L'Unione europea e i suoi partner commerciali
Nel corso degli anni, l'UE ha abbandonato la produzione di prodotti ad alta intensità di manodopera e a basso valore specializzandosi in prodotti di marca di valore più elevato. Nell'ambito della sua economia aperta, il commercio è essenziale per l'UE. Per superare gli ostacoli agli scambi e garantire parità di condizioni per le sue imprese, l'Unione negozia una serie di accordi di libero scambio (ALS). L'UE ha contribuito inoltre a fondare l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e ne è un attore fondamentale.
Base giuridica
L'articolo 207 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea identifica la politica commerciale comune quale competenza esclusiva dell'Unione europea.
La posizione centrale dell'UE
L'UE, la Cina e gli Stati Uniti sono le più grandi economie del mondo, con l'UE e la Cina che rappresentavano circa il 18 % del prodotto interno lordo globale (PIL) nel 2021 e gli Stati Uniti circa il 24 %. Grazie al suo PIL di circa 15 6000 miliardi di EUR e all'apertura del suo mercato, l'UE ha svolto un ruolo centrale nella definizione del sistema commerciale globale, anche attraverso il sostegno a favore dell'OMC. L'apertura economica ha comportato notevoli vantaggi per l'UE, dato che più di 30 milioni di posti di lavoro nell'UE dipendono dal commercio estero, con la previsione che la crescita economica globale sarà generata principalmente fuori dall'Europa. I nuovi attori economici e l'innovazione tecnologica, in particolare la digitalizzazione, hanno modificato la struttura e i modelli del commercio internazionale. L'economia globale odierna è altamente integrata e le catene di fornitura globali hanno in gran parte sostituito il commercio tradizionale di prodotti finiti.
Sebbene la crisi finanziaria mondiale del 2009 abbia avuto un impatto negativo sui risultati economici dell'Unione, quest'ultima è stata in grado di mantenere una posizione relativamente solida negli scambi di merci, rafforzando nel contempo il suo ruolo guida negli scambi di servizi. La pandemia di COVID-19 ha rallentato la crescita economica e il commercio a livello mondiale e ha innescato discussioni sulla rilocalizzazione delle industrie verso l'Europa (il cosiddetto "rimpatrio"). È probabile che il rimpatrio sia applicato solo in modo selettivo in settori critici, mentre le catene di approvvigionamento globali dovrebbero continuare a rivestire grande importanza.
Il ruolo della Commissione europea e del Parlamento europeo
Il commercio internazionale è stato uno dei primi settori in cui gli Stati membri hanno convenuto di raggruppare la loro sovranità. Di conseguenza, essi hanno incaricato la Commissione di gestire per loro conto le questioni commerciali, inclusi i negoziati sugli accordi commerciali internazionali. In altre parole, l'UE, agendo da singola entità, negozia, a nome di tutti i suoi Stati membri, gli accordi commerciali sia bilaterali che multilaterali. Come dimostrato dal risultato ottenuto nell'ambito del sistema di risoluzione delle controversie dell'OMC, l'UE è stata in grado di difendere i propri interessi nelle controversie commerciali internazionali. L'UE si è avvalsa inoltre di strumenti commerciali internazionali per promuovere i propri valori e le proprie politiche e ha provato ad estendere le proprie prassi regolamentari al resto del mondo. L'UE ha tradizionalmente favorito un sistema commerciale internazionale aperto ed equo.
Il trattato di Lisbona ha potenziato il ruolo del Parlamento europeo facendone un colegislatore su questioni che riguardano il commercio e gli investimenti, su un piano di parità con il Consiglio. Il trattato ha conferito altresì al Parlamento un ruolo più attivo nella negoziazione e nella ratifica degli accordi commerciali internazionali, essendo ormai obbligatoria la sua approvazione in materia. Tuttavia, alcuni elementi della politica commerciale rimangono di competenza degli Stati membri. Il 16 maggio 2017, la Corte di giustizia dell'Unione europea (CGUE) ha pubblicato un parere che ha fatto chiarezza in merito alla ripartizione tra competenze nazionali e dell'UE.
Politica e orientamenti commerciali
Quando i negoziati multilaterali in seno all'OMC relativi all'agenda di Doha per lo sviluppo si sono bloccati nel primo decennio del 21º secolo, l'UE ha dovuto trovare modalità alternative per garantire un migliore accesso ai mercati dei paesi non UE. A tal fine è stata introdotta una nuova generazione di ALS globali che vanno ben al di là dei tagli tariffari e degli scambi di merci. Il primo di tali ALS di «nuova generazione» è stato concluso con la Corea del Sud e in seguito alla ratifica da parte del Parlamento europeo è entrato in vigore ufficialmente nel dicembre 2015. L'accordo commerciale multilaterale tra l'UE e il Perù, la Colombia e in seguito l'Ecuador (dal 2017), in vigore provvisoriamente dal 2013, l'accordo di associazione con i paesi dell'America centrale, il cui pilastro commerciale è applicato in via provvisoria dal 2013 (con Honduras, Nicaragua, Panama, Costa Rica, El Salvador e Guatemala), l'accordo economico e commerciale globale UE-Canada (CETA), applicato provvisoriamente dal mese di settembre 2017, l'ALS UE-Singapore, in vigore dalla fine del 2019, e l'ALS UE-Vietnam, in vigore dalla metà del 2020, sono tutte testimonianze della nuova politica. Il 1° febbraio 2019 è entrato in vigore l'accordo di partenariato economico con il Giappone.
Da quando i negoziati con gli Stati Uniti sul partenariato transatlantico su commercio e investimenti (TTIP) sono stati sospesi nel 2016, l'UE si è concentrata su accordi in settori specifici con gli Stati Uniti, tra cui le tariffe sui prodotti industriali o la valutazione della conformità. I negoziati per un accordo commerciale con i membri fondatori del Mercosur si sono conclusi nel 2019 e il progetto di accordo è in attesa di ratifica. I negoziati per un accordo di libero scambio globale e ambizioso con la Nuova Zelanda si sono conclusi positivamente il 30 giugno 2022. L'UE ha altresì avviato negoziati in materia di ALS con l'Indonesia, la Tunisia, le Filippine e l'Australia. I negoziati con l'India sono stati riavviati nel 2021 e con la Thailandia nel 2023, mentre i negoziati con la Malaysia saranno ripresi non appena le condizioni saranno favorevoli.
La strategia "Commercio per tutti" del 2015 mirava a una politica commerciale dell'UE che conciliasse la promozione della crescita, dell'occupazione e degli investimenti con il perseguimento di un commercio equo in termini di rispetto dei diritti umani e dell'ambiente. Inoltre prevedeva tra le sue richieste il rilancio e la riforma dell'OMC. Nel febbraio 2021 la Commissione ha presentato la comunicazione sul "Riesame della politica commerciale" intitolata "Una politica commerciale aperta, sostenibile e assertiva", che mira a definire la rotta della politica commerciale fino al 2030. Tale riesame fa seguito alla strategia "Commercio per tutti" del 2015 e riflette i cambiamenti geopolitici intervenuti da allora, introducendo nel vocabolario commerciale termini quali "assertività" e "resilienza", oltre ai ben noti concetti di "equità" e "sostenibilità". Il suo obiettivo è fare in modo che la strategia commerciale soddisfi le sfide attuali e faciliti le transizioni verde e digitale attraverso una "autonomia strategica aperta".
Principali partner commerciali dell'UE
L'Europa è il più grande esportatore al mondo di prodotti finiti e servizi e, a sua volta, il più grande mercato di esportazione per circa 80 paesi. Nel 2020 la Cina ha assunto la posizione degli Stati Uniti quale principale partner commerciale dell'UE nel settore delle merci, con una quota complessiva del 16,2 % nel 2021 rispetto al 14,7 % degli Stati Uniti. Da quando il Regno Unito ha lasciato l'UE il paese è diventato il terzo più grande partner commerciale dell'UE per le merci e rappresenta il 10,0 % di tutti gli scambi di merci. Gli altri importanti partner commerciali per le merci, in ordine decrescente, sono la Svizzera (6,5 %), la Russia (5,9 %), la Turchia (3,7 %), la Norvegia (3,1 %), il Giappone (2,5 %), la Corea del Sud (2,5 %) e l'India (2,1 %).
Per quanto riguarda gli scambi di servizi, gli Stati Uniti sono il principale partner commerciale dell'UE, seguiti dal Regno Unito e dalla Svizzera.
La pandemia di COVID-19 ha ridotto in modo sostanziale nel 2020 e nel 2021 gli scambi internazionali di merci, compresi quelli dell'UE con i suoi principali partner commerciali. La guerra ingiustificata e non provocata della Russia contro l'Ucraina ha avuto ripercussioni sui mercati dell'energia e dei prodotti alimentari. I paesi dell'UE coordinano strettamente le azioni tese a contrastare l'aumento dei prezzi e la scarsità delle forniture.
Investimenti
L'UE è il più grande investitore mondiale e uno dei maggiori destinatari degli investimenti diretti esteri (IED) altrui. L'entrata in vigore del trattato di Lisbona, nel 2009, ha esteso ulteriormente le competenze esclusive dell'UE alle questioni commerciali internazionali, che ora includono gli IED. Per chiarire la portata esatta delle sue competenze in materia di investimenti, la Commissione ha chiesto alla Corte di giustizia dell'UE di pubblicare un parere sull'ALS UE-Singapore. Il parere della CGUE del 2017 ha confermato che la maggior parte degli aspetti riguardanti gli IED sono di competenza dell'UE, con alcune eccezioni, in particolare per quanto concerne la risoluzione delle controversie.
Quota di IED mondiali nel 2020 (%)
Stock in entrata | Stock in uscita | |
---|---|---|
UE | 21,7 % | 26,9 % |
USA | 26,1 % | 20,7 % |
Cina | 4,6 % | 6,0 % |
Canada | 2,7 % | 5,0 % |
Giappone | 0,6 % | 5,1 % |
Regno Unito | 5,3 % | 5,2 % |
Fonte: Calcoli della Direzione generale delle Politiche esterne dell'Unione del Parlamento europeo basati su dati della Commissione europea/Eurostat
L'UE ha concluso in linea di principio i negoziati per un accordo globale in materia di investimenti con la Cina nel dicembre 2020, che è in attesa di ratifica. Anche gli accordi sulla protezione degli investimenti con il Singapore e il Vietnam devono essere ratificati. L'UE ha avviato inoltre negoziati con il Myanmar/Birmania e valuterà la possibilità di agire in tal senso anche con Taiwan e Hong Kong. I negoziati con l'Iran verranno presi in esame non appena quest'ultimo aderirà all'OMC. Nel dicembre 2020 l'UE ha inoltre concluso un accordo commerciale e di cooperazione con il Regno Unito, che il Parlamento europeo ha approvato nel maggio 2021. L'accordo UE-Regno Unito prevede l'azzeramento delle tariffe relative agli scambi di merci e riguarda anche gli investimenti e diversi altri settori strategici.
Oliver Krentz