S. considerando che l'11 luglio 2021 si sono svolte le più grandi proteste a Cuba dal "Maleconazo" del 1994; che numerosi manifestanti sono detenuti a Cuba sin dalle proteste del luglio 2021, tra cui giornalisti, numerosi oppositori del governo, attivisti per i diritti umani, artisti e giovani;
T. considerando che le autorità cubane non hanno consentito ai diplomatici dell'UE o degli Stati membri, agli organi di informazione internazionali o alle organizzazioni per i diritti umani di monitorare i processi delle persone detenute durante le proteste dell'11 luglio 2021; che oltre 100 civili cubani che hanno preso parte alle proteste dell'11 luglio 2021, non legati al servizio o alla funzione militare, sono stati processati da tribunali militari, in violazione del diritto internazionale, e hanno ricevuto condanne che vanno da 2 a 22 anni di carcere;
U. considerando che le persone imprigionate arbitrariamente sono sottoposte a un isolamento continuo, che comprende la permanenza in celle di punizione, torture crudeli e trattamenti inumani senza accesso ai propri avvocati o a cure mediche adeguate, il che mette in pericolo la loro vita; che alcune di esse sono detenute in carceri molto lontane dalle loro abitazioni, il che impedisce ai familiari di fare loro visita; che a Cuba, da quanto riportato, sarebbero sottoposti a torture oltre 1 000 prigionieri politici, tra cui minori, giovani e donne; che l'organizzazione Prisoners Defenders ha documentato, in una relazione del 30 maggio 2023, 181 casi di tortura sistematica tra prigionieri politici a Cuba;
V. considerando che nell'ottobre 2020 il gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha concluso che le detenzioni arbitrarie avvenute negli ultimi decenni a Cuba non sono casi isolati, ma piuttosto rientrano in "una pratica sistematica [...] alla quale [...] le autorità cubane partecipano da decenni";
W. considerando che le lettere del relatore speciale sulle forme contemporanee di schiavitù, comprese le sue cause e conseguenze, e del relatore speciale sulla tratta di esseri umani, in particolare donne e bambini, delle Nazioni Unite, di Human Rights Watch, della Fondazione per i diritti umani e di altre organizzazioni hanno denunciato il fatto che civili cubani che lavorano all'estero sono soggetti a tratta di esseri umani a causa di leggi e regolamenti intrinsecamente coercitivi di libertà fondamentali molto esplicite, come l'articolo 176 del codice penale sulla legge sulla migrazione, la risoluzione MINCEX 368 del 2020 e altri; che il governo cubano vieta ai lavoratori etichettati come disertori e non desiderabili di ritornare a Cuba per otto anni ai sensi della legge sulla migrazione e li classifica come "emigrati", per cui perdono tutte le tutele di cittadinanza, i diritti e qualsiasi proprietà e non sono autorizzati a visitare i propri figli o familiari a Cuba;
X. considerando che José Daniel Ferrer si trova in carcere solo a causa delle sue convinzioni e dell'esercizio pacifico dei suoi diritti umani; che le sue condizioni di salute sono precarie; che Luis Manuel Otero Alcántara e Maykel "Osorbo" Castillo Pérez sono solo alcuni esempi delle centinaia di cubani che devono affrontare l'ingiustizia e la repressione per mano del proprio stesso governo; che, in occasione della sua 87a, 88a e 89a sessione, il gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria si è pronunciato su nove casi contro Cuba, tra cui quelli di Ferrer (appartenente al gruppo dei 75, arrestato per il suo coinvolgimento nelle proteste dell'11 luglio 2021) e di Aymara Nieto (appartenente alle Donne in bianco, incarcerata per più di cinque anni senza motivo);
Y. considerando che il 26 giugno 2023 il vincitore del premio Sacharov Guillermo Fariñas ha avviato un nuovo sciopero della fame per chiedere il rilascio incondizionato di tutti i prigionieri politici sull'isola;
Z. considerando che il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR), Josep Borrell, si è recato a Cuba il 25 maggio 2023 per rappresentare l'Unione europea alla terza riunione congiunta del Consiglio; che questa visita ha rappresentato un'occasione per riaprire il dialogo politico tra l'UE e Cuba e per porre la situazione dei diritti umani a Cuba al centro della discussione; che il VP/AR ha deliberatamente trascurato di incontrare organizzazioni della società civile credibili e indipendenti, nonché prigionieri politici e/o loro familiari;
AA. considerando che, durante la sua visita, il VP/AR Borrell ha dichiarato pubblicamente che l'UE non ha "né la capacità né la volontà" di imporre cambiamenti politici sull'isola;
AB. considerando che, nonostante anni di insistenza sulla necessità di visitare l'isola, le autorità cubane rifiutano sistematicamente di accordare l'ingresso a Cuba alle commissioni ufficiali, alle delegazioni e ad alcuni gruppi politici del Parlamento europeo, a organizzazioni internazionali per i diritti umani e ad altri osservatori indipendenti della situazione dei diritti umani, compresi i relatori speciali delle Nazioni Unite;
1. ricorda che l'ADPC sottolinea che "il rispetto e la promozione dei principi democratici, il rispetto di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali enunciati nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, negli strumenti internazionali fondamentali in materia di diritti umani e nei loro protocolli facoltativi applicabili alle parti, nonché il rispetto dello Stato di diritto, costituiscono un elemento essenziale del presente accordo", eppure il regime cubano ignora e viola costantemente tali principi e diritti da decenni e tali violazioni sono aumentate negli ultimi tempi; conferma che, nonostante il tempo trascorso dall'entrata in vigore dell'ADPC, la mancanza di democrazia e libertà a Cuba non è affatto migliorata; osserva che, al contrario, la situazione dei diritti umani sull'isola si è ulteriormente aggravata e deteriorata, in palese e sistematica violazione delle disposizioni di base dell'accordo di dialogo politico e di cooperazione;
2. sottolinea l'obbligo per tutte le parti di conformarsi alle disposizioni vincolanti dell'ADPC e di rispettare il principio dell'universalità dei diritti umani; deplora che, nonostante l'adozione dell'accordo di dialogo politico e di cooperazione, la situazione relativa alla democrazia e ai diritti umani a Cuba sia peggiorata; ricorda che l'ADPC contiene una cosiddetta "clausola relativa ai diritti umani", un elemento standard essenziale degli accordi internazionali dell'UE che consente di sospendere l'accordo in caso di violazioni delle disposizioni in materia di diritti umani;
3. condanna con la massima fermezza le violazioni e gli abusi sistematici dei diritti umani perpetrati dal regime cubano nei confronti di manifestanti, dissidenti politici, leader religiosi, attivisti per i diritti umani e artisti indipendenti, tra gli altri; esorta le autorità cubane a porre immediatamente fine alla politica di repressione; condanna la mancanza di libertà religiosa a Cuba;
4. chiede il rilascio immediato e incondizionato di tutte le persone detenute unicamente per aver esercitato i loro diritti umani, compreso il diritto alla libertà di espressione e di riunione pacifica; chiede inoltre che siano ritirate le accuse penali abusive e che le persone in esilio siano autorizzate a ritornare nel loro paese;
5. condanna il ricorso alla tortura e ai maltrattamenti da parte delle autorità cubane; chiede indagini tempestive e imparziali e l'accesso immediato dei detenuti a cure mediche di loro scelta, nonché l'accesso alle loro famiglie;
6. ribadisce il suo appello per il diritto a un processo equo e per l'indipendenza della magistratura e affinché sia garantito che le persone private della loro libertà abbiano accesso a un avvocato indipendente;
7. chiede che lo Stato di Cuba tuteli i diritti umani e garantisca il diritto di riunione pacifica e la libertà di espressione, senza discriminazioni fondate sulle opinioni politiche; invita le autorità cubane a porre immediatamente fine alla loro ampia censura nei confronti dei media e al loro controllo su Internet; chiede che i diritti alla libertà di espressione, di stampa e di riunione siano rispettati dalle autorità cubane; invita le autorità cubane ad ascoltare le voci dei suoi cittadini e ad avviare un dialogo nazionale inclusivo per promuovere i processi di modernizzazione e democratizzazione del paese;
8. evidenzia il ruolo chiave svolto dalla società civile, dai difensori dei diritti umani, dai giornalisti e dai leader religiosi a Cuba e invita la Commissione e gli Stati membri a fornire sostegno a tutte le vittime di violazioni dei diritti umani e detenzioni arbitrarie nel paese;
9. ribadisce il suo sostegno fermo e incondizionato al popolo cubano, a tutti i difensori dei diritti umani a Cuba e alla loro encomiabile dedizione alle libertà negate da decenni dal regime cubano;
10. chiede che le autorità cubane concedano l'accesso a una delegazione del Parlamento europeo, dell'UE e degli Stati membri e a organizzazioni indipendenti per i diritti umani per consentire loro di monitorare i processi ed effettuare visite nelle carceri alle centinaia di attivisti e cittadini cubani comuni che rimangono detenuti per aver esercitato il loro diritto alla libertà di espressione e di riunione;
11. sottolinea che la crisi dei diritti umani a Cuba deve essere accompagnata da una risposta proporzionata da parte dell'UE e degli Stati membri volta ad affrontare la portata e la gravità della situazione; ribadisce il suo invito agli Stati membri, al SEAE e alla sua delegazione a Cuba a condannare fermamente e pubblicamente la politica repressiva del regime cubano e ad aumentare il loro sostegno a favore dei rappresentanti di una società civile autentica e indipendente, compresi i vincitori del premio Sacharov;
12. deplora che il VP/AR non abbia approfittato della sua presenza nel paese per incontrare rappresentanti indipendenti della società civile, prigionieri politici o loro familiari, il che rende la visita un'opportunità mancata; si rammarica profondamente che il VP/AR abbia perso l'opportunità di sostenere la democrazia attraverso la società civile cubana e i prigionieri politici e di inviare un messaggio chiaro in merito alle preoccupazioni dell'UE sulle violazioni dei diritti umani a Cuba; deplora l'effetto controproducente di dare al regime cubano una facciata di rispettabilità al quale ha contribuito la sua visita; ricorda che qualsiasi dialogo tra l'UE e la società civile cubana e le opportunità di finanziamento devono includere solo le organizzazioni indipendenti della società civile, non le ONG finanziate e tollerate dal regime, in quanto il sostegno a queste ultime equivale, in ultima analisi, a finanziare lo stesso regime che limita le libertà fondamentali collettive del popolo cubano; deplora profondamente l'osservazione del VP/AR Borrell, durante la sua visita a Cuba, secondo cui l'UE "non ha né la capacità né la volontà di imporre cambiamenti a Cuba", sebbene uno degli obiettivi principali dell'ADPC sia quello di migliorare le libertà fondamentali e il tenore di vita dei cittadini cubani;
13. deplora che, dopo la firma dell'ADPC, il SEAE abbia accettato la decisione del regime cubano di escludere le organizzazioni indipendenti della società civile dalla partecipazione a tutti i seminari della società civile UE-Cuba in qualità di parti interessate nello sviluppo del dialogo a titolo dell'accordo(3), il che priva l'accordo di una parte essenziale del suo scopo e contravviene alla volontà del Parlamento europeo e degli Stati membri dell'UE che l'hanno firmato;
14. ribadisce il suo appello affinché l'UE attivi l'articolo 85, paragrafo 3, lettera b), dell'ADPC per richiedere una riunione immediata del comitato misto a causa delle violazioni dell'accordo da parte del governo cubano, che costituiscono un "caso particolarmente urgente" che può portare alla sospensione dell'accordo, in particolare per le continue, gravi e sostanziali violazioni dei principi democratici e per la mancanza di rispetto di tutti i diritti umani di base e delle libertà fondamentali quali stabiliti nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, che sono un elemento essenziale dell'accordo, come sancito dall'articolo 1, paragrafo 5, e a causa dell'inazione nell'affrontare tali violazioni nonostante i numerosi appelli in tal senso;
15. ribadisce il suo invito al Consiglio ad applicare le disposizioni del regime globale di sanzioni dell'UE in materia di diritti umani (legge Magnitsky dell'UE) e ad adottare sanzioni nei confronti dei responsabili delle persistenti violazioni dei diritti umani a Cuba, cominciando con sanzioni nei confronti di Miguel Díaz-Canel, in quanto figura di primo piano nella catena di comando delle forze di sicurezza cubane, insieme ad altri alti funzionari del governo cubano;
16. evidenzia che il prossimo vertice tra l'UE e la Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici rappresenta un'occasione per difendere i principi dello Stato di diritto, della democrazia e dei diritti umani, e invita tutti i partecipanti a rispettare tali principi; sottolinea che ciò non sarà possibile senza un coinvolgimento realmente trasparente, totale e significativo della società civile indipendente; ritiene che i regimi autocratici non dovrebbero partecipare a tali vertici tra paesi che condividono valori democratici e rispettano i diritti umani; invita i partecipanti al vertice a rilasciare una dichiarazione che chieda il dovuto rispetto dei diritti umani in entrambe le regioni, prestando particolare attenzione al mancato rispetto della democrazia e delle libertà fondamentali a Cuba;
17. condanna il sostegno del regime cubano alla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina e la sua difesa della Russia e della Bielorussia; ricorda le dichiarazioni del VP/AR secondo cui non sostenere l'Ucraina contro l'aggressione russa avrebbe dato luogo a ripercussioni e deplora il fatto che tali dichiarazioni si siano dimostrate puramente retoriche e non siano state accompagnate da conseguenze concrete;
18. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al governo e all'Assemblea nazionale del potere popolare di Cuba, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, alla Commissione, al rappresentante speciale dell'UE per i diritti umani, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, all'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani e ai governi degli Stati membri della Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici.
Risoluzione legislativa del Parlamento europeo del 5 luglio 2017 sul progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione, a nome dell'Unione, dell'accordo di dialogo politico e di cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Cuba, dall'altra (GU C 334 del 19.9.2018, pag. 99).