Risoluzione del Parlamento europeo del 12 luglio 2023 sulla relazione 2022 della Commissione sulla Bosnia-Erzegovina (2022/2200(INI))
Il Parlamento europeo,
– visto l'accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Bosnia-Erzegovina, dall'altra(1),
– visto il regolamento (UE) 2021/1529 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 settembre 2021, che istituisce uno strumento di assistenza preadesione (IPA III)(2),
– visti i risultati della prima e della seconda riunione del comitato parlamentare di stabilizzazione e di associazione UE-Bosnia-Erzegovina, tenutesi rispettivamente il 5 e 6 novembre 2015 e il 17 giugno 2021,
– vista la domanda di adesione all'UE presentata dalla Bosnia-Erzegovina il 15 febbraio 2016,
– viste le dichiarazioni dei vertici UE-Balcani occidentali del 17 maggio 2018 a Sofia, del 6 maggio 2020 a Zagabria, del 6 ottobre 2021 a Brdo pri Kranju e del 6 dicembre 2022 a Tirana,
– visto il vertice di Sofia del 10 novembre 2020, comprese la dichiarazione sul mercato regionale comune e la dichiarazione sull'agenda verde per i Balcani occidentali,
– visti i risultati del nono vertice del processo di Berlino del 3 novembre 2022,
– vista la decisione (UE) 2021/1923 del Consiglio, del 4 novembre 2021, relativa a una misura di assistenza nell'ambito dello strumento europeo per la pace a sostegno dello sviluppo di capacità per le forze armate della Bosnia-Erzegovina(3),
– vista la decisione (UE) 2022/2353 del Consiglio, del 1° dicembre 2022, relativa a una misura di assistenza nell'ambito dello strumento europeo per la pace volta a rafforzare le capacità per le forze armate della Bosnia-Erzegovina(4),
– viste le conclusioni del Consiglio europeo del 24 e 25 marzo 2022,
– viste le conclusioni del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno 2022 sull'Ucraina, sui Balcani occidentali, sulle domande di adesione all'UE dell'Ucraina, della Repubblica di Moldova e della Georgia e sulle relazioni esterne,
– viste le conclusioni del Consiglio europeo del 15 dicembre 2022 che concedono alla Bosnia-Erzegovina lo status di paese candidato all'adesione all'UE,
– viste la comunicazione della Commissione del 29 maggio 2019, dal titolo "Parere della Commissione sulla domanda di adesione della Bosnia-Erzegovina all'UE" (COM(2019)0261), e la relazione analitica che la accompagna (SWD(2019)0222),
– vista la comunicazione della Commissione del 5 febbraio 2020, dal titolo "Rafforzare il processo di adesione – Una prospettiva europea credibile per i Balcani occidentali" (COM(2020)0057),
– vista la comunicazione della Commissione del 29 aprile 2020, dal titolo "Aiutare i Balcani occidentali ad affrontare la COVID-19 e sostenere la ripresa nel periodo post-pandemia – Contributo della Commissione in previsione della riunione del 6 maggio 2020 fra i leader dell'UE e dei Balcani occidentali" (COM(2020)0315),
– vista la comunicazione della Commissione del 6 ottobre 2020, dal titolo "Un piano economico e di investimenti per i Balcani occidentali" (COM(2020)0641),
– vista la comunicazione della Commissione del 12 ottobre 2022, dal titolo "Comunicazione 2022 sulla politica di allargamento dell'UE" (COM(2022)0528),
– visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione del 12 ottobre 2022, dal titolo "Bosnia and Herzegovina 2022 Report" (Relazione 2022 sulla Bosnia-Erzegovina) (SWD(2022)0336),
– vista la comunicazione della Commissione del 14 aprile 2021 sulla strategia dell'UE per la lotta alla criminalità organizzata 2021-2025 (COM(2021)0170),
– vista la comunicazione della Commissione del 7 ottobre 2020, dal titolo "Un'Unione dell'uguaglianza: quadro strategico dell'UE per l'uguaglianza, l'inclusione e la partecipazione dei Rom" (COM(2020)0620),
– vista la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità,
– vista la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza,
– vista la Convenzione sulla valutazione dell'impatto sull'ambiente in un contesto transfrontaliero, approvata il 25 febbraio 1991,
– vista la Convenzione dell'Unesco, del 20 ottobre 2005, sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali,
– vista la convenzione dell'Unesco, del 17 ottobre 2003, per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale,
– vista la bussola strategica per la sicurezza e la difesa approvata dal Consiglio il 21 marzo 2022,
– viste la relazione speciale n. 01/2022 della Corte dei conti europea, del 10 gennaio 2022, dal titolo "Sostegno dell'UE allo Stato di diritto nei Balcani occidentali: nonostante gli sforzi, permangono problemi fondamentali", e la relazione speciale n. 09/2021 della Corte dei conti europea, del 3 giugno 2021, dal titolo "La disinformazione nell'UE: combattuta ma non vinta",
– vista la relazione degli esperti del 5 dicembre 2019 sulle questioni relative allo Stato di diritto in Bosnia-Erzegovina,
– visti il parere della Commissione di Venezia dell'11 marzo 2005 sulla situazione costituzionale in Bosnia-Erzegovina e i poteri dell'alto rappresentante e le sue successive raccomandazioni riguardo a questioni costituzionali in Bosnia-Erzegovina,
– vista la raccolta di pareri e relazioni della Commissione di Venezia del 14 dicembre 2020 sulla stabilità della legge elettorale,
– viste le sentenze pertinenti della Corte europea dei diritti dell'uomo in cui quest'ultima si è pronunciata a favore dei ricorrenti, tra cui Azra Zornić(5) e Dervo Sejdić e Jakob Finci(6),
– visto l'accordo di Mostar, firmato il 17 giugno 2020, sullo svolgimento delle elezioni a Mostar,
– visto l'accordo politico del 12 giugno 2022 sui principi per garantire una Bosnia-Erzegovina funzionale che progredisca nel suo percorso europeo,
– visto l'indice di percezione della corruzione di Transparency International del 2022, che colloca la Bosnia-Erzegovina al 110° posto su 180 paesi,
– viste la 62a relazione dell'alto rappresentante per l'attuazione dell'accordo di pace sulla Bosnia-Erzegovina al Segretario generale delle Nazioni Unite, del 2 novembre 2022, e le relazioni precedenti,
– vista la risoluzione 2658 (2022) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, del 2 novembre 2022, che proroga il mandato della forza dell'UE in Bosnia-Erzegovina (EUFOR) fino al 2 novembre 2023,
– viste la riunione del Consiglio del Nord Atlantico svoltasi a Madrid il 29 giugno 2022 e la dichiarazione adottata al vertice della NATO di Madrid,
– vista la riunione dei ministri della Difesa della NATO del 14 e 15 febbraio 2023,
– visto l'accordo di pace di Dayton, che stabilisce il mandato della missione dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) in Bosnia-Erzegovina,
– viste la Costituzione della Bosnia-Erzegovina, che afferma che il paese ha tre lingue ufficiali, e le Costituzioni dell'entità "Federazione della Bosnia-Erzegovina" e dell'entità "Republika Srpska",
– vista la sua risoluzione del 9 luglio 2015 sulla commemorazione dei fatti di Srebrenica(7),
– vista la sua risoluzione del 17 dicembre 2015 sul 20° anniversario dell'accordo di pace di Dayton(8),
– vista la sua raccomandazione del 19 giugno 2020 al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza concernente i Balcani occidentali, a seguito del vertice del 2020(9),
– vista la sua risoluzione del 15 dicembre 2021 sulla cooperazione in materia di contrasto alla criminalità organizzata nei Balcani occidentali(10),
– vista la sua raccomandazione al Consiglio e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, dell'8 giugno 2022, sulla politica estera, di sicurezza e di difesa dell'Unione europea dopo la guerra di aggressione contro l'Ucraina da parte della Russia(11),
– vista la sua raccomandazione al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 23 novembre 2022, concernente la nuova strategia dell'UE in materia di allargamento(12),
– viste le sue precedenti risoluzioni sulla Bosnia-Erzegovina,
– visto l'articolo 54 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A9-0229/2023),
A. considerando che l'allargamento è lo strumento di politica estera più efficace dell'UE, è una delle politiche di maggior successo dell'Unione e rappresenta un investimento geostrategico in una pace duratura, nella democrazia, nella prosperità nonché nella stabilità e nella sicurezza di tutto il continente; che la politica di allargamento incentiva e incoraggia la promozione dei valori fondamentali dell'UE;
B. considerando che l'UE deve tenere fede alle sue promesse e che i leader politici dei paesi candidati devono dar prova di reale volontà politica per quanto riguarda i processi di riforma; che i ripetuti rinvii nel processo di adesione e la mancanza di una reale volontà politica da parte dei leader politici dei paesi candidati hanno notevolmente ridotto la sua efficacia e il sostegno dei cittadini all'adesione all'UE;
C. considerando che la guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina ha compromesso la sicurezza e la stabilità nel continente europeo, ha dimostrato l'imperativo strategico dell'integrazione dell'UE e ha ulteriormente sottolineato l'importanza dell'allineamento alla politica estera e di sicurezza comune (PESC) nei paesi candidati; che la guerra ha impresso un nuovo slancio all'allargamento, inducendo l'UE a compiere progressi attesi da tempo a favore dei paesi dei Balcani occidentali;
D. considerando che ciascun paese dell'allargamento dovrebbe essere valutato per i suoi meriti, con particolare attenzione alle riforme fondamentali, sulla base dei criteri di Copenaghen in materia di Stato di diritto, diritti fondamentali, norme democratiche, indipendenza del potere giudiziario, diritti delle minoranze e libertà dei media;
E. considerando che il futuro dei paesi dei Balcani occidentali è nell'Unione europea; che l'ampia maggioranza della popolazione della Bosnia-Erzegovina aspira all'integrazione euro-atlantica per una pace, una stabilità, una democrazia e una prosperità sostenibili;
F. considerando che alla Bosnia-Erzegovina è stato concesso lo status di paese candidato all'adesione all'UE; che i suoi ulteriori progressi verso l'adesione all'UE dipendono dall'adempimento delle 14 priorità fondamentali individuate nel parere della Commissione relativo alla domanda di adesione del paese all'UE; che il Consiglio ha invitato la leadership della Bosnia-Erzegovina a finalizzare urgentemente le riforme costituzionali ed elettorali;
G. considerando che il progresso della Bosnia-Erzegovina verso l'adesione all'UE richiede un'autentica riconciliazione, basata sulla diversità e il carattere multiculturale del paese e delle sue entità, sul rispetto della sua unità, sovranità e integrità territoriale, sulla parità di diritti e sulla non discriminazione per tutti i cittadini, in linea con le norme e i valori dell'UE;
H. considerando che, a oltre 25 anni dalla fine della guerra, il paese si trova ancora ad affrontare profonde divisioni promosse dalle élite politiche, tentativi secessionisti della leadership dell'entità della Republika Srpska e sfide in materia di Stato di diritto, governance, rendicontabilità, libertà di espressione e dei media, nonché corruzione, che inducono migliaia di cittadini ad abbandonare il paese ogni anno; che, in Bosnia-Erzegovina, la discriminazione fondata sull'etnia, sul genere e sull'orientamento sessuale e la tutela dei diritti delle minoranze continuano a rappresentare una sfida;
I. considerando che il 18 marzo 2022 il Consiglio ha adottato la decisione (PESC) 2022/450(13), che proroga l'attuale quadro di sanzioni per gli individui che minano la sovranità, l'integrità territoriale e l'ordine costituzionale della Bosnia-Erzegovina o dell'accordo di pace di Dayton;
J. considerando che il 23 marzo 2023 l'Assemblea nazionale della Republika Srpska ha adottato modifiche al codice penale della Republika Srpska, reintroducendo sanzioni penali per il reato di diffamazione, e che il Presidente dell'entità della Republika Srpska, Milorad Dodik, ha annunciato di voler introdurre una legge sugli "agenti stranieri";
K. considerando che l'Assemblea nazionale della Republika Srpska ha adottato, il 21 giugno 2023, una legge di modifica della legge sulla pubblicazione di leggi e altri regolamenti della Republika Srpska e, il 27 giugno 2023, una legge sulla non applicazione delle decisioni della Corte costituzionale della Bosnia-Erzegovina, compromettendo in tal modo l'integrità della Corte costituzionale e della Costituzione della Bosnia-Erzegovina;
L. considerando che l'UE è il principale partner commerciale e di investimento della Bosnia-Erzegovina e il suo principale fornitore di assistenza finanziaria, in particolare attraverso lo strumento di assistenza preadesione (IPA III), nonché il piano economico e di investimenti per i Balcani occidentali e l'assistenza macrofinanziaria;
M. considerando che gli attori responsabili di ingerenze straniere dirette e indirette e di disinformazione malevoli mirano a seminare discordia, violenza e tensioni interetniche e a destabilizzare la Bosnia-Erzegovina e l'intera regione dei Balcani occidentali, in particolare nel contesto della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina; che tali azioni mirano a presentare l'UE come un partner inaffidabile e poco partecipe per i Balcani occidentali;
Impegno a favore dell'adesione all'UE
1. accoglie con favore la decisione del Consiglio europeo di concedere lo status di paese candidato alla Bosnia-Erzegovina nel contesto del nuovo panorama geopolitico, a condizione che siano intraprese azioni volte a rafforzare la disponibilità del paese a intraprendere negoziati di adesione; ribadisce il suo chiaro sostegno all'integrazione della Bosnia-Erzegovina nell'UE, fondata sull'unità, sulla sovranità e sull'integrità territoriale;
2. riconosce l'importanza dei Balcani occidentali nella politica di allargamento dell'UE ed esorta quest'ultima ad accelerare il processo di adesione della Bosnia-Erzegovina, sulla base dei meriti del paese;
3. plaude alla rapida attuazione dei risultati delle elezioni generali tenutesi nell'ottobre 2022, alla nomina di un nuovo governo a livello statale, alla sottoscrizione di un programma di coalizione e alla ripresa del processo decisionale politico; accoglie con favore la nomina del Presidente e dei due vicepresidenti della Federazione della Bosnia-Erzegovina e la formazione di governi a livello della Federazione della Bosnia-Erzegovina e dei suoi cantoni; deplora i blocchi politici che ne hanno ostacolato il completamento, che avrebbero dovuto essere superati dagli attori nazionali; prende atto dell'intervento dell'alto rappresentante per sbloccare la situazione di stallo politico; sottolinea l'importanza di disporre di autorità a tutti i livelli per portare avanti con successo i processi di riforma necessari per compiere progressi nel cammino verso l'UE;
4. incoraggia tutte le autorità politiche a sfruttare lo slancio attuale per compiere progressi significativi nell'attuazione delle 14 priorità chiave in linea con le aspirazioni di tutti i cittadini, nel rispetto della responsabilità delle istituzioni nonché della qualità e della trasparenza del processo; deplora il fatto che, dal 2019, l'attuazione sia stata lenta; esorta tutti gli attori politici a porre fine ai blocchi istituzionali, ad astenersi da essi e a superarli, in quanto ritardano importanti processi decisionali, a evitare di ritornare a politiche ostruttive e a una retorica nazionalistica, nonché a mostrare impegno, dare priorità e compiere progressi significativi per quanto riguarda le necessarie riforme connesse all'UE, portando avanti le misure delineate nella raccomandazione della Commissione e nell'accordo politico di Bruxelles del 12 giugno 2022 sui principi per garantire una Bosnia-Erzegovina funzionale;
5. sottolinea che il percorso della Bosnia-Erzegovina verso l'adesione all'UE deve essere ancorato a istituzioni democratiche funzionanti, allo Stato di diritto, alla buona governance, alla lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata, al rispetto dei diritti fondamentali, nonché all'uguaglianza e alla non discriminazione per tutti i cittadini;
6. chiede un coordinamento, un'armonizzazione e un allineamento coerenti a livello nazionale per quanto riguarda le norme dell'UE, inclusa la loro integrazione, in tutti i settori politici, nonché una pianificazione e un monitoraggio più efficaci delle riforme attraverso il coordinamento politico e tecnico, anche mediante un programma nazionale per l'adozione dell'acquis dell'UE da parte dell'autorità competenti della Bosnia-Erzegovina senza ulteriori indugi;
7. invita la Commissione e il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) a continuare a fornire assistenza finanziaria e tecnica a favore dell'integrazione della Bosnia-Erzegovina nell'UE sulla base del merito e di una rigorosa condizionalità, a promuovere e chiedere l'assunzione di responsabilità, la trasparenza e l'inclusività dei processi di riforma, nonché a pubblicare spiegazioni dettagliate delle 14 priorità fondamentali e dei criteri di misurazione delle stesse, al fine di sensibilizzare i cittadini in merito ai vantaggi dell'integrazione nell'UE e rafforzare le capacità di monitoraggio in Bosnia-Erzegovina; chiede che la Commissione e il SEAE collaborino in maniera coordinata con le autorità della Bosnia-Erzegovina, promuovendo condizioni favorevoli all'avanzamento dell'integrazione nell'UE, nonché con i partner pertinenti; accoglie con favore, in tale contesto, la prima riunione del forum politico ad alto livello in Bosnia-Erzegovina, tenutasi a Sarajevo il 17 maggio 2023;
8. ricorda le sue preoccupazioni in merito alle accuse relative al ruolo del commissario per il Vicinato e l'allargamento; rammenta gli obblighi di integrità, discrezione e indipendenza del commissario, conformemente al codice di condotta per i membri della Commissione; esorta nuovamente la Commissione ad avviare un'indagine indipendente e imparziale per verificare se la condotta e le politiche perseguite dal commissario per il Vicinato e l'allargamento costituiscano una violazione del codice di condotta per i membri della Commissione e degli obblighi del commissario ai sensi dei trattati;
9. ribadisce il proprio sostegno ai mandati dell'Ufficio dell'Alto rappresentante per quanto riguarda gli aspetti civili, in particolare nel rafforzare la stabilità e i processi democratici in Bosnia-Erzegovina, e dell'operazione EUFOR Althea per quanto riguarda gli aspetti militari, segnatamente nel vigilare sull'attuazione dell'accordo di pace di Dayton, fino a quando il paese avrà completato l'"agenda 5+2" ponendo fine alla supervisione internazionale;
10. invita la Commissione e il SEAE a collaborare proficuamente con l'Ufficio dell'Alto rappresentante e con l'operazione EUFOR Althea, nonché a fare affidamento su di essi, al fine di mantenere la stabilità in Bosnia-Erzegovina, facilitando in tal modo gli sforzi di adesione all'UE; invita gli Stati membri dell'UE a sostenere tale dialogo e a rispondere con urgenza alle sfide poste dalla Russia alla sicurezza europea, alle crescenti tensioni in Bosnia-Erzegovina e agli atti di secessione che pregiudicano l'accordo di pace di Dayton;
11. accoglie con favore la proroga del mandato dell'operazione EUFOR Althea fino a novembre del 2023; ricorda che tale missione continua a svolgere un ruolo fondamentale per la sicurezza e la stabilità della Bosnia-Erzegovina, in particolare in termini di sminamento; plaude, in tale contesto, al monitoraggio e controllo della distruzione delle armi e delle munizioni in esubero; invita l'UE e i suoi partner internazionali a garantire la costante presenza e il futuro rinnovo del mandato dell'operazione EUFOR Althea, nonché il rafforzamento delle sue capacità, rendendola più adatta alle esigenze operative, anche in caso di minacce improvvise e qualora sia necessario reagire con breve preavviso, in particolare alla luce della recente escalation della retorica e delle politiche secessioniste da parte dei dirigenti della Republika Srpska; chiede, in tale contesto, di effettuare una valutazione approfondita della situazione della sicurezza e delle capacità sul campo e di prendere in considerazione la possibilità di dispiegare personale e capacità supplementari per l'operazione EUFOR Althea nel Distretto di Brčko;
12. accoglie con favore le attività dell'OSCE in Bosnia-Erzegovina, compresi il suo impegno a favore del controllo delle armi, della riforma del settore della sicurezza, delle indagini sui crimini di guerra e della lotta contro la tratta di esseri umani; pone in evidenza le sue attività in materia di uguaglianza di genere e il suo sostegno alla buona governance, alla riforma dei media, alla società civile, alle iniziative in materia di diritti umani e alla prevenzione dei conflitti; prende atto del dialogo tra la Bosnia-Erzegovina e l'OSCE al fine di promuovere la stabilità e la riconciliazione;
13. plaude al fatto che la Bosnia-Erzegovina sia maggiormente allineata alla PESC dell'UE; esorta un costante miglioramento e un allineamento totale a tale riguardo e chiede di evitare incoerenze nelle posizioni in materia di politica estera; esorta vivamente tutti gli attori a condannare inequivocabilmente l'invasione su larga scala dell'Ucraina da parte della Russia e a garantire l'effettiva attuazione di tutte le sanzioni mirate derivanti dall'allineamento alla PESC, in particolare nei confronti della Russia e della Bielorussia;
14. si compiace per il voto della Bosnia-Erzegovina a favore delle pertinenti risoluzioni dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite e della sospensione della Russia dal Consiglio dei diritti umani; deplora, tuttavia, la posizione filorussa della dirigenza dell'entità "Republika Srpska" e il conferimento di un'onorificenza a Vladimir Putin; condanna fermamente la visita a Mosca il 23 e 24 maggio 2023 di Milorad Dodik e Nenad Stevandić, presidente dell'Assemblea nazionale dell'entità "Republika Srpska", e i loro incontri con Vladimir Putin e altri attori politici russi di alto livello; respinge fermamente le dichiarazioni e la retorica espresse nel contesto di tale visita e rimane seriamente preoccupato per le implicazioni in termini di sicurezza dei legami con alti funzionari russi; condanna le riunioni con esponenti politici iraniani di alto livello e l'astensione nelle votazioni sull'Iran in sede di Nazioni Unite, alla luce delle gravi violazioni dei diritti umani compiute in Iran e della fornitura, da parte di quest'ultimo, di droni alla Russia nel contesto della guerra contro l'Ucraina; invita la Bosnia-Erzegovina a prendere le distanze in maniera credibile dai regimi antidemocratici;
15. sostiene fermamente l'aspirazione costante della Bosnia-Erzegovina all'integrazione euro-atlantica e all'adesione alla NATO e invita tutti gli attori politici a dare seguito a tali ambizioni con un'azione politica concreta; plaude, a tale riguardo, alla partecipazione del ministro della Difesa della Bosnia-Erzegovina al vertice NATO di Madrid del 2022; accoglie con favore l'impegno della NATO a rafforzare il sostegno su misura apportato alla Bosnia-Erzegovina per consolidarne l'integrità e la resilienza, sviluppare le sue capacità e preservare la sua indipendenza politica, nonché il pacchetto di aiuti per la Bosnia-Erzegovina; accoglie altresì con favore la decisione del Consiglio relativa a una misura di assistenza nell'ambito dello strumento europeo per la pace, per un importo pari a 10 milioni di EUR, a beneficio delle forze armate della Bosnia-Erzegovina e il contratto di cooperazione e formazione per il 2023 tra le forze armate della Bosnia-Erzegovina ed EUFOR; invita la Bosnia-Erzegovina ad adoperarsi per formare unità multietniche in seno alle forze armate della Bosnia-Erzegovina;
16. denuncia con la massima fermezza la retorica incendiaria e le leggi e politiche secessioniste ricorrenti da parte della dirigenza dell'entità "Republika Srpska", compresi la celebrazione della cosiddetta "Giornata della Republika Srpska" e altri eventi che provocano tensioni, nonché il rifiuto di dare esecuzione alle sentenze della Corte costituzionale della Bosnia-Erzegovina; denuncia la presenza di alti funzionari del governo serbo in occasione dell'incostituzionale "Giornata della Republika Srpska"; sottolinea che tali azioni destabilizzano la Bosnia-Erzegovina, compromettono l'accordo di pace di Dayton, contraddicono la prospettiva europeista della Bosnia-Erzegovina e mettono a repentaglio l'accesso ai finanziamenti dell'UE; si rammarica, in tale contesto, per la decisione del governo dell'entità "Republika Srpska" di interrompere i contatti diplomatici con i rappresentanti ufficiali del Regno Unito e degli Stati Uniti;
17. esorta le pertinenti istituzioni internazionali e dell'UE a monitorare da vicino l'evoluzione delle forze di polizia nell'entità "Republika Srpska", prestando particolare attenzione alla possibilità che vengano assolte funzioni paramilitari o militari, il che potrebbe potenzialmente creare ulteriori tensioni, minacciare la sicurezza e la stabilità in Bosnia-Erzegovina ed essere incompatibile con l'accordo di pace di Dayton;
18. condanna fermamente la dichiarazione congiunta della maggioranza al governo dell'entità della Republika Srpska sulla tutela dei beni dello Stato e lo status costituzionale dell'entità della Republika Srpska, in cui si chiede l'istituzione di un'unità speciale per monitorare la linea di separazione tra le entità; condanna inoltre l'adozione da parte dell'Assemblea nazionale della Republika Srpska, il 27 giugno 2023, della legge sulla non applicazione delle decisioni della Corte costituzionale della Bosnia-Erzegovina e, il 21 giugno 2023, della legge di modifica della legge sulla pubblicazione di leggi e altri regolamenti della Republika Srpska; sottolinea che tali leggi compromettono direttamente l'integrità della Corte costituzionale della Bosnia-Erzegovina e della Costituzione della Bosnia-Erzegovina; accoglie pertanto con favore le decisioni dell'alto rappresentante che annullano le due leggi, difendendo in tal modo l'accordo di pace di Dayton, la Costituzione della Bosnia-Erzegovina e lo Stato di diritto in Bosnia-Erzegovina;
19. ribadisce la sua richiesta di sanzioni mirate nei confronti degli attori politici destabilizzanti in Bosnia-Erzegovina, compresi quelli che ne minacciano e ne compromettono la sovranità, l'integrità territoriale e l'ordine costituzionale, in particolare Milorad Dodik, come anche altri funzionari di alto rango dell'entità della Republika Srpska e funzionari di paesi terzi che forniscono sostegno politico e materiale alle politiche secessioniste; ricorda che misure restrittive possono essere imposte anche nei confronti di coloro che minacciano gravemente la sicurezza nel paese o compromettono l'accordo di pace di Dayton; invita tutti gli Stati membri a provvedere affinché tali sanzioni possano essere adottate dal Consiglio e a imporle bilateralmente o di concerto con altri Stati membri qualora la loro adozione non sia possibile; rammenta che il quadro di misure restrittive dell'UE alla luce della situazione in Bosnia-Erzegovina è in vigore fino al 31 marzo 2024;
20. ribadisce che le sentenze della Corte costituzionale della Bosnia-Erzegovina devono essere rispettate al fine di garantire pienamente la stabilità e l'ordine costituzionale nel paese; invita le autorità ad attuare rapidamente tutte le sentenze della Corte costituzionale;
21. condanna tutte le ingerenze straniere malevole, le campagne di disinformazione e i tentativi di destabilizzazione da parte di attori internazionali e regionali in Bosnia-Erzegovina, in particolare la continua destabilizzazione dei Balcani occidentali da parte della Russia; resta fortemente preoccupato per i legami, le visite e gli incontri di rilievo tra la leadership dell'entità della Republika Srpska e gli esponenti politici di alto livello e gli alti funzionari in Russia, per la possibilità che il gruppo Wagner sia presente e attivo nel paese, nonché per le narrazioni di propaganda russe promosse da attori stranieri e nazionali, compresi quelli che descrivono l'UE come un partner inaffidabile e poco interessato;
22. invita tutti i paesi della regione a impegnarsi a favore della stabilità e dell'integrità territoriale della Bosnia-Erzegovina, a condannare l'uso di una retorica incendiaria e a contribuire in modo costruttivo ai progressi della Bosnia-Erzegovina verso l'adesione all'UE;
23. invita la Commissione, il SEAE, la delegazione dell'UE in Bosnia-Erzegovina e le autorità della Bosnia-Erzegovina a intensificare gli sforzi per promuovere i vantaggi di una maggiore integrazione e a investire in campagne di comunicazione per combattere l'influenza straniera e le narrazioni malevoli, anche rispondendo a tali minacce con risposte basate su dati concreti e ampliando il monitoraggio della task force StratCom per concentrarsi sulle minacce di disinformazione transfrontaliere; raccomanda di organizzare dialoghi con la società civile e il settore privato dei Balcani occidentali per coordinare le azioni di lotta alla disinformazione a livello regionale e ricorrendo alle competenze locali; accoglie con favore l'avvio della campagna "Progress is within reach" (Il progresso è a portata di mano) da parte dell'Ufficio dell'UE in Bosnia-Erzegovina, volta a incentivare progressi in materia di integrazione nell'UE;
24. invita l'UE ad intensificare la cooperazione con i partner dei Balcani occidentali al fine di rafforzare la resilienza democratica e contrastare le minacce ibride, in particolare in materia di cibersicurezza, protezione delle infrastrutture critiche e sicurezza alimentare ed energetica; ricorda che il Consiglio ha riconosciuto nella bussola strategica che non è ancora possibile dare per scontate la sicurezza e la stabilità nella regione dei Balcani occidentali e che vi è il rischio di potenziali ripercussioni dovute all'attuale deterioramento della sicurezza europea;
25. sottolinea che lo Stato di diritto, la buona governance, la lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata, il pluralismo, il sostegno a favore di media liberi e indipendenti, i diritti fondamentali e l'allineamento alla PESC devono essere integrati nei finanziamenti dell'IPA III dell'UE, che devono essere basati su una rigorosa condizionalità e modulati, se non addirittura sospesi, in caso di regressione significativa o di persistente mancanza di progressi in tali settori, come sancito nel regolamento IPA III, e che devono essere salvaguardati attraverso un controllo completo e approfondito da parte della Commissione; ribadisce il suo invito alla Commissione a elaborare orientamenti sull'applicazione della condizionalità e ad attuare le raccomandazioni della relazione speciale n. 01/2022 della Corte dei conti europea;
26. ricorda che i finanziamenti dell'UE destinati a progetti nell'entità della Republika Srpska devono rimanere congelati fino a quando quest'ultima non avrà invertito il processo di regresso democratico e non si sarà pienamente allineata alla PESC, segnatamente per quanto riguarda l'attuazione delle misure restrittive; invita la Commissione a chiedere il parere degli Stati membri e del Parlamento europeo prima di erogare nuovamente fondi all'entità della Republika Srpska;
27. chiede miglioramenti nell'assorbimento dei fondi a livello nazionale, anche da parte delle amministrazioni locali e regionali; esorta la Bosnia-Erzegovina a introdurre in tutto il paese sistemi efficaci di gestione finanziaria, controllo e audit per i fondi UE; chiede che in tale contesto sia fornita la necessaria assistenza tecnica e finanziaria alla Bosnia-Erzegovina; sottolinea che è nell'interesse della sicurezza dell'UE, oltre a essere una sua responsabilità, garantire che i fondi dell'Unione non contribuiscano a rafforzare le reti clientelistiche o la corruzione;
28. invita l'UE e i paesi dei Balcani occidentali a istituire un quadro per una cooperazione efficace tra la Procura europea (EPPO) e i paesi candidati all'adesione, al fine di garantire che l'EPPO possa esercitare efficacemente le sue competenze per quanto riguarda l'utilizzo dei fondi dell'UE in Bosnia-Erzegovina; incoraggia i paesi dei Balcani occidentali a concludere rapidamente accordi di lavoro bilaterali con l'EPPO;
29. accoglie con favore l'istituzione degli organi di lavoro della Camera dei popoli dell'Assemblea parlamentare della Bosnia-Erzegovina; invita la Bosnia-Erzegovina a rinnovare il suo impegno a favore del dialogo politico con l'UE avviando rapidamente una regolare cooperazione interparlamentare attraverso il comitato parlamentare di stabilizzazione e di associazione, in quanto ciò contribuirebbe alla realizzazione delle 14 priorità chiave; accoglie con favore l'accordo sul regolamento interno del comitato parlamentare di stabilizzazione e di associazione UE-Bosnia-Erzegovina;
30. si compiace della partecipazione della Bosnia-Erzegovina al primo e al secondo vertice della comunità politica europea, ma sottolinea che tale iniziativa positiva non dovrebbe essere un'alternativa all'integrazione nell'UE;
Democrazia e Stato di diritto
31. ribadisce il ruolo centrale dello Stato di diritto e dell'integrità istituzionale; ricorda la necessità di norme armonizzate e meritocratiche in materia di funzione pubblica a tutti i livelli amministrativi della Bosnia-Erzegovina, che consentano una pubblica amministrazione professionale, snella, depoliticizzata e responsabile, in grado di fornire servizi ai suoi cittadini; invita gli attori politici della Bosnia-Erzegovina a sostenere e istituire una struttura di coordinamento funzionante per orientare la riforma della pubblica amministrazione; accoglie con favore i progressi compiuti nelle nomine dei dirigenti di importanti agenzie statali;
32. si compiace del fatto che le elezioni dell'ottobre 2022 siano state generalmente ben organizzate e competitive e che la campagna abbia rispettato le libertà fondamentali di associazione, riunione ed espressione; si rammarica, tuttavia, del fatto che si siano tenute in un contesto caratterizzato da riforme stagnanti, una retorica divisiva, presunti ostacoli politici e finanziari, accuse di scambi di posizioni all'interno delle commissioni elettorali circondariali tra i partiti politici e altre irregolarità segnalate agli osservatori, compresi casi di progetti in materia di protezione sociale, sviluppo e infrastrutture pubbliche avviati da presidenti o governi uscenti durante il periodo elettorale; esorta le autorità ad adottare misure adeguate per evitare che in futuro si verifichino abusi dei fondi pubblici e altri problemi in materia, nonché ad affrontare l'inadeguatezza dei livelli di trasparenza e rendicontabilità delle finanze delle campagne elettorali; esprime preoccupazione per l'importo della spesa pubblica utilizzato per tentare di influenzare l'elettorato;
33. prende atto delle modifiche apportate dall'alto rappresentante alla legge elettorale e alla Costituzione della Federazione della Bosnia-Erzegovina al fine di affrontare una serie di problemi di funzionalità; esprime tuttavia preoccupazione per le tempistiche, la trasparenza, e la mancanza di consultazioni in tali processi; invita l'Ufficio dell'Alto rappresentante ad agire in linea con il suo mandato, impedendo il rafforzamento delle divisioni politiche o etniche e delle tensioni nel paese e nella regione in generale, e ricorda che i poteri di Bonn dovrebbero essere utilizzati come misura di ultima istanza;
34. deplora l'incapacità degli attori politici di allineare la Costituzione e il quadro elettorale alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, data la mancata esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo (cause Sejdić-Finci, Zornić, Pilav e Šlaku); deplora inoltre che le sentenze della Corte costituzionale della Bosnia-Erzegovina non siano ancora state attuate, il che ostacola la parità di diritti politici per tutti i cittadini; invita tutti i responsabili politici a raggiungere un accordo in linea con le sentenze dei tribunali internazionali e nazionali, nonché con l'accordo politico di Bruxelles del 12 giugno 2022; sostiene riforme trasparenti e inclusive, basate su consultazioni globali e un dialogo pubblico con la partecipazione della società civile, che consentano una trasformazione sostenibile dell'accordo di pace di Dayton in linea con le norme e i principi europei, superando le divisioni e garantendo l'uguaglianza e la non discriminazione di tutti i cittadini e una rappresentanza politica adeguatamente diversificata a tutti i livelli di governance, in linea con i valori e i principi dell'UE, e progressi nel cammino verso l'adesione all'Unione;
35. ribadisce il suo rispetto per il retaggio dell'accordo di pace di Dayton, il cui scopo è porre fine alla guerra e salvaguardare la pace; prende atto del concetto di popoli costituenti, ma sottolinea che tale concetto non deve in alcun modo portare alla discriminazione di altri cittadini o implicare ulteriori diritti per le persone che si identificano con uno di questi gruppi rispetto ad altri cittadini della Bosnia-Erzegovina; condanna le dichiarazioni e le proposte volte a minare la statualità e i valori costituzionali della Bosnia-Erzegovina e ricorda che la Bosnia-Erzegovina deve affrontare le carenze del suo quadro costituzionale, allineandolo alle norme e ai principi dell'UE;
36. invita la Bosnia-Erzegovina ad armonizzare le norme in materia di registrazione dei partiti e a garantire la trasparenza del finanziamento dei partiti politici, conformemente alle norme internazionali e alle raccomandazioni dei pertinenti organismi internazionali; prende atto delle misure adottate dalla Commissione elettorale centrale (CEC) e chiede che le sue capacità siano rafforzate, in linea con le sue procedure giuridiche; denuncia con fermezza tutte le forme di intimidazione e minaccia esercitate da alcuni attori politici in Bosnia-Erzegovina nei confronti dei membri della CEC e incoraggia le autorità del paese e la delegazione dell'UE a offrire sostegno ai membri della CEC in caso di minacce; accoglie con favore l'intervento dell'Ufficio dell'alto rappresentante del 7 giugno 2022 volto a migliorare l'integrità del processo elettorale e a rafforzare il ruolo della CEC dopo il fallimento del gruppo di lavoro interagenzia sul fronte della riforma elettorale e del parlamento della Bosnia-Erzegovina a tal proposito;
37. incoraggia vivamente le iniziative tese a migliorare il processo democratico, le istituzioni democratiche e lo Stato di diritto nel paese, come il progetto pilota dell'UE per l'introduzione di un sistema elettronico di identificazione degli elettori e una trasmissione più rapida dei risultati elettorali;
38. chiede l'adozione di misure urgenti per rafforzare l'integrità, l'indipendenza e la professionalità della magistratura sulla base delle 14 priorità fondamentali e delle raccomandazioni della relazione Priebe, anche mediante garanzie supplementari e l'applicazione coerente di norme e criteri oggettivi sull'assegnazione dei casi, le nomine, la responsabilità disciplinare, l'avanzamento di carriera, i conflitti di interessi e la verifica dei beni di giudici e pubblici ministeri, al fine di ripristinare la fiducia dei cittadini; chiede che siano risolti i problemi della giustizia selettiva, dell'arretrato giudiziario, della corruzione, della mancanza di trasparenza e della scarsa supervisione, che compromettono il pieno godimento dei diritti da parte dei cittadini; esprime preoccupazione per le segnalazioni di pressioni politiche e irregolarità nella selezione di giudici e pubblici ministeri di alto livello;
39. invita nuovamente la Bosnia-Erzegovina ad adottare modifiche in materia di integrità, una nuova legge sul Consiglio superiore della magistratura e delle procure e una nuova legge sui tribunali, in linea con le norme europee; plaude pertanto all'approvazione, da parte del Consiglio dei ministri, del progetto di legge sulle modifiche alla legge sul Consiglio superiore della magistratura e invita l'Assemblea parlamentare della Bosnia-Erzegovina ad approvarlo; invita le autorità a consentire l'accesso dei giornalisti ai processi e invita i tribunali a pubblicare le loro decisioni online e a rispondere tempestivamente alle richieste relative alla libertà di informazione;
40. si oppone fermamente a qualunque tentativo di istituire istituzioni parallele a livello di entità, il che mina l'ordine costituzionale e giuridico; condanna, a tal proposito, la riadozione della legge dell'entità della Republika Srpska sui beni immobili utilizzati per il funzionamento della pubblica autorità, precedentemente annullata dalla Corte costituzionale e sospesa due volte dall'alto rappresentante; prende atto con soddisfazione della decisione dell'Ufficio dell'alto rappresentante e ribadisce l'invito ad allineare la legislazione dell'entità alle sentenze della Corte costituzionale; invita l'entità della Republika Srpska a ritirare e revocare immediatamente le leggi che rivendicano la proprietà dello Stato e a cessare senza indugio di registrare nuovamente i beni statali come proprietà della Republika Srpska; condanna fermamente la votazione dell'Assemblea nazionale dell'entità della Republika Srpska volta a istituire un Consiglio superiore della magistratura distinto, nonché le sue conclusioni che contestano il lavoro della Corte costituzionale della Bosnia-Erzegovina, chiedendo che le sue decisioni definitive e vincolanti non siano rispettate e che il suo lavoro sia bloccato, oltre a chiedere le dimissioni di un giudice della Corte costituzionale;
41. esprime profonda preoccupazione per la mancanza di progressi nella prevenzione della corruzione diffusa e per i crescenti segnali di appropriazione dello Stato, di ingerenza politica e ostruzionismo, nonché di pressioni e intimidazioni; chiede un uso trasparente dell'assistenza finanziaria dell'UE; ribadisce la necessità di indagare sui legami politici e amministrativi con la criminalità organizzata; deplora la mancanza di condanne definitive in casi di corruzione ad alto livello, il che rischia di favorire una cultura dell'impunità; esorta le autorità a condurre i procedimenti penali con celerità e a intensificare gli sforzi per perseguire efficacemente e giungere a sentenze definitive nei casi di corruzione ad alto livello;
42. esorta la Bosnia-Erzegovina ad adottare leggi sul conflitto di interessi e una strategia anticorruzione, ad applicare le norme in materia di conflitto di interessi e lobbismo a tutti i livelli amministrativi, a garantire una maggiore tutela degli informatori, in linea con le norme dell'UE, nonché a far sì che le istituzioni indipendenti attuino le leggi vigenti;
43. chiede che siano attribuite maggiori risorse e competenze alle strutture anticorruzione, comprese la loro partecipazione attiva all'attuazione delle raccomandazioni del Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO) e l'adozione di piani di integrità per tali strutture; sottolinea il valore aggiunto di una cooperazione efficace tra le autorità di contrasto a livello nazionale ed europeo ai fini della lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata;
44. accoglie con favore la nomina di un coordinatore nazionale per la piattaforma multidisciplinare europea di lotta alle minacce della criminalità e si aspetta che la cooperazione della Bosnia-Erzegovina con Europol ed Eurojust sia pienamente attiva; plaude, a tal proposito, alla firma del regolamento sul funzionamento del punto di contatto nazionale/congiunto in merito alla cooperazione con Europol; chiede garanzie contro le ingerenze politiche nell'operato della polizia;
45. esorta la Bosnia-Erzegovina ad allineare la propria legislazione e ad adottare misure in materia di lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo;
46. prende atto con soddisfazione delle misure adottate ai fini di un maggiore allineamento della legislazione in materia di appalti pubblici all'acquis dell'UE, nonché dell'adozione di un piano per l'integrità e la lotta alla corruzione da parte dell'Agenzia per gli appalti pubblici; ribadisce la necessità di assicurare trasparenza, concorrenza e parità di trattamento nelle procedure di appalto pubblico, nonché di ridurre l'uso improprio delle risorse pubbliche; rimane preoccupato per la vulnerabilità del settore alla corruzione e alle irregolarità e chiede che sia adottata una legge sugli appalti che le affronti in modo sufficiente e adeguato; chiede pertanto miglioramenti, anche attraverso il rafforzamento delle capacità di monitoraggio, gestione e sostegno; chiede una legislazione più solida ed efficace sull'uso delle risorse naturali e una trasparenza e integrità maggiori, in particolare nel settore delle concessioni, specialmente per quanto riguarda diversi grandi progetti con società cinesi e ungheresi;
Riconciliazione, cooperazione regionale e relazioni di buon vicinato
47. ribadisce l'importanza di processi autentici di riconciliazione, cooperazione e coesistenza pacifica in Bosnia-Erzegovina e invita tutte le autorità a promuovere attivamente e a garantire l'accesso alla verità, alla giustizia e a risarcimenti non selettivi; valuta positivamente le iniziative a livello locale tese a commemorare le vittime civili della guerra, il completamento del monumento nel Distretto di Brčko e la decisione dell'Ufficio dell'alto rappresentante di modificare la legge sul Centro per il memoriale e il cimitero di Srebrenica-Potočari per le vittime del genocidio del 1995, al fine di facilitare il lavoro del Centro per il memoriale;
48. invita i leader politici e religiosi della Bosnia-Erzegovina ad adoperarsi per promuovere l'unità, l'inclusività, la riconciliazione e la pace; condanna qualsiasi retorica incendiaria e guerrafondaia che alimenta tensioni e divisioni nella società della Bosnia-Erzegovina;
49. esprime piena solidarietà a tutti coloro che sono sopravvissuti ai crimini di guerra, ai crimini contro l'umanità, al genocidio, alla pulizia etnica, agli sfollamenti, alle sparizioni, alle uccisioni, alle torture e alle violenze sessuali, nonché alle loro famiglie; condanna fermamente qualsiasi forma di revisionismo storico, comprese la negazione del genocidio, la glorificazione dei crimini di guerra e dei criminali di guerra e la contestazione di fatti accertati e tribunali riconosciuti, in particolare da parte di leader politici, nonché gli atti vandalici nei siti commemorativi; sottolinea che tali atti e retoriche sono inaccettabili e contrari ai valori dell'Unione; chiede che tali casi siano perseguiti efficacemente; si rammarica che non sia stato avviato alcun procedimento penale e che nessun autore sia stato assicurato alla giustizia da quando, nel 2021, l'ex alto rappresentante Valentin Inzko ha modificato il codice penale per rendere punibili tali atti;
50. condanna, in particolare, il divieto di organizzare una marcia commemorativa per le vittime del massacro di Prijedor imposto dalle forze di sicurezza dell'entità della Republika Srpska; condanna fermamente i violenti attacchi del 25 marzo 2023 ai danni di due rimpatriati a Višegrad ed esorta le autorità della Republika Srpska a indagare su questi casi e a perseguire i responsabili;
51. esprime sgomento per quanto espresso dal criminale di guerra condannato Dario Kordić, che non ha mostrato alcun segno di rimorso e ha dichiarato che rifarebbe tutto di nuovo in riferimento ai crimini per i quali è stato condannato, compresa la pulizia etnica nella valle di Lašva; invita tutte le forze politiche, in particolare i membri del governo della Bosnia-Erzegovina, a condannare tale dichiarazione e a prendere chiaramente le distanze da essa; invita le autorità giudiziarie della Bosnia-Erzegovina a intraprendere azioni legali adeguate;
52. si compiace che si stia smaltendo l'arretrato dei casi relativi a crimini di guerra; si rammarica, tuttavia, della lentezza del processo, che sta ostacolando il conseguimento dell'obiettivo strategico di chiudere tutti questi casi; chiede pertanto un'accelerazione dei procedimenti penali nei casi di crimini di guerra; rileva i limiti persistenti della cooperazione giudiziaria regionale a tal proposito; esprime altresì preoccupazione per il fatto che alcuni criminali di guerra condannati nei tribunali della Bosnia-Erzegovina sfuggano alla giustizia grazie alla loro doppia cittadinanza e residenza in altri Stati;
53. invita le autorità a garantire l'attuazione della strategia nazionale riveduta per il trattamento dei crimini di guerra, in particolare assicurando un'adeguata ripartizione dei casi tra le procure e accordando priorità ai casi più complessi a livello statale; invita le autorità ad adottare una nuova strategia per il periodo successivo al 2023;
54. chiede che la legislazione sia armonizzata al fine di garantire un'ampia gamma di diritti alle vittime civili di guerra; si compiace dell'adozione di una legislazione sulla protezione delle vittime civili di guerra nel Distretto di Brčko e nella Federazione della Bosnia-Erzegovina, che riconosce e garantisce i diritti dei minori; esorta l'entità della Republika Srpska ad adottare una normativa al riguardo;
55. invita le autorità statali ad adottare una legge sulle vittime di tortura durante la guerra; invita a sostenere la Bosnia-Erzegovina nel condividere le sue esperienze e le sue pratiche di assistenza alle sopravvissute alla violenza sessuale contro le donne durante la guerra con gli attori che attualmente lavorano con le sopravvissute alla violenza sessuale nel contesto della guerra di aggressione russa illegale, non provocata e ingiustificata contro l'Ucraina;
56. chiede ulteriori sforzi in merito alla questione delle persone scomparse, in particolare l'attuazione della legislazione pertinenti e l'istituzione di un fondo a sostegno delle loro famiglie; incoraggia le autorità di tutta la regione a intensificare la cooperazione e la condivisione delle informazioni;
57. sottolinea che sono stati compiuti progressi insufficienti nell'attuazione dell'allegato VII dell'accordo di pace di Dayton sui rifugiati, gli sfollati interni e i rimpatriati; ribadisce la richiesta di misure aggiuntive e programmi concreti in materia di rimpatrio sostenibile, accesso all'assistenza sanitaria e all'occupazione, previdenza sociale e istruzione, nonché pieno rispetto dei diritti di tali persone;
58. accoglie con favore la partecipazione attiva e costante della Bosnia-Erzegovina alla cooperazione regionale; sottolinea l'importanza della cooperazione regionale nel promuovere la stabilità, la prosperità e l'integrazione; pone l'accento sull'importanza di iniziative regionali inclusive come il mercato comune regionale, nonché di iniziative già esistenti come l'iniziativa adriatico-ionica, l'iniziativa centro-europea (InCEI), l'EUSAIR e il processo di Berlino, e chiede che si sviluppino sinergie tra di esse;
59. plaude agli accordi conclusi di recente nel contesto del processo di Berlino sulla libertà di circolazione con carte d'identità, sul riconoscimento dei titoli dell'istruzione superiore e sul riconoscimento delle qualifiche professionali dei medici, dei dentisti e degli architetti, e ne chiede una rapida ratifica; esorta la Bosnia-Erzegovina a rafforzare il dialogo con i paesi vicini e a consentire rapidamente l'esenzione dall'obbligo del visto per spostamenti tra la Bosnia-Erzegovina e il Kosovo;
60. accoglie con favore la dichiarazione congiunta UE-Balcani occidentali sui costi del roaming; invita, in tale contesto, le autorità, gli attori privati e tutti i portatori di interessi a facilitare il conseguimento degli obiettivi concordati per ottenere una riduzione sostanziale delle tariffe di roaming per i dati a decorrere dal 1° ottobre 2023, nonché ulteriori riduzioni che si traducano in prezzi vicini a quelli nazionali entro il 2027;
61. accoglie con favore i preparativi del Consiglio dei ministri per il vertice sul digitale dei Balcani occidentali, che si terrà a Sarajevo il 2 ottobre 2023;
Libertà fondamentali e diritti umani
62. sottolinea che i media indipendenti svolgono un ruolo fondamentale nel fornire informazioni accurate, tempestive e trasparenti; condanna fermamente gli attacchi e le minacce, le campagne diffamatorie, gli insulti, le intimidazioni e le azioni legali strategiche tese a bloccare la partecipazione pubblica (SLAPP) nei confronti dei giornalisti e degli operatori dei media, anche da parte di politici e personalità pubbliche, compresi i recenti attacchi ai giornalisti Aleksandar Trifunović e Nikola Morača, nonché da parte di società private; insiste sulla necessità di dare un seguito giudiziario adeguato, sistematico ed efficace a tali episodi nonché di tutelare i giornalisti, anche attraverso uno speciale livello di protezione nel codice penale e un rafforzamento delle capacità di pubblici ministeri e giudici; sottolinea l'importanza di garantire la trasparenza della proprietà dei media e la sostenibilità finanziaria del sistema radiotelevisivo pubblico; invita l'UE a rafforzare il suo sostegno finanziario e tecnico ai media di qualità e alla formazione giornalistica, in particolare per i media investigativi e indipendenti;
63. esprime profonda preoccupazione per la presentazione e l'esame parlamentare di modifiche al codice penale dell'entità della Republika Srpska tese a reintrodurre sanzioni penali per il reato di diffamazione; esorta l'entità della Republika Srpska a ritirare gli emendamenti e a garantire la massima protezione della libertà di espressione e dei media;
64. sottolinea l'importanza di garantire un'adeguata rappresentazione delle minoranze e dei gruppi vulnerabili nei media pubblici, nonché il pluralismo dei media, la rappresentanza di tutte le comunità e culture e la disponibilità di contenuti in tutte le lingue ufficiali;
65. si compiace che nel 2022 il film "Quo Vadis, Aida?" sia stato insignito del premio LUX, il premio del pubblico per il cinema europeo a cura del Parlamento europeo e della European Film Academy; esprime tuttavia preoccupazione per il fatto che l'emittente pubblica della Republika Srpska abbia vietato la trasmissione di questo film dedicato al genocidio di Srebrenica; deplora il fatto che alcuni comuni della Republika Srpska abbiano stanziato fondi pubblici per finanziare il film di propaganda revisionista "Republika Srpska: The Struggle for Freedom" (Republika Srpska: la lotta per la libertà);
66. condanna tutte le forme di discriminazione, segregazione, violenza e incitamento all'odio contro le donne, le minoranze, comprese le minoranze etniche, le persone LGBTIQ+, le persone con disabilità, i rifugiati, gli sfollati e le persone in transito, e invita la Bosnia-Erzegovina a garantire la loro protezione e le loro libertà fondamentali; esige che sia garantito un accesso effettivo ai mezzi di ricorso e che tali casi siano perseguiti senza indugio; invita la Bosnia-Erzegovina a salvaguardare e promuovere i diritti di tutte le minoranze in tutto il paese, compreso il diritto di partecipare a elezioni democratiche; ribadisce la necessità di rafforzare l'indipendenza e l'efficacia del difensore civico dei diritti umani; chiede l'efficace applicazione delle politiche volte a contrastare la discriminazione e a difendere i diritti umani; invita le autorità della Bosnia-Erzegovina a raccogliere dati statistici sui reati generati dall'odio classificati in base ai moventi;
67. constata che le donne sono sottorappresentate in politica, nella vita pubblica e nelle posizioni di vertice dei servizi di sicurezza e che le valutazioni d'impatto di genere non sono effettuate come richiesto dalla legge; invita la Bosnia-Erzegovina a garantire la parità di genere in tutti gli aspetti della vita pubblica e privata; chiede che la legislazione in materia di parità di genere sia armonizzata con la convenzione di Istanbul e che siano messe in atto strategie pertinenti; deplora gli incidenti verificatisi a Banja Luka in occasione della Giornata internazionale della donna; condanna fermamente l'aumento dei tassi di femminicidio ed esorta la Bosnia-Erzegovina a intensificare gli sforzi tesi a prevenire la violenza contro le donne, a migliorare la sua risposta istituzionale alla violenza sessuale e di genere, a raccogliere dati sui femminicidi, ad ampliare e migliorare l'accesso al sostegno alle vittime, all'assistenza legale e ad alloggi sicuri, nonché a istituire centri di crisi per le vittime di violenza sessuale; ribadisce che la Bosnia-Erzegovina dovrebbe accelerare il perseguimento dei reati di violenza sessuale, a garantire il risarcimento delle donne vittime di crimini di guerra e ad assicurare la protezione dei testimoni;
68. si compiace del successo della terza marcia del Pride della Bosnia-Erzegovina nel 2022, ma si rammarica che tale evento continui a incontrare ostacoli amministrativi e discriminazioni; accoglie con favore l'adozione del piano d'azione per le persone LGBTI per il 2021-2024 in Bosnia-Erzegovina e l'istituzione di un punto di contatto presso le procure cantonali incaricato di monitorare i reati generati dall'odio ai danni delle persone LGBTIQ+; invita la Bosnia-Erzegovina ad adottare misure concrete per promuovere l'inclusione e prevenire la violenza nei confronti della comunità LGBTIQ+, anche includendo l'orientamento sessuale e l'identità di genere nelle disposizioni dei codici penali relative ai reati generati dall'odio;
69. esprime preoccupazione per gli ostacoli politici alla libertà di riunione degli attivisti LGBTIQ+ e per l'incitamento alla violenza da parte di alcune personalità politiche; denuncia che a Banja Luka è stato vietato un raduno pubblico a sostegno di attivisti, giornalisti e persone LGBTIQ+; condanna fermamente i successivi attacchi violenti e le pressioni esercitate nei confronti di giornalisti e attivisti a Banja Luka, nonché l'inadeguato intervento della polizia per impedirli; condanna altresì l'intenzione della dirigenza dell'entità della Republika Srpska di varare una nuova legge che vieti alle persone LGBTIQ+ l'accesso agli istituti di istruzione;
70. chiede che sia rafforzata la tutela dei diritti della minoranza rom, compreso l'accesso ai servizi pubblici, all'istruzione e all'assistenza sanitaria; condanna la segregazione e la discriminazione in atto nei confronti delle persone rom, in particolare nei confronti dei minori all'interno del sistema di istruzione; rileva lo sproporzionato livello di povertà delle persone rom; accoglie con favore, in tale contesto, l'adozione di un piano d'azione per l'inclusione delle persone rom;
71. rileva che le persone con disabilità, in particolare i minori, sono uno dei gruppi più emarginati in Bosnia-Erzegovina; ribadisce il suo invito alla Bosnia-Erzegovina a garantire la loro protezione nonché a elaborare e adottare una strategia di deistituzionalizzazione che garantisca alle persone con disabilità una vita dignitosa, in linea con la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, di cui il paese è firmatario; sottolinea la necessità di assicurare un accesso paritario al sostegno; si rammarica che molti minori con disabilità continuino a essere collocati in istituti;
72. invita la Federazione della Bosnia-Erzegovina, l'entità della Republika Srpska e il Distretto di Brčko a presentare un progetto di legge che garantisca il riconoscimento giuridico del genere sulla base dell'autodeterminazione, conformemente alla pratica della Corte europea dei diritti dell'uomo e all'11a revisione della classificazione internazionale delle malattie da parte dell'Organizzazione mondiale della sanità, entrata in vigore nel gennaio 2022, che depatologizza le identità trans in tutti gli ambiti della vita;
73. accoglie con favore i progressi compiuti nell'elaborazione di una legge a livello federale che garantisca alle coppie dello stesso sesso l'accesso ai diritti di unione; esorta il governo a elaborare detta legge senza indugio; invita l'entità della Republika Srpska e il Distretto di Brčko ad avviare anche il processo di elaborazione di soluzioni legislative per il riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso, al fine di garantire alle coppie dello stesso sesso la parità di trattamento in tutto il paese;
74. sottolinea l'importanza di un'istruzione non discriminatoria, inclusiva e di qualità, anche grazie a programmi di studio più inclusivi, tenendo conto della diversità culturale e linguistica, eliminando i contenuti controfattuali che favoriscono la divisione e promuovendo il pensiero critico; ribadisce il suo invito a porre urgentemente fine all'attuale pratica discriminatoria delle "due scuole sotto lo stesso tetto", in linea con le sentenze dei tribunali; raccomanda vivamente di integrare la riconciliazione nel processo educativo; chiede che le istituzioni della Bosnia-Erzegovina riducano gli ostacoli amministrativi per gli studenti che desiderano proseguire il percorso di studi in un altro cantone o in un'altra entità;
75. riconosce il ruolo fondamentale della società civile nel migliorare la resilienza delle società democratiche e dei processi di riforma; sostiene una partecipazione rafforzata dei cittadini ai forum di elaborazione delle politiche, come l'assemblea nazionale dei cittadini in Bosnia-Erzegovina, e prende debitamente atto delle sue raccomandazioni politiche; invita le autorità a promuovere un ambiente favorevole al lavoro dei difensori dei diritti umani e degli attivisti della società civile, nonché a condannare e perseguire sistematicamente tutte le minacce, le molestie, gli attacchi e le intimidazioni, anche da parte di politici e personalità pubbliche, come pure le SLAPP nei loro confronti; chiede un dialogo attivo e aperto con la società civile e la sua partecipazione al processo di integrazione europea;
76. chiede che siano rafforzate la protezione e la promozione della libertà di riunione, di associazione e di espressione, anche allineando le leggi alle norme europee e internazionali; condanna la decisione del governo dell'entità della Republika Srpska di adottare un progetto di legge sulle ONG, che mira a ridurre lo spazio e l'attività della società civile e rischia di criminalizzare l'operato di molte delle sue organizzazioni, etichettando quelle che ricevono finanziamenti internazionali come agenti stranieri; esorta l'Assemblea nazionale della Republika Srpska a non varare tale legislazione;
77. ribadisce la necessità di una gestione solidale della migrazione e dell'asilo che rispetti i diritti umani e il diritto internazionale, anche nei centri di detenzione, e di una distribuzione adeguata, dignitosa ed equa delle capacità di accoglienza in tutto il paese, coinvolgendo efficacemente gli attori della società civile nel monitoraggio del processo di accoglienza; rileva la necessità di cooperare e coordinarsi con gli Stati membri dell'UE confinanti; pone l'accento sul principio di non respingimento e sul divieto di trattamenti inumani nei rimpatri; riconosce i continui sforzi tesi a migliorare il coordinamento a livello locale e internazionale; accoglie con favore l'avvio di negoziati con l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) sullo status aggiornato della Bosnia-Erzegovina e ne chiede la tempestiva conclusione, al fine di agevolare una migliore protezione e gestione delle frontiere, in linea con i diritti fondamentali e le norme internazionali; deplora le persistenti lacune nella gestione della migrazione e delle frontiere nonostante il significativo sostegno finanziario dell'UE e chiede che la capacità di risposta alle crisi sia rafforzata; esprime profonda preoccupazione per le segnalazioni di respingimenti violenti verso la Bosnia-Erzegovina; sottolinea la necessità di migliorare la trasparenza e il controllo democratico nell'assegnazione e nell'attuazione dei fondi dell'UE in tale settore, in particolare di quelli attuati dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni; è preoccupato per le segnalazioni di condizioni di accoglienza inadeguate nel centro finanziato dall'UE a Lipa;
78. accoglie con favore l'adozione della strategia sulla migrazione e l'asilo per il periodo 2021-2025 e invita la Bosnia-Erzegovina ad adottare tempestivamente il relativo piano d'azione; invita la Bosnia-Erzegovina a migliorare la celerità, la durata e la qualità delle procedure di asilo, nonché le condizioni di vita e di sicurezza nei centri di accoglienza temporanea;
79. esorta la Bosnia-Erzegovina a intensificare gli sforzi tesi a contrastare la criminalità transfrontaliera, in particolare la tratta di esseri umani e il traffico illecito di armi; sottolinea la necessità di migliorare la formazione e le capacità della polizia di frontiera e prende atto dello stanziamento di 5 milioni di EUR a titolo del fondo IPA III nel 2022 da parte della Commissione;
80. invita la Bosnia-Erzegovina ad allinearsi pienamente alla politica dell'UE in materia di visti, al fine di garantire una buona gestione in materia di migrazione e sicurezza;
Riforme socioeconomiche
81. plaude all'adozione di una strategia per la riforma della gestione delle finanze pubbliche a tutti i livelli di governo, del programma di riforme economiche per il periodo 2023-2025, del progetto di legge sul bilancio e del documento quadro di bilancio per il periodo 2023-2025, e ne chiede la completa attuazione; esorta le autorità a istituire sistemi di controllo interno efficaci, a garantire la trasparenza del bilancio e ad adottare misure di bilancio sostenibili per le istituzioni statali; prende atto della positiva ripresa del processo decisionale a livello statale e si compiace del miglioramento delle prospettive del credito sovrano nel paese, a seguito della tempestiva formazione di un nuovo governo a livello statale e della concessione dello status di paese candidato;
82. esorta la Bosnia-Erzegovina a dare priorità alle misure volte ad affrontare la povertà, le disuguaglianze e la protezione sociale, a migliorare la competitività, il contesto imprenditoriale e la coesione economica e sociale, a promuovere la diversificazione economica, nonché ad allineare la legislazione in materia di IVA e accise a quella dell'UE; esorta inoltre il paese a promuovere le transizioni digitale e verde, a contrastare l'economia informale e ad affrontare la disoccupazione e la povertà, in particolare tra i giovani, le donne e le persone in situazioni vulnerabili, come gli abitanti delle zone rurali, le persone rom, i minori e gli anziani; chiede la creazione di un quadro istituzionale e normativo adeguato, comprese le istituzioni di vigilanza, nonché una governance migliore e depoliticizzata del settore pubblico;
83. chiede con urgenza misure volte ad affrontare il fenomeno della fuga di cervelli, che continua ad attestarsi a un livello elevato; invita la Bosnia-Erzegovina ad affrontare la questione della disoccupazione giovanile, anche attraverso l'attuazione di politiche e programmi volti a promuovere l'occupazione e l'imprenditorialità; sottolinea l'importanza di sviluppare la garanzia per i giovani nei Balcani occidentali, nonché il ruolo fondamentale dell'istruzione nel promuovere l'inclusione sociale e lo sviluppo economico, ed esorta la Bosnia-Erzegovina a investire nell'istruzione e nella formazione;
84. plaude all'adesione della Bosnia-Erzegovina a Orizzonte Europa e all'adozione del programma Europa creativa 2021-2027; accoglie con favore il sostegno dell'UE alla riforma del settore sanitario in Bosnia-Erzegovina, per un valore di 10 milioni di EUR, e il sostegno dell'UE al rafforzamento del settore sanitario in Bosnia-Erzegovina attraverso il programma "UE per la salute"; accoglie con favore la piena adesione della Bosnia-Erzegovina al meccanismo di protezione civile dell’Unione ed elogia le autorità e i cittadini del paese per il tempestivo sostegno offerto alle popolazioni della Turchia e della Siria dopo il terremoto del 6 febbraio 2023;
Energia, ambiente, sviluppo sostenibile e connettività
85. accoglie con favore il pacchetto di sostegno per l'energia della Commissione, pari a 1 miliardo di EUR di sovvenzioni dell'UE a favore dei Balcani occidentali per aiutarli a superare la crisi energetica, di cui la Bosnia-Erzegovina riceverà 70 milioni di euro sotto forma di sostegno di bilancio immediato per l'assistenza alle famiglie più vulnerabili, al fine di mitigare gli effetti del rincaro dei prezzi e di sostenere la transizione energetica nei settori residenziale e commerciale; sottolinea che devono essere stanziati fondi di emergenza per sostenere la Bosnia-Erzegovina nella creazione di un sistema efficiente sotto il profilo energetico e basato sulle energie rinnovabili, in linea con il piano REPowerEU; raccomanda di rafforzare l'integrazione della Bosnia-Erzegovina nel mercato europeo dell'energia, in particolare alla luce della necessità di ridurre la dipendenza energetica dalla Russia, a seguito dell'invasione su vasta scala e della guerra di aggressione in Ucraina; accoglie con favore l'iniziativa "Global Gateway" per un corridoio elettrico transbalcanico e ne chiede la rapida attuazione;
86. esorta la Bosnia-Erzegovina a ultimare e adottare un piano ambizioso, credibile e coerente in materia di energia e clima per il periodo 2021-2030; ribadisce la necessità che il paese adotti la legislazione necessaria in materia di gas, energia elettrica, energie rinnovabili ed efficienza energetica, in linea con il trattato che istituisce la Comunità dell'energia, l'agenda verde per i Balcani occidentali, il pacchetto Energia pulita e altre norme e obiettivi strategici dell'UE in materia di protezione del clima e di energia, e che garantisca la piena armonizzazione della legislazione a livello statale per un mercato dell'energia funzionale;
87. sottolinea l'importanza di rafforzare rapidamente la diversificazione delle fonti energetiche, in linea con gli impegni assunti dal paese in materia di decarbonizzazione; esorta la Bosnia-Erzegovina a evitare e interrompere progetti in settori strategici, comprese le infrastrutture energetiche, che aumentino la dipendenza del paese dalla Russia e dalla Cina; si compiace che il governo federale della Bosnia-Erzegovina abbia annunciato di aver respinto la proposta di un subappaltatore cinese alternativo per la prevista centrale elettrica a carbone di Tuzla 7;
88. accoglie con favore la scelta di Sarajevo di partecipare alla missione dell'UE per 100 città a impatto climatico zero e intelligenti entro il 2030, che riceverà 360 milioni di EUR di finanziamenti del programma Orizzonte Europa per il periodo 2022-2023;
89. invita le autorità della Bosnia-Erzegovina ad accelerare l'attuazione dei progetti previsti dal piano economico e di investimenti per i Balcani occidentali, che consentirebbero al paese di ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili, promuovendo il percorso verso la decarbonizzazione e contribuendo al conseguimento degli obiettivi dell'agenda verde; sottolinea che le transizioni verde e digitale e la connettività sostenibile rappresentano un fattore trainante per l'integrazione economica regionale e l'integrazione nell'UE;
90. esorta i governi delle entità della Bosnia-Erzegovina a migliorare la trasparenza attraverso la partecipazione pubblica e la consultazione delle comunità locali, degli esperti scientifici e della società civile in sede di pianificazione dei progetti; sottolinea la necessità di migliorare le valutazioni ambientali strategiche globali ex ante e di allinearsi alle disposizioni delle valutazioni di impatto ambientale; sottolinea l'importanza di un utilizzo trasparente ed efficiente degli investimenti;
91. prende atto degli sviluppi positivi in materia di protezione dell'ambiente ed elogia il lavoro svolto dalle organizzazioni ambientaliste locali e dagli attivisti della società civile; invita la Bosnia-Erzegovina a rafforzare l'integrazione delle questioni ambientali nelle diverse politiche settoriali e a promuovere il perseguimento dei reati ambientali; esorta il paese ad applicare rigorosamente le leggi e le misure per la protezione dell'ambiente al fine di prevenire e ridurre l'impatto sull'ambiente delle attività di prospezione e estrazione mineraria; invita la Bosnia-Erzegovina ad aumentare il numero e le dimensioni delle aree naturali protette e a preservare l'integrità dei parchi nazionali e delle altre aree protette esistenti;
92. è profondamente allarmato per l'inquinamento dei fiumi; esorta le autorità della Bosnia-Erzegovina a contrastare la contaminazione del suolo e delle acque, a proteggere i suoi fiumi, anche dagli effetti nocivi delle piccole centrali idroelettriche, ad allinearsi ulteriormente all'acquis dell'UE in materia di qualità dell'acqua e protezione della natura, nonché a migliorare notevolmente la gestione dei rifiuti, anche adottando una strategia a livello nazionale, prestando particolare attenzione all'efficienza delle risorse e alle misure di economia circolare;
93. esorta la Bosnia-Erzegovina ad avviare programmi efficaci di protezione e miglioramento della qualità dell'aria nelle città del paese, in particolare a Sarajevo; accoglie con favore, in tale contesto, l'adozione da parte del Consiglio dei ministri di un'iniziativa volta a ridurre le emissioni di inquinanti atmosferici e di gas a effetto serra causate dal riscaldamento degli edifici residenziali e dal traffico stradale; invita la Bosnia-Erzegovina a ridurre anche l'inquinamento atmosferico transfrontaliero;
94. rileva che sono necessari ulteriori sforzi da parte della Bosnia-Erzegovina per conseguire un ulteriore allineamento e un'efficace attuazione dell'acquis dell'UE in tutti i settori dei trasporti; sottolinea la necessità di rafforzare l'armonizzazione e la connettività interne e regionali; rammenta la necessità di adottare misure di riforma in materia di connettività e di allinearsi alla rete transeuropea dei trasporti e alle reti transeuropee dell'energia; accoglie con favore gli investimenti dell'UE nell'infrastruttura stradale e ferroviaria della Bosnia-Erzegovina, in particolare nello sviluppo del corridoio Vc, che migliorerà gli scambi economici e la connettività nella regione dei Balcani occidentali;
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95. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, alla presidenza della Bosnia-Erzegovina, al Consiglio dei ministri e all'Assemblea parlamentare della Bosnia-Erzegovina, ai governi e ai parlamenti della Federazione della Bosnia-Erzegovina, della Republika Srpska e del Distretto di Brčko, ai governi dei dieci cantoni della Federazione della Bosnia-Erzegovina nonché all'Ufficio dell'Alto rappresentante.
Decisione (PESC) 2022/450 del Consiglio, del 18 marzo 2022, che modifica la decisione 2011/173/PESC concernente misure restrittive in considerazione della situazione in Bosnia-Erzegovina (GU L 91 del 18.3.2022, pag. 22).