Risoluzione del Parlamento europeo del 4 ottobre 2023 sulla segregazione e sulla discriminazione dei bambini rom nelle scuole (2023/2840(RSP))
Il Parlamento europeo,
– vista l'interrogazione alla Commissione sulla segregazione e sulla discriminazione dei bambini rom(1) nelle scuole (O-000039/2023 – B9-0026/2023),
– visti l'articolo 2 del trattato sull'Unione europea, gli articoli 10 e 19 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea e gli articoli 14, 20, 21, 22 e 24 della Carta dei diritti fondamentali dell'UE (“Carta”),
– viste la Convenzione europea dei diritti dell'uomo e la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo,
– vista la direttiva 2000/43/CE del Consiglio, del 29 giugno 2000, che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica (direttiva sull'uguaglianza razziale)(2),
– vista la decisione della Commissione europea di avviare diverse procedure di infrazione (Repubblica ceca nel 2014, Slovacchia nel 2015 e Ungheria nel 2016(3)) e di deferire la Slovacchia alla Corte di giustizia dell'Unione europea, il 19 aprile 2023, per aver violato le norme dell'UE contenute nella direttiva sull'uguaglianza razziale non avendo affrontato efficacemente la questione della segregazione dei bambini rom nelle scuole,
– vista la decisione quadro 2008/913/GAI del Consiglio, del 28 novembre 2008, sulla lotta contro talune forme ed espressioni di razzismo e xenofobia mediante il diritto penale(4),
– vista la raccomandazione del Consiglio del 12 marzo 2021 sull'uguaglianza, l'inclusione e la partecipazione dei Rom(5),
– visto il quadro strategico dell'UE del 7 ottobre 2020 per l'uguaglianza, l'inclusione e la partecipazione dei Rom 2020-2030,
– vista l'ambizione di creare uno spazio europeo dell'istruzione entro il 2025,
– vista la Carta sociale europea,
– vista la comunicazione della Commissione, del 9 gennaio 2023, dal titolo "Relazione di valutazione dei quadri strategici nazionali per i Rom degli Stati membri" (COM(2023)0007),
– vista la comunicazione della Commissione, del 18 settembre 2020, dal titolo "Un'Unione dell'uguaglianza: il piano d'azione dell'UE contro il razzismo 2020-2025" (COM(2020)0565), che incoraggia tutti gli Stati membri a elaborare e adottare piani d'azione nazionali contro il razzismo e la discriminazione razziale entro la fine del 2022,
– vista la sua risoluzione del 17 settembre 2020 sull'attuazione delle strategie nazionali di integrazione dei rom: combattere gli atteggiamenti negativi nei confronti delle persone di origine romanì in Europa(6),
– vista la sua risoluzione del 5 ottobre 2022 sulla situazione dei rom che vivono in insediamenti nell'UE(7),
– vista la sua risoluzione del 10 novembre 2022 sulla giustizia razziale, la non discriminazione e la lotta al razzismo nell'UE(8),
– vista la sua risoluzione del 19 aprile 2023 sulla lotta alla discriminazione nell'UE – La tanto attesa direttiva orizzontale antidiscriminazione(9),
– vista la sua risoluzione del 15 aprile 2015, in occasione della Giornata internazionale dei rom – antiziganismo in Europa e riconoscimento, da parte dell'UE, della giornata commemorativa del genocidio dei rom durante la Seconda guerra mondiale(10),
– vista la sua risoluzione dell'11 marzo 2021 sui diritti dei minori alla luce della strategia dell'Unione europea sui diritti dei minori(11),
– vista la raccomandazione di politica generale n. 13 della commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza (ECRI) del Consiglio d'Europa sulla lotta contro l'antiziganismo e le discriminazioni nei confronti dei rom, del 24 giugno 2011,
– vista la sua risoluzione dell'8 marzo 2022 sul ruolo della cultura, dell'istruzione, dei media e dello sport nella lotta contro il razzismo(12),
– viste le sentenze della Corte suprema slovacca n. 5Cdo/102/2020 e 5Cdo/220/2022, che confermano la discriminazione dei bambini rom nelle scuole e la responsabilità dei comuni e dello Stato a tale riguardo,
– vista la sua risoluzione del 12 febbraio 2019 sulla necessità di rafforzare il quadro strategico dell'UE per il periodo successivo al 2020 per le strategie nazionali di integrazione dei Rom e intensificare la lotta contro l'antiziganismo(13),
– vista la sua risoluzione del 9 marzo 2011 sulla strategia dell'UE per l'inclusione dei rom(14),
– vista la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza,
– visti l'articolo 136, paragrafo 5, e l'articolo 132, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che tutti i bambini hanno il diritto di prosperare e sviluppare le proprie abilità e i propri talenti grazie all'accesso a un'istruzione inclusiva, non segregata e di qualità;
B. considerando che il diritto a un'istruzione obbligatoria di alta qualità, accessibile e gratuita, compreso l'accesso agli asili nido e all'istruzione prescolare, dovrebbe essere garantito a tutti i bambini, indipendentemente dalla loro origine etnica;
C. considerando che migliaia di alunni rom, che costituiscono la minoranza etnica più numerosa dell'UE, continuano a subire gravi discriminazioni a tutti i livelli di istruzione a causa della mancanza di volontà politica e dell'incapacità di diversi Stati membri di affrontare efficacemente e superare le disuguaglianze esistenti e le loro cause profonde;
D. considerando che il persistere di molteplici forme di discriminazione, razzismo e pregiudizi è all'origine della diffusa segregazione degli studenti rom nelle scuole, benché tali pratiche siano vietate dai quadri giuridici a livello nazionale e internazionale;
E. considerando che la segregazione nel settore dell'istruzione assume forme diverse, tra cui la frequentazione da parte di un numero sproporzionato di bambini rom di scuole speciali per bambini con disabilità intellettive, la presenza di classi o sezioni segregate per gli alunni rom all'interno di scuole ordinarie miste e la prevalenza di "scuole-ghetto";
F. considerando che la creazione di sistemi di istruzione paralleli per i bambini rom limita gravemente il corretto funzionamento della democrazia e dello Stato di diritto, in particolare per quanto riguarda la tutela dei diritti delle minoranze;
G. considerando che i bambini rom fanno i conti con la discriminazione intersezionale e con ostacoli alla partecipazione paritaria all'istruzione, tra cui la mancata copertura dei costi associati all'istruzione, la segregazione spaziale, la mancanza di strutture di assistenza all'infanzia nelle vicinanze o l'accesso iniquo o nullo all'apprendimento online e/o a distanza;
H. considerando che la povertà, il mancato accesso ai servizi di base e l'esposizione a condizioni precarie hanno forti ripercussioni sullo sviluppo fisico, mentale ed emotivo dei bambini e aumentano le probabilità che abbandonino la scuola e restino indietro in tutti gli aspetti della loro vita adulta;
I. considerando che la scarsa frequenza prescolare è uno dei principali fattori che determinano i tassi di abbandono prematuro dei rom, ulteriormente aggravati da un inizio tardivo della scuola e da una frequenza scolastica irregolare; che la partecipazione dei rom all'istruzione secondaria è ostacolata da fattori quali gli spostamenti, la segregazione abitativa e servizi di consulenza scarsamente funzionanti;
J. considerando che il trattamento discriminatorio è radicato nei pregiudizi strutturali e istituzionali contro i rom ed è spesso aggravato da sistemi di istruzione nazionali che funzionano in maniera inadeguata con bambini provenienti da contesti sociali ed etnici diversi e da gruppi vulnerabili;
K. considerando che le diagnosi errate basate sui risultati di test e strumenti viziati da pregiudizi culturali e linguistici, nonché discriminatori e razzisti, incidono sul percorso educativo degli alunni rom, in particolare quelli provenienti da un contesto socioeconomico svantaggiato; che tali test identificano gli alunni rom come affetti da lievi disabilità mentali, determinandone la collocazione sistematica in scuole speciali per bambini con disabilità mentali;
L. considerando che tali bambini, anziché essere inclusi e sostenuti, ricevono un'istruzione scadente, basata su programmi scolastici ridotti, nelle scuole speciali e in quelle ordinarie, all'interno di classi segregate frequentate principalmente o unicamente da bambini rom; che ciò ha conseguenze negative e permanenti per tali bambini e per le loro prospettive future;
M. considerando che gli insegnanti e gli amministratori hanno un ruolo importante da svolgere nell'inclusione dei bambini rom e nella creazione di un ambiente sicuro e privo di discriminazioni, stigmatizzazioni e bullismo, fenomeni che potrebbero essere aggravati dal genere, dall'orientamento sessuale o dalla disabilità; che la mancanza di personale adeguatamente formato e di risorse finanziarie sufficienti costituisce uno degli ostacoli all'inclusione dei bambini rom nelle scuole ordinarie;
N. considerando che, nei nove anni trascorsi dall'avvio da parte della Commissione delle prime procedure di infrazione sulla segregazione e sulla discriminazione dei bambini rom nelle scuole, la situazione non è migliorata, sebbene siano stati messi a disposizione importi significativi sotto forma di fondi dell'UE per sostenere gli Stati membri interessati nell'attuazione di varie misure di sostegno;
O. considerando che i dati disponibili provenienti da diverse fonti a livello nazionale e dell'UE, tra cui l'indagine sui rom condotta dall'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali nel 2021(15) e la relazione di valutazione dei quadri strategici nazionali per i rom degli Stati membri elaborata dalla Commissione nel gennaio 2023, indicano che le misure proposte non sono attuate e monitorate in modo efficace e rigoroso dagli Stati membri interessati e appaiono insufficienti per far fronte all'entità delle sfide;
P. considerando che la pandemia di COVID-19 ha esacerbato la discriminazione nei confronti dei bambini rom, molti dei quali non sono stati in grado di tenere il passo con il rapido ritmo della transizione verso l'istruzione digitale a causa delle loro condizioni di vita e delle minori opportunità di apprendimento a casa, della mancanza di dispositivi digitali e dell'accesso limitato a Internet o a servizi di tutoraggio di sostegno e accessibili; che le lacune educative sono ulteriormente ampliate dal crescente divario digitale tra i bambini rom e quelli non rom;
Q. considerando che la prevalenza della discriminazione nei confronti dei rom in molti Stati membri ostacola la coesione dell'UE, rafforza i sentimenti anti-rom e l'intolleranza, alimenta il razzismo e la radicalizzazione nelle nostre società ed è incompatibile con le leggi, gli obblighi degli Stati, le norme e i valori sanciti dai trattati dell'UE e dalla Carta;
R. considerando che l'esecuzione di diverse importanti sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo, come la sentenza del 13 novembre 2007 nella causa D.H. e altri c. Repubblica ceca (57325/00) e quella del 29 gennaio 2013 nella causa Horváth e Kiss c. Ungheria (11146/11), divenuta definitiva il 29 aprile 2013, rimane in sospeso o che tali sentenze mancano di un'effettiva attuazione, in alcuni casi a più di 15 anni dalla loro pronuncia;
1. invita la Commissione e gli Stati membri ad affrontare con urgenza la situazione dei bambini rom nelle scuole in maniera globale ed efficace, con politiche adeguate a breve e lungo termine sostenute da sufficienti finanziamenti nazionali e dell'UE; ribadisce l'invito a tutti gli Stati membri ad assumersi la loro responsabilità primaria di dare seguito agli impegni assunti e di adempiere agli obblighi previsti dal diritto dell'UE e internazionale al fine di garantire che tutti i bambini, compresi i bambini rom, beneficino di pari opportunità educative gratuite e godano del diritto all'istruzione;
2. deplora la persistente segregazione dei bambini rom nelle scuole speciali e nei sistemi di istruzione ordinari; sottolinea che i test psicologici standardizzati utilizzati in alcuni Stati membri non dovrebbero essere usati per negare o ritardare l'ingresso dei bambini nelle scuole ordinarie; chiede la creazione di garanzie per prevenire tale pratica;
3. invita gli Stati membri a eliminare le pratiche di segregazione continua dei bambini rom, ad attuare strategie globali di desegregazione con obiettivi chiari, risorse sufficienti e calendari chiari e ambiziosi, ad adottare metodi di apprendimento inclusivi, a garantire il pieno accesso dei bambini rom alle attività scolastiche e ad attuare campagne antidiscriminazione nelle scuole; sottolinea che le riforme nel settore dell'istruzione dovrebbero essere realizzate in stretta collaborazione con tutti i pertinenti portatori di interessi a livello nazionale, regionale e locale, compresi i rappresentanti delle comunità rom, i genitori rom e la società civile a guida rom, nonché i professionisti dell'insegnamento;
4. ritiene che l'eliminazione della segregazione e della discriminazione nelle scuole debba andare di pari passo con misure socioeconomiche che eliminino la povertà e l'esclusione sociale e migliorino il tenore di vita delle comunità rom, rompendo così il circolo vizioso della povertà intergenerazionale e delle minori opportunità di apprendimento a casa;
5. invita gli Stati membri a esplorare nuove possibilità di inclusione e coinvolgimento dei bambini rom nell'istruzione digitale, anche mediante maggiori investimenti per migliorare l'accessibilità delle infrastrutture e dell'alfabetizzazione digitali, al fine di prepararli all'era digitale;
6. invita gli Stati membri a sostenere l'istruzione delle donne e delle ragazze rom, con particolare attenzione all'importanza della scienza, della tecnologia, dell'ingegneria e della matematica (STEM) e alla lotta contro il loro tasso di abbandono scolastico; pone l'accento sulla necessità di affrontare le disuguaglianze di genere e di assicurare che le ragazze rom non siano tagliate fuori da alcuna politica di inclusione;
7. accoglie con favore la decisione della Commissione di avviare diverse procedure di infrazione (Repubblica ceca nel 2014, Slovacchia nel 2015 e Ungheria nel 2016) per la mancata corretta attuazione della direttiva sull'uguaglianza razziale e di deferire la Slovacchia alla Corte di giustizia dell'Unione europea nel 2023 per aver violato il diritto dell'UE non affrontando efficacemente la questione della segregazione dei bambini rom nelle scuole; osserva, tuttavia, che tali procedure di infrazione non hanno portato all'effettiva eliminazione delle cause di discriminazione e non hanno posto rimedio alla situazione, dal momento che le misure adottate dagli Stati membri non sono complete né sono state attuate in modo efficace;
8. è fermamente convinto che la Commissione debba fare tutto quanto in suo potere per arrestare e prevenire le violazioni dei diritti umani e dei valori fondamentali dell'Unione, a cominciare dall'efficace canalizzazione dei fondi dell'UE a sostegno di pratiche non discriminatorie negli Stati membri, anche nel settore dell'istruzione; ribadisce pertanto il suo invito a istituire un meccanismo di allerta precoce per segnalare i rischi di abuso o uso improprio dei fondi dell'UE destinati ad affrontare la situazione dei rom e invita la Commissione a informare regolarmente il pubblico in merito all'efficienza e ai risultati concreti dei suoi esercizi di monitoraggio;
9. invita gli Stati membri a intensificare gli sforzi per eliminare la discriminazione strutturale e sistemica, anche nel settore dell'istruzione che, oltre alle dimensioni politiche, sociali, economiche e storiche fondamentali, opera anche attraverso norme, abitudini, atteggiamenti e comportamenti che potrebbero essere di natura razzista e che creano ostacoli al conseguimento di una reale uguaglianza e di pari opportunità;
10. ricorda che l'accesso dei bambini rom all'educazione della prima infanzia e all'istruzione prescolare ha un impatto positivo sul loro sviluppo e sui loro risultati scolastici, sull'ottenimento di un'occupazione dignitosa e di qualità, sull'accesso a un alloggio e sulla possibilità di una vita libera da discriminazioni, rompendo così il circolo vizioso dell'emarginazione e degli svantaggi; invita gli Stati membri ad aumentare la disponibilità e l'accessibilità delle infrastrutture per l'educazione della prima infanzia, l'istruzione prescolare e l'istruzione obbligatoria e di servizi inclusivi e di alta qualità;
11. invita gli Stati membri a monitorare sistematicamente i rischi di abbandono scolastico e le disuguaglianze nell'accesso all'istruzione a tutti i livelli per consentire interventi tempestivi, sia in termini di assistenza pedagogica e consulenza individuale, sia in termini di attività extracurricolari per i bambini e i loro genitori; sottolinea che un coinvolgimento significativo dei genitori rom contribuirebbe anche ad affrontare il rischio di abbandono scolastico dei bambini;
12. deplora il fatto che le scuole frequentate dai bambini rom abbiano spesso una capacità insufficiente, operino in due turni, siano situate in edifici distaccati e fatiscenti o in scuole container e offrano un'istruzione di qualità inferiore agli standard, in cui i bambini rom sono separati dai loro coetanei non rom;
13. invita gli Stati membri a investire nella formazione degli insegnanti al fine di migliorare la loro capacità di fornire un insegnamento adeguato ai bambini rom, concentrandosi in particolare sulla sensibilità alla cultura e all'identità rom, e a introdurre strategie positive per promuovere la tolleranza e contrastare i comportamenti discriminatori e anti-rom; invita gli Stati membri a stanziare maggiori risorse finanziarie a favore di assistenti didattici qualificati;
14. incoraggia gli Stati membri interessati a utilizzare efficacemente le risorse finanziarie messe a disposizione nell'ambito di vari strumenti finanziari nazionali e dell'UE, tra cui Erasmus+, il Fondo sociale europeo Plus, il Fondo europeo di sviluppo regionale e il dispositivo per la ripresa e la resilienza, al fine di rafforzare le infrastrutture e i servizi educativi, consentendo in tal modo anche ai bambini rom di accedere a un'istruzione inclusiva e di qualità;
15. invita la Commissione a valutare la discriminazione ambientale che colpisce le zone abitate dalle comunità rom e ad affrontare il potenziale impatto di condizioni ambientali negative sulla qualità dell'istruzione e sul benessere dei bambini rom;
16. sottolinea che una delle modalità per combattere gli stereotipi e i sentimenti anti-rom consiste nell'educare il pubblico sulla storia dei rom, compreso l'Olocausto dei rom, e sui suoi costumi, la sua cultura e la sua lingua, al fine di creare un ponte verso una migliore comprensione, nonché di scambiare le migliori pratiche;
17. invita gli Stati membri a garantire che le politiche pubbliche e i servizi universali nella pianificazione delle politiche in materia di istruzione, occupazione, assistenza sanitaria, alloggi, servizi sociali, trasporti, sistemi di reddito minimo e legislazione antidiscriminazione raggiungano e includano i rom in modo efficace e non discriminatorio, compresi quelli che vivono in zone rurali remote;
18. invita gli Stati membri a garantire che, in sede di elaborazione, attuazione e monitoraggio dei piani d'azione nazionali contro il razzismo, tutte le azioni siano basate su dati di qualità affidabili e solidi; invita la Commissione e gli Stati membri ad aumentare la disponibilità di dati sulla partecipazione dei bambini rom all'istruzione e alla formazione, nel rispetto dei quadri legislativi nazionali degli Stati membri e della natura sensibile di tali dati(16);
19. invita la Commissione a riflettere sull'istruzione dei bambini rom nella sua valutazione nell'ambito della prospettiva di uno spazio europeo dell'istruzione entro il 2025, che fissa un elevato livello di ambizione europea nel settore dell'istruzione per tutti gli Stati membri dell'UE, si concentra sul miglioramento dell'equità e dell'inclusione nell'istruzione e nella formazione e sostiene l'impegno dell'UE a promuovere le libertà fondamentali, la tolleranza e la non discriminazione, anche attraverso l'istruzione;
20. chiede alla Commissione di monitorare e valutare i progressi compiuti, facilitare lo scambio delle migliori pratiche e fornire competenze, coordinamento e sostegno tecnico agli Stati membri interessati;
21. ritiene che una mancanza sistematica di lotta contro la discriminazione costituisca una minaccia diretta allo Stato di diritto e alla democrazia e dovrebbe pertanto essere affrontata nella relazione annuale della Commissione sullo Stato di diritto, nonché attraverso altre misure dell'UE dedicate alla salvaguardia della democrazia e dello Stato di diritto;
22. ricorda che la mancata esecuzione delle sentenze costituisce una violazione dei principi dello Stato di diritto; esorta la Commissione a monitorare l'esecuzione delle pertinenti sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo e dei tribunali degli Stati membri e ad attivare le misure previste dal regolamento sulla condizionalità dello Stato di diritto(17), qualora tale mancata esecuzione comprometta o rischi seriamente di compromettere la sana gestione finanziaria del bilancio dell'Unione o la tutela degli interessi finanziari dell'Unione;
23. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione e al Consiglio nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.
"Rom" è un termine generico che comprende un ampio ventaglio di persone diverse di origine romanì come rom, sinti, kalè, romanichal e boyash/rudari; esso comprende anche gruppi quali ashkali, egiziani, yenish, dom, lom, rom e abdal, popolazioni nomadi tra cui i travellers e le popolazioni designate col concetto amministrativo di gens du voyage, nonché le persone che si identificano come zigani, senza negare le caratteristiche specifiche di tali gruppi.
Orientamenti sul miglioramento della raccolta e dell'uso dei dati sulla parità, gruppo ad alto livello sulla non discriminazione, l'uguaglianza e la diversità, luglio 2018. La Corte dei conti europea ha raccomandato lo sviluppo di metodologie adeguate per raccogliere dati pertinenti sull'inclusione dei Rom in tutti gli Stati membri. "Iniziative politiche dell'UE e sostegno finanziario a favore dell'integrazione dei Rom: nonostante i progressi significativi conseguiti negli ultimi dieci anni, occorre compiere ulteriori sforzi sul campo", relazione speciale n. 14/2016.
Regolamento (UE, Euratom) 2020/2092 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2020, relativo a un regime generale di condizionalità per la protezione del bilancio dell'Unione, GU L 433 I del 22.12.2020, pag. 1.