Viktor Orbán: non temete il mio "buongiorno"

Il primo ministro ungherese Viktor Orbán è arrivato il 19 gennaio a Strasburgo per presentare ai deputati suo semestre alla presidenza del Consiglio. Molti i punti in agenda, specialmente in campo economico, ma a muovere le acque è stata soprattutto la legge sui media in vigore dal primo gennaio in Ungheria, giudicata da alcuni "liberticida". La parola al premier Orbán.

Intervista con il primo ministro Viktor Orbán
Intervista con il primo ministro Viktor Orbán


Signor ministro, una delle più grandi sfide della sua presidenza sarà quella di gestire la crisi economica. Come pensa di agire per stabilizzare l'economia europea?


Noi non facciamo parte della zona euro, ma tutti dobbiamo mobilitare le nostre energie per proteggere la valuta europea. Non è l'euro a essere in crisi, sono gli Stati membri a essere in difficoltà a causa dei loro debiti pubblici. Per prima cosa dobbiamo far entrare in vigore dei meccanismi di sicurezza per proteggere l'euro, in secondo luogo gli Stati membri devono portare avanti riforme strutturali.



Quali saranno le iniziative ungheresi della presidenza che verranno ricordate dai cittadini europei?


L'urgenza dei problemi economici lascia da parte altri temi importanti dell'agenda ungherese. Nonostante questo, continuo a sostenere iniziative come quella della "strategia del Danubio" che prevede la creazione di una macro area di sviluppo all'interno dell'Unione europea. C'è poi la questione energetica, per creare una rete energetica da nord a sud, in aggiunta al sistema est-ovest, riducendo così la dipendenza energetica dell'Europa.


Continuerò sempre a sostenere anche la strategia sui rom. Vedo e sento il problema che è particolarmente evidente in Ungheria. Se non lo affrontiamo, potrebbe estendersi a altri Stati membri che al momento non ne sono toccati.

Ci serve una strategia che funzioni per evitare che i rom tornino al nomadismo. Vorremmo anche occuparci dell'allargamento dell'Unione europea, visto che l'entusiasmo a questo proposito si è un po' attenuato. L'Europa tuttavia ha ancora bisogno di accettare qualche altro paese per diventare veramente forte.



Tra le priorità della Sua presidenza, in quali campi si aspetta di andare incontro a più difficoltà?


Un compito difficile per la mia presidenza sarà quello di estendere l'area Schengen. Sono pienamente d'accordo con Romania e Bulgaria: questi due paesi rispettano i criteri di accesso all'area, ma si trovano ancora davanti una resistenza da parte di altri Stati membri. In un periodo caratterizzato da così tante sfide è difficile convincere politici e cittadini a andare avanti e estendere la nostra influenza economica.



Cosa pensa delle reazioni dei deputati sulla nuova legge ungherese sui media?


Mi aspettavo molto peggio. Sono contento che i deputati abbiano deciso di esprimere le loro opinioni in maniera così moderata. L'Ungheria deve venire a patti con il fatto di essere un paese totalmente sconosciuto agli altri. Forse è successo soltanto negli anni Sessanta, nella Francia di De Gaulle, di avere un governo con una maggioranza di due terzi. Visto che si tratta di una maggioranza di centro-destra, la sinistra è sospettosa e si chiede continuamente se abusiamo o meno di questa forza. Oggi, nel dibattito, mi sono convinto del fatto che sarà così anche in questo semestre. Quando dirò un semplice "buongiorno", alcuni mormoreranno che l'ho detto in un tono pericoloso. Ma dobbiamo portare avanti i compiti della presidenza e ci sentiamo a nostro agio nel farlo.



Come sarà la cooperazione tra il Parlamento e la sua presidenza?


Ho incontrato i deputati che mi criticavano. La lotta politica è una cosa, ma c'è anche bisogno di cooperazione. Sono pronto a collaborare anche con coloro che si dimostrano più critici nei miei confronti. L'Ungheria sta lavorando per avere buoni rapporti con il Parlamento.



Come prevede il passaggio di consegne alla prossima presidenza polacca?


I poveri polacchi si troveranno davanti alla parte più difficile anche noi non possiamo lamentarci. Durante la loro presidenza il dibattito sulle prospettive finanziarie entrerà nel vivo. Abbiamo messo in piedi una collaborazione per assicurare una transizione serena. Confidiamo in una proficua collaborazione.

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