I deputati europei chiedono ulteriori tagli alle emissioni di CO2 nell'ambito dell’accordo di Parigi

I deputati votano sul Regolamento sulla condivisione degli sforzi per gli obiettivi nazionali per ridurre le emissioni di gas serra e rispettare gli impegni sottoscritti a Parigi.

"Con o senza Trump gli investimenti e le azioni nell'ambito dell'accordo di Parigi devono procedere"
Catherine Bearder (ALDE, Regno Unito)
Fonte ""Con o senza Trump gli investimenti e le azioni nell'ambito dell'accordo di Parigi devono procedere"" Si apre in una nuova finestra
Condividere gli sforzi per salvare il clima: l'impegno dell'Europa

Condivisione degli sforzi o “effort sharing”: l’impegno dell’Unione europea per ridurre le emissioni

Il regolamento sulla condivisione degli sforzi (Effort sharing regulation, ESR) è lo strumento climatico più potente dell'Unione europea. Riguarda la maggior parte dei gas ad effetto serra dell'UE, responsabili di circa il 60% delle emissioni totali dell'UE secondo i dati del 2014.

L’obiettivo del Regolamento sulla condivisione degli sforzi è ridurre entro il 2030 del 30% -rispetto ai livelli del 2005- le emissioni causate da quei settori esclusi dal sistema di scambio di quote di emissione (ETS): trasporti, agricoltura, edifici e gestione dei rifiuti.

La legislazione, se adottata, consentirà di suddividere l'obiettivo dell'Unione europea a livello nazionale in linea con gli impegni presi nell'accordo di Parigi. Inoltre la legislazione, a differenza degli accordi di Parigi, sarà vincolante.

Il secondo obiettivo sottolineato dagli eurodeputati è quello di sostenere maggiormente gli Stati membri a basso reddito e gli agricoltori che utilizzano soluzioni efficienti dal punto di vista del cambiamento climatico.

“Il segnale più potente che il Parlamento Europeo possa lanciare è che siamo seri nell’affrontare il cambiamento climatico e stiamo intraprendendo azioni concrete per mettere in pratica gli accordi di Parigi attraverso il Regolamento per la condivisione degli sforzi. Questa legge tradurrà l'accordo di Parigi in azioni concrete da parte degli Stati membri” ha dichiarato Catherine Bearder (ALDE, Regno Unito) a nome del relatore dei Paesi Bassi Gerben-Jan Gerbrandy (ALDE).

"Con o senza Trump gli investimenti e le azioni nell'ambito dell'accordo di Parigi devono procedere" ha continuato Bearder.

L’Unione europea e il suo impegno per ridurre le emissioni dei gas serra

Per evitare ulteriori danni al clima, nell'ottobre 2014 i leader europei hanno adottato il quadro climatico ed energetico per il 2030, che comprende l’obiettivo vincolante di ridurre le emissioni nel territorio UE di almeno il 40% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030.

Nel quadro climatico si prevede che tutti i settori dell'economia debbano contribuire al raggiungimento dell’obiettivo. Questo dovrebbe avvenire grazie alla riduzione delle emissioni dei settori interessati dal sistema dello scambio di quote di emissione (ETS), cioè industria e energia, del 43% e dalla riduzione delle emissioni degli altri settori non ETS, cioè quelli interessati dal Regolamento per la condivisione degli sforzi, del 30%. In questo modo l’Unione europea rispetterebbe gli obiettivi dell’accordo di Parigi.

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