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Procedura : 2023/2017(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A9-0249/2023

Testi presentati :

A9-0249/2023

Discussioni :

PV 14/09/2023 - 3
CRE 14/09/2023 - 3

Votazioni :

PV 14/09/2023 - 7.10
CRE 14/09/2023 - 7.10
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P9_TA(2023)0330

Testi approvati
PDF 163kWORD 57k
Giovedì 14 settembre 2023 - Strasburgo
Parlamentarismo, cittadinanza europea e democrazia
P9_TA(2023)0330A9-0249/2023

Risoluzione del Parlamento europeo del 14 settembre 2023 sul parlamentarismo, la cittadinanza europea e la democrazia (2023/2017(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visti gli articoli 9, 10, 11 e 15 e l'articolo 17, paragrafo 2, del trattato sull'Unione europea (TUE) e gli articoli 15, 20 e 24 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

–  visto l'accordo interistituzionale "Legiferare meglio"(1) tra il Parlamento europeo, il Consiglio dell'Unione europea e la Commissione europea del 13 aprile 2016 (accordo interistituzionale "Legiferare meglio"),

–  vista la sua posizione del 14 febbraio 2023 sulla proposta di direttiva del Consiglio relativa alle modalità di esercizio del diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo per i cittadini dell'Unione che risiedono in uno Stato membro di cui non sono cittadini(2),

–  vista la sua posizione del 14 febbraio 2023 sulla proposta di direttiva del Consiglio relativa alle modalità di esercizio del diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni comunali per i cittadini dell'Unione che risiedono in uno Stato membro di cui non sono cittadini(3),

–  vista la sua risoluzione del 9 giugno 2022 sul diritto di iniziativa del Parlamento(4),

–  vista la sua posizione del 3 maggio 2022 sulla proposta di regolamento del Consiglio relativo all'elezione dei membri del Parlamento europeo a suffragio universale diretto, che abroga la decisione del Consiglio (76/787/CECA, CEE, Euratom) e l'Atto relativo all'elezione dei membri del Parlamento europeo a suffragio universale diretto allegato a tale decisione(5),

–  viste la sua risoluzione del 12 febbraio 2019 sull'applicazione delle disposizioni del trattato relative alla cittadinanza dell'Unione(6), e la sua risoluzione del 9 marzo 2022 recante proposte all'indirizzo della Commissione concernenti i programmi per la concessione della cittadinanza e del soggiorno in cambio di investimenti(7),

–  vista la sua risoluzione del 16 febbraio 2017 sulle evoluzioni e gli adeguamenti possibili dell'attuale struttura istituzionale dell'Unione europea(8),

–  vista la sua risoluzione del 16 febbraio 2017 sul miglioramento del funzionamento dell'Unione europea sfruttando le potenzialità del trattato di Lisbona(9),

–  vista la sua risoluzione del 4 maggio 2022 sul seguito da dare alle conclusioni della Conferenza sul futuro dell'Europa(10),

–  vista la sua risoluzione del 6 aprile 2022 sull'attuazione di misure di educazione civica(11),

–  vista la sua risoluzione del 12 aprile 2016 dal titolo "Apprendere l'UE a scuola"(12),

–  vista la sua posizione del 16 aprile 2014 sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo relativo alle modalità per l'esercizio del diritto d'inchiesta del Parlamento europeo e che abroga la decisione 95/167/CE/Euratom/CECA del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione(13),

–  viste le conclusioni della presidenza a seguito della Conferenza dei presidenti dei parlamenti dell'Unione europea, tenutasi a Praga il 24 e 25 aprile 2023(14),

–  viste le conclusioni della riunione plenaria della LXIX Conferenza degli organi parlamentari specializzati negli affari dell'Unione, tenutasi a Stoccolma dal 14 al 16 maggio 2023(15),

–  vista la Dichiarazione di Léon sul parlamentarismo, adottata in occasione della Conferenza per celebrare la Giornata internazionale del parlamentarismo: rafforzare i parlamenti per migliorare la democrazia, tenutasi a Léon dal 30 giugno al 1º luglio 2023(16),

–  vista la relazione sull'esito finale della Conferenza sul futuro dell'Europa(17),

–  vista la "Proposta di manifesto per un'Europa federale: sovrana, sociale ed ecologica", adottata dal gruppo Spinelli il 29 agosto 2022(18),

–  visto l'articolo 54 del suo regolamento,

–  vista la relazione della commissione per gli affari costituzionali (A9-0249/2023),

A.  considerando che l'UE e i suoi parlamenti si trovano ad affrontare problemi comuni, inediti e complessi che derivano, da un lato, da fattori esterni quali la guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, la pandemia di COVID-19, le crisi del clima e dell'energia, la disinformazione, le ingerenze straniere e la digitalizzazione e, dall'altro, da fattori interni quali l'ascesa di posizioni estremiste e di attori politici che antepongono la polarizzazione, il populismo, il nazionalismo, la colpevolizzazione e lo scontro alla ricerca di soluzioni comuni; che, in tale contesto, la fiducia dei cittadini nella politica e nei decisori politici viene compromessa;

B.  considerando che sono urgentemente necessarie una definizione e una comprensione comuni della democrazia parlamentare liberale nonché la volontà politica di renderla più resiliente, nell'ottica di garantire il funzionamento della separazione dei poteri e di incoraggiare i cittadini a esercitare il loro diritto di voto in tutte le elezioni;

C.  considerando che la democrazia europea può essere fonte di ulteriore legittimità attraverso il cambiamento e l'adattamento agli sviluppi attuali; che l'Europa deve urgentemente sostenere, rafforzare e continuare a sviluppare la democrazia parlamentare liberale, compresi il parlamentarismo, la cittadinanza europea e gli elementi partecipativi della democrazia europea, avvalendosi di tutti gli strumenti messi a disposizione dai trattati; che è necessaria una riforma dei fondamenti democratici dell'Unione, ove necessario tramite una modifica dei trattati;

D.  considerando che nessuna decisione dovrebbe essere presa in assenza della legittimità democratica data dall'approvazione parlamentare; che il Parlamento europeo, pur essendo l'unica istituzione dell'UE eletta a suffragio diretto e costituendo quindi il perno della democrazia liberale europea, non dispone ancora di un diritto generale diretto di iniziativa, che rafforzerebbe la sua capacità di rappresentare la voce dei cittadini e di riflettere le preoccupazioni espresse dalla società civile e dalle parti sociali;

E.  considerando che l'articolo 15 TUE stabilisce chiaramente che il Consiglio europeo non deve esercitare funzioni legislative né esecutive; che taluni aspetti del sistema di presidenza a rotazione del Consiglio nonché il ruolo del Consiglio "Affari generali" ne ostacolano l'efficace funzionamento e devono essere riformati al fine di migliorare il processo legislativo all'interno di un sistema bicamerale;

F.  considerando che è necessario correggere gli squilibri istituzionali emersi nel tempo e accrescere la responsabilità del ramo esecutivo nei confronti di quello legislativo, in particolare conferendo al Parlamento poteri di controllo sul Consiglio europeo nonché accrescendo la responsabilità politica della Commissione nei confronti del Parlamento; che la relazione tra il Parlamento e il Consiglio, spesso descritta come un sistema legislativo bicamerale, non sempre rappresenta la situazione reale né è stata istituzionalizzata;

G.  considerando che il persistere del voto all'unanimità in seno al Consiglio è diventato di fatto un ostacolo che impedisce di far avanzare l'agenda europea così come lo sviluppo e la riforma della democrazia europea, in quanto permette al governo di uno Stato membro di bloccare il processo decisionale dell'UE, spesso a scapito dell'interesse europeo;

H.  considerando che è importante che le istituzioni dell'UE tengano maggiormente conto del ruolo svolto dal Comitato delle regioni (CdR) e dal Comitato economico e sociale europeo (CESE) nel quadro legislativo in quanto rappresentanti delle autorità locali e regionali e della società civile organizzata;

I.  considerando che, nelle sue conclusioni, la presidenza della Conferenza dei presidenti dei parlamenti dell'Unione europea (EUSC), tenutasi a Praga il 24 e 25 aprile 2023, ha accolto con favore l'iniziativa del Parlamento europeo in seno alla Conferenza degli organi parlamentari specializzati negli affari dell'Unione (COSAC) di progredire congiuntamente sulla questione del ruolo dei parlamenti in una democrazia funzionante e di riflettere sui possibili strategie per rafforzare il parlamentarismo moderno, al fine di informare la prossima Conferenza dei presidenti dei parlamenti dell'Unione europea a Madrid in merito ai risultati ottenuti al riguardo(19); che la LXIX COSAC, tenutasi a Stoccolma dal 14 al 16 maggio 2023, ha preso atto delle conclusioni della Conferenza dei presidenti dei parlamenti dell'Unione europea, in particolare dell'invito rivolto alla COSAC a proporre uno scambio di migliori pratiche e a riflettere sui possibili strategie per rafforzare il parlamentarismo moderno(20);

J.  considerando che la Conferenza mondiale per celebrare la Giornata internazionale del parlamentarismo, tenutasi a León il 30 giugno e il 1º luglio 2023, ha adottato la Dichiarazione di Léon sul parlamentarismo; che la Dichiarazione sostiene l'iniziativa del Parlamento europeo volta a elaborare una Carta sul ruolo del parlamentarismo in una democrazia efficace; che tale Carta dovrebbe essere adottata in occasione della Conferenza dei presidenti dei parlamenti dell'Unione europea, che avrà luogo a Madrid dal 21 al 23 aprile 2024(21);

K.  considerando che le conclusioni della Conferenza sul futuro dell'Europa chiedono il rafforzamento della democrazia europea, il miglioramento del processo decisionale dell'UE per garantire la sua capacità d'azione, nonché l'arricchimento e il rafforzamento della democrazia rappresentativa attraverso un aumento della partecipazione dei cittadini, un miglioramento del loro accesso alle informazioni nonché un maggiore coinvolgimento dei giovani; che le conclusioni della Conferenza sul futuro dell'Europa chiedono inoltre di rafforzare la cittadinanza europea, ad esempio tramite l'elaborazione di uno statuto della cittadinanza europea che preveda libertà e diritti specifici;

L.  considerando che la Conferenza sul futuro dell'Europa e altri progetti di successo in materia di partecipazione dei cittadini hanno dimostrato l'interesse dei cittadini nei confronti di un coinvolgimento regolare nella vita democratica dell'Unione; che la Conferenza sul futuro dell'Europa ha fornito una preziosa esperienza di dialogo con i cittadini su larga scala, da cui si dovranno trarre insegnamenti;

M.  considerando che la cittadinanza dell'UE e i diritti connessi, introdotti dal trattato di Maastricht e ulteriormente rafforzati dal trattato di Lisbona, sono stati attuati solo parzialmente; che spesso i cittadini europei non sono pienamente consapevoli dei loro diritti derivanti dalla cittadinanza dell'Unione;

N.  considerando che la cittadinanza dell'UE è attualmente concessa insieme alla cittadinanza di uno Stato membro, ma con controlli limitati da parte della stessa UE;

O.  considerando che diversi Stati membri offrono ancora "programmi di visti d'oro" e programmi per investitori come strumenti per ottenere la nazionalità e, di conseguenza, la cittadinanza dell'UE;

P.  considerando che, nonostante le disposizioni della direttiva 93/109/CE del Consiglio(22) e della direttiva 94/80/CE del Consiglio(23) relative, rispettivamente, alla partecipazione dei cittadini stranieri dell'Unione alle elezioni del Parlamento europeo e alle elezioni comunali nel loro paese di residenza, i cittadini stranieri dell'Unione incontrano ancora numerosi ostacoli nell'esercizio dei loro diritti elettorali alle elezioni del Parlamento europeo;

Q.  considerando che, a norma dell'articolo 10, paragrafo 3, TUE, ogni cittadino ha il diritto di partecipare alla vita democratica dell'Unione e le decisioni sono prese nella maniera il più possibile aperta e vicina ai cittadini; che la democrazia partecipativa è considerata un modo per migliorare la consapevolezza politica e il dialogo con tutti i cittadini dell'Unione;

R.  considerando che vi è ancora una scarsa conoscenza degli strumenti partecipativi esistenti, come l'iniziativa dei cittadini europei, le petizioni al Parlamento europeo, le denunce al Mediatore europeo, le consultazioni pubbliche e i dialoghi con i cittadini; che la democrazia partecipativa nell'UE risente di un'elevata frammentazione degli strumenti partecipativi e di una mancanza di follow-up, il che ne limita il successo e impedisce che tali strumenti costituiscano un'infrastruttura partecipativa globale ed efficace;

S.  considerando che qualsiasi misura volta a rafforzare la partecipazione dei cittadini e la democrazia deve affrontare il divario digitale nell'UE e le difficoltà che esso pone affinché tale partecipazione sia efficace;

T.  considerando che i nuovi panel di cittadini proposti dalla Commissione a seguito della Conferenza sul futuro dell'Europa hanno una portata limitata e disattendono le aspettative dei cittadini emerse durante la Conferenza;

U.  considerando che il referendum come strumento di democrazia diretta non è attualmente disponibile a livello dell'UE; che il Parlamento europeo ha ripetutamente chiesto di valutare il ricorso a referendum a livello dell'UE su questioni fondamentali che comporterebbero cambiamenti di paradigma nelle azioni e nelle politiche dell'UE, come una riforma dei trattati;

V.  considerando che è in atto una rivoluzione nelle abitudini di consumo dei media, in particolare tra i giovani, il che può incidere negativamente sull'accesso a informazioni basate su fatti e ben documentate, aumentando nel contempo la disponibilità di contenuti polarizzati e di bassa qualità, e può portare alla frammentazione delle società e all'indebolimento delle democrazie; che l'accesso a servizi di media indipendenti, pluralistici e di qualità è uno dei cardini di una democrazia ben funzionante;

Parlamentarismo

1.  riconosce che, in questo periodo di sfide comuni e senza precedenti, la democrazia parlamentare liberale è sotto pressione e deve essere urgentemente sostenuta, rafforzata e ulteriormente sviluppata; mette in evidenza il ruolo chiave dei parlamenti al centro della democrazia europea in quanto camere elette direttamente di cittadini, legislatori e controllori dell'esecutivo; riconosce che la democrazia liberale può dimostrarsi efficace solo se in presenza di un parlamentarismo attivo e funzionante; sottolinea la necessità di un'interpretazione comune, di principi fondamentali e di una definizione del concetto di democrazia parlamentare liberale; accoglie con favore, in tale contesto, l'iniziativa del Parlamento europeo volta a elaborare, insieme ai parlamenti dell'UE, una "Carta sul ruolo dei parlamenti in una democrazia liberale funzionante";

2.  ritiene che l'attuale tendenza all'interno dell'UE di passare da una democrazia "parlamentare" a una democrazia "governativa" indebolisca tutti i parlamenti nel processo decisionale; rileva con rammarico un crescente squilibrio di potere a favore del Consiglio e del Consiglio europeo, il che erode l'architettura istituzionale dell'UE stabilita dai trattati; ritiene che, nel contesto attuale, sia opportuno ripristinare l'equilibrio in favore di una legittimità democratica mediante diritti equivalenti per il Parlamento; ritiene che la prassi del Consiglio europeo di "incaricare il Consiglio e la Commissione" vada oltre il ruolo di orientamento strategico assegnato ad esso dai trattati e sia pertanto contraria alla lettera e allo spirito dei trattati; ritiene necessario rispettare la ripartizione delle competenze e il principio di sussidiarietà quali definiti nei trattati;

3.  è fermamente convinto che, in una democrazia, i parlamenti debbano partecipare a ogni processo decisionale; sottolinea che al Parlamento europeo, in quanto unica istituzione dell'UE eletta a suffragio diretto, dovrebbe essere riconosciuto il diritto generale diretto di iniziativa legislativa, il diritto d'inchiesta e la piena autorità sul bilancio e che, in quanto camera dei cittadini dell'UE, dovrebbe determinare le priorità strategiche dell'agenda legislativa europea; chiede al riguardo una modifica degli articoli 225 e 226 TFUE;

4.  propone nuovamente che il Consiglio sia trasformato in un'autentica camera legislativa, riducendo il numero delle sue configurazioni attraverso una decisione del Consiglio europeo, al fine di ottenere un vero e proprio sistema legislativo bicamerale che comprenda Parlamento europeo e Consiglio, con la Commissione che funge da esecutivo; ritiene che il sistema di presidenza a rotazione del Consiglio dell'UE debba essere riformato allo scopo di aumentare l'efficienza del processo legislativo nel quadro di un sistema bicamerale; propone che il Consiglio "Affari generali" sia sostituito da un Consiglio legislativo che si riunisce in sessioni pubbliche, analogamente al Parlamento europeo che si riunisce in plenaria, e che tutte le altre formazioni del Consiglio diventino strutture preparatorie trasparenti, con riunioni periodiche pubbliche e un funzionamento simile a quello delle commissioni del Parlamento;

5.  ribadisce i suoi appelli di lunga data affinché il Consiglio passi dal voto all'unanimità al voto a maggioranza qualificata ogniqualvolta ciò sia possibile a norma dei trattati, sia a breve termine, ad esempio attivando le varie clausole passerella previste dai trattati, sia in modo permanente mediante modifiche dei trattati, al fine di superare gli sbarramenti legislativi, rafforzare la capacità di agire dell'UE e rendere il processo decisionale dell'UE più efficiente, efficace e democratico;

6.  ritiene necessario che il Parlamento rafforzi le sue funzioni di controllo politico sulla Commissione, anche introducendo la possibilità di avviare mozioni di censura nei confronti di singoli commissari;

7.  sottolinea che le procedure legislative speciali in cui il diritto di iniziativa legislativa è conferito al Parlamento dai trattati dovrebbero includere scambi reciproci sulla definizione di un calendario legislativo per le iniziative interessate, al fine di garantire il rispetto del principio di leale cooperazione tra le tre istituzioni; si attende, in tale contesto, che sia dato nuovo slancio ai colloqui interistituzionali tra il Parlamento e il Consiglio sulla tanto necessaria riforma della legge elettorale europea nonché sul diritto d'inchiesta del Parlamento europeo;

8.  invita il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione a continuare a migliorare le modalità di cooperazione con il CdR e il CESE, anche nella fase prelegislativa, in modo da assicurare che i pareri e le valutazioni dei suddetti comitati siano tenuti in considerazione in tutte le fasi della procedura legislativa; suggerisce, in particolare, di rafforzare gli scambi informali tanto a livello di commissioni quanto a livello di gruppi politici tra i pertinenti soggetti delle tre istituzioni, e di invitare i relatori del CdR e del CESE a partecipare all'esame dei progetti di relazione in seno alle commissioni parlamentari e alle riunioni informative delle commissioni sui negoziati interistituzionali, se del caso;

9.  evidenzia il ruolo chiave dei parlamenti al centro della democrazia e la necessità di rispettare una chiara ripartizione dei compiti tra i vari livelli della democrazia liberale europea, ossia i livelli locale, regionale, nazionale ed europeo, in linea con il principio di sussidiarietà di cui all'articolo 5 TUE, nell'ottica di garantire la legittimità democratica e un processo decisionale efficiente e di rafforzare la fiducia e la cooperazione tra i parlamenti a diversi livelli; osserva, in tale contesto, che i parlamenti nazionali si trovano nella posizione migliore per definire e controllare l'operato dei rispettivi governi in materia di affari europei, mentre il Parlamento europeo dovrebbe garantire la responsabilità democratica dell'esecutivo europeo e assicurarne la legittimità; sottolinea la necessità di un dialogo politico e di scambi regolari tra i parlamenti al fine di far conoscere e comprendere l'attività e le decisioni parlamentari, ad esempio nel quadro dell'EUSC e della COSAC;

10.  ricorda la necessità di migliorare l'applicazione dei principi di sussidiarietà e proporzionalità nell'attività delle istituzioni dell'UE, in particolare cooperando con i parlamenti nazionali in virtù delle prerogative già incluse nei trattati in vigore, nonché di garantire ai rappresentanti locali e nazionali un ruolo di maggior rilievo nel processo al fine di conseguire la "sussidiarietà attiva", con l'obiettivo di promuovere una maggiore titolarità delle politiche dell'UE; suggerisce altresì di rafforzare la "sussidiarietà attiva" attraverso un processo volto a conferire ai parlamenti nazionali il diritto di presentare proposte al Parlamento europeo; sostiene, a tale riguardo, il programma "Costruire l'Europa con i consiglieri locali", che crea una rete europea di politici eletti a livello locale finalizzata a migliorare la comunicazione relativa all'Unione europea;

11.  sottolinea che un parlamento che si riunisce in presenza dà vita a una democrazia parlamentare dinamica; evidenzia che la digitalizzazione e la pandemia hanno contribuito alla trasformazione digitale dei parlamenti e hanno consentito ai deputati che sarebbero stati altrimenti esclusi di partecipare alla vita parlamentare; sottolinea che le procedure digitalizzate non dovrebbero sostituire le votazioni, le discussioni e i negoziati in presenza, salvo in casi specifici; sottolinea che un maggiore utilizzo delle possibilità digitali può contribuire a migliorare la comprensione politica tra i parlamenti a livello nazionale, regionale ed europeo, a potenziare la comunicazione, la condivisione di informazioni e la sensibilizzazione, a ridurre le emissioni legate ai trasporti e alle trasferte e a rafforzare il legame con i cittadini;

12.  esprime profonda preoccupazione per l'evoluzione rapida e su vasta scala delle campagne di disinformazione mirate e per l'uso improprio dell'intelligenza artificiale generativa, volti a impedire ai cittadini di compiere scelte informate e, in ultima analisi, a compromettere i processi democratici all'interno dell'Unione; invita i parlamenti nazionali degli Stati membri a dialogare periodicamente con il Parlamento europeo, nel quadro della cooperazione interparlamentare della COSAC, in merito alla protezione delle loro democrazie dalle ingerenze straniere e dalla manipolazione delle informazioni; chiede sia una strategia coordinata dell'UE per affrontare le minacce all'indipendenza dei media sia l'istituzione di un consistente fondo permanente dell'UE per l'editoria e i mezzi di informazione;

13.  sottolinea la necessità di rafforzare la fiducia dell'elettorato nei processi elettorali garantendo che tutte le elezioni siano libere ed eque; invita, a tale proposito, l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa a organizzare missioni di osservazione elettorale durante le elezioni del Parlamento europeo del giugno 2024; incoraggia gli Stati membri ad avvalersi di questa possibilità;

Cittadinanza europea

14.  chiede la creazione di uno statuto di cittadinanza dell'UE che chiarisca e consolidi i diritti e le libertà specifici della cittadinanza che connettono i cittadini dell'Unione; invita il Consiglio e la Commissione ad adottare misure concrete per ampliare i diritti e le libertà specifici legati alla cittadinanza secondo la procedura di cui all'articolo 25 TFUE; sottolinea che lo statuto renderà più tangibili i principi e i valori dell'Unione, fornendo nel contempo ai cittadini nuovi mezzi per salvaguardarli e sostenerli;

15.  sottolinea che l'efficacia dei dialoghi con i cittadini e una partecipazione attiva di questi ultimi sono fortemente connessi alla dimensione europea dell'educazione civica; evidenzia quindi la necessità di rafforzare la dimensione europea dell'educazione civica nelle attività curriculari ed extracurriculari, al fine di garantire che i cittadini siano attivi e informati in modo che possano partecipare pienamente alla vita civica e sociale a livello sia europeo sia di Stati membri, nonché alla vita democratica dell'Unione; chiede alla Commissione di elaborare una strategia europea globale per migliorare le competenze dei cittadini riguardo all'UE e sviluppare misure di sostegno volte a garantire pari accesso all'educazione civica; sottolinea l'importante ruolo che dovrebbero svolgere in tale strategia la società civile, le università e altre organizzazioni di ricerca;

16.  invita la Commissione e gli Stati membri a informare meglio i cittadini stranieri dell'Unione (ossia i cittadini dell'Unione che risiedono in uno Stato membro di cui non sono cittadini) in merito al loro diritto di voto o di candidarsi alle elezioni comunali ed europee; sottolinea che dovrebbe essere presa in considerazione la possibilità di estendere tale diritto di voto e di eleggibilità dei cittadini "mobili" dell'UE alle elezioni regionali e nazionali negli Stati membri; segnala che il Consiglio e la Commissione possono introdurre tali diritti attraverso la procedura di cui all'articolo 25 TFUE, mentre a lungo termine dovrebbero essere ancorati all'articolo 22 TFUE mediante una modifica del trattato; sottolinea la necessità di campagne di sensibilizzazione su tali diritti con la partecipazione della società civile; evidenzia che tutti gli ostacoli amministrativi e le discriminazioni ancora esistenti devono essere eliminati per garantire pari opportunità a tutti i cittadini mobili dell'Unione, in particolare per i gruppi vulnerabili ed emarginati;

17.  ribadisce la sua richiesta di introdurre un'età armonizzata per il diritto di voto e di eleggibilità in tutti gli Stati membri, al fine di evitare discriminazioni; raccomanda l'introduzione di un'età minima di voto di 16 anni, fatti salvi gli attuali ordinamenti costituzionali, al fine di rispecchiare gli attuali diritti e doveri che i giovani europei hanno già in alcuni Stati membri;

18.  ricorda che il Parlamento europeo ha ripetutamente espresso preoccupazione per il fatto che qualsiasi programma nazionale che comporti la vendita diretta o indiretta della cittadinanza dell'Unione europea mina il concetto stesso di cittadinanza europea; invita gli Stati membri interessati a porre fine a tali pratiche;

19.  esprime grande preoccupazione per la prassi di alcuni Stati membri di privare i propri cittadini del diritto di voto alle elezioni politiche nazionali se vivono all'estero; esorta tali Stati membri a porre fine a questa forma di privazione del diritto di voto;

Integrare la democrazia rappresentativa migliorando la partecipazione dei cittadini

20.  ribadisce che, in linea con il testo istitutivo della Conferenza, il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione si sono impegnati a dare un seguito efficace alle conclusioni della Conferenza, ciascuno nell'ambito delle proprie competenze e conformemente ai trattati; chiede un'attuazione rapida e coerente dei risultati della Conferenza sul futuro dell'Europa, che comprende 49 proposte e 326 misure concrete realizzate dai panel europei di cittadini della Conferenza; ribadisce la sua richiesta di una convenzione per la revisione dei trattati;

21.  ritiene che uno dei modi per rispondere alle aspettative dei cittadini europei relativamente a un coinvolgimento più regolare e significativo nella vita democratica dell'Unione(24) sia il miglioramento e lo sviluppo dei meccanismi di partecipazione all'interno dell'UE;

22.  sottolinea la necessità di rafforzare e sviluppare un'infrastruttura di partecipazione completa nell'UE, con una migliore connessione e integrazione degli strumenti partecipativi esistenti e migliori vie di partecipazione permanente; sottolinea la necessità di affrontare la frammentazione dell'infrastruttura di partecipazione dell'UE creando uno sportello unico per tutti gli strumenti partecipativi europei con un quadro istituzionale istituito per amministrare il polo centrale e le sue relazioni con i cittadini;

23.  sottolinea che i meccanismi e gli strumenti di democrazia diretta o partecipativa possono integrare, ma non sostituire, la democrazia parlamentare liberale rappresentativa in un mondo sempre più complesso, in cui è necessaria la ricerca di compromessi sostenibili e democratici; osserva che i meccanismi di democrazia diretta o partecipativa possono essere strumenti utili se vengono soddisfatti alcuni requisiti; suggerisce in particolare di aumentare l'efficacia degli strumenti partecipativi europei esistenti dandovi un seguito obbligatorio e significativo;

24.  ricorda che una migliore e maggiore partecipazione sarà possibile solo affrontando il problema della discriminazione, in particolare quella derivante dal divario digitale e dalle difficoltà che esso crea per un'effettiva partecipazione alla vita democratica dell'Unione; ribadisce che le applicazioni digitali per promuovere la partecipazione dei cittadini dovrebbero essere semplici e intuitive;

25.  propone l'istituzionalizzazione di processi di partecipazione di tipo deliberativo e rappresentativo basati sul modello dei panel europei di cittadini della Conferenza sul futuro dell'Europa; ritiene che debbano essere organizzati dei "mini-pubblici", con partecipanti selezionati in modo casuale che rappresentano sottoinsiemi della struttura socioeconomica dell'Unione e quindi l'intero spettro della società, in modo da contribuire a prevenire le disuguaglianze nell'accesso alla partecipazione alla vita democratica dell'Unione, offrendo ai cittadini che altrimenti non avrebbero questa opportunità un mezzo per esprimere la loro visione;

26.  ritiene importante rafforzare la cittadinanza attiva e un'effettiva partecipazione dei cittadini a livello dell'UE attraverso l'acquisizione di conoscenze specifiche sull'UE e sulla dimensione europea dei temi in discussione; sottolinea la necessità di affrontare la mancanza di familiarità del grande pubblico con le politiche e il processo decisionale dell'UE attraverso una migliore educazione sull'UE nelle scuole; chiede, in particolare, una formazione specifica e un processo deliberativo sostenuto in cui le persone che partecipano ai panel di cittadini ricevano le informazioni necessarie, integrate, se del caso, dal supporto di esperti, in modo che siano in grado di partecipare a dibattiti aperti in grado di sfociare in raccomandazioni e conclusioni;

27.  propone, in particolare, la creazione di un meccanismo di partecipazione strutturato, in linea con l'acquis dell'UE, denominato agorà europea, che dovrebbe operare su base annuale deliberando sulle priorità dell'UE per l'anno successivo e i cui risultati dovrebbero essere presentati il 9 maggio come contributo al processo di consultazione sul programma di lavoro annuale della Commissione; osserva che tali risultati dovrebbero includere anche una proposta relativa al tema specifico dell'Anno europeo nel ciclo annuale successivo; propone che i rappresentanti del Parlamento europeo siano regolarmente informati sugli sviluppi di tali deliberazioni affinché ne tengano conto nel lavoro legislativo;

28.  sottolinea che i cittadini dell'agorà europea nel corso dell'anno discuteranno il contenuto relativo al tema specifico dell'Anno europeo e alla fine dell'anno dovrebbero presentare le loro proposte e conclusioni; ritiene opportuno prevedere diverse opzioni per il seguito da parte del Parlamento, tenendo conto delle dimensioni delle maggioranze che sostengono queste conclusioni in seno al gruppo di esperti, e ritiene che tale seguito possa includere dibattiti, audizioni, interrogazioni parlamentari o relazioni;

29.  suggerisce che una componente giovanile dell'agorà costituisca un'assemblea europea dei giovani, che possa monitorare l'applicazione di una "verifica da parte dei giovani" durante l'intero processo legislativo richiesto dalla Conferenza; propone che il Parlamento europeo si metta in contatto con il Comitato delle regioni e il Comitato economico e sociale per istituire un meccanismo con rappresentanti quali giovani politici eletti a livello locale e rappresentanti della società civile giovanile e delle parti sociali, che dovrebbero cooperare strettamente con l'Assemblea dei giovani per attuare la verifica da parte dei giovani; sottolinea, a tal proposito, la necessità di impegnarsi con i giovani, in particolare in un dibattito politico sul futuro dell'Europa, in quanto le decisioni odierne andranno a determinare il loro futuro;

30.  rinnova il suo appello di lunga data a valutare la possibilità di modificare i trattati dell'UE per consentire referendum a livello dell'UE su questioni fondamentali che inneschino cambiamenti di paradigma nelle azioni e nelle politiche dell'Unione, come la riforma dei trattati dell'UE; sottolinea, in tale contesto, che il risultato del referendum dovrebbe essere adottato solo se vi è una doppia maggioranza a favore, che rappresenti la maggioranza degli Stati membri e la maggioranza degli elettori che si sono espressi; propone che tale referendum a livello dell'UE possa essere organizzato nel corso delle elezioni parlamentari europee, prevedendo una scheda elettorale aggiuntiva relativa a tale fondamentale questione costituzionale; sottolinea che qualsiasi referendum europeo dovrebbe idealmente essere organizzato lo stesso giorno in tutta l'Unione;

31.  propone l'introduzione di consultazioni dei cittadini paneuropee online organizzate dal Parlamento europeo; ritiene che dare a tutti i cittadini l'opportunità di esprimere il loro punto di vista su questioni europee attuali aumenterà la loro fiducia e comprensione riguardo al processo decisionale europeo; ritiene che questo nuovo meccanismo partecipativo rafforzi il ruolo del Parlamento europeo nei confronti delle altre istituzioni;

32.  osserva le potenzialità per l'esercizio della cittadinanza europea attraverso strumenti online quali le consultazioni online e la raccolta online delle firme per le iniziative dei cittadini europei; osserva che l'identificazione elettronica potrebbe facilitare l'uso di tali strumenti a livello europeo e offrire una serie di opzioni per l'accesso ai servizi pubblici; invita gli Stati membri a introdurre strumenti di democrazia elettronica a livello locale e nazionale e a integrarli adeguatamente nel processo politico;

33.  chiede che il programma Europa digitale (DIGITAL) e altre iniziative volte a promuovere la trasformazione digitale nell'UE includano tra i loro obiettivi la semplificazione dell'accesso alle amministrazioni attraverso i vari servizi o l'uso di applicazioni di partecipazione dei cittadini; chiede linee di ricerca e di investimento volte a facilitare tale accesso al fine di ridurre al minimo il divario digitale e massimizzare la qualità sociale e democratica;

o
o   o

34.  incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio europeo, al Consiglio dell'Unione europea, alla Commissione, all'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali e al Consiglio d'Europa.

(1) GU L 123 del 12.5.2016, pag. 1.
(2) Testi approvati, P9_TA(2023)0037.
(3) Testi approvati, P9_TA(2023)0038.
(4) GU C 493 del 27.12.2022, pag. 112.
(5) GU C 465 del 6.12.2022, pag. 171.
(6) GU C 449 del 23.12.2020, pag. 6.
(7) GU C 347 del 9.9.2022, pag. 97.
(8) GU C 449 del 23.12.2020, pag. 6.
(9) GU C 252 del 18.7.2018, pag. 215.
(10) GU C 465 del 6.12.2022, pag. 109.
(11) GU C 434 del 15.11.2022, pag. 31.
(12) GU C 58 del 15.2.2018, pag. 57.
(13) GU C 443 del 22.12.2017, pag. 39.
(14) https://parleu2022.cz/wp-content/uploads/2023/04/EUSC-Prague-Presidency-Conclusions-final-EN-1.pdf.
(15) https://secure.ipex.eu/IPEXL-WEB/download/file/8a8629a88827df1e018828991e660000/Contribution%20adopted%20by%20the%20LXIX%20COSAC.pdf.
(16)https://www.congreso.es/backoffice_doc/prensa/notas_prensa/99181_1688138271277.pdf.
(17)https://conference-delegation.europarl.europa.eu/cmsdata/267095/Report_IT.pdf.
(18)https://thespinelligroup.eu/wp-content/uploads/2022/10/20220912_Proposal-Manifesto-for-a-Federal-Europe-political-social-and-ecological.pdf.
(19)https://parleu2022.cz/wp-content/uploads/2023/04/EUSC-Prague-Presidency-Conclusions-final-EN-1.pdf.
(20)https://secure.ipex.eu/IPEXL-WEB/conferences/cosac.
(21)https://www.congreso.es/backoffice_doc/prensa/notas_prensa/99181_1688138271277.pdf.
(22)Direttiva 93/109/CE del Consiglio, del 6 dicembre 1993, relativa alle modalità di esercizio del diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo per i cittadini dell'Unione che risiedono in uno Stato membro di cui non sono cittadini (GU L 329 del 30.12.1993, pag. 34).
(23)Direttiva 94/80/CE del Consiglio, del 19 dicembre 1994, che stabilisce le modalità di esercizio del diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni comunali per i cittadini dell'Unione che risiedono in uno Stato membro di cui non hanno la cittadinanza (GU L 368 del 31.12.1994, pag. 38).
(24)Bertelsmann Stiftung, Next level citizen participation in the EU – Institutionalising European Citizens' Assemblies (Il prossimo livello di partecipazione dei cittadini nell'UE – istituzionalizzare le assemblee dei cittadini europei), 2022.

Ultimo aggiornamento: 15 settembre 2023Note legali - Informativa sulla privacy