La riforma del sistema europeo comune di asilo

La pressione migratoria sull’Europa ha mostrato il bisogno di una riforma del sistema UE di asilo e di una maggiore condivisione delle responsabilità

Nella foto Un bambino salvato durante l'operazione Frontex Themis  nel Mediterraneo centrale ©European Union 2018 - Frontex
Un bambino salvato durante l'operazione Frontex Themis ©European Union 2018 - Frontex

Negli scorsi anni moltissime persone sono fuggite da conflitti, terrorismo e persecuzioni nei propri paesi verso l’Europa. Nel 2022, gli Stati Membri dell'UE hanno ricevuto 966.000 domande di asilo, quasi il doppio rispetto al 2021. Nel 2023 anche gli attraversamenti irregolari hanno raggiunto il loro picco, superando nei primi 11 mesi dell'anno la cifra di 355.300 passaggi, il numero più alto registrato dal 2016.

L'UE sta riformando il sistema europeo comune di asilo (CEAS) garantire che tutti i paesi dell'UE assumano la responsabilità condivisa per la gestione dell'asilo.

Leggete questo articolo per saperne di più sulla risposta europea alla questione dell’immigrazione.

Introduzione della responsabilità condivisa con con il nuovo regolamento sulla gestione dell'asilo e della migrazione

 

La procedura da seguire per richiedere lo "status di rifugiato"  fino ad oggi era disciplinata dal regolamento di Dublino. Il principio generale del regolamento determinava quale paese UE era responsabile dell’esame delle richieste di asilo. La regola generale era che il paese di ingresso nell’UE fosse il paese responsabile.

Revisione del regolamento Dublino

Il sistema -creato nel 2003- non era stato progettato per distribuire le domande di asilo fra gli Stati membri e quando nel 2015 il numero dei richiedenti è aumentato vertiginosamente, paesi come Italia e Grecia hanno cominciato a non essere più in grado di riuscire ad accogliere tutte le richieste. È dal 2009 che il Parlamento invoca una revisione totale del sistema Dublino.

Il nuovo patto sulla migrazione e l'asilo, proposto dalla Commissione nel settembre 2020, sancisce il miglioramento e la velocizzazione delle procedure, nel quadro sistema di asilo e migrazione dell'UE .

Il nuovo accordo sull'asilo e la migrazione

Il nuovo accordo, pone una forte attenzione sul miglioramento della gestione delle frontiere e sulla procedura di asilo per coloro che richiedono protezione alle frontiere, insieme ad una nuova fase di monitoraggio obbligatoria prima dell'ingresso per stabilire rapidamente lo stato del richiedente all'arrivo. Uno dei pilastri fondamentali è la condivisione delle responsabilità. Il nuovo sistema incoraggia contributi flessibili da parte dei paesi dell'UE, che variano dalla ricollocazione dei richiedenti asilo dal paese di primo ingresso, al rimpatrio di persone ritenute prive del diritto di soggiorno. Tale procedura si basa sulla cooperazione volontaria e su forme flessibili di sostegno, che potrebbero tradursi in obblighi a seconda della criticità del momento.

Nel febbraio 2024, il Parlamento e il Consiglio hanno concordato le regole di un quadro di reinsediamento dell’UE, con l’obiettivo di sostituire i programmi ad hoc esistenti e portare a una politica dell’UE più snella. Il quadro vedrà i paesi dell’UE reinsediare volontariamente i rifugiati vulnerabili che soggiornano in paesi terzi. A queste persone verrà data l’opportunità di raggiungere il suolo europeo in modo legale, organizzato e sicuro. Il Consiglio adotterà un piano biennale di reinsediamento e ammissione umanitaria dell’UE, che stabilirà il numero totale massimo di persone da ammettere e il contributo dei paesi dell’UE.

Maggiori informazioni sulla revisione dell'UE in materia di asilo e migrazione.

Per saperne di più: La revisione del Regolamento di Dublino(documento disponibile solo in inglese)

Il nuovo regolamento sulla gestione dell'asilo e della migrazione UE

Tra questo nuovo insieme di norme c'è il regolamento sulla gestione dell'asilo e della migrazione, che sostituisce il regolamento di Dublino e si concentra sul principio di solidarietà e di equa condivisione tra i Paesi dell'UE.

Le nuove norme rivedono i criteri per esaminare le domande di protezione internazionale che stabiliscono quale Stato membro dell'UE sia competente. Riconoscono inoltre che la responsabilità degli arrivi irregolari è dell'UE nel suo complesso e non solo del paese di arrivo.

Gli Stati membri avranno la possibilità di aiutare paesi dell'UE chiamati a far fronte alla pressione migratoria, sia attraverso l'impegnoi ad accogliere e gestire alcuni migranti che attraverso contributi finanziari, nonché attraverso supporto tecnico e operativo quando necessario. Ogni paese dell'UE è libero di scegliere il tipo di contributo che intende fornire.

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Le nuove norme promuovono la cooperazione con i paesi terzi per affrontare le cause della migrazione irregolare e dei rifugiati, nonché per agevolare il rimpatrio dei migranti legali e illegali.

La Commissione europea preparerà una relazione annuale sull'asilo, sull'accoglienza e sulla situazione migratoria generale, che sarà utilizzata per decidere la risposta dell'UE alla migrazione.

Date uno sguardo alla nostra infografica sui richiedenti asilo in Europa suddivisi per paese.

 

Accesso sicuro all’Europa: la creazione di un quadro dell’Unione per il reinsediamento

Il reinsediamento è il trasferimento nell’UE da un paese non UE di un cittadino di un paese terzo che necessita di protezione internazionale. La richiesta viene fatta dall’UNCHR, l’agenzia ONU per i rifugiati. La persona ottiene così il diritto di risiedere nel paese UE come rifugiato, che costituisce la miglior soluzione per garantire un accesso sicuro e legale nell’Unione europea ai rifugiati.

Al fine di rendere sostenibile la soluzione alla questione migratoria, il Parlamento europeo ha sottolineato la necessità di un programma di reinsediamento permanente e obbligatorio.

A febbraio 2024, il Parlamento e il Consiglio hanno concordato le regole di un quadro di reinsediamento dell'UE, con l'obiettivo di sostituire gli schemi ad hoc esistenti e di portare a una politica dell'UE più snella. Il quadro prevede che i Paesi dell'UE reinsedino volontariamente i rifugiati vulnerabili che risiedono in Paesi terzi. A queste persone verrà data la possibilità di raggiungere il suolo europeo in modo legale, organizzato e sicuro. Un piano biennale di reinsediamento e ammissione umanitaria dell'UE, che stabilisce il numero massimo totale di persone da ammettere e il contributo dei Paesi dell'UE.

Ecco la situazione attuale del Quadro dell’Unione per il reinsediamento.

Raccolta dei dati: aggiornamento del database Eurodac

 

Eurodac è un sistema informatico su larga scala che aiuta nella gestione delle domande di asilo europee archiviando ed elaborando le impronte digitali dei richiedenti asilo e dei migranti irregolari.

Per tutti i richiedenti asilo di età superiore a 14 è prevista l'identificazione tramite raccolta delle impronte digitali al momento dell'introduzione della domanda di asilo nell’UE. Successivamente le impronte digitali vengono trasmesse alla base di dati centrale EURODAC per essere confrontate con quelle presenti negli archivi.

Nel dicembre 2023, il Parlamento europeo e i governi dell'UE hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla riforma, che amplierà la portata del sistema:

  • saranno raccolti più dati, comprese le immagini facciali
  • verranno aggiunti i cittadini extracomunitari che soggiornano irregolarmente nell'UE senza chiedere asilo
  • i dati saranno raccolti per tutti coloro che hanno più di sei anni, anziché 14.

Le modifiche consentiranno di migliorare il controllo e l'individuazione dei movimenti non autorizzati nell'UE e contribuiranno a identificare le persone che potrebbero rappresentare un problema di sicurezza.


Per saperne di più sul come l'UE migliorerà i metodi di identificazione dei migranti e sui passi compiuti per raggiungere questo obiettivo

Per una maggiore uniformità nell'applicazione delle regole sull'asilo

 

Una migliore armonizzazione del sistema di asilo è la chiave del principio della responsabilità condivisa. Aiuterà quei paesi che al momento offrono migliori e più facili condizioni di asilo evitando che si ritrovino con troppe richieste. Per garantire maggiore coerenza, è in corso una revisione di diverse normative sulle regole d'asilo politico.

Motivi per cui viene concessa la protezione internazionale.

Lo scopo della direttiva sulle qualifiche è quello di chiarire i motivi per la concessione dell'asilo e di garantire che i richiedenti asilo ricevano parità di trattamento indipendentemente dallo Stato membro in cui presentano la loro richiesta.

Secondo l'accordo, la protezione sarà fornita esclusivamente durante il periodo in cui il rifugiato è sotto minaccia e ai rifugiati riconosciuti come tali, sarà concesso un permesso di soggiorno rinnovabile per un minimo di tre anni. Prima di diventare effettivo, l'accordo necessita dell'approvazione formale sia dal Consiglio che dal Parlamento.

Condizioni per l'accoglienza

La riforma della direttiva sulle condizioni di accoglienza vuole assicurare che i richiedenti asilo possano beneficiare di standard uniformi di accoglienza, come soluzioni abitative e accesso al mercato del lavoro e allo stesso tempo scoraggiare i movimenti secondari.

In base all'accordo provvisorio raggiunto tra il Parlamento e i governi dell'UE, i richiedenti asilo registrati avranno il diritto di lavorare entro non oltre nove mesi dalla presentazione della richiesta di asilo. Avranno inoltre accesso a corsi di lingua, educazione civica e formazione professionale. Tutti i bambini richiedenti asilo dovranno essere iscritti a scuola entro massimo due mesi dall'arrivo, e ai minori non accompagnati verrà assegnato un tutore.

Le nuove regole mirano anche a scoraggiare i richiedenti asilo dal muoversi all'interno dell'UE dopo la loro registrazione, limitando il loro accesso alle condizioni di accoglienza al paese che gestisce la loro domanda e restringendo la fornitura di documenti di viaggio. Le autorità nazionali possono anche limitare la presenza dei richiedenti asilo a specifiche aree.

Si prevede che il testo sarà ratificato dal Parlamento e dal Consiglio nell'aprile 2024 prima di entrare in vigore.

Agenzia dell'Unione europea per l'asilo

L'11 Novembre 2021, il Parlamento ha deciso di trasformare l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo nell’Agenzia UE per l'asilo, in seguito a un accordo con il Consiglio. Da gennaio 2022 l'agenzia contribuirà a rendere più uniformi e veloci le procedure di asilo nei paesi dell'UE. Grazie all'aiuto dei suoi 500 esperti, l'agenzia svolgerà una funzione di supporto ai sistemi nazionali, per far fronte all'elevato carico di lavoro. Questo agevolerà il funzionamento del sistema europeo di gestione della migrazione, rendendolo più efficente e sostenibile. Inoltre, la nuova agenzia è incaricata di sorvegliare sul rispetto dei diritti fondamentali nel contesto delle procedure di protezione internazionale e delle condizioni di accoglienza negli Stati membri.

L'agenzia facilita inoltre la cooperazione tra i paesi dell'UE e quelli non appartenenti all'UE.

Fondi UE per l'asilo

Nella risoluzione adottata a luglio 2021, il Parlamento ha approvato il bilancio per il nuovo Fondo Asilo, migrazione e integrazione (AMF) per il 2021-2027, portandolo a 9,88 miliardi di euro.

Gli obiettivi del nuovo fondo puntano a :

  • aiutare nella gestione efficiente dei flussi migratori nell'Unione europea
  • partecipare al rafforzamento della politica comune in materia di asilo
  • sviluppare la migrazione legale in linea con le esigenze degli Stati membri
  • sostenere l'integrazione dei cittadini di paesi terzi
  • contribuire alla lotta contro la migrazione irregolare

I fondi dovrebbero anche avere una funzione di incentivo per spingere gli Stati membri a condividere la responsabilità di ospitare rifugiati e richiedenti asilo in modo più equo .

Gli eurodeputati hanno sostenuto inoltre la creazione del nuovo Fondo per la gestione integrata delle frontiere (IBMF) assegnandogli 6,24 miliardi di euro. L'IBMF dovrebbe contribuire a migliorare le capacità degli Stati membri nella gestione delle frontiere, garantendo al tempo stesso il rispetto dei diritti fondamentali. Il fondo contribuirà anche all’armonizzazione della politica comune in materia di visti, introducendo misure di protezione per le persone vulnerabili che arrivano in Europa, con particolare riguardo per minori non accompagnati.


Per saperne di più sul lavoro del Parlamento europeo nel campo dell'immigrazione


Questo articolo è stato aggiornato ad Marzo 2024