Perché l’UE vuole regolamentare l’economia delle piattaforme?

L’economia delle piattaforme online porta benefici ma anche rischi. Scoprite come l’UE sta rendendo il mondo online più sicuro, più equo e più trasparente.

È illegale offline? Che sia illegale anche online!

Gli ultimi 20 anni sono stati caratterizzati da uno sviluppo del mondo online: basti pensare all’avvento di tutte le nuove tecnologie e imprese, dei nuovi modi di lavorare, di fare shopping, di prenotare una vacanza o ancora di ordinare cibo online o di acquistare abbonamenti per i trasporti. La direttiva sul commercio elettronico, ovvero il caposaldo del mercato unico digitale, è stata adottata nel 2000, quando le piattaforme come Amazon, Google e Booking.com erano appena agli inizi, e quelle come Facebook, Airbnb e Instagram non esistevano neppure.

La legislazione europea ha quindi bisogno di rimettersi in pari con il progresso digitale. Per questo motivo l’UE sta lavorando alla Legge sui servizi digitali e alla Legge sui mercati digitali, che determineranno le linee guida per il panorama digitale futuro e in cui saranno incluse le piattaforme online, per assicurare a utenti e compagnie un ambiente migliore e più sicuro.

L’impatto finanziario dell’economia delle piattaforme


Uno dei progressi più significativi degli ultimi 20 anni è l’avvento delle piattaforme online. Esse includono mercati digitali, social media, app store, siti web di confronto dei prezzi dei singoli prodotti, motori di ricerca. È difficile oggi immaginare la nostra vita senza questi servizi.

Rendendo più facile il commercio dentro e fuori l’UE le piattaforme online hanno portato benefici significativi ai consumatori, oltre ad aver offerto nuove opportunità per le attività e gli operatori commerciali europei. Secondo la Commissione europea, ben un milione di attività in Europa sta già vendendo prodotti e servizi attraverso delle piattaforme online, e oltre il 50% di piccole e medie imprese sta usufruendo di e-marketplace per le vendite oltreconfine.

L'importanza dell'economia delle piattaforme: un milione di attività nell'UE sta già vendendo prodotti e servizi attraverso delle piattaforme online, e oltre il 50% di piccole e medie imprese sta usufruendo di e-marketplace per le vendite oltreconfine  ©AdobeStock_vegefox.com
L'economia delle piattaforme include mercati digitali, social media, app store e motori di ricerca

Quali sono i problemi delle piattaforme online che l’UE vuole regolare?


L'economia della piattaforme online hanno porta vantaggi ma anche nuovi rischi. I consumatori europei sono esposti a una nuova varietà di merci, attività e contenuti illegali, mentre a loro volta i piccoli commercianti online faticano a farsi strada in un mercato dominato da piattaforme più grandi. Grazie ai loro servizi e il loro accesso a una grande quantità di dati, infatti, le piattaforme online fanno leva sulla propria capacità di connettere un grande numero di aziende con un altrettanto elevato numero di consumatori per avere il controllo su aree fondamentali per l’economia digitale e per fissare determinati modelli. L’UE vuole riprendere l’iniziativa per uniformare queste aree a livello europeo e per stabilire delle norme per il resto del mondo.

La risposta del Parlamento europeo a questi problemi


I principali punti contenuti nella nuova normativa affermano che:

  • La possibilità sia per le aziende europee che per le compagnie costituite altrove di vendere i propri prodotti ai consumatori europei. Questo dovrebbe applicarsi a tutti i servizi digitali e non solo alle piattaforme online.
  • I consumatori dovrebbero essere tutelati nello shopping online come in quello nei negozi tradizionali. Quindi ciò che è illegale nel mondo reale, dovrebbe essere considerato altrettanto illecito online, e le piattaforme dovrebbero raddoppiare gli sforzi per arginare gli operatori commerciali che propongono prodotti contraffatti e/o non sicuri.
  • L’introduzione della regola “conosci il tuo cliente” dovrebbe esigere dalle piattaforme che controllino attivamente e blocchino le aziende fraudolente dall’utilizzare i loro servizi per vendere prodotti pericolosi o per fare della disinformazione.
  • I consumatori dovrebbero avere il diritto di essere informati se un servizio sta utilizzando l’intelligenza artificiale: dovrebbero avere più controllo e la possibilità di disattivazione. Inoltre, la pubblicità personalizzata dovrebbe essere regolata in maniera consona.
  • La Legge sui mercati digitali dovrebbe facilitare l’ingresso delle piccole e medie imprese sul mercato, affrontando l’attuale situazione non competitiva creata dai grandi attori digitali che dettano le regole per i loro utenti e per i loro concorrenti. La norma proposta impedirebbe alle grandi piattaforme di comportarsi come filtro per l’accesso al mercato.
  • Il regolamento dovrebbe fornire maggiore chiarezza e istruzioni su come fronteggiare i contenuti illeciti e nocivi online.



Il contesto e i prossimi passi


La Commissione europea ha presentato la sua proposta per la nuova Legge sui servizi digitali e per la Legge sui mercati digitali, il 15 dicembre 2020.

Il 5 luglio 2022, dopo aver raggiunto un accordo con il Consiglio, il Parlamento ha approvato entrambi gli atti. L'approvazione da parte del Consiglio della legge sui servizi digitali (DSA) e della legge sui mercati digitali (DMA) è attesa per il prossimo settembre. Per i dettagli riguardo a quando la normativa entrerà in vigore, si prega di consultare il comunicato stampa nella sezione dei collegamenti.

Per saperne di più: la Legge sui Mercati Digitali dell'UE e la Legge sui Servizi Digitali, spiegate in dettaglio.