In caso di violazioni da parte di uno Stato membro, l'UE dispone di strumenti per proteggere i propri valori e il bilancio. Scoprite come funziona questo meccanismo.
L'Unione europea è fondata su una serie di valori condivisi che vincolano gli Stati membri e uniscono i cittadini. Tali valori sono sanciti dall'articolo 2 del Trattato sull'Unione europea, tra questi troviamo il rispetto della dignità umana, la libertà, la democrazia, l'uguaglianza, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani.
L'eventuale violazione dei diritti umani da parte di uno Stato membro giustifica una reazione a livello europeo.
Che cos'è lo Stato di diritto
Lo Stato di diritto costituisce uno dei valori fondanti dell’UE, a tale principio corrisponde l'obbligo consistente nell'astensione dal prendere decisioni arbitrarie per i governi e la garanzia per i cittadini di poterne contestarne l’operato dinanzi a tribunale indipendente.
Esso sancisce inoltre la lotta alla corruzione per evitare di favorire ingiustamente alcuni a scapito di altri, e la salvaguardia della libertà dei media, assicurando che il pubblico sia adeguatamente informato sull'operato del governo.
Negli ultimi anni il Parlamento europeo ha evidenziato il peggioramento della situazione legata allo Stato di diritto, specialmente in alcuni paesi. Gli eurodeputati hanno adottato provvedimenti a riguardo, e invocato la protezione dei valori e del bilancio dell'UE, da parte di Commissione e Stati membri.
La procedura dell’Articolo 7
La procedura ex articolo 7 sulla protezione dei valori UE, introdotta dal Trattato di Amsterdam nel 1997, prevede due meccanismi: uno per le misure preventive, se c’è un chiaro rischio di violazione dei valori UE, e uno per le sanzioni, se la violazione è avvenuta. Le sanzioni non sono definite chiaramente dai trattati ma possono includere la sospensione del diritto di voto a livello del Consiglio dell’Unione europea e del Consiglio europeo.
In entrambi i casi la decisione finale spetta ai rappresentanti degli Stati membri nel Consiglio europeo, ma il quorum è diverso a seconda della situazione. Per quanto riguarda il meccanismo preventivo la decisione in seno al Consiglio richiede la maggioranza dei quattro quinti degli stati membri, mentre in caso di violazione è necessaria una decisione all’unanimità dei capi di stato e di governo. Naturalmente ad esclusione dello stato oggetto della procedura che non prende parte ai voti. Nell’infografica una spiegazione della procedura.
Il ruolo del Parlamento europeo
Secondo l’articolo 7 il Parlamento è una delle istituzioni che può prendere l’iniziativa di chiedere al Consiglio di determinare se c’è un rischio di violazione dei valori europei. Il Parlamento ha preso l'iniziativa di far scattare la procedura per la prima volta nel caso dell'Ungheria. Per essere adottata la proposta deve ottenere la maggioranza assoluta, cioè il voto favorevole di 376 eurodeputati o dei due terzi dei presenti.
Il Parlamento europeo ha sostenuto a marzo una proposta della Commissione europea sulla situazione in Polonia in una risoluzione che evidenzia il chiaro rischio di violazione dei valori dell’UE, a partire dallo stato di diritto e dall'indipendenza della magistratura.
Norme a tutela del bilancio dell'UE
Nel 2020, i Membri del Parlamento europeo hanno votato un regolamento volto alla protezione dei fondi UE, a fronte di un possibile uso improprio da parte dei governi degli Stati membri dell'UE. Tale procedura è nota come "meccanismo di condizionalità dello Stato di diritto". Il Parlamento ha insistito per la sua applicazione nel caso di utilizzo in modo improprio dei fondi UE, nel caso di corruzione o frode, ma anche nel caso in cui le violazioni sistematiche dei valori fondamentali rischino di incidere sulla gestione dei fondi dell'UE.
Ciò significa che il rispetto dello stato di diritto e di altri valori è una condizione affinché gli Stati membri ottengano fondi dell'UE, poiché è possibile trattenere denaro da paesi in cui accertate violazioni dello stato di diritto compromettono la gestione dei fondi dell'UE.
Ulteriori misure
Se la Commissione ritiene che uno Stato membro stia violando il diritto dell'UE, il che significa non applicare le norme concordate a livello dell'UE, può avviare procedure di infrazione dinanzi alla Corte di giustizia europea che possono portare a sanzioni finanziarie contro il paese.
Il Parlamento sta prestando molta attenzione alla situazione dello Stato di diritto negli Stati membri, preparando relazioni che mettono in evidenza i problemi e invitano ad agire, inclusa la relazione sui diritti fondamentali del 2020 e del 2021.
Dal 2020, la Commissione europea pubblica un rapporto annuale sullo Stato di diritto che monitora gli sviluppi positivi e negativi relativi allo stato di diritto in tutti gli Stati membri.

L'azione del Parlamento in materia di Stato di diritto in Ungheria e Polonia
Nel 2018, i deputati hanno avviato la procedura indicata nell'articolo 7 per la prima volta. Il Parlamento europeo ha interrogato il Consiglio nel tentativo di determinare se l'Ungheria stesse violando i valori fondanti dell'UE. L'Eurocamera ha sollevato una serie di preoccupazioni riguardo al funzionamento delle istituzioni del paese fra cui: i problemi con il sistema elettorale, l'indipendenza della magistratura e il rispetto dei diritti e delle libertà dei cittadini.
Il Parlamento ha approvato un'analoga proposta della Commissione anche nei confronti della Polonia,
Il 15 settembre 2022 il Parlamento ha decretato il deterioramento della situazione in Ungheria, al punto da arrivare a definirla una "autocrazia elettorale", un sistema costituzionale in cui si tengono le elezioni, ma non vengono rispettate le regole e gli standard democratici. La relazione del Parlamento ha messo sottolineato come nel Paese i valori dell'UE siano stati ulteriormente compromessi attraverso gli "sforzi deliberati e sistematici del governo ungherese". I deputati hanno sottolineato come la mancata azione dell'UE abbia compromesso il ritorno alla democrazia, insistendo sul fatto che alcuni fondi dell'UE dovrebbero essere trattenuti fino al raggiungimento della conformità rispetto alle raccomandazioni dell'UE e alle sentenze dei tribunali.
Il 18 settembre la Commissione ha proposto la sospensione del pagamento di 7,5 miliardi di euro di fondi dell'UE all'Ungheria per questioni relative allo Stato di diritto, per garantire la protezione del bilancio dell'UE e degli interessi finanziari dell'UE. Gli eurodeputati che chiedevano norme in grado di proteggere il bilancio dell'UE, hanno accolto favorevolmente la proposta. Esortando gli Stati Membri dell'UE a compiere i prossimi passi in Consiglio .
Il 1° giugno 2023, alla luce della prossima Presidenza ungherese del Consiglio dell'Unione europea, che inizierà nel luglio 2024, il Parlamento ha espresso nuovamente preoccupazione per i recenti sviluppi in Ungheria. I membri del Parlamento europeo hanno sottolineato la gestione delle questioni relative all'orientamento sessuale delle persone e degli insegnanti, nonché la presenza di fenomeni di corruzione. Hanno criticato altresì le campagne anti-UE del governo ungherese, sollevando interrogativi sulla sua idoneità ad assumere la presidenza di turno. Inoltre, hanno rinnovato le proprie preoccupazioni riguardanti un possibile uso improprio dei fondi dell'UE.
L'11 luglio 2023, gli eurodeputati hanno condannato le ultime evoluzioni in materia di rispetto dei valori dell'UE in Polonia. La risoluzione si è concentrata sulla recente revisione delle regole elettorali polacche; sul nuovo organo amministrativo con il potere di escludere i pubblici uffici, che, secondo i critici, prende di mira esponenti dell'opposizione; e su ulteriori preoccupazioni circa l'indipendenza della magistratura.
Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta nel 2018 e il suo ultimo aggiornamento è stato effettuato a luglio 2023.