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Procedura : 2023/2042(INI)
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Ciclo del documento : A9-0248/2023

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A9-0248/2023

Discussioni :

PV 03/10/2023 - 18
CRE 03/10/2023 - 18

Votazioni :

PV 04/10/2023 - 7.6
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Testi approvati :

P9_TA(2023)0345

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Mercoledì 4 ottobre 2023 - Strasburgo
Relazioni UE-Svizzera
P9_TA(2023)0345A9-0248/2023

Risoluzione del Parlamento europeo del 4 ottobre 2023 sulle relazioni UE-Svizzera (2023/2042(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visti il trattato sull'Unione europea e il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, che stabiliscono i principi, gli obiettivi e le competenze dell'UE e che riconoscono il diritto degli Stati europei di presentare domanda di adesione all'Unione,

–  visto l'accordo sullo Spazio economico europeo (SEE)(1) che riconosce il diritto di qualunque Stato membro dell'Unione europea o membro dell'Associazione europea di libero scambio (EFTA) di presentare domanda di adesione al SEE,

–  visto l'accordo tra la Comunità economica europea e la Confederazione svizzera(2), firmato il 22 luglio 1972,

–  visto l'accordo tra la Comunità economica europea e la Confederazione svizzera concernente l'assicurazione diretta diversa dell'assicurazione sulla vita(3),

–  visto l'accordo tra la Comunità europea e la Confederazione svizzera riguardante l'agevolazione dei controlli e delle formalità nei trasporti di merci e le misure doganali di sicurezza(4),

–  visto il respingimento, da parte della Svizzera, dell'adesione al SEE, mediante il referendum del 1992,

–  vista la conclusione di numerosi accordi settoriali tra l'UE e la Svizzera, firmati nel 1999 e noti come "accordi bilaterali I"(5),

–  vista la conclusione di nove ulteriori accordi settoriali tra l'UE e la Svizzera, firmati nel 2004 e noti come "accordi bilaterali II",

–  visto l'accordo tra la Comunità europea e la Confederazione svizzera sul reciproco riconoscimento in materia di valutazione della conformità(6),

–  visto l'accordo tra la Comunità europea e la Confederazione svizzera sul commercio di prodotti agricoli(7),

–  visto l'accordo tra la Comunità europea e la Confederazione svizzera su alcuni aspetti relativi agli appalti pubblici(8),

–  visto l'accordo tra la Comunità europea ed i suoi Stati membri, da una parte, e la Confederazione svizzera, dall'altra, sulla libera circolazione delle persone(9),

–  visto l'accordo tra la Confederazione svizzera e l'Ufficio europeo di polizia, firmato nel 2004,

–  visto l'accordo del 26 ottobre 2004 sulla partecipazione della Svizzera allo spazio Schengen(10), che consente la libera circolazione delle persone tra la Svizzera e gli Stati membri dell'UE e che facilita la cooperazione in materia di sicurezza e nel contrasto della criminalità transfrontaliera,

–  visto l'accordo tra Eurojust e la Svizzera firmato il 27 novembre 2008,

–  visto l'accordo tra l'Unione europea e la Confederazione svizzera concernente la cooperazione in merito all'applicazione dei rispettivi diritti della concorrenza(11), del 17 maggio 2013,

–  visto l'accordo di cooperazione fra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Confederazione svizzera, dall'altra, sui programmi europei di navigazione satellitare(12),

–  visto l'accordo tra l'Unione europea e la Confederazione svizzera sulle modalità di partecipazione di quest'ultima all'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo(13) firmato il 10 giugno 2014,

–  visto l'accordo tra l'UE e la Svizzera in materia di scambio automatico di informazioni finanziarie a fini fiscali, entrato in vigore il 1° gennaio 2017,

–  visto il pacchetto normativo presentato dalla Commissione il 14 luglio 2021, che mira a ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra dell'UE di almeno il 55 % entro il 2030 (COM(2021)0550),

–  vista le decisioni del Consiglio federale svizzero, del 24 agosto 2022 e del 21 dicembre 2022, di adottare gli obiettivi dell'UE relativi al risparmio di gas e di energia elettrica, nell'ambito di un più ampio allineamento normativo della politica energetica e della regolazione della rete della Svizzera,

–  visto l'accordo tra l'Unione europea e la Confederazione svizzera concernente il collegamento dei rispettivi sistemi di scambio di quote di emissione di gas a effetto serra, firmato il 23 novembre 2017(14),

–  viste le conclusioni del Consiglio del 19 febbraio 2019 sulle relazioni fra l'UE e la Confederazione svizzera,

–  vista la decisione del Consiglio federale svizzero, del 26 maggio 2021, di porre fine ai negoziati sull'accordo quadro istituzionale UE-Svizzera,

–  vista l'adozione da parte del Consiglio federale svizzero di una serie di orientamenti per il suo pacchetto negoziale con l'UE, il 23 febbraio 2022,

–  visto l'esito positivo del referendum del 15 maggio 2022 in Svizzera, con cui si è deciso di aumentare il contributo finanziario di tale paese all'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex),

–  vista la dichiarazione congiunta dei presidenti della delegazione dell'Assemblea federale svizzera per le relazioni con il Parlamento europeo e della delegazione del Parlamento europeo per le relazioni con la Svizzera (DEEA), adottata in occasione della 41a riunione interparlamentare tra la Svizzera e l'Unione europea tenutasi il 7 ottobre 2022 a Rapperswil-Jona (Svizzera),

–  vista la sua raccomandazione del 26 marzo 2019 al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione / alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza concernente l'accordo quadro istituzionale tra l'Unione europea e la Confederazione svizzera(15),

–  vista la sua raccomandazione del 18 giugno 2020 per i negoziati su un nuovo partenariato con il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord(16),

–  vista la decisione n. 1313/2013/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, su un meccanismo unionale di protezione civile(17),

–  visto l'articolo 54 del suo regolamento,

–  visti i pareri della commissione per il commercio internazionale e della commissione per la cultura e l'istruzione,

–  vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A9-0248/2023),

A.  considerando che l'UE e la Svizzera sono alleati stretti dal punto di vista politico e culturale, che condividono gli stessi principi e valori quali la democrazia, lo Stato di diritto, i diritti umani, la protezione delle minoranze, l'uguaglianza sociale e la sostenibilità sociale e ambientale; che l'UE e la Svizzera sono importanti partner economici, interessati a una prosperità economica comune;

B.  considerando che l'UE e la Svizzera intrattengono da tempo relazioni fondate su valori e obiettivi condivisi di pace, sull'impegno a difendere il multilateralismo e l'ordine internazionale basato su regole e su un ruolo attivo di primo piano negli sforzi globali volti ad affrontare sfide quali i cambiamenti climatici, l'ambiente, la perdita di biodiversità, l'esaurimento delle risorse, lo sviluppo sostenibile, l'accelerazione della digitalizzazione, la migrazione e la sicurezza internazionale, la giustizia penale internazionale e il diritto internazionale umanitario;

C.  considerando che l'attuale guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina ha messo in luce la necessità che l'UE e la Svizzera approfondiscano la loro cooperazione nei settori della politica estera, della sicurezza e della risposta alle crisi; che la Svizzera coopera in merito a determinate parti della politica estera e di sicurezza comune (PESC) e ha partecipato a missioni nell'ambito della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC); che la Svizzera si è allineata all'UE sulle sanzioni nei confronti della Russia e ha votato a favore di tutte le risoluzioni delle Nazioni Unite relative alla guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina;

D.  considerando che la Svizzera cerca nuove forme di cooperazione in settori quali la sicurezza, la ricerca, l'innovazione e la salute; che la Svizzera è pronta ad ampliare la sua cooperazione in materia di sicurezza, con particolare riguardo ad ambiti quali la cibersicurezza, le minacce ibride, la resilienza e la disinformazione; che la Svizzera mira a rafforzare l'interoperabilità nel quadro dell'Agenzia europea per la difesa; che la relazione sulla politica di sicurezza della Svizzera relativa al 2021 e il suo supplemento del 2022 presentano una serie di opzioni che consentono alla Svizzera di incrementare la sua cooperazione con l'UE;

E.  considerando che la Svizzera e l'UE sono partner economici fondamentali, essendo l'UE il principale partner commerciale della Svizzera, che a sua volta è il quarto partner commerciale dell'UE, dopo Cina, Stati Uniti e Regno Unito; che l'UE e la Svizzera sono tra le principali destinazioni dei rispettivi investimenti esteri e sono partner commerciali chiave per quanto concerne gli scambi di servizi;

F.  considerando che il Consiglio federale svizzero ha approvato i parametri chiave per un mandato negoziale con l'UE il 21 giugno 2023;

G.  considerando che le relazioni economiche e commerciali tra la Svizzera e l'UE sono principalmente disciplinate da un accordo di libero scambio (ALS) e da una serie di accordi bilaterali, tra cui l'accordo sulla libera circolazione delle persone, in virtù dei quali la Svizzera ha accettato di riprendere alcuni aspetti della legislazione dell'UE in cambio dell'accesso a una parte del mercato unico dell'UE;

H.  considerando che la Svizzera è profondamente integrata nel mercato unico dell'UE; che finora l'UE e la Svizzera hanno concluso numerosi accordi bilaterali; che molti di questi devono essere aggiornati con urgenza al fine di assicurare il funzionamento del mercato interno a tale riguardo tra l'UE e la Svizzera e di tener conto dell'evoluzione delle priorità;

I.  considerando che, nel maggio 2021, il Consiglio federale svizzero ha deciso di porre fine ai negoziati sull'accordo quadro istituzionale UE-Svizzera; che è necessaria una soluzione per le future relazioni tra le due parti per consolidare le relazioni bilaterali e sviluppare appieno il partenariato UE-Svizzera su questioni fondamentali di reciproco interesse; che, di recente, la Commissione e il Consiglio federale svizzero hanno tenuto una serie di colloqui esplorativi;

J.  considerando che la visita in Svizzera del vicepresidente della Commissione Maroš Šefčovič a marzo ha impresso nuovo slancio alle discussioni finalizzate a risolvere i problemi istituzionali; che vi è una provata volontà, da entrambe le parti, di ridurre i divari ancora esistenti attraverso i colloqui esplorativi sia a livello tecnico che politico; che è essenziale che entrambe le parti mantengano lo slancio, continuino a muoversi nella giusta direzione e accelerino potenzialmente i loro sforzi al fine di determinare se esista una base solida per negoziati completi con la prospettiva di una conclusione rapida ed efficace;

K.  considerando che è necessario continuare a garantire condizioni di parità nel mercato unico per assicurare una concorrenza equa; che un mercato unico ben funzionante ed efficace è basato su un'economia sociale di mercato altamente competitiva;

L.  considerando che i cittadini svizzeri hanno gli stessi diritti dei cittadini dell'UE di circolare, entrare e soggiornare liberamente nell'UE, in linea con il diritto dell'UE; che nel 2021 lavoravano in Svizzera mediamente 351 000 pendolari transfrontalieri e che, al 31 dicembre 2021, risultavano residenti nell'UE 442 000 cittadini svizzeri mentre risiedevano in Svizzera circa 1,4 milioni di cittadini dell'UE;

M.  considerando che, attualmente, la Svizzera ha lo status di paese terzo non associato nell'ambito del programma quadro di ricerca e innovazione dell'UE Orizzonte Europa e di altri programmi e iniziative a esso correlati, tra cui il programma Erasmus+ dell'UE; che la cooperazione tra l'UE e la Svizzera in materia di ricerca e sviluppo recherebbe vantaggi a entrambe le parti;

N.  considerando che il quadro di cooperazione fra l'Agenzia europea per la difesa e la Svizzera, stipulato il 16 marzo 2012, consente lo scambio di informazioni e prevede attività congiunte nei settori della ricerca e della tecnologia nonché progetti e programmi in materia di armamenti;

O.  considerando che in Svizzera si terranno le elezioni generali il 22 ottobre 2023; che le elezioni del Parlamento si terranno nel giugno 2024;

Politica estera e di sicurezza

1.  sottolinea il forte interesse dell'UE a cooperare con la Svizzera, quale partner che condivide i suoi principi, in materia di pace internazionale, sicurezza, diritti umani e difesa, soprattutto in risposta alla guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina. accoglie con favore il fatto che la Svizzera si sia allineata alle sanzioni adottate dall'UE in tale contesto e che finora abbia adottato tutti i pacchetti di sanzioni dell'UE; riconosce l'impegno della Svizzera a preservare l'ordine internazionale basato su regole, anche attraverso un'azione comune con l'UE in seno alle organizzazioni internazionali e ai consessi multilaterali;

2.  riconosce la politica estera di lungo corso della Svizzera basata sulla promozione della pace, la mediazione e la risoluzione pacifica dei conflitti; accoglie con favore il ruolo forte e attivo svolto dalla Svizzera quale membro del Consiglio d'Europa, dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, delle Nazioni Unite e dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici nella ricerca di soluzioni alle crisi, anche attraverso l'attuazione di accordi costituzionali in ambienti ad alta tensione, il consolidamento della pace, la facilitazione del dialogo, lo sviluppo di misure volte a rafforzare la fiducia e la riconciliazione;

3.  accoglie con favore il mandato della Svizzera in quanto membro non permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, nel 2003-2004, quale opportunità per rafforzare la cooperazione internazionale e promuovere priorità comuni a livello multilaterale;

4.  si compiace della posizione affine della Svizzera rispetto alla PESC dell'UE, in particolare per quanto riguarda gli aiuti umanitari, la protezione civile, la lotta al terrorismo e i cambiamenti climatici, e del suo contributo alle missioni nell'ambito della PSDC, nello specifico EULEX Kosovo, EUFOR Althea e EUCAP Sahel; osserva che la Svizzera è il paese che contribuisce più frequentemente, in termini assoluti, alle missioni nell'ambito della PSDC; chiede un ulteriore impegno nell'ambito delle competenze della PESC e della PSDC;

5.  accoglie inoltre con favore il fatto che, nel novembre 2021, la Svizzera abbia annunciato la propria partecipazione a determinati progetti della cooperazione strutturata permanente e che la sua possibile partecipazione a due progetti sia attualmente oggetto di esame; osserva che la Svizzera ha espresso interesse per i progetti relativi alla ciberdifesa e alla mobilità militare e che ciò rappresenta un nuovo avvicinamento all'UE, con il quale la Svizzera sta valutando, per la prima volta nella sua storia, una cooperazione in materia di difesa con altri paesi; accoglie con favore l'intenzione della Svizzera di partecipare all'iniziativa di difesa aerea europea Sky Shield;

6.  incoraggia un'ulteriore collaborazione tra la Svizzera e l'UE sulle questioni sociali e umanitarie, in linea con l'approccio integrato dell'UE, e sui diritti umani e la democrazia, anche attraverso il piano d'azione dell'UE per i diritti umani e la democrazia e il regime globale di sanzioni in materia di diritti umani; accoglie con favore l'adesione della Svizzera al sistema europeo di gestione delle crisi;

7.  si compiace dell'intensificazione del ritmo delle consultazioni in materia di politica estera e del fatto che la Svizzera stia cercando una più stretta cooperazione con l'UE e la NATO; accoglie con favore, a tale riguardo, il coinvolgimento della Svizzera nel programma "Partenariato per la pace"; incoraggia la Svizzera ad approfondire la sua cooperazione con l'UE in materia di sicurezza e difesa e a sfruttare appieno l'accordo amministrativo con l'Agenzia europea per la difesa; sottolinea l'importanza della collaborazione tra gli Stati membri dell'UE e la Svizzera per quanto riguarda la sicurezza del paese a causa della sua posizione geografica;

8.  osserva che l'allineamento volontario della Svizzera alle sanzioni dell'UE nei confronti della Russia segue un approccio caso per caso; incoraggia la Svizzera a mantenere il suo impegno a favore dell'ordine internazionale basato su regole, ad applicare e attuare in modo rigoroso e coerente tutte le misure restrittive dell'UE adottate, come ha già fatto finora, e a prevenirne l'elusione, come previsto dalla Commissione per gli Stati membri dell'UE; esorta la Svizzera a modificare la propria legislazione al fine di consentire la confisca dei beni russi; invita la Svizzera ad aderire alla task force "Russian Elites, Proxies, and Oligarchs" (élite, mandatari e oligarchi russi); incoraggia inoltre la Svizzera a cooperare con la task force dell'UE "Freeze and Seize" per coordinare ed esplorare vie legali di confisca dei beni, comprese le riserve della banca centrale russa detenute in Svizzera, in linea con il diritto internazionale, e partecipare attivamente alle discussioni nei consessi internazionali sull'uso dei beni congelati per la ricostruzione dell'Ucraina;

9.  riconosce che la Svizzera ha intrapreso importanti sforzi umanitari in Ucraina, ha offerto lo status di protezione ai rifugiati ucraini e ha fornito un significativo sostegno finanziario per la ricostruzione dell'Ucraina, anche attraverso la conferenza di Lugano del 2022 sulla ripresa dell'Ucraina; incoraggia un'ulteriore cooperazione tra l'UE e la Svizzera nell'affrontare la crisi in corso;

10.  osserva con rammarico che la Svizzera sta attualmente vietando la riesportazione di munizioni e materiali bellici prodotti in Svizzera dagli Stati membri dell'UE verso l'Ucraina; accoglie con favore la proposta a livello nazionale e l'avvio di un dibattito politico su tale argomento in seno al Consiglio degli Stati; invita il Consiglio federale svizzero ad approvare il rifornimento di armi all'Ucraina;

11.  esorta la Svizzera a intraprendere una revisione delle sue pratiche in materia di sanzioni, così da assicurare un allineamento più sistematico alle sanzioni adottate dall'UE, anche quando sono dovute a violazioni dei diritti umani ai sensi del regime globale di sanzioni dell'UE in materia di diritti umani;

Società e geopolitica

12.  si compiace inoltre della partecipazione della Svizzera ai vertici della Comunità politica europea;

13.  riconosce la cooperazione UE-Svizzera in materia di migrazione internazionale, anche per quanto concerne la gestione dei flussi e la ricollocazione dei rifugiati; accoglie con favore la partecipazione della Svizzera a Frontex; invita la Svizzera a intensificare i suoi scambi con l'Agenzia dell'UE per l'asilo e Frontex, che concorrono direttamente a una migliore gestione delle migrazioni internazionali da e verso la Svizzera; ribadisce l'importanza cruciale della partecipazione al sistema Schengen/Dublino;

14.  si rammarica che, a oggi, la Svizzera non abbia i requisiti per partecipare al meccanismo di protezione civile dell'UE, dal momento che possono parteciparvi solo i paesi dell'EFTA che sono membri del SEE, altri paesi europei quando esistano accordi che lo prevedono nonché i paesi in via di adesione, candidati e potenziali candidati; chiede un futuro partenariato tempestivo con la Svizzera in tale contesto, attraverso l'apertura del meccanismo di protezione civile dell'UE ai paesi membri dell'EFTA; chiede che siano valutate le possibilità di partecipazione della Svizzera alle iniziative relative alla prevenzione, alla preparazione e alla risposta alle catastrofi, così da consolidare la generale resilienza dell'UE e della Svizzera;

Economia, mercato del lavoro e accesso al mercato interno dell'UE

15.  ricorda le relazioni di lunga data tra l'UE e la Svizzera fondate su valori e obiettivi condivisi di pace, giustizia sociale, responsabilità ecologica e prosperità economica, nonché sulla loro interdipendenza economica e sociale; incoraggia l'esame di ulteriori possibilità per consentire alla Svizzera di aderire all'Autorità europea del lavoro e al sistema di informazione del mercato interno; pone l'accento sull'impegno comune a rafforzare ulteriormente la lotta contro le condizioni di lavoro abusive e a garantire l'effettivo rispetto dei diritti sociali in tutta Europa;

16.  sottolinea che la tutela, il rafforzamento e il consolidamento di relazioni commerciali forti, stabili e sostenibili con la Svizzera, il quarto partner commerciale dell'UE, rimangono una priorità assoluta e sono nell'interesse fondamentale di entrambe le parti, in particolare nell'attuale contesto internazionale turbolento; ritiene che relazioni modernizzate e reciprocamente vantaggiose, sostenute da un accordo ambizioso, non solo dovrebbero ridurre gli ostacoli al commercio, ma dovrebbero anche creare condizioni di parità per i cittadini e gli operatori economici dell'UE, generare fiducia, stabilità, occupazione, crescita e benessere, assicurare la protezione non discriminatoria dei diritti dei lavoratori e garantire il massimo livello di protezione dei consumatori e dell'ambiente, una concorrenza leale, lo sviluppo sostenibile nonché la sicurezza sociale, il progresso e la giustizia; sottolinea l'importanza di portare avanti gli sforzi congiunti volti a riformare l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), in particolare il suo organo di risoluzione delle controversie, e a promuovere iniziative commerciali verdi e sostenibili in vista della 13a conferenza ministeriale dell'OMC;

17.  ritiene che il notevole grado di integrazione della Svizzera nel mercato unico dell'UE sia un fattore chiave per una crescita economica sostenibile; sottolinea che le solide relazioni UE-Svizzera vanno oltre l'integrazione economica e che l'estensione del mercato unico contribuisce alla stabilità e alla prosperità di tutti i cittadini e di tutte le imprese, comprese le piccole e medie imprese (PMI); pone l'accento sull'importanza di garantire l'adeguato funzionamento del mercato unico al fine di assicurare condizioni di parità e generare un'occupazione di qualità;

18.  si rammarica del fatto che la Svizzera resti l'unico membro dell'EFTA che non ha aderito al SEE; osserva tuttavia che i cittadini svizzeri hanno gli stessi diritti dei cittadini dell'UE di circolare, entrare e soggiornare liberamente nell'UE, in linea con il diritto dell'UE; ribadisce che il 71 % della popolazione svizzera è favorevole all'adesione al SEE e la maggioranza auspica anche il pieno accesso al mercato unico dell'UE e la partecipazione alla cooperazione dell'UE; osserva che la Svizzera potrebbe sempre aderire al SEE o all'UE qualora in futuro volesse farlo; osserva che, qualora tale desiderio si estendesse all'adesione all'UE, la Svizzera potrebbe partecipare pienamente alle decisioni e alle norme dell'UE;

19.  sottolinea i forti legami economici, sociali e culturali delle regioni frontaliere tra Austria, Francia, Germania, Italia, Liechtenstein e Svizzera, vale a dire Alvernia-Rodano-Alpi, Baden-Württemberg, Baviera, Borgogna-Franca Contea, Bolzano-Südtirol, Grande Est, Principato del Liechtenstein e Vorarlberg, che hanno una lunga storia condivisa; sottolinea l'importanza di relazioni e quadri stabili e solidi tra l'UE e la Svizzera per la futura cooperazione transfrontaliera;

20.  esprime preoccupazione per eventuali lacune nell'attuazione di taluni accordi con l'Unione da parte della Svizzera e per la sua successiva adozione di misure e pratiche legislative che potrebbero essere incompatibili con tali accordi, in particolare misure che incidono sulla libera circolazione delle persone; invita la Svizzera a rafforzare la libera circolazione delle persone introducendo misure supplementari al riguardo, allineandosi alla direttiva 2004/38/CE(18); sottolinea la necessità che la Svizzera adotti in modo dinamico il diritto dell'UE in materia di cooperazione reciproca;

21.  prende atto dell'elevato numero di pendolari transfrontalieri tra l'UE e la Svizzera e dell'elevato numero di cittadini dell'UE e svizzeri che vivono e lavorano rispettivamente in Svizzera o nell'Unione europea; ricorda che la libera circolazione delle persone è un diritto fondamentale del mercato unico dell'UE; sottolinea che lo stabilimento in un altro Stato membro dell'UE ha dei limiti; si rammarica per la decisione del Consiglio federale svizzero di reintrodurre restrizioni all'accesso dei lavoratori croati al mercato del lavoro svizzero sotto forma di quote di permessi e invita la Svizzera a prendere in considerazione la possibilità di eliminare tale clausola di salvaguardia;

22.  esorta la Svizzera ad applicare il pertinente acquis dell'UE e a rispettare gli obblighi derivanti dall'accordo del 1999 sulla libera circolazione delle persone, in particolare per quanto riguarda i lavoratori distaccati, e ad adeguare misure di accompagnamento che garantiscano la protezione di standard sociali elevati e la tutela efficace e non discriminatoria dei diritti dei lavoratori, assicurando la parità di retribuzione per uno stesso lavoro nello stesso luogo per i lavoratori mobili, distaccati e locali, e che consentano agli operatori economici dell'UE di prestare servizi sul suo territorio su base non discriminatoria; prende atto delle preoccupazioni della Svizzera a tale riguardo e sottolinea che gli attuali Stati membri dell'UE nutrivano timori analoghi, che non si sono interamente concretizzati; invita la Svizzera ad alleviare gli ostacoli burocratici riguardo ai lavoratori distaccati; prende atto del continuo miglioramento del funzionamento delle misure di accompagnamento adottate dalla Svizzera e accoglie con favore il dialogo attivo e regolare con gli Stati confinanti e con gli altri Stati membri dell'UE su questioni concrete nel quadro della fornitura di servizi transfrontalieri;

23.  incoraggia l'UE e la Svizzera a condividere le migliori pratiche e a rafforzare la tutela dei diritti dei lavoratori, specialmente per quanto riguarda i licenziamenti antisindacali, la relativa compensazione minima e la contrattazione collettiva, per assicurare un mercato giusto ed equo per tutti i lavoratori; prende atto del processo di mediazione indipendente in corso in Svizzera volto a trovare una soluzione di compromesso sulla protezione dei sindacalisti dal licenziamento senza giusta causa; ritiene che, al fine di garantire una buona protezione dei lavoratori, la Commissione e il Consiglio federale svizzero, in uno scambio permanente con le parti sociali svizzere, potrebbero prendere in considerazione l'applicazione di misure temporanee, limitate o di salvaguardia, basate sul diritto dell'UE, per un periodo di tempo ben definito;

24.  osserva che, in assenza di un consenso su un accordo globale, un gran numero di accordi bilaterali tra l'UE e la Svizzera sono a rischio di erosione e devono essere rivisti per garantire che rimangano pertinenti ed efficaci e forniscano certezza giuridica, consolidamento e ulteriore sviluppo delle relazioni tra l'UE e la Svizzera e una prospettiva lungimirante, in particolare quelli sull'accesso rafforzato e reciproco al mercato svizzero per gli operatori economici dell'UE; esprime preoccupazione per il fatto che gli accordi bilaterali di base stanno lentamente avvicinandosi alla scadenza e non garantiscono più un accesso al mercato senza ostacoli in ragione della mancata inclusione dei nuovi sviluppi intervenuti nell'acquis dell'UE; osserva che il modello basato su accordi bilaterali individuali anziché su un accordo globale è obsoleto; ricorda che l'adozione di un accordo globale per gli accordi in vigore e per quelli futuri che consentano alla Svizzera di partecipare al mercato unico dell'Unione, assicurando in tal modo omogeneità e certezza giuridica, resta una precondizione per l'ulteriore sviluppo di un approccio settoriale; esprime preoccupazione per l'assenza di una soluzione riguardante le questioni istituzionali, che porterà a un'ulteriore erosione dell'applicazione dell'accordo di riconoscimento reciproco;

25.  osserva che senza una modernizzazione dell'ALS, concluso cinquant'anni fa e da allora mai più adeguato per tener conto dell'evoluzione delle norme commerciali internazionali, e del pacchetto di accordi bilaterali (I e II), concluso quasi vent'anni fa, e senza un recepimento, un'attuazione e un'applicazione adeguati della legislazione sul mercato unico, le relazioni tra l'UE e la Svizzera non apporteranno pieni benefici ai cittadini e alle imprese e sono inevitabilmente destinate a deteriorarsi nel tempo; ritiene che l'UE debba adoperarsi per trovare soluzioni pragmatiche a tale questione tra l'UE e la Svizzera; rileva che gli accordi bilaterali obsoleti devono essere rivisti al fine di impedirne la scadenza e di tenere conto degli sviluppi della pertinente legislazione dell'UE, così da preservare l'accesso reciproco al mercato, in particolare quelli riguardanti l'accesso reciproco al mercato dei prodotti industriali, le agevolazioni doganali, la libera circolazione delle persone, gli ostacoli tecnici al commercio e gli appalti pubblici; invita pertanto la Commissione a proporre un mandato per la modernizzazione dell'ALS una volta ripresi i negoziati;

26.  sottolinea che l'accordo sul reciproco riconoscimento (accordo del 2002) sta diventando sempre più obsoleto, dato che non può essere aggiornato per tenere conto della nuova legislazione dell'UE; osserva che ciò ha già posto impedimenti di natura tecnica e ostacolato il commercio di dispositivi medici e che, in futuro, accadrà lo stesso in particolare nei settori dell'ingegneria meccanica, delle macchine, dei prodotti da costruzione e dell'intelligenza artificiale; ritiene che l'UE debba adoperarsi per trovare soluzioni pragmatiche a tale questione tra l'UE e la Svizzera;

27.  constata che la protezione degli investimenti è attualmente garantita da accordi bilaterali obsoleti tra la Svizzera e solo nove Stati membri dell'UE; ritiene che un accordo moderno protezione degli investimenti tra l'UE e la Svizzera aumenterebbe la certezza del diritto per gli investitori di entrambe le parti e rafforzerebbe ulteriormente le relazioni commerciali bilaterali; incoraggia pertanto la Commissione a proporre un mandato per la negoziazione di un accordo moderno protezione degli investimenti tra l'UE e la Svizzera;

28.  osserva che attualmente le associazioni imprenditoriali e industriali sono consultate solo attraverso canali di informazione informali; invita i negoziatori a concordare l'istituzione di una piattaforma di consultazione bilaterale ex ante ed ex post tra l'UE e la Svizzera al fine di facilitare le discussioni e le consultazioni prima di qualsiasi nuova misura o sovvenzione che potrebbe incidere negativamente sul commercio o sugli investimenti; è dell'avviso che le associazioni imprenditoriali e industriali dovrebbero portare all'attenzione del segretariato di tale piattaforma qualsiasi nuovo elemento di contrasto per il commercio o gli investimenti; ritiene che la piattaforma dovrebbe in ultima analisi diventare parte integrante del quadro di governance dell'accordo commerciale aggiornato e dovrebbe comportare la creazione di un helpdesk per le PMI, che contribuirebbe a ridurre i costi commerciali e gli oneri amministrativi, aumentando nel contempo la partecipazione delle PMI al commercio;

29.  sottolinea che gli accordi negoziati dovrebbero essere dotati di una struttura che conferisca coerenza orizzontale e trasparenza al fine di facilitare l'attuazione sia degli accordi bilaterali esistenti che di quelli nuovi e aggiornati, con un approccio pratico e facilmente interpretabile che garantisca certezza del diritto e prevedibilità e che assicuri che i cittadini, i lavoratori e le imprese coinvolti negli scambi commerciali tra l'UE e la Svizzera possano effettivamente esercitare i loro diritti;

30.  ritiene che la governance di un potenziale accordo quadro UE-Svizzera o di un ALS modernizzato dovrebbe prevedere un comitato misto che garantisca il monitoraggio, il dialogo strutturato e la vigilanza congiunti da parte del Parlamento europeo e del parlamento svizzero;

31.  invita l'UE e la Svizzera a collaborare più da vicino nella lotta contro la frode fiscale, il riciclaggio di denaro e l'evasione fiscale; sottolinea l'importanza di condizioni di parità in materia fiscale, in particolare per quanto riguarda la trasparenza fiscale e lo scambio automatico di informazioni;

32.  sottolinea che è fondamentale un meccanismo efficace di risoluzione delle controversie, in cui abbia un ruolo la Corte di giustizia dell'UE, come ultima istanza per l'interpretazione del diritto dell'UE, e che è necessaria una soluzione per tutte le questioni istituzionali e strutturali, tra cui un contributo equo alla coesione socioeconomica dell'UE, l'interpretazione e l'applicazione uniformi degli accordi, l'allineamento dinamico all'acquis dell'Unione, nonché la parità di condizioni in particolare per quanto concerne gli aiuti di Stato; ricorda i compromessi già raggiunti dalla Commissione per quanto riguarda un meccanismo di risoluzione delle controversie; sottolinea che l'accesso al mercato interno dell'UE deve essere basato su un giusto equilibrio tra diritti e doveri e che un corpus di norme comuni tra l'UE e la Svizzera, in tale contesto, è un importante prerequisito per il funzionamento di un mercato comune e per la continuità della partecipazione della Svizzera al mercato interno;

33.  accoglie con favore la pubblicazione di un secondo contributo svizzero alla politica di coesione dell'UE e sottolinea che i futuri contributi svizzeri alla politica di coesione dell'UE sono essenziali e dovrebbero avere frequenza e portata maggiori, seguendo l'esempio di altri paesi, come la Norvegia, l'Islanda e il Liechtenstein;

34.  rileva l'importanza di un quadro comune per gli aiuti di Stato; invita la Commissione e il Consiglio federale svizzero a trovare una soluzione al riguardo;

Energia, clima e ambiente

35.  accoglie con favore l'elevato grado di allineamento politico tra la Svizzera e l'UE nel settore delle politiche in materia di energia e clima; sottolinea che l'UE e la Svizzera si stanno adoperando per un approvvigionamento energetico rispettoso dell'ambiente, competitivo e sicuro e la neutralità climatica entro il 2050 e sottolinea il potenziale per un migliore allineamento della legislazione tra l'UE e la Svizzera; invita la Commissione e il Consiglio federale svizzero a trovare vie di cooperazione sul pacchetto "Pronti per il 55 %" dell'UE e sulla partecipazione della Svizzera a vari aspetti del Green Deal europeo, in particolare il piano REPowerEU, nonché alleanze industriali, tra cui l'Alleanza europea per l'industria solare fotovoltaica, l'Alleanza europea per l'idrogeno pulito e l'Alleanza europea per le batterie; invita la Svizzera ad applicare la legislazione sulla protezione dell'ambiente nell'ambito di un futuro accordo di cooperazione, in particolare il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere e la revisione del sistema di scambio di quote di emissione;

36.  osserva che l'autonomia strategica perseguita dall'UE in materia di prodotti industriali e materie prime critiche serve anche gli interessi della Svizzera a causa dell'intensità degli scambi economici reciproci; è del parere che la Svizzera e l'UE potrebbero avere un interesse comune a migliorare il coordinamento delle loro politiche industriali per una maggiore complementarità nei settori industriali strategici;

37.  accoglie inoltre con favore l'impegno della Svizzera a promuovere l'idrogeno, con particolare attenzione all'idrogeno rinnovabile, e sottolinea il ruolo abilitante che il transito attraverso la Svizzera potrebbe svolgere per un mercato europeo dell'idrogeno e dei gas rinnovabili e decarbonizzati;

38.  osserva con preoccupazione che la Svizzera non ha sostenuto sufficientemente la spinta dell'UE per eliminare le protezioni ai combustibili fossili dal trattato sulla Carta dell'energia; invita la Svizzera a valutare la possibilità di recedere da tale trattato seguendo l'esempio di numerosi Stati membri dell'UE;

39.  sottolinea che, nel settore dell'energia elettrica, la stabilità della rete e la sicurezza dell'approvvigionamento e del transito dipendono da una stretta cooperazione tra l'UE e la Svizzera; prende atto delle interconnessioni delle reti elettriche svizzera, tedesca, italiana, austriaca e francese; continua a temere che l'esclusione del settore energetico svizzero comporti rischi sistemici per la rete sincrona dell'Europa continentale; sottolinea l'importanza di perseguire una transizione energetica sostenibile e resiliente e invita la Svizzera a partecipare attivamente alle iniziative dell'UE in materia di energie rinnovabili e integrazione delle reti, come il pacchetto sull'energia pulita e il pacchetto "Pronti per il 55 %", con un effettivo allineamento dinamico al diritto dell'UE nel settore dell'energia elettrica;

40.  sottolinea che un accordo sul mercato dell'energia elettrica creerebbe una base favorevole per una cooperazione continua e stretta tra l'UE e la Svizzera, in particolare per quanto riguarda l'energia elettrica non fossile e i gas puliti, anche attraverso soluzioni innovative per gli scambi transfrontalieri di energia elettrica, come un mercato comune dell'energia elettrica; sottolinea che qualsiasi nuovo accordo dovrebbe includere il pertinente acquis dell'UE in relazione al Green Deal europeo, e disposizioni per la cooperazione tra l'UE e i regolatori svizzeri dell'energia; si rammarica del fatto che, a causa della fine dei negoziati tra l'UE e la Svizzera su un accordo quadro istituzionale, il previsto accordo sull'elettricità non possa essere concluso nel breve e medio termine e sottolinea l'importanza di avviare i negoziati su di esso il prima possibile; sottolinea che, finché tale accordo non sarà concluso, è necessario approntare soluzioni tecniche a livello degli operatori del sistema di trasmissione e includere la Svizzera nei calcoli della capacità dell'Unione, così da attenuare i rischi più significativi per la stabilità della rete regionale e la sicurezza dell'approvvigionamento;

Ricerca e innovazione, sviluppo, istruzione e cultura

41.  sottolinea l'importanza della cooperazione UE-Svizzera in materia di ricerca, innovazione e sviluppo, così da promuovere il ruolo dell'Europa quale attore di primo piano nel settore della ricerca e dell'innovazione e rafforzare il sistema di istruzione europeo; ricorda che la Svizzera spende quasi 23 miliardi di CHF all'anno per la ricerca e lo sviluppo; rileva l'importanza della ricerca e dell'innovazione nel settore energetico e la partecipazione della Svizzera ai programmi di ricerca e innovazione dell'UE per promuovere lo sviluppo di tecnologie energetiche pulite e sostenibili; ritiene che il programma Erasmus+ contribuisca a ravvicinare le società;

42.  pone l'accento sull'importanza di un'azione congiunta UE-Svizzera nel far fronte a sfide globali quali i cambiamenti climatici, la salute e la sicurezza energetica attraverso la ricerca e l'innovazione; incoraggia entrambe le parti a dare priorità a progetti collaborativi che contribuiscano a conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e gli obiettivi del Green Deal europeo;

43.  prende atto della retrocessione della Svizzera allo status di paese terzo non associato nell'ambito di Erasmus+ e Orizzonte Europa;

44.  ribadisce l'importanza della cooperazione UE-Svizzera nei programmi dell'UE quali Orizzonte Europa, Europa digitale, Euratom, ITER ed Erasmus+ ed elogia gli eccellenti risultati conseguiti finora in materia di cooperazione; invita l'UE e la Svizzera a trovare un approccio comune a beneficio dei cittadini per realizzare una cooperazione reciprocamente vantaggiosa, soprattutto per quanto riguarda la partecipazione della Svizzera a tutti i programmi dell'UE nel periodo 2021-2027; invita entrambe le parti a condurre discussioni sulla partecipazione della Svizzera a programmi dell'UE, in particolare Orizzonte Europa, Europa digitale, Euratom, ITER ed Erasmus+, nell'ambito dei negoziati su un ampio pacchetto, in modo che la Svizzera possa riaderirvi rapidamente una volta conclusi i negoziati;

45.  resta convinto che un partenariato più stabile e orientato al futuro favorirà entrambe le parti e contribuirà a far sì che la Svizzera partecipi a Erasmus+ e agli altri programmi europei;

46.  invita la Commissione e il Consiglio federale svizzero a fare tutto il possibile per garantire le disposizioni transitorie della Svizzera per Orizzonte Europa, non appena sarà adottato un mandato negoziale, unitamente all'impegno della Svizzera a fornire contributi regolari e adeguati alla politica di coesione dell'UE; lamenta che la Svizzera, in ragione della non associazione della Svizzera al programma Orizzonte europea, sia stata recentemente esclusa dal Forum strategico europeo sulle infrastrutture di ricerca; osserva che, nell'ambito di Orizzonte 2020, la Svizzera ha ricevuto finanziamenti per 2,7 miliardi di CHF ed era quindi al primo posto tra i paesi associati;

47.  pone l'accento sulla positiva cooperazione instauratasi tra l'UE e la Svizzera nel settore spaziale, in particolare grazie alla partecipazione della Svizzera al programma europeo di navigazione satellitare Galileo e al programma EGNOS; chiede che tale cooperazione sia approfondita includendo la Svizzera nel programma di osservazione della Terra, Copernicus, e nel programma di telecomunicazioni satellitari IRIS; ricorda che la Svizzera già beneficia dell'accesso aperto ai dati del programma Copernicus e che potrebbe trarre ulteriori vantaggi dall'accesso ai dati e ai servizi connessi a tali programmi;

48.  riconosce l'importanza di tutelare e promuovere la diversità culturale e invita la Svizzera e l'UE a rafforzare la loro cooperazione in settori quali gli scambi culturali, l'istruzione e lo sport, compresa l'iniziativa relativa alle capitali europee della cultura;

49.  sottolinea l'importanza della comprensione reciproca su entrambi i lati delle frontiere tra l'UE e la Svizzera; deplora gli ostacoli all'accesso transnazionale ai media di informazione e attualità tra l'UE e la Svizzera, in particolare per i residenti frontalieri; incoraggia pertanto l'UE e la Svizzera a sostenere l'accesso transfrontaliero ai loro media di informazione e attualità al fine di promuovere una cultura comune;

50.  rileva che dal 2014 la Svizzera non è più associata al programma Erasmus+ a seguito del referendum sull'immigrazione; rileva che la Svizzera applica senza restrizioni l'accordo del 1999 sulla libera circolazione delle persone e che ha rifiutato il risultato del referendum del 2014 con un nuovo referendum sull'immigrazione nel 2020; sottolinea che la libera circolazione delle persone è una condizione preliminare per la partecipazione al programma Erasmus+;

51.  accoglie con favore il fatto che l'invito a presentare proposte per il programma Erasmus+ del 2022 abbia consentito ai partner associati dello Spazio europeo dell'istruzione superiore di partecipare alla formazione di alleanze di università europee, portando alla partecipazione della Svizzera;

52.  sottolinea che la partecipazione della Svizzera a Erasmus+ e la sua piena accettazione delle libertà fondamentali sancite dai trattati dell'UE e dalla Carta dei diritti fondamentali dell'UE sono interconnesse, dal momento che gli scambi Erasmus+ dipendono dalla libera circolazione delle persone;

53.  riconosce che numerose parti interessate del settore dell'istruzione in Europa chiedono che la Svizzera sia associata a Erasmus+ e che le organizzazioni studentesche e giovanili svizzere esortino il governo svizzero ad avviare negoziati costruttivi con l'UE; sottolinea i vantaggi che una tale associazione avrebbe per la Svizzera e l'UE nel campo dell'istruzione e in altri ambiti;

54.  sottolinea che tutti i paesi vicini interessati e che condividono gli stessi principi, compresa la Svizzera, possono associarsi al programma Erasmus+, contribuendo in tal modo ai sistemi di istruzione europei e al rafforzamento dello spazio europeo dell'istruzione nel suo complesso;

55.  sottolinea che la mobilità dei discenti tra l'UE e la Svizzera dovrebbe essere infine inclusiva e coinvolgere partecipanti provenienti da tutti gli Stati membri e le regioni dell'UE e tutti i contesti sociali, e che ciò potrebbe essere conseguito estendendo a quanti affrontano difficoltà sociali il sostegno supplementare offerto, rafforzando in tal modo lo status di Erasmus+ come programma europeo realmente inclusivo;

Quadro istituzionale e cooperazione

56.  si rammarica della decisione del Consiglio federale svizzero di porre fine ai negoziati sull'accordo quadro istituzionale UE-Svizzera nel maggio 2021 dopo sette anni di negoziati; osserva che tale accordo è stato essenziale per la conclusione di eventuali accordi futuri riguardanti l'ulteriore partecipazione della Svizzera al mercato unico e il proseguimento di scambi commerciali senza attriti in diversi settori industriali e che la conclusione dei negoziati ha inciso sulla partecipazione della Svizzera al programma Erasmus+; deplora qualsiasi narrazione nella sfera pubblica e politica svizzera secondo cui l'UE agirebbe contro gli interessi svizzeri; sottolinea che un secondo insuccesso nel negoziare un accordo sulle relazioni UE-Svizzera sarebbe deleterio per entrambe le parti e rischierebbe di indebolire il loro ruolo politico; osserva che il rapporto tra l'UE e la Svizzera è squilibrato e che i cittadini e le imprese risentono dell'assenza di un rapporto strutturale; accoglie con favore l'approccio del Consiglio federale svizzero del febbraio 2022 per un ampio pacchetto negoziale e lo invita ad adottare un mandato negoziale sulle principali questioni strutturali quale segnale politico all'UE;

57.  sottolinea che è nell'interesse fondamentale di entrambe le parti mantenere e rafforzare relazioni buone, stabili e reciprocamente vantaggiose nel quadro di una relazione modernizzata basata su un pacchetto di accordi che generi stabilità, fiducia, benessere, condizioni di parità, occupazione, crescita e un impegno per la sicurezza sociale e la giustizia;

58.  rileva che il Consiglio federale svizzero ha deciso di completare i colloqui preliminari con l'UE in vista di futuri negoziati e ha approvato i parametri chiave per un mandato negoziale con l'UE; osserva con rammarico che il Consiglio federale svizzero deciderà se prepararsi all'adozione di un mandato negoziale solo entro la fine del 2023; ricorda che le opportunità sono limitate nel tempo, tenuto conto delle elezioni federali svizzere di ottobre 2023 e delle elezioni al Parlamento europeo del giugno 2024;

59.  accoglie con favore la dichiarazione politica emersa dalla conferenza dei cantoni del 24 marzo 2023, che sostiene relazioni con l'UE basate sul trattato e su valori condivisi e riafferma la posizione favorevole alla continuazione e all'approfondimento degli accordi bilaterali e la disponibilità a sostenere il Consiglio federale nei negoziati; accoglie con favore il fatto che i cantoni abbiano constatato che, in assenza di un'alternativa accettabile dal punto di vista dell'Unione europea, la sola soluzione consiste nell'adottare il diritto dell'UE in modo dinamico;

60.  si attende maggiori progressi nei colloqui esplorativi tra la Commissione e il Consiglio federale svizzero al fine di ottenere i chiarimenti richiesti e le assicurazioni necessarie per l'adozione di un mandato negoziale; invita entrambe le parti a cogliere questa opportunità per discutere un eventuale nuovo pacchetto negoziale e un accordo di cooperazione tra l'UE e la Svizzera e per pervenire a un accordo prima della fine del mandato attuale della Commissione e del Parlamento; invita la Commissione e il Consiglio federale svizzero a concludere rapidamente i colloqui esplorativi;

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61.  incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, nonché alla Presidente, al governo e al parlamento della Confederazione svizzera.

(1) GU L 1 del 3.1.1994, pag. 3.
(2) GU L 300 del 31.12.1972, pag. 189.
(3) GU L 205 del 27.7.1991, pag. 3.
(4) GU L 199 del 31.7.2009, pag. 24.
(5) GU L 114 del 30.4.2002, pag. 6.
(6) GU L 114 del 30.4.2002, pag. 369.
(7) GU L 114 del 30.4.2002, pag. 132.
(8) GU L 114 del 30.4.2002, pag. 430.
(9) GU L 114 del 30.4.2002, pag. 6.
(10) GU C 308 del 14.12.2004, pag. 2.
(11) GU L 347 del 3.12.2014, pag. 3.
(12) GU L 15 del 20.1.2014, pag. 3.
(13) GU L 65 dell'11.3.2016, pag. 22.
(14) GU L 322 del 7.12.2017, pag. 3.
(15) GU C 108 del 26.3.2021, pag. 133.
(16) GU C 362 dell'8.9.2021, pag. 90.
(17) GU L 347 del 20.12.2013, pag. 924.
(18) Direttiva 2004/38/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004, relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri (GU L 158 del 30.4.2004, pag. 77).

Ultimo aggiornamento: 11 gennaio 2024Note legali - Informativa sulla privacy