Al culmine della pandemia di COVID-19, stando a dati UNESCO, sono stati quasi 1,6 miliardi gli studenti, ovvero il 94 % della popolazione mondiale studentesca, colpiti dalla chiusura degli istituti di istruzione.
Tale lockdown ha chiaramente dimostrato come l'istruzione digitale sia diventata strumento insostituibile per continuare a fornire istruzione al maggior numero di studenti possibile; e tuttavia ha evidenziato diverse criticità dell'ecosistema dell'istruzione digitale, come l’accentuazione del divario esistente fra gli studenti, ad ulteriore svantaggio dei più vulnerabili.
Ho pertanto votato a favore della Relazione di iniziativa riguardante la Definizione della politica in materia di istruzione digitale, in vista del piano d'azione della Commissione per l'educazione digitale 2021-2027.
Tale Piano d’azione dovrà prevedere azioni mirate, finanziate da programmi europei e nazionali, per sostenere gli insegnanti affinché dispongano di competenze digitali sufficienti per fornire un insegnamento online efficace; così come per i genitori, molti dei quali, per la prima volta, si sono confrontati con l'alfabetizzazione digitale di base, privacy, cyberbullismo e giochi pericolosi online. Occorrerà, inoltre, tener conto anche delle conseguenze psicologiche, sociali, pedagogiche sugli studenti esposti all'insegnamento a distanza, nella consapevolezza che l'interazione tra insegnanti e studenti resta fondamentale e che l'apprendimento in presenza dovrà rimanere al centro di ogni offerta educativa.
Ho votato a favore della relazione sull’attuazione delle direttive sulla qualità dell’aria ambiente (Direttive 2008/50/CE e 2004/107/CE), relativa alla valutazione della loro applicazione effettuata dalla Commissione.
Dalla relazione emerge che la normativa europea si è rivelata efficace nel fissare norme comuni a livello UE e nell'agevolare la raccolta e lo scambio di informazioni sulla qualità dell’aria; tuttavia è riuscita solo parzialmente a ridurre l'inquinamento atmosferico, che secondo l'Organizzazione mondiale della sanità rappresenta il più grande rischio ambientale per la salute in Europa, causando più di 400.000 morti premature all’anno.
Alcuni inquinanti atmosferici maggiormente pericolosi come il particolato, il biossido di azoto e l’ozono, risultano al di sopra dei livelli previsti impattando fortemente non solo sulla salute umana, ma anche sull'ambiente, sugli ecosistemi naturali e sulla biodiversità, provocando fenomeni come l'eutrofizzazione e l'acidificazione, dannosa anche per il patrimonio culturale.
La relazione del Parlamento propone pertanto di aggiornare gli standard di qualità dell'aria dell'UE. Invita, inoltre, la Commissione e gli Stati membri a migliorare le reti di monitoraggio e, soprattutto, a rafforzare il controllo volto a far rispettare gli obblighi previsti dalla normativa europea, nel quadro del Green Deal europeo ed in linea con gli impegni internazionali assunti dall’Unione in materia di protezione dell’ambiente.
Sur EP NEWSHUB
RT @davidedionisi_: #18aprile I CELLANTI @Rvaticanaitalia #carcere di Bergamo "Don Resmini" Birrificio nella Casa Lavoro @Citta_del_Vasto @radiocitta Oltre le Mura progetto https://t.co/PUmmrL58h7 @comunebelluno Sportello carcere (Jabar) @laprovinciadiso A lezione di Dante 👉https://t.co/5SfmXVwRqV https://t.co/ig7lRd5Uic
Prosegue al PE il lavoro per rafforzare e valorizzare gli strumenti che consentono di tutelare l'integrità dei finanziamenti europei contro il rischio di irregolarità e frodi: oggi @EP_BudgControl focus sul funzionamento del Sistema di individuazione precoce ed esclusione (EDES) https://t.co/L3vGP7WGWf