Il mercato interno: principi generali
Il mercato interno è uno spazio che promuove la prosperità e consente la libera circolazione di merci, servizi, persone e capitali. In quanto mercato unico più grande al mondo, sfrutta le sue dimensioni per creare posti di lavoro e opportunità commerciali, ma anche per promuovere le norme europee a livello mondiale. Il mercato interno deve anche far fronte alle sfide globali, come la pandemia di COVID-19 e la guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina, che hanno portato a restrizioni della libera circolazione e a carenze di beni e servizi.
Base giuridica
Articolo 3, paragrafo 3, del trattato sull'Unione europea (TUE); articolo 3, paragrafo 1, lettera b), articolo 4, paragrafo 2, lettera a), e articoli 26, 27, 114 e 115 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE).
Obiettivi
Il mercato comune, successivamente chiamato mercato unico o mercato interno, fu instaurato dal trattato di Roma nel 1958 con l'intento di eliminare le barriere commerciali tra gli Stati membri al fine di accrescere la loro prosperità economica e di contribuire a "un'unione sempre più stretta fra i popoli europei". L'Atto unico europeo (AUE) del 1986 ha integrato l'obiettivo della creazione del mercato interno nel trattato che istituisce la Comunità economica europea definendo tale mercato come "uno spazio senza frontiere interne nel quale è assicurata la libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali".
Per garantire una concorrenza leale all'interno del mercato comune, il trattato di Roma ha vietato qualsiasi azione intesa a impedire, limitare o distorcere la concorrenza, con alcune eccezioni specifiche. Ha inoltre conferito alla Commissione il compito di far rispettare tali norme. Le norme dell'UE in materia di concorrenza sono tuttora essenziali per il corretto funzionamento del mercato interno dell'UE (nota tematica 2.6.12).
Anche alcuni paesi terzi allineano le loro norme a quelle del mercato unico, estendendone così gli effetti oltre i confini dell'UE; tra questi figurano i paesi terzi membri dello Spazio economico europeo: Norvegia, Islanda e Liechtenstein. Grazie ad accordi bilaterali con l'UE, anche la Svizzera commercia nel mercato unico.
Risultati
A. Il mercato comune del 1958
Il mercato comune, obiettivo principale del trattato di Roma, è stato realizzato tramite l'unione doganale del 1968, l'eliminazione dei contingenti, la libera circolazione dei cittadini e dei lavoratori e una certa armonizzazione fiscale ottenuta con l'introduzione generalizzata dell'imposta sul valore aggiunto nel 1970. Tuttavia, le pratiche anticoncorrenziali imposte dalle autorità pubbliche continuavano a porre limiti al libero scambio di beni e servizi e alla libertà di stabilimento.
B. L'avvio del mercato interno negli anni '80 e l'Atto unico europeo
L'approccio iniziale di un'armonizzazione legislativa dettagliata e la necessità dell'unanimità in seno al Consiglio erano considerati ostacoli al progresso, ma alcune sentenze chiave della Corte di giustizia dell'Unione europea negli anni '70 hanno cambiato la situazione. Con la causa Dassonville (causa 8-74), la Corte ha ampliato la portata di ciò che può essere considerato come una misura restrittiva degli scambi all'interno del mercato comune. Mediante la causa Cassis de Dijon (causa 120/78), la Corte ha introdotto il principio del reciproco riconoscimento dei prodotti legalmente fabbricati e commercializzati all'interno dell'UE. Queste sentenze hanno rivitalizzato il dibattito sul commercio intracomunitario e indirizzato la Comunità economica europea verso l'attuazione del mercato interno.
L'AUE, entrato in vigore il 1º maggio 2019, ha rafforzato i meccanismi decisionali relativi al mercato interno, introducendo il voto a maggioranza qualificata su temi quali la tariffa doganale comune, la libera prestazione di servizi, la libera circolazione dei capitali e il ravvicinamento delle legislazioni nazionali. Entro il 1992 era stato adottato oltre il 90 % degli atti legislativi contemplati nel Libro bianco del 1985, principalmente mediante il voto a maggioranza qualificata; il mercato unico fu creato nel 1993.
C. Verso una responsabilità condivisa per il completamento del mercato interno 2003-2010
Il mercato interno ha contribuito in misura notevole alla prosperità e all'integrazione dell'economia dell'UE. La nuova strategia per il mercato interno relativa al periodo 2003-2010 si è concentrata sulla necessità di agevolare la libera circolazione delle merci, integrare i mercati dei servizi, ridurre l'impatto degli ostacoli fiscali e semplificare il contesto normativo. Sono stati compiuti notevoli progressi per quanto concerne la liberalizzazione dei servizi nel settore postale, dei trasporti, delle telecomunicazioni, dell'energia elettrica e del gas.
D. Il rilancio del 2010: una nuova strategia per il mercato unico
A seguito della crisi economica e finanziaria iniziata nel 2008, è emersa la chiara necessità di rilanciare il mercato unico per rafforzare la fiducia e stimolare la crescita economica. A tal fine, e a seguito della relazione Monti pubblicata nel 2010, la Commissione ha presentato una serie di misure per stimolare l'economia dell'UE e creare posti di lavoro ponendo i cittadini, i consumatori e le piccole e medie imprese (PMI) al centro di una politica del mercato unico più ambiziosa.
Nell'ottobre 2010 la Commissione ha pubblicato la comunicazione dal titolo "Verso un atto per il mercato unico" (COM(2010)0608), mentre nell'aprile 2011 ha presentato l'Atto per il mercato unico (COM(2011)0206), che definisce 12 leve per stimolare la crescita e rafforzare la fiducia nell'economia. L'Atto per il mercato unico II (COM(2012)0573) e "Una governance migliore per il mercato unico" (COM(2012)0259) sono seguiti nel 2012 per sviluppare e sfruttare ulteriormente il potenziale inutilizzato del mercato unico quale motore di crescita.
Nell'ottobre 2015 la Commissione ha pubblicato una comunicazione dal titolo "Migliorare il mercato unico: maggiori opportunità per i cittadini e le imprese" (COM(2015)0550), e nell'aprile 2019 è stata adottata la direttiva (UE) 2019/633 sulle pratiche commerciali sleali.
Nel maggio 2015 la Commissione ha adottato una strategia per il mercato unico digitale (COM(2015)0192) che prevedeva un intenso programma legislativo per la creazione di un'economia digitale europea. Nel Programma per l'Europa del 2019 la Commissione ha posto con decisione il rafforzamento del mercato unico digitale al centro dei suoi orientamenti di lavoro. Tale impegno è stato rinnovato nel documento di strategia della Commissione, del febbraio 2020, dal titolo "Plasmare il futuro digitale dell'Europa".
E. Reazione del mercato interno alla pandemia di COVID-19 e alla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina
Durante la pandemia di COVID-19, nella sua comunicazione dal titolo "Il momento dell'Europa: riparare i danni e preparare il futuro per la prossima generazione", la Commissione ha evidenziato il ruolo centrale che la digitalizzazione del mercato unico svolgerà nella ripresa dell'Unione.
Nell'aprile 2021, mediante il regolamento (UE) 2021/690, le istituzioni dell'UE hanno istituito il programma relativo al mercato interno, un programma di finanziamento dell'UE (4,2 miliardi di EUR per il periodo 2021-2027) per sostenere la ripresa dell'Europa dalla pandemia di COVID-19.
Inoltre, in risposta alla crisi della COVID-19 e all'aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina, il regolamento sulle emergenze e la resilienza nel mercato interno, regolamento (UE) 2024/2747, ha istituito un sistema completo di preparazione e risposta alle crisi all'interno del mercato unico. Tale regolamento si propone di salvaguardare sia la circolazione ininterrotta di beni essenziali, servizi e persone in tutta l'UE durante una crisi sia la disponibilità di forniture critiche durante un'emergenza.
F. 30º anniversario del mercato unico: un nuovo slancio
Nel marzo 2023 la Commissione ha pubblicato una comunicazione sui 30 anni del mercato unico (COM(2023)0162), in cui propone una maggiore integrazione affrontando gli ostacoli in settori chiave, come il settore dei servizi, dei capitali, dell'energia, del digitale e dei dati.
Recenti analisi di rilievo, presentate da Enrico Letta e Mario Draghi nel 2024 su incarico della Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, convergono nel sottolineare che il mercato unico rimane altamente frammentato. Secondo entrambe le relazioni, la finanza, l'energia, l'innovazione, le telecomunicazioni, la difesa e lo spazio sono i settori da privilegiare per approfondire il mercato unico.
Nel gennaio 2025 la Commissione ha lanciato la bussola per la competitività dell'UE (COM(2025)0030), che attribuisce particolare importanza alla riduzione degli ostacoli per il mercato unico. In particolare la Commissione ha annunciato una strategia orizzontale per il mercato unico volta a modernizzare il quadro di governance, eliminando gli attuali ostacoli all'interno dell'UE e impedendo che ne vengano creati di nuovi.
Ruolo del Parlamento europeo
A. Aspetti generali
Il Parlamento europeo è stato la forza propulsiva nel processo che ha portato alla creazione del mercato interno. In particolare, nella sua risoluzione del 1997 ha sostenuto l'idea di trasformare entro il 2002 il mercato interno in un mercato unico completamente integrato. In numerose risoluzioni approvate nel 2006, il Parlamento ha sostenuto l'idea che il mercato interno debba essere un quadro comune nonché un punto di riferimento per molte politiche dell'Unione.
Il Parlamento ha anche svolto un ruolo attivo nel rilancio del mercato interno. Nella sua risoluzione del 2010 sulla creazione di un mercato unico per i consumatori e i cittadini, ha posto l'accento sulla necessità di adottare provvedimenti intesi a informare più efficacemente i consumatori e le PMI, e a rafforzare la loro posizione, così come la fiducia dei cittadini. Il Parlamento ha inoltre reagito all'Atto per il mercato unico con tre risoluzioni approvate il 6 aprile 2011: "Governance e partenariato nel mercato unico", "Mercato unico per gli europei" e "Un mercato unico per le imprese e la crescita".
Il Parlamento è stato attivo anche nell'ambito della governance del mercato unico. Il 7 febbraio 2013 ha approvato una risoluzione recante raccomandazioni alla Commissione concernenti la governance del mercato unico, con cui ha chiesto l'istituzione di un ciclo di governance del mercato unico quale pilastro specifico del semestre europeo. Inoltre, il Parlamento ha approvato la risoluzione sulla governance del mercato unico nell'ambito del semestre europeo 2014, seguita dalla risoluzione su SOLVIT, un servizio su scala UE che offre soluzioni a problemi concernenti i diritti europei. Il Parlamento ha quindi approvato una risoluzione nel 2016 dal titolo "Verso una migliore normativa sul mercato unico".
Nel 2016 una ricerca della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori (IMCO) ha sottolineato lo spostamento dell'economia dell'UE verso politiche digitali, verdi e sociali[1]. Su tale base, il Parlamento ha chiesto un mercato unico più innovativo, più approfondito e più equo.
Cittadini e imprese dell'UE, soprattutto quelli che si trovano in Stati membri diversi dai loro paesi d'origine, hanno spesso difficoltà a comprendere le norme applicabili. Il Parlamento ha caldeggiato l'adozione dello "sportello digitale" (regolamento (UE) 2018/1724) per fornire accesso online alle informazioni e ai servizi di assistenza di cui i cittadini e le imprese dell'UE potrebbero aver bisogno in un altro paese dell'UE.
Una ricerca del 2019 indica che i principi della libera circolazione di beni e servizi e la legislazione in tale ambito generano benefici nell'ordine dei 985 miliardi di EUR l'anno[2]. Tuttavia, uno studio pubblicato nel novembre 2020 dal titolo "Legal obstacles in Member States to Single Market rules"[3] ha dimostrato che, sebbene il mercato unico dell'UE sia un esempio particolarmente riuscito di integrazione dei mercati, gli ostacoli ancora presenti negli Stati membri impediscono la piena realizzazione del suo potenziale. Lo studio chiedeva un esame più locale della regolamentazione nazionale proposta che potrebbe entrare in conflitto con le norme e i principi del mercato unico.
Uno degli ambiti di conflitto è la libera circolazione dei servizi. Il 20 gennaio 2021 il Parlamento ha approvato una risoluzione sul rafforzamento del mercato unico, in cui si sottolinea la necessità di garantire l'attuazione delle norme del mercato unico dei servizi e di migliorare l'azione di attuazione da parte della Commissione.
Il Parlamento ha riconosciuto i vantaggi di un quadro di eGovernment, che razionalizza i processi amministrativi, migliora la qualità dei servizi e aumenta l'efficienza del settore pubblico. I servizi pubblici digitali consentono di alleggerire gli oneri amministrativi, velocizzare le interazioni con i governi e ridurre i costi, catalizzando in tal modo i vantaggi economici e sociali del mercato unico. Di conseguenza, la commissione IMCO ha approvato una relazione finale nella quale delinea le strategie per accelerare la digitalizzazione dei servizi pubblici, che il Parlamento ha successivamente approvato il 18 aprile 2023.
B. Il mercato unico e il superamento della crisi della COVID-19
La pandemia di COVID-19 ha avuto forti ripercussioni sulla libera circolazione delle merci nel mercato interno. Di conseguenza il 17 aprile 2020 il Parlamento ha approvato una risoluzione sull'azione coordinata dell'UE per lottare contro la pandemia di COVID-19 e le sue conseguenze, nella quale si sottolinea che il mercato unico è la fonte della prosperità e del benessere collettivi europei e costituisce un elemento chiave per la risposta immediata e continua alla pandemia.
Uno studio[4] sullo stesso argomento è stato presentato nel febbraio 2021 in seno alla commissione IMCO. Dalla ricerca è emerso che le chiusure iniziali delle frontiere e le altre misure adottate dagli Stati membri hanno notevolmente ridotto la libera circolazione non soltanto delle merci, ma anche dei servizi e delle persone nel mercato interno. Nello stesso mese il Parlamento e il Consiglio hanno istituito il dispositivo per la ripresa e la resilienza, ribadendo così che la ripresa sostenibile di un mercato interno ben funzionante dovrebbe coinvolgere PMI solide. La risoluzione del Parlamento del 2022 sull'eliminazione delle barriere non tariffarie e non fiscali nel mercato unico è molto pertinente al riguardo, in quanto affronta non soltanto le barriere generali e persistenti alla libera circolazione delle merci e dei servizi, ma analizza anche in modo specifico come la COVID-19 e le risposte politiche alla pandemia abbiano costituito un ostacolo alle quattro libertà (beni, capitali, servizi e persone).
C. Mercato unico digitale (2.1.7)
Analogamente alla Commissione, nell'ultimo decennio il Parlamento si è sempre più concentrato sulle sfide e le opportunità per il mercato unico derivanti dalla digitalizzazione. L'11 dicembre 2012 il Parlamento ha approvato due risoluzioni non legislative relative al mercato interno: una sul completamento del mercato unico digitale e l'altra su una strategia di libertà digitale nella politica estera dell'UE. Tali risoluzioni sostenevano la libertà digitale nella politica estera dell'UE, ponendo l'accento sulla neutralità della rete per garantire che i fornitori non limitassero ingiustamente l'uso di Internet, e miravano ad armonizzare le politiche del mercato digitale in tutta l'UE. Queste iniziative hanno portato all'adozione di misure legislative per un mercato unificato delle comunicazioni elettroniche, comprese la neutralità della rete e l'abolizione delle tariffe di roaming.
Il 20 maggio 2021 il Parlamento ha approvato una risoluzione sul futuro digitale dell'Europa, in cui ha riconosciuto il ruolo fondamentale degli sviluppi digitali nel mercato unico e ha sottolineato la necessità di eliminare le barriere che ostacolano il funzionamento del mercato unico digitale. Il regolamento sui mercati digitali e il regolamento sui servizi digitali agevolano un mercato unico digitale competitivo, equo, armonizzato e più sicuro. Inoltre, una raccolta di studi del dipartimento tematico "Politica economica e scientifica e qualità di vita" ha esaminato le opportunità e le sfide per il mercato unico digitale associate ai due suddetti regolamenti.
Il 23 novembre 2022 il Parlamento e il Consiglio hanno firmato il regolamento (UE) 2022/2399 che istituisce l'ambiente dello sportello unico dell'Unione europea per le dogane, il cui obiettivo è agevolare il commercio internazionale riducendo gli oneri amministrativi e i costi mediante strumenti digitali. Le imprese e gli operatori commerciali potranno così fornire i dati doganali e non doganali necessari per lo sdoganamento delle merci ed espletare le formalità in un unico portale in un determinato Stato membro.
Nel gennaio 2023 il Parlamento ha approvato la risoluzione sul 30º anniversario del mercato unico: celebrare i risultati e guardare agli sviluppi futuri, in cui evidenzia l'importanza del mercato unico quale motore dell'integrazione europea e colonna portante della sua economia. La risoluzione avverte, tuttavia, che i suoi risultati non possono essere dati per scontati e chiede un rinnovato impegno da parte degli Stati membri e delle altre istituzioni dell'UE a rafforzare ulteriormente il mercato unico, in particolare in settori quali i servizi, l'energia, le telecomunicazioni e il mercato unico digitale.
Nel luglio 2023, tramite una risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento che istituisce uno strumento per le emergenze nel mercato unico, la commissione IMCO ha approvato lo strumento per le emergenze nel mercato unico, proponendo di rinominarlo "Regolamento sulle emergenze e la resilienza nel mercato interno", per una migliore preparazione alle crisi future.
Nell'ottobre 2023 è stato pubblicato uno studio sulla vigilanza del mercato nell'UE che sottolinea il ruolo cruciale delle autorità di vigilanza del mercato nel proteggere i consumatori garantendo che i prodotti soddisfino le norme in materia di salute, sicurezza e ambiente. Tale studio ha individuato lacune nella vigilanza del mercato, esacerbate dalla crescita del commercio elettronico e dalla pandemia, come la tracciabilità dei prodotti e il monitoraggio delle vendite online. Tra le principali raccomandazioni figurano l'ampliamento degli impianti di prova dell'UE, il rafforzamento delle infrastrutture digitali, l'aumento della responsabilità per i mercati e l'intensificazione della cooperazione transfrontaliera per armonizzare le pratiche di sorveglianza del mercato e garantire una protezione coerente dei consumatori.
Per maggiori informazioni sull'argomento, si rimanda al sito web della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori.
Alcuni esempi più recenti: Ström, P., "The European Services Sector and the Green Transition" (Il settore europeo dei servizi e la transizione verde), 2020; Núñez Ferrer, J., "The EU's Public Procurement Framework" (Il quadro dell'UE in materia di appalti pubblici), 2020; Keirsbilck, B. et al., "Sustainable Consumption and Consumer Protection Legislation" (Consumo sostenibile e legislazione in materia di protezione dei consumatori), 2020; Marcus, J. S. et al., "The impact of COVID-19 on the Internal Market" (L'impatto della pandemia di COVID-19 sul mercato interno), pubblicazione destinata alla commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, dipartimento tematico Politica economica e scientifica e qualità di vita, Parlamento europeo, Lussemburgo, 2021.
Costanza Pierdonati / Barbara Martinello / Maxim Hauk / Christina Ratcliff