Paesi del Golfo, Iran, Iraq e Yemen

L'UE ha concluso accordi di cooperazione con il Consiglio di cooperazione del Golfo (un'organizzazione regionale che riunisce Bahrein, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati arabi uniti) e con lo Yemen, nonché un accordo di partenariato e cooperazione con l'Iraq. L'UE non ha alcun accordo formale con l'Iran e non esiste una delegazione dell'UE a Teheran. Le relazioni tra l'UE e l'Iran sono attualmente basate sul mantenimento del Piano d'azione congiunto globale (PACG, accordo sul nucleare con l'Iran) firmato a Vienna nel luglio 2015.

Base giuridica

  • Titolo V (azione esterna) del trattato sull'Unione europea;
  • articoli 206 e 207 (politica commerciale) e 216-219 (accordi internazionali) del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE).

Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG)

Il CCG è stato istituito nel maggio 1981. Attualmente il gruppo, ancora composto dai membri originari, ovvero da Bahrein, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati arabi uniti (EAU), rappresenta il canale principale per le relazioni dell'UE con i sei paesi. In diverse occasioni l'UE e il CCG hanno assunto posizioni comuni sui problemi del Medio Oriente.

I paesi del Golfo, ricchi di petrolio, sono attualmente interessati da importanti cambiamenti socio-economici e politici, sebbene le riforme avanzino in modo eterogeneo. Gli effetti delle insurrezioni arabe sulle monarchie del Golfo sono stati attenuati da politiche preventive, quali sovvenzioni e un'espansione dell'occupazione del settore pubblico, così come da misure repressive, in particolare in Bahrein e nella provincia orientale dell'Arabia Saudita. I paesi del CCG hanno mantenuto un ruolo attivo nella diplomazia del Medio Oriente, talvolta in contrapposizione gli uni con gli altri. Ciò ha contribuito alla crisi diplomatica 2017-2021 tra il Qatar e alcuni altri paesi del CCG, che hanno accusato il Qatar di sostenere gruppi terroristici e settari (compresi i Fratelli musulmani), di finanziare gruppi associati all'Iran, di violare la sovranità dei paesi vicini e di fomentare il dissenso politico nei paesi limitrofi.

Sebbene l'UE aspiri a sviluppare le proprie relazioni politiche nella regione, anche attraverso i dialoghi sui diritti umani, i rapporti UE-CCG sono ampiamente definiti da legami economici e commerciali. I volumi degli scambi commerciali tra le due parti sono aumentati costantemente nel corso degli anni e l'UE ha registrato un notevole avanzo commerciale.

L'UE e il CCG hanno firmato un accordo di cooperazione nel 1988. L'accordo si prefigge l'obiettivo di rafforzare la stabilità in una regione d'importanza strategica, facilitare i rapporti politici ed economici, ampliare la cooperazione economica e tecnica, nonché rafforzare la cooperazione in ambiti quali l'energia, l'industria, il commercio e i servizi, l'agricoltura, la pesca, gli investimenti, la scienza, la tecnologia e l'ambiente. L'accordo prevede riunioni congiunte annuali a livello ministeriale e di consigli, nonché commissioni congiunte di cooperazione a livello di alti funzionari. L'accordo non prevede un organo parlamentare. Nell'aprile 2016 il comitato di cooperazione congiunto UE-CCG ha deciso di istituire un dialogo informale più strutturato in materia di commercio e investimenti. A ciò ha fatto seguito una riunione congiunta a livello ministeriale e di consiglio UE-CCG svoltasi nel luglio 2016. La crisi diplomatica scoppiata nel giugno 2017 tra il Qatar e gli altri paesi del Golfo ha impedito di convocare ulteriori riunioni.

La cooperazione UE-CCG ha ricevuto un notevole impulso nel 2022. Durante la riunione ministeriale congiunta UE-CCG tenutasi il 21 febbraio 2022 a Bruxelles, è stato posto un forte accento sull'importanza di rafforzare il partenariato UE-CCG. Durante la riunione i ministri hanno approvato un programma di cooperazione congiunto per il periodo 2022-2027, delineando attività congiunte concrete in un'ampia gamma di settori, tra cui il commercio e gli investimenti, l'energia, i cambiamenti climatici, l'istruzione, la lotta al terrorismo e gli aiuti umanitari.

L'impegno dei ministri è stato ulteriormente rafforzato nel maggio dello stesso anno dalla comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza su un partenariato strategico con il Golfo, che propone un quadro globale per ampliare i legami con gli Stati del CCG. La comunicazione, approvata dalle conclusioni del Consiglio del 20 giugno 2022, riconosce esplicitamente le conseguenze dirette della sicurezza e della stabilità della regione del Golfo per l'UE, sottolineando nel contempo i potenziali vantaggi di un partenariato più forte e strategico con il CCG e i suoi Stati membri.

Da allora il partenariato UE-CCG ha mantenuto uno slancio positivo. Il 1º giugno 2023 l'UE ha nominato il suo primo rappresentante speciale per la regione del Golfo (Luigi Di Maio) per sviluppare ulteriormente un partenariato dell'UE più forte, globale e strategico con i paesi della regione del Golfo.

Il 10 ottobre 2023 – poco dopo lo scoppio di ostilità tra Israele e Hamas a Gaza, innescato da un attacco terroristico di Hamas contro Israele il 7 ottobre – si è tenuto il 27° Consiglio congiunto UE-CCG a Mascate. La riunione ha prodotto risultati molto positivi, quali: i) l'accordo sull'istituzione di un dialogo strutturato in materia di sicurezza tra l'UE e il CCG; ii) l'accordo sull'organizzazione congiunta di un forum ad alto livello sulla sicurezza e la cooperazione regionali; e iii) l'accordo sulla cooperazione in campo umanitario. Il primo dialogo sulla sicurezza UE-CCG si è svolto il 24 gennaio 2024 a Riyadh, seguito a breve da un forum ad alto livello sulla sicurezza e la cooperazione regionali tenutosi a Lussemburgo il 22 aprile.

In termini di relazioni economiche, i negoziati per un accordo di libero scambio sono iniziati nel 1990, ma sono arenati dal 2008 e la questione dei dazi alle esportazioni continua ad essere fonte di disaccordo. Un dialogo su commercio e investimenti è stato avviato nel 2017. Dal 1° gennaio 2007 lo strumento di partenariato (e il suo predecessore, lo strumento per la cooperazione con paesi e territori industrializzati e con altri paesi e territori ad alto reddito) mette a disposizione fondi per finanziare misure per l'attuazione dell'accordo di cooperazione UE-CCG. Gli Stati del CCG beneficiano inoltre del programma Erasmus Mundus.

Ruolo del Parlamento europeo

Il 24 marzo 2011 il Parlamento ha adottato una risoluzione sulle relazioni dell'UE con il Consiglio di cooperazione del Golfo, chiedendo un partenariato strategico con il CCG e i suoi Stati aderenti. Tale posizione è stata di recente ribadita nella risoluzione del Parlamento del 28 febbraio 2024 sull'attuazione della politica estera e di sicurezza comune – relazione annuale 2023.

La delegazione del Parlamento per le relazioni con la penisola arabica organizza periodicamente riunioni interparlamentari con i consigli consultivi della regione e monitora lo sviluppo dei rapporti tra l'UE e il CCG.

Negli ultimi anni il Parlamento ha adottato risoluzioni che esprimono timori specifici in merito alla situazione dei diritti umani in alcuni paesi del CCG, tra cui quelle dell'8 luglio 2021, del 14 febbraio 2019 e del 31 maggio 2018 sull'Arabia Saudita, quelle del 16 settembre 2021 sugli Emirati arabi uniti e quelle dell'11 marzo 2021, del 7 luglio 2016, del 4 febbraio 2016, del 9 luglio 2015 e del 12 marzo 2015 sul Bahrein, nonché quella relativa al ripristino della pena capitale in Kuwait e in Bahrein. In seguito all'uccisione del giornalista Jamal Khashoggi nel consolato saudita di Istanbul, il Parlamento ha approvato una risoluzione in cui condanna quanto avvenuto, chiede un'indagine internazionale, indipendente e imparziale sulla scomparsa e l'uccisione extragiudiziale del giornalista ed esorta le autorità saudite a rilasciare in modo immediato e incondizionato tutti i difensori dei diritti umani.

Il Parlamento ha chiesto più volte un embargo UE sulle armi nei confronti dell'Arabia Saudita, alla luce delle gravi accuse di violazioni del diritto internazionale umanitario che sarebbero state commesse dall'Arabia Saudita nello Yemen.

Il premio Sacharov 2015 per la libertà di pensiero è stato conferito dal Parlamento al blogger saudita Raif Badawi.

Yemen

I rapporti tra l'UE e lo Yemen si basano sull'accordo di cooperazione siglato nel 1997, che riguarda commercio, cooperazione allo sviluppo, cultura, comunicazioni e informazione, ambiente e gestione delle risorse naturali, nonché il dialogo politico. Nel marzo 2015 una coalizione militare internazionale guidata dall'Arabia Saudita ha avviato una campagna contro i ribelli che avevano deposto il presidente in carica. L'UE sostiene la mediazione operata dalle Nazioni Unite al fine di giungere a una soluzione politica del conflitto.

Il 12 dicembre 2022 il Consiglio ha adottato conclusioni sullo Yemen, ribadendo il suo impegno fondato su principi a favore dell'unità, della sovranità, dell'indipendenza e dell'integrità territoriale dello Yemen e il suo pieno sostegno agli sforzi di pace delle Nazioni Unite e agli sforzi di mediazione dell'inviato speciale delle Nazioni Unite Hans Grundberg. L'UE ha esortato gli Houthi ad abbandonare le posizioni massimaliste e a dialogare in modo costruttivo con l'inviato speciale delle Nazioni Unite Grundberg. Il Consiglio ha sottolineato inoltre l'estrema importanza di ripristinare e prorogare ulteriormente la tregua.

Dall'inizio della guerra nel 2015, l'UE ha stanziato oltre 1,4 miliardi di EUR per rispondere alla crisi nello Yemen. Ciò comprende 998 milioni di EUR in aiuti umanitari e 487 milioni di EUR per l'assistenza allo sviluppo.

Nel 2023 l'UE ha stanziato 145,1 milioni di EUR in aiuti umanitari per le persone colpite dal conflitto nello Yemen. Gli aiuti umanitari dell'UE si concentrano sull'assistenza alle persone più vulnerabili del paese, ossia quelle direttamente interessate dal conflitto o sfollate, nonché alle famiglie colpite dall'insicurezza alimentare e dalle crisi sanitarie. Ciò comprende cibo, assistenza sanitaria, istruzione, acqua e alloggi, come pure il miglioramento dei servizi igienici destinati alle popolazioni sfollate e alle zone colpite da conflitti, nonché alle zone caratterizzate da elevata insicurezza alimentare e malnutrizione.

Nel 2023 l'UE ha stanziato 55 milioni di EUR in aiuti allo sviluppo, destinati alla sicurezza alimentare e al sostegno alla sussistenza, per far fronte sia alle esigenze urgenti in materia di sicurezza alimentare sia alla necessità di uno sviluppo a lungo termine e di autosufficienza.

La delegazione dell'UE nella Repubblica dello Yemen opera attualmente da Amman, Giordania.

Ruolo del Parlamento europeo

Il Parlamento ha approvato risoluzioni sullo Yemen il 9 luglio 2015, il 25 febbraio 2016, il 15 giugno 2017, il 30 novembre 2017, il 4 ottobre 2018 e l'11 febbraio 2021, esprimendo forti timori in merito alla preoccupante situazione umanitaria e della sicurezza e chiedendo l'effettiva attuazione del cessate il fuoco. Il 13 settembre 2017 il Parlamento ha adottato una risoluzionesull'esportazione di armi, in cui ha deplorato l'uso di tecnologie militari esportate da Stati membri nel conflitto nello Yemen.

La delegazione del Parlamento per le relazioni con la penisola arabica è competente per i rapporti con lo Yemen e il monitoraggio della situazione nel paese.

Iraq

L'UE è un importante fornitore di assistenza all'Iraq sin dalla guerra del 2003. Nel maggio 2012 tra l'UE e l'Iraq è stato sottoscritto un accordo di partenariato e cooperazione (APC). Esso stabilisce un quadro per il dialogo e la cooperazione in svariati ambiti, tra cui questioni politiche, antiterrorismo, commercio, diritti umani, sanità, istruzione e ambiente. Nel quadro dell'APC, la prima riunione del Consiglio di cooperazione UE-Iraq si è tenuta nel gennaio 2014. Una seconda riunione si è tenuta il 18 ottobre 2016 e la terza riunione del consiglio di cooperazione ha avuto luogo nel marzo 2023 a Bruxelles. Per il periodo 2014-2020 la Commissione si è impegnata a erogare 75 milioni di EUR a favore dell'Iraq per la cooperazione nei settori dei diritti umani, dello Stato di diritto, dell'istruzione e dell'energia sostenibile.

Nel gennaio 2018 l'UE ha adottato una nuova strategia per l'Iraq, che si concentra sulla fornitura continua di aiuti umanitari dell'UE alla popolazione irachena e si prefigge di agevolare la stabilizzazione delle zone liberate dal gruppo dello Stato islamico, con tre milioni di sfollati iracheni che non sono ancora in grado di tornare a casa. La strategia intende inoltre affrontare con una prospettiva di lungo termine gli sforzi di riforma, ricostruzione e riconciliazione che l'Iraq è chiamato a compiere per consolidare la pace e costruire un paese unito e democratico in cui tutti i cittadini possono godere appieno dei loro diritti in condizioni di maggiore prosperità.

Dal 2014 l'UE ha fornito all'Iraq oltre un miliardo di EUR, di cui 469 milioni in aiuti umanitari destinati agli sfollati iracheni e ai profughi siriani in Iraq. Nel 2020 sono stati stanziati fondi supplementari per aiutare il sistema sanitario locale a far fronte alla pandemia di COVID-19.

L'UE offre inoltre sostegno alla sicurezza in Iraq. In risposta a una richiesta delle autorità irachene, nell'ottobre 2017 il Consiglio ha istituito una missione di politica di sicurezza e di difesa comune a sostegno della riforma del settore della sicurezza civile (EUAM Iraq). L'EUAM fornisce orientamenti e consulenza alle autorità irachene in merito alla riforma del settore della sicurezza civile. L'assistenza mira a facilitare l'attuazione coerente della strategia di sicurezza nazionale irachena.

Ruolo del Parlamento europeo

Negli ultimi anni il Parlamento ha adottato varie risoluzioni sulla situazione in Iraq, in particolare in merito all'offensiva dell'IS, alla violenza di genere, alla persecuzione delle minoranze, alla situazione nell'Iraq settentrionale/Mosul, alle fosse comuni, all'istruzione, alla distruzione di siti culturali ad opera dell'IS e alle esportazioni di armi.

La delegazione del Parlamento per le relazioni con l'Iraq organizza riunioni interparlamentari con il consiglio dei rappresentanti dell'Iraq. L'ultima riunione interparlamentare si è svolta nel 2023 a Baghdad. Il premio Sacharov 2016 del Parlamento è stato assegnato a Nadia Murad Basee Taha e a Lamiya Aji Bashar, che sono sopravvissute alla schiavitù sessuale perpetrata dall'IS in Iraq e sono diventate portavoce delle donne vittime della campagna di violenza sessuale dell'IS. Sono pubbliche sostenitrici della comunità yazida irachena, una minoranza religiosa che è stata vittima di una campagna di genocidio da parte di militanti dell'IS.

Iran

Le relazioni dell'UE con l'Iran rappresentano una sfida, in particolare dato il sostegno dell'Iran all'invasione russa dell'Ucraina, e sono peggiorate al punto che non è attivato alcun finanziamento dell'UE per nessuna attività, ad eccezione di un sostegno molto specifico ai difensori dei diritti umani e alle azioni umanitarie. Poiché l'Iran non è membro dell'Organizzazione mondiale del commercio e non vi è alcun accordo bilaterale tra l'UE e l'Iran, gli scambi tra i due partner sono soggetti al regime generale di importazione dell'UE. Secondo Eurostat, gli scambi UE-Iran hanno raggiunto un valore di 4,7 miliardi di EUR nel 2023, con un calo del 9 % rispetto ai 5,2 miliardi di EUR del 2022.

La maggiore priorità per l'UE nelle attuali relazioni con l'Iran è il mantenimento dell'accordo sul nucleare con l'Iran (PACG), firmato a Vienna nel luglio 2015. Il PACG è un componente fondamentale del sistema internazionale di non proliferazione nucleare. Esso conferisce all'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA), l'organo di sorveglianza in ambito nucleare delle Nazioni Unite, il potere di svolgere le ispezioni più rigorose nella storia della non proliferazione nucleare. L'AIEA si assume la piena responsabilità di verificare se l'Iran continui a rispettare gli obblighi previsti dal PACG. In cambio degli impegni assunti dall'Iran, il PACG reintegra il paese nel sistema globale.

Il ritiro degli Stati Uniti dal PACG nel 2018 e l'adozione da parte loro di una politica di massima pressione hanno indotto l'Iran a ridurre gli impegni assunti nel quadro dell'accordo, che predispone un sistema globale e rigoroso di ispezioni e monitoraggio da parte dell'AIEA. L'UE, insieme agli E3 (Germania, Francia e Regno Unito), alla Russia e alla Cina, si sta adoperando per preservare il PACG e, quindi, gli impegni dell'Iran.

In conformità al PACG, l'embargo sulle armi nei confronti dell'Iran è scaduto nell'ottobre 2020. Pur esprimendo riserve sulla scadenza dell'embargo, l'UE ha respinto la minaccia degli Stati Uniti di ripristinare tutte le sanzioni ONU («snapback»). L'UE mantiene il proprio embargo sulle armi, che non è connesso al PACG ma è associato alle violazioni dei diritti umani, alle attività ostili contro l'UE e al lancio di missili balistici e da crociera. INSTEX, lo strumento dell'UE volto ad agevolare il commercio con l'Iran, non è stato in grado di compensare il duro impatto delle sanzioni statunitensi, che è stato ulteriormente esacerbato dalla pandemia di COVID-19, rafforzando le posizioni dei conservatori. L'UE ha fornito aiuti umanitari a favore dei gruppi più vulnerabili in Iran, portando il sostegno globale all'Iran dal 2016 a oltre 90 milioni di EUR.

La drammatica situazione economica in Iran, insieme alla mancanza di dividendi derivanti dal PACG, hanno avuto un impatto sulle elezioni presidenziali tenutesi nel giugno 2021, vinte da Ebrahim Raisi, un sostenitore di una politica intransigente, religioso conservatore ed ex capo della magistratura. L'attuale gabinetto comprende diversi ministri soggetti a sanzioni internazionali.

Le elezioni legislative per il Majles (il Consiglio dei rappresentanti) si sono tenute in Iran nel marzo 2024 per il primo turno e nel maggio 2024 per il secondo turno.

I negoziati sul PACG a Vienna sono stati interrotti a seguito dell'elezione presidenziale del giugno 2021. Nel luglio 2021 l'AIEA ha avvertito che Teheran intendeva utilizzare uranio arricchito fino al 20 % di U-235 nella fabbricazione di combustibile per il reattore di ricerca di Teheran. L'UE ha mantenuto il suo pieno impegno nei confronti del PACG e continua a svolgere un ruolo importante nel collegare tutte le parti e incoraggiarle a rispettare l'accordo.

Nell'aprile 2021, in risposta alla ferma posizione dell'UE in materia di diritti umani, l'Iran ha annunciato la sospensione di tutti i colloqui sui diritti umani e della cooperazione con l'UE nei settori del terrorismo, della droga e dei rifugiati. Nel gennaio 2022 un tribunale iraniano ha condannato il difensore dei diritti umani iraniano Narges Mohammadi a otto anni di carcere con 70 frustate. Nel gennaio 2022, a seguito di questo caso, l'UE ha invitato l'Iran a rispettare il diritto internazionale. La morte mentre si trovava in stato di detenzione di Mahsa Amini nel settembre 2022 ha ostacolato ulteriormente i contatti bilaterali.

I negoziati a Vienna hanno subito un rallentamento dopo l'invasione russa dell'Ucraina nel febbraio 2022 e il sostegno economico e militare dell'Iran a Mosca. Il coinvolgimento dell'Iran nella guerra tra Hamas e Israele nella Striscia di Gaza dall'ottobre 2023 e il sostegno di Teheran a gruppi per procura quali Hezbollah o gli Houthi hanno ulteriormente complicato i negoziati. Una relazione dell'AIEA del novembre 2023 ha indicato che l'Iran ha stoccato una quantità di uranio sufficiente per tre bombe atomiche. Nel 2024 l'AIEA sta incentrando la propria attenzione sull'aumento del monitoraggio e della vigilanza del programma nucleare iraniano. Teheran non è interessata a negoziare prima delle elezioni presidenziali statunitensi che si terranno alla fine dell'anno.

Nel febbraio 2024 il direttore generale dell'AIEA Rafael Grossi ha dichiarato che l'Iran continua ad arricchire l'uranio ben al di là delle esigenze per un uso nucleare commerciale. Sebbene il ritmo di arricchimento dell'uranio sia leggermente rallentato dal dicembre 2023, nel 2024 l'Iran continua ad arricchire l'uranio a un tasso elevato di circa sette kg al mese, fino al 60 % di purezza. Nel 2024 sono in aumento le preoccupazioni relative all'arricchimento dell'uranio e alle potenziali capacità nucleari dell'Iran. Nel febbraio 2024 il direttore dell'Organizzazione iraniana per l'energia atomica, Mohammad Eslami, ha riconosciuto che l'Iran aveva iniziato a costruire un nuovo reattore di ricerca nucleare a Isfahan, che ospita già tre reattori.

Ruolo del Parlamento europeo

La delegazione del Parlamento europeo per le relazioni con l'Iran (D-IR) è stata istituita nel 2004 per disporre di un canale diretto con il Majles. Dal 2015 la D-IR svolge un ruolo cruciale in seno al PACG e nel riunire l'UE e l'Iran. Dal 2005 si sono svolte sette riunioni interparlamentari, l'ultima delle quali si è tenuta a Bruxelles nel settembre 2018.

Nonostante le interruzioni nelle relazioni con l'Iran, il Parlamento ha fornito una piattaforma per il dialogo con la società civile iraniana, la diaspora iraniana e i difensori dei diritti umani iraniani. Il Parlamento europeo ha sempre sostenuto l'impegno dell'UE a favore di una soluzione diplomatica al programma nucleare iraniano. Pur essendo un forte sostenitore del PACG, il Parlamento europeo monitora attivamente la situazione degli oppositori politici, delle minoranze religiose, dei difensori dei diritti umani, delle donne e della comunità LGBTIQA+ in Iran. Inoltre, si oppone fermamente alla pena capitale, alla tortura, ai processi arbitrari, alla brutalità da parte della polizia e alla detenzione di oppositori politici.

Le pertinenti azioni e risoluzioni del Parlamento europeo sull'Iran:

 

Walter Masur / Jorge Soutullo / Simona-Daniela Moroianu