Perché il Parlamento europeo ha chiesto più poteri UE in materia di nuove entrate? 

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L'UE ha concordato su un calendario vincolante che introduca nuove fonti di entrata per il bilancio comune, per investire nel futuro dell'Europa e per sostenere la ripresa.

Tra le nuove fonti di entrata ci sarà il contributo sui rifiuti prodotti dagli imballaggi di plastica non riciclabile.  

Nell'accordo del 10 novembre 2020 sul bilancio UE per il periodo 2021-2027 (chiamato Quadro finanziario pluriennale) come anche sui 750 miliardi del Piano di ripresa post COVID-19 il Parlamento, il Consiglio e la Commissione europea hanno concordato su una tabella di marcia vincolante per l'introduzione di nuove risorse proprie UE. Sono previste tasse per i rifiuti in plastica non riciclabile, per i giganti della tecnologia e per i grandi inquinatori stranieri.

Per saperne di più: il bilancio pluriennale UE spiegato


Cosa sono le risorse proprie?

 

Gli stati membri contribuiscono al bilancio europeo al fine di raggiungere obiettivi comuni. A differenza di quanto succede a livello nazionale, il bilancio europeo è un bilancio di investimenti e non può operare in deficit. I Trattati UE prevedono che il bilancio europeo sia "finanziato integralmente tramite risorse proprie”.

Tali fonti di entrate sono adottate dal Consiglio all’unanimità, previa consultazione del Parlamento europeo e necessitano di ratifica da parte di ciascuno stato membro. Il sistema di risorse proprie è rimasto immutato per oltre trent’anni. Il Parlamento europeo ne ha chiesto ripetutamente una revisione.


Da dove provengono le risorse proprie già esistenti?

 

Dal momento che il bilancio UE deve sempre essere in pareggio, le entrate annuali devono completamente coprire le spese.

Le entrate UE già esistenti sono composte da: 
  • Risorse proprie tradizionali (costituite principalmente da dazi doganali, inizialmente includevano anche le tasse sullo zucchero, normalmente rappresentano il 10% circa delle entrate) 
  • Risorsa propria basata sull’IVA (trasferimento di una percentuale dell’IVA riscossa dai paesi UE; rappresentano circa il 10% delle entrate) 
  • Risorsa basata sul reddito nazionale lordo (consiste in un prelievo sul reddito nazionale lordo dagli stati membri; rappresentano circa il 70% delle entrate da risorse proprie) 
  • Altre entrate (ammende comminate contro società che violano la concorrenza, contributi versati da paesi terzi a favore di determinati programmi UE, imposte sulle retribuzioni del personale UE). 

Alcuni paesi UE (Austria, Danimarca, Germania, Paesi Bassi e Svezia) beneficiano attualmente di una riduzione dei rispettivi contributi.

Come è stato riformato il sistema delle risorse proprie dell'UE ?


Il Parlamento europeo si è espresso da tempo a favore di una riforma dell’attuale sistema di entrate UE, considerandolo non solo poco trasparente ma anche iniquo, al fine di affrontare le attuali sfide e raggiungere risultati significativi per i cittadini europei.

Per ridurre la dipendenza dai contributi nazionali basati su RNL e IVA, il Parlamento ha chiesto l’introduzione di nuove fonti di entrata legate alle politiche e agli obiettivi UE. A seguito dell'accordo interistituzionale, dall'inizio del 2021, una nuova fonte di reddito basata sui rifiuti di imballaggi in plastica non riciclati è attiva. Questa misura ha promosso la diminuzione dell'uso di plastica monouso e stimolato il riciclaggio, favorendo l'economia circolare. Al momento, si sta lavorando alla creazione di un insieme di nuove risorse proprie:

  • risorse proprie basate sul sistema di scambio delle emissioni ETS (dall'inglese Emission Trading System, ricavato dal sistema di scambio di emissioni di gas serra prodotti ad esempio dall’industria pesante, dai produttori di energia e dalle compagnie aeree)
  • risorse proprie derivate dalla tassazione di servizi digitali (assicurando un’equa tassazione su economia digitale)
  • risorse proprie basate sul Meccanismo di aggiustamento del carbonio alla frontiera (che si baserebbe sul prezzo del carbonio sull'importazione di certe merci da fuori l'UE che aiuterebbe ad assicurare un terreno di confronto uniforme nella lotta contro il cambiamento climatico)
  • risorse proprie basate sulla tassazione delle transazioni finanziarie (garantendo che anche il settore finanziario assicuri il giusto contributo attraverso il pagamento delle tasse)
  • risorse proprie collegate al settore industriale o su base d'imposizione comune delle imprese.

Nel maggio 2023, il Parlamento ha approvato una relazione che richiede una valutazione della riforma fino ad oggi e propone nuove idee per ottenere più entrate, come una tassa sulle criptovalute. I deputati hanno anche chiesto alla Commissione di presentare nuove proposte entro il terzo trimestre del 2023.

Quali benefici porterà la riforma delle risorse proprie?

Queste nuove fonti di entrata per il bilancio UE potranno finanziare il debito comune assunto dai paesi UE per finanziare la ripresa post COVID-19. Senza risorse proprie, i fondi presi a prestito per la ripresa dovrebbero essere restituiti attraverso ulteriori tagli ai programmi UE o anche attraverso contributi più consistenti da parte dei paesi membri basati sul reddito nazionale lordo. I deputati sostengono inoltre che l'aumento dei tassi di interesse esercita una maggiore pressione sul bilancio dell'UE poiché i costi dei prestiti aumentano.

Il Parlamento europeo vuole assicurarsi che l’onere non gravi sui cittadini contribuenti bensì sui giganti delle tecnologie, su evasori e elusori fiscali, grandi inquinatori di paesi extra UE e coloro che non contribuiscono con il giusto dovuto.

Le nuove risorse proprie garantiscono che le priorità di azione dell'UE - come il Green Deal e la trasformazione digitale - nelle voci di entrata del bilancio europeo. In aggiunta sostengono il funzionamento del mercato unico e ridurranno la dipendenza dai contributi nazionali basati sul RNL.