Il divario di genere nelle pensioni è del 40%: ecco come il Parlamento intende ridurlo (intervista)
In Europa le donne ricevono circa il 40% in meno di pensione rispetto agli uomini. I deputati europei voteranno questa settimana sulle proposte per ridurre questa disuguaglianza.
Le donne guadagnano circa il 16% in meno rispetto agli uomini, ma la situazione peggiora in termini di retribuzione pensionistica dove la differenza arriva quasi al 40%. Il Parlamento elabora questa settimana una proposta alla Commissione europea per una strategia UE che ponga fine a questa differenza tra uomini e donne.
Gli eurodeputati dibattono lunedì 12 giugno sulla relazione e le raccomandazioni, mentre la votazione si terrà mercoledì 14 giugno. Per saperne di più abbiamo parlato con la deputata francese Constance Le Grip, autrice della relazione e membro del gruppo parlamentare PPE (Democratici cristiani).
Le donne guadagnano meno degli uomini e inoltre lavorano per meno anni, contribuendo di meno al regime pensionistico. Quali altri fattori giocano a loro svantaggio?
Le donne sono sovrarappresentate nei posti di lavoro scarsamente retribuiti e sotto rappresentate nelle professioni ben pagate, come ad esempio i settori tecnici e tecnologici. In alcuni paesi le donne aiutano i mariti che sono agricoltori, commercianti e artigiani, ma i loro sforzi non sono ufficialmente riconosciuti, quindi non hanno un salario a tempo pieno o un contributo alla sicurezza sociale. In questo modo si trovano di fronte a molte diseguaglianze nella loro vita che, al momento di ritirarsi dal lavoro, portano a pensioni inferiori rispetto agli uomini.
La differenza nelle pensioni tra uomini e donne varia tra il 3,7% e il 48,8% nei paesi dell'UE. Perché ci sono differenze così significative tra gli stati membri?
Ci sono molte ragioni storiche e sociali. I sistemi pensionistici riguardano i singoli stati membri, non esiste un'armonizzazione a livello comunitario. Alcuni paesi hanno utilizzato un sistema retributivo equo per molti anni, anche prima di entrare nell'UE. Questo si è riflesso nelle pensioni, ovviamente. In altri paesi invece le donne sono state meno attive economicamente ed impiegate in posti di lavoro di minor rilievo, precari o con contratti part-time.
Perché il divario fra le pensioni sta crescendo in metà degli stati membri?
C’è bisogno di ulteriori analisi, ma direi che sia dovuto alla crisi economica e sociale che ha acuito le disuguaglianze. Ha reso le cose più difficili per le persone in posizioni più vulnerabili, che tendono a essere donne.
Che misure propone per ridurre questo divario?
Questa dovrebbe rimanere responsabilità degli stati membri, quindi non vogliamo proporre un’armonizzazione a livello europeo. Tuttavia abbiamo prima di tutto aumentare la conoscenza del problema e delle disuguaglianze che persistono.
I paesi con i migliori risultati sono quelli che hanno prestato attenzione a lavorare per una vera uguaglianza. Nel calcolo delle pensioni si deve includere il tempo in cui è stata messa in pausa la carriera per occuparsi dei figli.
Il Parlamento e la Commissione potrebbero lavorare a una strategia europea generale che incoraggi gli stati membri ad analizzare le disuguaglianze e mettere in pratica misure per superarle.
Nella sua relazione dice che dovremmo incoraggiare le persone a saperne di più sulle proprie finanze, soprattutto le donne. Come si può fare?
Si tratta di rendere le donne consapevoli dell’importanza di questo. All'inizio della carriera dovrebbero assicurarsi di controllare che guadagnino abbastanza e che siano ben informate su come funziona il sistema pensionistico nel loro paese. Ad esempio il lavoro part-time può sembrare attraente, ma può essere controproducente se lo fai troppo a lungo perché condurrà a una pensione più bassa.
In alcuni stati membri fino a un terzo delle pensionate non ha una pensione. Com’è possibile?
Sono le mogli dei contadini, dei commercianti e degli artigiani che ho citato prima. Hanno lavorato per anni ma hanno ricevuto uno stipendio basso non corrispondente ai loro sforzi. Non è perché non hanno dichiarato I propri guadagni, ma perché il loro contributo non è stato preso abbastanza in considerazione.
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